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Full text of "Scritti editi ed inediti"

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http://www.archive.org/details/scrittieditiedin79mazz 


SCRITTI 

EDITI    ED    INEDITI 


DI 


GIUSEPPE  MAZZINI. 


VOLUME  LXXIX. 


(EPISTOLARIO  -  VoL.  XLVIII). 


IMOLA, 

COOPERATIVA  TIPOGRAFICO-BDITRICE 
PAOLO  GALEATI. 

1938. 
Ristampa  1951. 


\- 


\ 


^n  A  u  Y 

(iOV  2  1  ii".  ' 


EDIZIONE  NAZIONALE 

DEGLI  SCRITTI 


DJ 


GIUSEPPE   MAZZINI. 


sciirrn 

EDITI    ED    INEDITI 


DI 


GIUSEPPE  MAZZINI. 


VOLUME  LXXIX. 


(EPISTOLARIO  -  VoL.  XLVIII). 


IMOLA, 

COOPERATIVA    TIPOGRAFICO  -  EDITRICE 
PAOLO  GALEATI 

1939 
Ristampa  1951. 


EPISTOLARIO 


DI 


GIUSEPPE  MAZZINI. 


VOLUME  XLVIIL 


IMOLA, 

COOPERATIVA    TIPOGRAFICO  -  EDITRICE 
PAOLO  GALEATI 

1939 
Ristampa  1951. 


PROPRIETÀ    LETTERARIA. 


VITTORIO  EMANUELE  III 

PEB  GRAZIA   DI   DIO   E   PER  VOLONTÀ   DELLA   NAZIONE 
BE  D'ITALIA. 


Ricorrendo  il  22  giugno  lOOn  il  1"  centenario  della 
nascita  di  Giuseppe  Mazzini  ; 

Considerando  che  con  memorabile  esempio  di  concor- 
dia, Governo  ed  ordini  rappresentativi  han  decretato  a 
Giuseppe  Mazzini  un  monumento  in  Roma,  come  solenne 
attestazione  di  riverenza  e  gi'atitudine  dell'Italia  risorta, 
verso  l'apostolo  dell'unità  ; 

Considerando  che  non  meno  durevole  né  meno  dove- 
roso omaggio  alla  memoria  di  lui  sia  il  raccoglierne'  in 
un'edizione  nazionale  tutti  gli   scritti  ; 

Sulla  proposta  del  Nostro  Ministro,  Segretario  di  Stato 
per   l'Istruzione   Pubblica  ; 

Abbiamo  decretato  e  decretiamo  : 

Art.  ]. 

Sarà/  fatta  a  cura  e  spese  dello  Stato  una  edizion-e 
completa    delle  opere   di   Giuseppe  Mazzini. 

Art.  2. 

A  cominciare  dall'anno  finanziario  1904-905  e  pel  com- 
pimento della  edizione  predetta  sarà  vincolata  per  le  spose 
occorrenti  la  somma  di  lire  settemila  cinquecento,  sul  ca- 
pitolo del  bilancio  del  Ministero  della  Pubblica  Istruziou«j 
per  incoraggiamento  a  pubblicazione  di  opere  scientifiche 
e  letterarie,  da  erogarsi  con  le  forme  prescritte  dal  vi- 
gente regolamento  di  contabilità  generale  dello  Stato. 


VI  RKOIO  DECKETO 


Art.    3. 


Una  Coiiimissione  noiiijii.ita  \n-y  (hn-icto  Reale  avrà  Ifi 
direziono  dell'edizione  i)redetta. 

Ordiniamo  che  il  presente  decreto,  munito  del  sigillo 
dello  .Stato,  sia  inserto  nella  Itaccolta  uHiciale  delle  leg:i 
e  dei  decreti  del  Ke^no  d'Italia,  mandando  a  chiunque 
spetti  di  osservarlo  e  di  farlo  osservare. 

O.iio  :t  Koiiia,   .KÌiii   K(  iii:ir/,ii   1004. 

VITTORIO  EMANICELE. 

Orlando. 

Visto  :   il   Guardasigilli  :    Ronchetti. 


EPISTOLARIO. 


Mazzini,  Scritti,  ecc.,  voi.  LXXIX  (Epistolario,  voi.  XLVIII)         1 


VMxAICCCCLXXXlT. 

To  Matu.da  liKitiS,  Barden. 

[London,  July  1S(;41.  Mouday. 

Deiiiest  Miitilihì 

Yoii  know,  of  coui-se,  of  Emilie — of  the  seooml 
and  hirj'er  cut  from  Dr.  Fergiisson — etc.  from  Ca- 
i-oline.  P^milie  is  now  i)iogTessing:  slowly,  biit  i)r()- 
^lessiii^.  This  week,  I  trust,  will  see  her  ciii-ert. 
Garil)[al<li]  was  to  leave  on  the  15tli  foi-  the  Dtiuu- 
bian  Priiicipalities,  in  coiicei-l  with  the  King!  AH  the 
while  pledjiino  himself  to  me  and  to  the  \'enitians 
to  be  ready  to  follow  a  ])ossible  movement  and  go 

Lunedi. 
Carissima  Matilde, 

Avrete  oertameiite  da  Carolina  notizie  di  Emilia  — 
del  secondo  e  pili  profondo  taj^li.)  fattole  dal  I>ott.  Fer- 
gusson,  ecc.  Ora  va  migliorando:  lentamente  si,  ma  mi- 
gliora. Spero  che  durante  (inesta  settimana  possa  guarire. 
Garibaldi  doveva  partire  il  !"•  per  i  Principati  danu- 
biani, d'accordo  col  Ke  !  E  nello  stesso  tempo  sì  era  im- 
pegnato con  me  e  con  i  Veneti  ad  esser  pronto  a  se- 
guire   e    ad    aiutare    un    loro    possìbile    moto!   La    cosa    mi 

^ItfMCCCCLXXXII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva 
nel  Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non 
ha    indirizzo.    La    data    vi    fu    apjiosta    da    M.    Biggs. 


4  ÉH'isToi-.'Uiio,  [1804] 

:iii<l  liei]»:  The  lliiiij;  w;is  cai-cfully  concealed  from 
UH»:  hiit,  of  comse  I  was  iuCoinied  and  tiied  to 
chiH-k  Die  wliolc  scliciuc,  inohahli/  witli  success, 
oiil.v  pulliii^^  inlo  lits  of  lagc  Ixdli  llic  King  and 
(.Jaril»|aldiJ.  Il  woidd  lic  a  fatai  lliiiij;  lo  liinisell" 
and    lo  (Mii-  own   schenies. 

lOvci ybody  is  hun yinj^  away.  Caroline  and  .James 
lo  Volwind  at  the  Hxleys  on  Wednesday:  Bessle 
and  \V[illiani]  to  the  liakes  witliin  some  ten  days: 
Emilie  somewheie  to  the  sea-side  as  soon  as  oapa- 
l)Ie  (d'  jioing:  Mrs.  Natlian  to  I.Uf^ano  to-mon-ow  or 
the  day  alter. 

1   shall  rema  in  alone  with  my  jjlory. 

I    w  isli,  very  dear  >ratilda,  you  were  better. 

\'ery  lawnically  tliis  day,  hnt  very  lovingly, 
I   am 

your 
Joseph. 

fu  con  (ijiiii  cura  tenuta  nascosta  :  ma.  naturalmente,  io 
ne  fui  informato  e  cercai  di  impedire  tutto  il  piano, 
])roh(iì)ìhnciìtc  con  successo,  ma  facendo  andare  su  tutte  le 
furie  tanto  il  Ke  «luanto  (laribaldi.  Sareblie  fatale  per  lui 
e  per  i  nostri  disejiui. 

Tutti  si  affrettano  ad  andar  via  :  Carolina  e  .Tames  a 
Yolwind  datili  Kxley  mercoledì  :  Bessie  e  William  ai  I.ajjhi 
fra  ima  diecina  di  giorni  circa  :  Emilia  in  (lualche  loca- 
lità sul  mare  appena  sarà  in  ^rado  di  partire  :  la  si- 
gnora Xatlian  a   Luciano  domani  o  dopo  domani. 

Io    rimarrò    solo    con    la    mia    uloria. 

Vorrei,    carissima    Matilde,    che    vi   sentiste   mefjlio. 

Molto  laconic.-i mente  oi;f;i,  ma   con  molto  affetto,  sono  il 

vostrt) 
Giuseppe. 


[],S(;41  KiMsroi.Aitio.  n 

VMMCCCCLXXXm. 

TO  Matilda  Uiggs,  Barden. 

[Limddii,   Jiily  ....,  1S(»4J.  Thursday. 

Dearest  Matilda, 

Cai'oline  is  away,  aiul  I  do  not  know  whethei- 
weak  Emilie  caii  wiite  to  you  ;  so,  I  write  myself 
to  inforni  you  tliat  she  is  progressing  and  tliat  Fer- 
gusson  coming  yesterday,  <lid  not  cut  again  and 
dedared  that^  unless  some  new  unexpected  feature 
ai-ose  in  the  case,  he  would  not  cali  anymore;  a 
praiseful  step,  looking  to  economy  also. 

I^nless  Gar[ibaldi]  has  been  deceiving  everybody, 
he  is  now  in  Caprera  again.  (^)As  far  as  action  is  con- 


Giovedi. 
Carissima  Matilde. 

Carolina  è  via,  e  non  so  se  Emilia,  debole  com'è,  vi 
può  scrivere  ;  perciò  penso  io  ad  informarvi  che  essa  va 
migliorando  e  che  Fergusson  ieri,  non  avendo  dovuto  ri- 
petere il  taglio,  ha  dichiarato  che  avrebbe  sospeso  le  vi- 
site, salvo  complicazioni  impreviste  :  decisione  lodevole,  anche 
sotto  il  punto  di  vista  economico., 

A  meno  che  Garibaldi  ci  abbia  ingannati  tutti,  ora 
dovrebbe   trovarsi   di   nuovo   a    Caprera.    Quanto   all'azione, 

VMMCCCCLXXXIII.  —  Inedita.  L'autografo  si  C(,nserva 
nel  Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non 
ha  indirizzo.  La  data  vi  fu  apposta  da  iSI.  Biggs. 

C)  Era  tornato  da  Caprera  il  20  luglio.  Ved.  l'Unità  Ita- 
liana  di  Milano,   d^L  26  luglio   1864. 


0  FJ'ISTOI.AKK).  |1N<>4| 

ccnicd.   milcss   il    tiiUcs   phicc  witliiii   tlie  iiext  fort- 
ni^'lil.   ìt    will   iMtl    Miiymoi*'  durili^  the  year. 

('ircuhn-s  ol'  tlic  I-Vdcnil  Swiss  Ciovcrnment  are 
wariiin^'  tlie  Tessili  Aiithoi'ities.  tliat  I  ain  to  be 
lliere  in  a  few  days,  and  Ihat  1  must  be  airested 
or  driveii  away.  Aiid  secoiidarv  warniiif^s  bave  beeii 
j;iveii  l»y  the  Tessili  Autborities  to  eacb  sniall  looal- 
ity  of  liie  Caiiton  and  to  tbe  prinoipal  bouses,  tbe 
Natbans,   Cattaneo,   etc.   in   Lugano.    0) 

Bless  yon,  dear;  I  bave  been  tobl  tbat  you  are 
soniewbat  better. 

Ever 

your  very  affectionate 
Joseph, 

se  essa    non   avrà    Inofio   entro   la    prossima  settimana,   non 
avrà  pili  liiojio  durante  l"anno. 

Circolari  del  Governo  Federale  Svizzero  hanno  avver- 
tito le  autorità  del  Canton  Ticino  che  io  dovrei  trovarmi 
là  tra  pochi  giorni,  e  che  debbo  essere  arrestato  o  cac- 
ciato via.  E  altri  avvisi  sono  stati  dati  dalle  autorità 
del  Canton  Ticino  a  ogni  piccola  localìt;)  del  Cantone  e 
alle  case  principali,   i   Natlian.   i  Cattaneo,  ecc.,   a   Lugano. 

Dio  vi  benedica,  cara  :  ho  saputo  che  state  un  po'  meglio. 

Sempre 

vostro  aflfezionatissimo 
Giuseppe. 

(^)  XelTart.  intitolati):  JJoie  siaiiiof  imljhl.  nelì'Cnità  lia- 
ìiiiun  (li  Milano,  del  25  luglio  18(54  era  riprodotta  la  nota  del 
commissario  di  polizia  di  Lugano  riguardante  il  divieto  di 
soggiorno  del  Mazzini  nel  Canton  Ticino  ;  e  poiché  era  pure 
riportata  la  lett.  dello  stesso  commissario  a  Sara  Xathan.  or- 
dinandosi ad  essa  di  denunciare  alla  polizia  l'ospitalità  data 
in  sua  casa  a  forestieri,  è  lecito  ammettere  che  l'art,  fosse 
di  M.   Quadrio. 


llSCdl  r.IMSTOI. Alilo.  7 

VMMCCCCLXXXIV . 

To  Matilda  Bious,  Barden. 

[London,  August  ....,  1804].  Wednesday. 

Deal-est  ^Matilda, 

Yoiii-  vei-y  dear  sweet  sand-toiied  note  leaehed 
me  vestei'day  iiii>lit  and,  whilst  vou  fear  that  I  liave 
been  leproa chino-  yon  t'oi-  being  silent,  I  would  — 
were  not  my  eirciimstaucies  ratlier  exceptional  just 
noAN' — teli  remorseful  for  not  writing  to  vou  ofteuer. 
lOvery  day  I  wanted  to  do  it  and  every  day  some- 
tliino-  carne  to  tionble  me  or  take  my  time.  To-daj' 
even  I  bave  a  traveìler,  a  young  officer  of  Garibaldi, 
liavino  come  on  piirpose  bere  foi-  two  days  to  take 

Mercoledì. 
Carissima  Matilde, 

La  vostra  carissima  dolce  malinconica  letterina  mi  ò 
i^iuuta  ieri  sera,  e  mentre  voi  temete  che  io  vi  abbia  rimpro- 
verato per  il  vostro  silenzio,  sono  io  che  mi  sentirei  colpe- 
vole —  se  in  tinesto  momento  le  circostanze  non  fossero 
piuttosto  eccezionali  per  me  —  di  non  avervi  scritto  pivi 
spesso.  Ogni  giorno  volevo  farlo  e  ogni  giorno  qualche 
cosa  me  lo  ha  impedito,  togliendomi  la  tranquillità  o  pren- 
dendomi tutto  il  tempo.  Anche  oggi  ho  qui  un  viaggia- 
tore,   un    giovane    ufficiale    di    Gaiihaldi,    venuto    qui    per 

VMMCCCCLXXXIV.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva 
nel  INIuseo  del  Risorgimento  di  Konia  (frndo  E.  Nathau).  Non 
ha  indirizzo.  La  data  vi  fu  apposta  da  M.  Biggs,  che  tuttavia 
scrisse  prima  e  poi  cancellò  l'avvertenza  :  «  envelope  Septem- 
ber  4tb,  18G4.  » 


S  KI'IHTOJ.AUU).  |1S(i4| 

l'ioni  me  plciily  ol'  notes  jukI — il"  he  e.iii— ol'  money. 
I  wi'ile  tliei-eroic  sliorl.  I)nl  wi-ile  I  must.  Thei-e 
is  somelhin^  in  yoni'  note  wliicli  would — were  \ 
Ivee — make  me  ll.v  \n  you  ;iim1  jn-opose  myself  a.s 
llie  "kind  iriend"  whom  tlie  Doetor  suggests  ;  and  I 
know  tliat  the  aflection  1  leel  for  yon.  dear  Matihhi, 
wonhl  lìiake  me  veiy  kind  in<leed.  liut  I  cannot 
si  ir  and  1  lear  that  I  shall  have  snddenly,  one  of 
tliese  days,  to  tly  off  the  tanj>ent.  ITave  you  any 
friend,  kind  oi-  not,  at  Timbridne  Wells?  I  fear  noi, 
Tlien,  what  will  you  do  there  alone?  And  why  does 
the  Doetor  ask  you  to  fiiid  (juiet  life  elseAvhere?  Why 
cannot  you,  with  Ashurst  and  Caroline  Avho  love 
you  and  are  jjood  and  active^  dispense  entirely  Avith 
the  household  little  duties?  Never  mind  Adah's 
jealousy:    it    will   vanish   bit   by   bit,   and    turn    to 


due  ffiorni.  espressamente  per  avere  da  ine  molte  lettere 
e  —  se  fosse  possibile  —  molto  danaro.  Perciò  vi  scrivo 
brevemente,  ma  scrivervi  debito.  Ve  qnalche  cosa  nella 
vostra  lettera  die  —  se  io  fossi  libero  —  mi  farebbe 
volare  da  voi  ad  offrii-mi  come  «l'amorevole  amico»  clie 
sujigerisce  il  vostro  dottore  ;  e  so  cbe  l'afletto  che  sento 
per  voi,  cara  Matilde,  mi  renderebbe  davvero  molto  amo- 
revole. Ma  non  posso  muovermi  e  temo  uno  di  (lucsti  gior- 
ni di  dover  improvvisamente  prendere  il  volo.  Non 
avete  nessun  amico,  amorevole  o  no,  a  Tunbridge  Wells? 
Temo  di  no.  E  allora,  che  cosa  farete  li  tutta  solaV  e 
perché  il  dottore  vi  consiglia  una  vita  tranquilla  in  altro 
luogo V  Perché,  essendoci  Ashurst  e  Carolina  che  vi  amano 
e  sono  but)ne  e  attive,  non  potreste  esimervi  comple- 
tamente dai  piccoli  doveri  di  padrona  di  casa?  Non 
dovete  darvi  pensiero  per  la  gelosia  di  Ada  :  sparirà  a 
poco    a    poco    e    si    cambierà    in    emulazione.    Si    dovrebbe 


f]S<ì41  KPISTOIAKIO.  !• 

einulatioii.  ]\r;iii(le  oii^ht  to  be  softly  tjinght  that, 
fxo(*i)t  tlie  case  of  self-defonce,  lifo  must  not  be 
taken  away  and  tanght  that  a  little  stingine  is  not 
after  ali  a  very  serions  thinp;:  witli  tliese  two  tea- 
cliinijs  instilled  in  ber,  let  ber  do  what  sbe  is 
jnoinpted  to  for  the  present:  it  will  bear  no  conse- 
(ineucies.  You  sball  eertainly  bave  the  ■ìfiserahles. 
Give  me  one  or  two  days  of  time.  T  shall  send 
for  the  enlightenment  of  your  young  Avriters  some 
Roumain  pamphlets.  The  poor  TJonraains,  who  are 
balf  onr  own — Trajan's  colonies  there — bave  met 
witb  a  Xapoleon's  six-pence  edition,  one  prince  Gonza, 
who  has  throngh  a  coiip-(F-état  destroyed  their  cons- 
titntioiial  liberties.  (^ì  Sìnce  then  I  bave  bad  Rou- 
mains  of  the  dissolved  assembly  cominp;  to  me  from 
Bucharest  to  consnlt  and  to  see  how  British  opinion 

dolcemente  insegnare  a  Maude  che,  eccetto  il  caso  di 
difesa  personale,  non  si  deve  mai  toglier  la  vita,  e  inse- 
gnarle che  una  piccola  puntura  non  è  dopo  tutto  una 
cosa  molto  grave  :  se  avrete  instillato  in  lei  questi  due 
insegnamenti,  lasciatele  pur  fare  per  ora  tutto  ciò  a  cui 
è  portata  :  non  vi  saranno  conseguenze.  Avrete  certamente 
i  Miserahili.  Datemi  uno  o  due  giorni  di  tempo.  Manderò 
«lualche  libriccino  rumeno  per  illuminare  le  vostre  gio- 
vani scrittrici.  I  poveri  Rumeni  che  per  metà  sono  nostri 
—  tutte  le  colonie  mandate  da  Traiano  laggiù  —  si  sono 
incontrati  c(m  un'edizione  di  Napoleone  in  sedicesimo,  un 
certo  principe  Couza,  il  quale  con  un  colpo  di  Stato  ha 
distrutto  le  loro  libertà  costituzionali.  Da  allora,  Riuueni 
della  disciolta  assemblea  continuano  a  venire  da  me  da  Bu- 
carest per  consultarmi  e   trovare  il  modo  di  poter  influire 

(')    Sul   colpo   di    Stato   del   Priucipe   Couza,    veti,   le    uote 
nel   voi.   LXXVIII,   pp.   252   e   294. 


lo  Kl'Isrol.AltM).  I  iNfi  1  I 

Wiis  lo  he  woikcd  ui»i>ii.  Alasi  W'illi  a  iiiisei-iblc 
iiKKlilicalioii  olila iiicd  hi  Ilio  new  Stallile — the  elec- 
tion  o\'  llic  Sellale  wliicli  was  to  beloiifi;  ali  to  the 
IM-iiice  ^iveii  llie  hall"  lo  liiin  and  Die  liaU"  to  the  mu- 
iiicipal  bodies  wlio,  howevei-,  are  lo  ehoose  three 
seiial(Ms  for  e\-ei-_v  dislrict  amoiifist  \\h()m  the  Prince 
will  select  Olle  Sii-  li.  iJiihver  lias  given  bis  liiU 
approbatioH  lo  a  lliinu  which  is  a  ^ross  viobition 
of  the  Con v<Mil ioli  of  1S5S  tlirongh  which  the  Powers 
ji;uai-aiiteed  llie  roiistitutional  rights  of  the  people. 
The  lesull  of  ali  my  exertions  has  been  two  iiiter- 
liellations  from  (ìi-ant  Diiff  and  Peter  Taylor,  whom 
the  Ministers  answered  tlddle  dee  and  flddle  diim. 
Still^  the  iK)or  Ivoumains  keep  on  pouving  on  me 
])iìni})lilets,  Avhicli,  not  being  translated,  will  never 
be  taken  aiiy  iiotice  of.  Any  article  in  any  paper 
woiild  console  the  Roiimains.     But  I  bave  no  time 

suiropinione  britannica.  Ahimè!  Con  un  misej*abile  emen- 
damento al  nuovo  Statuto  —  i'  elezione  del  Senato  che 
doveva  appartenere  tìitfa  al  Principe  e  ora  concessa  per 
metà  a  lui  e  per  metìi  ai  corpi  municipali  i  quali,  tut- 
tavia, devono  scej>liere  tre  senatori  per  ogni  distretto 
tra  i  (piali  il  Principe  ne  eleggerà  uno  —  Sir  H.  Bulwer 
ha  dato  la  sua  piena  approvazione  a  una  cosa  che  è  una 
grossolana  violazione  della  Convenzione  del  185S,  con  la 
(piale  le  l'otenze  garantivano  i  diritti  costituzionali  del 
popolo.  Il  risultato  di  tutti  i  miei  sforzi  sono  state  due 
interpellanze  da  parte  di  Grant  DufE  e  di  Peter  Taylor, 
ai  (juali  i  Ministri  hanno  risposto  sciocchezze  su  scioc- 
chezze. Tuttavia,  i  poveri  Rumeni  continuano  a  inon- 
darmi di  opuscoli  che,  non  essendo  tradotti,  non  saranno 
mai  conosciuti.  Qualunque  artìcolo  in  cpialuniiue  giornale 
consolerebbe  i  Rumeni.  Ma  io  non  ho  tempo  ora  di  occu- 
parmi   di    loro.    Il   solo    modo    di    aggiustar    le   cose    o    per 


llSdll  KIMSTOI.AIilO.  11 

now  lo  iHiiko  mysclf  hnsy  abont  Ihcir  affair.  Oiie 
single  way  to  set  lliiii^s  i-i,ulit  oi-  at  least  lo  console 
oneself,  is  to  stinjii;le;  and  I  stili  am  at  tliat.  Emilie 
is  now— l)ut  she  will  lune  told  yon — Tuiret  dft- 
taf;e.  Seaside  Roa<l.  T  don't  know  when  the  Tay- 
lors  yo,  I  tliink  to  Scolland:  tliey  go  within  teii 
days.  T  fancy  I  shall  dine  with  them  on  Friday. 
lieve  is  niy  traveller  coming.  Bless  you,  veiy  dear 
^latilda.  Let  me  know  when  you  go  to  T[nn- 
hridge]  W[ells].  I  wish  yon  woiild  go,  il  not  to 
Wales  at  least  to  Eastbonrne  instead.  Leaving 
aside  Emilie,  even  Venturi  would  be  a  diversion 
and,  if  taken  in  the  proper  way,  an  amusement: 
don't  betray  me^  for  God's  sake,  to  Emilie.  I  wish 
f  eould  be  near  you.     Ever 

your  loving 
Joseph. 


lo  meno  di  consolarsi  è  il  lottare  :  e  a  (iiiesto  sono  an- 
cora rivolto.  Emilia  è  adesso  —  ve  l'avrà  certamente 
detto  —  a  Turret  Cottage.  Seaside  Koad.  Non  so  iiuando 
i  Ta.vlor  partiranno,  credo  per  la  Scozia  :  certo  entro 
dieci  giorni.  Immagino  che  venerdì  dovrò  pranzare  con 
loro.  Ecco  che  viene  il  mio  viaggiatore.  Dio  vi  benedica, 
carissima  Matilde.  Fatemi  sapere  quandcj  andrete  a  Tnn- 
hridge  Wells.  Vorrei  che  andaste  invece,  se  non  nel  Galles,  al- 
meno a  Eastbonrne.  Senza  parlar  di  Emilia,  anche  A'en- 
turi  sarebbe  un  diversivo  e,  se  preso  come  si  deve,  un 
divertimento  :  non  mi  tradite,  per  amor  di  Dio,  con  Emi- 
l'a.  Vorrei  potervi  esser  vicino.  Sempre 

vostro  affezionaf!» 

GlUSHa>PE. 


]'2  KIMKT(H.\IUO.  lise,  Il 

VMMrCCrhXXXV. 

To  Emilie  Ashùrst  Venttri,  Eastbounio. 

ILiiiidon    Septenilior  2ih1.    1S<>4|.   Fridjiy. 

Dearest  Emilie, 

llow  aie  voli?  I  adinit  silence  as  soon  as  you 
will  he  altle  to  teli  me  «  1  am  well  »  not  whiist 
you  are  stili  ponltioinj;,  etc.  Dici  you  ever  see  a 
Doctoi-  at  Eastbourne?  Did  you — as  it  Avas  your 
(hity — write  to  Dr.  C[hristiau]  about  the  second 
abcess.  He  is  iiow,  to-day,  going  cut  of  town  for 
Glie  montli  :  I  do  not  kiiow  where  ;  but  of  course  1 
cali  kuow  from  Bessie  who  has  iiow  come  back. 


Venerdì. 
Carissima  Emilia, 

Come  state?  Potrò  ammettere  il  vostro  silenzio  appena 
sarete  in  grado  di  dirmi  «  sto  bene,  »  ma  non  già  finch'' 
state  ancora  mettendo  impiastri,  ecc.  Avete  mai  chiamato 
nn  dottore  a  Eastbourne?  Avete  —  come  ei-a  vostro  do- 
vere —  scritto  al  dott.  Christian  del  secondo  ascesso? 
Ora.  oggi,  va  fuori  città  per  nn  mese  :  non  so  dove  ; 
ma  i)(»sso  naturalmente  saperlo  da  Bessie  che  adesso  è  di 
ritorno. 

VMMCCCCLXXXV.  —  Pul.hl..  in  gran  parte  da  E.  F. 
KlCHARns,  op.  cit..  voi.  III.  p.  U3.  L'autografo  .si  conserva 
nel  ^luseo  del  Ki.sorgimento  di  Roma.  È  in  una  Imsta  che,  di 
pugno  del  Mazzini,  ha  l'indirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi. 
Turret  Cottage.  Seaside  Road.  Eastbourne.  »  La  data  si  ri- 
cava dal  timbro  postale. 


[1SC4]  EPISTOLABIO.  13 

And  iis  io  me,  I  really  have  iiothiiig  to  say. 
Tliey  talk  there  dowu  of  .stili  hopiiig  to  act.  liiwar- 
(lly,  1  (lo  iiot  believe  in  auythiug  of  the  sort. 
Aiul  1  believe  in  nothing  at  any  time,  unless  I  liavo 
some  linee  oi-  four  thousand  pouuds  in  my  liands. 
If  \ve  have  nine  montlis  or  eight  before  us,  1  shall 
— de.spaiiingly — try  to  get  tliem.  Carlo  must  give 
me  one  shilling  every  month — you  the  sanie! 

1  ani  going  to  Norfolk  Crescent  to-day.  Tiie 
Taylois  have  left.  The  Mazinis  have  left  for  Italy, 
I  had  yesterday  Mr.  ami  Mrs.  M'Tear  fiom  Edin- 
burgh going  to  Italy.  Today  IMrs.  I^ennett  announces 
ber  journey — through  Costantinoples — to  Italy.  Eve- 
ly  body  can  go  to  Italy  except  niyself. 

Bless  you,  dear  ;  ever 

lovingly  youi-s 
Joseph. 


E  quanto  a  me,  non  ho  davvero  niente  da  dire.  I.affsii'l 
paiiano  ancora  di  speranze  di  agire.  Dentro  di  me,  non 
credo  nulla  del  genere.  E  non  credo  in  niente  mai,  se 
non  Ilo  in  mano  tre  o  quattromila  sterline.  Se  avremo 
otto  o  nove  mesi  davanti  a  noi,  cerclierò  —  senza  spe- 
ranza —  di  ottenerle.  Carlo  mi  deve  dare  uno  scellino 
tutti  i  mesi,  e  voi  lo  stesso. 

Oggi  vado  a  Norfolk  Crescent.  I  Taylor  sono  partiti. 
I  Mazini  sono  partiti  per  l'Italia.  Ieri  ho  avuto  la  visita 
di  Air.  e  Mrs.  M'Tear  di  Edimburgo  in  viaggio  per  Tltalia. 
Oggi  Mrs.  liennett  annuncia  il  suo  viaggio  in  Italia  —  via 
Costantinopoli.   Tutti  possono  andare   in   Italia,  fuorché   io. 

Dio  vi  benedica,  cara  ;  sempre  con  affetto 

vostro 

GiTTSErPE. 


U  f.mstof.Aiuo.  fis;n41 

VMMCCCCLXXXVl. 

A   Madami.;  .Makik  D'Agoult,  il   Sclilangonbad. 

I  Loiidrcs  I.   2  sf'i)lcinlii-c'    flSfUl. 

Jc  pivlcii*,  .M;i(ljiiiie,  vous  écrire  quelque«  ligues  ù 
Sclilang(Mil);ul.  -le  ciaiiis  toiijours  qiie  mes  lettres  ne 
vous  altiieiit  «les  eiiiiuis  à  rui-i«. 

Ma  sauté?  Elle  n'est  ni  bonne  ni  mauvaise.  J'ai 
été  sérieusemeiil,  nienacé  deux  fois  pendant  oes  trois 
(Iciiiiòrcs  années.  Je  me  sens  épni.sé,  mine  et  inca- 
pable  (le  resistei-  à  une  troisième  maladie.  Je  me 
lonipa relais  volontiers  à  une  arbre  creusé,  vide  eu 
dedaiis,  se  teiiant  debout  pai-  Técorce  et  par  quelqnes 
raciiies,  mais  exposé  à  tombei-  soudainement  devant 
le  pieiniei-  souftle  un  peu  vìolent.  -le  ne  pense  pas 
vivre  l(>ii«itemps.  JNIais  peu  importe.  La  vie  ne  m'a 
l)as  été  douce  et  je  n'amai  pas  à  la  legretter.  Ce 
(pii  impoite  ('est  d'en  user  pour  la  lutte  —  lutte 
])oui-  le  bieii  s'entend  —  tant  qu'elle  nous  reste. 

l'ourquoi  ces  moments  de  déeouragement  dont 
v(»us  me  parlez?  Eorit-on  pour  eeux  qui  vivent 
aujourd'hui?  Non  vous  éerivez  pour  eeux  qui  vi- 
vioiiT,  ])our  eeux  qui  ne  sont  aujourd'hui  que  des 
enfant s  et  qui  seront  des  liommes  demain.  Vous 
écrivez  avec  talent,  avec  étude,  avec  conscience: 
vous  écrivez  ce  que  vous  sentez.  Soyez  sùre  que 
vos  pages  tomberont  sous  les  yeux  de  eeux  qui 
hésiteront,  dans   quebjues   années,   entre  le   Rien   et 

VMMCCCCLXXXVI.  —  Pubbl.  in  G.  Mazzini.  Lettres  à 
I).  ytern,  ecc.,  cit.,  pp.  11-14.  L'autografo  si  oon.serva  noi  Musoo 
del  Uisorginipnto  di  Uoma   (fondo  E.  Nathan).  Non  ha  indirizzo. 


[1804]  EPisTor.ARiO.  ir» 

le  Mal,  elitre  les  fortes  et  saiiites  peiisées  et  les 
l)eiisées  légèies,  matérial  iste»,  enervali  tes.  Vous  agi- 
rez  sur  (iiiehiues  uns  d'eutr'eux.  Et  ne  serez-vous 
pas  suflisaninient  récompensée,  si  vous  aurez  con- 
tribué  à  sauver  quehiues  àmes?  11  se  peut  bien  que 
jt'  (lirtere  moi-méme  de  vous  sur  quelqu'une  de  vos 
appréciations;  mais  vous  n'écrivez  que  ce  que  vous 
(■royez  étre  le  N'rai;  et  si  méme  vous  ne  l'aurez  pas 
atteint,  vous  aglrez  sur  la  pensée^  vous  pousserez 
d'autres   à   ratteindre. 

\'otre  première  lettre  a  été  re(;ue.  Mais  voilà 
<iue  j'ignore  si  vous  recevrez  celle-ci.  Où  donc  est 
Sc-hlangenbad?  Dans  (piel  des  36  gouveruemens  de 
rAUemagne  se  Irouvent  ees  Bains?  La  désignation 
«  Ali  emagne  »  suttira-t-elle? 

\'ous  me  parlez  de  l'envoi  d"un  livre  de  vous. 
J'ai  été  le  ])remier  à  vous  écrire.  Je  n"ai  dono  pas 
l)es()iii  de  vous  dire  (pie  tout  eiivoi  de  ce  genre  me 
sera  bien  clier.  -Te  vous  eiivoie,  moi^  liardiment,  deux 
courts  écrits  de  iiioi  ;  quels  qu'ils  soient,  ils  sont 
sortis  de  mon  c(pur.  L'un  d'eux  contient  les  sou- 
veiiirs  de  deux  ames  de  martyrs  qui  méritent  un 
cu  Ite.  (V)   ' 

\'euillez  me  taire  savoìr  par  un  mot  si  lettre  et 
brocliures  vous  parviennent.  Je  sup]n"ime  mon  noni 
dans  les  imprimés. 

J'attendrai  avec  inipatience  la  suite  de  votre  tra- 
vail.  -Te  ne  crains  qu'une  chose:  votre  tendance  à 
prouver  le  catliolicisme  de  Dante.  Il  n'était  que 
clirétien.  Je  ne  vous  dirai  pas  qu'il  a  place  des 
,Papes  eii  eHifer,  qu'il  iiie  implicitement  en  dix 
endroits  Tinfaillibilité,  etc.  ;  mais  je  vous  dirai  que 

(')    L'opuscolo    p«T    i    fratelli    Bandiera. 


10  EPISTOI.ARiO.  [1SG4] 

rensoiul»l('  <!(.'  scs  viies  pliil()S()j)hi<iuos  et  politiques 
tt'iidjiit  (lii-tH'tement  à  l);i)ir('  cu  lirèche  la  rupanté 
<:illi()rK|iie.  Il  (Tovail  ;ni  ri(>«i;i('s.  Il  appello,  en  un 
cihIi-oìI  ilii  INm'Iuc,  .lo.iciiiiii,  riiiiteur  de  rfìvangilo 
éUMin'l  (|ii('  Uonic  :i  coiKhiimié  et  (jiii  annoiKjait  une 
troisièiiie    Ki'lijiioii.    pi(>i)liète    «Di    s[»iiit<)    profetico 

«l(/tilto.  » 

Adien,  MiidiUiie,  ma  sn'ur  eii  Dante  et  en  sa 
e'.oyaiicc  dans   ravcnir:    Tnilé,   Lilierté.    I'hil()so])hi(» 

e1    Foì. 

Jos.   Mazzini. 

^'ons  avez  nomine  Lamennais,  doni  le  souvenir 
ni'est  sacié.  de  sais  que  quelcpi'un  a  imprimé  sa  cor- 
respondance.  (')  Pouvez-vons  me  donner  le  titre  dn 
volume?  Je  ne  l'ai  jamais  vu. 

vMMrrrcLXXXviT. 

A   Sara   Xathan,   a    Lugano. 

[Londra].  2  settembre    [18G4]. 

Amica, 

Ho  la  vostra.  Quanto  al  <lanaro,  mi  duole  d'una 
cosa.  Brusco  mi  scrisse  che  Bez[zi]  e  gli  amici  suoi 
erano  convinti  essere  impossibile  Fazione  :  voi  mi 
.scrivete  che  Bez[zi]  richiedeva  insieme  a  Guerz[oni] 
il  danaro.  Non  vi  celo  che  se  Bez[zi]   fosse  decisa- 

(')  La  Correspondance,  in  2  voli.,  faceva  parte  delle  Oeuvres 
posthìimes  de  F.  Lame^stjais.  puhiiées  selon  le  vrru  de  Vnuleur 
par  E.  D.  FoRorES;  Paris,  Didier,  18G4. 

vTMMt'CCCLXXXVII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva 
nel  Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (fond  .  E.  Xathan).  Non 
ha    indirizzo. 


[1804]  EPISTOLARIO.  17 

iDeiite  credente  iieiriitilità  di  quel  poco,  piefeiirei 
fosse  dato;  e  il  resto  alla  Provvidenza.  Individual- 
mente, non  credo  ad  azione  possibile  ora  ;  ma  sono 
lontano,  e  può  essere  ch'io  possa  mal  giudicare. 

Fu  consegnato  il  rotolo  a  Bottero  o  a  chi?  ('j  Sa- 
pete se  il   rotolo  fosse  da  lui  trasmesso  a  Daelli? 

Emilia  ebbe  un  altro  ascesso  minore  d'assai,  ma 
nello  stesso  luogo;  e  temo  quindi  che  si  stabilisca 
là  una  sorgente  di  guasto  perenne.  È  sempre  a 
Eastbourne.  Carolina  torna  qui  per  una  settimana, 
poi  va  a  Birmingham.  Bessie  è  tornata  ieri.  I  Taylor 
son  via.  Linda  via.  I  Craufurd  via.  Da  Mil[ano],  dopo 
la  lettera  scritta  da  Br[usco]  in  Lugano,  non  ho  pili 
sillaba. 

Se  ricevete  da  Bott[ero],  come  gli  disse,  il  danaro 
Daelli,  ditemelo  :  poi  mettetelo  col  resto,  se  resto 
ci  rimane. 

Gr[ilenzoni]    è  tornato? 

Volete  far  avere  l'unita  alla  Modena? 

Dite  a  Maur[izio]  ch'ebbi  la  sua:  aveva  già  detto 
tutto  quello  che  posso  dire. 

Vedo  che  VUuità  inserisce  articoli  del  Libero 
Pensiero.  Non  v'è  alcun  male;  se  non  che  sarebbe 
stato  obbligo  di  notare  che  si  deplora  la  ten<lenza 
anti-religiosa  del  Giornale.  (-) 

Addio:  amate  sempre  il 

vostro 
Giuseppe,    che   v'ama. 

Per  Maur[izio]  —  e  voi. 

Se  nulla  si  fa  ora  e  abbiamo  sette  mesi  almeno 

(■)  Il  ms.  del  voi.  VII  degjH  Scritti  editi  ed  inediti. 
(-)  Dopo   che   il   Mazzini   si   era    rifiutato   di   collaborare   a 
quel  giornale  senese,  di  cui  deplorava  la  tendenza  antireligiosa 

Mazzini,  Scritti,  ecc.,  voi.  LXXIX  (Epistolario,  voi.  XLVIII).        3 


IH  ja'ISTOLAKIO.  [l!S()4J 

(Javanli  a  noi,  ii  da  farsi,  quanto  al  danaio,  si  ri- 
liuce   a   (luesto: 

Quota  mensile  d'un  franco  per  ciascuno  dei  nontri 
in  o^'ni  località:  formazione  di  nuclei  con  un  collet- 
tore:  non  lasciar  fuori  un  solo  dei  nostri. 

(ìli  stessi  nuclei  che  s'astringono  al  franco  men- 
sile, s'astringano  a  raccogliere  dai  non  nostri  pur 
buoni  volenti  unità  nazionale  mercè  iniziativa  po- 
l)olare,  un  franco  per  una  volta  tanto. 

Ciò  senza  escludere  statistica  scelta  dei  pochi 
che  possano  fare  una  offerta  piti  considerevole. 

Ogni  nucleo  di  donne  nostre  s'astringa,  entro 
sei  mesi,  a  fare  nei  loro  cerchi  di  conoscenze  una 
piccola  lotteria,  quasi  a  divertimento  :  intendo  lot- 
teria, senza  chiasso,  privata,  d'un  qualche  oggetto 
posseduto,  del  valore  di  10,  20,  30  franchi. 

Quanto  al  resto: 

Afferrare  ogni  opportunità  di  contatti  nuovi  col 
Veneto  ; 

Dirigere  un  lavoro  assiduo  di  propaganda,  pri- 
vata e  a  stampa,  nell'emigrazione  veneta  : 

Eguale  lavoro,  per  le  stesse  due  vie,  nel  basso 
dell'esercito. 

Per  l'azione  Veneta  tacere  d'ogni  bandiera,  dac- 
ché il  Veneto  ha  bisogno  dell'esercito,  ma  condizione 
d'iniziativa  popolare. 

Nondimeno,  pel  Centro,  pel  Sud  specialmente,  e 
dove  non  può  aversi  azione  immediata  sul  Veneto, 
apostolato  calmo  e  persistente  di  fede  repubblicana. 


e  materialista  (ved. la  lett.vMMCCCCLXXIX  nel  vol.LXXVIII, 
p.  350).  l'Unità  Italiana  di  Mjlano.  nel  n.  del  29  agrsto  1S64, 
aveva  pubbl.  alcuni  «  pensieri  »  ricavati  dal  Libero  pensiero, 
giudicandoli  «  veramente  liberi  e  opportuni.  » 


fl,S(;4|  KPISTOI.ABIO.  li* 

l'oca  guerra  a  uomini:  principii  :  confronti:  consi- 
derazioni economiche. 

Spingere  a  diffusione  tacita  della  Falange  Sacra. 

Ben  inteso,  quanto  al  danaro,  il  franco  deve  per 
gli  operai  convertirsi  in  50  centesimi. 

Non  litigare  né  con  G[uerzoni]  né  col  Comitato 
Centrale,  ma  far  convergere  i  nuclei  a  me,  queta- 
mente. 

Riparlerò  via  via  con  occasione  d'ogni  cosa. 


VMMCCCCLXXXVIII. 

To  Emilie  Ashuest  Venturi,  Eastbourne. 

[London,  September  3r(l.   1804].   Saturday. 

Dearest  Emilie, 

This  note    is,  unhappily,    a    negative   one.     How 
can  you  speak  about  the  Thomas  leaving  the  rooms, 


Sabato. 
Carissima  Emilia, 

Questa    lettera    è,    malauguratamente,    negativa.    Come 
potete   parlare   dei   Thomas   che   lascino  le    stanze,   mentre 

VMMCCCCLXXXVIII.  —  Pubbl.,  in  minima  parte,  da  E. 
F.  RiCHARDS,  op.  cit.,  voi.  III.  p.  93.  L'autografo  si  conserva 
nel  Museo  del  Risorgimento  di  Roma.  È  in  una  busta  che,  di 
pugno  del  Mazzini,  ha  1  indirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi. 
Turret  Cottage.  Seaside  Road.  Eastbourne.  »  La  data  si  ricava 
dal  timbro  postale. 


20  KPisTOi.Aiuo.  [1804] 

whiist  tlie  Captairi  is  stili  fed,  cannot  move,  has 
nevei-  stilimi  fruiii  his  bed?  It  will  he  a  very  long 
indiMiiiite  affair  ;  iiiid  tliere  will  bc  no  cliauee  befoi-e 
the  s[»i-ing. 

My  i-ec-onimendation  would  do  nothing  on  the 
snbject  witli  David.  The  only  one  pcrhaps  would 
be  Saiina's.  Be.sides  David  is  no  master:  it  is 
other  people's  conceru;  and  he  is  only  the  principal 
vìnpìoifé.  The  oftice — a  beginning — is  full.  It  is 
liopeless,  dear. 

I  wi'ote  two  days  ago  for  the  Lugano  commis- 
sion  ;  bnt  tliey  will  not  hurry  and  Mr.  B....  (^j  must 
b*e  patient. 

I  am  extiemely  uncomfortable  about  you.  You 
are  almost  as  you  were.  And  I  do  not  like  this 
persisting  of  the  evil.     Do,  write,  if  you  have  not 

il  Capitano  deve  ancora  essere  imboccato,  non  può  muo- 
versi, non  si  è  mai  alzato  dal  letto?  Sarà  un  affare  lungo 
e  indefinito  :  e  non  ci  sarà  speranza  prima  della  prima- 
vera. 

Una  mia  raccomandazione  a  David  sull'  argomento 
non  avrebbe  nessun  risultato.  La  sola  forse  potrebbe  essere 
quella  di  Sarina.  Poi  David  non  è  il  padrone  :  è  affare 
cbe  riguarda  altri  ;  e  lui  è  solo  il  primo  impiegato.  Per 
cominciare,  l'ufficio  è  al  completo.  È  cosa  senza  spe- 
ranza, cara. 

Scrissi  due  giorni  fa  a  Lugano  per  la  commis- 
sione; ma  non  si  affretteranno,  e  Mr.  V>.  deve  aver  pa- 
zienza. 

Sono  inquietissimo  per  voi.  Voi  state  quasi  come  prima. 
E    non    mi    piace   questo    persistere    del    male.    Scrivete,    se 

(')    Forse     il     nome     del     pittore     di     cui     è     cenno     nella 
lett.  che  segue. 


[lSf;4|  EPrSTOI.ABIO.  21 

(Ione  it,  lo  Dr.  ('h[risti<ui]  mikI  seiid  the  leiler  to 
liessie. 

Ciiroline  eame  snddeiily  back  yesterday  uij,'ht, 
late.  r>ut  they  go  away  again  in  a  few  days.  To 
IJirmiiigliani  or  somewhere  else.  To-morrow  we  dine 
at  Norf[olk]   Cresc[ent]. 

1  ani  of  an  hiimeiir  ewécrahlc.  Yenice,  Ttaly.  Po- 
land,  Denniark  liave  been  a  series  of  blows  with  a 
ìiamnier  on  my  niiiid.  T  ain  tired,  exhausted.  and 
sick  of  tliis  Sysiplius'  work,  and  at  the  same  tinie 
iniable  to  snateh  myself  froni  it  or  to  do  anything 
else.  T  try  to  write.  Imt  feel  disgnsted  at  the  po- 
werlessness  of  the  attempt  and  throw  it  aside. 

Pawells'  address  is  «  Maison  de  la  Confection. 
2.  me  Dnqnesnoy.  » 

Bessie  and  W[illiam]  are  well  :  the  latter  as  vagne* 
as  possible. 

non  lo  avete  ancora  fatto,  al  dott.  Christian,  e  mandate 
la  lettera  a  Bes-sie. 

Carolina  è  tornata  improvvisamente  ieri  sera,  tardi. 
Ma  andranno  via  ancora  fra  poclii  giorni.  A  Birmingham 
o  in  qualche  altro  posto.  Domani  pranzeremo  a  Norfolk 
Crescent. 

Sono  di  un  liinnciir  cxécnihle.  Venezia,  l'Italia,  la  Po- 
lonia, la  Danimarca  sono  stati  una  serie  di  colpi  di  mar- 
tello sulla  mia  testa.  Sono  stanco,  esausto  e  stufo  di 
(luesto  lavoro  di  Sisifo,  ed  insieme  incapace  di  liberar- 
mene e  di  fare  qualcos'altro.  Tento  di  scrivere,  ma  mi 
disgusto  per  la  impotenza  del  tentativo  e  lo  getto  da  un 
lato. 

L'indirizzo  di  Pawell  è  «  Maison  de  la  Confection.  2, 
rue  Dusquesno.v.  » 

Bessie  e  William  stanno  bene  :  «luest'ultimo  vago  al 
massimo  grado. 


22  f:pist()I.aki().  riW»41 

Addìo,  (Ioni-  lormentod  .iiid  Icn'inonting  croature. 
1  wislì  yon  l'vt'i-  better.     I  love  yon  very  mudi. 

Yoiir 
Joseph. 

J)o  yon  liiivc  Ilio  Leader  ol'  nol[yo;ike]? 

Addio,  t'iini  {'iviitura  tonneutata  e  toniieiitatrice.  Vi 
auguro  di  start*  sempre  meglio.  Vi  voglio  molto  bene. 

Vostro 
Giuseppe. 
Ricevete  il  Leader  di  HolyoakeV 

VMMCCCCLXXXIX. 

A   Sara  Nathan,   a   lAigano. 

[Londra],  3  settembre    [l.S(i4]. 

Sai'iua  mia, 

N'olete  farmi  il  piacere  d'affidar  la  seguente  com- 
missione a  qualcuno,  Fiori,  Farini  o  altri? 

Trovare  un  buono  e  grande  fotografo  dell'affre- 
sco della  Crocelissione  di  Luini  e  della  lunetta  che 
nella  stessa  chiesa  contiene  il  bambino  e  la  Vergine. 

Badate  che  se  chiedo  questo  è  perché  il  pittore 
mio  amico  che  li  desidera  dichiara,  che  questi  due 
fotografi  esistono  in  Lugano. 

Trovandoli,  in  qualche  modo,  converrà  spedirmeli. 

Emilia  non  è  bene  affatto  ;  è  sempre  tormentata 
da  quella  parte  del  volto.  Gli  altri  stanno  bene. 

Non  ho  cosa  alcuna  da  Mil[ano]  o  d'altrove. 
Aspetto  a  udire  che  cosa  intendono.  V'ho  scritto  per 

VMMCCCCLXXXIX.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva 
nel  Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non 
ha    indirizzo. 


[IStUI  EPI8TOI.AKIO.  23 

•Isinai'o,  e  uv  scrissi  anche  a  Milano,  più  giorni  ad- 
dietro. 

\^ostro  sempre 
Giuseppe. 

VMMCCCCXC. 

A  Demetrio   Diamilla  Muller,  a  Toriuo. 

[Londra],  3  settembre  1864. 
Caro   Miiller, 

Eccovi  una  lettera  per  un  amico  di  Bulewski  che 
dovrebb'essere  a  quest'ora  in  Toriuo. 

Tutto  va  a  rovescio.  Non  accuso  alcuno,  né  alti, 
né  bassi  né  amici,  né  alleati.  È  chiaro  bensì  che 
mercè  l'aver  fondi  a  spizzichi,  non  mai  une  somme 
ronde,  s'è  costretti  a  prolungare  per  18  mesi  un 
lavoro  che  potrebbe  farsi  in  due  —  chiaro  che  ogni 
hivoro  di  18  mesi  sarà  sempre  scoperto  —  chiaro 
che  la  proposta  del  re,  i  moti  esteri  anteriori,  i  se- 
questri, il  dualismo  tra  le  intenzioni  e  i  fatti,  noji 
hanno  fatto  altro  che  aiutare  il  prolungamento  fa- 
tale. Se  si  fosse  di  concerto  incoraggiato  uu  moto 
interno  sul  Veneto,  mentre  la  Polonia  era  in  piedi 
e  durante  la  vertenza  dano-germanica,  a  quest'ora 
^Italia  era  a  Venezia. 

In  tutto  questo  tentennare,  l'Italia  ha  ottenuto 
una  posizione  pili  sfavorevole  —  Polonia  e  Danimarca 
cadute,  e  una  lega  tra  Prussia  e  Austria.  La  Mo- 
na rcliia  ha  ottenuto  ch'io,  come  dichiarai,  convinto 
ch'essa  non  vuole  e  non  osa  andare  a  Venezia  e  che 

V^MMCCC'CXC.  —  Piibbl.  in  Corrispondenza  inedita,  ecc.. 
cit..  pp  81-82,  quindi  in  PoJitica  serjreta  italiana,  ecc..  cit., 
pp.  121-122. 


1>|  KIMKIOI.AKKI.  [18041 

il  .Miiiist<M<»  ci  piciidc  iirini,  <l;m;n-<)  e  ci  fa  ];i  guerra, 
mi    i-iv<>l^(»   ;iirii};itazi()ii('   ])()lltic-a    i-<'iml)I)licana. 

\i  courcsso  che  l'ostinazione  nei  seiinestri  e  nel 
sei-liaic  Spaventa,  poi  il  tentativo  per  mandar  Inori 
d'Italia,  a  insaputa  mia.  Garibaldi,  elle  i  Veneti  vo- 
levano essere  cei-1  i  d'aver  subito  dopo  il  loro  moto, 
m'hanno   c()nvinto   dell'impossibilità   d'oj2;ni   accoi'do. 

Lottiamo  (haupie  in  casa  e  avvenjj;a  ehe  può. 

l'.nleAvski  e<l  altri  devono  continuare  nei  contatti 
ehe  credono  utili.  Io,  individualmente,  mi  ritiro  nella 
mia  indipendenza  assoluta. 

Vi  ri])eto  queste  cose,  perché  non  le  crediate 
frutto  d'un  momento  di  malumore,  e  perché  non 
tentiate  più  cose  nelle  quali  io  debba  menomamente 
entrare. 

Vostro  sempre 
GiusEPrE. 

VMMCCCCXCI. 

To  Emilie  Ashurst  Venturi,  Eastbounie. 

[London,  September  5th,  1864].  Monday  morning. 

Dearest   Emilie, 

Will   You    ask   Carlo  to   post   the   enclosed? 
The    shilling    is    nothing   in    itself.      Rut    I    liave 


Lunedì  mattina. 
€arissiiua  Emilia, 

Volete  dare  a  Carlo  l'acchiusa  da  inipostareV 

Lo  scellino  nou  è  nulla  iu  sé.   Ma  lio  deciso  due  cose  : 

VilMCCCCXCI.    —   Pubbl.    da   E.    F.    RiCHAEns    op.    cit., 
voi.   Ili,   pp.  93-94.  L'autografo  si  conserva   nel  Museo  del  Ri- 


[isn4|  farsTOLAiuo.  25 

(locided  OH  two  Iliiiij;s:  1",  lo  ascertaiii  lliroii};!!  the 
iiiontlily  sliilliii^  tlic  nuinlHn-  of  ali  tliosi'  wlio  Ix'lie- 
ving  in  i)()j)iilar  iiiitiative  for  Venice  ami  Rome,  ave 
at  the  saine  tinie  tnistinj;  me  for  the  carrving  cut  of 
Ihe  ])i'ogianime.  2",  esjìecially  as  far  as  Ttalians  are 
concerned,  to  impress  oii  oacli  paying  man  to  oon- 
sider  liimself  as  a  liead  oi"  a  iincleiis  and  ask  ])eo- 
]>le  who  may  he  good  hnt  not  tiiin  enongh  for  nionthly 
l)ayments.  for  one  single  shilling.  We  have  eigh.t 
months  before  ns. 

Dear,  wliat  on  eartli  can  T  do  for  the  Bottas? 
1  <-annot  conceive  peojile,  aotive,  known,  and  in 
Ttaly,  addressing  themselves  to  me  in  London  for 
employnient.     They  asked  me  a  reoommendation  for 


1",  di  couo.scei'e  attraverso  lo  scellino  mensile  il  numero 
di  coloro  che,  confidando  nell'  iniziativa  popolare  per 
Venezia  e  Roma,  hanno  insieme  fiducia  in  me  per  1'  attua- 
zione del  programma.  2o,  specialmente  per  gli  Italiani,  di 
imprimere  nella  iiiente  di  ciascun  sottoscrittore,  che  egli 
deve  considerarsi  come  il  capo  di  un  nucleo  e  domandare 
alla  gente  che  può  esser  buona,  ma  non  abbastanza  solida 
per  fare  pagamenti  mensili,  un  solo  scellino.  Abbiamo  ott) 
mesi   davanti   a   noi. 

Cara,  cosa  posso  mai  fare  io  per  i  Botta?  Non  posso 
concepire  che  delle  persone  attive,  conosciute,  che  si  tro- 
vano  in    Italia,    si    rivolgano   a    me   a    Londra    per   ottenere 


sorgimeuto  di  Konia.  È  in  iiua  lìiista  clit'.  di  pugno  del  ^laz- 
zini,  ha  l'indirizzo  :  «  Mr.s.  Emilie  A.  Veuturi.  Turret  Cottage. 
Seaside  Road.  Eastbourne.  Sussex.  »  La  d;ìta  si  ricava  dal 
timbro    postale. 


'JC)  KPlSTOI.AKin.  flS((4| 

ihc  Oil;iii»l()s;  I  j,Mvt'  it.  ('j  J  woulil  give  uiiy  olher. 
Imi    lo  wlioiii? 

1  ;iiu  more  and  more  dissatistìed  with  your  henllli. 
I  w  ish  you  wei-e  heie  and  visited — spite  of  ali  ter- 
l'or — hy  Mi-.  Fei-fiusson  (-)  or  Paji;et. 

I  had  notliinji  to  do^  dear.  with  la  Società.  It 
was  Bertani's,  Hellazzi's  Garibaldi's  affairs.  Why 
don't  they  seek,  not  for  money,  biit  for  recomraen- 
dations  froni  Garibaldi? 

Bless  you,  dear  Emilie;  write  oue  word  often 
— as  yon  do — about   yonrself. 

Your  loving 
Joseph. 


impiego.  Mi  d'imandarono  una  raccomandazione  per  gli 
Urlando  :    la    diedi.    Ne   dai-ei   iiualsiasi    altra,   ma   per   chi? 

Sono  sempre  pili  scontento  della  vostra  salute.  Vorrei 
che  voi  foste  «lui  e  che  foste  visitata  —  malgrado  ogni 
paura  —  da  Fergusson  o  da  Paget. 

Non  avevo  niente  a  che  vedere,  cara,  colla  l^ocietù.  Era 
affare  di  Bertaui.  di  Bellazzi.  di  (iaribaldi.  Perché  non 
domandano,  non  danaro,  ma  raccomandazioni  a  Garibaldi? 

Dio  vi  benedica,  cara  Emilia  :  scrivetemi  spesso  —  come 
fate  —    una  riga  per  dirmi  di  voi. 

Vostro  affezionato 

GlUSEI'PE. 


(')  Ved.  infatti  la  lett.  VMCCCCLIV  nel  voi.  LXXII.  p.  70. 
(-)   Il   Fergusson  era   il  medico  della    regina   Vittoria.  Ved. 
la  nota  nel  voi,  LXXVIII.  p.  116. 


[1S(;4J  EPIKTOI.AKIO.  27 

VMMCCCCXCII. 

To  Emilie  Asiiukbt  Venturi,   Eastbourne. 

ILundon,    September   5th,    1804].    Monday. 

Dear, 

It  is  ali  very  well  that  the  abcesses  are  dimi- 
nishiug  in  intensity;  stili  they  are  already  three; 
and  the  repetition  is  dangerous;  there  may  spring 
out  a  fìstule  or  something  else.  Your  teeths  and 
gums  ought  to  be  examined.  I  remember  that  my 
llstula  arising  as  it  had  been  from  an  abcess  closed 
after  the  extraction  of  a  tooth  or  root.  Should* 
tliere  be  any  sudi  necessity,  it  would  be  nothing: 
a   little  chloroform   will  suppress  ali  pain.     Think 


Lunedi. 
Cara, 

Sta  tutto  bene  che  gli  ascessi  vadano  diminuendi' 
d'intensità  ;  ma  pure  sono  già  tre  ;  e  il  loro  ripetersi  è  pe- 
ricoloso :  potrebbe  nascere  una  fistola  o  qualcosa  d'altro. 
Dovreste  far  vedere  i  denti  e  le  gengive.  Mi  ricordo  che 
la  mia  fistola,  nata  da  un  ascesso,  si  richiuse  dopo  l'e- 
strazione di  un  dente  o  di  una  radice.  Se  una  tal  cosa 
fosse  necessaria,  non  sarebbe  niente  :  con  un  po'  di  clo- 
roformio si  eliminerà  qualsiasi  dolore.  Pensateci  seriamente. 


VMMCCCCXCII.  —  Pubbl..  iu  parte  da  E.  F.  Richards, 
op.  cit.,  voi.  Ili,  p.  94.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo  del 
Risorgimento  di  R<  ma.  È  in  una  busta  che,  di  pugno  del  Maz- 


28  KPIKTOI.AHIO.  riW4I 

si'rinnsly    mihI    il'    vou    l'ccl    llicri'    is   aii.vthiiiji    tu   be 
doiu",  (lo  il,  r<»r  youi's  aiul  olir  sake. 

As  t'oi-  srftlìHff,  1  conceivc  it  as  yoii  do,  to  be  a 
difiìciilt  niatter.  Aiid  it  is  [necisely  for  the  many 
vcasons  constitiitiii},'  the  difticiilty,  that  I  doiibt  the 
advisabilily  ol"  llic  inifiirnifihcd  rooms  and  maid,  etc. 
r>iit  1  ;iv()\v  HIV  iiot  beiiiii-  able  to  grasp  at  the  diffi- 
culty  ol'  Iwo  Ol-  thi'oo  voonis  in  the  style  you  bave 
uonc  thi-oufiii  1111  now.  Ali  the  landladies  are  not 
so  crotchetty  as  the  IDth!  So  many  people  seem  lo 
livi'  coinfcntably  enough  in  that  Avay!  However,  furn- 
isjied  or  nnfnrnished,  soniething  must  be  done.  As 
far  as  our  affairs  are  concerned,  I  eannot  really 
say  anytbing.  We  certainly  eannot  go  on  indefini- 
tely  in  the  aetnal  state;  bnt  the  when  and  the  how 


e    se    sentite   che   qualche    cosa    si    possa    fare,    fatelo,    per 
voi  e  per  amor  nostro. 

Quanto  al  sistemarsi,  la  vedo  anch'io,  come  voi,  una 
cosa  difficile.  Ed  è  precisamente  per  le  tante  rasioni  che 
fanno  la  cosa  difficile,  che  mi  sembrano  poco  consigliabili 
le  camere  iion  (itìiiiiohh/liatc  e  la  donna  di  servizio,  ecc. 
Ma  confesso  che  non  afferro  le  difficoltà  per  le  due  o  tre 
stanze  simili  a  (luelle  in  cui  siete  stata  finora.  Tutte  le 
padrone  di  casa  non  sono  cosi  capricciose  come  la  dician- 
novesima !  Tanta  gente  pare  che  viva  abbastanza  como- 
damente in  quel  modo  !  Ma,  con  mobilio  o  no,  ([ualche 
cosa  si  deve  fare.  Per  quello  che  riguarda  i  nostri  affari, 
non  posso  proprio  dir  nulla.   Non  possiamo  di   certo  andar 


ziui.  ha  1  indirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi.  Turret  Cot- 
tage, Seaside  Re  ad.  Eastbourne.  »  La  data  si  ricava  dal  tim- 
bro postale. 


[1SG4]  KprsToi.ARio.  29 

are  mysteiics  lo  me  mikI  to  every  body,  and  the 
wiiitei"  at  ;ill  eveiits  will  pass;  imd  i»ai-t  of  the 
spi'iug-. 

I  have  no  news  Troni  any  Ixxly.  We  <lined 
yesterday  at  William's.  There  Wiis  Mi*.  Oillman. 
C'rst  font. 

E\ev 

yoiir  loving 

Joseph. 

AVhy  do  yon  not  teach  English  or  compel  Carlo 
to  learn  it  somehoAV?  It  would  make  matters  so 
much  easier  ili  the  social  interconrsel  (^) 


avanti  indefinitamente  nello  stato  presente  ;  ma  11  nnamlo 
e  il  come  sono  misteri  per  me  e  per  tutti,  e  ad  ogni 
modo  passerà  l'inverno:  e  part*»  della  primavera. 

Non  ho  notizie  da  nessuno.   Abbiamo  pranzato  ier  sera 
da  William.  Cera  Mr.  (iillman.  Cent  tont. 

Sempre 

vostro  affezionato 

Giuseppe. 

Perché  non  insegnate  voi  stessa  l'inglese  a  Carlo  o 
non  r  obbligate  ad  impararlo  in  qualche  modo?  Rende- 
rebbe tanto  più  facili  le  cose  nei  rapporti  sociali  ! 


(')  Un  malinteso  con  Bessie  e  William  Ashurst  era  nato 
appunto  per  l'ignoranza  della  lingua  ingle.se  da  parte  di  Carlo 
Venturi  Ved.  la  lett.  VMMCCCCXIV  nel  LXXVIII,  p.  241  u 
la  lett.  VMMCCCCXCIX  a  p.  43. 


30  iTisToi  Auio.  [lSG-1  i 


VMM('C(X^XCIII. 

A    .    .    .    . 

[Londml.  7  settembre    [1804]. 

Amico  e  fratello, 

Alla  vostra  del  21  agosto:  laconicamente,  perché 
in  verità  il  lavoro  al  tavolo  m'uccide  rapidamente. 
La  mia  spina  è  più  che  mai  minacciosa. 

La  Circolare  della  quale  acchiudo  copia  è  in  più 
parti  inutile  forse  per  voi  altri  che  avete  già  lavoro 
costituito  in  più  fogge.  Nondimeno,  può  giovarvi 
d'indicazione  al  da  farsi  per  ciò  che  riguarda  la  que- 
stione Nazionale.  Comunicatela  agli  amici  e  fate  ciò 
che  potrete  perché  il  lavoro  s'iiniformi  possibilmente. 

Quanto  alla  questione  ijolitica^  ossia  di  Libertà, 
s'io  dovessi  credere  a  rapporti  che  ho  dall'Isola 
vostra,  una  crisi  potrebbe  un  di  o  l'altro  cogliervi 
all'impensata,  determinata  da  un  errore  del  Governo 
o  da  altro. 

Dico  a  voi  e  agli  amici  vostri  ciò  che  dico  a 
tutti. 

Bisogna  guardare  le  cose  di  fronte.  Noi  non 
avremo  una  Italia  libera  e  grande  e  virtuosa  se  non 
repubblicana.  Bisogna  dunque  fare  deliberatamente 
un  apostolato  in  questo  senso  e  distruggere  gli  errori 
e  i  pregiudizi  che  allontanano  ancora  troppi  fra  voi 
da  quella  forma  di  reggimento. 

VMMCC€CXCIII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva   nel 
Museo    del    Risorgimento    di    Roma.    Non    ha    indirizzo. 


[l,S(i4|  KPKSTOI.AIUO.  31 

liisoj^na  far  quanto  kì  può  per  impedire  una  crisi 
prematura.  I/lsola  non  può  proclamar  sola  la  rivo- 
luzione senza  o  soccombere  o  cadere  nelle  mani  dello 
straniero. 

Bisogna  far  miracoli  d'attività  per  estendere  1 
vostri  lavori  nelle  terre  napoletane:  riuscire  a  cer- 
tezza di  moto  simultaneo  o  immediatamente  succes- 
sivo. Con  una  base  di  nove  o  dieci  milioni  d'uomini, 
l'iniziativa  meridionale  riuscirebbe. 

L'ideale  sarebbe  che  nella  primavera  iniziativa 
siffatta  potesse  aver  luogo. 

Senza  articolare  la  parola  repubblica,  un  Governo 
Provvisorio  Italiano  dovrebbe  allora  impiantarsi  nel 
Mezzogiorno.  Quel  Governo  direbbe  all'Italia  :  «  Ab- 
biamo votato  un  Plebiscito  dove  condizione  era 
l'Unità  Nazionale.  Quella  condizione  non  fu  adem- 
pita. Abbiamo  dato  tre  anni  alla  Monarchia  di  To- 
rino. Non  ha  voluto  o  saputo  crear  la  Nazione.  Noi 
lo  vogliamo  e  sapremo  farla.  L'Unità  è  con  noi,  non 
con  essa.  Chiamiamo  intorno  a  noi  gli  Italiani.  Com- 
pita l'Unità,  una  Assemblea  Nazionale  detterà  in 
Eoma  il  Patto  mallevadore  di  Libertà.  » 

Immediatamente  dopo,  l'insurrezione  Veneta,  ri- 
spondendo, darebbe  suggello  di  potenza  a  quel  Go- 
verno. 

Lavorare  alla  prima  parte,  com'io  lavoro  alla 
seconda. 

Se  una  crisi  —  che,  ripeto^  bisogna  cercar  d'im- 
pedire —  vi  sopraggiungesse  improvvisa,  un  nucleo 
di  nostri  dovrebbe  impadronirsi  del  moto  e  far  escire 
immediatamente  un  Manifesto  col  linguaggio  accen- 
nato più  sopra. 

Quanto  a  noi,  la  stagione  innoltrata  e  le  nevi  sulla 
regione  alpina  c'impediranno  di  fare  quest'anno. 


n2  EPISTOI.AUIO.  [lSn4I 

Sullii  sii  nazione  Eni-opca  vi  sciivcrò  tra  non 
molto. 

Cavoiate   nel    Mczzojiiorno   continentale. 

A\i('l('  iii-ol)al)ilni(Mi1('  liccvnto  l'ollettari  \'eneti. 
Uadalc:  il  lisnltato  deve  essere  mandato  alla  Dire- 
zione iMVl'iiifà  Ifolìdììa  a  credito  del  Comitato 
d'Azione  ^'eneto. 

Il  niiitto  non  rappresenta  (laribaldi  col  qnale 
siamo  in  perfetto  accordo.  Crispi,  Mordini,  etc.  non 
sono  né  ^li  nomini  nostri  né  i  suoi. 

Amate   il 

vostro 
Giuseppe. 


VMMCCCCXCIV. 

To  Emilie  Ashurst  Ventltri,  Eastbonrne. 

[London    September  7th.  1^04].   AVeduesdiiy. 

Dear, 

I  bel  leve  yoii  are  botli  partially  wrong;  and  it 
is  on  your  Jmlgiiig  tliings  tutte  in  nn  pezzo.  Human 
things  are  never  so.      There   is  no   calciilation,  no 


Mereoledì. 
Cara, 

Credo  che  entrambi  abbiate  la  vostra  parte  di  torto  ; 
e  sta  nel  vostro  giudicare  le  cose  tutte  in  un  pezzo.  Le 
cose    umane    non    sono    mai    cosi.    Nei    nove    decimi    delle 

^VilMCCCCXCIV.  —  Pubbl.  da  E.  F.  Richards,  op.  cit.. 
voi.  ITI,  p.  95.  L'autografo  si  con.serva  nel  Museo  del  Risor- 
gimento di  Roma.  Non  ha  indirizzo. 


[lSa4J  WISTOI.AKIO.  'A.i 

c'ompai'isoii,  no  cool  leasoniiig,  no  tnie  meajiing  in 
the  nine  tenths  of  the  things  which  aie  clone  in  the 
actual  woild.  Bessie  and  W[illiam]  may  have  ve- 
ceived  aii  invitation  last  yeai-  for  ali  that  I  know 
]>ost{)one(l  it,  with  weakness  stili  and  vagiieh'  accept- 
ing  loi-  the  next  :  it  is  foi-gotteu:  tirne  pa.sses;  the 
invitation  is  reprodnced,  tlie  promise  remembeied. 
IIow  to  refuse  it  now?  Au  accepting  note  is  wiitten, 
with  a  sense  of  "olii  what  a  l)oreI"  ^'oilà  tout.  It  is 
on  a  small  scale  the  history  of  mv  long  lefnsed  aiul 
avoided  dinner  at  Mr.  Seely's.  Might  I  not  have 
dined  with  you  or  with  Caroline?  I  felt  bound  to 
i^ay  these  things.  becanse  since  long  I  feel  them  to 
l>e  true,  although  rather  sad,  showing  liow  we  allow 
ourselves  to  be  eutangled  in  this  artitieial,  snper- 
ticial  worjd  of  onrs.  IJesides,  through  a  certaiu** 
sense  of  pride,  ]>ride  of  aftection   good  at  the  root, 

fose  che  si  fanno  nel  mondo  d"oggidi,  non  v"è  calcolo, 
confronto,  freddo  ragionamento  e  vera  intenzione.  Bessi..' 
e  William  possono  aver  ricevnto  nn  invito  l'anno  scoi-s  ) 
per  tutto  quello  che  ne  so  io  :  lo  rimandarono,  accettando 
debolmente  e  vagamente  per  l' anno  prossimo  :  l' invito 
è  dimenticato  :  il  tempo  passa  :  l'invito  viene  ripetuto  e 
si  ricorda  la  promessa.  Come  rifiutare  ora?  Si  scrive  una 
lettera  accettando,  con  una  sensazione  di  «  Oh  !  che  noia  !  » 
Voil'l  tout.  È  su  scala  minoi'e  la  storia  del  pranzo  da 
Mr.  Seely.  tanto  a  lungo  rifiutato  ed  evitato  da  me.  Non 
avrei  potuto  mangiare  da  voi  o  da  Carolina?  Ho  sentito 
il  bisogno  di  dirvi  queste  cose,  perché  da  molto  tempo 
sento  che  sono  vere,  benché  piuttosto  tristi,  in  quant^i 
mostrano  come  noi  ci  lasciamo  prendere  da  questo  nostro 
mondo  artificiale  e  superficiale.  E  poi.  per  un  certo  senso 
d'orgoglio,  orgoglio  che  viene  dall'  affetto,  buono  alla 
radice,    ma    irragionevole    nei    risultati,    noi    teniamo    reli- 

Mazzi.ni.  Scritti,  ecc  .  voi.  LXXIX  (Epi.stoluiio.  voi.  XLVIII).        3 


34  ICPIKTOI.AKIO,  tlS(i4| 

unwist'  jis  lo  tilt'  resulls,  we  kecp  cai-el'iilly  concealed 
the  iini)()i-l;ni<t'  wc  atlatli  lo  shoini  affcctioii.  Il  is 
misiuliM-pirUMl  iiito  carelessiiess;  aeted  u[k)ii  in  cou- 
se<iiUMic(',  and  as  in  niodcrn  noveJs,  wc  olltMi  lind 
lliat  a  w  lioic  sci-ics  ol'  jiiicrs  and  inisfortuncs  minili 
liavc  bccn  avoidcd  l»y  a  woid  said  ut  tlic  riglit  tjiiu*. 
I  feci  lliat  oiten  the  sphcrc  of  nioial  inischief  is 
with'ncd  l)\  mutuai  misconceptions.  Wrong  or  right, 
justly  Ol-  not  ?  Voli  leineinber  dcai-,  niy  telling  you 
some  two  montlis  ago  that  VV[illiamJ  misiiitei-pretiiig 
cei'lain  Ihing — tiillings — your  leaviiig  in  the  eveu- 
ing  vei-y  carly  or  yoni-  not  speakiug  much  or  God 
knows  what — was  under  tlie  iniprcssion  that  this 
lime  yoii  weie  never  enjoying  his  company.  Ali 
tiiesc  absurd  reclings  beget  othcrs;  and  the  gulpli 
wideiis. 

My    telUng    you    these    little    (loethian    analytic 


glosamente  nascosta  1'  importanza  che  diamo  alla  (ìinio- 
strazionc  (lell'atTetto.  Si  considera  trascuranza  ;  e,  poi- 
ché si  agisce  di  conseguenza,  come  nei  romanzi  moderni, 
noi  troviamo  spesso  che  tutta  una  serie  di  dolori  e  di 
disavventiire  si  sarebbero  potuti  evitare  con  una  parola 
detta  a  tempo  opportuno.  Ritens^o  che  spesso  la  sfera  di 
un  male  morale  si  ingrandisce  a  causa  di  scambievoli 
errate  interpretazioni.-  A  torto  o  a  ragione,  con  giustizia 
o  no?  Vi  ricordate,  cara,  quando  vi  dicevo  circa  due  mesi 
fa,  che  William,  mal  interpi'etando  certe  cose  —  scioc- 
chezze —  il  vostro  andar  via  la  sera  molto  presto  o  il 
vostro  non  parlar  molto,  o  Dio  sa  cosa  —  aveva  avuto 
l'impressione  che  voi  vi  annoiaste  allora  in  sua  compa- 
gnia. Tutte  queste  sensazioni  assurde  ne  coltivano  altre  ; 
e  il  gorgo  si  allarga. 

Interpretate  male  anche  voi    il   mio   raccontarvi   queste 


flStUI  KPISTOr.AKIO.  Si» 

relUH'tit)ii.s — will    it     he    niisiiiterpreted    by    you?     I 
liiist  not — is  a  leal  jn-oof  of  real  love^  dear  suflVier. 

No  m'ws  :   no  Icttcìs  troni  any  where. 

1  icmrt  foi-  vour  sakc,  llic  nnsettled  weatlier. 

Love 

troni  youi- 

JOSKPII. 

riflessioni    analitiche    e    un    pò"    alla    (ioethe?    Spero    di    oo 
—  è   una   vera   prova   di   vero  affetto,  cara  sofferente. 

Nessuna  notizia  :  nessuna   lettera   da   nessuna  parte. 

Mi  spiace,   per   voi,  del   tempo   incostante. 

Affetto  dal  vostro 

GiTTSEPPK. 

v.m:mccccxcv. 

To  Emilie  Ashir.st  Venturi,  Eastbourne. 

[London,    Septemher   7th.    1SC)4].   Wednesday. 

Ali   1-iglit,   (lear,  as   to   the  letter   to   AV[illiam]. 

Do  not  react,  even  justly.     Should  you  have  to 

come  to  London  for  two  days  to  consult,  mention  youi- 

Mercoledì. 

Benissimo,  cara,  per  la   lettera  a  William. 
Non  reagite,  anche  a  ragione.  Se  doveste  venire  a  Londni 
per  un  paio  di  giorni  per  il  consulto,  fate  un  cenno  de. le 

VMMCCCCXCV.  —  Puhhl.  da  E.  F.  Richards.  op.  cit , 
voi.  III.  pp.  95-90.  L'autografo  si  conserva  nel  Muse»!  del  Risor- 
gimento di  Roma.  È  in  una  busta  che.  di  pugno  del  Mazzini, 
ha  l'indirizzo:  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi.  Turret  Cottage.  Sea- 
side  Road.   Eastbourne.  »  La  data   si  ricava  dal  tiniliro  postale. 


:W>  KPIHTOI.ARIO.  f1S(!4I 

(liniculty  to  CaroliiK'  or  l>essii' :  l  am  sure  tluit 
eitliiT  iIk'  Olle  <u-  tlio  other  Avill  teli  you  "come  lo 
US."  (M-,  ir  you  (lo  not  clioose  lo  do  so,  ask  me  for 
llie  money  necessaiy  for  the  Jlótel:  now  tluit,  most 
uuhi»pi)ily,  there  is  iiotiiiiij;  lo  do  tliere  down,  I  con 
lielp  williout  a  shadow  ol"  lemorse  or  inconvenieuce. 
One  day  when  settled  and  in  equUiìnio  vou  will 
repay  me.  I^et  not  tliese  little  difticulties,  easily 
manaj^ed  wliilsl  you  liave  a  friend,  trouble  you.  The 
jjreat  tliinji;,  dear.  is  now  to  j^et  rid  ol"  the  illness. 
AVould   it  not   he  hetter  for  me  thaii  a   few  ])Ounds? 

Capt.  Th[omas]  is  worse,  and  ferocious  on  account 
of  l)r.  ('[hristian]   absence. 

No  news  from  any  body. 

Ever  your  loving 

.loSEPH. 

If  there  were  *i,ood  and  active  men  just  now  on 

vostre  difficoltà  a  Cjiroliiia  o  n  Bessie;  sono  si- 
cura che  l'ima  o  l'altra  vi  diranno  :  «  Vieni  a  stare  da 
noi.  »  Oppure,  se  non  volete  far  cosi,  chiedete  a  me  il 
danaro  necessario  per  l'albergo:  ora  che,  sfortunatissima- 
mente, non  c'è  niente  da  fare  laggiii,  poxso  aiutarvi  sen>:a 
ombra  di  rimorso  o  di  disturbo.  Un  giorno,  quando  sarete 
sistemata  e  «  in  equilibrio  »  mi  ripagherete.  Non  vi  pren- 
dete pena  per  (lueste  piccole  diffilcoltà,  facilmente  sormon- 
tabili  da  un  amico.  La  cosa  importante,  cara,  è  ora  quella 
di  liberarvi  della  vostra  malattia.  Non  sarebbe  molto  me- 
glio per  me  che  qualche  sterlina   di  pili? 

Il  capitano  Thomas  st4i  peggio,  e  è  irritato  per  l'as- 
senza del  Dr.  Christian. 

Nessuna    notizia    da    nessuno. 

Sempre  affezionato  vostro 

Giuseppe. 

Se  ci  fossero  in  questo  momento  uomini  buoni  ed  attivi 


[1S(!4|  KPISTOLAKIO.  'M 

tliis  eaitli  of  oiii-s,  ;i  v;«st  univei-sal  Emaiicipjilion 
Society  would  he  fouiKlod:  oiie  sliillijij»  montlily  snb- 
sc'iMj)li<)ii.  Spreadinji  every  wliere.  il  would  yield  a 
treasury  in  one  year.  Ledili,  myself,  an  En^,lisliinan, 
a  Fole,  a  Germaii,  to  be  the  manageis.  Tliere's  a  i)laii  ! 
I  try  to  write  meanwhile  and  cannot.  I  am  so 
annoyed  and  diseonraged  ! 

su  <|uesta  nostra  terra,  si  fonderebbe  mia  vasta  e  uni- 
versale Societji  Emancipatrice  :  sottoscrizioni  mensili  da 
uno  scellino.  Diffusa  da  ogni  parte,  ci  renderebbe  un  te- 
soro in  un  anno  solo.  Ledru,  io,  un  inglese,  un  polacco, 
un  tedesco,  dovrebbero'  esserne  a  capo.  Ecco  un'idea  I 

Cerco  intanto  di  scrivere,  ma  non  posso.  Sono  cosi  an- 
noiato e  scoraggiato  ! 

VMMCCCCXCVI. 

AD  Alfonso  Giarrizzo,  a  Pietraperzia. 

[Londra settembre  18G4]. 

Fratello 

Ho  ora  soltanto  la  vostra  del  20  luglio,  e  non  il 
volume.  (^)  Lo  mandaste  per  la  stessa  via?  Xe  farò  ri=^ 
cerca  e  appena  ch'io  l'abbia  ve  ne  scriverò  fraterna- 
mente l'opinione  mia.  Intanto,  abbiatemi  grato. 

Fratello  I  —  Non  disperate,  lavorate,  apostolizzate. 
Le  piaghe  d'Italia  son  molto  maggiori  di  quello 
ch'io  m'aspettava  di  trovare  in  oggi.  Ma  abbiamc» 
per  noi  i  fati  italiani,  e  —  se  sappiamo  educarla  — 

VMMCCCCXCVI.  —  Pubbl.  nel  Dovere  del  29  ottobre  1S64, 
al  (juale  fu  inviata  dallo  stes.so  Giarrizzo. 

(')  Intitolato:  Dante  e  Mazzini,  ovvero  storia  democra1'''v 
de-  secoli  XIII  e  XIX;  Xapqli.  1863. 


;{S  KIMMTOI.AKHl.  I  ISCp  I  1 

l;i  uciiciiiz-ionc  crosccnlc,  i  jiiovjini  (l:iì  IT  wi  l!4  ;ui- 
iii,  ^li  (»|n'r;ii.  I5is()<;iiii  conoscali i.  vivere  con  essi. 
iiiroiidci-e  in  essi  hi  l'elijiionc  tlcl  (lovci-c  e  l'oi-^op;! io 
del  uoiiic  it.ili.iiio.  Hiso^iui  ])iii-I;ii-  loro  delle  nostre 
lr;i(li//ioiii  i-eitubbliciiiie.  ])i(>\;ir  loro  come  mutati  gli 
uoniini  ili  (|Ui>tti-o  .iiiiii  non  iiintnroiio  i  mali  e  il  gua- 
sto stia  (iniiidi  nel  sistema.  IJisogiia  ])arlar  loro  di 
religione,  di  iMitnsiasmo,  di  fede:  nia  di  religione 
fondata  sn  concetto  diverso  dall'attuale^  che  faccia 
della  terra  non  un  antagonismo  col  cielo,  ma  una 
scala  al  cielo  e  insegni  l'individuo  non  potersi  sal- 
vai-e  se  non  salvando  i  suoi  simili.  Bisogna  parlar 
loro  d'idea  sociale,  d'Associazione  come  parola  d'ordi- 
ne dell'epoca  nuova,  [non]  di  .s-or/a/i.s^^o, parola  guasta 
(lai  Francesi  e  traviata  a  rappresentare  soli  interessi 
materiali  e  sistemi  esclusivi,  inefficaci  e  pericolosi. 
Scriverò,  scriverò.  Ma  sono  affogato  nel  lavoro 
])ratico  concernente  il  Veneto  e  affranto  nel  fisico. 

Addio  i)er  ora.  ,.     . 

Nostro  di  cuore 

Gius,  ^[azzini. 

VMMCCCCXCA'II. 

A   Maurizio  Quadrio,   a    Lugano. 

[Londra,  ....  settembre  1SU4]. 
Caro  ^laurizio. 

Ilo  la  tua  del  2  colle  acchiuse. 
Se  il  pacco  Dam[ele]  contiene  un  libro  «  Dante 
e  Mazzini,  »  d'un  Siciliano,  bisogna  ch'io  l'abbia  per 

VMMCCCCXCVII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nei 
Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha 
indirizzo. 


|1.S(;}|  KIMSTOI.AKIO.  '.''') 

pjii-lai-glit'm'.  È  mio  dei  Imoiii  icjnihldiciini  di  Si- 
(•[ili:i].  Miindalo  ])in-  Hook  Post  come  ti  dirà  raniica. 
S'è  altro,  vedi  tu.  Aiìri  insoniina  e  manda  se  utile. 
Se  no.  daninii   almeno  i-iassunto. 

Non  v'è  Sud  né  Nord.  Ambi  necessari  :  il  primo 
—  e  vi  lavoro  in  (jnel  senso  ])in  che  non  credi  — 
]»el  itroblema  ìihvrtà:  il  secondo  ])el  ])roblema  unità. 
K  bada  che  persisto  a  credere  che  non  sciojjliererao 
l'uno  se  non  per  mezzo  dell'altro.  Gli  Italiani  son 
troppo  corrotti  i)er  venire  in  piazza  per  un  principio: 
ma  possono  venirvi  pei-  la  (piestione  nazionale  trat- 
tata male  dal  Governo. 

Ho  scritto  a  Mil[ano].  E  riscriverò. 

Chi  è  il  Chieco  analizzato  e  lodato  nel  Diritto 
dì  giorni  fa  ?  Tutte  le  sue  i<lee,  l'Umanità,  la  mis- 
sione speciale  delle  nazioni,  fin  le  frasi  «  né  uomo-re- 
né  pop(»lo-re  »  sono  mie  di  pianta.  Gli  venisse  la 
voglia  di  citarmi  un  po'  I  Cibò  :  per  lui  e  pel  Diritto 
non  esisto;  ma  perché  rubiirmi"?  (^) 

Emilia  è  tormentata  sempre  da  piccoli  ascessi, 
che  peraltro  diminuiscono  d'uno  in  uno. 

Vedete  mai  Cattaneo? 

Son  noiato,  stufo,  tristis  vsqiic  ad  mortcm,  ma 
andiamo  pure  innanzi  sino  alla  fine. 

Non  ho  nei^pur  bisogno  di  dirti  che  tu  mi  ri- 
cordi con  amore,  stima  e  riverenza  all'amica. 

Tuo  sempre 
Giuseppe. 

Non  vennero  a  te  le  lettere  di  Sicilia  che  m'hai 
mandato'?   Come?   alando   a   te  la   risposta.   Se  per 

(')  Il  voi.  intitolato:  Dell'ufficio  della  letteratura  italiana 
nel  secolo  XIX.  l?tu(lio  storicorletterario  di  Francesco  Chieco. 
Fu  recensito  nel  Diritto  del  .3  settembre  1864. 


IO  KPIKTOI.AKK).  |1S(J4I 

<;is(»  11(111  sapessi  coiiu',  iiiiiìidala  a  Mosto  jx'!-  Friscia, 
con  una  linea  clic  (lica  tli  farla  avere  e  eli'è  mia.  Mii 
fallo  subito:  una  di  (iiielle  lettere  è  th'l  luglio! 


v.MM("rcx^xrviii. 

A  N'iNcENzo  Brusco  Onnis,  a  Milano. 

[Londra],  9  settembre    L1>*<J4]. 

Caro  lìrusco^ 

Finalmente  —  ho  la  vostra  del  6.  Il  contenuto 
mi  rattrista,  non  mi  sorprende.  Non  intendo  in  che  i 
])ochi  arresti  del  Fr[iuli]  potessero  impedire  l'escire 
in  bande.  (M  Evidentemente,  v'era  poca  determina- 
zione. Vedrò  che  cosa  mi  scriverà  56.  [Bezzi].  Vorrei, 
come  vi  dissi,  a  l)eiragio  sapere  che  cosa  rimane  in 
fatto  di  contatti.  Bisoji,na  serbarli.  Nel  Mezzodì,  il  la- 
voro sejjreto  —  che  s'ostinano  peraltro  a  far  pubblico 
con  bollettini,  etc.  —  repubblicano  ])rof^redisce.  Oltre 
la  Falange  Sacra,  altra  Associazione  s'estende.  Di- 
rigo e  sprono.  Nondimeno,  i  due  lavori  devono  correre 
paralleli.  E  persisto  a  credere  che  iniziativa  repub- 
blicana non  è  da  sperarsi  se  non  con  anni;  ma  che 
può  sorgere  da  una  collisione  governativa  col  paese 
sopra   una   questione   nazionale.   Mentre   dunque  bì- 

VMMCOCCXCVIII.  —  Inedita.  L"  autografo  si  conserva 
ne]  Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non 
ha    indirizzo. 

(•)  Afferma  Marziano  Ciotti,  dei  Mille,  partecipe  poi  del 
moto  friulano  dell'  ottol)re  1S()4,  che  in  una  riunione  tenuta 
a  Padova,  ai  primi  di  settembre,  dai  rappresentanti  del  Co- 
mitato   d'azione    e    dal    Guerzoni,    si    era    deciso    che    il    moto 


[lSr>4]  KPIKTOI.AKIO.  41 

sojj;iia  orf^aiiiy.zjiie  i  nosin,  seriamente  e  per  ogui 
(love,  lMs<)<iiia  persistere  nell'impresa  Veneta.  Ma  di 
questo  riparleremo.  La  cosa  vitale  è  il  danaro.  I>i- 
so^na,  senza  urti  quietamente  cercare  di  far  con- 
verj^ere   in   noi.  E  noi   faremo  senza  organizzazione. 

I  nostri  davvero  devono  versare  un  franco  mensile. 

(^iascuno  d'essi  costituirsi  capo-nu<-leo  e  collettore 
di  un  gruppo  di  cinque  o  di  dieci  :  tutti  cercare 
d'estendere,  di   località   in  località. 

Ciascun  capo -nucleo  e  ciascun  membro  del  nucleo 
(leve  tendere  a  raccogliere  tra  quei  che  non  essendo 
nostri  ripugiìano  a  legarsi  a  un'organizzazione  e 
pagar  mensilmente,  uno  scellino  per  una  volta  tanto. 

Ogni  donna  nostra  dovrebbe  astringersi  entro 
tre  o  quattro  mesi  a  una  piccola  lotteria  d'oggetti 
tra'  suoi  amici,  senza  chiasso  o  scopo  determinato: 
tanto  da  ritrarre  dai  10  a  30  franchi. 

Tutto  questo  vuole  una  determinazione  seria, 
della  quale,  tra  voi  e  me,  dispero  nei  nostri  —  vuole 
l'esistenza  di  tre  commissioni,  finanziaria  l'ima  — 
contatto  tacito  col  Veneto  l'altra  —  centrale  o  i)o- 
litica  la  terza.  Nella  seconda  dovrebbe  naturalmente 
entrare  56.  [Bezzi]  e  un  Veneto  buono  se  v'è.  La 
terza  dovrebbe*  aver  voi.  etc.  Io  corrisponderei  colla 
terza. 


avesse  dovuto  scoppiare  il  15  di  quello  stesso  mese.  Di  tutto 
fio,  per  le  propalazioni  di  un  «  Giuda.  »  certo  E.  B.  Rossi 
'."Ti7,iante  di  Trento,  che  vendette  per  diecimila  fiorini  i 
e^reti  della  cospirazione,  la  polizia  austriaca  era  informata. 
e  procedette  a  perquisizioni  ed  arresti.  Ved.  M.  Ciotti  .4/- 
cuni  ceniìì  sui  itioti  del  Friuli  nel  186Ji ;  Udine,  tip.  Cosmi.  ISSO 
e  G.  Cassi.  Fn  pufino  d'eroi  cr^ntro  un  impero  ;  Modena  Soc.  Ti- 
])Ois:r.  Modenese.  19.32,  p.  6  e  segg.  NellTHifà  Italiana  di  Mi- 
lano, del  4  settembre  1864,  si  dava  già  notizia  di  questi  arre.sti. 


IL»  KlMKTOI.AKrO.  |1S(">4] 

Non  i-cciimiimic,  iioii  lolljitc  colili  uomini  (U'I 
Coiniliito  ('('iitr;il('  v  vedete  oli  liniiiiieie  amici  con 
r.('ii(Ml[('ti()  |,  i')  clic  ù  Imoiio  (hnvei'o  e  solamente  de- 
bole ■AW'ciilonrdffc.  1  >ovrel)he  essere  il  nesso  —  (lin- 
lormazioni  non  foss'altro  —  con  ri[ai-il>aldi].  TI  lavo- 
ro cirio  indico  ]>uò  l'arsi  tacito  e  senza  (lardili  altra 
importanza  verso  «ili  altri  che  quella  del  lavoro  che 
tutti  ])atrioti  hanno  diritto  di  fare.  \'i  dico  (jueste  co- 
se perché  mi  dite  che  volete  occuparvi  seriamente 
d'orfianizzazione  e  jiarlarne  con  ^I[aurizio].  Se  occor- 
rerà, e  me  lo  direte,  io  farò,  non  una  Circolare  —  ho 
troi)i)o  ])oca  fede  nel  Partito  per  ripetere  le  cose 
liià  dette  venti  volte  —  ma  una  lettera  a  voi  che 
le  riassuma  e  della  quale  potrete  far  voi  una  cir- 
colare, ossia  copie,  etc. 

E  sopratutto  non  divisioni  puhììliche,  non  ire 
stam])ate  che  non  giovano.  Abbiamo  diritto  di  la- 
vorare, non  d'oltraggiare  chi  lavora  in  altro  modo. 

E  basta  per  ora.  Addio: 

vostro  sempre 
Giuseppe. 

Concentrate  nelle  mani  dell'amica  quanto  rice- 
veste. Che  cosa  accade,  dopo  il  giudizio,  dell'armi 
sequestrate  in  Milano?   (-) 


(')  B.  Caii'oli  rappresentava  (ìarihaldi  nel  Comitato  (^en- 
trale  Unitario. 

(-)    I]    processo    contro    l'Anton^^ini    e    il    ^luller,    per  il    se- 

(]uestro  (li  armi   (ved.  la  nota  nel   voi.  LXXVIII.  p.  185).  si  era 

conchiuso  con   ima   assolutoria   per  entrambi   il    11)  agosto  1^'y'A. 

Ve;l.  Ylnità  Italiana  di  Milano  del  29  dello  stesso  mese. 
Tuttavia,   le  armi   U'  n   furono   mai   restituite. 


[1,S(;4|  KlMSroi.AKIO.  4.', 

VMMCCCCXCIX. 

To  Emilie  Ashukst   Vk.miki,   Enstbouriie. 

[London,   September  9th.    lSt)4j.   Fii(l;iv. 

Dearest  Emilie, 

^Vh}^t  yoii  say  about  the  ti/tpdrcnt,  eto.  lias  tiutli 
in  itself.  And  the  two  main  causes  are  pvecisely  a 
sort  of  stiffness  or  self-defence  way  of  being  Avhic-h 
is  in  him  coupled  witli  occasionai  vevy  sharp  jinlg- 
inents  given  on  fiiends  of  the  othevis — and  the  im- 
possibility  of  an  English  conversation.  I  ara  fully 
conviiiced  tliat  miich  arises  fiom  silly  mutuai  sileiice 
\^•hen  some  little    thiiig  is  displeasing.     One  day  of 


Venerdì. 
Carissima  Emilia, 

Quanto  voi  dite  sulVapparciìtc,  ecc.,  ha  un  fondo  di 
veritji.  E  le  due  cause  principali  sono  precisamente  una 
specie  di  rigidezza  o  posizione  di  difesa  che  si  accompagna 
in  lui  a  volte  con  giudizi  aspri  su  amici  degli  altri  — 
e  r  impossibilità  di  parlare  in  inglese.  Sono  pienamente 
convinto  che  molto  nasce  da'  uno  sciocco  silenzio  scam- 
bievole quando  (pialche  piccolezza  dispiace.  Molti  fantasmi 
svanirebbero    in    una    giornata    in    cui    con    sforzo    scambie- 


VMMCCCCXCIX.  —  Pul)l.l.  (hi  E.  F.  Kicharus.  up.  oit.. 
vili.  III.  p.  1>0.  L'autografo  .si  ooniserva  nel  Museo  del  Risor- 
gimento di  Roma.  È  in  una  l)Uìsta  che  di  pugno  del  Mazzini, 
ha  rindirizzo  :  «  :Mrs.  Emilia  A.  Venturi.  Turret  Cotfage.  Sea- 
side  Road.  Eastbourne.  »  La  data  si   ricava  dal  timbro  postale. 


I  1  KPIKTOl.AUK).  [1S(»41 

imitual  elToit  ;iii(l  iiiutiuil  coiit'KUMitial  open  talking 
woiild  cause  niany  phautoins  to  vanìsh,  Howover,  let 
US,  as  yoii  say,  iiot  speak  nsclcss  words  aliout  the 
snl»j('<t.  I  liave  al  last  lettevs  and  news.  Ali  is  at 
ai)  ciul  Ini-  the  i)iesent.  Voni-  inl'oi-mation  about 
youiself  is  latliei-  satisfaetoi y.  I  am  anj^ry  at  the 
weather  which  is  moie  than  evei-  windy  and  nnsettled. 
Why  (lon't  yoii  teli  llolyoake  wiiere  you  are?  T  sup- 
pose that  his  Lcador  goes  to  your  old  i)lace  in  Rromp- 
ton.  The  Viiità  must  have  been  seized.  (^)  To-mor- 
vow   I   shall   send  ])apei's.     Today   I  only  send  love 


and  blessings. 


Your 
Joseph. 


vele  arrivaste  ad  una  conversazione  franca  e  confiden- 
ziale. Del  resto,  non  facciamo,  come  dite,  parole  imitili 
suir  argomento.  Ho  ricevuto  finalmente  lettere  e  notizie. 
Tutto  è  finito  per  ora.  Le  notizie  che  mi  date  di  voi  sono 
abbastanza  soddisfacenti.  Mi  inquieta  il  tempo  che  è  pili 
che  mai  ventoso  e  incostante.  Perché  non  dite  a  Holyoake 
dove  siete?  Credo  che  il  suo  Leader  vada  al  vostro  vec- 
chio indirizzo  di  Brompton.  L'  Unità  deve  essere  stata 
sequestrata.  Domani  vi  manderò  alcuni  giornali.  Oggi 
mando  soltanto  il  mio  affetto  "e  le  mie  benedizioni. 


Vostro 

(JirSEPPE. 


(')  Forse  il  sequestro  del  u.  del  2  settembre  1S(»4.  per 
1  alt.  intitolato:  'S'(/«  Alte::za  Reale  in  viuggio.  Il  principe  l'ni- 
berto  di  Savoia  aveva  compito  un  viaggio  in  Danimarca  in 
Inghilterra  e  in  Francia. 


[1S(541  KPrSTOI.ARIO.  4.1 

VMMI). 

To  Emii.ik  AsHiTRKT  VENTURI,  Eastbouriu». 

[London,  SeptcnilH-i- 1    Kit  li,    lista  |. 

Thanks,   «learest    Emilie,    for   the   tiny    note   aiicl 

loi-  the  repn'Hvniation.     \wi\   I  seiid  back  an  ideal 

kiss,   iiot  alai-ining  as  that  of  Lugano.     And   more 

thanks  even  for  the  news  of  the  iron  taken  without 

inc'onvenience.      I    saw   Barker  yesterday  ;   and   Moir 

in   the  evening.     The  former,  heiug  l)ent  on   restor- 

ing   his   strength   undermined   by   the   labonr  of   the 

pnblished  Italian  f^ectures,  had  half  a  mind  to  come 

to  Eastbonrne;  but  gave  u])  the  seheme  for  Brighton. 

Kless  yon,  dear  jiatient.     I   long  for  seeing  yoii  free 

from  ali  illness,  plump  and  ronndish  as  when  1  sa^y 

vou  at  Lugano.     Ever 

your  loving 

Joseph. 

10. 

Grazie,  carissima  Emilia,  per  la  uiiiinscola  k'ttei-a  o 
per  la  ritppreacniazionc.  Vu  vi  rimando  un  bacio  ideale, 
non  cosi  pericoloso  come  quello  di  Lugano.  E  grazie  an- 
cora di  pili  per  la  notizia  del  ferro  preso  senza  disturbi. 
Ho  visto  ieri  Barker;  e  Moir  in  serata.  Il  primo  aveva  ([nasi 
deciso  di  venire  a  Eastbourne,  con  la  ferma  intenzione 
di  riprendere  le  forze  scosse  dalla  fatica  della  pubblica- 
zione delle  ccjnferenze  italiane  ;  ma  cambiò  idea  per  Brigh- 
ton.  Dio  vi  benedica,  cara  malata.  Desidero  tanto  vedervi 
liberata  da  qualsiasi  disturbo,  piena  e  rotonda  come  (piando 

vi  vidi  a  Lugano.  Sempre 

affezionato  vostro 

Giuseppe. 

VMMD.    —    Inedita.    L'autografo    si    conserva    nel    Museo 
del    Risorgimento    di    Roma.    È    in    una    busta    che.    di    pugno 


4(1  i-:T»isT<)r.Aut(».  flS(54| 

\  .M.MDI. 

TO   (n.EMKNTIA    TAYLOR. 

I  Ldiiduii  I,    Si'iitfiiilxT   Hill,    |1S(;41. 

DcMi-  (Mcnu'iili.i, 

Von  ;iri'  ii(»  (Ioni)!  w ;iii(lei-inj^  in  the  J'i'oviuces; 
1  sciul  liowcvcr,  (MI  cliauee,  a  word  of  affection  aud 
a  (ìcclaialioii  ol'  mine.  1  ani  sick  at  heart  ol'  the 
e(iui\()<al  i)()siti()n  in  which  we  have  been  placed, 
and  <le(i(h'(l  to  *^i>  on  on  a  clearer  path.  I  shall 
not  speak  (»!'  what  has  taken  place.  Ónly,  1  woiild 
say  to  HIV  liicnds  in  F.nj^land  that  this  is  merely 
an   atljoni-nnient — that   we  shall  go  on  as  before  to- 


11    settPinliro. 
(':ii;i   Cleinentia, 

State  senza  dnbltio  girovafjando  in  provincin  :  iiiiindo. 
a  caso,  una  parola .  d'affetto  e  una  mia  dichiarazione.  Sono 
stufo  delhi  posizione  erpiivoca  nella  quale  siamo  stati 
posti,  e  deciso  a  mettermi  su  una  via  più  chiara.  Non  par- 
lerò di  ciò  che  è  avvenuto.  Soltanto,  dirò  ai  miei  amici 
inglesi  che  non  si  trutta  se  non  di  un  aggiornamento  — 
che    andremo    avanti    come    prima    vei'so    il    nostro    fine    — 

del  Mazzini,  ha  l'indirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi.  Tur- 
ret  C(  ttage.  Seaside  Read.  Easthourne.  »  La  data  si  ricava 
dal  timbro  pdStale. 

VMMDI.  —  Inedita.  Da  una  copia  conservata  nel  Museo 
del  Kisorginientn  di  Roma.  [\ofn  lUól  :  La  data  va  corretta 
in    [Lugano],   September  llth,    [1S02]. 


[1804]  Kpisroi.ABio.  47 

wanls  tlie  aini — tliat  we  liave,  liowever,  to  ali  pro- 
habilities,  tilt-  wiiiter  before  us — that  hcli)  will  be 
moro  (ha II  cvcr  ncodod — and  that  if  tliei-o  has  cvcr 
ht'cii  a  timi'  loi-  aii  aj^itation  conciM-niii^  llie  Komaii 
(|ni'sti()ii,  it  is  cei'taiiily  iiow.  \\'t'  shall  see  agaiii 
oìie  aiiolhci-  in  Ihc  lii'st  wecks  ol"  October.  1  feel 
uneasy  aboui  Vaiolino  fj-om  whom  1  bave  had  oup 
siiij^le  nolo  (biled  27lh  Anj>nst.  1  tinsi  they  are  ali 
\Noll:  and  that  yon  aro  so  too,  bolli.  Lovo  to  Pe- 
li r.  Koiiionibor  mo  ]<iiidly  lo  Miss  Homoiid.  Now 
and  evi'v 

yonr  vory  affoctionato 
Joseph. 


che  noi  avremo,  pure,  seeoiulo  osili  probabilità,  rinverno 
diivaiitì  n  noi  —  che  aiiifo  sarà  più  che  mai  necessario  — 
e  che  se  vi  fu  mai  un  momento  adatto  a  un  moto  concer- 
nente la  ((uestione  romana,  è  certamente  questo.  Ci  rive- 
dremo nelle  prime  settimane  di  ottobre.  Non  so  cosa  lien- 
sare  di  Carolina,  dalla  (piale  ho  ricevuto  soltanto  una 
lettera  in  data  27  agosto.  Spero  che  stiano  tutti  bene  ;  e 
che  stiate  bene  anche  voi,  entrambi.  Affettuosità  a  Peter. 
Siate  cosi  uentile  da  ricordarmi  a  Miss  Reniond.  Ora  e 
sempre 

vostro  affezionatissimo 

OlITSEa'PE. 


48  Kl'isTor.ARto.  [lSfi4| 

V.M.MDII. 
To  Emii.ik   AsiirusT    Vkntiki,   Easthounn'. 

ILuiidc.ii.  Septenibcr  12th    lsr>4J.  Munday. 
Dc^jlicsl    l'ili  il  ie. 

.M.v  ('x]»l;iii;iti()ii  of  Vdticnzione  sulla  politica  is 
clejii'  ;is  iiooii.  I  ììe^'m  irally  to  get  alarmed  at 
ilic  coiisecineiuics  of  tlie  ahcesses.  If  between  the 
aetual  state  and  Cailo's  iiisi^iiticant  uathering  you 
have  a  free  iiiterval,  yoii  ouglit  not  to  give  ni) 
the  tlionglil  of  tlie  denlist.  I  am  not  feeling  right 
— in  liealth  and  si)iiie — foi-  movenient,  and  I  am, 
just  iiow,  before  aii  expected  lemittance  from  (Jenoa, 


Lunedi. 

Carissiina   Emilia. 

La  mia  spiegazione  dell'  «  attenzione  sulla  politica  >•> 
è  chiara  come  il  sole.  Comincio  veramente  ad  allarmarmi 
per  le  conseguenze  degli  ascessi,  i^e  fra  lo  stato  attuale 
e  l'insigniflcante  foruncolo  di  Carlo,  avrete  nn  periodo 
libero,  non  dovreste  rinunciare  allidea  del  dentista.  Io 
non  mi  sento  —  come  salute  e  come  spina  dorsale  —  tanto 
bene  da  ninovermi.  e.  in  questo  momento,  in  attesa  di 
una  aspettata  rimessa  da  Genova,  non  sono  ricco  di  danaro 

vMMDII.  —  Pubbl..  in  parte,  da  E.  F.  Richards,  op. 
eit.,  voi.  III.  pp.  !>r)-97.  L'  autografo  si  conserva  nel  Museo 
del  Risorgimento  di  Roma.  A  tergo  di  esso,  di  pugno  del 
Mazzini,  sta  l'indirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi.  Turret 
Cottage.  Seaside  Road.  Ea.stbourne.  »  La  data  si  ricava  dal 
timbro  postale. 


[lSr)4]  KPIRTOLARIO.  49 

iiot  lloiirishing  in  indiridiial  money.  Nevertheless, 
(leiir,  I  sliall  see  what  can  l»e  done  for  the  Satuiday. 
And  1  sliall  teli  yon  in  the  coiirse  of  the  week. 
Meanwhile,  1  seiid  love  aiul  absurd  powerless  bless- 
ings.     Kvei" 

yoiir  loving 

Joseph. 


Shonld  I  be  able  to  come,  I  must  be  allowed 
to  do  anythin*»  in  my  own  ^vay:  so,  for  instauce, 
1  ])i-etei-  having  for  the  two  nijihts  a  room  outside 
in  the  nearest  Hotel.  Ho  la  mìe  nujionì  and  T 
do  so  now  with  cvery  body.  Of  course,  I  would  l)e 
ali  the  day  with  vou. 


l)crK<»i(il('.  Ciò  non  ostante,  cara,  vedrò  cosa  si  potri'i  fare 
per  il  sabato.  1"  ve  ne  dirò  nel  eorso  della  settimana. 
Per  ora,  vi  mando  tante  cose  affettuose,  e  assurde,  im- 
potenti benedizioni.   Sempre 

vostro  affezionato 
Giuseppe. 


Se  potessi  venire,  mi  si  deve  permettere  di  fare  tutto 
a  mio  modo  :  cosi  per  esempio,  preferisco  avere,  per  le 
due  notti,  una  camera  fuori  all'albergo  piti  vicino.  «  Ho 
le  mie  ragioni»  e  faccio  cosi  ora  con  tutti.  Naturalmente, 
starei  tutto  il  giorno  con  voi. 


Mazzini,  Scritti,  ecc.,  voi.  LZXIX  (Epistolario,  voi.  XLYIIl). 


50  EI'ISTOI.ARIO.  [lSr>41 

VMMDIII. 

Al)   Kkcìisto  Uezzi,  a    Milaiu». 

[Londra],  14  settenihrc   11S()41. 
Fratello  mio, 

Oj^gi  soltanto  ho   la   vostra  del  5. 

l'i-iina  tli  tutto,  non  inteudo  come  Cair[oli]  ri- 
versi su  me  jili  aiuti  ai  Treut[iui],  come  aveudo  più 
danaro,  se  ha  avuto  il  danaro  di  Negretti,  quel  di 
Lima,  etc.  Pili,  è  triste  cosa  che  per  aiutare  alcuni 
Italiani  in  Italia,  ciò  ch'è  pretto  dovere  si  ricorra 
da  un  C[omitato]  C  [entrale]  a  me  che,  esule,  raccolgo 
alcune  offerte,  le  più  dal  di  fuori,  per  l'oggetto  spe- 
ciale dell'azione  quando  che  sia.  Fatte  queste  rifles- 
sioni pel  Comitato  Centrale,  a  voi,  amico  mio,  dico: 
Diedi  6000  franchi  a  Manci.  Ei  li  depositò  iu  mano 
di  Lemmi.  Mandai  poi  a  Br[usco  Onnis]  un  biglietto 
a  Lemmi  che  gli  ingiungeva  di  ridare  a  M[anci]  quella 
somma.  (^)  Reclamatela  dunque  subito,  e  da  quella 
prelevate  il  necessario  per  le  sovvenzioni  delle  quali 
parlaste,  tanto  all'interno  quanto  ai  pochi  che  si  ri- 
fuggirono tra  voi.  (-)  ^Mostrate  queste  linee  a  Br[usco] 
e  a   M[anci]. 

Non  occorre  parlar  del  passato.  È  chiaro  che 
bisognava  far  subito  nel  Fr[iuli]  dopo  i  primi  arresti, 
l'azieuza  ! 

È  poi  chiaro  per  me  come  per  voi  che  se,  comin- 

t^MMDIII.  —  Pul)l3l.  (la  G.  Locatelli-Milejsi,  op.  cit.. 
pp.  238-240. 

(')  Yed.  infatti  la  lett.  vMMCCCCLXXVI  nel  voi.  LXXVIII, 
p.  346. 

(-)  Per  gli  arresti  e  i  fuggitivi  dal  Trentino  e  dal  Friuli, 
ved.  la  nota  alla  pag.  40. 


[18G4]  KPTSTOLARIO.  51 

ciato  il  lavoro  da  noi,  non  si  l'osse  mai  costituito 
il  Comitato  Centrale,  ma  i  migliori  tra  i  (Jaribaldini 
ci  avessero  secondato  come  individui,  il  contatto  in- 
terno sarebbe  rimasto  in  mano  nostra^  e  noi  avremmo 
tenuto  un  linguaggio  diverso.  Previdi  il  male  sin 
da  principio  e  cercai  impedirlo,  ma  non  riuscii. 

Ora,  per  l'avvenire  —  dacché  non  posso  ammet- 
tere scoraggiamento  o  isolamento  in  una  causa  come 
(piesta,  nella  quale  versano  onore,  salute,  libertà, 
unità  della  Patria  —  ecco  la  linea  da  seguirsi. 

Il  Comitato  Centrale  prenda  in  mano  l'agitazione 
italiana,  ciò  che  vuole  ;  ma  lasci  la  cospirazione.  Que- 
sta non  può  essere  in  mano  di  sette  uomini  (^)  che  ne 
hanno  altri  sette  intorno,  a  dir  poco.  iS'é  possono, 
senza  nuove  scoperte,  continuare  gite  d'uomini  dal- 
rinterno  a  Torino,  a  Caprera  e  altrove.  Se  gli  uo- 
mini del  Comitato  Centrale  sentono  davvero  i  bi- 
sogni del  paese  per  ciò  che  riguarda  il  lavoro 
Veneto,  dovrebbero  esser  primi  a  dire  ai  Veneti  : 
«  Non  venite  j)iù  da  noi.  »  Io  costituirei  in  Mil[ano] 
una  Commissione  segreta  di  tre  individui,  fra  i  quali 
naturalmente  sareste  voi.  Ogni  contatto  di  Veneti 
dovrebb'essere  rimesso  a  quella.  Divisione,  sepa- 
razione del  lavoro  segreto  dal  pubblico.  Cura  del 
Comitato  Centrale  dovrebb'essere  quella  d'organiz- 
zare r  agitazione  dell'  Italia  semi  libera  a  prò'  del 
Veneto.  Cura  della  Commissione  segreta  di  concre- 
tare il  lavoro  coll'interno.  La  Commissione  starebbe 
in  contatto  con  me. 

Aspetto  che  Cair[oli]  mi  scriva  per  proj^orgli 
questa  base  pel  futuro. 

(')  Oltre  a  B.  Cairoli,  facevano  parte  del  Comitato  Ceu- 
rale  Unitario  E.  Bezzi,  C.  Corte,  E.  Guastalla,  G.  Guerzoni, 
F.  Manci  e  G.  Missori.  Ne  era  cassiere  A.  Lemmi. 


52  inMKToi.Aiud.  [1804] 

('oniiUKUU',  noi  (l()l)hiain()  ritcm'ila  come  cosa  no- 
s(ia.  accettata  o  no.  Dobbiamo  contare  quanti  sono 
con  me  o  piomettono  .di  lavorare  esclusivamente  con 
me.  \'oi,  spero,  siete  tra  «luelli;  ]M[anci]  i)ure.  Non 
parlate  (lun(|ue  di  ritirarvi  <lal  lavoro;  ma  di  la- 
vorare con  me.  Interrogate  altri  dei  vostri  amici; 
e  se  ne  trovate,  datemene  i  nomi,  tanto  ch'io  sappia 
in  chi  |>oss()  hdare.  Intendetevi  fra  voi  pochi  e  pro- 
ponetemi voi  medesimi  i  nomi  della  Commissione 
segreta;  voi  compreso;  costituita  api)ena,  vi  manderò 
una  lettera  esi)licita  i)er  quei  del  F[riuli].  Farete  di 
mandarla.  \'arrà  o  non  varrà.  Dobbiamo  tentare.  Se 
avranno  che  fare  con  noi.  in  primavera  agiremo. 

Organizzarci  repubblicamente?  Lo  fo  più  che  non 
credete.  Quanto  s'organizza,  e  con  potenza  che  pro- 
mette, nel  Sud,  ha  giuramento  repubblicano.  E  lo 
faremo  nel  Centro;  e  anche  nel  Nord  per  ciò  che 
concerne  la  (luestione  politica  e  l'avvenire.  Ma  ai 
^'eneti  non  possiamo  parlar  di  repubblica:  hanno 
bisogno  dell'esercito.  Dobbiamo  dunque  tacere  con 
essi,  ma  organizzarci  sotto  la  bandiera  repubblicana 
per  governarci  a  seconda  della  forza  che  avremo  e 
delle  circostanze  che  potranno  sorgere. 

Organizzazione  repubblicana  per  tutta  l'Italia; 
insurrezionale  unicamente  pel  Ven[eto]. 

Non  lasciate  Mil[ano],  non  vi  sconfortate.  A  che 
varrebbe  allora  l'aver  piti  logica  degli  altri?  A  che 
l'esser  migliori  degli  uomini  costituzionali  e  incerti? 
Lasciate  ch'io  conti  sempre  su  voi  come  voi  potete 
semi)re  contare  su  me. 

Basta  per  ora  :  vostro  tutto 

Giuseppe. 

Eiscpivetemi,  vi  prego. 

Badate;  ciò  che  importa  a  noi  ora  è  il  contatto 


|l,Sr.41  EPISTOLARIO.  5'i 

coH'iillo  \('ii|«'l(»].  La  parte  vostra,  importantissima 
(•Olirò,  è  juiì  in  ninno  nostra,  se  alihianio  il  i-esto: 
è  accessibile  a  noi  —  l'azione,  venuto  il  momento, 
può  esservi  (luetamente  importata. 

Se  (levo  credere  a  informazioni  di  Torino,  fi[a- 
ribjildi]  ha  scritto  nuovamente  al  re,  non  so  che 
cosa. 


VMMDTV. 

To  Emilie  Ashurst  Venturi,  Eastbourne. 

[London.  September  14tli,  18ti4].  Wecbiesday. 

Dearest  Emilie, 

Thanks  for  your  note.  I  am  very  glad  of  your 
having  accepted  William's  offer.  I  send  papers. 
The  Leader^  which  I  wouhl  bave  sent,  did  not 
come. 

You   are   imi)roving   and   it   is   liappiness.      Stili, 


Mercoledì. 
Carissima  Emilia, 

Grazie  i>er  la  vostra  lettera.  Sono  tanto  euiiteiito  che 
abbiate  accettato  l'offerta  di  William.  Mando  alciini  gior- 
nali. Il  Leader,  che  vi   avrei   mandato,  non  è  arrivato. 

Voi  .state  migliorando,  e  (luesto  è  nna  felicità.  Pure,  il 

VMMDIV.  —  Piil)bl.  da  E.  F.  Kicharos.  ui).  cit..  voi.  III. 
pag.  07.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo  del  Risorgimento 
di  Roma.  È  in  una  busta  che,  di  pugU)  del  Mazzini,  ha  l'in- 
dirizzo :  «  ilrs.  Emilie  A.  A'enturi.  Turret  Cottage.  8easide 
Road.    Eastliourne.  »   La    data    si   ricava    dal    timbro   po.stale. 


r,A  EPISTOI.AKIO.  [18041 

llic  ]u'i-sistance — ovtMi  if  il  sli(»ul<l  iint  ji<>  on — has 
been  siilficienl  l'oi-  an  ciKinin'  iii1<»  Uic  i)()ssil)le 
soni-cc:  (loii't  jiivc  il  nj).  i»ray.  I  sliall  teli  you 
lowanls  (he  end  ol'  iFic  w cck  il"  1  cali  come  on  Sa- 
Innlay  eveniii^  l'or  llie  .Moiiday.  I  have  a  series 
oT  letteis  troni  Italy:  ali  unsatisfactoiy  as  far  as 
action  fjoes,  ali  revealin;^  an  increased  tendency  to 
re])nblicanism. 

r.less  you  and   love  your  loving 

Joseph. 


persistere  — I  anche  se  non  dovesse  annientare  —  è  stato  suf- 
tieiente  per  fare  nn  esame  delle  possibili  cause.  Non  abban- 
donate l'idea,  ve  ne  prego.  Terso  la  line  della  settimana 
vi  dirò  se  potrò  venire  sabato  sera  per  il  lunedi.  Ho 
ricevuto  una  serie  di  lettere  dall'Italia  ;  tutte  poco  soddi- 
sfacenti (pianto  all'azione,  tutte  rivelatrici  di  un'aumen- 
(ata  tendenza  verso  il  repubblicanesimo. 
Dio  vi  l)euedica  e  vogliate  bene  al 

vostro  affezionato 
Giuseppe. 


A  \ixcENzo  Cattoli,  a  Faenza. 

[Londra],  14  settembre   [1804]. 
Fratello, 

Rividi  con  vero  piacere  i  vostri  caratteri.  Sapete 
che  ho  la  testa  minacciata  e  che  lo  scrivere  sover- 

VMMDY.  —  Pulihl.  d;i  A.  GiAXXEXH,   Lettere  di  Mazzini, 
ecc.,  cit.,  pp.  511-514. 


[I8(i4]  EPISTOLARIO.  nn 

(•Ilio  mi   nuoce.  (^uìikIì   il   mio  Ijiconisino.  Ma  eccovi 
ìli  (lue  parole  la  situazione. 

A  l'orza  (li  sviarci  da  un  unico  disegno  e  da 
un'unica  direzione,  a  forza  d'aspettare  una  inizia- 
tiva imi»ossil)ile  da  (Jaribaldi.  il  quale  può  benissimo 
convertire  una  iniziativa  in  vittoria,  ma  non  pert") 
darla  ejili  stesso,  abbiamo  perduto  l'anno.  Salvo 
casi  im])reve(luti,  ci  trascineremo  sino  alla  prima- 
vei-a  ventura.  Ivaiiione  di  i)iù  per  utilizzare  il  tempo 
intermedio. 

Noi  non  scioglieremo  mai  la  questione  di  libertà, 
se  non  abbiamo  Venezia  e  Roma.  Finché  i  modellati 
])otranno  dire  alla  moltitudine  dei  timidi  e  tiepidi: 
È  necessario  sac/rificare  per  non  inimicarci  la  Francia 
e  per  non  attirarci  guerra  o  (lisnnioni  interne,  sa- 
ranno ascoltati.  Quando  gli  Italiani  non  avranno, 
])iu  paura,  concentreranno  tutta  la  loro  vitalità  sulla 
(piestione  'di  libertà.  Dunque,  Roma  e  Venezia. 

Roma,  checché  si  dica  dai  nostri,  non  si  avrà 
]ier  forza,  se  non  quando  avremo  il  Veneto.  Fin  là, 
gli  Italiani,  temendo  guerra  simultanea  dall'Austria 
e  dalla  Francia,  crederanno  l'impresa  troppo  peri- 
colosa. D'altra  parte,  l'opinione  Europea  comincia 
a  imbarazzar  Luigi  Napoleone.  E  se  una  manife- 
stazione veramente  Nazionale  avrà  luogo  tra  noi,  po- 
tremo forse  avere  l'Europa  costringente  Luigi  Napo- 
leone a  ceder  Roma,  senza  lotta  o  compensi.  Bisogna 
dunque  senza  stancarsi  far  miracoli  d'attività  per 
raccogliere  firme  alla  Protesta,  per  metterla  in  piazza 
per  far  ciò  che  ha  fatto  Napoli  il  7.  (^ì  Un  milione  di 


(')  Durante  i  festeggiamenti  per  il  quarto  anniversario 
dell'entrata  di  Garibaldi  in  Napoli,  erano  stati  distribuiti  per 
le    vie    dei    cartellini    a    stamjja,    nei   quali    si    leggeva  :    ((  Con- 


ne,  i:piktoi.abio.  [I^ri4l 

liniic  può  ilnrci  l\(iiii;i.  I  linoni  nsino  scii/.ii  piuiru 
(lei  diritti  dello  Statuto,  i'  non  si  lascino  impaii- 
lirc  da  delt'iiali  di  l'olizia  o  altri. 

Il  \('n»'to  non  può  avoi'si  che  coirariiii.  Ma  tutte 
le  i»op(dazioiii  son  jneste  ad  aj^ire  cobi:  <:li  Unj^aresi 
diserterebbero,  se  assaliti:  rrnjjheria  rispon<lerebbe 
immediatamente  al  nostro  assalto  contro  l'Austria.  I 
moti  i)()lacclii,  boemi,  etc.  terrebbero  dietro:  quei  del- 
le popolazioni  d'Oriente  pure:  il  Governo  sarebbe 
come  nel  '48  costretto  ad  agire  esso  pure  :  Luigi  Napo. 
leone  non  potrebbe  né  combatterci,  né  aiutarci.  L'opi- 
nione Europea  ci  appoggerebbe.  La  Germania,  purché 
facciamo  senza  Luigi  Na])oleone,  non  moverebbe.  Xel 
Veneto,  all'Alpi,  in  Tirolo.  abbiamo  posizioni  che, 
una  volta  sorprese,  ci  danno  agio  di  potervi  for- 
mare un  campo  di  volontari.  L'impresa  è  studiala, 
maturata,  pili  che  possibile.  Là  dunciue  dovremmo 
dii-igere  tutti  gli  sforzi.  Là  sta  Vinisiativa  Italiana 
tra  le  Nazioni. 

Ora.  rimi)resa  vuole  armi.  <]uindi  danaro. 

DniKiue,  chi  ])uò  faccia  un  ultimo  sagrificio.  E 
con  (luei  che  non  i)Ossono  altro,  il  «  Franco  »  per 
una   volta   tanto. 

Xoi  siamo  di  certo  400.000  in  Italia.  Il  problema 
è  di  raggiungerli  e  farli  contribuir  tutti  «l'un  Franco. 

È  un  affare  di  mera  costanza  e  di  non  trascurare 
i  cinque  i  tre  franchi,  ovunque  possono  raccogliersi. 
Trovare  un  uomo,  una  donna,  in  ciascuna  piccola 
località,  che  raccolga.  Dove  i  popolani  non  possono 


sacriamo  questo  giorno  con  la  pili  alta  protesta  contro  un  Mi- 
nistero ed  un  Parlamento  negazione  cVItalia.  Il  Paese  condanna 
lo  stesso,  dichiarandolo  decaduto  moralmente.  »  Ved.  il  Po- 
polo d'Italia  dei  7  e  8  setembx-e  lSfi4. 


[l.S(;4]  P3>IRTOI,ARIO.  f»? 

dare   il    Fi-;iii<(»,   diano    i    r>0   (•cufcsìnii.    .Ma   diano,    ft 
111)  Ti-ibulo   Xa/.ioualf.   IO  non  dol)l)iani()  far  dire  al- 
l'Europa <"lic'  per  avc'i-  N'iMiezia,  jj;li   Italiani  non  pos 
sono  trovare  nna   misera  somma  di  400. ODO  lianclii, 
che  è  la   somma   necessaria   all'impresa. 

Quei  che  hanno  fuliicia  in  me,  diano  a  me.  Dove 
no,  diano  al  Comitato  Centrale  di  (ìenova,  ma  in- 
dicando che  danno  per  ^'enezia. 

Manifestazioni    pacifiche   e    Trotesta    per    Koma. 

Il  Franco  per  Venezia. 

Organizzazione  0})eraia  e  nniticazione  delle  So- 
cietà per  mezzo  d'uno  Statuto  comune  che  provveda 
a^lì  interessi  f/cncrali  morali^  intellettuali,  economici 
di  tutta  la  classe,  come  gli  Statuti  locali  provvedono 
agli  interessi  locali.  Questo  il  da  farsi.  Gli  Operai 
buoni,  invece  di  allontanarsi  dalle  Società  mal  di; 
rette,  devono  calcolare  le  loro  forze  ed  entrarvi  in 
numero   per  formarvi  una   maggioranza  e   mutarle. 

Diventiamo,  in  nome  di  Dio,  pratici.  La  marea 
sale  lentamente  in  nostro  favore.  Profittiamone  orga- 
nizzandoci pili  compatti  che  mai. 

Scrivete  all'indirizzo  che  avete  o  a  Mrs.  Fran- 
ce.  2.  Onslow  Terrace.  Brompton.  S.  W.  London. 

Datemi  indirizzo.  Una  stretta  di  mano  dal  core 
al  Malucelli.  (^)  e  agli  amici:  e  vogliate  bene  al 

sempre  vostro 
Giuseppe. 


(')  Il  dott.  Leopoldo  Malucelli,  sul  quale  ved.  la  nota  nel 
voi.  LXXII,  p.  llC».  L'anno  dopo,  insieme  con  T.  Liverani  e  con 
altri,  si  fece  promotore  in  Faenza  del  Do^no  patriottico  a  Giu- 
seppe Mazzini,   sul   quale  ved.  le   lett.   seguenti. 


B8  KPIKTdI.ARIO.  fl8041 

V.M.MDN'I. 

A   AlAKio   ALKisiu   Sammito,   a    'Irriaiiova    di    Sicilia. 

[L(ni(lr;i|,  14   sctteiniire   ISCA. 
Fratello, 

Non  ebbi  che  ieri  la  vostra  del  4  agosto;  né 
iiiteuclo  il  perché.  Allora,  vedevate  e  vedevamo  noi 
tutti  che  sarebbe  stata  prossima  l'impresa  emanci- 
patrice del  A'eneto.  Incidenti  dolorosi  l'indugiano: 
ìion  la  distruggono.  E  per  voi,  buoni  e  forti,  l'in- 
dugio non  deve  essere  sconforto,  ma  sprone  a  pro- 
nioveila.  Se  costanti,  vinceremo  infallibilmente  la 
prova.  11  \'eneto  è  desto;  ed  era  ciò  che  importava. 
Se  facciamo  tutti  il  nostro  dovere,  è  questione  di  mesi. 

Se  due  cagioni  non  fossero,  a  (piest'ora  saremmo 
in  azione.  E  le  due  cagioni  sono:  moltiplicazione  di 
comunicazioni  conducenti  infallibilmente  a  scoperta 
—  raccolta  continuata,  progressiva  di  mezzi,  quindi 
piolungamento  di  lavoro  conducente  esso  pure  a 
scoperte. 

E  solo  rimedio  ai  due  mali  è  il  concentramento: 
concentramento  di  lavoro,  concentramento  di  mezzi. 
TI  Comitato  Centrale  istituito  da  Gar[ibaldi]  deve 
dirigere  l'agitazione  generale  italiana  a  prò'  del  Ve- 
nfeto]  e  delle  questioni  di  libertà:  ma  il  lavoro  se- 
greto, il  lavoro  concernente  l'azione  dovrebbe  con- 
centrarsi in  me. 


VMMDVI.  —  Publ)l.  (la  G.  Pedio.  nella  Rivista  d  Italia, 
del  settembre  19<)7.  da  G.  Fiketto,  nella  Xuora  Antologia  del 
1°  luglio   1914. 


[1804]  EPISTOLARIO.  59 

Se  quindi  voi  e  il  nucleo  <ranìici  che  m'indicate 
volete  iuten<lei-vi  c(nj  me,  sia  —  per  ciò  che  riguarda 
Ta/ione  —  con  me  solo;  e  a  me  solo  late  avere  i  mezzi 
che  potrete  racco{>;]ieie.  E  mezzi  importano;  dacché 
in  proporzione  dei  mezzi  s'accorcia  il  lavoro.  Ora, 
il  lavoro  di  pochi  mesi  può  farsi  segreto:  il  lavoro 
d'un  anno  o  d'un  anno  e  mezzo  non  può. 
-  Abbiamo  due  cose  da  fare  : 

Raccogliere  elementi  e  mezzi  per  l'azione  Veneta. 

E  un'opera  d'Apostolato. 

La  prima  consiste  in  offerte;  e  in  afferrare  ogni 
occasione  di  far  intendere  ai  Veneti  che,  sia  nell'eser- 
cito, sia  civili,  potessero  venire  a  contatto  con  noi, 
che  senz'azione  loro,  essi  possono  difficilmente  otte- 
nere la  nostra  ed  emanciparsi. 

La  seconda  dev'essere  oggimai  repubblicana. 

Senza  repubblica,  non  realizzeremo  il  nostro  idea- 
le. Kisogna  ])oi)olarizzarne  l'idea:  confutare  gli  errori 
accumulati  su  quell'idea  :  mescolarsi  al  popolo  e  far- 
gli intendere  che  i  ministeri  essendosi  mntati  senza 
correggere  i  mali,  quei  mali  devono  esser  frutto 
dell'istituzione. 

E  (Ine  altre  cose  sono  da  farsi  : 

Cercare  ogni  occasione  di  Apostolato  colle  prò 
vincie  meridionali  di  terraferma,  senza  la   coopera- 
zione delle  quali  ogni  moto  di  Sic[ilia]  sarebbe  ineffi- 
cace e  devierebbe  inevitabilmente  dal  segno. 

Cercare  i  nomi  degli  uomini  di  Terran[ova]  e  ter- 
re circonvicine  che  si  trovano  nell'esercito  e  che  pos- 
sono credersi  tendenti  alle  nostre  idee,  malcontenti 
non  foss'altro  :  comunicarmi  nomi,  corpo^  gradi:  fare 
o  mettermi  in  grado  di  far  propaganda  con  essi. 

Le  offerte  potrebbero  venirmi  in  biglietti  di  banco 
Italiani  ;  o  giungere  in  vaglia  postale  a  Brusco  Onnis, 


no  KPFKTOI.AKIO.  [1S(;41 

Diii'Mori-    (IcllV  y///("/    llalioini    in    .MihiiH»,    iivvertrii 
domi  «Icirinvio  v  (Iella  cifia. 

AUhiateini,  voi  v  i   voslii   liatclli  di   lede, 

voslro  amico 
Gius,  Mazzini. 

Mandate,  vi  pieiio,  rnnita. 

VMMDVII. 

A  Madame  Marie  lyAGOULT,  ìi  Paris. 

[Londres],  l<j  st^ptenihrp.  le  soir   [1S(!-1]. 

Madame  et  amie, 

Que  vous  étes  boune  poni-  moil  J'ai  leou,  après 
votre  lettre  dii  5,  les  livres  que  vous  avez  bien 
vonlu  m'envovev.  Je  lis  eii  ce  moment  VUistoìre 
d<;  la  Revolution  de  18^8.  (^t  C'est,  par  une  rave  im- 
partialité,  par  rappiéciatiou  des  liommes,  par  l'intel- 
ligence des  clioses,  par  la  justesse  dii  coup  d'(pil 
generai  et  par  le  vif  et  pur  amour  du  peuple  qui  j 
respire,  le  meilleur  travail  que  j'aie  vu  sur  ce  sujet 
aujourd'hui  difficile.  Seulement,  je  ne  suis  pas  aussi 
iiidulgent  que  vous  sur  le  socìalisme.  Vous  fìétris- 
sez  les  commuuistes  matérialistes  ;  il  n'ont  fait  que 
pousser  à  l'absurde  et  avec  dévergondage,  le  vice  ca- 
che au  fond  de  tous  ces  sysfèmes  exclusifs  qui  ont 

VMMDVir.  —  Puhbl.  in  G.  Mazzini.  Lettres  à  Daniel 
Stein,  ecc.  cit.,  pp.  15-20.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo 
del  Risorgimento  di  Rrma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha  indirizzo. 

(■)   Era   stata   jiiibbl.  a    Parigi   nel   ISSI. 


[18041  KPISTOI.AKIO.  01 

luit  i)i'('s(iut'  r(''li'()<!,i-a(l('i*  la  [K'iiséo  socia h;  coiniuune 
«i  iioiis  lous  rópublicaiiis  qui  coinprenous,  aimoiis  et 
croyous.  Toiis  ces  hommes,  Foiiiiei-,  Cabet,  Louis 
JManc^  IMouilhou,  etc,  avaieut  rinteliigence  et,  au- 
taut  que  le  culte  de  leur  individualilé  le  leur  per- 
mettait,  l'amour  du  peuple  :  ils  étaient  tous  dépour- 
vus  de  ci'oyance.  Ils  sont  tous  lìls  de  Bentham.  La 
i-echerche  du  boulieur  est  poui"  eiix  tous  la  détini- 
tioii  de  la  vie.  Ils  ont  matérialisé  le  pioblème  du 
monde.  Ils  ont  substitué  au  progrès  de  riTumanité  le 
progrès,  passez-moi  le  mot,  de  la  cuisine  de  l'Huma- 
nité.  Ils  ont  rétréei,  faussé  l'éducation  de  l'ouvrier. 
C'est  pourquoi  l'ouvrier  s'est  croisé  les  bras  devant 
Décembre. 

A'ous  allez  me  classer  panni  les  républicains 
bourgeois  et  vous  auriez  tort.  Dès  1832,  j'écrivais 
pour  les  ouvriers  italiens  sur  la  substitutiou  de  l'as- 
sociation  au  regime  du  salaire  :  le  mouvement  des 
classes  ouvrières  des  villes  cliez  nous  relève  princi- 
palemeut,  permettez  moi  de  le  dire,  car  je  tiens  ;\ 
n'étre  pas  mal  jugé  de  vous,  de  mes  efforts  pendant 
les  vingt-eiuq  dernières  anuées.  Je  m'occupe  aujour- 
d'hui  de  fédéraliser  les  sociétés  ouvrières  d'un  bout 
à  l'autre  de  l'Italie;  et  ce  sera  fait  en  novembre  au 
Congrès  Ouvrier  qui  doit  se  tenir  à  Naples.  Si  je 
sùis  alme  quelque  part,  c'est  dans  la  classe  ouvrière 
il  alienile.  Mais  c'est  du  poiiit  de  yue  du  Devoir  que 
je  leur  parie:  c'est  au  nom  de  la  Loi  Morale  à  pra- 
tiquer,  au  nom  de  la  mission  qu'ils  sont  appelés  à 
accomplir  pour  l'Italie  et  pour  le  monde.  Le  pro- 
blème  écouomique  leur  est  présente  par  nous  comme 
moyen  indispensable.  Le  socialismc  en  France  et  eu 
Angleterre  l'a  pose  comme  hut.  Là,  et  dans  l'absence 
d'une   conception   Eiiropéenne,   a  été^  selon   moi,   le 


02  EapisTOLAUio.  [1864] 

secret  de  la  cliute;  voiis  avez  dit  qiie  je  ne  voulais 
pus  (rinteiveutiou  :  c"e«t  viai.  Mais  riuterveulion  du 
piincii)C',  l'apostolat  républicaiii,  était  de  devoir.  Et 
savez-vous,  Madame,  (lue  taudis  que  Bastide  conspi- 
lait  avec  moi  poni-  républicaniser  l'Italie  et  l'Europe, 
tons  les  agens  que  Lamaitine  uous  euvoyait  tra- 
vaillaient  ouvertement  contre  nous?  que  Bixio  (^) 
piécliait  à  Tuiiu  et  eu  Lombardie  contre  uous  en  fa- 
veni-  de  Charles- Albert?  —  que  d'Harcourt  conspirait 
avec  (jJaete?  —  (jue  Forbin  Jansou  conspirait  à  Kome 
contre  la  Képublique?  Ahi  que  je  voudrais  pouvoir 
vous  parler  pendant  quelques  heures  sur  les  hora- 
mes  et  les  choses  de  ce  temps-là! 

l'arlons  d'autre  chose.  Pourquoi  ne  pas  envoyer 
votre  voyage  en  Italie?  Voulez-vous  me  paiidonner 
d'avoir  écrit  votre  nom  de  baptéme  tout  seul  sur 
le  photographe?  Oserais-je  vous  prier  de  m'envoj'er 
votre  photographe  en  échauge?  Et  voulez-vous  me 
dire  le  prix  de  la  GoìTespondance  de  Lamennais? 

Pourquoi  dites-vous  que  vous  avez  lieu  de  croire 
vos  opinions  encore  plus  éloignées  que  les  miennes 
du  catholicisme?  Vous  u'étes  pas,  bien  évidemmeut, 
matérialiste;  et  moi,  je  ne  suis  pas  chrétien,  Je  crois 
à  une  transformation  religieuse  embrassaut  dogme  et 
eulte  ;  et  je  crois  de  plus,  ne  souriez  pas,  que  la 
nianifestation  en  sortirà  tòt  ou  tard  de  Kome  de 
Rome  républicaine. 

Atto  Vanuucci,  avec  lequel  j'ai  été  lié  et  que 
j 'estime  pour  son  hounéteté  exceptionnelle,  devrait 
atteudre   pour  imprimer  la   publication  en   volume. 


(^)  Alessandro  Bixio  nel  1848  era  stato  incaricato  dal  La- 
martine.  allora  a  capo  del  Governo  in  Francia,  di  una  missione 
a  Torino.  Ved.  la  nota  2.  nel  voi.  XXXV,  p.  117, 


[1,S(;4]  EPISTOLARIO.  0.*', 

l'ue  iutiudiiction  italieune  devrail  precèder.  Peui-e- 
tre  récrijui-je  moi-méine.  (') 

Ce  qiie  vous  dites  de  la  jeuue  génératiou  n'est 
que  Irop  vrai;  elle  menace  détre  iiifectée  de  je  uè 
i^ais  quel  pédautisine  iuséparable  du  mauque  de  fortes 
et  spoutauées  croyauces.  Presque  tous  vos  écrivaius 
rélèveut  à  substituer  au  seutimeut  du  juste  et  du 
vrai  uue  préteudue  impartialité,  qui  n'est  au  fond 
qiie  de  riuditiérenee.  Elle  risque  de  conuaitre  la  vie 
et  de  ne  pas  Tavoii*.  Mais  quelque  cliose  peut  venir 
la  secouer,  la  pousser  de  force  sur  les  voies  de  l'ac- 
tion qu'aujourd'hui  Fon  séparé  de  la  pensée:  ce 
sont  les  événemens  extérieurs.  J'ai  fois  dans  les  peu- 
]les  qui  ont  à  revendiquer  l'existence:  dans  la 
riongrie,  dans  la  l'ologue,  dans  Its  Slaves,  Roumains 
ec  ilellènes  qui  sont  groupés  aujourd'liui  dans  lés 
deux  Empires,  Ture  et  Autrichien  :  J'ai  foi  aussi  dans 
ma  pauvre  Italie,  opportninstc,  matérialiste  machia 
rrìUzzanic  à  sa  surface,  républicaine,  synthétique. 
oroyante  au  dessous.  La  Erance  nous  a  pendant  long 
temps  dirigés  :  je  crois  que  nous  rentrainerons. 

Adieu,   biadarne   et    amie.    Croyez   à    la    sérieuse 
<stirae  et  à  Faffection  de 

votre  dévoué 
Joseph. 


(')  Si  trattava  forse  della  traduzione  italiana  che  A.  Van- 
nucci  aveva  in  animo  di  eseguire  degli  artt.  che  Mad.  d'Agoult 
aveva  dato  a  luce  nella  Revue  Germanique  su  Dante  et  Goethe. 


64  icpiSToi.AUio.  [lS(J4j 

VMMDVlir. 

TO  Emilie  As.in'i{KT   ^■E^'T^TRI,   Easthoiirne. 

I  Lomluii,    Sciilciiihcr    Itiili,    lN(il|.    l''ri(l,i\    i-vciiiiin'. 

Dea  resi  Emilie, 

!   ani  not  certain,  niiiid  ;  biit  I  maìj  decide  on  a 

suddcii  aiid  come  to  you  Saturday  eveniiig.     If  so, 

1   sliall   leave  by   Express  train  at  4 — tlierefore  he 

at   Eastbouine  at  oiie  quarter  past  six.     I  suppose 

llieie  will  be  no  difliculty  in  getting  a  liold  to  sleep 

in   ;ìt  tlie  iiearest  PIòtel.     Yon  kiiow,  doar,  wliat  T 

eat;  therefore,  do  not  prepare  anything  more  than 

for  yourself,  pray.     If  I  do  not  come  by  ihat  train, 

1  do  not  come  at  ali.     Ever 

loving 

Joseph. 

A'piiei'dì  sera. 
Carissima  Emilia. 

Non  sono  sicuro,  badate:  ma  />o.s'.sy>  decidermi  all'ini 
provviso  e  venire  da  voi  sabato  sera.  Se  cosi  fosse,  partirò 
col  diretto  delle  (piattro  —  sarò  quindi  a  Eastbourne  alle 
sei  e  un  (piarto.  Penso  che  non  vi  sia  difficoltà  a  trovare 
un  buco  dove  dormire,  nell'albergo  pili  vicino.  Voi  sapete, 
cara,  (piello  che  mangio;  perciò,  non  preparate  niente  di 
pili  di  quello  che  fate  per  voi,  ve  ne  prego.  Se  non  vengo 
con  (iiiel  treno,  non  vengo  per  niente.  Sempre 

affezionato 
Giuseppe. 

VMMDVIII.  —  Pubbl.  da  E.  F.  Richards,  voi.  Ili,  op.  cit. 
p.  97.   L'autografo   si   conserva   nel   Museo   del   Risorgimento    di 
Roma.   È    in    una    busta    che,   di    pugno   del   Mazzini,    ha    l'indi- 
rizzo :   «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi.  Turret  Cottage.  Seaside  Road. 
Eastbourne.  »  La  data  si  ricava  dal:  timbro  postale. 


ClSfUl  KPTsTor.Amo.  Ctft 

VMMDIX. 

A   Saua    N'athan.   ,\    Lusnno. 

tl-ion'li"' I    sottemhre    flSC^l. 

Aiiucn, 

Ilo   il   vostro  lùglii'tto  cjirissimo. 

Avcle  [)eccat()  veiiiulmeute  non  ni.aulando  il 
\'ii  volume  a  Bottei-o.  Kgli  conoscente  intimamente 
J);ieHi,  non  dava  volume  se  non  ricevendo  «lall'al- 
lia  mano  il  danaro.  Temo  che  Brusco  avrà  i)iu  da 
lare  che  non  crede,  ('j 

Tutto  «quello  che  Maur[izio]  vuol  che  si  Taccia 
lo  lo  «la  pili  mesi  :  organizzo  repubblicanamente  il 
Sud.  Ma  vi  son  due  cose:  non  parlar  che  d'insur- 
rezione col  \'eneto  —  e  predicare  e  organizzare  re- 
pubblica senza  piati,  recriminazioni  e  accuse.  Non 
c;>i)isco  perché  non  si  ])ossano  metter  fuori  dieci 
argomenti  per  la  repubblica,  senza  gridare  contro 
Moi-d[ini],  Crispi,  il  Comitato  Centrale  o  altri.  Ac- 
certate ^Iaur[izio]  ch'io  predico  repubblica  quan- 
t'egli  ])uò  fare,  senza  mai  nominare  anima  viva.  Lo 
esorto  fraternamente  a  fare  lo  stesso  — ^  e  a  scrivere 
la   cifra   senza   sbagli   troppo  frequenti. 

Metterete  col  resto  i  500  franchi  e  gli  altri  se 
Br[nsco]  li  ottiene. 

Scriverò  a  l*[eter]  St[nart]  ;  ma  perché  non  pro- 
seguire l'opei-a  incamminata  voi  stessa?  Son  certo 
che  gli  farebbe  piacere. 

vMMDIX.  Inedita.  —  L'autografo  si  conserva  nel  Mnseo 
del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  A  tergo  di  esso, 
di   ])ugno   del   Mazzini,   sta   l'indirizzo  :    «  Sarina.  « 

(')  Su  questa  e  sulle  successive  lamentele  del  ^lazzini  nei 
riguardi  deH'iu.solvihilità  del  Daelli.  ved.  Vlììtroduzkpie  al 
v<tl.    LXVII    dell'ediz.    nazionale. 

Mazzini,  Scritti,  ecc.,  voi.  LXXIX  (EpisU'linio,  voi    XLVIII).        5 


G(i  KPitìTor.Auro.  [IHCA] 

Odo  clic  .le.ssie  toi-iii  in  It;ili;i;  ma  saprete  da  lei. 
JOmilia  \a  t»r  niifilioiaiido.  Dui-cià?  Forse  andrò 
saltbalo  a  Ncdcila.  fO  sarà  Tniiica  coisa  d'un  «giorno. 
Non  mi  mossi  mai  (luest'anno,  jxm-  Ir  s[)eran/e  tallite. 

Kicoi-datemi  con  vero  allctto  a  (Jiannetta  clic 
siij>]MMi<:;o  mi  althia  dimenticato.  Son  veramente 
lieto  della  sua  decisione.  ]>aciate  per  n;e  la  piccola 
]\!aria:  i)oi  date  un  l)acio  in  Ironte  anche  alla  ma- 
dre. Ditemi  della  sua  salute.  -Toc  deve  aver  trovato 
morte  <]uelle  sue  vittime:  massacri  Torso  adesso. 
Ilo  piacere  d'Adolfo  e  di  Kavizza.  Peccato  che  non 
abbiate  Miss  IJertraml  Tra  V'iscardini  e  Ravizza 
sarebbe  in   impiccio. 

Come  ])ensate  orjianizzare  la  lotteria?  In  Tni^hil- 
teria  o  in  Italia  o  in  ambe?  Ben  inteso  quel  da- 
nai'o  sarà  —  a  cose  (|uete  —  reclamato  dal  Comi- 
tato Centrale  che  dovrebbe  (piii-di  occuparsene. 

Vedeste  Belcredi?  Ricordatemi  a  lui. 

Tu    lincio  ad    Adah.   \'ogliatemi   bene. 

Vostro  sempre 
Giuseppe. 

VMMDX. 

A  Feoerico  Campanella,  a  Geìiovn. 

[Londra],  17  settt'inhrc    [l''^'»^!- 
Caro  Federico, 

Ricevo  la  tua.  T'ho  mandato  l'altr'ieri  un  artico- 
lo. (^)  Sen^i  bene. 

MMDX.  —  Puhl.l.  (l;i  (ì.  Mazzatinti.  Letiere  di  Ci.  Maz- 
zini a  F.  Campoìieìld  (nella  Rirista  d'Italia  del  giugno  IOO.t). 
L'axitografo     si    eouserva     nell  Istituto    IMazzinian»    di    Genova. 

(')  In  forma  di  lett.  A  Federico  Campauella  :  e  fu  puhhl. 
nel    Dorerr   del    24    settembre    1864. 


(iSCclJ  KPISTOI.AUIO.  (i7 

lo  ti  nuiiideiò  con  vero  dolore  liOOO  frauchi  — 
1000  subito;  1000  in  ottobre  nella  seconda  metà. 
10  farò  di  tulio  [)er  mandarti  altri  mille  in  uovem- 
bre.  Aiuterò  insomma.  10  dicendo  con  vero  dolore^ 
non  dico  perché  m'iucresca  aiutare  il  Dovere^  ma 
perché  raccolgo  a  goccie  di  sudore  qualche  ceutinaio 
di  lire  i>el  \'eneto  —  sul  (juale  bisogna  insistere, 
perché  è  ciò  che  conterrà  la  ciisi  —  e  mi  pesa  do- 
verle si)endere  a  misura  che  li  raccolgo;  poi,  per- 
ch'è  un  indizio  tristissimo  ch'io  debba  sostenere 
un  (ìioruale,  che  tanti  dei  nostri  firmarono,  e  la  cui 
cessazione  sarebbe  uno  scacco  terribile  al  Partito. 
Tutta  questa  faccenda  m'è  dolorosa.  Guerzoni.  che 
preferisce  scrivere  nel  Diritto,  (^)  la  cui  tendenza  jto- 
litica  è  da  lui  disap]»rovata  :  liertani,  che  non  scrive 
mai  una  linea:  cosi  degli  altri;  una  moltitu<line 
d'abbonati,  che  non  pagano  ciiKjne  franchi,  e  ai 
quali  mi  permetterai  di  scriver  io  una  linea  collet- 
tiva nel  Do'vere;  (-)  i  Genovesi  che  non  rendono  pos- 
sibile una  emissione  d'azioni  da  10  e  da  20  lire: 
tutto  questo  mi  prova  più  sempre  che  il  Partito  è 
indegno   della    sua    missione. 

Ti  manderò  presto  un  articolo.  M'intenderò  con 
Saffi.  Ti  manderò  io  il  KoloJcol.  P^arò  quanto  potrò. 

Quanto  a  Castellazzo  —  che  in  verità  dovrebbe 
tenersi  quieto  —  ti  confesso  che  queste  accuse  da 
gente  che  mi  fu  amica  mi  stomaca.  Quando  rivedo  le 
ultime*  pagine   del   romanzo   di    Castellazzo    ('')   l'ar- 

V)  Ad  es.,  nel  n.  de]  1.3  .settenil)re  1804  aveva  insprito  un 
art.  intitolato:   Delia  futura   epopea   italiana. 

(-)  Intitolata  :  Ai  sottoscrittori  che  non  pagano,  fu  poi  piilihl. 
nel  Dovere  del   10  dicembre  18W. 

C)  Il  romanzo  intitolato:  La  Lombardia  nel  18'i8.  Episcflio 
della  f/ìierra  dell'indipendenza  italiana,  che  il  Castellazzo.  con  il 


CS  EPISTOI.AKK).  [1SG4] 

tic'olo  (li  erario,  Dovere  dei  Rcpuhhìicanì^  uniamoci 
hiìfi  (I  \  ittorio  EiiKuniele  —  il  loro  jicclaiiiare  a 
tìaiibaldi  —  o  seutii-mi  accusare  da  essi,  incntre 
lavoro  (li  e  notte  a  organizzare  il  l'artito  repubbli- 
cano —  mi  farebbe  prendere  a  sellilo  la  specie  umana. 
Ilo  avuto  contatto  col  re,  i>r(nocato  da  lui,  e  risjiondo 
alle  proposte  di  un  re  come  corrispondo  a  (pielle 
del  beccaio  della  contrada;  ma  lin  dalla  prima  nota 
dichiarai  che  non  i)oteva  esistere  patto  indetinito: 
ch'io  eia  lepubblicano,  e  sai)eva  che  dove  anche 
polessnno  intenderci  strategicamente  per  la  guerra 
all'Austria,  avrei  dovuto  litigare  pili  doi)0  ]>er  Roma 
e  per  la  (piestione  di  libertà  e  in  conseguenza,  non 
volendo  ingannare  alcuno,  neanche  un  re,  volea  ri- 
manere libero:  ch'io  ])oteva  intendermi  ])er  Venezia, 
dove  il  i)aese,  avendo  bisogno  dell'esercito,  avrebbe 
senz'altro  invocato  la  ^lonarchia  ;  ma  alle  coudi- 
zioni seguenti:  che  l'insurrezione  fosse  di  popolo; 
che  nessuno  dei  primi  ad  aiutarla,  gridérebl)e  re  o 
altro,  ma  avremmo  bandiera  neutra  —  che  Garibaldi 
sarebbe  libero  d'acceutrare  «l'intorno  a  sé  quanti 
volontari  })otesse,  e  via  cosi.  I*iu  tardi,  chiesi  resti- 
tuzione immediata  dell'armi,  dimissioue  di  Spaventa, 
etc.  —  e  se  no,  no.  Quando  mi  tu  detto  no^  mandai 
il  contatto  al  diavolo.  Esistono  in  mani  repubblicane 
le  note  autentiche  delle  mie  uote.  ^Fa  davanti  ad 
accusatori  siffatti,  non  mi  curo  d' entrare  in  pole- 
miche. L'  avvenire  —  se  vivo  due  anni  ancora  —  dirà 
chi  riesce  primo  a  fondar  repubblica,  da  essi  o  da  me. 

Avrai  tra  <lne  giorni  i  1000  franchi,  e  allora  scri- 
verò  finanziariamente  a   Mosto  per  te. 

Ama  sempre  il  tuo 

Giuseppe. 

pseudonimo  di  Anselmo  Rivalla,  aveva  puhbl.  nel  18C2  a  Mi- 
lano,  presso    la    Tipografia    Garibaldi. 


|l,S(i-}|  KI'ISTOI.AItK».  (i'.t 

Diil  ninnerò  del  A'o/o/ro/,  clic  li  niniitlo,  ]K)1ii'I>I)c 
(\ssei-  ti-ii(l()tl<)  il  jìiinu)  sii'Hcolo,  conu*  iiiui  specie  'li 
Jlanifesto  del  J'aitito  d'Azione  russo,  ('j 


VMMDXI. 

TO  Emilie  Asiiurst  Venturi,  Eastbouriie. 

[London,    Scptcnihcr   IDli.   l.S(i4|. 

Dear, 

Ali  viglit.  I  send  papevs,  Read  the  Popolo 
d'Italia  witli  my  letter  (-) — very  obscure. — Wlien  yoii 
liave  read  it,\vill  you  send  it  to Caroline:  atG.Dixoii's, 
Esq.  The  Dales.    Edgebaston,  near  Birmingham? 

I  found  acquaintances — nnknown — on  the  road. 
Mrs.  Williamson  and  another  lady:  s])eaking  French 

Cara, 

Benissimo.  Mando  ak-uni  giornali.  Leggete  il  Popolo 
d'Italia  colla  mia  lettera  —  molto  oscura.  —  Quando 
r  avete  letta,  volete  mandarla  a  Carolina  :  presso  G.  Dixon, 
Esq.  The  Dales.  Edgebaston,  presso  Birmingham? 

Ho  trovato  delle  conoscenze  —  sconosciute  —  durante 
il  viaggio.  Mrs.    Williamson   e  un'altra  signora  :  palliavano 

C)  Fu  piil)l)I.  nel  Dolere  dei  26  novembre  e  3  dicem- 
bre 18(>4. 

VMMDXI.  —  Pubbl.  da  E.  F.  Richards,  op.  cit., 
voi.  Ili,  p.  97.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo  del  Risor- 
gimento di  Roma.  È  in  una  busta  che,  di  pugno  del  Mazzini, 
ha  l'indirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi  Turret  Cottage.  Sea- 
side  Road.  Eastbourne.  »  La  data  si  ricava  dal  timbro  postale. 

(-)  La  lett.  All'  Associazione  Alessandro^  Poerio,  di  Catanzaro, 
pubbl.    nel   Popolo   d'Italia   del    17    settembre  1S64. 


70  Kl'I.STOI.AIllO.  I  isnl  I 

iMM-fccllv  :    jinessiii^-    hcforc   tli;it    I    \\;is   ;iii    Mnlian, 
llicii    tli.it    I    \v;is   .Mi-.    .M;iz/|ÌMÌ].   ('te. 
ÌAcv  yours  in  ji   liiniy,  hiit 

luvinjj 
JosEni. 

Kt*;ul  tlic  Diritti»  loo:  tlic  A]>]K'n(lix — oii  II  povero 
rcrrliio.      It    will   aimise  you.   (^) 
The  wine  to-morrow. 


francese    peifettaiuente  :    iiidovinaroiio    prima    die    ero    Ita- 
liano, poi  che  ero  Mr.  Mazz[ini].  ecc. 

Sempre  vostro  di  furia,  ma 

affezionato 

Giuseppe. 

Leggete    il    Diritto:    1"  Appendice    sul    pò  vero    vecchio    vi 
divertirà. 

Il  vino  a  domani. 

(^)  La  recensione  che  G.  Rebaudi  aveva  pubbl.  nel  Di- 
ritto del  16  .settembre  18<J4  sugli  Scrini  editi  e  inediti  di  E.  Gai- 
lardi,  dati  a  luce  in  quell'anno  a  Pavia  presso  la  tinografia 
Fusi.  E  a  proposito  della  parte  politica  inserita  in  fiuel  voi. 
il  Rebaudi.  criticandone  il  contenuto,  scriveva  :  «  Sulle  sponde 
del  Tamigi,  nella  terra  della  libertà  e  dell'egoismo,  un  povero 
vecchio  trascina  nell'esilio  gli  ultimi  giorni  della  sua  ama- 
reggiata esistenza.  Era  nato  in  Italia  :  dotato  di  forte  volontà 
e  di  potente  intelligenza,  ispirandosi  ai  desiderii  del  cuore  più 
che  ai  consigli  della  mente  immaginò  una  sublime  utopia, 
l'alleanza  del  diritto  colla  forza,  della  giustizia  colla  politica. 
Lottò  energicamente  per  più  di  30  anni  alla  realizzazione  della 
sua  generosa  idea,  ma  non  ottenne  altro  risultato  che  la  sua 
infelicità  personale,  e,  malgrado  la  fede  inalterabile  nell'av- 
venire ch'egli  ostenta  perché  il  dovere  di  capo  partito  glie 
lo  impone,  io  sono  certo  che  egli  stesso  intimamente  è  scon- 
fortato e  dispera  che  l'umanità  abbia  a  raggiungere  la  sua 
morale    riparazione    per     mezzo   delle   rivoluzioni   politiche.    La 


Iisdll  KrisToi.Aiuo.  71 

VMMDXII. 

A  Dkmktrio  DiAMiLLA  MuLLER,  a  Toriiio. 

rLoiidr.-il.   20  settt'iiihro    [1S(14]. 

Caro   JMiiller^ 

Ora  Olio  che  vogliate  venire  a  s])ie,ua/>ioiii  con 
L[il)erti]ii]  o  altri.  Sentite.  Non  gioverebbe  se  non  a 
irritare  i)ia,iilie  jn;ià  abbastanza  gravi  .... 

Il  meglio,  nella  posizione  vostra,  è  il  non  dar- 
sene intesi  :  se  v'è  cosa  che  possiate  modificare  nella 
condizione  ])resente,  farlo:  aintare  come  meglio  po- 
tete l'impresa  Veneta,  ch'è  ormai  nn  vero  dovere 
d'onore  per  gl'Italiani:  qnando  viene  Fazione  en-v 
trarvi  voi  pnre:  è  quello  il  metodo  da  seguirsi.  Ogni 
altro  riuscirebbe  dannoso.  Credete  a  me  e  seguite 
il  consiglio. 

Quanto  al  resto,  vi  confermo  il  già  detto,  Per  me 
ogni  contatto  col  re  è  finito.  Ho  esaurito  i  tentativi 
e  non  ne  rifarò.  La  casa  di  Savoia  non  è  italiana, 
è  francese.  Il  Ministero  è  un  Ministero  dello  stra- 
niero. Trattano  da  due  mesi  con  Parigi  per  otte- 
nere l'allontanamento  da  Roma  entro  due  anni!  (^) 


gioventù  un  tempo  accoglieva  con  entusiasmo  le  sue  parole, 
ora  pivi  non  lo  ascolta  e  lo  lascia  consumarsi  ne.ll'  impotenza 
della  solitudine.  » 

VMMDXII.  —  Pubbl.  in  Corrispondenza  inedita,  ecc.,  cit., 
p.  83. 

(')  Accenna  alla  Conrenzione  di  settembre,  per  la  quale  vod. 
le  lett.  seguenti.  Il  Mazzini  era  evidentemente  informato  delle 
trattative  diplomatiche  che  a  (]uel  fine  si  stavano  svolgendo 
tra   Parigi  e  Torino. 


7'J  KI'ISIOI.AKIO.  |1S()41 

Addio;  cimi  iinKitc  ;iid  juntarc  la  causa  dentro  e 
iiKM-i  collie  vi  danno  le  circostanze.  Jo  cei-co  d'ora 
innan/<i  di  crearle  d.ivcrse. 

^'()stro 
Giuseppe. 


VMMDXIII. 

To  Emilie  Ashurst  Venturi,   Eastbourue. 

[London,  September  21st,  1.SG4J.   Weduesday. 

Dear 

I  have  nothinsì  to  write.  Stili.  I  do.  wliich  is 
meritorìous.  1  ami — going  to  Birmingham  in  one 
liour:  and  coming  back  to-morrow  morningi  I  have 
been  so  mnch  iirged  to  do  so,  ou  the  ground  of  a 
vagne  half  promise,  that  I  feel  compelled  to  veld. 

Mercoledì. 
Cara, 

Non  ho  niente  da  scrivere.  Pure,  lo  faccio,  il  ebe  è 
pili  meritorio.  Parto  !  —  per  Birmingham  tra  un'ora  ;  e 
sarò  di  ritorno  domani  mattina  !  Sono  stato  tanto  pregato, 
a  causa  di  una  vaga  mezza  promessa,  che  mi  sento  co- 
stretto  ad  arrendermi.   Wolff   non  parla   di   venire   da   voi  : 


VMMDXIII.  —  Pubbl.,  in  parte  da  E.  F.  Richakds, 
op.  c'A..  voi.  III.  pag.  98.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo 
del  Risorgimento  di  Roma.  È  in  una  busta  che,  di  pugno  del 
Mazzini,  ha  1  indirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Yent[uri].  Turret 
Cottage.  Seaside  Road.  Eastbourue.  »  La  data  si  ricava  dal 
timbro   postale. 


[1,S(;4|  KPISTOI.AKIO.  7:'. 

\\'()irr  (loos  noi  speak  ol'  coniiiiii  t<»  you  :  aiid  he 
speaks  (>r  ji'oiiifi  at  the  heg'miiiii};  ol"  iiext  week. 
Bessie  will  ii'inain  in  I>iiji:litoii  ali  Ihe  week.  On 
Satuiday  Jessie  comes  to  London,  lemaining  the 
Snnday,   then   leaves  En<;land. 

Tel]  me  how  you  are  of  the  eheek.  I  am  satis- 
fied  with  your  general  condition  ;  bnt  the  permanent 
swelllng  and  the  pain  you  had,  whilst  walking,  leave 
me  very  nneomfortable.     I  long  for  the  Dentist  or 


Surgeon. 


I  am — not  only  for  the  first  five  minntes  — 

your  loving 
Joseph. 

I  shall  setti  e  with  Wolff.  if  he  does  not  go  to  you. 

P.  S.  —  T  do  not  go  to-day;  only  to-morrow. 
I  see  from  your  dear  note  that  T  shall  have  to  add 
to  the  fìrr  minutes  after  reaching  five  others  after 


e  parla  di  partire  al  principio  della  settimana  ventura, 
Bessie  rimarrà  a  Brighton  tutta  la  settimana.  Sabato  Jessie 
verrà  a  Londra,  rimarrà  la  domenica,  poi  lascerà  l'In- 
ghilterra. 

Ditemi  come  va  la  vostra  guancia.  Sono  soddisfatto 
delle  vostre  condizioni  generali  ;  ma  il  continuo  gonfiore 
e  il  dolore  che  aveste  camminando,  mi  lasciano  preoccu- 
pato.  Desidero   il   dentista   o   il   chirurgo. 

Sono  —  non  solo  per  i  primi  cinque  minuti  —  il 

vostro  affezionato 

GIUSE2PPE. 

Definirò  la  cosa  con  Wolff,  se  non  parte. 

P.  S.  Non  parto  oggi  ;  soltanto  domani.  Vedo  dalla 
vostra  cara  lettera  che  dovrò  aggiungere  ai  cimjne  minuti 
dopo    l'arrivo   altri   cinque  minuti    dopo   la   partenza  :   dieci 


71  ll'ISKII  AUKI.  I  ISi;  I  I 

j^oiiiji;  :/'•//  iiiimitcs  in  llic  wliolc.  Dcnr.  Ilicrc  is  no 
oniissioii  in  llic  /'o/tolo  <rihili(t\  it  w;is  in  the  r/?f7f).C) 
I>ut  wliy  (iiil  you  (ojty  tlie  letter?  \oii  ne  vedo  la  ne- 
cesuifà. 

miimti  in  lattei,  ('.hm.  non  v't-  tiiiii-ssioiic  nel  l'oimlo  tl'ltti- 
lia;  era  iicll ■r*///à.  Ma  pi'iflió  avete  c-upiata  la  lettera? 
Xoii   ne  vedo   la   neeessitiV. 

VMMDXTV. 

A  Felice  Bagnino,  a  Genova. 

[Londra].  21  settembre   \1S.C>4]. 
Fratello 

Ilo  la  vostra  del  13,  per  la  piccola  posta,  non 
la  scatola:  l'avrò  forse  pili  tardi;  e  a  ojjni  modo  vi 
sono  gratissimo. 

l*armi  che  non  vi  sia  inconveniente  nel  dare  il 
biglietto  a  Brnzzone:  mi  scrisse  individualmente  e 
non  vorrei  parergli  scortese.  (^)  Gli  parlava  del  Con- 
gresso Operaio,  perché  credo  debba  aver  luogo  in 
novembre. (•'')  Suppongo  che  la  Società  della  quale  egli 
è  Presidente  vi  sarà  rappresentata,  e  ho  a  cuore  che 
le  moditicazioni  all'Atto  Federativo  abbiano  il  suf- 

(^)  La  lett.  all'  Associazione  Al.  Poerio  era  stata  pubhl.  in 
antecedenza  nell'I' nità  Italiana  del  12  settembre  1S(')4.  Le  due 
lezioni   sono  perfettamente   identiche. 

vMMDXIV.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nell'Isti- 
tuto   Mazziniano    di    Genova.    Non    ha    indirizzo. 

(-)  Giambattista  Bruzzone  era  il  Presidente  della  Società 
dei  Caffettieri  di  Genova.  l'na  lett.  di  lui  al  Mazzini,  senza 
data,  e  del  Mazzini  a  lui,  in  data  24  agosto  1864  furono 
pubbl.  neìV Unità   Italiana  di  Milano,  del  1°  ottobre  1SC4. 

(•'')  Il  Congresso  delle  Società  Operaie  in  Napoli  si  inau- 
gurò  il   25   ottobre   1864. 


ll.S(;41  KIMSTOI.AKH).  75 

fragio  (li  molle  Società. (')  Credo  l'aiete  bene  a  dargli 
il  biglietto  spiegando  in  <inalclie  modo  il  ritardo. 

La  Falange  Sacra  è  perfettamente  indipendente 
dal  Comitato  Centrale,  del  quale  è  presidente  Cai- 
r[oli].  P:  bene  che  s'astenga  nei  Bollettini  dall'assa- 
lire  un  Comitato  che  ha  un  buono  scopo  ed  è  ema- 
nazione di  Garil)[aldi].  (ìli  individui  che  fanno  parte 
della  Falange  Sacra  possono  aiutare  quelle  opera- 
zioni del  Comitato  che  paiono  buone.  Ma  come  corpo 
collettivo,  come  Associazione,  la  Falange  Sacra  non 
ha  contatto  che  con  me;  ed  ha  uno  scopo  suo  pro- 
l>rio.  Scopo,  comune  a  tutti  gli  uomini  del  Partito 
d'Azione  è  l'emancipazione  di  Venezia.  Ma  oltre  a 
«piello,  la  Falange  Sacra  ha  l'altro  scopo  d'organiz- 
zare nelle  sue  tile  gli  uomini  devoti  al  principio  re- 
juibblicano.  Continui  dovunque  ed  or  più  che  mai.' 
Cerchi  di  stendersi  di  località  in  località  per  tutta 
la  provincia  Ligure  e  dovunque  può.  tacitamente, 
prudentemente.  M'  era  stato  da  lungo  promesso  un 
rapporto  formale  sulle  sue  forze,  numero,  etc.  Fate 
che  per   via    sicura   si   mandi. 

Ebbi  da  Napoli  :  bollettini,  non  altro.  E  là  pure 
desidererei,  occorrendo,  poter  avere  contatto,  sapere 
a  chi  indirizzarmi. 

Addio,  fratello.  Quale  è  il  nome  del  vostro  Caffè? 
^'ogliatemi  bene. 

Vostro 
Giuseppe. 

Non  ho  ancora  il  pacco  mandato  da  Damele  a 
Lugano.  L'  avrò  a  momenti. 

C-onsìglierei  gli  amici  a  non  entrare  nella  Masso- 

(')  Sulle  moòificaziuni  proposte  dal  Mazzini  allo  statuto  delle 
Società  Operaie  italiane  ved.  la  nota  nel  voi.  LXXVIII    p.  204. 


~{\  KlMNTOl  AIMO.  |1S(;41 

iici-ia.  Associa/Joiic  iiiisi.i  di  lauti  cltMuiMiti  cosi  di- 
versi clic  non  ])uò  avere  mai  scoj»)  serio.  In  Sicilia 
soltanto.  ess;i  tendo,  ad  assumere  carattere  politico. 
Nel  resto  d'Italia  è  nulla.  È  (piiudi  tempo  perduto, 
quando  non  s'entri  collo  scojx)  di  far  conoscenze  e 
cavarne  individui  caj)aci  di  lai-  ])arte  d'altri  lavori. 
Non  scrivete  più  all'indirizzo  Ashurst  :  ma  con- 
sejjnate  le  vostre  a  Mosto. 

VMMDXV. 
A  Felice  Casaccia,  a  Genova. 

[Londra].  21  settembre   [1864]. 
Caro  Felice. 

Ebbi  le  vostre  e  vi  prego  di  far  giungere  le  due 
unite. 

Stansfeld,  come  tutti  gli  amici,  è  in  i)rovincia. 
le  vacanze  del  Parlamento  vuotano  Londra.  Non 
dubitate  del  nostro  spargere  notizia  del  vostro  sta- 
bilimento; ma  è  già  tardi.  Tutti  sono  a  quest'ora 
in  viaggio  o  hanno  già  deliberato  il  giro  e  non  lo 
cangiano. 

Addio  :  comunque  gli  affari  possano  diminuire  la 
possibilità  d'essere  attivo  come  prima,  sono  certo  di 
voi  e  so  che  farete  sempre  quanto  potrete  per  la 
causa  nostra,  tanto  per  l'Unità  Nazionale  quanto 
pel  principio  repubblicano,  senza  il  quale  non  avremo 
mai  una  Italia  grande,  forte,  e  virtuosa. 

Vostro  sempre 
Giuseppe. 

vMMDXV.   —   Inedita.   L'autografo   si   conserva    presso   la 
famiglia   Casaccia. 


[1S(Ì41  Ki'isTor.AUio.  77 

VMMDXVr. 

To   Emii.ik  Asih'kst   VKNTrin.   Enslboiirnc. 

[T.oiKloii.    S.'p<omlMT  22ii«l,    1S(;4|.   Tlnirsd.-iy. 

I  )ea  1-, 

1  tako  llie  liberty  of  (>]>eiiiiig  the  enclosed,  iiis 
teaul  ol'  ledirectiiig,  first  hecanse  comiiig  froDi  liei- 
fast  it  eaniiot  conta  in  secret  matters — sec()n(ll3,  be- 
canse  I  shall  not  read  it — thirdly,  becanse  I  want 
lo  gilde  in  v.'ith  two  Avords  ol"  hoiuage  and  respcct- 
fnl  love,     iìless  yon.     Ever 

vonr   very   devoteil 
Joseph. 


Giovedì. 


Cara, 


Mi  prendo  la  libertà  di  aprire  1"  accliinsa.  invece  di 
eambiare  indirizzo,  prima,  perché  venendo  da  Belfast, 
non  può  contenere  segreti  —  secondariamente,  perché  non 
la  leggerò  —  in  terzo  luogo  perché  voglio  far  scivolare 
dentro  due  parole  di  devozione  e  di  affetto  rispettoso.  Dio  vi 
benedica.  Sempre 

vostro  devotissimo 
Giuseppe. 


V]\niDXYI.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Risorgimento  di  Roma.  A  tergo  di  esso,  di  pugno 
del  Mazzini,  sta  l'indirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi.  Turret 
Cottage.  Seaside  Road.  Eastbourne.  »  La  data  si  ricava  dal 
timbro   postale. 


7s'  npisrot-Aiirc».  fischi 

Deal',  ronuMiilKM-  timi   I  liave: 

\'ÌC't()l'    IlllJiO. 

Liiniartiiie. 

Sai-pi. 

liali:iii    Tviterature. 

Fremii  Liteiatnie. 

La  niellila  is. 

(J.  SmikI. 

Hyioii  aiid  (ioellie. 

SisiiioiKli^  etc.   (') 
l    sluill    waiit   some  of  tliem;   biit  yoii  may  have 
tlieiii  aìid  kee]»  tliem  for  me. 

1  rcccive  youi-  note.  1  ceitainly  sliall  bave  no 
olliei-  (opy  of  my  letter;  wliy  the  Imn-y  in  sendiug  to 
Caroline? 


Cara,  ricordatevi  flit'  io  ho  : 

N'ictor  Ugo. 

Lamartine. 

Sarpi. 

Letteratura  Italiana. 

Letteratura  francese. 

Lamennaìs. 

G.  Sand. 

Byron  e  Goethe. 

Sismondì,  ecc. 
Avrò    bisogno    di    qualcuno    di    questi  ;    ma    voi    potete 
prenderli  e  tenermeli. 

Ricevo  la  vostra  lettera.  Non  avrò  certamente  un'altra 
copia  della  mia  lettera  :  perché  tanta  premura  per  man- 
darla a  Carolina  V 

(')    Erano    gli    articoli    che    il    Mazzini,    negli    anni    prece- 
denti,    aveva     avviato     nelle     riviste     e     nei     periodici     inglesi. 


[1,S(!41  I<.Ti8Tor.AKro.  70 

Ahoiit  Don  Carlo.s  (')  I  ;nii  more  iindocidctl  tliiin 
you  aie.  IJut,  eithei-  yoii  must  leave  out  the  articlo 
altoj^cthei-  or  you  imust  i)nt  in  lliose  pa.ues.  (lencvally 
sjHMkin»;.  (Icar,  do  not  ask  un\  Clioosc  yoiirsclf  wlial 
Noii  tliiid<  m:iy  ix'  iisct'ul  lo  lOiijilisli  icadcM-s.  Aililio 
jiiid    love. 

JOSKIMI. 

<^n;iiit()  :i  l><ni  Ciitlds  sono  pili  iiuli'ciso  di  xoi.  ^Iji,  o 
(Inviate  lasciar  fuori  coniiilctaniente  1"  articolo,  o  dovotc 
moltore  lineile  pagine.  Generalmente,  cara,  iinii  doniaii<late 
a  me.  Scefiliete  voi  ({m'Ho  che  pensate  possa  essere  utile 
ai   lettori    iuiilesi.   Addio   e   tanto  affetto. 

Giuseppe. 


NM.MD.W'll. 
A  Federico  Campanella,  a  Genova. 

LLoiuhal.   24  settembre    [1S«)4]. 

Caro  Federico^ 

Eccoti    un    articolo,   che   vorrei    tu    iiis>erissi    sal)- 
hato,   (-|  .Mi  par  necessario, 

E.  A.  Venturi  glie  ne  richiedeva  per  farne  una  scelta  da 
inserire  nella  traduzione  inglese  degli  Scritti  mazziniani  alla 
quale   stava   provvedendo. 

(')  Del  Don  Carlos  di  Schiller  il  Mazzini  si  era  a  lungo 
occupato   nell'art.   Del  dram  ina  storico. 

VMMDXVII.  —  Pubbl.  da  G.  Mazzatixti,  Lettere  di  G. 
Mazzini  a  F.  Campanella  (nella  Wi'ista  d'Italia  del  giugno  1905). 
L'aut(,grafo    si    conserva    neU'Istituto    Mazziniano    di    Genova. 

(-)  I/art.  intitolato:  La  Convenzione,  che  fu  pubbl.  nel 
Dovere  del   1"   ottobre  1S64. 


80  EPISTOLAUIO,  [18(»4j 

Ilo  hi  tua.  kSeiiti  beiu'.  JJertaiii  e  altri  possouo 
protestare  contro  Dio  a  modo  loro.  Ma  scrivono 
essi?  Sostenj^oiio  con  danaro  il  Ducere  ]jcricoIante? 
(Mie  <Iia\()l(»  (li  autorità  hanno  essi  sul  I)oi:ere,  se  non 
l'anno  cosa  alcuna  per  esso?  l'erché  dovrei  io  dar 
(|nallro  mila  hanchi  al  lìovcre  da  «jui  al  febbraio 
scMiza  scriver\  1  liberanuMite  le  mie  convinzioni  e 
uniCormarvi  polendo  —  cioè,  trovando  collaboratori 
—  jjli  ailicoli  altrui?  La  questione  è  tutta  niiova. 
'l'u  mi  dici:  il  Uorere  perisce.  Io  ti  ris])ondo:  Bene, 
sosterrò  il  Dorcrc,  ma  a  patto  «rinlluire  sulle  sue 
tendenze.  \'uoi  (u  che  io  solo  lo  sostenga  pei*  ve- 
dere articoli,  (Ilio  credo  rovinosi  per  V  Educazione 
Italiana? 

Libertini  e  De  Boni  sarebbero  con  me.  Del  primo 
son  celio:  il  secondo  ha  scritto  sul  Ihnrre  nella 'via 
per  la  quale  intendo  d'andare  un  i)asso  più  in  là.  (^) 

\'orrei  mantenere  naturalmente,  il  programma 
l)olitico:  più  che  mai  insistervi.  \'orrei  dichiarare 
sjìento  il  Papato:  morente  il  rristianesimo  e  il  suo 
dogma:  ma  dall'alto  d'un  principio  religioso  supe- 
riore. Ecco  tutto.  Se  il  Dovere  può  accettare  pro- 
gramma siffatto,  sentirò  il  <lebito  d'aiutarlo.  Se  no, 
chiederò  d'inserire  opinioni  mie  sulla  questione  re- 
ligiosa come  mie  individuali;  ma  dovendo  tentare 
una  pubblicazione  ebdomadaria  ch'io  credo  essen- 
ziale al  paese,  non  potrò  —  in  caso  ch'io  riesca  — 
aiutarne  due. 

(^)  F.  De  Boni  era  stato  attivo  collaboratore  del  Dovere, 
a  cominciare  dall'art,  intit' lato  :  />«  Polonia  del  lS(ì.i  (n.  del 
19  marzo  1S()4)  ;  e  snceessivamente  con  i  seguenti  :  Durante  i 
crepuscoli,  cinque  poderosi  artt.  nei  nn.  9,  16,  30  aprile. 
7  e  21  maggio  1S04  ;  La  Chiesa  tenta  invano  cN  moderare  se 
stessa  (nn.  dei  18  25  giugno.  2.  ir>  e  .30  luglio  1864)  :  //  l'i  agosto 


[18fi4]  EPISTOLARIO.  81 

Gli  articoli  sii<ili  operai,  etc,  (^)  son  buoni  anche 
per  me.  2s'on  esprimeva  che  un  desiderio:  s'evitasse 
un  nome:  soc-ia Usino,  che  per  consenso  di  tutti  ha 
un  valore  di  sistema  o  di  sistemi,  che  <lànno  una 
soluzione  falsa  del  problema  e  allarma  tutta  una 
classe  numerosissima  senza  prò'. 

Nessuno  può  averti  letto  un  mio  scritto,  che  in- 
vochi le  regioni,  perché  conducono  al  federalismo, 
l'uò  essere  ch'io  scriva  bestemmie  contro  ogni  cosa, 
fuorché  contro  l'Unità:  e  lo  sai.  Dev'essere  dunque 
qualche  proposizione  isolata,  staccata  da  ciò  che  la 
spiega.  Ilo  dato  tutte  le  mie  idee  sui  diritti  delle  lo- 
cai ita  e  del  centro  nell'  ultima  parte  d"  uno  scritto 
suir  Unità  inserito  nell"  edizione  Daelli,  credo  nel 
voL  3". 

Lo  stato  delle  menti  in  Italia  m'è  noto  ;  ma  ^ 
ragione  per  non  cercare  di  raddrizzarlo?  Ne  sento 
il  dovere,  quanto  più  m' accosto  alla  line.  E  nel 
Doi^ere  o  altrove,  bisogna  pure  ch'io  finisca  per 
spiegarmi. 

Mi  dici  scarsi  gli  abbonati.  Credeva  il  contrario. 
Aspetto  a  udir  ^losto.  Poi  vedremo. 

Ti  scrivo  ora  in  fretta  :  riscriverò.  Vorrei  pure 
che   potessimo   intenderci. 

Tuo  sempre 
Giuseppe. 

La  parola  che  avete  interpretata  danaro  dev'es- 
sere dovere. 


(n.  del  13  agosto  1S64)  ;  Cfo,vérnò  e  Paese  (n.  del  2?  agosto  1864)  ; 

Necessità   di   voìgarizsare  la  scienza  (n.  del  10  settembre  18G4), 

(')  Erano  di  Nicolò  Lo  Savio,  quasi  in  ogni  n.  del  Dovere. 

HAZaiNl.  Scritti,  ecc.,  voi.  LXXIX  (Epistolario,  voi    XLVIII).         6 


S2  KIMSTOI.AKIO.  [1S04I 

VM.MDW  III. 
To  Emii.ik  Ariturst  Venturi,   Eastbonnu'. 

[London,   September  24th,  1SG4].  Satunlay. 

Emilie  deal', 

I  seiid    a    lettei-   t'i-om    Belfast. 

Xo  news  for  me. 

Caroline  left  tliis  morning. 

A  timid  suggestion.  Dr.  Christian  has  been  so 
kiud  to  you  and  he  so  eagerly  asks  about  your 
news,  that  he  deserves  a  note  frora  his  fair  patient, 
a  sort  of  bulletin. 

I shall  probably dine to-morrowatAubrey House:  (^ì 
they  are  perfectly  alone:   they  leave  in  a  fortnight. 


Sabato. 
Cara  Emilia, 

Vi  mando  una  lettera  da   Belfast. 

Nessuna  notizia  per  me. 

Carolina  è  partita  questa  mattina. 

Un  timido  suggerimento.  Il  dott.  Christian  è  stato  cosi 
gentile  con  voi  e  domanda  cosi  ansiosamente  vostre  no- 
tizie, che  merita  una  lettera  dalla  sua  bella  paziente,  una 
specie  di  hollettino. 

Domani  pranzerò  probabilmente  a  Aubrey  House  :  sono 
assolutamente  soli  :  partiranno  tra  una  quindicina  di  giorni. 

VMMDXVIII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risoi-gimento  di  Roma.  Non  ha  indirizzo.  [Xota  19.51  : 
La  data  va  corretta   in   [London,  August  18th.  1804].] 

(')  Dimora  abituale  di  P.   e  C.  Taylor. 


[18G4]  EPISTOLARIO.  83 

Dici  3'on  receive  tlie  Enf/lish  Leader  of  ye.sterday  ? 
ir  not,  I  shall  seiul  my  copy. 

Ever  lovinji 

JOSKPH. 


Avete  riccnnto  VEiif/lifiìi  Lcmlcr  di  ieri?  Se  non  ravclc. 
vi  nmnderò  l.i  mia  coinn. 

Sempre  affezionato 

Giuseppe. 

VMMDXIX. 

To  Emilie  Ashvrst  Venturi,  Eastbourne. 

[London,  September  24th,  18G4].  Saturday. 

Dearest  Emilie, 

I  carne  back  yesterday  from  Birmiugham  wliere 
I  spent  one  evening  :  I  am  leaving  now  for  Bardeii 
wliere  I  sliall  remain  hours,  comiug  back  tliis  very 
evening.  But  between  Birmingham  aud  Barden,  I 
send  a  word  of  love  to  Eastbourne.  I  bave  just 
been    writing    a    declaration    against    tlie   Piedmon- 

,,     .     .         „     ...  Sabato. 

Carissima  Emilia, 

Sono  tornato  ieri  da  Birmingham  dove  passai  una 
serata  :  parto  ora  per  Barden  dove  rimarrò  poche  ore, 
tornando  questa  sera  stessa.  Ma,  fra  Birmingham  e  Barden, 
mando  un  saluto  affettuoso  a  Eastbourne.  Ho  proprio  fi- 
nito  di  scrivere  una   Dichiarazione  contro   la   Convenzione 

VMMDXIX.  —  Pubb].,  iu  gran  parte,  da  E.  E.  Richards, 
op.  cit..  voi.  III.  p.  98.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo 
del  Risorgimento  di  Roma.  È  iu  una  l)usta  che.  di  pugno  del 
Mazzini,  ha  l'indirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi,  Turret 
Cottage.  Seaside  Rs  ad.  Eeastbourne.  »  La  data  si  ricava  dal 
timbro  postale. 


,S4  iri'isroi.AHio.  [1S04] 

tese-Freiich  Convention:  (M  ìiikI  I  ;ini  liying  to 
(lii'tMt  llic  ;ijj;itation  against  il.  I  lliiiik  it  is  a  CJod- 
send   for  oni-  i{*[)ul»liVan  Party. 

1  shall — in  ten  minntes — settle  with  Wolff  for  you. 

IIow  is  your  check? 

Do  you  fìnd  within  you  strength  enough — now 
that  the  fivc  uiinutes  are  out  of  question — for  loving 
me  a  little? 

Ever  your  loving 

.TOSEI'II. 

Fr.aiU'o-Pieiuoiitese  ;  e  std  teulaiido  di  dirii^ere  l'afiitazione 
contro  di  essa.  Pciìho  che  sia  un  dono  di  Dio  per  il  nostro 
Partito   repubblicano. 

Fra   dieci   minuti  —   definirò  con  Wolff  il  vostro  affare. 

Come  va  la  vostra  ciancia? 

Trovate  in  voi  forza  sufficiente  —  ora  che  i  Hnque 
ìììiiniti   sono   fuori    causa    —  per   volermi    un    pii"    di    bene? 

Sempre  affezionato  vostro 

Giuseppe. 

VMMDXX. 

To  Clementia  Taylor.  Barmouth. 

[London.   Septemher  2nth.   ISIU].  Mnnday. 

Dear  Clementia, 
One  line  ?  of  course  :  and  I  would  have  written  it 

Lunedi. 
Cara  Clementia, 

L'na    linea?   naturalmente:    e    l'avrei   scritta   prima,    se 

(>)   Recava   infatti  la  data  del  24  settembre. 

vMMDXX.  —  Inedita.  Da  una  copia  conservata  nel  Mu- 
sei) del  Risorgimento  di  Roma.  Ha  l'indirizzo  :  «  Mrs.  Cle- 
meutia   Taylor.    Post   OflSce.    Barmouth.   North    Wales.  » 


[1S(>4I  EPISTOI.AIMO.  85 

before  liad  I  kiiowii  wliero  voii  wcie.  Tlii*  coiulilion, 
so  niisiiiidiMslood  l)y  the  l'^Mj^Iish  l'ress  jukI  evcii  by 
Mr.  Tot  ter,  is  ;i  siniple  betrayal  of  tlie  IMobiscites 
and  aii  act  of  jjross  servility  to  L[()iiis]  N[apoleoii]. 
Eveii  Xaples,  which — accordili»;  to  oiir  Cabinet — was 
to  be  the  ^letropolis,  was  abandoned  to  please  L[on- 
is]  X[apoleon]  lie  naturally  wishin^  to  leave  the 
South  opened  to  ali  possible  future  schemes.  The 
émeiite  in  Turin  (M  which  is  spoken  of  as  a  mere  mu- 
nicipal  iiarrow  scpiabble,  had  for  its  only  cries  "down 
Avith  the  ininistry — down  with  French  inflnence-- 
Rome  or  Turin."  The  wliole  affair  will  be  an  im- 
mense traili  for  Olir  republican  Party. 

I  ani  toleralde  in   health,   and  bave  been   within 

sivessi  sai)Utu  dove  eravate.  I-a  condizione  delle  cose, 
cosi  mal  compre.sa  dalla  stampa  inglese  e  persino  da 
Mr.  l'otter.  è  semplicemente  un  tradimento  dei  l'iebi- 
sciti  e  im  atto  di  volgare  servilismo  a  Luigi  Napoleone. 
Persino  Napoli,  che  —  secondo  il  nostro  (Jabinetto  — 
avrebbe  dovuto  essere  la  Metropoli,  è  stata  abbandonata 
per  far  piacere  a  Luigi  Napoleone,  il  (luale  naturalmente 
desidera  lasciare  il  Sud  aperto  per  tiualunque  sistemazione 
possibile  nel  futuro.  La  énnutc  di  Torino  dalla  quale  si 
parla  come  di  un  semplice  e  ristretto  malcontento  muni- 
cipale, ha  lanciato  solamente  queste  grida  :  «  Abbasso  il 
Ministero  —  abbasso  l'iutluenza  francese  —  Roma  o  To- 
rino. »  Tutto  l'affai'e  sarà  un  immenso  guadagno  per  il 
nostro   Partito   repubblicano. 

Io    sto    discretamente    in    salute,    e    sono    stato    in    una 

(')  Le  sanguinose  repressioni  del  21  e  del  22  settembre  1SG4 
contro  la  cittadinanza  cbe  aveva  tumultuato  per  la  Convenzione 
di  .settembre.  Ved.  T.  Rossi  e  F.  G-^botto.  Le  giornate  di  set- 
tembre a  Torino  nel  186 '/.  seor,ndo  vecchi  e  nuovi  documenti  (in 
Il  Risorgimento  Italiano,   a.   Vili    [1915],   pp.   1-96). 


S(i  Kri.STOl.AUM».  [1S041 

the   s;mi('   wcck    to    10;isll)ouni(' — lo    IJiirdcii     ;inil    lo 
l'Iiniiii.uliJiiM  I   Olle  (l;iy  cjicli    place. 

.Icssic    is    licic,    l)ul    Iciiviiii;    I*Ji.niaii<l.       1    rcj^ret 
VOMÌ-  noi   Iia\  iiiii  secii  licr. 

Caroline  is  now   in   London. 

Bessie  and   \\'[illiain]   liave  l)een   in   l>ri}j;hton  ali 
the  week  :  lliey  eome  back  to-day. 

Kmilie   is   toleraldy   well    in   jjeneral    lieallli;   hnl 
ahvays  bothered   hy  Ikm-  clieek. 

T    had    an    nnexpected    cali    from    ^Irs.    Malleson 
and  ^liss  Remon»!  whilst  1  was  in  Birmiiifjhani. 

Love  to  Peter.    AVlien  do  you  come  back?     Why 
don't  you  say  anythini;  about  yonr  health? 

Evev 

youi's   vei-y  affectioiiately 

Joseph. 


sola    settiiiiaii.i    a    Eastliouriu'    —    a    P>ardeii    —    e    a    ISir- 
minghaiii  1    un    .uioriio    per    ciascmia     Idealità. 

Jessie    è    '\v.\.    ma    lascia     riu.iihiltt'rra.    'Sii    spiaci'    che 
ii.)ii    l'altlìiate   vista. 

Caroliua  ora  è  a  Londra. 

Bessie    e    AVilTani    son  )   stati    a    r>ri,nlit(in    Ir.tta    la    set- 
timana :    tornano    o,s;;jci. 

lOmilia    sta    discretamente    Viene    eome    salute    in    gene- 
rale ;  ma  sempre  tormentata  nella  guancia. 

Ho    avuto    una    visita    inaspettata    da    Mrs.    Mallescai    e 
da  Miss  Remond  quando  ero  a  Birmingham. 

Affettuosità   a   l'eter.  Quando  sarete  di   ritorno?   Perché 
non  dite  nulla  della  vostra  salute? 

Sempre 

affeziouatissimo  vostro 

GlUSE^'PE, 


I  1S(;4  I  ll'ISTOIAKM).  .S7 

VxMMDXXI. 

A  Madami;  ;\Iakik  d'Auoij.t,  m   I';iri.s. 

[Loiidifs]     liC»  septoiubre    [18(54 J. 

M;i(liUiu'  v\  ;iinie 

Avant  toni,  iiieici,  trois  fois  merci  pour  votre 
pliotoi^raphe.  Oni:  «  Diii'ch  Wahreit,  Freiheit  »  c'est 
ma  (levise  aiissi,  mais  qiiant  à  atteindre  le  Vrai, 
si  les  deux  termes  Liberté,  Association  ne  sont  pas 
inséparablement  lénnis  —  si  le  mot,  la  conseience 
indivi;lnelle  et  la  Tiadition  ne  s'iiai-monisent  pas  à 
clia(pTe  pas,  je  ciains  qne  nous  n'avancerons  pas* 
boanconp  an  delà  d'nn  pi-otestantisme  intellectuel  : 
ce  sont  les  deux  ailes  de  Toiseau. 

Voiis  étes  bien  feroce  à  Tendroit  de  mes  ])au 
vi-es  Slaves.  Ils  ont  trois  i;randes  clioses  ponr  enx. 
Ils  naissent,  ils  viennent  à  la  vie:  nous  mourons; 
nons  monrons  pour  nous  transformer  pour  renaìtre, 
je  le  venx  bien  ;  toutefois,  c'est  d'un  coté  le  ber 
ceau,  de  Tautre  la  tombe  de  tont  un  ordre  de 
cboses  :  htissez-moi,  vous  femme,  m'intéresser  au 
berceau.  En  second  lieu,  ils  ont  seuls  aujourd'liuì. 
dcpuis  la  mort  de  Goethe  et  de  Byron,  la  seule  poesie 
spontanee,  vivante,  respirant  l'action  qu'il  me  soit 
donne  de  connaitre.Vous  me  citez  Mickiewicz  que  j'ai 
connu  ;  il  n'est  pas  le  seul.  Ils  ont  Maìcseslci,  Ga- 
rcziinslxì,  ZalcsJci,  Krasin!<ld.  Il  y  a  plus  de  poesie 

VMMDXXI.  —  Pul)bl.  in  G.  Mazzini,  Lettres  à  D.  Stern. 
ecc..  cit..  pp.  21-29.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo  del 
Risorgimento   di   Roma    (fondo    E.    Xathan).    Non    ha    indirizzo. 


ss  KIMKTOI.AKK).  llSCt] 

(liiiis  un  (k's  c'inbi-assciiitMis  (jue  Zaleski  donne  ù 
irrkraìne  et  à  ses  Kle])i)es,  j)lns  de  poesie  dans 
qnehiues  scènes  dii  Drame  de  Krasinski,  dans  son 
h'rrv  (le  Cct«tra,  dans  son  Prisounicr,  que  dans  toutes 
les  élégies  de  Lamaitine  et  dan.s  toutes  les  poésies 
eu  bas  relief  de  Mctoi-  Hugo.  La  vie,  l'action,  le 
sentiment  d"une  tàche  à  aceomplir.  lemnent  daus 
t(>ut  ce  que  ces  hommes  qne  vous  appelez  ineptes, 
écrivent.  Enfin,  mon  amie,  ces  liomraes  ces  Slaves 
que  vous  méprisez,  savent  le  martyi-e  (jue  nous  ne 
connaissons  plus  :  il  i)i-ient  et  cond)attent,  tandis 
(jue  nous  diplomatisons:  ils  luttent  et  lutteront, 
soyez-en  sùre,  jusqu'à  ravènement,  tandis  que  nous 
iaisons  de  Voinìortumsme  entre  le  tombeau  de  la 
Pologne  et  celui  du  Danemark.  A  force  de  l'analyser, 
nous  avons  tue  la  vie.  ^'otre  race  germanique,  c'est 
la  criti(iue,  c'est  la  pensée  saus  l'action.  Son  unite 
n'a  i)as  un  martyr  depuis  1848.  La  Pologne  tout- 
entière  est  un  seul  martyr. 

J'avais  devine  la  raison  par  lacpielle  vous  n'aviez 
])as  envoyé  le  livre  sur  l'Italie.  Et  c'est  pourquoi  je 
tiens  à  l'avoir.  (^  Il  y  a,  dans  cette  hésitation,  un 
doute  que  je  n'aime  pas  et  que  je  sais  ne  pas  mé- 
riter.  Non  ;  vous  n'avez  rien  à  craindre  de  mes  im- 
pressions:  le  blàme  m'a  quelquefois  rendu  triste, 
quand  il  m'arrivait  d'une  voix  amie  et  aimée;  jamais 
il  ne  m'a  rendu  injuste;  jamais  il  ne  m'a  fait  reagir 
contre  celui  (jui  le  prononcait.  J'ai  de  profondes 
coìivictious  ;  je  n'ai  pas  l'ombre  d'orgueil.  Cattaneo 
a  écrit  sur  moi^  dans  quelques  notes  de  son  Archivio, 

(')  Il  V(;l.  :  Florence  et  Turiti,  études  d'art  et  de  poìitique, 
remiiiisceiize  de'  suoi  frequenti  viaggi  in  Italia,  che  Mad. 
d'Agoult  aveva  pubbl.   a  Parigi  nel  1802. 


[1,S(;4J  Kl'ISTOI.AKIO.  89 

ilcs  clioscs  s()iiv(M-;ihu>meiit  injiistos;  non  seiilenioiit 
j'iii  c'crit  Vìi  loiijuit  VA  r<  hi  rio;  mais  chatiuc  fois  (pie 
jc  vais  (lans  le  Tessin,  je  le  vois,  je  discute  avec  lui. 
je  le  traile  en  ami  :  (|uel(iiies  erieiiis  sur  moi  ne 
cluiufient  en  rien  mon  apjìréciation  de  ses  hautes  fa- 
cultés  et  de  sa  i)r<)ton(le  honnèteté  politique.  Vous 
me  parlez  de  Manin.  Ètes-vous  bien  sfire  de  connaìtre 
à  fond  le  caraetère  de  notre  dissentiment?  Avez-vous 
lu  les  trois  lettres  que  je  lui  adressai  par  la  presse, 
lors<pi'il  parla  de  la  «  théorìe  du  i)oignard?».  Il 
était  jjrand  et  j*ai  conscience  de  l'avoir  traité  comme 
tei.  Mais  il  faussait,  selon  moi,  sans  le  savoir,  le 
caraetère  de  notre  mouvement:  il  démoralisait  l'Ita- 
lie qui  n'est  pas^  (jui  ne  peut  pas  étre  monarclii(pie, 
en  voulant  la  monarchiser:  il  fondait  à  son  insù 
cette  école  opportuniHte,  matérialiste,  qui  menace  de 
nous  étouffer  au  berceau  ;  et  je  lui  écrivis  ce  que 
j'eu  pensais  en  Tadjurant  de  nous  revenir.  Est-ce 
là  étre  injuste? 

Veuillez  bien  me  comprendre.  Ce  n'est  pas  à 
ritalie  matérielle  que  je  tiens:  c'est  à  l'ame  de 
l'Italie,  à  sa  mission  dans  le  monde,  à  sa  grandeur 
morale,  à  sa  fonction  religieuse  dans  l'Humanité:  à 
son  Education  en  un  mot.  Si  l'Italie  devait,  tout  en 
n'ayant  plus  de  carcere  duro  et  ne  payant  plus  ses 
impòts  à  Fétranger,  rester  telle  qu'elle  est,  telle 
qu'on  cherche  à  la  fa  ire,  servile,  sceptique,  oppor- 
tuìiiste  —  cet  horrible  mot  revient  toujours  sous 
ma  piume,  car  il  résumé  parfaitement  notre  école 
monarchique  —  n'adorant  pas  des  principes  mais 
seulement  des  intéréfs,  ne  remplissant  pas  un  róle 
d'apostolat  dans  le  monde,  je  préférerais  la  tyrannie 
étrangère,  sous.  laquelle  elle  se  débattait  en  se  re- 
trempant.    Blàmez-moi  ;    c'est   votre   droit,    si    vous 


«HI  EPiK'nii.Aiud.  [1804] 

croycz  (pu'  Jc  le  mèrito;  mais  partoz  loiijouis  de  ce 
poiiit  (le  vile  itctiir  jiiiici-  Ines  éerits  oii  ines  aotes. 
Et  (|n(>i(|u"il  eli  soli,  ne  ci-ai^iiez  ]»as  de  me  méeon- 
tenter  eii  etani  flanelle  et  sevère.  Je  tieiis  beaiieoui), 
natiirellemeiil.  à  votre  suffrajre  :  je  tieiis  heaiieoiii» 
])lus  à  ce  <iiie  iios  ra])])()i'ts  soieiit  sur  un  terrain  de 
sinceri  té  sans  limites. 

Je  ne  connais  i)as  les  dialojiiies  de  l'hébren  doni 
vous  me  itarlez.  L'Évangile  éternel  liii-méme  n'existe 
l)as;  ou  s'il  existe^  c'est  aii  fornì  de  quelqne  hameau 
de  la  Calabre  dont  ou  ne  Fa  pas  déterré.  Pent-étre 
n'a-t-il  jamais  existé;  et  les  disciples  de  Joachira 
Font  déduit  de  propositions  éparses  dans  ses  livres 
A /wealypsis  Nora,  Psalterium  decem  chordanon  etc.. 
dont  de  longs  fragments  existent  épars  qr  et  là 
dans  de  vieux  livres  oubliés,  tels  que  les  ^^enp- 
torcH  Dominic.  de  Jacques  Éckard.  Ce  J.  Éckard 
déclarait  les  avoir  extraits  d'un  ms.  existant  à 
votre  bibliothèque  de  la  Sorbonne.  J'aurais  fait  des 
reeherches  moi-méme,  si  Paris  ne  m'avait  pas  été 
tou.iours  interdit.  excepté  en  1848,  lorsque  j'avais 
bien  autre  chose  à  faire.  Le  moine  Gerhard  ])ublia 
deux  sièeles  et  demi  après  Joachim,  une  Introdncfioii 
à  VFjvanrfiì  éternel;  mais  ce  livre  fut  brulé  par  Fln- 
quisition  :  et  le  Franciscain  Jean  de  Parme  qui  li- 
vrait  en  méme  temps  aux  adeptes  Fexposition  de 
la  doctrine  de  Joacliim  fut  également  persécuté  cora- 
me hérétique.  Il  v  aurait  bien  de  reeherches  à  faire 
dans  les  bibliothèques  Italìennes.  au  midi  surtout  et 
à  Eome:  et  je  les  aurais  bien  dirigées  si  votre  Empe- 
reur  ne  m'avait  condamné  à  combattre  d'abord,  puis 
à  partir.  Elles  se  feront  un  jour  sans  moi.  Il  m'est 
impossible.  dans  Fétat  actuel  de  l'Italie,  de  m'occu- 
per  d'autre  chose  que  de  conspirer  pour  rendre  ine- 


[lSfì41  EPISTOLARfO.  91 

vitsihic  Ir  iiionvcnient  de  hi  \'(''iu''l ic  ci  l:i  jiucirc  à 
rAutriclic.  LA.  dmis  cctte  iiccessitt''  du  1r;iv;iil  jxmr 
ractioii.  )>our  li»  (|uesti()ii  jioliticiiic,  jxMir  oi-j^auiscr 
riH-sfniinrnt  de  l'jiveiiii-.  est  la  plaic  de  tonte  ma 
vie.  \'()us  l'iiiez  si  voiis  poiiviez  voii-  les  notes,  les 
mrinontiula,  les  jnojets  irécrits  et  de  travanx  \n\- 
rement  intellectuels,  (jue  j'ai  consijfné  snr  des 
moreeaux  volants  de  papier^  lorscpie  je  me  her- 
(;ais  de  l'espoir  (pie,  Fiinité  conquise,  j'aniais  j)U 
avoir  qnelques  années  d'isolément  et  de  liberto!  (^) 
La  féte  Dantesque?  (-)  Mon  Dien,  qne  vons  dire 
qui  puisse  ajouter  à  ce  qne  vons  savez  I  Dante,  com- 
me  tous  les  grands  prophètes.  révit  anjonrd'lmi: 
il  révit  dans  l'Unite  Italienne  qui  se  fait  et  qu'il 
a  prévn  :  il  révit  dans  la  mission  Italienne  qui  liiit 
à  riiorison.  C'est  bien.à  TFnité  Nationale  qn'il  sa- 
crifìait  jnsqu'an  privilège  dn  lanjrage  tosran  ponr 
le  snbmeri^er  dans  eette  lancne  qn'il  appelait  aulica, 
et  dans  laqnelle  il  fondait  tons  les  dialectes  d'Italie. 
Et  il  Ini  sacrifiait  Florence  elle-méme.  Vons  savez 
(ine  jnsqn'aux  pierres  de  Rome  Ini  étaient  saerées; 
qne  c'était  là  ponr  Ini  la  Ville  prédestinée.  provi- 
dentielle;  qn'il  ne  ponvait  admettre  d'Antorité  nnlle 
part  aillenrs.  C'est  donc  à  Rome,  au  point  le  plns  éle- 
vc,  snr  le  Pincìo  [sicli  on  monrnt  le  Tasse,  on  aillenrs 
snr  Monte  Mario,  par  exemple.  qn'nne  statne  colossale 
dévrait  Ini  étre  erigée.  dominant  Rome.  Les  Ttaliens 

e)  Esiste  nel  Museo  del  Risorgimeuto  di  Roma  un  vastis- 
simo materiale  autografo,  in  parte  composto  di  foglietti  vo- 
lanti, nei  (iiuìli  il  Mazzini  annotò  le  impressioni  ricevute  dalle 
sue  sterminate  letture  per  ogni  branca  del  sapere  umano.  Vi 
sono  pure  annotate  le  sue  indagini  sulla  vita  e  gli  scritti 
dell'abate   Giovacchino. 

(-)  Quella  per  l'ottavo  centenario   della   nascita   del  poeta. 


02  KIMSTOI. vitto.  ri'^<'»-ll 

«lo  Koiné  Ini  jnlrcsstM-ont,  cn  se  Icv.int,  In  i»ii(*i-o  dn 
unitili  ci  Ini  (IcinjindiM-ont  nnc  inspiialion  pour  la 
jonriu'c.  La  lète  floientine  ne  jM'iit  T'tie  «Ione  (in'nno 
n()l)Ie  expiation  et  nn  in-ogrammc  (pii  s'a('comi)lii-a 
lót  on  taid  à  Home.  N'est  ce  pas  là  une  idée  «jiie 
voiis  |>oniiiez  <léveloi)i)ei-  et  (jni  nous  seiait  utile  à 
nous  anssi?  La  ■/cune  Italie  avait  fait  de  Dante  dès 
ral)or<l  son  patron.  Nous  l'avons  tonjouis  oppose 
à  Machiavelli,  comnie  on  op])ose  la  synthèse  à  l'ana- 
lyse,  le  eioyant  à  l'anatomiste,  le  piincijje  au  fait. 
Et  ehose  curieuse  I  la  première  ins])iration  du  gou- 
vernement  modéré,  je  crois  sous  la  dictature  en  To- 
scane de  votre  Kicasoli,  a  été  celle  de  voter  une  som- 
me ponr  une  statue  ou  une  édition  <le  Machiavelli:  la 
première  inspiration  populaire,  aujourd'hui  que  notre 
élément   se  róveille,   est   elle   d'une   féte   Dantesque. 

Quant  au  travail  de  l'Eucyclopédie,  je  n'ai  mal- 
heuresement  i)as  le  temps  ])Our  ce  qu'ou  appelle 
collaboratioi).  ^lais  envovez  moi  (ral)ord  programme, 
etc:  eusuite  adressez-moi  une  serie  de  (]uestions: 
j'y  répondrai  au  courant  de  la  piume,  mais  très  con- 
sciencieusemeut.  Idées  et  faits,  je  vous  donuerai  tout 
ce  qu'il  me  sera  possible  de  vous  donner.  Laissé 
dans  le  vague,  dans  la  généralité  du  sujet,  sans 
iiìdication  sans  trace  de  ce  qu'il  vous  convient  de 
savoir,  je  uè  ferai,  en  y.employant  trois  frois  autant 
de  temps,  rien  qui  valile. 

Cui,  j'ai  re^'U  le  premier  article.  Merci. 

Adieu,  Madame  et  amie;  je  vous  aurais  répondu 
plus  tòt,  mais  j'ai  été  trois  jours  en  province,  et 
je  n'ai  eu  votre  lettre  qu'à  mon  retour. 

Votre  tout  dévoué 
Joseph. 


[18041  tTISTOI.AKIO.  f)'A 

VMMDXXII. 

To  Emii.ik  AsiiiTRRT  Venturi,  Eastbourne. 

[London.    Sciitonibi-r  2()th,   1S()4J.   Mondjiy. 

Dearest   Emilie, 

I  paid  the  enclosed  to  W[olf1'].  He  spoke  of  iio- 
thing  else;  biit  to-day  seeiiii»'  him,  I  shall  insist.  I 
think,  however  he  will  persist.  Punch  (V)  was  meaiit 
as  a  i)i'eseiit,  but  carriages,  etc.  he  oiight  to  daini. 
There  are  six  bottles  of  wine  coming  from  some 
merchant   for  yoii   care   of   Mrs   Frauce.      I   under 


Lunedi. 
Carissimn  Emilia, 

Ho  pagato  a  Wolff  1"  aceliiiisn.  Non  ha  parlato  di 
nient'  altro  ;  ma  oggi  vedendolo,  insisterò.  Penso,  però, 
che  persisterà.  Il  Punch,  era  inteso  come  un  regalo,  ma 
egli  dovrebbe  farsi  rimborsare  il  porto,  ecc.  Ci  sono  sei  bot- 
tiglie di  vino  arrivate  per  voi  da  non  so  qual  negoziante 
all'indirizzo    di    Mrs.    Franca.    Non    capisco    niente  ;    ma 


VMMDXXII.  —  Pubbl.,  in  parte,  da  E.  F.  RicHarDs.  op. 
cit..  voi.  Ili,  p.  98.  L  autografo  si  conserva  nel  Museo  del 
Risorgimento  di  Róma.  È  in  una  busta  che,  di  pugno  del  Maz- 
zini, ha  l'indirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi,  Turret  Cottage. 
Seaside  Road.  Eastbourne.  »  La  data  8i  ricava  dal  timbro 
postale. 

(')    Il    noto    giornale    umoristico    inglese. 


!H  EPISTOLARIO.  [1864] 

stand  nothing;  Imi  jx'ihap.s  AV[illiuin]  will  kiiow. 
Jessie  is  beve,  leaviii^  today  and  then  Eiigland  oii 
W'cdnesday.  Ilarriet  Cj  is  j;()ing  witli  lier  to  <lull 
Feiiaia.  (-)  She  carne  to  me  with  Enrico,  and  was 
very  iniuli  iiioved  on  leaving,  poor  girl.  I  am  very 
soi-ry  for  you,  dear:  cali  it  tootli-ache  or  abcess, 
tlicrc  is  tliere  evidently  something  to  be  radically 
cnrcd.  JJessie  and  \V[illiam]  are  coming  back  from 
I5rigliton  to-day,  1  believe.  Ves,  this  Franco-Italian 
affaii-  will  do  a  great  deal  of  good.  Rnt  think  of 
the  l'HÌfà  not  speaking  one  word  aboiit  the  Con- 
vention and  attacking  violently  the  Tnrin  people 
in  the  Turin  correspondence  !  (*')    With  a  little  clever 


forse  W[illlam]  ne  saprà  qualche  cosa.  Jessie  è  qui,  parte 
oggi  e  lascerà  poi  1" Inghilterra  mercoledì.  Harriet  l'ac- 
compagna nella  triste  Ferrara.  Venne  a  trovarmi  con 
Enrico,  ed  era  molto  connnossa  nel  partire,  povera  ra- 
gazza. Mi  spiace  molto  per  voi,  cara:  chiamatelo  mal  di 
denti  o  ascesso,  c'è  evidentemente  tinalche  cosa  che  deve 
essere  curata  i-adicalmente.  Bessie  e  William  tornano 
da  Brighton  oggi,  credo.  Si,  (luesf  affare  franco-italiano 
farà  del  gran  bene.  Ma  pensate  all'Unità  che  non  dice 
una  parola  della  Convenzione  e  poi  attacca  violentemente 
il    popolo    torinese    nella    corrispondenza    da    Torino  !    Con 


(')    Enrichetta,    figlia    di    Sara    Nathau, 

(-)    Se    non    a    Lendliiara     presso    Ferrara,    dov'era    nato 
Alberto    Mario. 

(')    Specialmente   nelle   corrispondenze   da   Torino   dei   20  e 

21  settembre,    inserite    nell'Unità   Italiana    di    Milano   dei   21    e 

22  dello   stesso   mese.    La   seconda    cominciava   cosi  :    «  L'irrita- 
zione  della   lìorghesia    torinese   è  ginuta   al   suo   parossismo,   ed 


[1S(Ì4I  EPISTOLARIO.  itH 

maiiagenieni  we  woiild  get  favoni'  with  a  popiila- 
lion  which  ha.s  ever  beeii  decidedly  hostile.  1  liave 
sent  a  Declaiation  of  open  war  to  the  Government. 
We  shall  talk  a^aiii  aboul  ali  tliis;  and  abont  the 
monev-niakiug  affair,  soon,  To-day,  owing  to  Jessie. 
Hairiet,  etc,  I  am  in  a  huri-y.  I  saw  the  Examincr. 
Nevei-  miiid  the  tliickness  of  the  volume;  and  think 
that  pait  of  it  will  be  in  smaller  type.    Ever 

your  loving 
Joseph. 


un  coiuportainento  un  po'  abile,  potremmo  aequistare  il 
favore  di  una  popolazione  che  ci  è  sempre  stata  decisa- 
mente ostile.  Ho  mandato  una  dichiarazione  di  guerra 
aperta  al  Governo.  Parleremo  ancora  di  tutto  «piesto  :  e 
dell'affare  della  raccolta  del  danaro,  presto.  Oggi,  a  causa 
di  Jessie,  Harriet  ecc.,  ho  fretta.  Ho  visto  VE.raminer. 
Non  importa  la  grossezza  del  volume  ;  e  pensate  che  luia 
parte  sarà   in   carattere  più  piccolo.   Sempre 

vostro  affezionato 

GlUSEiPPE. 


assume  il  linguaggio  e  il  contegno  del  pii'i  schifoso  municipa- 
lismo. Io  non  mi  farò  eco  delle  stolide  minacce,  delle  insulse 
accuse,  delle  odiose  provocazioni  jhe  si  odono  contro  le  per- 
sone dei  ministri  ;  ve  Uè  ho  dato  ieri  qualche  cenno,  e  basta. 
Soltanto,  vi  dii-ò  che  1  interesse  ha  talmente  acciecati  questi, 
sinora  beati  gaudenti,  che  danno  in  escandescenze  riprovevoli 
e  ridicole,  anche  i  più  moderati  anche  coloro  che  erano  comu- 
nemente considerati  per  ui  mini  seri.  »  Solamente  nei  nn.  dei 
26,  27  e  28  settembre  1864  l'Unità  Italiana  di  Milano  cambiò 
tono,  inserendo  tre  artt..  intitolati:  A  uovi  accordi  colia  Francia, 
nei  quali  si  condannava  la  Convenzione  di  settembre. 


96  EPISTOLARIO.  [lSfi41 

VMMDXXIIT. 
A  Felice  Dagnino,  a  Genova. 

[Lou(li:i|.  27  .settembre   [18G-1]. 
Amico, 

Il  giovine  Polacco  che  vi  reca  questa  è  uno  dei 
migliori  nostri:  inoltre,  capace,  attivo,  onestissimo, 
tipo  (li  buono.  \'orrebbe  occuparsi  di  fotografia  o 
altro.  Ve  lo  raccomando  caldamente  e  per  mezzo 
vostro  a  tutti  i  miei  buoni  amici.  Ilo  la  testa  ma- 
lata e  non  posso  scrivere:  dove  no  scriverei  a  Scotto 
e  ad  altri.  Ma  fate  voi  le  mie  parti. 

Scrivete.  Amate  il 

vostro 
Giuseppe. 

Faceste  stampare?  Xon  so  più  nulla  «li  voi. 

Raccomandate  anche  ad  Elena  e  Achille  Sacchi 
da  parte  mia  ed  a  Mosto  quando  ritorna. 

Se  potete  per  mezzo  !<ienro  far  avere  l'unita  al 
sig.  Rosario  Bagnasco,  via  del  Protonotaro,  n.  18. 
Palermo,  mandatela.  —  Dove  no,  vogliate  fare  una 
prima  coperta  e  scriver  sopra:  da  mandarsi,  per 
preghiera  di  Edoardo  Pantano  a  Rosario  Bagnasco, 
via  del  Protonotaro.  u,  18.  Palermo,  poi  un'altra 
fascia  :  sig.  Alfonso  Giangrasso.  Assoro,  Prov,  di 
Catania,  Sicilia,  e  mandatela  per  la  posta. 

vMMDXXIII.  ' —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel- 
l'Istituto Mazzinianr»  di  Genova.  A  tergo  di  esso,  di  pugno  del 
Mazzini,   sta  l'indirizzo  :    «  Sig.   Felice   Dagnino.   Caffè   Ligure.  » 


[18(>41  KprsTor.AKio.  07 

VMMDXXIV. 

To  Emii-ik  Asiiriisr  Vkntuki,  Eastlxmriu'. 

I  Lniidiiii     ScptcìiilKT  27th.   1S(Ì4].  Tuosday. 

Deni-pst    lOiiiilie, 

The  ])i'eteii(le(l  expenccs  ol'  W[olff]  amouiit  lo  a 
liillc:  Punch  excepted  whieli  he  sent  as  a  preseiit. 
And  hei-e  is  the  list.     1  have  paid  him. 

Why  a  present  of  wine  to  me!  Why?  Are  you 
so  swimmiii*»  in  wealth?  Nevertheless,  I  accept  with 
Cll'ateful   feeling^. 

The  more  I  think  about  the  money  question^  the 
moi-e  sceptical  1  grow  about  English  money  iioir. 
The  few  friends,  Peter,  etc,  Avill  give  more  if,  near 

Martedì. 
Carissima  Emilia, 

Le  pretese  di  Wolff  sommano  a  una  sciocchezza  : 
senza  il  Puiicìi,  clie  mandò  in  dono.  Ed  ecco  il  conto. 
L'ho  pagato. 

Perché  mi  regalate  del  vino  !  Perché?  state  nuotando 
nell'abbondanza?  Ciò  non  ostante,  accetto  con  ricono- 
scenza. 

Più  penso  all'  affare  del  danaro,  pili  divento  scettico 
sul  danaro  inglese  ora.  I  pochi  amici,  Peter,  ecc.  daranno 
di    pili    se,    verso   marzo,    troverò    il    coraggio    di    dir    loro  : 

VMIMDXXIV.  —  Pubi,  da  E.  F.  RichaRds,  op.  cit.. 
voi.  Ili,  1).  101.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo  del  Risor- 
gimento di  Roma.  È  in  ima  busta  che,  di  pugno  del  Mazzini, 
ha  l'indirizzo  :  «  Mr.s.  Emilie  A.  A'enturi,  Turret  Cottage.  Se;'.- 
side  R;  ad.   Eastbourne.  »   La  data  si  ricava  dal  timbro  j-ostalo. 

Mazzini,  Scritti,  ecc.,  voi.  LXXIX  (Epistolario,  voi.  XLVIII).        7 


OS  EPISTOLARIO.  (ISCH 

llie  Miu-cli  I  sliiill  limi  coui-iigc  l'oi-  sayiiig:  "I  am 
f^oing  to  Italy;  will  y<>u  licli»  me  lo  move  oii  llic 
X'tMietia?'  Oi-^  ir  I  sliall  in>l  have  coiii-age  ciionj^li, 
thcii  will  he  tlic  liiiu*  l'oi-  oiic  of  yon  to  speak  and 
say  to  llicin:  "  lic  wislics  lo  asU,  hut  does  iiot  liUe 
to  (lo  so."  Aiid  S])ain  is  vcvy  vaj^nc:  and  wliat 
litllc  cnn  \ìv  doiic  in  l>('!i;iuni,  can,  I  dare  say,  be 
doiH'  hy  Icltcìs.  1  sliall  write  one  in  Frcnch  to  yon 
and  ('ail(H  and  yon  will  send  it. 

1  stili  stick,  l'or  Ilio  presont.  to  niy  old.  always 
!»alt"le<l.  sclienic.  lOveiy  one  oi'  ii.s,  I  nican  bclievtM-s 
in  the  tliing  ami  in  niyseli'^  oniiht  to  bind  bimself 
or  berseli'  to  pay,  as  yon  do,  the  monthly  shilling: 
and  eonsitler  biniseli'  or  berself  the  head  of  a  little 
nnelens,  tryinu  to  ^et  bere  oi-  in  Ttaly  or  elsewhere, 
a)non«>st   friciids  a    l'ew   wbo   will   ilo  the  sanie,  and 


«Va<lii  in  Itnliii  :  voloto  .'linliiniii  ad  afi:ire  nel  ^'eneto?  » 
O,  se  non  avrò  il  coraK»i<>  die  basti,  (lìlara  sarà  venuto 
il  tempo  perché  una  di  voi  parli  e  dica  loro:  «Desidera 
chiedere,  ma  non  si  sente  di  farlo.  »  E  la  Spagna  è  molto 
vaga  ;  e  quel  poco  che  si  può  fare  in  Belgio,  può,  oso 
dire,  essere  fatto  per  lettera.  Ne  scriverò  una  in  francese 
a  voi  e  a  Carlo  ;  e  voi  la  manderete. 

Per  ora.  mi  attacco  ancora  al  mio  vecchio  disegno, 
sempi'e  sfumato.  Ciascuno  di  ììoi,  intendo  credenti  nella 
cosa  ed  in  me.  dovrebbe  impegnare  se  stesso  o  se  stessa 
a  pagare,  come  fate  voi,  lo  scellino  mensile  :  e  conside- 
rare se  stesso  o  se  stessa  capo  di  un  piccolo  nucleo,  e 
cercar  di  trovare  qui  o  in  Italia  o  altrove,  fra  gli  amici, 
qualcuno  che  voglia  fare  lo  stesso,  e  fra  le  rnnosceuse 
qualcuno  che  voglia  dare  uno  scellino  o  un  franco  per 
una  volta  sola  :  questo  fino  alla  fine  di  febbraio.  In  marzo, 
cercheremo   di    frapiur    leu    f/rnudn    cnnim. 


tlSr»-!^  KPISTOI.AUIO.  Oì» 

jimonj^st  <icqii(iiiitaììr('s  some  wlio  will  give  a  sl)illi)i<i; 
or  traile  tor  once:  tliis  down  to  the  end  of  February. 
In   .Marcii,  \ve  sliall  fnipper  Ics  i/rtiiids  coiips. 

loxplain  ali  this  to  Carlo,  and  act  in  eonsequenee. 
V\'liilst  cadi  does  Avliat  he  can,  eacli  on<;ht  to  tliink 
wild  inake  a  kind  n\'  statistica!  table  ol'  ali  lliose  to 
wlioin  thrii  we  shall  ai>|>ly  for  an  otfer. 

1  ani  tryin^  lo  do  llie  suine  thin^  in  Italy. 

Kver  ^,^^..„^, 

Joseph. 

Spiegate  tutto  ipiesto  u  Carlo,  e  agite  di  citiisefixieiixa. 
Mentre  ciascuno  fa  del  suo  meglio,  ciascuno  dovrchlic 
pensare  a  preparare  una  specie  di  statistica  di  tutti  queUi 
ai   (juali   fiUoni    ci    rivolgeremo   per   uirotferta. 

Sto   tentando  di   lare   la   stessa    eiisa    in    Italia. 

Sempre 

affezionato 

Giuseppe. 

VMMDXXV. 

A  Sara  Nathax,  a  Tengano. 

[-Londra],  29  .settemljre   [1864]. 
Amica, 

Voi  pure  tacete.  Pazienza. 

Ho  veduto  Enrichetta  prima  della  partenza  :  com- 
mossa e  io  pure.  Jessie  ha  ottenuto  corrispondenza 
coi  giornali  di  qui  e  se  Mario  non  s"è  già  legato, 
andranno  a  Firenze. 

Ho  tutta  questa  settimana  lavorato  insolitamente 

VMMDXXV.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  no]  Mu- 
seo del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  A  ts-rgo  t(i 
esso,  di  pugno  del  Mazzini,  sta  l'indirizzo  :  «  Sarina.  » 


llKI  EPISTOLARIO-  [18C4J 

pel  SiuljSopiatutto  per  roiganizzazione  repnbblicaua. 
Farò  per  ogni  tlove  quanto  potrò.  Ma  non  vi  nego 
clu'  lo  fo  c.ol  core  morto.  11  materialismo  italiano 
mi  spaventa.  L"  esagerazione  di  taluni  fra  i  nostri 
che  vogliono  il  fine  senza  occuparsi  dei  mezzi,  la 
nimicizia  inesplicabile  a  me  d'altri  come  Mario,  il 
dualismo  tra  < Jaril)[aldi]  e  me,  la  qua.si  impossibi- 
lità di  danaro,  la  riluttanza  a  una  pratica  organiz- 
zazione, e  venti  altre  cagioni  mi  inchiodano  uno 
scontorto  inesprimibile  nell'anima.  Xever  mind. 

Come  trovate  la  salute  di  Giannetta?  Come 
state  voi  stessa? 

Emilia  sta  meglio.  Tutti  gli  altri  tollerabilmente 
bene. 

Addio  :  ricordatemi  a  tutti  e  credetemi  con  amore 
sempre  vostro 

Giuseppe. 

VMMDXXVI. 

AL    DIBETTORE    DELL'  «  UXITA    lTALL\>"A,  »    a    Milano. 

[Londra].  29  .settembre   [3864]. 
Amico, 

In  un  lungo  articolo  inserito  nel  Crepuscolo  di 
Modena  del  28  .settembre  e  firmato  A.  Mario,  trovo 
le  seguenti  linee: 

«  Mazzini....  poco  fa  tentò  pratiche  d'  accordo  e 
«  di    sincera    amicizia    col    re,    chiedendo     denari     e 

VMMDXXVI.  —  Inedita,  perché  non  fu  mai  publd.  nel- 
VUnità  Italiana  di  stilano  per  le  ragioni  esposte  nella  lettera 
VMMDXXIX  a  p.  100.  Lautografo  si  conserva  nel  Musco  del 
Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Il  Mazzini  tornò  sul- 
l'argomento nell'art.  :  Ma::zini  e  Vittorio  Emanuele,  pubbl.  nel  Do- 
lere del  17  giugno  18(55,  a  proposito  della  nota  frase  di  F.  Crispi. 


Ii,s(;il  lii'isroi. Alilo.  un 

«  jijf('V(>l('Z7A'  pel  moto  (Iella  N'ciicziii....  e  il  ic  co! 
«  niez/.o  (lì  \'inu'i-('ii(i  C)  juli  maiiih)  in  i-isposln  clu' 
«  non  ne  voleva  sapere.  » 

Credo  debito  mio  dicliiarai-e,  non  a  clii  scrisse 
l'ari icolo,  ma  a'  miei  amici: 

Che,  nel  contallo  al  (piale  s'accenna,  i(»  non  l<iihii 
|>ratiche  d'aecordo  né  ìiikiai  cosa  alcuna,  ma  sol- 
tanto risposi,  com'era  dovere,  all'iniziativa  altrui: 

Che  non  solamente  tioii  chiesi  danaro  ])er  la  Ve- 
nezia, ma  j)er  bnone  rajiioni  mie.  lo  ricìif<ni,  quando 
incertamente  e  probabilmente  senza  intenzione  di 
darlo,  fu  offerto: 

Che  non  ebbi  mai  ond>ra  di  c(Mitatto  scritto  o 
pai-lato,  diretto  o  imliretto,  col  sip;noi-  Vimercati. 

Ho  finora  ci-ednto  fosse  parte  di  critica  onesta 
il  non  affermare  ricisauuMite  quello  che  non  si  sa; 
tua  sembra  che  anche  in  questo  io  debba  ravvedermi. 

All'altre  cose  contenute  contro  dì  me  uell'articolo 
•non  credo  occorra  rispondere. 

Vostro 
Gius.  Mazzini. 

VMMDXXVII. 

A  ViiscENzo  Brusco  Onnis,  a  Milano. 

LLondra],  29  settembre    [1.S64]. 

(jaro  Brusco, 
Fatemi  il  piacere  d'inserire  l'uuita  uel  Giornale.  (^) 

VilMDXXVII.  —  Inedita.  Lautografn  si  conserva  nel  Museo 
del  Risorgimento  di  Roma   (fondo  E.  Nathan).  Non  ha  indirizzo. 

(')  A.  Mario  sapeva  oertameute  che  il  Yimercati  era  l'uomo 
di  fiducia  di  Vittorio  Emanuele  II  ;  ciò  spiega  com'egli  equi- 
vocasse tra  il  nome  di   lui  e  quello  di   D.  MuUer. 

(^)  La  lett.  precedente. 


102  hlPISTOI.AKIO.  |1Sr.4] 

Creilo  Ijiiclc  licne  n  i)(M'sisteve  nel  silenzio  verso 
Mario:  oj^iii  polemica  attiia  l'attenzione  ;  ma  pel 
caso  che  taceste  altrinienti,  voi^Iiate  inserii'e  lo  scrit- 
to: l)or<ri  <h'i  rrpuhhlìfaìi'K  <li  Mario,  inserito  in 
mia  assenza  nel  Pciifiicro  ed  A~ionc  di  Londra,  nel 
numero  del  10  ajjosto  1850,  dopo  la  pace  <li  Villa- 
franca:  al  quale  io  leci  una  nota,  cercando  di  spie- 
jjare  per  debito  verso  un  amico,  nel  numero  del 
'Ji  dicembre  ISoO.  ^^]^ero  voi  o  ]Maur[izio]  abbiate 
la  collezione.  Del  resto  scriverò  a  Maur[izio].  Ma 
penso  miulioi-  ])artito  il  silenzio.  TI  Crrpii scolo,  con 
qualche  danaro  che  hanno  raccolto,  deve  presto  im- 
piantarsi a  Boloj^na  sotto  la  «lirezione  di  Castellazzo 
per  propujì'uare  le  rìottrine  di  IMario. 

Hanno  sequestrato  un  mio  articolo  sul  Dovere 
di  sabbato:  ('^i  sequestreranno  naturalmente  la  mia 
Dichiarazione.  S]>er()  farete  in  modo  di  farla  circo- 
l;!re  in  fojjlietto. 

Persisto  a  lagnarmi  del  silenzio  {\e\VZ^nità.{^)  Cosi 
pare  che  siamo  predominati  da  rancori  piti  che  da 
amo'ce.  Torino  ibridando  Torino  o  Roma  ha  perfetta- 
mente ragione.  Simpatizzare  altamente  era  giustizia 
e  buona  politica.  L' immobilità  dell'  altre  città  in- 
torno a  un  fatto  pari  a  quello  del  2  Dicembre  e 
intorno  alla  Convenzione  è  tristissimo,  davvero;  e 
mi  sconforta.  Tutti  del  resto  tacete  anche  con  me. 
È  questo  il  momento  per  ordinare  la  parte  repub- 
blicana. E  per  debito  di  coscienza  vi  mando  pure 
l'unita   nota,  volendo  fare   e  non  volendo  fare  con 


(')  La  lett.  :  A  Federico  Campanella,  pubbl.  nel  Dovere  del 
24  settembre  1864.  Com'è  avvertito  nel  n.  successivo,  quello 
che  la  conteneva  fu  sequestrato. 

(-)  A  proposito  della  Convenzione  di  settembre. 


I  ISC  I  I  MMSIOI  AliK».  1(K{ 

me  ()  lilciiciido  oj^iii  cosii  impossibik'^  sciivi'te  in 
<)<4iii  modo  jHM'cli'  io  S}i])i)ia.  —  Non  so  più  nulla 
(li  CaiirtM'jt  né  d'alti-i.  Scparaiidoci  dal  Comitato  Cen- 
trale dovremmo  far  buon  \  iso  a;;li  indiridui  Gavi- 
baldiiii,  ]Miss[oi-i],  ('ariss[ini]  e  aìlri.  Anche  5(5.  [Bez- 
zi] taee.  Non  so  altro  di  finanza;  né  se  ^[[anci]  ab- 
))i,i  riavuto  da  Lemmi,  né  die  cosa  rimanp,a.  Né  so 
«in indi  se  riceviate  le  mie  a  voi  e  a  56.  [l>ezzi]  ai  so- 
liti indirizzi. 

Vostro 
I.  Giuseppe, 

VMMDXXVIIT. 

TO  Emilie  Ashurst  Venturi,  Eastbonrne. 

[London,  September  29th,  1SG4].  Thnrsday. 

Dear, 

X  am  very  i>;lad  of  your  beiujj;  better.  Bessie 
and  \Y[illiam]  are  back;  but,  on  Saturday,  I  think, 
tlìcy  g'o  to   Oxford  and   Oxfordsiiire  for  one  week. 

Giovedì. 
Cara, 

Sono  molto  coiiteiito  che  stiate  meglio.  liessie  e  Wil- 
liam sono  di  ritorno:  nui,  credo,  sabato  vamio  per  una 
settimana    a    Oxford    o    nei    dintorni.    Ieri    sera,    Sattì    fece 

vMMDXXVin.  —  Piibbl..  in  gran  parte,  da  E.  F.  Ri- 
CHARDs.  op.  cit.,  voi.  Ili,  p.  102.  L'antografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Ilisorgimento  <li  Roma.  È  in  una  busta  che,  di 
pugno  del  Mazzini,  ha  liiidirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi. 
Turret  Cottage.  Seaside  Road.  Eastbourne.  »  La  data  si  ri- 
cava  dal   timbro   postale. 


lOl  II'ISIOI.AKIO.  |t.S('»41 

^'(•s(('^<l.■ly  cNciiiiiu,  S;ini  mi.-kIc  liis  ji]ti»(';ir;iiice  at 
Tlniiloc  S(|ii;ii('.  Ile  '^ìh's  l»;ick  lo  Heine  I>;iy  at 
\\\v  end  cT  the  week.. 

Deal-,  voli  are  ])ai-tiallv  wioiiij;  al)<)nt  llie  money 
'liiestion.  Xot  only  endeaNoiii-inji  lo  collect  the 
sliillinj;  or  Iraiic,  1  do  iiot  ex<-lnde  ali  otlier  inethods, 
biit  I  urne  tliem  on.  <>iily,  \'ieniia,  S]»aiii,  and 
eveii  I>el^'mni,  do  noi  exoite  me  so  iiuich  in  point 
of  hopes  as  to  risk  expences.  And  as  for  l'n^laiid, 
I  think  eveiy  thiii^  ])i-eniatuje.  1  tliink  that  as  I 
nijìrk  down  .Mr.  P(dter  for  liis  £.  ."iO  and  have  told 
hiin  ■' I  shall  ask  tliem  whvu  needed.''  we  ou^ht. 
evevv  one  ot'  ns.  tliink  of^  and  mark  down  ali  those 
v.lio  iiiay  teiid  an  offrr,  and  ])repare  ourselves  to 
attack  thein  ali  some  time,  if  iiothing  happens  in 
tlie  Lnterval.  towards  the  end  of  Febriiary.  Thiis, 
you  oujilit  to  iindertake  to  ask  then  men  like  Mr. 
Martins,  CoAven.  etc. 

la  sua  apparizione  a  Tbiirloe  Sqiiare.  Tornerà  a  Herne 
Bay  alla  fine  della  settimana. 

Cara,  voi  non  vedete  completamente  jiiusto  nella  (jue- 
stione  del  danaro.  X(m  solo,  col  tentare  di  raccogliere 
lo  scellino  o  il  franco,  io  non  escludo  tutti  gli  altri  me- 
todi, ma  li  appoggio.  Solo,  Vienna,  la  Spagna,  e  anche  il 
Belgio,  non  mi  danno  tante  speranze  da  arrischiare  delle 
spese.  E  per  1" Inghilterra,  penso  che  tiitto  sia  prematuro. 
Penso  che  come  io  ho  segnato  Mr.  Potter  per  le  sue 
50  sterline  e  gli  ho  detto  «  le  chiederò  al  momento  del 
hisogno  »,  noi  dovremmo,  ciascuno  di  noi,  pensare  e  se- 
gnare tutti  (luelli  che  potrebbero  fare  imofferta,  e  pre- 
pararsi ad  assalirli  tutti  un  giorno,  se  non  accade  nulla 
nell'intervallo,  verso  la  fine  di  febbraio.  Cosi,  voi  dovre- 
ste allora  assumervi  il  compito  di  domandare  a  uomini 
come  Mr.  Martins,  Covren,  ecc. 


ItSClI  KI'ISlOl.AItlO.  105 

To  llic  Itniiiins  I  lijivc  jn-oposcd  noi  oiily  tho 
frane  system,  hut  lo  try  to  liiid  oiit  "lOO  individiuils 
biiidin^'  tlicniselvt's  lo  give  ^^'itl^nl  live  ln()lltll^•' 
500  li-aiics:  Icaviiii;  lo  llicni  llic  lioir  lo  collect  llieiii. 
J)oes  aiiy  body  iiiuininc  aiiy  scliciiic  lilady  lo  be 
siiccossl'ul  ?  Ile  inay  allcinpl  il  oi-  liavel,  if  iiccded; 
aiul  defiay  bis  expeiices  ou  wbal  lie  ^els.  llnt  1 
am  so  at'raid  to  lose  tbe  few  tlioiisand  francs  I  bave, 
as  a  be.iiiniiin.u,  in  Oenoa  al  tbe  baukei-'s,  tbat  T 
ratber  sbrink    rioni   liskinj;-  i)ail   of  them  in  doubt. 

Tlie  weatbev  is  warni  (Uii'inf>'  day;  and  T  fancy 
it  will  benetìt  and  strenjitben  yon. 

Ali  aiticle  of  mine  bas  been  seized  on  Saturday 
Oli  tlie  Dovere;  and  iiot  a  siiii^le  eo])y  bas  reacbed 
me.  Next  luimbei'  Avill,  of  coni-se,  Vie  seized  foi-  my 
Dec'laration.     Tlie  Tallita  bas  iiot  come,  and  I  snj)- 


Agli  Italiani  non  lio  proposto  soltanto  il  sistonni  del 
franco,  ma  anche  di  cercare  di  trovare  300  individui  che 
si  impeiinino  a  dare  entro  tre  mesi  500  franchi  :  lasciando 
a  loro  il  modo  di  raccoglierli.  (Ve  tuialciino  che  ha  pen- 
sato nn  disegno  che  abbia  probabilità  di  successo?  ìx) 
può  tentare  o  viaggiare,  se  ciò  è  necessario  ;  e  rifarsi 
delle  spese  da  quello  che  raccoglie.  Ma  ho  tanto  timore 
di  perdere  le  poche  migliaia  che  ho,  come  principio,  alla 
Banca  a  Genova,  che  mi  trattengo  da  n'arrischiarne  una 
parte  senza  certezza. 

La  temperatjura  è  tiepida  durante  il  giorno;  e  mi 
immagino  che  vi  farà  bene  e  vi  rinvigorirà. 

Un  mio  articolo  è  stato  sequestrato  sabato  sul  Dovere  ; 
e  non  me  ne  è  arrivata  neppure  una  copia.  Il  prossimo 
numero  sarà,  naturalmente,  sequestrato  per  la  mia  Di- 
chiarazione.    L'  Unità    non   è   giimta,   e  penso    che    anche 


km;  Kl'ISTOI.AItlO.  I  ISCl  I 

|i(ts('     il     sci/cd     l(>(t.      TIk'    tc'loi;i"ain    .iImuiI    N;i]»k*s 
scciiis  lo  me  lo  hi'  coiitradictory. 

-Maiio  lias  wvittcMV  a   loiiii:  aiticic  aiiainst   nio. 

A,hlio  an.l  love  rvoin  vom- devoted 

Joseph. 

l'ssii   sia   siala    sciiiicslrata.    11    l('l('.t;rainiiia    riuuardank'   Na- 
poli   mi    si'iiihra   contradditorio. 

.Mario    ha   scritto   un    lun^o    articolo   contro    di    me. 

Addio  e  tanto  afietto  dal  ^,^,^^^.^  ^,^^.^^^ 

Giuseppe. 

VMMDXXIX. 

A  Vincenzo  Brusco  Onnis,  a  Milano. 

[Londra],  30  .settembre   [1864]. 

Caio  Biusco, 

Avrete  ricevuto  un  telegramma  a  proposito  della 
letterina  ch'io  vi  sj)ediva  su  Mario.  Tra  per  amore 
a  -lessi e,  tra  per  disdegno  di  tutti  gli  assalti,  lio 
deciso  di  non  fiatare,  e  vi  prego  di  soi)i)rimere  quelle 
linee.  Chi  ha  fiducia  in  me  deve  credere  che  io  posso 
avere  contatto  con  un  re  senza  tradire  o  disonorare 
la  bandiera:   chi  non  l'ha,  non  l'abbia. 

Sono  atrocemente  di  malumore  per  la  freddezza 
—  (pumdo  non  favore  —  dell'  Italia  sulla  Conven- 
zione, ch'è  un  vero  disonore  e  che  ci  toglie  Roma. 
Poco  importa  che  la  gente  vi  veda  possibilità  che 
sorgeranno  ;  e  che  le  congetture  siano  fondate.  Da- 
vanti a  noi  stessi  e  al  mondo  è  una  vigliaccheria 
r  accettarla.   È   sempre    la    solita    tattica,   il   solito 

VMMDXXIX. —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu.seo 
del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Xathan).  Non  ha  indirizzo, 


I  im;  1 1  la'isToi.AKio.  Kit 

obblio  del   ]nint()  inoi-.ile,  (Iclhi   (liiiiiitn   «lei   piicso.  E 
«jiiesto    nraccora    davvero. 

-^^'Itli*^*:  vostro  sempre 

GllJSEl'l'K. 

Come  sta  Cantoni ?('ome  Martora  che  stimo  assai? 

Non  trascurate  voi  tutti  la  Società  Operaia.  In 
Mil[an()]  è  guasta  e  incerta  fra  due  tendenze;  ma 
come  tutte  le  società  oi)eraie,  d'istinti  buoni  e 
conquistabile. 

^"llo  io  detto  che  se  vi  si  presentasse  una 
Linda  Mazini,  le  siate  buono  come  ad  amica?  ft 
nostra  di  cuore.  Il  marito,  Bresciano,  era  ed  è  tut- 
tavia semi-moderato  come  tutti  i  negozianti,  ma  ten- 
dente a  intendere  di  giorno  in  giorno  meglio  le  cose. 

Vedo  che  Linda  era  a  Lug[ano].  Ma  da  Lug[auo1 
pure  silenzio  ostinato. 

Sapete  nulla  di  Guerz[oni]? 

VMMDXXX. 

A  Giovanni  Gbilenzoni,  a  Lugano. 

[Londra],  30  settembre   [18(14]. 
Caro    amico.  . 

Ebbi  le  linee  colFacchiusa  della  Seraf[ini],  etc.  ; 
non  ancora  le  altre  anteriori.  Sto  con  te  per  To- 
rino e  mi  noia  l'attitudine  dell'Italia. 

Che  cos'hai  ora  di  nostro?  Fa  ch'io  lo  sappia 
per  mio  governo. 

I  fati  d'Italia  e  d'Europa  ci  faranno  andare 
avanti,  gli  uomini  no. 

VMMDXXX.    —   Liedita.     L'  autografo     si     couserva     nella 
t(  Casa   di  ^lazzini.  »   a   Pisa, 


lOS  KPISTOI.AKIU.  |lS(;j| 

Non  mi  (liei  se  liccx  csl  i  le  mie  indirizzate  alle 
Si<iM<)i-(',  senza  jiiio.  (2uan<l()  non  ci  sono  cose  ini- 
jK>rtanli,  sarehlx'  i>iVi  connxlo  sci-ivci-e  diict tanienle. 
IMinini  dunque  se  .ii;innjfono. 

10  sej^ni  ad   amarmi  come  fama   il 

tuo 

(JirSKl'l'E. 

I>en  inleso,  sai-eWhe  mejilio,  \tv\  casi  imprevisti, 
ch'io  fossi  vicino.  Ma  dove?  Con  lutto  il  mondo 
Svizzero  cosi  codardo?  E  chi  uso  ermeticamente  in 
.Mil[ano]    o   altrove,   non   re.u.uerei   tre  mesi. 

V.MMDXXXI. 
A  Maurizio  Quadrio,  a  Lugano. 

lLuii(h;i|,  ;!(»  .sctt^-mhn-   lls(;41. 
Caro    Maurizio, 

Sileuzio  assoluto  da  te  durante  questa  erisi.  Si- 
lenzio dall'amica.  Sileuzio  da  ^Milano.  Silenzio  su 
(|uel  che  rimane  di  salvo.  Pazienza  I  E  quel  cli'è 
peiiji'io,  sileuzio  da  Genova,  da  Milano,  etc.  su  questi 
atroci  casi  di  Torino;  tristissima  cosa:  mancanza 
di  core  e  d'amore,  se  significa  vendetta  di  Torino  : 
mancanza  poi  d'intelletto  politico.  Ogni  manifesta- 
zione di  simpatia  a  Torino  ci  dava  un  numero 
d'operai  e  di  studenti,  ridesti  a  un  tratto.  Là  si 
diceva  in  piazza  il  28  che  il  re  galantuomo  era  diven- 
tato il  re  assassino:  là  s'è  gridato  il  nome  di  Ga- 
rib[aldi]    e  s'è  gridato  il  mio.   (^)  E  d'altra  parte, 

vMMDXXXI.  —  Inedita.  L"  autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  A  tergo 
di    esso,    di    pugno    del    Mazzini,    sta    l'indirizzo  :    «  Maurizio.  >) 

(')   Che  il   grido   per   Garibaldi  fosse   emesso   fu   affermato 


[18G4]  EPISTOLARIO,  lOi» 

qualunque  sia  il  vero  motore,  s'è  gridalo  uuicanieute: 
«Abbasso  il  Ministero!  abbasso  l'iuflueuza  Iraiicese '. 
Koma  o  Torino.  »  Ed  erano  grida  giuste,  liisognava 
distinguere  subito  e  dire:  «  Abbiani  fatto  guerra  a 
Torino  olìiiiale:  gli  istinti  del  popolo  si  sono  rive- 
lati. \'iva  il  popolo  di  Torino  I  »  E  davanti  al  san- 
gue versato  a  modo  del  '1  Dicembre,  non  una  voce 
dalla  Lombardia! 

Spero  ancora  che  abbiano  sequestrato  YlJnità 
Taltr'ieri  per  un  articolo  di  simpatia.  Ma  perché 
non  mi  mandano  mai  gii  articoli  sequestrati  tra  un 
altro  Giornale  monarchico?  Mi  gioverebbero  qui  a 
far  vedere  fin  dove  va  la  repressione  della  stampa. 

Mario  ha  ricominciato  gli  assalti  —  proprio 
il  2o  —  sul  Crepuscolo.  Ho  mandato  a  Brusco  due 
linee  su  ciò  che  concerne  il  contatto  col  re;  non 
una  parola  sul  resto.  ^>pero  non  risponderete.  Ma 
se  mai  lo  faceste,  è  tempo  allora  di  farlo  bene.  La 
guerra  a  Dio  di  (pieste  mezze  intelligenze  è  un  fatto 
funesto  alla  nostra  educazione.  È  falso  e  pericoloso 
tutto  ciò  ch'ei  dice  sulle  cospirazioni  e  sul  popolo 
che  deve  fare  quando  gli  piace.  Nel  fatto,  erano 
appunto  i  Veneti  che  facevano  e  non  chiedevano  se 
non  armi.  Ma  in  principio,  non  slam  noi  Veneti 
come  i  \'eneti  sono  Italiani?  Questa  teoria  somma 
a  dire:  «  Se  i  Veneti  non  insorgono  anche  senz'armi, 
l'Italia  non  ha  diritto  a  Venezia  »  —  ed  è  il  fede- 
riilismo  che  cova  infatti  in  ogni  cosa  di  Mario.  Fal- 
so ch'io  riconfermassi  nel  'iS  la  lettera  a  C[arlo] 
Alb[erto].  St;nnpata  in  quell'anno  da  Giannone  in 
Parigi,    v'apposi    una    prefazione    —    v.    Daelli    — 

nella  Gazzetta'  del  Pepalo  del  21  settembre  18G4  ;  e  il  corri- 
spondente torinese  deirf"«(7à  Italiana  di  Milano  ammetteva  (n. 
del  22  settembre  lSfì4)  che  ^i  era  i)ure  udito  quello  per  Mazzini. 


Itd  tn'isToi.vHK».  (ls(U( 

nella  (luak*  io  diceva  che  potevano  ristampare,  ma 
cli'io  non  credeva  la  salute  d'Italia  verrebbe  da 
papa  o  da  re.  i^'alsoe  indecente,  il  dire  che  le  barri- 
cate ;lì  MilaiM)  diventarono  cosa  vana  per  noi.  Falso 
il  dii-e  che  la  dotti-ina  r('i)ubl)licana  venne  dalle 
delusioni  del  iM,  etc.,  (pnindo  lui  io  il  primo  a  pre- 
dicar la  reiMibblica  e  organizzare  il  Tarlito.  11  suo 
Itrogramma  di  libertà  nega  il  progresso  e  le  sue 
assendilec  locali  devonc)  .sri/uirc  le  tradizioni,  etc.^ 
non  triisfoninirlr.  Inventa  il  fucile  e  il  voto  come 
se  non  ne  avessimo  parlato  da  trenta  anni.  Chiama 
Tunità  una  forma,  cioè  abdica  lo  scopo  nazionale 
che  la  la  Nazione,  (irida  contro  il  coucentrameut.o, 
come  se  non  avessi  gridato  io  lo  stesso  da  anni. 
Falso  clic  il  caso  di  Marsala  fosse  diverso.  Falso' 
che  due  milioni  di  pili  di  sudditi  afforzino  meno- 
mamente una  Monarchia.  Diresti  ch'egli  inventi  il 
l'artito  repubblicano  predicato  da  voi,  (luì Dovere,  dal 
Pofìolo  tì'lttiìid,  da  molti  giornaletti  siciliani.  Im- 
pudente il  dire:  «Chi  s"è  occupato  del  popolo?» 
(piando  mi  sono  continuamente  occupato  degli  ope- 
rai e  gli  operai  m'amano,  esagerando,  come  padre. 
Stolto  il  citare  il  Sacramento  iu  Roma  (\)  e  il  dire  a 
Lesseps  che  noi  lasciavamo  lo  spirituale^  etc:  con- 
fusione atroce  tra  quello  che  non  può  essere  se  non 
opera  d'apostolato  :  abolire  per  decreto  il  potere 
spirituale  era  stolto,  perché  chi  ci  crede  ci  crede, 
e  degno  dell'inquisizione.  Mario  che  non  crede  in 
Dio  proclamerà  la  non  esistenza  per  decreto?  Im- 
paleremo i   Turchi  se  non  abiurano,  dato  caso  che 

(')  A.  Mario  accennava  al  proclama  del  29  aprile  lS4n. 
col  (piale  il  Triumvirato  decretava  che  sarehbe  stato  «  esposto 
nelle  principali  Chiese  il  Saxtissimo.  per  implorare  la  salute 
di  Roma  e  la  vittoria  deli  buon  Diritto.  « 


[1S(;4(  KPISTOI.ARK».  IH 

jnuliiuno  noi  i-ivoliizioiiari  a  Costaiitiiioix)!!?  11  pò 
polo  eia  o  si  credeva  cattolico:  noi  avevamo  di- 
ritto di  chiamarlo  a  c<md)attere  lo  straniero:  pili 
in  là,  no:  il  i)oi)ol(>  credeva  di  combatter  meglio  col 
Sacramento  esposto.  Dovevamo  noi,  jìiima  di  com- 
battere i  I^^'rancesi  alle  porte,  iarf^li  dei  corsi  di 
lilosotia?  Il  nostro  debito  ì^  ris])ettare  le  credenze 
collettive;  lavorare  coira])ostolato  a  trasformarle  se 
le  ('lediamo  cattive.  E  ho  fatto  (piesto  tutta  la  mia 
vita.  Ti  confesso  che  sono  nauseato.  .lessie  mi  di 
cena  di  sono  che  t'eri  riavvicinato  a  Mario.  Se  è 
vero,  ti  sta  bene. 

Addio:  tuo 

Giusp:i'PR. 

Malgrado  queste  indicazioni,  credo  assai  meglio 
tacere.  Soltanto  stamperei,  senza  commento,  l'arti- 
c(do  di  Mario  nel  Pensiero  ed  Azioìie,  pubblicato 
<ì()jj()  la  pace  di  Villafranca,  in  assenza  mia  :  «  Re- 
l»ubblicaiii,  raccogliamoci  tutti  intorno  al  re.  » 

Scrivi  una  volta  ;  e  dimmi  anche  dell'effetto 
sulle  popolazioni,  per  quanto  ne  sai,  della  Conven- 
zione e  dei  fatti  di  Torino.  Mi  pesa  l'immobilità 
generale.  Tutti  qui  ne  sono  sorpresi. 

1*.  S.  Ho  mandato  per  telegramma  pensando  a 
Jessie  e  ad  altro  divieto  di  pubblicare  le  mie  linee 
in  risposta  a  Mario.  Non  risponderò  pili  a  calunnie 
d'anima  viva. 

Ricevo  finalmente  la  prima  parte  d'un  tuo  arti- 
colo sulla  questione;   (M  e  va  bene. 

L'attitudine  morta  delle  città  d'Italia  mi  rattrista. 


(')   Il   primo   (lei   tre   artt.   intitolati:   a  Niiori   acr-ordi   colia 
Francia,    indienti    nell:i    in)t;i    :^    ;i    p.   04. 


112  EPiHTor.AUio.  riS041 

VM.AFDXXXII. 

To  Mah I. DA  15i(i(is,   l'iardcii. 

LLoiidini.   Scptt'uilìt'r....,  iy(j4J.   Satiinliiy. 

Dearest   Matilda, 

Ilow  aie  you?  \\'li(Me  are  .vou?  Wlioi-e  are  you 
j^oiiig?  Tliey  teli  me  that  Banlen  is  given  up;  on 
your  house,  Hoime  Sijuaie,  is  an  omiiious  ''to  let." 
1  am  in  the  dark;  biit  sorry  if  you  persist  in  keep- 
ing  away  troni  London. 

For  the  rest,  I  bave  nothing  to  say  and  ara  like 
.Martha  "troubled  with  many  things."  Venioe  the 
loreniost.  And  I  do  iiot  even  like  to  speak  about 
it  and  our  affairs. 

Bessie  and  WLÌlliam]  are  back.    Caroline  and  Co^ 

Sabato. 
Carissima  Matilde, 

Come  state?  Dove  vi  trovate?  Dove  andi-ete?  Mi  di- 
cono elle  avete  rinunziato  a  Barden:  sulla  vostra  casa  a 
Horme  Square  si  legge  un  lugubre  «  da  affittare.  »  Sono 
airoscuro  di  tutto  :  ma  mi  dispiace  se  continuerete  a  star 
lontana  da  Londra. 

Quanto  al  resto,  non  ho  nulla  da  dire,  e  come  Marta 
sono  «  turbato  per  molte  cose.  »  soprattutto  per  Venezia.  E 
non  h(.'  neppur  voglia  di  parlare  di  questo  e  dei  nostri  affari. 

Bessie    e    William    son    di    ritorno.    Anche    Carolina    e 

V'MMDXXXII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
Mnsi'o  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  F,.  Xathan).  N^on  ha 
indirizzo.    La   data    vi    fu    ajiposta    da    ^I.    Biggs. 


fl8fi4]  EPISTOLARIO.  11^> 

equally,  biit  goiug  away  agaiu  very  soon.    Emilie  is 
iinwell  at  Eastbonnie.    The  Taylors  are  away. 

This  is  tlie  shoi-test  note  I  have  ever  writteii  to 
yon,  1  tliiiik:  hut  I  sliall  write  agaiii  soon.  I  cannot 
iiow  iiii;1  siili  waiit  to  send  one  woivl  of  eiiqniry 
and   one   of   \n\o.     Ever 

yoiir  very  affectionate 
Joseph. 

comparili,    ma    per    ripartire    prestissimo.    Emilia    non    sta 
bene  a   Eastbourne.   I  Taylor  sono  fuori. 

Credo  ohe  (luesta  sia  la  più  breve  lettera  che  vahltia 
mai  scritto  :  ma  presto  scriverò  di  nuovo.  Ora  non  posso, 
ma  nello  stesso  tempo  desidero  mandarvi  una  parohì  per 
aver  vostre  notizie  e  una  per  dirvi   il   mio  affetto.   Sempre 

vostro  affezionato 
Giuseppe. 


VMMDXXXIII. 

A  Giacinto  Bruzzesi,  a  Londra. 

[liiindra sottcmlirt'   ls(>4],  martodl. 

Caro  Bruzzesi, 

Mandate  pure  il  ms.  a   Mrs,   Saffi.  Herne  Bay. 

Sarà  tradotto.  ,^     , 

\  ostro  sempre 

Gius.  Mazzini. 
Per  amor  del  paese,  insistete  voi  pure  coi  vostri 

vMMDXXXIII.  —  Inedita.  V  autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Roma.  È  in  una  busta  che.  di  pu- 
gno del  Mazzini,  ha  l'indirizzo  :  «  Col.  BrUzzesi,  9.  Stanley 
Place.  Pimlico.   S.  AV.  » 

Mazzini,  Scritti,  ecc.,  voi.  LXXIX  iEpi.stolario,  voi.  XLVIII).        8 


1  1  1  EPIRTOI.AUIO.  [1864] 

amici,  scrivendo,  perche  aiutino  le  proteste  contro 
l'umiliante  Convenzione,  e  perché  sentano  il  bisogno 
«rorjj:anizzare  davvero  il  Partilo  ])er  preparare  l'a- 
zione in  primavera,  intendendosi  meco  nell'intervallo. 


VMMDXXXIV. 

A  Giacinto  r.KUzzKsi,  ii  Londra. 

|I-iiii(li-;i     ....    scMciiihi-c    l.S(;4|.    N'ciii-rdi    s('r:i. 

Taro  liruzzesi. 

La  decisione  che  (luastalla  asi)e11ava  è  contraria. 
Pazienza  I 

La  Casa  Potter  di  Manchester  mi  scrive  che  la 
condizione  del  mercato  è  ora  sfavorevole  all'impianto 
di  nuove  Compagnie  ma  che  però  parleranno  della 
cosa  ad  alcune  delle  persone  pili  intei-essate  nella 
l'accenda  del  cotone  e  mi  scriveranno  il  risultato. 

Chiedono  poi  di  sapere  se  avessero  già  (pialche 
nome  per  la  Società,  in  caso  si  fondi  ;  e  vorrebbero 
saperli. 

Il  signor  T'otter  non  è  ora  a  Manchester;  ma  la 
lettera  è  del  socio  a  cui  Potter  scrisse  e  mandò  il 
prospettino.  La  Casa  è 

Potters    and    Taylor.    1.    George    Street.    Piccadilly. 

Manchester. 

Abbiatemi 

vostro  sempre 
Gms.  Mazzini. 

VMMDXXXIV.  —  Inedita.  L'autografo  si  eon.sorva  nel 
Museo  del;  Risorgimento  di  Koma.  È  in  una  busta  che,  di  pu- 
gno del  Mazzini,  ha  l'indirizzo  :  «  Sig.  Bruzzesi,  9.  Stanley 
Place.    Piralico.    S.   W.  » 


[18(>4]  EPISTOLARIO.  115 

Al)  Andrka  (JiANNKLM,  ;i  Firenze. 

I  Londra],  1"  c.tlohre    LIJ^»»-!!. 
Fl'Jìtello, 

Ebbi  la.  vostra  del  1!)  agosto.  Non  so  se  siate  in 
Fi[renze],  ma  presto  o  tardi,  la  lettera  vi  giungerà. 
Date  racchiusa,  d'un  giovine  tedesco,  alla  signora 
Ludm[illa]. 

La  crisi  di  Torino  e  la  Convenzione  sono  visi- 
bilmente fraintese  in  Italia  ;  e  me  ne  duole  quanto 
non  so  dirvi.  La  Convenzione  —  qualunque  debba 
esserne  il  risultato  —  insulta  alla  dignità  italiana: 
L'Italia  doveva  protestare  tutta  e  noi  fece.  Torino 
protestò:  protestò  non  bisogna  dimenticarlo^  al  solo 
grido  di  «  Torino  o  Roma.  »  Bisognava  secondarla 
e,  per  rancori  col  vecchio  Piemonte,  non  s'è  fatto. 
Firenze  prima  avrebbe  dovuto  dire:  «Con  una  Con- 
venzione che  abbandona  Roma  al  Papa,  ricusiamo 
l'offerta.  »  Noi  fece;  ed  è  male.  Ne  ho  il  dolore  nel- 
l'anima. Oltre  il  principio,  conquistavamo^  facendolo, 
gran  parte  del  Piemonte  a  noi. 

Non  vi  son  che  due  cose  da  farsi  :  agitare  e 
cospirare  pel  Veneto  —  organizzare  pili  sempre  il 
partito  lepubblicano. 

Bisogna  intendersi  con  me  o  con  chi  jìiace;  ma 
non  con  tre  centri  —  Londra,  Caprera,  Torino.  Bi- 

VMMDXXXV.  —  Pubbl.  da  A.  Giaxxelli,  Leitere  di  G. 
Mazzini,  ecc..  cit.,  pp.  2.85-280.  L"antografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Firenze.  A  tergo  di  esso  di  pugno 
del  Mazzini,  sta   l'indirizzo:   «Andrea.» 


lUi  Kl'lKTOI-AHIO.  Llyt)4J 

soglia,  in  tendendosi  con  un  centro  solo,  non  litigare 
cogli  altri:  non  far  guerra  a  individui:  non  aumen- 
tare le  divisioni.  Bisogna,  pel  moto  Veneto,  affratel- 
larsi con  tutti  quelli  i  quali  ammettono  la  necessità 
deiriniziativa  popolare:  organizzare  intanto  i  repub- 
blicani perché,  compatti,  possano  un  giorno  profit- 
tare delle  occasioni  di  propaganda  reijubblicana  nel 
Sud.  Bisogna  combattere  la  Convenzione.  Bisogna 
far  la  guerra  del  principio  e  lasciar  la  guerra  de- 
gli individui.  Bisogna  cacciarsi  nel  popolo,  negli  ope- 
rai ;  e  dir  loro  che  solamente  con  noi,  coll'istituzione 
repubblicana,  possono  avere  l'abolizione  della  coscri- 
zione, abolizione  delle  tasse  indirette,  aiuto  alle 
associazioni,  voto,  un  Patto  Nazionale  nuovo. 

Venezia,  comunque,  senza  questione  di  forme  po- 
litiche: Roma,  subito  dopo,  con  bandiera  repul)bli- 
cnun.  È  questa  la  nostra  via. 

Vostro  sempre 
Giuseppe, 


VMMDXXXVI. 

To  Enfilie  Ashitrst  Venturi,  Eastbonvne. 

[London,  October  Ist,  1864].   Saturday. 

Why   not  write   one   Avord,   dear.   on    Saturday? 
It  is  only  a  fear  of  your  being  ili  again  that  makes 

Sabato. 

Perché  non  scrivere  nua  riga,  cara,  sabato?  È  soltanto 
il    timore   clie    voi   non   stiate    bene    che   mi   fa    dire    cosi. 

VMMDXXXVI.  —  Pubbl.,  in  parte,  da  E.  F.  RicHards,  op. 
eit.,    voi.   Ili     p.    102.    L'autografo    si   conserva    nel    Museo   del 


[18641  EPISTOLAKIO.  117 

UIC  s;i_v  so.  ^'()ll  iimsl  he  slroiijf  mikI  stoni  ;i<;ain 
sooii  ;i  wliilc  hcfoi-c  j:;ivill,u;  lip  liti  le  ^ood  Imliils.  F 
slijill  Ik'ju-  lliis  cvciiiiiii  frolli  Ciiroliiu'  iiiid  I  liope 
slic  will  teli  me  that  you  wrote  to  licr. 

Ali  }j;oes  wi'oiij»  in  Ttaly.  Thcre  is  a  want  of 
mora!  sense  in  tliis  ajireeinji;  witli  tlie  chanjije  of  the 
meti'oiiolis  mei-ely  because  it  annoys  Turin.  which 
makes  me  tinly  sad.  T  oertainly  sliall  not  coiiiit 
popnlarity  and  follow  the  fide. 

No  otlier  news  Avoi-tli  {'onveyinsi. 

Ever  yonr  loving 

Joseph. 

Deal-,  the  wine — which  is  not  sherry  bnt  some 
kiiid  of  Sauterne — is  perfectly  drinkeable. 

Dovete  diventare  forte  e  robusta  di  nuovo  presto,  un  poco 
prima  di  abbandonare  delle  piccole  buone  abitudini.  Avrò 
notizie  ((uesta  sera  da  Tare  ti  ina  e  spei'o  mi  dica  die  le 
avete   scritto. 

Tutto  va  male  in  Italia.  V'è  una  mancanza  di  senso 
morale  in  <|uesto  accondiscendere  al  cambiamento  della 
capitale,  unicamente  perché  spiace  a  Torino,  e  questo  mi 
rende  veramente  triste.  Non  baderò  certo  alla  popolarità 
e  non  seguirò  la  corrente. 

Nessun'altra    notizia   che   meriti    di    essere   riferita. 

Sempre 

vostro  affezionato 
Giuseppe. 

Cara,  il  vino  —  che  non  è  sherrii.  ma  qualche  specie 
di  Sautei'ììe  —  è  perfettamente  bevibile. 

Risorgimento  di  Roma.  È  iu  una  busta  che,  di  pugno  del 
Mazzini,  ha  l'indirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi.  Turret 
Cottage.  Seaside  Road.  Eastbourne.  »  La  data  si  ricava  dal 
timbrij  postale. 


IIS  ETISTOl-AKIO.  [lSfh4] 


\'.M.MI)XXX\'1I. 

TO  Matilda  Bkicis.  Bardeu. 

|1.(. 11(1(111,   ttcldlicr   Ist.    1S<;-1|.    Sjitindiiy. 

Deiuest  Matilda, 

How  are  yoii  silice  1  saw  you?  When  are  you 
leinoving?  and  where  are  you  goiiig?  I  am  dissa- 
lisfied  with  Itah'.  Because  theie  is  a  general  spite 
against  Turili,  tliey  take — the  majority — and  many 
oi"  ours  too — an  optimist  view  of  the  Convention 
and  give  up  the  inorai  point  of  view.  I  certainly 
shall  iiot  follow  the  tìde  to  court  popularity.  I  ha  ve 
written  a  Declaration,  pointing  out  the  evil  conse- 


Sabato. 
Carissima  Matilde. 

Come  siete  stata  da  (iiiando  vi  ho  visto?  Quando  vi 
moverete?  e  dove  andrete?  Non  sono  soddisfatto  del- 
l'Italia. Essendovi  nu  malcontento  generale  contro  Torino, 
la  maggioranza  —  e  anche  parecchi  dei  nostri  —  consi- 
derano con  ottimismo  la  Convenzione  e  rinunziano  al 
punto  di  vista  morale.  Io,  per  me,  non  seguirò  certo  la 
corrente    in    cerca    di  popolarità.    Ho    scritto    una    Dichia- 

VMMDXXXVII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Xathan).  X'on  ha 
indirizzo.   La   data    vi    fu  apposta    >la   M.   Biggs. 


lisci]  KPIHTOI.ARIO.  115J 

(liUMicics  ol"  tilt»  ( 'Oiiipact  ;  aiid  endiiijj;  by  sayinji 
tliat  tlic  Pleliiscile  violateti  by  one  of  the  ])ai'ties 
aniiuls  ìt  ior  the  other:  and  that  we  feel  free  of 
hoistiii^  Olii-  own  hannei-  and  endeavouring  to  go 
to  Home  against  Monarchy.  TI  will  he  printed  lliis 
vei'Y  day  in  three  Italian  pai)ei's  :  C)  seized  of  conrse, 
hnt  read  ali  the  sanie.  And  if  I  can  snateh  time 
1  shall  wiite  an  article  ])i-aising  the  Piedmontese 
and  hlaniing  the  lest. 

Xo  news  for  the  rest.  Jessie  went.  The  Morn- 
iitf/  Adverfiscr,  the  Daily  Nctvs,  the  Morniìif/  >^far, 
and  the  Ohscrvcr  have  accepted  liei\  under  certain 
restrictions,  as  a  correspondent.  She  cau  now  live 
at  Florence.     And  iinless  in  the  interval  Mario  has 


raziont',  dove  espouj-o  le  .«ravi  (•oiisej?iieiize  del  l'atto:  o 
termino  col  dire  che  la  violazione  del  lUebiscito  compita 
da  una  delle  parti  lo  annulla  per  l'altra  ;  e  che  noi  siamo 
liberi  di  inalberare  la  nostra  bandiera  e  di  tentare  ogni 
mezzo  per  alidare  a  Roma  contro  la  Monarchia.  Questa  di- 
chiarazione sarà  stampata  oggi  stesso  in  tre  giornali  ita- 
liani :  i  quali,  s'intende,  saranno  sequestrati,  ma  letti  u- 
gnalmente.  E  se  potrò  trovare  un  po'  di  tempo,  scriverò  un 
articolo  per  lodare  i  Piemontesi  e  biasimare  gli  altri. 

Del  resto,  nessuna  notizia.  Jessie  è  partita.  Il  Morning 
.Ulvcrthiv,  il  Ddili/  Ncirs,  il  MoruUig  Star,  e  VObserver 
l'hanno  accettata,  con  alcune  restrJzi<mi,  come  corrispon- 
dente.   Ora    può    vivere    a    Firenze.    E    se    nel    frattempo 


(')  Il  primo  a  pulthlicare  l'art,  del  Mazzini  su  La  Cofi- 
renzione  fu  il  Popolo  d'Itaìia  del  30  settembre  1864;  segui  il 
Dovere  del  giorno  successivo;  e  ì'Unifà  Italiana  di  Milano  iu 
quello  subito   appresso. 


120  KPiK'nii  AKM».  fisr»41 

si}iiu'(l    ;i    ccilaiii    ((mijtact    wliiili    wonld    hìiid    them 
to  tilt'  dilli  1(n\ii  of  F(M-i"ii';i,  slie  will. 

Of  I\]nuli('  1  liavo  no  news  since  two  ilays. 

Bless  voii,  deal-  Matilda.     Love  from 

your  devoted 
Joseph. 

The  I>iscusio)i  lias  ceased  to  come. 


Mari»)    non    avrà    tìniiatu    ini    certo    coiitratt*»   clie    lo   obbli- 
gherebbe a  stabilirsi  nella  città  tetra  di  Ferrara,  vi  vivrà. 

Di    Emilia    non    ho    notizie   da    (lue   jiiorni. 

Dio   vi  benedica,   cara   Matilde.    Cose   affettuose   dal 

vostro  devoto 
Giuseppe. 

La    TtixcH.sioii    ha   cessato   di    venire. 


V.ArMDXXX^'IIT. 

A  Carlotta  Hexettim,  a  Genova. 

[Londra J,  o  ottobre    [1S(;4]. 

Carlotta  mia^ 

Avete  torto  se  credete  che  il  mio  silenzio  voglia 
dire  dimenticanza:  non  dimentico  mai,  e  voi  men 
ch'altri.  Ma  non  sono  più  quel  ch'era.  Xou  posso 
scriver  la  sera  senza  nuocere  alla  testa,  e  nella  gior- 

VMMDXXXVIII.   —   Pubbl.   da    E.   Rinaldi,   art.    cit.    (in 
Rass.  Star.  d.  Risory.   Hai.,   cit.,   voi.  X,  pp.   ,585-586). 


[ISC.II  EPISTOI  AKH».  121 

lijilii  il  min  laxoro  (■  hilc  clic  non  mi  l;isci;i  tempo 
]HM-  j;li  amici:  laxoro  ingrato,  ormai,  dacclic  trovo 
terreno  sterile  e  sul  <iuale  il  senso  morale  è  pervei-- 
tito.  Nondimeno,  tiriamo  avanti.  I  destini,  non  gli 
uomini,  d'Italia  sono  per  noi.  Mi  dicono  che  siete 
malata  e  non  felice.  Non  so  che  dirvi  se  non  che 
me  ne  duole  profondamente  e  che  se  posso  in  (lualche 
modo  giovarvi,  son  qui.  Voi  meritavate  meglio.  Io 
ho  sperato  due  mesi  addietro  d'avvicinarmi  a  voi, 
mu  non  v'è  stato  modo  e  siamo  rimandati  a  sei  mesi. 
Vedremo  allora.  Intanto,  una  Convenzione  umiliante, 
disonorevole  ])er  l'Italia  è  accolta  con  applauso  o 
indifferenza  dai  piti.  Quanto  a  me,  esauriti  tutti  i 
tentativi  di  conciliazione  possibili,  non  avrò  che  una 
parola  sola^  l'antica  nostra.  Venezia  comunque,  *e 
Roma  con  una  bandiera  repubblicana. 

Che  fa  Caterina?  Che  fa  la  Battifora?  Come 
vanno  le  cose  con  Cristina  e  il  marito?  Come  il 
tiglio  e  la  moglie?  (^)  È  Viiif/enuo  sempre  in  Genova, 
l(ì  vedete?  Se  gli  occhi  ve  lo  permettono,  scrivetemi 
una  ])arola  su  voi  e  su  essi. 

Addio,  cara  Carlotta.  Non  so  se  vedrò  pili  (Je- 
nova,   se    vi    vedrò   più.    Mn    comunque,    son    sempre 

vostro  amico  e  fratello 
Giuseppe. 


(')    Carlino    Martini,    figlio    di    Carlotta    Benettini-Martiiii. 
e  Angiolina  Quaraglia. 


121*  EPISTOI.AKIO.  fl.S«J4J 

VMMDXXXIX. 

To  Emii.ik  Ashtrst  VKNTrui.  Kasthounie. 

[Loudou,  Octoher  lini,   1S(>4].  Mondiiy. 

Dearest  Emilie, 

1  liad  volli*  note  oii  Satiiiday  eveiiing  aii<l  this 
iiìorniiifi;  The  other.  Good  ;  biit  tlie  wind  and  the 
cohl  must  be  dreadinl  at  Eastbourne.  When  do  you 
think  of  leaving?  No;  I  did  not  see  Wolff's  photo- 
,uia])Ii  ;  quile  enoiigh  of  the  originai  as  far  as  the 
l>hysical  a])pearance  goes.  Yesterday  evening.  Bes- 
sie,  AV[illiam]  and  Barker  and  Davies.  Bessie  gl- 
ves  a  very  bad  account  of  ^latilda.  Jessie^  nnless 
in   the  interval   Mario  Las  pledged  himself  to  Fer- 


;  Lunedi. 

Carissima  Emilia. 

Ho  avuto  una  vostra  lettera  sabato  sera,  e  questa 
mattina  un'altra.  Bene;  ma  il  vento  ed  il  freddo  devono 
essere  terribili  a  Eastbourne.  «.Quando  pensate  di  partire".' 
No  ;  non  ho  visto  la  fotografia  di  Wolff  ;  mi  basta  l'ori- 
ginale quanto  ad  aspetto  fisico.  Ieri  sera  Bessie,  William 
e  Barker  e  Davies.  Bessie  porta  notizie  molto  cattive  di 
Matilde.  Jessie,  a  meno  che  nell'intervallo  Mario  non  si  sia 
impegnato  con  Ferrara,  starà  a  Firenze.  Quanto  alle  pre- 
sentazioni,   cara,    io    non    credo    che    Jessie     scriverà     mai 

VMMDXXXIX.  —  Pubbl.,  iu  parte,  da  E.  F.  Richabds,  op. 
cit.  voi.  III.  pp.  102-103.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo 
del  Risorgimento  di  Rema.  È  in  uaa  busta  che.  di  pugno  del 
Mazzini,  ha  l'indirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi,  Turret 
Cottage.  Seaside  Road.  Eastbourne.  »  La  data  si  ricava  da] 
timbro  postale. 


[1S(»4|  KPIHTOI-ARIO.  12:? 

raia,  will  ho  in  Florence.  As  for  the  introduotions, 
deal',  I  (lo  noi  think  Jessie  will  ever  write  unfa- 
vourahly  to  me  or  to  niy  fnndaniental  views,  1 
believe  she  «lisa^rees  at  lieait  fi-oni  Maiio's  doings 
and  regrets  the  attacks.  I  mvsell"  introduced  her 
to  the  OhHcrrrr  where  she  has  been  ae(*epte<l  too. 
Saffi  has  taken  Ihe  paper,  nnder  promise  of  givinji; 
it  back  to-<lay.  The  Italian  moral  sense  is  perverted  ; 
and  nothinu'  but  action  will  cure  it.  An  artide  of 
mine  on  the  Dorcrc  has  been  seized  one  week 
airo:  (M  <>t"  conrse  the  Declaration  inserted  Satnrday 
last,  will  bave  been  seized  too.  Today  I  send 
another  article  in  praise  of  the  Turin  people.  (-)  I 
teel  sick  at  heart;  nevertheless,  the  republican 
Party  will  gain.  They  may  approve  uow,  but 
v.'ithin  two  or  three  months  will  rage  again. 


contro  di  uie  o  contro  le  mie  vedute  fondamentali.  Credo 
che  disapprovi  profondamente  qiTello  clie  fa  Mario  e  si 
dispiaccia  degli  attacchi.  Io  .stesso  la  presentai  -aW Ohscy- 
vci\  dove  anche  è  stata  accettata.  Saffi  ha  preso  il  giov 
naie,  promettendo  di  restituirlo  oggi.  Il  sen.so  morale 
italiano  è  pervertito  ;  e  soltanto  l'azione  potrà  guarirlo. 
Un  articolo  mio  sul  Dovere  è  stato  sequestrato  una  setti- 
mana fa  :  naturalmente,  la  Dichiarazione  pubblicata  sabato 
passato  sarà  stata  anch'essa  sequestrata.  Oggi  mando  un 
altro  articolo  in  lode  del  popolo  torinese.  Mi  sento  il 
cuore  malato  ;  ciò  non  ostante,  il  Partito  repubblicano 
guadagnerà.  Possono  approvare  ora,  ma  fra  due  o  tre 
mesi  si  solleveranno  ancora. 

C)   Ved.   infatti   la   nota   1   alla   p.    102. 

(-)  Intitolato:  La  Convenzione  e  Torino,  fu  pubbl.  nelVU- 
nità  Italiana  di  Milano,  del  7  ottobre  1SG4,  e  ri.stampato  nel 
Dovere  del  15  dello  stesso  mese. 


124  F3>IHTOI.ARIO.  ri'^f»41 

Vcs;  lU'l^'imii,  aiivf.liiii^;  Imt  hclj»  me  in  my 
]{i'itisli  statisi  ics.  I  liavc  aln-adv  .Mr.  l'oKcr  lor 
£.  50  wlicii  die  timo  ai)i)r«)a('lios.  Wv  oui^lit  to  niake 
a  List,  tax  approximatively^  aiid  distiibute  tlie 
parts  for  asking. 

Not  Olio  word  from  Lugano  or  Milaii. 

I  suppose  that,  however  seized,  I  sliall  bave 
To-moirow  a  eopy  of  my  Declaratiou. 

I  had  liad  lialf  au  idea  that  my  reliffious  letter 
would  liave  done  for  tlie  Leader;  but  I  gave  it 
up  on  consideratiou. 

Wolff,  T  think,  will  uot  go  before  Friday.  i^) 

Ad  (ito:    love   from 

j'our 

Joseph. 

Si  :  il  l'.elulo.  (inaUmiiiu'  cosa  ;  ma  aiutatemi  nelle  mie 
statistiche  inglesi.  Ho  yià  ^Ir.  Potter  con  ."()  lire  sterline. 
(juando  il  tempo  si  avvicinerà.  Dovreumio  fare  una  lista, 
fare  una  tassazione  approssimativa,  e  dividere  le  parli 
per   chiedere. 

Non  una  parola  da   Lugano  né  da  Milano. 

Penso  che,  quantumpie  setiuestrata,  avrò  domani  una 
copia    della    mia    Dichiarazione. 

Avevo    avuto    una    mezza    idea    che    la    mia    lettera    rrìi- 
(j'ioxd    avrehhe   potuto   andar  bene   per    il   IjCUiU  r  ;    ma    pen 
sandoci,   rinunciai  all'idea. 

Credo   che    Wolff   non   partirà   prima    di   venerdì. 

Addio  :    tante  cose  affettuose   dal 

vostro 

Giuseppe. 

(')  Parti  infatti  per  1  Italia,  con  una  missione  del  Maz- 
zini per  E.  Bezzi,  al  quale  si  uni  quando  il  Bezzi  capitanò 
il  moto  insurrezionale,  per  cui  ved.  in  appresso.  E  fin  d'ial-" 
lora  la  sua  azione  parve  sospetta.  \'ed  G.  Locatelli-Milbsi, 
op.  cit.,  pp.  135  e  152-158. 


[1864]  epistolario.  125 

VMjMDXL. 

A  Vincenzo  Brusco  Onnis,   ìi  Milano. 

[LoiulniJ,  ;-5  ottobre    [isr,!]. 

Caro  Brusco, 

Inserite,  vi  prego,  s'anche  doveste  disapprovare 
apponendovi  nota.  E  prendete  misure  perché,  anche 
sequestrato  lo  scritto  circoli  in  Torino.  (^)  Oggi  un 
lei  egra  mina  ci  reca  nìeetlng  in  Milano  in  approva- 
zione della  Convenzione.  S'è  vero,  gli  Italiani  hanno 
ilavvero  perduto  il  senso  morale. 

Da  voi  dura  il  silenzio. 

Mandatemi,  in  caso  di  sequestro,  una  copia  dentro 
un  giornale  non  sospetto,  ciò  che  dovreste  far  sempre, 
il)  caso  di  sequestri. 

Se  avessimo  in  Torino  un  giovine  attivo,  sarebbe 
il  momento  per  affratellarvi  uomini  a  noi. 

Vostro 

GlUSEPI'K, 


vMMDXL.  —  Inodita.  L'autografo  si  conserva  np]  Mu- 
seo del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha 
indirizzo. 

(')  L'art,  indicato  nella  lett.  precedente.  Non  fu  se» 
questrato  e  la  redazione  del  periodico  non  vi  appose  nota 
alcuna. 


I2(i  EPISTOLARIO.  [1864] 

VMMDXI.I. 
A  Felice  Dacnino,  a   (Joiiova. 

ILniidi-iil,  :'.  ..tlul.n-   |isr.4]. 
Caro  I) [agnino], 

Se  la  Falange  Sacra  avesse  un  giovine  intelli- 
gente, attivo  e  cortese  di  modi,  dovrebbe  mandarlo 
a  Torino,  ft  (questo  il  momento  d'impiantarvi  tra  gli 
operai  l'organizzazione.  Non  ho  bisogno  di  dirvi 
come  ogni  gara  debba  cessare  davanti  allo  scopo. 
In  fondo  del  core  dei  Torinesi  può  esservi  il  loca- 
ìIhìho  ;  ma  sono  malcontenti  irritati  e  lanciati  sopra 
una  via  che,  se  trovano  simpatie,  può  condurli  lon- 
tano. 

Tutte  le  ragioni  dei  nostri  non  tolgono  l'immo- 
ralità e  l'umiliazione  verso  lo  straniero  contenute 
nella  Convenzione.  E  tntti  dovrebbero  protestare  per 
onore  e  per  mettere  in  una  falsa  posizione  la  Mo- 
narchia. 

Dite  a  Cast[elli]  col  mio  affetto  che  mi  mandi 
entro  un  Giornale  non  sospetto  i  miei  articoli  seque- 
strati sul  Dovere. 

Addio  :  amate  il 

:-  vosti'O 

Giuseppe. 


vMMDXLI  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nell'Isti- 
tuto Mazziniano  di  Genova.  A  tergo  di  esso,  di  pugno  del  Maz- 
zini,   sta    rindirizzo  :    «  Dagnino.  » 


[1X04]  EPISTOLAEIO.  IL'7 

VMMDXLII. 
A  Giovanni  Zugni,  a  Reggio  Emilia. 

|L..ii(lr.il.  4  <  ttolirc   [1864]. 

Caio  Zn<:;ui, 

Ho  l;i  vostr.i  del  :ì.  Ebbi  l'altra.  Non  vi  scrissi, 
]»f'irlié  vi  (ledeva  a  ]Mil [ano],  dove  P>[oniiet]  v'aspet- 
tò iiarecchi  jjioriii.  La  mia  liei-  61,  concerneva  a])- 
l^iinto  l'affare  di  che  mi  parlate.  Quel  tale  non  può 
avere  autorizzazione  da  80.:  o  ha  frainteso  o  è  man- 
dato da  altri  che  usano  e  abusano  del  nome.  A  ogjii 
nnxlo,  un  tentativo  che  non  può  essere  a]>]»o<ip;iato 
nella  parte  su])eriore  i>er  la  stagione  sarebbe  schiac- 
ciato e  rovinereìtbe  opii  cosa.  Bisogna  im]3edirlo.  Del 
resto,  si  ridurranno  a  ciarle;  mancano  di  mezzi  e 
di  tutto.  All'amico  M....  -di  51,  fu  già  risposto. 

Vi  scriverò,  mandandovi  due  lettere  da  ricapi- 
tai*e;  ma  |)er  altra  \ia.  Ora  non  ho  un  minuto  di 
tempo. 

Addio  : 

vostro 

Giuseppe. 


vMMDXLII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo flel  Risorgimento  di  Reggio  Emilia.  A  tergo  di  esso,  di 
pugno    del    Mazzini,    sta     1  indirizzo  :     «  Z[ugni].  » 


128  EPISTOLARIO.  [18041 

VMMDXLIIl. 

A  Rosario  Bagnasco,  a  l'alorino. 

I  Londra  |,    ~)  ottolirc    |18(i4|. 

Fratello, 

Ilo  la  vostra  del  28  settembre. 

Che  dirvi?  Couciliazioue  o  iio,  io  ho  giurato  a 
me  stesso  di  non  dir  più  se  non  la  verità  pura  e 
schietta. 

La  Convenzione  è  una  infamia  :  una  profonda  umi- 
liazione per  l'Italia.  Finora  L[uigi]  IS[[apoleone]  era 
in  Roma  senza  diritto:  come  un  ladro  ch'è  forte. 
L'Italia  doveva  agire;  non  potendo  agire,  mantenersi 
allo  stato  di  i)rotesta,  aspettando  circostanze  favore- 
voli. Oggi  la  Convenzione  riconosce:  1"  il  diritto  di 
L[nigi]  N[apoleone]  per  due  anni;  2"  il  diritto  di 
tornare  in  Konia  e  di  farci  guerra  il  giorno  in  cui 
l'Italia  chiamata  dai  Romani  v'entrasse;  ei  non 
s'appoggerebbe  pili  sull'iniquo  precedente  del  '49  ; 
ma  sulla  Convenzione  segnata  da  noi  che  ci  dice:  Non 
v'entrerete. 

Ho  accennato  all'altre  ragioni  in  ciò  che  scrissi 
sul  Dovere,  e  che  dovrebbe  riprodursi  in  foglio  vo- 
lante. (^)  La  Convenzione   mentre  dà  quel  diritto  a 

vMMDXLIII.  — '  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  A  tergo 
di  esso,  di  pugno  del  Mazzini,  sta  l'indirizzo:  «  Sig.  Ro8[ario] 
B[agnasco].  » 

(')  L'art,  intitolato  :  La  Co,nven&ione  fu  infatti  ristampato 
e  diffuso  in  foglio  volante  (s.  a.  n.  1.),  su  carta  velina.  Una 
copia  si  conserva  nel  Museo  del  Risorgimento  di  Roma. 


[1SG4]  tarsToi-ARio.  l'i!» 

I4uigij  2s  [apoleoiie]  iiupoiie  al  nostro  Governo  il  do- 
vere «li  rinnovine  As[»r()nionte. 

Ciò  ch'io  <lissi  sn  Napoli,  è  fatto.  Era  stata  scelta 
]>er  Capitale.  L[uigiJ  N[apoleone]  negò.  È  chiaro 
(  h'ei  riserva  il  Mezzogiorno  a'  suoi  disegni  futuri.  (') 

Ljuigi]  N[apoleone]  non  vuole  l'Unità  Italiana, 
perché  la  teme.  La  Convenzione  è  un  passo  decisivo 
fatto  su  «piella  via. 

Quei  che  guardano  altrimenti  alla  Convenzione, 
o  non  intendono  o  non  vogliono  intendere. 

In  i)osizione  siffatta,  il  dovere  dei  Siciliani  c(mie 
di  tutti  gli  Italiani  è  chiaro. 

Quanto  al  presente,  protestare  fortemente  prima 
della  liunione  del  Parlamento  contro  la  Convenzione: 
dichiarare  che  i  votanti  per  essa  saranno  considerati 
dal  ))aese  come  due  volte  traditori  del  paese,  la  prima 
volta  per  Nizza,  la  seconda  per  l'abbandono  di  Roma. 
E  dar  testimonianze  di  simpatia  ai  Torinesi,  prima 
])erclié  le  meritano^  ])()i  ])ercirè  il  momento  di  con- 
quistarli a  noi. 

Quanto  all'avvenire,  due  cose: 

Insistere  sull'impresa  X'eneta,  senza  la  ([uale 
in  ogni  mo<lo  non  avremo  mai  Roma:  aiutarci  a 
prepararla. 

Dar  carattere  nettamente  repubblicano  aira])0- 
stolato  ])ubblico:  dar  forza  all'organizzazione  se- 
greta dei  repubblicani. 

(')  Xoll'iirt.  rit.  nella  nota  precedente,  il  Mazzini  aveva 
dichiarato:  «Il  Governo  aveva  pensato  a  Napoli.  Ma  biso- 
gnava che  il  trionfo  di  Luigi  Napoleone  non  avesse  limiti  : 
bisognava  che  il  Mezzogiorno  fosse  lasciato  terreno  aperto 
ai  lunghi  mal  celati  disegni  del  federalismo  bonapartiano. 
alle  agitazioni  murattiane.  alle  probabili  invasi(  ni  future. 
Il   (ioverno,   anche  su  ([uesto.  piegò  la   testa.  » 

Mazzini.  Seritii.  ecc..  voi.  LXXIX  (Epistolario    voi.  XLVIII).        9 


VAO  LTisToi.Arno.  [1,SU4| 

Xiill'altro  jniò  o^fj^iiiuii  dai-  salute,  onore,  liberlù 
all'Italia.  11  .Ministero  Lamarmora  (')  vi  diee  ehe  la 
.Monarchia  girerà  sempre  nello  stesso  cerchio,  tra  i 
ladri  e  gli  inetti.  II  deitito  |»a[)ale  che  s'accolla,  (-j  i 
cento  milioni  che  parla  di  spendere  pel  trasferimento 
vi  dicono  nuove  tasse  o  nuovi  imprestiti,  rovina  tinan- 
ziaria.  1  tentativi  fatti  da  me  anche  col  re  in  (juc- 
st 'ultimo  periodo,  le  promesse  avute  e  mantenute  coi 
secjuestri  dellarmi,  etc,  ogni  cosa  vi  prova  che  la 
^lonarchia  non  solamente  vieta  Koma^  ma  non  andrà 
a  Venezia  :  l'esercito  è  dunque  accresciuto  per  domi- 
nare il  paese,  non  altro.  Il  plebiscito  è  violato  dalla 
Convenzione.  Non  rimane  [)iù  duncpie  che  il  can- 
giamento dell'Istituzione  e  tornare  al  programma 
della  (Jioriiìc  [tdlia:  Unità  repubblicana.  Gueri-a 
all'Austria  ])er  riavere  il  nostro  e  accendere  la  guerra 
delle  Nazionalità.  Poi  Roma;  Assemblea  Costituente; 
Patto  Nazionale. 

Il  paese,  mi  dite,  non  è  preparato.  Bisogna  pre- 
pararlo, sei  mesi  o  sei  anni.  È  quella  la  via  :  è  quello 
il  Dovere.  Riusciremo  quando  potremo.  E  a  ogni 
modo,  per  quei  che  credono  il  bene  possa  ancora 
venire  dalla  Monarchia,  se  pur  v'è  modo  di  deciderla 
è  la  minaccia. 

Né  per  ora  vi  scrivo  più  a  lungo  ;  mi  manca  oggi 
il  tempo  e  inoltre  son  pochi  giorni  che  ho  scritto 
lungamente  ad  altri. 

C)  Tra  il  24  e  il  27  settembre  ISPA  al  Gabinetto  Min- 
ghetti  era  succeduto  quello  presieduto  dal  geu.  Lamar- 
mora. 

(-)  All'art.  4°  della  Convenzione  del  15  settembre  era  sta- 
bilito :  «L'Italia  .si  dichiara  pronta  ad  enti*are  in  trattative 
per  prender  a  suo  carico  una  parte  proporzionata  del  debito 
degli  antichi  Stati  della  Chiesa.  » 


[1SG41  KPISTOI.ARIO.  131 

Spinjicto  ni  lavoro  non  solamente  in  Sic  [il  in],  ma, 
con  lutti  i  mezzi  i)ossil)ili,  nelle  [n-ovincie  di  Ter- 
raferma. La  natnra  <lelle  cose  indica  l'iniziativa  del 
^Mezzodì  cond)inato.  Lavoro  e  lavorerò  a  che  il  resto 


segna. 


Addio:  voj>liatenii  bene. 

^'^ostro  sempre 
(Ji.usPM'rK. 


Del  frate  non  posso  dirvi  altro.  (') 
■  Mi    scrisse    mandandomi    una    sua    pnbblicazione 

che  non  m'è  giunta.  Era  mio  dovere  rispondere.  Se 

non  si  trova,  pazienza.  Aprite  la   lettera;  forse  ne 

tiarrete  norma. 

Ditemi  sem])re  il  vero  sull'Isola  come  ve  lo  dico  io: 
Gli   elementi    dell'avvenire   sono   i   lavoranti   e   i 

giovani  oggi  non  noti. 

VMMDXLIV. 

A  Madame  Marie  D'Agoult,  à  Paris. 

[Londres].  6  octobre    [1864]. 

Rassurez-vous.  Xous  sommes.  moi  et  les  miens, 
parfaitement  étrangers  aux  mouvemens  de  Turin. 
]ls  ont  été  absolument  spontanés  et  à  vrai  dire  je 
ne  m'y  attendais  pas.  Il  va  sans  dire  que  je  blàme 
la  Convention,  que  j'ai  protesté  coutre,  et  qu'on  a 

(')  Quel  frate  Sparaeino,  di  cui  alla  lett.  VMMCCCCL  nel 
voi.  LXXVIII,   p.  308. 

VMMDXLIV.  —  Pubbl.  in  G.  Mazzini,,  Lettres  à  D.  Stern, 
ecc.,  cit.,  pp.  31-38.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo  del 
Kisorgimeuto   di   Roma    (fondo   E.   Nathan).   Non   ha   indirizzo. 


132  RPISTOI.AKIO.  [18G4J 

saisi  les  Jonniaux  qui  coutenaieut  la  protestatiou. 
l'olir  inoi,  la  Coiiveiilion  est  éinincmmeut  immorale: 
elle  met  le  Gouvernement  Italieu  daus  la  nécessité 
(le  (lécapitei-  ritalie  ou  d'éti-e  sciemraent,  de  piopos 
délibéié,  déloyal.  Elle  decròte  Aspromonte  en  perma- 
iieiice.  Elle  aide  le  l'ai>e  à  se  refaire  du  crédit  et 
une  armée  de  bandits  préts  à  égorger  les  Komains 
lorsqu'ils  se  soulèveront.  (i)  Elle  abolit  la  protestatiou 
Italieuue  coutre  l'envaliisseur  étranger.  Elle  pactise 
un  silenee  de  deux  aus.  Elle  fonde  le  droit  —  le 
droit  non  de  la  torce  brutale  mais  des  conventions 
écrites  —  pour  l'étranger  de  nous  dire:  «  Appelés 
].ar  les  Komains,  vous  entrez:  vous  trahissez  vos  en- 
gagemens:  je  rentre  et  je  reste.  Elle  rejette  —  je 
parie  toujours  du  Gouvernement  —  la  question 
romaine  vers  Tindéfini,  en  déclarant  que  ce  ne 
peut  etre  qu'à  Finlluence  morale  qu'on  devra  Rome, 
c'est-à-dire,  je  suppose,  à  la  conversion  du  Pape.  Elle 
donne  un  dementi  aux  plébiscites,  aux  déclarations 
du  Parlement,  à  celles  de  tous  les  Cabinets  qui  se 
sont  succédés  depuis  Cavour.  Et  quant  à  nous,  elle 
nous  rend,  en  brisant  les  plébiscites,  notre  liberté. 
Xous  tàcherons  d"en  user. 

T"ne  fois  pour  toutes,  retenez  l»ien,  je  vous  en 
juie,  <pie  la  question  morale  est  tout  pour  moi.  Il 
m'importe  t'ort  peu  que  l'Italie,  territoire  de  tant 
de  lieues  carrées,  mange  son  blé  ou  ses  choux  un  peu 

(')  L";irt.  :'«"  (U'ila  Coiivpnzidin'  del  1")  scttcuiln-e  dichiara: 
'(  Il  Governo  Italiano  non  i-celanierà  contro  V  firgauizzazione 
(li  un"  armata  pontificia,  anche  se  composta  di  cattolici  stra- 
nieri, sufficiente  per  mantenere  l'autorità  del  Santo  Padre  e 
la  traniiuillità  tanto  all'interno  che  sulla  frontiera  dello  Stato, 
purché  iitu'sta  forza  non  possa  degenerare  in  un  mezzo  d'attacco 
contro   il   Governo   Italiano.  » 


[1S041  ICPIRTOI.ARIO.  133 

meillenr  marche  —  remarqiuv.  bien  qne  c'est  anjonr- 
(Tlnii  le  eontraii'e  —  il  m'importe  quo  l'Itnlip  soit 
grande,  bornie,  morale,  vertiiense;  il  m'importe  qn'elle 
vienile  remplir  nne  mission  dans  le  monde.  Or,  an- 
joiird'lini,  nos  doetinaires  en  32°  inoonlent  à  l'en- 
fant qui  vient  de  naìtre  la  oonception  de  Vopportu- 
nume,  de  la  tactiqne,  dn  mensonge,  de  la  lAeheté, 
de  rhypocrisie  qn'on  a  inoenlées  à  la  France  sous  les 
deux  "Restanrations  et  après.  C'est  la  mon  grief  prin- 
cipal  contre  notre  ]\ronarcliie  ;  c'est  là  la  raison  de 
mon  mépris  ponr  tons  ces  petits  pretendila  adeptes 
de  Macliiavel  qni  font  de  l'anatomie  antonr  d'nn 
bercean  tandis  qne  Ini.  Macliiavel,  en  faisait  en 
an'ìqnnni  et  pleurant.  sur  une  tombe. 

Théorie  du  poigiiard  !  Vous  m'avez  évidemment, 
fante  d'informations,  mal  compris.  Non  seulement, 
;>  n'ai  pas  de  théorie  du  poignard,  mais  il  n'y  en  a 
pas.  C'est  précisement  le  mot  échappé  à  Manin  en 
parlant  de  l'Italie  Centrale,  qui  me  tìt  écrire  ces  trois 
lettres  qne  ie  cherche,  pour  vons  les  envoyer,  en 
vaili  iusqn'ici.  C'était  ponr  lui  dire  qn'il  donnait 
anx  étranijers  nn  texte  pour  calomnier.  Mais  com- 
ment  m'expliqner  avec  vous  sur  toutes  ces  choses? 
TI  me  fandrait  écrire  des  volumes.  Or.  ils  sont  écrits; 
seulement  vous  ne  ponvez  pas,  dans  votre  bienheu- 
T'puse  France.  les  avoir.  La  collection  de  tons  mes 
écrits.  avec  nn  conp-d'-o'il  historiqne  et  presqne 
nntliobioo;raphique  s'imprime  à  Milan  chez  Daelli; 
six  volumes  ont  pam.  et  le  septième  va  paraitre. 
lìoii  ou  mauvais,  vous  verriez  lA  ce  qne  je  snis,  ce 
fino  io  pense.  "Mais  pen  importe  mon  mot  :  ce  qui  ira- 
porte  c'est  le  ntoì  de  ce  peuple  italien  que  vous  ai- 
mez  d'instinct  sans  savoir  ce  qyn'il  a  fait  et  que  vons 
attribuez  à  d'autres. 


i:; I  i;i'isi(»i,Ai!i<i.  I  isCii  I 

N'oiis  \o\vz  (UIC  jc  Ijiìs  iillnsioii  m  votrc  livrc.  (') 
C'csi  iioiis   iioiis   soiiinics    proiiiis   si  licóri  t(''   ìi    oii 

liiiiicc  —  le  (IiJiiiic  (rUiUiilcl  iiioins  Ihmilct  Ini mcinc 
IImiuIcI  c'csl  le  pcilplc.  l;i  jciiiicssc  iiicoiiiiuc,  l'oii- 
vrici'  clcvc  p.ii*  iioiis,  (pii  ;i  lillci-:ilciuciil  l'orcc  ii(>s 
(I(»c1riii;iii-cs  iVaiiiicirr :  cpii  ;i  (•(nupiis,  p;n'  (Jaribiildi 
et  Ics  voloiiltiiies^  le  Midi:  (pii  ;i  p(nissc,  |);n-  l:i  me- 
iijicc,  le  (ìonveiiieiiieiit  vcis  Ics  Elals  dii  i>ape;  (pii 
le  ponssera.  coiniitcz-v,  sur  \'ciiisc.  Ce  pciiple  iTest 
pas  (laiis  votrc  livrc.  .Fc  sais  hicu  (pie  les  événemeiis 
r.iixipiels  jc  fais  allusion  ne  iionvaicnt  y  entrer; 
mais  ce  penjile  était  visible  en  p;ernìe  daiis  la  période 
(jni  rentre  dans  votre  cadre;  et  vons  ne  l'avez  pas 
VII.  r'cst  (pie  vons  n'avez  pas  ])lonjjé  an  dessous  do 
la  surface.  Cenx  qni  vons  entonraient  vous  en  ont 
cnipi^'clice.  J'ai  sonri,  je  ne  vous  le  cache  pas,  de 
Tenthousiasme  sans  reserve  avec  leqnel  vous  parlez 
(Ics  individualités  de  notre  période  de  transition, 
vous  qui  avez  si  bien  jugé  Onizot  et  tontes  celles 
de  la  vòtre.  Mais  il  y  a  tant  d'amour,  dans  le  livre, 
pour  mon  pays,  un  sentiment  si  vif  de  l'Italie,  une 
aspiration  si  profonde  vers  son  avenir,  que  tout  en 
jjrondant  un  peu  intérieurement,  je  sens  le  besoin 
de  vous  tendre  la  inain  en  vons  disant:  Merci. 

Mais  pourquoi  ne  pourrions-nous  pas  faire  la 
fijuerre  à  rAntriche  sans  la  France  ou  l'AngleteiT-e? 
Xe  savez-vous  pas  que  nous  avons  380,000  sous  le 
avraes?  50,000  appelés  dans  un  mois?  131,000  gardes 
nationaux  à  mobilìser  par  un  décret  de  1861?  30,000 
volontaires  piribaldiens?  et  la  Vénétie  prete  à  nous 
aider  par  l'insurrection?  Ne  savez-vous  pas  que  l'Au- 


(')    Hisioire  de  la   Revolution   de  IS-lfS,   che   Mad.   d"Agoult 
aveva  inviato  in  dono  al  Mazzini.  Yed.  la  lett.  VM^NIDVII  a  p.  60. 


lisci]  KPISTOI.AUK».  lo") 

ti'iclic  ne  pciit,  (l;ins  iiiu*  }:;u(M-i<'  ìImIìciiiic,  ile  plus 
(le  liOO.dOO  lioimiii's?  ]jÀ  jinssi  vons  iTóIcs  ]»jis  asscz 
exju-tenu'iil   iiiforimV. 

Xc  craiiiiiez;  ricu  ])()ur  rriiilé:  clU'  l'sl  à  iious 
(pioiiliroii  fasse  t'1  (|n<)l(|iu'  ixms  lassioiis.  Elle  ne 
(Olili  jias  le  iiioiiidre  riscpie.  VA  iioiis  iious  i'erioiis 
1i)iif<  li.M'lier  polir  elle. 

Ce  iiV'sI  ]»as  sur  Macliiavcili  (pie  je  dis  aiiathè- 
iiie;  e'est  sur  les  imita teiirs  de  Machiavelli.  Qusuit  à 
Tacite  on  lui  ou  aux  lixres  eu  frenerai,  je  vous  avoiie 
(pie  je  les  doniierai.s  tous  ])()ur  une  lijj^ue  d'action. 
Je  crois  (jue  Byrou  a  dit  cela  aussi  (|iiel(iiie  part. 
Ne  m'appelez  pas  barbare.  Sérieuseraent  parlant,  la 
pensée  m'est  sacrée  et  je  serais  capable  de  me  trat- 
ner  de  bibliothè(iiie  en  bibliotlièqiie,  d'archive  dcj 
couvent  en  arcliive  de  coiivent  pfjiir  délerrer  qiiel- 
(pies  lignes  d'un  grand  penseiir  onblié,  de  Joachim 
par  exemple.  Mais  ce  serait  à  condition  de  me  dé- 
vouer  à  incarner  la  pensée  contenne  dans  ces  qiiel- 
ques  lignes  dans  l'action.  -Te  n'aime  pas  qu'on  démem- 
bre  l'nnité  hiimaine:  elle  est  pensée  et  action.  C'e&t 
pourqiioi  les  <>énies  qui  noiis  ont  donne  une  liieur  de 
cette  unite  sont  ceux  qne  je  préfère.  Entre  les 
denx  séries,  dont  l'ime  dépend  d'Horaère  à  travers 
Shakespeare  jnsqn'à  Goethe,  l'antre  descend  d'Eschyle 
à  travers  Dante  jiisqii'à  Byron,  mon  admiration  n'a 
pas  de  clioix.mon  amour  choisitla  seconde.  Yoilà  toiit. 

Nons  difPèrons  sur  bien  d'appréciations,  n'est-ce 
l)as?  Xcvcr  mind,  comme  dìsent  mes  Anglais.  Nous 
sommes  d'accord,  sur  des  points  bien  plus  impor- 
tants;  et  nous  sommes  deux  croyants  dans  la  méme 
source  de  foi  :  recherche  de  la  Yérité  et  expression 
courageuse  de  la  Yérité. 

Adieu,  Madame  et  amie,  Joseph 


]:?i;  KiMSToi  AKio.  |isr»4| 

Uni,  jc  coiiiKii  le  niédiiilloii,  si  vous  pailcz  de 
(■(dui  (pii  poide  sur  une  de  scs  liicos  (juehjut's  niofs 
(Ics   lìandiiMa  eux-niémes. 

Ne  ciaijiuez  pas  d'èti-e  /iiorocdiitr.  Dites-moi 
sa  MS  i(''seive  toute  pensée  qui  vouh  vient  h  nioii 
sujet  et  demandez-moi  tout  ce  qm  jieut  vcnis  étre 
utile. 

J'i^uore  le  (luand  de  la  fOte  I)autes(iue.  Il  ne 
faudiait  ])as,  je  crois,  qu'il  y  eùt  ti'op  d'intervalle 
entie  ce  (jue  vous  écrirez  et  la  tete  elle-méme. 
(^uant  à  la  Convention,  et  queljpie  soit  votre  avis 
là-dessus,  auriez-vous,  vous  ])rétres.se  de  Dante, 
le  ooniasje  de  la  méler  à  ce  que  Dante  vous  inspi- 
rerà? Je  n'en  crois  rien. 


VMMDXLV. 

A  Eva  Semenza,  a  Londra. 

[Loiulra],   7  ipttol)re   l.S(j4. 

Cara   Eva, 

Quando  leggerete  queste  linee  —  tra  due  anni  — 
saprete  che  un  uomo,  amico  di  babbo  e  di  mamma, 
s'interessava  a  voi,  vi  benediceva  e  desiderava  il 
momento  in  cui  vedrebbe  che  avete  cominciato  a 
])ai']are.  Quel  giorno,  pensate  a  me  che  forse  non 
\edi-ete   irai. 

Girs.  Mazzini. 


VMMDXLV.    —    Inedita.    L"  autografo    si    conserva    presso 
gli  eredi  di   G.   Semenza.  Non  ha  indirizzo. 


llS(;-t|  M'ISTOI.AUH).  l'Ai 

VMMDXLVI. 

To  Emilie  Ashurst  Venturi,  Eastboiirne. 

[Loudon,  OctolH'i-  7tli    1.S04].   Fridity. 

Desu-est   Emilie, 

I  seiid  the  Dovere;  but  the  two  iiumbers  must 
be  «eiit  back  to  me.  Since  the  Convention,  I  have 
noi  received  one  sinj^le  word  from  Lugano  or  from 
Milan  !  Tlie  Popolo  d'Italia  too  lias  beeu  seized 
f<)]-  my  article. 

Matilda   is  very  uuwell  again. 

William  did  not  go  to  Oxfordsliire  :  he  has  got  a 
\' iole  ut  C-old  and  is  at  home. 


Venerdì. 
Carissima  Emilia, 

Mando  il  Dovere;  ma  dovete  rimandarmi  i  due  un- 
meri.  Dopo  la  Convenzione  non  bo  neppure  una  parola 
né  da  Lugano  né  da  Milano  I  Anclie  il  Popolo  d'Italia  ìi 
stato  senuestrato  per  il  mio  articolo. 

^latilde  sta   ancora  molto  poco  bene. 

William  non  è  andato  nella  trontea  di  Oxford  :  ha  un 
forte  raffreddcn-e  e  sta  in  casa. 


V.M.MDXLVI.  —  i'iilii.l..  in  pjiitf.  (l.i  !•:.  F.  KrciiAKiis.  op. 
cit.,  vo'.  Ili,  1).  lO.'i.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo  del 
Uisorgimento  di  Re  ma.  È  in  una  busta  che.  di  i)Ugn(»  del  Maz.- 
zini,  ha  riudirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi.  Turret  Cot- 
tage. Seaslde  Itoad.  Eiistbourne.  »  La  data  si  ricava  dal  timbro 
postale. 


V.\S  KPISTOI.AIUO.  lisci] 

Tlif    Ilcrzciis   li;i\(>  hccii   ;iskiiiji  yom-   news.  .M;i(!;i 
me  ((uiiicfT.    \;itli;ili(\  eie.  Cowcii  too;   H()|y<);ik('  ioo. 

And    thiit    is  ;ill.      II(»\v   ;ii('  yon?   raiii   or   noi.    I 
Ioni;    l'or   yonr    Itcinu   cxjiinincd.      ^'onl•   cver 

.loSKI'lI, 


(ili     IhM'zi'ii    liaiUKi    chiesto    .si)C'SS(i     vosi  re    iioli/.ic.    Ma 
(lame  (>,s:arefl",  Natalie,  ecc.  Anche  Coweii  :  anche   Holyoake. 

K  (luestct  è  mito,  ("omo  state?  Dolori  o  no,  desidero  che 
voi  siate  visitata.  Sempre 

vostro  affezionato 
Giuseppe. 


VMMDXLVII. 

ALLA    REDAZIONE    UELL'«  UNITA    ITALIANA,  »    a    MilailO. 

[Londra].  10  ottobre    [1S64]. 

Amici, 

Col  rossore  stilla  fronte  io  traduco  per  voi,  e  voi 
di  certo  col  rossore  sulla  fronte  inserirete,  gli  estrat 
li  die  seguono  di  una  corrispondenza  da  Torino  pub- 
blicata nel  Tiììirs  del  10.  (^)  Il  Times  è  tristo  giornji- 

VMMDXLVII.  —  Pubbl.  wirCnitù  Itulìamt  di  Milano, 
d^l    14    (,tt.)l)re   IStU. 

(')  Gli  «  estratti  »  della  corrispondenza  torinese  al  Times. 
inviata   certamente  da   A.   Gallenga,   erano   i   seguenti  : 

(I  Le  Camere  Italiane  parlarono  la  mente  loro  nel  1800  ; 
pur  dovranno  rinegare  le  proprie  dichiarazioni  nel  1864.  Tutto 
questo  deve  e  sarà  sopportato.  Gli  Italiani  non  peccano  d'un 
falso    orgoglio.     Essi     pendono     per    la     loro     vita     dall'arbitrio 


[is(;4|  Ki'KSToi.AKU).  i:;;» 

le,  lo  so;  iii;i  ik'  il  Titiirs  iió  silcuii  jillro  ^ioniJilc  osc- 
it*bl»i'  sciivt'i-c  »rnn<>  (lei  pili  piccoli  j);u'si  (ri*ìurop;i. 
ilcljiio.  Svizzera  o  (Ji'cciji,  ciò  che,  iiicrcè  riiiilcjjjiia 
sci'\ililà  (U'.iili  attuali  ix'gjiitoi-i  crHalia,  sciivc  di  noi. 

X'ostro 
(jIus.  Mazzini. 

(Icll.'iniin'riitiirf  rr;iiic»'s«'.  Essi  smio  ciist  rei  t  i  di  ricorn-rr  a  lui 
per  1111   favolo:   e  fhi  niendica   non  ha  scolta. 

«  Ciò  clic  chiesero,  e.  sembra,  ottennero  (l.ill'iiiiperafore, 
è  lo  s};oinl)ro  dei  Francesi  da  Roma,  tanto  che  il  poter  tem- 
porale della  Chiesa  corra  le  sorti  d  un  accordo  tra  il  papa  e 
i  .suoi  sudditi.  Per  assicurare  un  intento  siffatto,  gli  Italiani 
rinunziano,  da  parte  loro,  a  e  gui  pretesa  sulla  Città  Etei-na. 
S'anche  Roma  compiti  i  due  anni,  cessasse  d'essere  sede  pon- 
tificia, potrebbe  forse  appartenere  ai  Romani  :  ma  gli  Italiani 
ne  rimarrebbero,  per  loro  atto  solenne,  esclusi. 

«  E  s'anche  i  Romani  dichiarassero  un  giorno  per  Plelii- 
scito,  di  volersi  annettere  al  regno  Italiano....  gli  Italiani 
non  potrebbero  trasferire  in  Roma  la  sede  del  Governo.... 
Esista  o  no  in  Roma  una  guarnigione  francese,  è  chiaro  ch'j 
la  Corte  e  la  Camera  non  possono  recarvisi,  finché  la  Francia, 
a  capo  e  nell'interesse  delle  Potenze  cattoliche,  frappone  il 
suo  veto.  La  Convenzione  di  Parigi  può  riuscire  in  qualche 
cosa  favorevole  ai  Romani,  ma  quanto  agli  Italiani,  o  la  Con- 
venzione non  ha  senso  alcuno,  o  li  vincola  a  cercare  la  loro 
capitale   altrove. 

«  Se  quindi  è  contemplato  in  oggi  un  trasferimento  da 
Torino  a  Firenze,  è  chiaro  che  si  tratta  di  stabilire  in  que- 
st'ultima città  la  capitale,  non  provvisoria,  ma  ijermanente. 
La  parola  pror visoria  può  difficilmente  esistere  nella  clausola 
segreta  della  Convenzione.  A  ogni  modo,  sia  Firenze  adottati 
provvisoriamente  o  permanentemente,  scende  dalla  lettera  o 
dallo  spirito  della  Convenzicne,  che  la  sede  del  Governo,  s'an- 
che potesse  rimuoversi  in  avvenire  da  Firenze,  ii'  n  potrebbe 
mai   trasferirsi   in    Roma.... 

«  L'imperatore  sa  perfettamente  che.  siano  o  non  in  Roma 
le  sue  truppe,  una  sola  parola,  un  solo  cenno  di  lui.  bastano 
per   costringere   gli   Italiani   a   mantener  la    pace   in   Roma....  » 


140  KPISTOI  AKIO.  IISIU) 

VMM1)XL\'1II. 

•IO  Emilie  Asiiurst  Vkntuki,  Eastboiinic. 

[London.  OctolM'i-  lOth.  1804].   Smidiiy. 

Dear, 
First  of  ali,  please  to  i)()st  the  eiiclosed. 
The    rest    to    to-nioirow    luorning,    Avheii    T    shall 
bave  iiiost  likely  a   little  note  fvom  you. 

Monday. 

I  bave  at  last  a  mass  of  lettei's  fi-oni  Lugano 
and   ^lilan.     Thenee,   laconism. 

J*age  5.  voi.  2.  (M  yes:  between  man  and  external 
nature    events  etc. 

Page  158.  voi.  2.  (juite  right:  standard  of  taste. 
Yes;    it    was    for    the    s])iritualist    ITumbug    that    I 

Domenif-a. 
Cara, 
Prima  di   tutto,  fate  il  piacere  di  impostare  racchiusa. 

II  resto  a  domani  mattina,  (piando  molto  probabilmente 
avrò  una  letterina  vostra. 

Lunedi. 

Ho  finalmente  una  cpiantità  di  lettere  da  Liticano  e 
da  Milano.  Perciò,  laconismo. 

Pagina  5.  voi.  2.  si:  fra  Tuonio  e  la  natura  esteriore, 
gli  eventi,  ecc. 

Pagina  158.  voi.  2.  giustissimo  :  il  livello  medio  del  gusto. 

Si  :    era   per   lo  spiritualista   Humbug   che   io   domandai 

VMMDXLVIIL  —  Piil)t)l..  in  pnrte.  da  E.  F.  KKn.\Rns.  oi.. 
cit.,  voi.  Ili  \K  104.  L"aiit(if;raf()  si  conserva  nel  Museo  del 
Hisii-gimento  di  Roma.  È  in  una  liusta  che.  di  pugno  del  Maz- 
zini, ha  l'indirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi.  Turret  Cottage. 
Seaside  Read.  Eastbourne.  »  La  data  .si  ricava  dal  timbro  postale. 

C)  Dell'ediz.  daelliana,  sulla  quale  E.  Venturi  preparava 
una   traduzione   inglese. 


[1864]  EPISTOLARIO.  141 

asked  jibont  Tom.  T  am  glad  at  one  beiug  sympa- 
llietically   ragiiig   at    it. 

Deal-,  to  cali  at  tlie  Cai-lyles  is  moie  licavy  tu 
mo  tliaii  yoii  lliiuk:  stili,  I  shall  tliiuk  of  it. 

Matilda  is  vin-y  ili — aiul  Caroline  is  goiiig  lo 
luM-  to-day.  J  don't  kiiow  wlietliei-  she  will  be  able 
lo  come  back  this  eveiiing.  If  so^  I  shall  write 
what  she  says.  She  has  a  Doctor  fvom  Tu ii bridge; 
whether  a  homceopathic  one  or  not  1  do  not  know. 
1    lear  the  worse. 

William  has  had  and  has  stili  a  rather  severe 
cold;   but   he   is   getting  better. 

JUess  vou,  dearest  Emilie:  now  and  ever 

your  loving 
Joseph. 

Why  do  tjoii  copy  the  Doverci 

Did    you    ever   read    the    Miserahicsf 

Why  did  you  send  the  London  Illufitrated  News? 

di  Tom.  Sono  contento  ohe  qualcuno  si  arrabbi  graziosa- 
mente per  (luesto. 

Cara,  l'anelare  dai  (!arlyle  è  cosa  pili  grave  per  uw 
di   quello   die  non  crediate:   pure,   ci   penserò. 

Matilde  è  molto  ammalata  —  e  Carolina  andrà   da   lei 
oggi.    Non    so    se    poti:'!    tf»rnare    questa    sera.    Se    si,    vi 
scriverò  tpiello  che  dirà.  Ha  un  dottore  di  Tunbridge  ;   non 
so  se  omeopatico  o  no.  Temo  il  peggio. 

William  ha  avuto  ed  ha  ancora  un  raffreddore  piut- 
tosto   forte  :    ma    sta    migliorando. 

Dio  vi  benedica,  carissima  Emilia  :  ora  e  sempre 

vostro  affezionato 

f4lITSEPPE. 

Perché  copiate  il  Dovere? 

Avete  mai  letto  i  Miserablcs? 

Perché  avete  mandato  la  London  Illustrateli  News? 


I4*J  KCISTOI  AltlO.  (1S(Ì4| 

V.M.MDXLTX. 

A    (JlOVANXI  CllILKXZOM,    U     LuglinO. 

I  Lumini  |.    11    <.tl.)l)n'    |l.s(;4|. 

Caro   amico, 

Ilo  hi  tua  l'I  settembre  soltanto  ieri  10  ottobre. 
(Questo  mi  sensi  del  silenzio.  Serba  i  1100  e  aumeu- 
lali,  se  puoi.  Non  mi  sento  bene  e  perciò  non  scrivo 
al!  amico  M[osto]  o  a  Q[ua{lrio],  Lo  farò  e  ti  man- 
derò. 

Quanto  alle  elezioni  generali  è  difficile  decidere: 
dipende  da  un  calcolo  che  dovrebb'esser  fondato 
su  fatti.  Tua  maggioranza  dell'opposizione  non  è 
probabile  ;  una  forte  minoranza  è  desiderabile  for.se 
perché  non  muta  le  tendenze  della  Monarchia  e  può 
trascinarla  a  una  lotta  dalla  quale,  come  in  Francia 
nel  "i8,  potrebbe  escire  il  trionfo  imprevediito  del 
nostro  elemento.  I  repubblicani  noti,  eletti,  non  do 
vrebbero  accettare  perché  bisogna  ormai  formare  un 
1  ucleo  sacro  all'avvenire.  I  semplici  oppositori  do- 
vrebbero essere  spronati  a  votare  e  a  convincersi 
che  devono  rinforzar  l'opposizione.  Spronar  quindi  i 
malcontenti  non  repubblicani:  suggerire  ai  repubbli- 
cani noti  d'astenersi  se  eletti:  bisogna  cercar  di  riu- 
nir le  due  cose.  È  bene  che  la  sinistra  si  rinforzi;  ed 
è  bene  che  i  repubblicani  non  entrino  nella  Camera. 

La    vera   questione  del   resto  sta  altrove.  Addio 

per  oggi.  Riscriverò, 

Tuo 

Giuseppe. 

MMDXLIX.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  neHa 
«  Casa  di  Mazzini,  »  a  Pisa.  [Xota  1951  :  La  data  va  corretta 
in    [Londra].   11  ottobre    [1865].] 


fis(;4l  /'rpisToi.AKio.  143 

VM-MDL. 

A    SARÀ    AAI'IIAN,    il    LuyjUUt. 

LLoiulni],   11    .ittuhi-..    |1S(;4|. 

Caia  JSuriiia, 

Finalmente!  La  voslia  del  4l  mi  giunge  il  10.  Ne 
.«ono  lietissimo.  Fantasticava  d'essere  maledetto  da 
rutti   voi. 

Divento  nomo  ali  hasiness.  Non  vedo  sulla  noticina 
i  500  trancili  dati  da  Daelli  a  Br[usco]  pel  volume 
in  acconto.  Anche  quelli,  se  li  aveste,  devono  essere 
depositati  nel.  fondo  collettivo.  Cosi  pure  gli  altri 
mille,  se  D[aelli]  li  dasse.  Gr[ilenzoui]  mi  disse  d'ave- 
re un  migliaio  di  franchi.  Son  duii<pie  7720  che  costi- 
tuiscono il  perno  dell'azione  futura.  \'ediaino  d'an- 
dare innanzi.  Anch'io  raccolgo  qui  qualche  minuzia. 

Giulia  (^j  nulla  mi  scrisse  del  Miaglia,  il  quale, 
malgrado  le  cin(pie  lingue,  non  troverà,  temo,  im- 
piego. È  più  che  mai  difficile,  se  non  si  .trovano  case 
che  si  impiantino  ora. 

Emilia  sta  meglio  :  ma  Matilde  male  assai  e  temo. 

Ricordatemi  con  molto  vero  affetto  a  Giannetta  : 
poi  a  tutti  della  famiglia.  Amatemi  come  v'amo  io. 

Giuseppe. 

Holyoake  mi  ha  dato  due  lire  per  voi  !  Che  cosa 
devo  farne? 

Fate  giungere^  vi  prego,  intendendovi  con  Mau- 
r[izio]^  l'acchiusa  ad  Antonio  Mosto. 

VMMDL.   —   Inedita.  L'autografo   si   conserva    nel   Museo 

del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  A  tergo  di  esso, 

di   pugno  del   Mazzini,   sta  l'indirizzo  :    «  Sarina.  » 

(')    Giulia    Modena. 


144  KPI8TOI.ARIO.  f1SG41 

V.MMDIJ. 

To  Emimk  Asru'UHT   \i:.\iri{i,  K.islliniiiiit'. 

I  London     OcIoIht    lllli,   lSt;i|.   'l^icsdny. 

J)ear, 

AVliy  noi  oiie  word  to-day? 

J  (liti  Mot  wiito  yestei-day,  hecause  I  11ioiifj;lit 
tliat  Caroline  \vonl;l  bave  wiitteii.  Slic  did  iiot, 
because  slie  IiojmmI  to  he  ahlc  to  ji,ive  hetter  iieAvs 
to-day  aftei'  a  note  i'rom  I^anlen.  Tliey  aie  lather 
worse.     She  ^oes  again  tliis  afternoon. 

I  ani  not  fioiirishinju;  and  compelled  to  wi-ite  as 
little  as  possihle. 

So,    love,    sad    love    fi-oni  your 

JOSKI'II. 

AVill  yon  iiive  me  the  address  of  CJnénau  de 
Miissy? 

Martedì. 
Cara, 

Perché  neppure  una   rijia  oggìV 

Non  ho  scritto  ieri,  perché  pensavo  die  Carolina  avrel>be 
scritto.  Non  l'iia  fatto,  perché  sperava  di  poter  dare  notizie 
•migliori   oggi    d(»po    una    lettera   da    P.ardeu.    Sono   piuttosto 
peggiori.   Ci   va    di   nuovo  oggi   nel  pomeriggio. 

Non  sto  heiiisshiio  e  sono  costretto  a  scrivere  il  meno 
possibile. 

Perciò    tanto    affetto,    triste    affetto,    dal 

vostro 

ClITSElPPE. 

Volete  darmi  IMndlrlzzo  di  Cneuau  de  MussyV 

VMMDLI.  —  Puh])],  da  E.  F.  Richards.  op.  cit..  voi.  Ili, 
p.    108.    L'autografo    si    conserva    nel    Museo    del    Risorgimento 


[18041  EPISTOLARIO.  14.1 

VMMDLII. 

A   Mai'uizio   Quadrio,    a    Milano. 

[Londra],  11  ottohro   Ll'^<»4]. 
Caio  Maurizio, 

>.'on  posso  scriverti  a  lungo,  perché  noii  istò  bene, 
^fa  ti  ringrazio  delle  tue  del  1,  4,  5  che  mi  giunsero, 
non  so  perché  tutte  tre  assieme  ieri.  Intenderai  come 
il  lungo  silenzio  da  tutti  mi  turbasse.  Fu  Jessie  che 
mi  disse  che  tu  e  il  marito,  credeva,  vi  ravvicinavate. 
Sj) [incili],  qualunque  ne  sia  la  causa,  spiace  anche 
ai  migliori  nostri  che  dirigono  la  Falange  Sacra. 
Cerco  ora  centralizzare  tutte  le  diverse  sezioni.  Non 
sapeva  avesse  perduto  l'impiego  e  mi  duole.  Quando 
mi  lagnai  delVUnità  e  della  corrispondenza  (^)  i  tuoi 
articoli  non  erano  giunti.  (-)  Scriverò  ad  Andrea  in 
Fir[enze].  Il  (liornaletto  ch'ei  propone,  essendo  cen- 
trale per  tutta  l'Associazione  varrebbe  meglio  che 
non  i  bollettini;  ma  oh  Dio!  chi  lo  farà?  Xe  dipende 
il  tutto.  l'enso  che  sino  alla  discussione  in  Paria- 
di  Roma.  È  in  una  busta  che,  di  pugno  del  Mazzini,  ha  l'in- 
dirizzo: «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi.  Turret  Cottage.  Seaside 
Road.  Eastbourne.  »  La  data  si  ricava  dal  timbro  postale. 

vMMDLII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo 
del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  A  tergo  di  e.sso, 
di    pugno    del    Mazzini,    sta    l'indirizzo  :    «  Maurizio.  » 

C)  Quella  del  corrispondente  da  Torino.  Ved.  la  nota 
3  alla  p.  94. 

{')  I  tre  artt.  sulla  Convenzione.  Ved.  però  la  lettera 
VMMDXXXI,  a  p.  108. 

Mazzini,  Scritti,  ecc.,  voi.  LXXIX  (Epistolario,  voi.  XLVIII).     10 


liti  EPISTOLAHIO.  [1SG41 

mento  non  bisognerebbe  far  guerra  ad  alcuno  né  a 
Nie[otera],  né  ad  altri.  (')  Se  combattessero  accanita- 
mente la  Convenzione  poi,  rigettati^  si  ritirassero 
nuovamente  e  delinitivamente  non  avrei  che  dire. 
Mettere  in  imbarazzo  il  (Jroverno  è  ciò  che  lo  spin- 
gerebbe sulla  via  che  vogliamo.  Lo  stesso  è  per  le 
elezioni  generali  se  venissero.  Una  Opposizione  for- 
tissima non  muterebbe  le  tendenze  della  Monarchia: 
le  irriterebbe.  Carlo  X  e  L[uigi]  Fi)  [ippo]  te  lo  pro- 
vano. Ora,  tieni  per  fermo  che  ciò  che  vogliamo  non 
escirà  se  non  da  una  collisione  per  Roma  o  per  Ve- 
nezia —  o  da  un  urto  fra  i  due  elementi  non  nostri 
che  apre  l'adito  al  terzo.  Noi  possiamo  e  dobbiamo 
registrare  in  due  parole  il  nostro  dissenso  dal  giu- 
ramento, etc,  ma  senz'irà,  senza  commenti  personali 
per  ora.  È  questo  il  mio  avviso;  e  determinato  ap- 
punto da  che  tendiamo  allo  scopo  ])ratic().  TI  tutto 
è  organizzare,  raccogliere. 
Addio  i)er  oggi.  Ama  il 

tuo 

GlUSEPTR. 


(')  La  discussione  alla  Camera  dei  Deputati  riguardo  alla 
Convenzione  del  lo  setteml)re  si  iniziò  il  7  novembre  1S(>4  e 
si  (-hiuse  il  19  dello  stesso  mese  con  'M7  voti  favorevoli  al  Mi- 
nistero contro   70  d'opposizione. 


[1S04]  KPISTOI.ARIO.  147 

VMMDLIII. 
To  Emilie  Asiiurst  Venturi,  Eastbourne. 

[Luiidon     Ocldhcr    K'.tli,   1S(i41.   Tliursdjiy. 

Deiucst  lOinilie, 

Youi-  kiiow  of  Miitilda  frorn  Asluii-st.  Caroline  be- 
lioves  tliat  she  is  somewhut  better. 

Wliat  a  huriT,  dear  !  I  do  iiot  mean  to  telegiaph 
in  my  turii  to  the  Doctor.  1  am  eiiring  myself 
with  bismntli  and  pei)sine;  and  hope  to  surmount  tlie 
Ihreatening.  I  faney  I  am  a  little  better  ali-eady. 
Any  way,  I  l'eel  tliankfnl  foi-  the  friendly  empres- 
scment. 


(riovedi. 
f'iirissima  Eiiiiliii, 

Sapete  di  Matilde  da    Ashurst.  ('avolina   crede   che  stia 
già  iiu  i)oc(»  meglio. 

Che    fretta,    cara!    Non    intendo    di    telegrafare    a    mia 
volta    al    dottore.    Sto    curandomi    con    Itismnto    e    con    pe- 
psina ;   e  spero  di   stiperai'   la    minaccia.   Ci-edo   di   stare  giti 
un    po'    meglio.    Ad    ogni    iikmIo,    vi    sono    grato    i>er    1'  ami- 
clievole   ('Miurssonoif. 

VMMDLIII.  —  Puhbl.,  in  parte,  da  E.  E.  Rtchauds  op. 
C'it.,  voi.  Ili,  p.  104.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo  del 
Risorgimento  di  Roma.  È  in  una  imsta  che,  di  pugno  del  Maz- 
zini, ha  rindirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi.  Torret  Cottage. 
Seaside  Road.  Eastbourne.  »  La  data  si  ricav.i  dal  timbro 
Ijostale. 


14S  FIPIRTOI.AIUO.  [1804] 

Deal-,  the  Times  has  createci  a  Ihing  of  bis  uwn  : 
il"  llie  (,\)iiveiitioii  is  ai)i)i'Oved  fcudality  will  be  en- 
lliioned  ami  so  oii:  The  wjiiliiii;  is  idiotic.  l'ut 
I    i('si<;ii   iiivself. 

You  (lo  iiot   say  Olio  word  about  yourself. 

I  too  ree!  uiK-oinrortable  about  Matilda.  Stili, 
lei   US  liojx'  l'or  the  better. 

I  reineniber  now  perfectly  your  beautiful  criti- 
(ism  Oli  the  Mhrrdhìcfi.  1  grow  very  lorgetful  siuce 
some  timer  it  is  pliysical.  T  liad  no  sj)ecial  reason 
lor  askiug:  had  you  noi  rcad  il,  I  would  bave  leut 
the   hook. 

Xothing  new. 

Bless  vou.  E  ver 


your  loving 
Joseph. 


Cara,  il  Times  lia  creato  una  cosa  tutta  sua  :  se  la 
Convenzione  sarà  approvata,  il  feudalismo  sani  instaurato 
e  cosi  via.  L'aspettare  è  idiota.  Ma  mi  rassegno. 

Non  etite  neppure  una  parola  di  voi. 
Anch'io   sono   preoccupato   per    Matilde.    Pure,    speriamo 
per  il  meglio. 

Mi  ricordo  ora  perfettamente  la  vostra  bella  crìtica 
ai  Miserables.  Ho  perduto  molto  la  memoria  da  un  po'  di 
tempo  :  è  cosa  fisica.  Non  avevo  ragioni  speciali  per 
domandarlo  :  se  non  l'aveste  letto,  vi  avrei  prestato  il 
libro. 

Nessuna  novità. 

Dio  vi  benedica.  Sempre 

vostro  affezionato 

GlUSE^PPE. 


[lSr.41  KPISTOt.ARIO.  149 

VMMDLTV. 

To  Emilie  Ashubst  Venturi,  Eastbourne. 

[London.  October  14tli.   I.'><fi4|.   Friday. 

Dearest  Emilie, 

Matilda's  news,  of  yesterday  eveniiig,  were  fa- 
vonrable.     Bnt  T  know  that  Caroline  wrote  to  yoii. 

T  bave  Avritten  to  the  Doctor.  I  suppose  I  will  see 
him  to-day.  I  am  up  and  going  ont  as  usuai:  oiiìy 
nnwell  and  witli  ali  the  symptoms  of  the  old  illness 
al  the  TMlonis.     ToiJà  loiit. 

E  ver  your  veiy  lovinj; 

Joseph. 

Di*.  rii[i'istian]  insists  on  yonr  keeping  at  the 
soa-side  as  long  as  possible. 

^     .     .         T^     .1-  Venerdì. 

Carissima  Emilia, 

Le  notizie  di  Matilde,  di  ieri  sera,  erano  migliori.  Ma 
so  che  Carolina  vi  ha  scritto. 

Ho  scritto  al  dottore.  Credo  che  lo  vedrò  oggi.  Sono 
alzato  e  vado  fuori  come  al  solito  :  solo  sto  poco  bene 
ed  ho  tutti  i  sintomi  della  mia  vecchia  malattia  al  piloro. 
Voìlà  fout. 

Sempre  vostro  affezionatissimo 

.Giuseppe. 

Il  Dott.  Christian  insiste  perché  voi  rimaniate  al  mare 
il  pili  a,  lungo  possibile. 

VMMDLIV.  —  Piil)l)l.,  in  parte,  da  E.  F.  Rich.\rds.  op. 
oit.,  voi.  III.  p.  105.  Dautografo  si  conserva  nel  Museo  del 
Risiirgimento  di  Roma.  È  in  una  busta  che.  di  pugno  del  Maz- 
zini, ha  l'indirizzo  :  «  ilr.s.  Emilie  A.  Venturi.  Turret  Cottage. 
Seaside  Ruad.  Eu.stbourne.  »  La  data  si  ricava  dal  timbro  postale. 


ino  EPIHTOI.AKIO.  [1804] 

VMMDLV. 

A  Vincenzo  Brusco  Onnis,  a  Milano. 

[Londra],  10   lotlobre  18041. 
Caro  Brusco, 

Ho  le  vostre  del  ì)  e  del  12  a  un  tratto. 

Avete  jjià  autorizzazione  pel  resto  del  danaro 
Gril[enzoni],  se  occorre. 

Sta  bene  delle  intenzioni;  ma  siamo  oltre  nel 
tempo;  e  una  cosa  di  (piel  genere  non  si  sostiene 
colla  neve  sull'Alpi.  O  presto  o  nulla.  Come  vi  dissi, 
non  v'è  da   spingere,  ma   da  lasciar  fare  e  seguire. 

Non  capisco  l'affar  della  li.  19.17.  3.  5.  I.  8.  7. 
Due  operai  nostri  di  notte  fanno  il  lavoro,  p]  in 
\'l.  S.  :\.  !)..  etc.  II.  2:1  21.  10.  7.  1.  13.,  etc,  e  un 
amico  suo  farebbero. 

Se  si  fa,  bisogna  —  (pianto  al  seguire  —  insi- 
stere coi  buoni,  con  ^ren[otti],  con  tutti,  perché  ri- 
cordino che  in  1.  21.  23.  2.  4.,  etc.  non  hanno  bi- 
sogno se  non  di  (pialche  I.  11.  7.  S.  5.  e  inoltre  gli 
elementi  vicini  al  X.  20.  27.  28.  29.  30.  —  T.  8.  5. 
v'andranno.  L'importante  ])er  raccogliersi  è  il  paese 
di  56.  [Bezzi].  (M 

Non  ho  tempo.  Aspetto.  Porterò.  Se  no,  pazienza  : 
lavoreremo  in  inverno  per  la  repubblica. 

Vostro 
Giuseppe. 

vMMDLV.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo 
del  Risorgimento  di  Milano.  A  tergo  di  esso,  di  pugno  del  Maz- 
zini,  sta  l'indirizzo:    «Brusco   On[nis].  » 

(')   E.    Bezzi   era   nato   a    Cusciano   comune   di   Ossana,   in 

Val  di   Sole,  alle  radici   del  Tonale. 


[18041  KPIKTOI.AKIO.  ini 

VMMDLVI. 

A  Felice  Bagnino,  a  Genova. 

[Londrsi].  17  ottobre   [1864]. 

Caro  Felice, 

Scegliete,  vi  piego,  qualche  delegato  oi)eraio  che 
vada  a  Napoli:  inserite  il  di  lui  nome  nei  due  atti 
e  affidategli  rincai-ico.  Datemi  il  nome. 

Fate,  vi  prego^  che  i  nostri  sostengano  la  ridu- 
zione del  numero  dei  componenti  il   Consiglio  Cen- 
trale,   ft    impossibile    che    in    nove    uno    non    mi    sia 
avverso;   e  non  potrei  jùù  ispirare  la  Commissione. 
Centrale.   C) 

A'ostro  tutto 
Giuseppe, 

Ben  inteso,  se  andate  voi.  {)onete  il  vostro  nome 
sugli  atti.   (-) 

vMMDLVl.  —  Inetlita.  Jj'autogrjifo  si  conserva  nelllsti- 
tut  ;  Mazziniano  di  Genova.  Non  ha  iudii'izzo. 

(')  Neirultima  seduta  (27  ottobre)  dell'XI  Congresso  dello 
Società  Operaie  il  Comitato  Centrale,  su  proposta  di  B.  F.  Savi, 
fu  cosi  composto  :  Zuppetta,  Savi,  Tavassi,  Martinati  e  Stampa. 
Ved.  il  Giornale  delle  Associazioni  Operaie  Italiane  del  6  novem- 
bre  1SG4. 

(-)  Nell'elenco  «  dei  componenti  1  Assemblea  dell'XI  Con- 
gresso delle  Società  0])eraie  in  Napoli.  »  publtl.  nel  Popolo 
d'Italia  del  29  ottobre  non  figura  il  nome  di  F.  Dagnino.  Rap- 
presentarono le  società  operaie  di  Genova  :  F.  Ricci  G.  Fa- 
nelli, D.  Attanasio  e  B.  F.    Savi. 


152  KPIKTOI.AKIO.  [18(541 

VMMDLVII. 

To  Emilie  Ashurst  Venturi,  Eastbourne. 

[London,  October  17th,  1SG4].  Munday. 

Dearest  Emilie, 

W[illiam]  and  B[essie]  are  leaving  to-day  for 
Oxl'oid  or  ahout:  they  do  not  come  back  uiitil  tisa- 
tiirday.  I  write  tliis  so  that.  if  you  should  not  re- 
ceive  any  answer,  you  iinderstand  the  why. 

1  continue  to  be  so  so,  lor  the  present.  The 
Doctor  came. 

Ho\v  sanguine  you  are!     If  Daelli  is  ruined,  not 


Lunedi. 
Carissima  Emilia, 

William  e  Bessie  partono  oggi  per  Oxford  o  dintoi-ni  ; 
non  torneranno  fino  a  sabato.  Vi  scrivo  tinesto.  in  modo 
elle,  se  non  riceveste  risposta,  possiate  comprenderne  la 
ragione. 

Continuo  a  stare  cosi  cosi,  per  il  momento.  Il  dottore 
è   venuto. 

Come   siete    ottimista  !    Se   Daelli    è    rovinato,   non    solo 


VMMDLVII.  —  Inedita.  L'autografo  si  couserva  nel  Mu- 
seo del  Risorgimeuto  di  Roma.  È  iu  uua  busta  che.  di  pugno 
del  Mazzini,  ha  l'indirizzo:  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi,  lurret 
Cottage,  Seaside  Road.  Eastbourne.  »  La  data  si  ricava  dal 
timbro  postale. 


[1S(J4|  KPISTOI.ARIO.  153 

oiily  J    sIkiII   iiot  ha  ve  more,  bui  I   shall   inost  pro- 
bably  lose   tlial    source  of  gain  Avhic-h    is   iiow   iiuli- 
spensnble  to  me. 
Ever 


loving 

JOSE'PH. 


W[illiam]  goes  to-morrow  morning. 


non  avrò  di  pili,  ma  sarà  molto  probabile  che  io  perda 
quella  sorgente  di  guadagno  che  ora  mi  è  indispen- 
sabile. 

Sempre  affezionato 

GlUStJPPE. 

William  i>arte  donuini  mattina. 

v:mmdlviii. 

AGLI  Amici  m  Trieste. 

[L  lidia],   iS  ottobre    [1S()4]. 

Fratelli, 

Il  moto  Veneto  non  i)nò  aver  Inogo  in  qnest'anno^ 
pei-  la  stagione  innoltrata  che  vieta  la  zona  dell'Alpi, 
snlla  qnale  l'azione  popolare  deve  iniziarsi.  Avrà 
luogo  irrevocabilmentp  nella  primavera.  Trascinerà 
esercito  e  Governo.  Bensì,  è  necessaria  per  noi  la 
nostra  iniziativa.  Senza  (piella,  il  Governo  non  agirà 
mai.    E    s'anche   agisse,   agirebbe   come   nel   '59   col- 

VMMDLVIII.  —  Puhhl.  in  S.  MuRATTi,  I  Precursori  (Do- 
cumenti rìguardunii  ire  punti  di  Storia  dell' Ir  r(dentismo)  ;  Trie- 
ste, Trani,  1923,  p.  2. 


154  KPISTOI.AKIO.  [1S<>4] 

l'armi  francesi  a  fianco.  Or  l'armi  francesi  signifi- 
cano, oltre  il  disonore  e  la  soggezione,  una  seconda 
paco  di  A'illafranca  clic  lascerebbe  in  mano  all'Au- 
stria voi  e  il  Trentino. 

Voi  dovete  (lun<iue  ravvivarvi,  rioidinaivi,  secon- 
dare gli  sforzi.  Non  so  fin  dove  potrà,  nel  momento 
solenne,  estendersi  la  vostra  azione.  La  forza  vostra 
e  le  circostanze  lo  deci<leranno.  Ma  voi  potete  in 
ogni  modo  aiutare  rim])resa  cli'è  vostra  con  qualche 
offerta  oltre  a  Bollettari  del  Comitato  A'eueto  —  e 
potete  fin  d'ora^  studiando  il  terreno  e  le  condizioni 
del  nemico,  nella  vostra  città  e  in  Pola,  prepararvi 
l)ossibilità  di  fatti  die  scemino  la  potenza  nemica  e 
ne  danneggino  il  materiale.  Quanto  a  un'azicme  piiì 
diretta,  fate  scopo  del  vostro  lavoro  la  Marina  segna- 
tamente, e  le  coste  Dalmate. 

Non  credo  inudente  di  mettervi  ora  in  contatto 
col  Comitato  d'Azione  Veneto,  f]  necessario  mante- 
nerlo intangibile  ad  ogni  sco]»erta.  Accostandosi  la 
jìvimavera,  avrete  <la  me  modo  e  indirizzi.  Intanto, 
abbiate  contatto  con  me,  sia  per  mezzo  dell'amico, 
sai  direttamente  indirizzando  a  Cli.  Pìgott,  25.  Rood 
Lane  —  Fenchurch  Street.  London,  —  sia  col  mag- 
giore Bounet  in  Comaccliio,  o  con  L.  Missiroli  in 
Ravenna    o  con  Antonio  Mosto,  in  Genova. 

Vogliate  darmi  un  quadro  dei  vapori  del  Lloyd, 
numero,  linee  che  percorrono  ed  elementi  che  ne 
formano  gli  equipaggi.  Più  tardi  vi  dirò  altro.  Da- 
temi pure  un  quadro  delle  forze  nemiche  che  occu- 
pano non  solamente  la  città,  ma  il  littorale. 

Addio  :  questo  non  è  che  il  comincìamento  della 
nostra  corrispondenza.  Sono  lieto  del  vostro  averlo 
provocato.  Abbiatemi  fratello, 

Git:s.  Mazzini. 


[1864]  EPISTOLARIO.  155 

VMMDLIX. 

To  Emilie  Ashubst  Ventubi,   p]astbourne. 

[London,  October  ISth.   1S(;4].  Tuesday. 

Dearest  Emilie, 

Onlv  tliat  vou  shoiild  iiut  be  uiieasv,  I  write  to 
say  the  usuai  .so  .so.  ^Moie  I  caiiiiot,  conscieutioiisly. 
say.  Xothiug  fioni  yoii  tliis  moruing.  If  you  come, 
write,  so  tliat  I  do  not  send  the  papers.  But  how 
cau  you  come?    You  ha  ve  no  where  to  go. 

Evei- 

loviug 

Joseph. 


Martedì. 
Carissima  Emilia, 

Soltanto  peiX'lié  non  vi  i)reoecupiate.  vi  scrivo  il  so- 
lito (o.s/  co>!ii.  Di  pili,  in  coscienza,  non  posso  diro.  Nulla 
da  voi  <iuestii  mattina.  Se  venite,  scrivete,  in  modo  che 
non  mandi  i  giornali.  Ma  come  potete  venire?  Non  avete 
un  luogo  dove  andare. 

Sempre  affezionato 

Giuseppe. 


VMMDLlX.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mn- 
seo  del  Risorgimento  di  Roma.  È  in  una  busta  che,  di  pugno 
del  Mazzini,  ha  l'indirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi.  Tur- 
ret  Cottage.  Seaside  Road.  Eastbourne.  »  La  data  si  ricava 
dal  timbro   postale. 


1f)(i  KIMSTOI.AKIO.  [1«P>4| 

VMMDLX. 

A  Saba  Nathan,  a   Lugano. 

[Luiulnil     li»  ottol.n'    \\f^CA]. 

Cara   Sarina, 

Pei'clié  non  siate  inquieti,  vi  scrivo.  Ho  avuto  e 
ho  ancora  un  ritorno  di  quella  malattia  infiammatoria 
al  i)iloro  ch'ebbi  tre  anni  addietro.  !Ma  siccome  ho 
cominciato  a  lottare  contr'essa  con  l)ismuto  e  altro 
sin  da  i)rinci]>io.  spero  escirne,  e  tra  non  molto.  Ho 
del  resto  il  medico  dei  d'Orléans  (^)  che  intervenne 
nella  prima  e  sugheri  le  cose  che  mi  giovarono  o. 
che  Belcr[edi]  approvò.  Solamente,  lo  scrivere  mi  fa 
male.  E  per  cpiesto  in  una  mandata  a  Br[usco]  per 
Cairoli,  insistendo  per  la  restituzione  dei  600  fran- 
ali non  ho  inserito  sillaba  per  lui.  Maur[izio]  gli 
scriva. 

Ho  veduto  di  Daelli.  Questa  faccenda  mi  giunge 
male  a  proposito.  Se  ])erdo  quella  sorgente  di  gua- 
dagno, coi  piccoli  bisogni  voluti  dalla  salute,  etc,  il 
vitalizio  non  mi  basta.  Se  quei  deìVUnità  prendono 
la  cosa  per  sé,  presto  o  tardi  v'avranno  guadagno, 
ma   poveri   come  sono,   il   presto  o  tardi  non   fa  per 


VMMDLX.  —  Inedita.  L'autografo  si  ((tuserva  uel  Mu- 
seo del  Risorgimeuto  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha 
indirizzo. 

(')  Il  dott.  Guénau  de  Mus.sy  del  ijuale  aveva  chiesto 
l'indirizzo    a    E.    A.    Venturi. 


[1864]  EPTSTOI.ARTO.  ìf>7 

essi.  (^)  Maur[izio]  mi  tenga  a  giorno  del  come  finiià 
((nesta  faceenda. 

•lessie  è,  come  già  saprete   a  Firenze. 

Delie  cose  nostre  non  so  i)iii  che  dire.  Aspetto 
a  vedere  se  i  nostri  intendono  il  bisogno  d'nna  vera 
organizzazione.  Ilo  mandato  nno  a  Napoli  il  quale, 
tornando,  si  reclierà  a  Mll[ano]  e  vedrà  i  nostri. 

Dite  a  Maur[izio]  elie  non  si  preoccupi  di  Mnl- 
l[er].lio  rotto  solennemente  colle  alte  sfere. Quanto  a 
(}iann[elli]  è  buono,  ma  esagera  la  propria  influenza. 
T*er  la  Falange  Sacra  congressi  e,  temo,  giornali  son 
sogni.  Sto  fondando  in  (Ten[ova]  una  Direzione  Cen- 
trale per  tutte  le  Sezioni  e  ho  già  mandato  una  lunga 
Circolare  che  emetterà   sui  doveri  dell'Associazione. 

Addio  ])er  ora:    affetto  a   Giann[etta]   e  a   tutti,. 

Vostro  sempre 

GrT'SEPPE. 


VMMDLXI. 

An  Ani)Rb:a  Giaxnelli,  a  Firenze. 

[LoH.-lnil.  20  ottohvo    [ls(i4|. 

Caro    Amico, 

Sono  malato  e  lo  scrivere  mi  nuoce  al  petto  o 
stomaco  cli'è  appunto  la  parte  malata  ;  ma  perché 

(')  Sulle  tristi  vicende  alle  quali  andò  incontro  l'ediz. 
daelliana  degli  Scrilti  editi  ed  inediti  del  Mazzini  ved.  1  Intro- 
duzione  al   voi.    LXXVII    dell'ediz.    nazionale. 

VMMDLXI.  —  Pubhl.  da  A.  Giannelli.  Lettere  di  G. 
Mazzini,  ecc.  cit.,  pag.  237.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Risorgimento  di  Firenze.  Non   ha   indirizzo. 


15S  EP18T0I.AK10.  [1864] 

non  mi  crediate  trascurato,  vi  scrivo  due  linee.  Ebbi 
le  vostre.  Non  credo  necessario  né  utile  un  Congresso; 
crealo  necessaria  una  Direzione  (Centrale  per  tutte  le 
Sezioni.  Credo  l'avrò  stabilita  a  momenti,  e  riceverete 
da  essa  una  lunga  mia  Circolare  contenente  tutte  le 
uorme  comuni  da  seguirsi.  Questa  Direzione  sarà  per 
ora  in  Genova.  È  necessario  rimanga  segreta  e  sia 
riconosciuta  da  una  firma  convenzionale.  Ma  siccome 
(guanto  essa  vi  dirà  verrà  da  me  nessuno  può  avervi 
ol)biezione.  Ogni  lagnanza,  ogni  dubbio  potrà  sem- 
pre mandarsi  a  me,  centro  visibile. 

Il  Giornale,  buono  in  sé,  riesce  quasi  impossibile 
a  farsi  :  difficile  una  redazione  come  la  vorremmo. 
K  inoltre  ogni  periodicità  va  male  a  un  lavoro  che 
dovrebbe  rimanere  segreto.  D'altra  parte,  i  bollet- 
tini locali  dovrebbero  cessare  per  evitare  contradi- 
zioni. Ma  ogni  quindici  giorni  m'incaricherei  io  — 
se  risano  —  di  stendere  un  bollettino  senza  firma 
mia,  che  la  Direzione  Centrale  contrassegnerebbe  e 
diramerebbe. 

Sulla  Convenzione  e  sul  resto,  sapete  già  da 
Lugano  le  mie  idee.  Ognuno  dovrebbe  protestare 
in  foto. 

Scrissi  tem})o  fa  all'indirizzo  della  signora  Lud- 
[milla].  Riceveste?     ' 

Addio  : 

vostro  sempre 
Giuseppe. 


Non    lio    né    nomi    né    altro    per    la    Falange    in 
Napoli. 


[l,Sr>4]  KJ'ISTOI.AKIO.  la'J 

VMMDLXII. 

A  ViMK.N/o   BRfsco  OxMs,   a   Milano. 

tl-oinll-l).    ^1     Ottdl)!»'     lls(i4J. 

Caro  IJiusco, 

Un  telegramma  pel  Friuli  mi  mette  la  febbre. 
Che  cos'è?  Perclié  a  stagione  sfavorevole?  E  quando 
tutto  è  contiomamlato?  Non  riesciranno;  e  nuocerà. 
Avete  avvisi?  Se  saj)ete,  scrivete  senza  indugio.  Se 
pei-  impossibile  la  cosa  acquistasse  valore  farei  ciò 
clie  posso  :  (^J  sono  malato^  ma  risanerei. 

Sul  resto  dovreste  aiutare  le  petizioni  contro  la 
Convenzione.  (-)  Trascineranno  il  Governo  a  dichiara- 
zioni che  saranno  smentite  a  Parigi.  Gli  nuoceranno. 

E  dovreste,  giacché  è  fatta,  promovere  dapper- 
tutto la  sottoscrizione  a  Stausfeld.  Se  la  direzione 
è  in  mano  vostra  e  il  danaro  viene  a  voi  o  a  no- 
stri, fareste  la  medaglia  col  meno  e  serbereste  il 
resto  alla  causa.  (■^) 


VMMDLXIl.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo 
del  Risorgimento  di  Konia   (fondo  E.  Nathan).  Non  ha  indirizzo. 

{')  Il  Ki  ottobre  18(54  una  band.i  friulana,  c-apeggiata  da 
F.  Tolazzi  si  era  mossa  da  Spilimbergo  iniuilzaiulo  il  vessillo 
insurrezionale.  Ved.  G.  Cassi,  Un  pugun  d'eroi  contro  un  im- 
pero, cit.,  p.  45  e  segg. 

(-)  Nella  seduta  delI'S  novembre  18n4,  R.  Sineo  presentii 
alla  ("amerà  dei  Deputati  una  i)etizione  firmata  da  (ì.  A.  Pet- 
titi  e  da  altri  104  cittadini  con  cui  si  domandava  che  fosse 
posto  in  stato  d'accusa  il  Ministero  Minghetti.  Ved.  il  Diritto 
del  9  novembre  1S(')4. 

(')  Nel  n.  dell'll  aprile  1864  VUniià  Italiana  di  Milano 
aveva   preso   l'iniziativa    di    un    indirizzo   a    J.   Stansfeld.    come 


100  EPISTOLARIO.  [1864] 

Avvertilo  «iiiei  della  Fulanj^e  Sacra,  ma  il  meglio 
sarebbe  orgauiz/varvi  in  piccoli  nuclei  e  assumerne 
il  nome.  Quando  un'Associazione  accenna  riuscire, 
l>i.s()<;Ma  caccia rvisi  e  l'aiiu'  un  mezzo  ])otente  d'u- 
nii à. 

1/allare  Daclli  mi  pesa.  La  salute  mi  la  spendere 
l>iri  e  se  (juella  riserva  mi  manca  nell'avvenire,  non 
s(»  come  farò  ad  andare  innanzi.  Se  potesse  l'ormarsi 
una  società  di  piccoli  azionisti,  bisognerebbe,  credo, 
ridurre  il  ])rezzo  a  metà. 

Scrivete  sul   Friuli    per  carità. 

Vostro 
Giuseppe. 


testimonianza  di  riconoscenza  desìi  Italiani  i>cr  aver  difeso 
(ì.  Mazzini  dalle  accnse  rivoltegli  dalla  staniiia  inglese  e  da 
alcnni  nienilìri  della  ("amerà  dei  ("oinnni.  Per  pili  nnnieri 
piovvero  le  adesioni  di  patrioti  d  ogni  partito  pj;litico  ;  (piindi. 
nel  n.  del  25  settembre  1S()4.  lo  stesso  periodico  «  per  rendere 
pili  dnrevole  la  ricordanza  di  qnell'indirizzo,  »  propose  che 
fosse  «  aperta  la  sottoscrizione  per  nna  medaglia  da  presentarsi 
al  nolùle  amico  del  Mazzini.  »  Aderirono  con  offerte  di  danaro 
buon  numero  di  patrioti,  dei  quali  l'Unità  Italiana  pubblicò 
gli  elenchi  ;  e  fra  i  sottoscrittori  furono  Ad.  e  B.  Caindi, 
G.  Saffi,  F.  D.  Guerrazzi,  F.  Campanella.  M.  Quadrio,  G.  Gri- 
lenzoni,  G.  Nicotera,  A.  Bertani,  0.  Corte,  G.  B.  Cuneo, 
E.  Bezzi,  G.  Dolfi,  L.  Pianciaui.  A.  Saffi,  ecc.  La  sottoscri- 
zione si  chiuse  nel  n.  del  17  novembre.  La  somma  raccolta 
fu  certamente  superiore  a  quella  per  il  costo  della  meda- 
glia, della  quale,  per  incarico  di  Giulietta  Pezzi,  cui  fu 
affidata  l'amministrazione  della  somma  incassata  (ved.  V  Unità 
Italiana  di  Milano,  del  26  gennaio  1865),  fu  commesso  il  conio 
allo  scultore  Taudardini.  E  fu  spedita  al  Mazzini,  perché  la 
presentasse  a  J.  Stansfeld,  il  19  marzo  1865  (ved.  VUnità  Ita- 
liana di  Milano  di  quello  stesso  giorno).  Ved.  la  risposta  di 
lui  a  Giulietta  Pezzi,  in  Id.  dei  5-6  giugno  1865. 


[ISG-l]  ETISTOLARIO.  101 

VMMDLXlll. 
A  Maurizio  Quadrio,  a  Lugano. 

l  Londra  J,    11   ottobre    [18G4J. 

Caro   Maurizio^ 

Poco  <loi)o  avere  impostata  una  mia,  mi  giuuHe 
la  tua  del  l(j  eolle  acchiuse.  Ti  darò  altri  indirizzi 
nella  mia  prima.  Sono  inquieto  per  un  telegramma 
concernente  il  Friuli.  Com'è?  La  stagione  è  tarda: 
tutto  era  contromandato.  Non  riesciranno  a  mante- 
nersi. 8e  continuasse,  naturalmente  bisognerà  far  di 
tutto  per  aiutare;  e  io  pure,  malgrado  salute,  etc, 
farò  quel  che  posso.  Spero  da  Mil[ano],  ove  scrivo, 
mi  daranno  nuove. 

Sul  resto,  due  cose  dovreste:  aiutare  dappertutto 
le  petizioni  alla  Camera  contro  la  Convenzione,  im- 
barazzo grave  al  Governo  :  accrescere  ovunque  po- 
tete la  sottoscrizione  Stansfeld  —  giacché  avete  vo- 
luto averla  —  poi  consecrare  la  menoma  parte  alla 
medaglia  e  serbare  il  resto  per  la  causa.  A  chi  vanno 
i  fondi?  chi  dirige  la  cosa? 

Abbiate  almeno^  con  Daelli,  salvo  il  ms.  del 
volume  che  non  potrei  facilmente  rifare.  Quanto  al 
resto,  penserete. 

Ho  già  fatto  quanto  dici  per  la  Falange  Sacra. 

Sp[inelli]  e  l'altro  non  possono  più  stare  assieme. 
L'altro  non  diventa  moderato,  tant  s'en  faut. 

VMMDLXIII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo 
del  Risorgimento  di  Roma   (fondo  E.  Nathan).  Non  ha  indirizzo. 

Mab7.ini,  Sentii,  ecc.,  voi.  LXXIX  (Epistolario,  voi.  XLVIII).      11 


idiJ  EPISTOLARIO.  ftSOil 

L'opposizione  n  Nicol  [cijij  lo  ciìccorebbe  preci- 
sanieiite  dove  non  volete.  Se  un  l.ivoio  l'osse  dav- 
vero forte,  Nic[otera]  sai-el»l)e  eon  noi.  P.  scettico, 
non  alti'o.  l'noi  combaltei-e,  e  la  devi,  la  Capitale 
]>rovvisoi-ia,  ma  che  bisoj^no  c"è  di  nominare  Nic[o- 
tera]   i)in  che  nn  altro?  (^j 

Affetto  airaniica,  a  (Jiann[etta]  a  tntti.  ^lif^lioro 
piuttosto. 

Tno 

Giuseppe. 


A^MMDLXIV. 
A  Madame  Marie  D'Agoi-lt,  à  Paris. 

[Loiulrcs],  24  octobre    [1804]. 

Madame  et  amie, 

Pautliéismel  Que  véut  dire  cela?  Lorsqu'on  aura 
commeucé  pour  me  dire  comment  on  peut  progresser 
indéliniment  dans  un  cercle^  Je  consentirai  à  discuter 
cette  philosophie  d'écureuil  en  cage  dont  TAUema- 

(')  Nell'art,  sul  meeting  di  Napoli,  tenuto  il  28  settem- 
bre 1864,  in  cui  si  era  approvato  ohe  Napoli  dimenticava 
«  d"e.sser  la  prima  città  d'Italia,  per  lasciar  libera  al  Governo 
la  scelta  della  capitale  provvisoria.  »  erano  rivi  Ite  acerbe  pa- 
role al  Nicotera  che  aveva  proposta  e  propugnata  quella  deli- 
berazione. Ved.  VUnità  Italiana   di  ^Milano    del  4   ottobre  1864. 

VMMDLXIV.  —  Pubbl.  in  G.  Mazzini.  Lettres  à  D.  Sterri, 
ecc.,  cit.,  pp.  39-53.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo  del 
Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  È  in  una  busta  che 
di  mano  ignota  ha  l'indirizzo  :  «  Madame  d'Agoult.  Place  de 
Prcsbourg,  11,  Paris.  »   La  data  si  completa  col  timbro  postale. 


[18(>4]  EPI8TOI.AK10.  1G;ì 

glie  uous  a  iait  cadeau  tout  eii  cheirhant  son  unite 
en  l'russe  ou  eu  Autiiche.  Moi  aussi  je  suis  paii- 
théiste  en  ce  senis  que  je  vois  un  peu  de  Dieu  en 
toute  chose  ce  qui  fait  que  j'eu  voie  aussi  un  peu 
dans  ce  catholicisme  auc^uel  uéanmoins  j'ai  fait 
toute  ma  vie  une  assez  rude  guerre  quant  au  pré- 
sent.  Je  ne  suis  ni  catholique  ni  clirétien;  c'est 
poui-quoi  je  reconnai.s  sans  crainte  leur  gi-andeur  et 
la  pavt  de  vérité  qu'ils  renfei-ment  et  (jui  resterà, 
L'avenir  le  fera  comme  moi,  lorsque,  dans  la  grande 
transformation  religieuse  qui  s'élabore,  christianisme 
et  catholicisme  ne  seront  plus  que  les  signes  d'un 
progrès  accompli.  Mais  quoiqu'il  eu  soit  de  mes 
croj'ances  ou  des  vótres,  comment  pouvez-vous,  vous 
femme  de  cceur  et  d'intelligence  de  Favenir,  me 
dire  que  ma  rertii  et  ma  mondìté  vous  impatientent 
et  que  la  i^olitique  n'a  rien  à  y  voir?  J'ai  cru 
jusqu'ici  que  ce  qui  nous  distinguait  de  l'ennemi 
était  précisément  la  déftnition  que  nous  donnons  et 
qu'il  donne  de  la  politique.  J'abhorre  ce  qu'on  est 
couvenu  d'appeler  politique,  comme  j'abhorre  l'Art 
pour  l'Art,  l'Economie  qui  s'occupe  de  la  Production 
en  éliminant  le  problème  de  la  Distribution,  la  Ee- 
ligion  qui  prétend  nous  parler  de  Dieu  en  nous 
enseiguant  le  mépris  pour  sa  création,  et  ainsi  de 
suite:  tout  ce  qui  séparé,  démembre,  fractionne; 
tout  ce  qui  établit  des  types  à  part,  indépendans  du 
grand  idéal  qu'il  s'agit  de  poursuivre:  tout  ce  qui 
nie  implicitement  la  solidarieté  humaine  en  niaut 
ou  eu  oubliant  l'unite  du  But:  tout  ce  qui  supprime 
Dieu  pour  fa  ire  du  polythéisme  et  de  l'idolatrie.  Il 
n'y  a  qu'uu  But;  c'est  le  progrès  inorai  de  l'homme 
et  de  l'Humanité.  C'est  de  ce  point  de  vue  que  je 
juge  tout  ce  qui  se  fait.  Convention  ou  autre  choses. 


1(U  EPISTOLARIO.  [IfiW] 

Je  préfère  un  demi-siècle  d'esolavage  pour  mon  pars 
;\  un  niensonf^e  national:  le  premier  élabore  la  ré- 
bellion  salute,  le  second  la  corruption.  I*eu  m'im- 
porte  l'Italie  si  elle  ne  doit  pas  accomplir  de  giandes 
nobles  choses  pour  le  bien  de  tous  :  peu  m'im[»orte 
Kome  si  une  grande  initiative  EurojK'enne  ne  doit 
pas  en  partir.  \'ous  me  parlez  d'Unite.  C'è«t  ma 
pensée,  mon  idée  tixe  ile  trente  einq  années:  si  jai 
fait  quebpie  cliose  pour  mon  pays,  c'est  de  lui  avoir 
prèthé  rUnité  tandis  (pie  les  hahiìen  ne  lui  par- 
laient  «pie  tedéralisme.  Mais  c'est  d'unite  morale  qu'il 
s'agit  :  c'est  lame  de  la  Nation  que  je  veux  :  le  corps 
n'est  rien  sans  elle;  ou  plutót  le  eorps  ne  se  fera 
pas  sans  elle.  C'est  i)ourquoi  j'ai  dit:  Unite  avec, 
sans,  ou  contre  la  Monarchie.  Et  ce  n'est  pas  ma 
faute  si  nous  devrons  chercher  à  la  fonder  contre'. 
c'est  sa  faute  à  elle. 

Enfìn,  il  eu  sera  ce  que  Dieu  voudra.  Et  croyez- 
le  bien  :  ce  n'est  pas  un  désir  de  polémique  qui  me 
fait  vous  écrire  tout  ceci  :  c'est  simplement  le  désir 
d'étre — je  ne  dis  pas  approuvé — mais  compris  de  vous. 
-le  veux  ])ien  accepter  mie  condamnation,  mais  sur 
juste  cause. 

•Te  n'ai  pas  (été),  dans  mes  fragmens  autobiogra- 
pliiques,  viole  le  souvenir  de  mes  affections  :  je  me 
suis  contente  de  dire  ce  que  j'ai  pensé  ou  voulu 
faire.  Je  me  suis  tu,  dans  le  volume  qui  touche 
à  1848-41),  sur  de  graves  dissentimens  qui  ont 
existé  entre  Garibaldi  et  moi.  Je  n'ai  pas  prononcé 
les  noms  d'hommes  qui  m'ont  été  chers  et  qui  m'ont 
trahi.  Se  taire  n'est  pas  mentir.  Lamennais  aurait 
pu  faire  ce  que  vous  lui  conseilliez,  sans  flétrir  ceux 
qu'il  avait  aimés.  C'est  l'autobiographie  de  son  àme 
qui  aurait  été  un  bienfait  pour  nous,  Je  presume 


11s(k4I  epihtoi.akk).  inn 

que  sa  Cori-cspondeiico  iious  l:i  liviciait  cu  partie. 
Celle  (jiie  vons  m'avez  envoyée  ne  eompieiid  (pie  la 
premièie  éjxxpie.  Je  sais  bien  qu'on  ne  poiiirait  paa 
la  publler  sans  inutilations  eii  Fi-ance.  Mais  ses  amis 
devraient  la  réiinir  et  la  publier  à  rétrangei-.  ()n 
neglige  les  morts  aujourd'hui.  Voyez  le  silence  qui 
s'est  fait  autonr  de  la  tombe  de  Jean  Reynaud  I  (') 
Qu'on  pai'tage  oii  non  toutes  ses  idées,  par  la  puretó 
de  sa  vie,  ])ai-  son  modeste  dévonement,  par  son  eulte 
de  ridéal,  par  la  force  et  Tétendue  de  son  intelli- 
gence, Jean  Reynaud  est  un  des  saints  de  la  Démo- 
cratie  et  une  de  plus  remarquables  individualités  de 
nos  jours.  Et  cei)endant,  pas  un  seni  article  serieux 
n'a  été  écrit  sur  lui;  pas  une  collectiou  de  ses 
Éci-its  n'a  été  entreprise. 

À  propos  de  Jean  R[eynaud]  connaissez-vous  son 
travail  sur  le  Druidisme?  J'en  ai  vu  une  partie  dana 
VEncyclopédic  Xourcllc.  ^lais  n'a-t-il  pas  imprimé  à 
part  et  complet?  Et  si  cela  est,  pourriez-vous  me 
dire  par  qui? 

J'attends  avec  impatience  le  numero  de  Novem- 
bre. Je  re^ois  la  Revue. 

Adieu,  Madame  et  amie.  J'ai  été  malade:  je  suis 
mieux  maintenant.  je  crois. 

Soyez  bonne  et  patiente  sur  nos  dissentimens  ; 
et  croyez  bien  que,  tout  tyran  que  je  suis.  le 
"God  bless  you"  est  pour  vous  au  fond  de  mon 
àme. 

Joseph. 


(')  Jean  Reynaud,  filosofo  francese,  fondatore  con  Pier- 
re Leroux  della  Enci/clqpédie  Nouvelle,  era  morto  l'anno  in- 
nanzi. 


KiC  WISTOI. Alilo.  llSChl] 

V.M.MIH.W. 

A  I»i;Mi:ii!in  Dìamii.i.a  .Miij.kk.  à  'riiriii. 

[Ivoiidrcs     ....   nctiphrc   "IS(i4J. 

('liei-  Mnllri, 

Comnieiit  daii-s  iiioii  v\:\i  de  sauté  rcstcr  t*ii  1  ta- 
lk^? Knfeiiné  rijjouieiisenK'iit  entre  les  (]naties  mms 
d'uiie  cliainhre,  je  ii'y  resisterà is  pas  deiix  mois.  ()ii 
iu"a    I-avi   la   donii-libertó  (juc  j'avais  daiis  le  Tessili. 

('online  je  voiis  ai  dit.  (|iiaiit  aii  roi  je  ne  p^ux 
plus  rieii  avoir  à  taire  avec  lui;  comme  je  le  lui  ai 
amioneé  depuis  longteraps,  eii  ne  voulant  pas  résoudie 
avec  nous  la  question  iiationale,  il  m'a  rejeté  vers 
la  (juestion  politique.  Je  ne  suis  plus  que  républi- 
cain.  Et  jt  ne  veux  pas  me  piacer  daus  une  doublé 
position. 

Quant  à  vous.  etc,  c'est  autre  chose.  Yous  agis- 
sez  ]ioni-  l(^s  mouveraents  nationaux  ;  vous  pouve/; 
continuer.  Je  ne  me  ferai  pas  solidaire  ;  mais  jamsiis 
je  ne  vous  contre  carrerai.  Quant  à  lui,  il  sait  que 
s'il  marchait  vers  Yenise.  nous  serions  tout  dans 
le  mouvement  sans  mot  politique.  Ce  but  ne  viendra 
que  pouv  Eome. 

Je  ne  veux  pas  étre  dupe.  Or,  quand  nous  étious 
d'accord  que  le  mouvement  de  la  Yénétie  suivrait 
celui  des  Karpàtlies,  il  nous  fallait  bien  donner 
des  armes  à  la  Yénétie.  La  saisie  des  armes  et  le 
refus  d'en  substituer  d'autres  secrètement  était  une 
première  decisive  violation  de  l'accord.  La  seconde 

VMMDLXV.  —  Pubbl.  in  Corrispondenza  inedita,  ecc.. 
cit..  pp.  84-86,  quindi  in  Politica  secreta  italiana,  ecc.,  cit., 
pp.  185-186. 


I  ISC.  I  I  KPISTOI, Alilo.  lliT 

l'ili  le  phiii  (l\'iik'\  ('!•  (ìjiiihahli,  ve  <|iii  Jious  fni- 
siiit  ti-iliii-  loutes  nos  i)i-<)iii(*sses  aux  Vénitiens. 

11   iiV  a  (Ione  riiMi  à  faire  et  c'est  la  j^iierro. 

Si  les  ]>atri()tos  (\\n  so  disoiit  (larihaldiens  avaient 
riiistiiicl  (le  la  situatioii  et  le  boii  vonloii-,  il  de- 
vraient: 

Aj:;ir  parlout  eontre  la   Convention. 

Profìtei'  (In  moment  ]»oni-  organiser  notre  Parti 
en  Piémont. 

Se  rallier  à  moi  poni*  tontceqniest/jrépffmfif^lais- 
sant  natnrellement  la  direction  de  l'action  à  Garibaldi. 

Pousser  de  plus  en  plus  au  monvement  vénitieu 
pour  le  printemps,  en  ramassant  des  fonds,  en  orga- 
nisant  sans  brnit  des  noyanx  indépendans  l'un  de 
l'autre  de  volontaires  .de  ce  coté  de  la  frontière  en 
s'entendant  avec  moi  pour  la  distribntion  des  fonds,* 

Accepter  pour  l'entreprise  de  la  Vénétie  tous 
ceux  qui  acceptent  l'initiative  populaire,  sans  dìstinc- 
tion  de  drapeau. 

Organiser  en  méme  temps^  surtout  au  Midi  et  au 
Centre,  la  prédication  républicaine. 

Mais  je  n 'espére  rien  d'eux.  Ils  n'ont  pas  vrai- 
ment  à  coeur  de  vaincre. 

Quant  aux  députés  qui  se  disent  des  nòtres  et 
qui  voteront  pour  la  Convention,  nous  les  mettrons 
en  note  avec  ceux  qui  ont  vote  la  cession  de  Nice. 

Votre  ami 
Joseph. 

P.  S.  —  Il  va  sans  dire  que  tout  ce  que  j'ai 
dit  sur  ma  sante  ne  regarde  qu'  un  emprisonnement 
volontaire  indéfini  et  sans  but  précis.  Toutes  les 
fois  qu'il  y  aura  action  en  perspective  en  un  mois, 
je  n'hésiterai  pas  à  aller  où  il  faudra  aller. 


108  EPISTOLARIO.  [1804] 

VMMDLXVI. 

A   Demetrio  Diamil,u\   Muller,   a   Torino. 

Londra,  24  ottctlirc  18(54. 

Caro  Muller, 

Tutti  essendo  in  questi  ultimi  tempi  in  campagna, 
son  nati  disordini  nella  trasmissione  delle  lettere,  e 
ricevo  quindi  oggi  la  vostra  del  6. 

All'affare  dell'opuscolo  ho  già  risposto,  a  voi  o 
a  Bulewski.  Non  esisteva. 

Al  resto  ho  già  risposto  prima.  Non  credo  più 
se  non  a  fatti.  I  sequestri  d'armi,  poi  il  tentativo 
di  mandar  via  Garibaldi,  poi  la  Convenzione  mi 
hanno  guarito.  Lavoro  solo.  Lavoro  repubblicana- 
mente. Se,  nell'intervallo,  la  Monarchia  andrà  sul 
Veneto,  aiuteremo  tutti,  e  senza  far  parola  di  politica. 

L'accettazione  della  Convenzione  e  la  traslazione 
della  Capitale  come  condizione,  comincia  per  noi 
un  terzo  periodo.  Il  re  poteva  esser  con  noi;  far 
l'impresa  Veneta,  vincere:  il  giorno  dopo  trattare 
d'alto  in  basso  con  Luigi  Napoleone.  Egli  persiste 
ad  aggiogare  la  sua  politica  alla  francese.  A  me  par 
di  vedere  Luigi  XVI.  La  rivoluzione  in  Italia  è  la- 
tente, ma  è;  o  dirigerla  mettendosene  a  capo,  o  pe- 
rire. Presto  o  tardi  è  infallibile. 

Taluni  mi  ciarlano  di  cessioni  territoriali  del- 
l'Isola d'Elba.  Non  voglio  credervi.  Sarebbe  un  vero 
delitto  e  non  rimarrebbe  che  un  rimedio. 

Fui  seriamente  malato  ;  lo  sono  ancora,  ma  sul 

migliorare.  ^r    + 

^  Vostro  sempre 

GIUSEPPE. 

VMMDLXVI.  — ^'Pubbl.  in  Corrispondenza,  inedita,  ecc.,  cit., 
p.  87,  quindi  in  Politica  segreta  italiana,   ecc.,  cit..   p.  187. 


[18G4J  EPISTOLARIO.  169 

VMMDLXVIl. 

To  Kmilik  Ashukt  VKNTrRi,  London. 

[London,  October  24th,  18(54].  Monday. 

Welcome    dear,  to  Loudoii. 

Yes,  I  am  qiiite  serious  and  want  to  be  alone 
for  a  while.  1  sliall  write  one  word  again  and  teli 
you  when  1  am  visible. 

Teli  Carlo  to  look  downstairs  every  day.  He 
will  see  that  W[illiam]  receives  the  Unità  Italiana-, 
only,  as  no  body  reads  it,  it  is,  I  suppose  des- 
troyed. 

Go  to  Sannders  and  if  he  does  what  you  anti- 
cipated,  have  the  teeth  replaced  by  artifìcial  ones. 


Lunedi. 

Benvenuta,  cara,  a  Londra. 

Si,  parlo  sul  serio  e  voglio  stare  solo  per  un  poco. 
Vi  scriverò  ancora  \ina  riga  per  dirvi  quando  sarò  vi-" 
sibile. 

Dite  a  Ctirlo  di  guardare  da  basso  tutti  i  giorni.  Ve- 
drà che  William  riceve  VUnità  Italiana:  soltanto,  poiché 
nessuno  la  legge,  credo  che  la  si  butti  via. 

Andate  da  Saunders  e  se  fa  quello  che  voi  avevate 
detto,   fatevi    rimettere   i   denti   artificiali.    Se   no,   gli   altri 

vMMDLXVII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Risorgimento  di  Roma.  È  in  una  busta  che,  di  pugno 
del  Mazzini,  ha  1  indirizzo  :  «  Mrs.  Emilie  A.  Venturi,  28.  Nor- 
folk Crescent.  Hyde  Park.  W.  »  La  data  si  ricava  dal  timbro 
postale. 


I7(»  lU'ISTOI.AKlO.  |lS(i41 

(  Mliciw  isc,    llic  ollici-   Icclli    will   sooii   or   hilc  :ill   filli 
:iii(l   il    will   Ite,  ;is  witli  iiU',  woi-sc. 
Evcr 

yonr  loving 

floSEPII. 


(k'iiti    cadi.-iiiiKt   tulli    )»i'('st(i    o    (iirdi    e    Siir;"i,    (•(Hiic   per    iiuv 

1H',WÌ<>. 

Sempre' 

vostro  ;il1'('/,ioiiiit<» 

GlUSKlM'K. 


VMMDLXVIII. 

'  To  Matilda  Eiggs,  Bardoii. 

[Luiuloii.   OctohiT  -JCth.   1S(Ì4].   WcdiH-s.lii.v. 

Dearest  Matilda 

You  do  iiot  for  oue  moment  believe  that,  becaiise 
I  am  sileiit,  I  am  iiot  most  anxioiisly  thiuk[ing]  of 
yon.  1  bave  beeii  asking  for  and  haviiig  every  day 
the  notes  of  yonr  danghters.     I  did  not  Avrite — not 

Mercoledì. 
Carissima  Matilde, 

Non  dovete  credere  neppure  per  un  momento  che, 
non  scrivendovi,  io  non  pensi  con  la  più  grande  ansietà 
a  voi.  Ho  cliiesto  vostre  notizie  e  ogni  giorno  bo  avuto 
le   letterine   delle    vostre    figliuole.    Non   ho    scritto   —   non 

VMMDLXVIII.  —  Inedita.  L'autografo  .si  conserva  nel  Mu- 
.seo  del  Risoi-gimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha  in- 
dirizzo.  La  data   vi  fu   apposta  da   M.   Biggs. 


[ISr.  J|  KIMSIOIAIiK».  ITI 

heciiiisc    I     liiivc    bc't'ii     ili     niyscir    aiul    stili    jiiii,    :il- 

tli<)U<;h  h'ss — hnt  beojiusc  yoii   \vei-«  ainl,  1  lejir,  you 

stili  jiii'  so  j)(K)ily  tlial   notes  wonld  lune  heeii  more 

a   ti'onble  to  you    Ihaii   a   coiiiloil.     Today,   1    write 

Olle   word,   to  teli   you   tliat    I    love  you.   tliat    1    liopc; 

l'or   vou,   tliat    1    tliiiik   ol"  ^ou    coiitinuouslv,     liless 

vou,   dearest   IMatilda. 

lOver  ,     . 

your  loving 

JOHKVU. 


perc'lió  sono  stato  malato  io  stesso  e  ancora  lo  sono,  seb- 
bene stia  meglio  —  ma  percbé  eravate  e  temo  che  ancor:i 
siate  in  cosi  cattive  condizioni  di  salute  che  le  mie  let- 
tere sarebbero  state  per  voi  pili  un  fastidio  che  un  con- 
forto. Ma  oggi  voglio  scrivervi  una  parola  per  dirvi  che, 
vi  voglio  bene,  che  spero  per  voi,  che  penso  a  voi,  con- 
tinuamente.   Dio    vi    benedica,    carissima    Matilde. 

Sempre 

vostro  affezionato 

Giuseppe. 


VMMDLXIX. 

A  Giacinto  Bruzzesi,  a  Londra. 

[Londra,  20  ottobre  1S(Ì4].   mercoledì  sera. 

Caro  Bruzzesi, 

Perché  non  salire?  Ho  rimproverato  la  mia  pa- 
drona di  casa.  Non  istò  bene  e  non  converso  voleu- 

VMMDLXIX.  —  Inedita.  L'uut(»grafo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Ri.sorgimento  di  Roma.  È  in  una  busta  che,  di  pugno 
del  Mazzini,  ha  1  indirizzo  :  «  C(,l.  G.  Bruzzesi,  12.  Finbury 
Pavement.  E.  C.  »  La  data  si  ricava  dal  timbro  postale. 


172  ta'IKTOI.AKIO.  [l.SC>4J 

fieri;  nui  avrei  veduto  con  piacere  voi,  anche  per 
udire  se  avevate  qualche  notizia  sulle  cose  del  Friuli, 
ch'io  non  intendo  e  sulle  (luali  nessuno  mi  scrive 
(inora.  (Conoscete  Tolazzi?  (^)  Sapete  qualche  cosa? 
Scrivetemi  una  parola  in  pro])osito.  Dico  (piesto, 
perché  per  una  ragione  che  vi  dirò  poi  non  posso 
vedervi  che  domenica  o  lunedi. 
Addio,  caro  Bruzzesi:  credetemi 

vostro 

(iITJSEPPE. 


VMMDLXX. 

A  Saba  Nathan,  a  Lugano. 

[Londra].   27    [ottobre  18G4]. 

Amica, 

Ho  la  vostra  del  20  colle  acchiuse. 

Vado  migliorando,  ma  lentamente. 

Lettere  di  Mil[ano]  mi  parlano  del  moto  come  de- 
stinato a  continuare.  Un  telegramma  dichiara  invece 
sciolti,  per  non  so  quale  ordine,  volontariamente  gli 
insorti.  Aspetto  ansioso  le  notizie  di  domani.  Non 
ho  bisogno  di  dire  à  Maur[izio]  e  a  tutti  che,  mal- 
grado la  stagione,  se  il  moto  durasse,  non  v'è  che 

(^)  Francesco  Tolazzi  (1809-1889)  aveva  disertato  dall'eser- 
cito austriaco  durante  la  campagna  del  1859,  e  combattuto  ;ì 
San  Martino,  rimanendo  ferito.  L'anno  dopo  era  partito  per 
la  Sicilia  con  la  spedizione  Corte  e  nel  1862  aveva  seguito 
Garibaldi  fino  ad  Aspromonte.  S'è  già  detto  ohe  capeggiò  la 
banda    friulana    nel    moto    insurrezionale   dell'ottobre    1864. 

vMMDLXX.  —  Inedita.  L"  autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha 
indirizzo. 


[1804]  EPISTOLARIO.  17:5 

una  parola  (rordine:  aiutare:  spingere  piccoli  nuclei 
a  entrare,  dalla  parte  del  Tren[tino],  nelle  Giudi- 
carie:  scrivere,  suscitando,  agli  amici  del  Basso  Vo, 
Z[ugni],  Bonn  [et]  e  gli  altri  che  Maur[izio]  conosce; 
non  pensare  a  politica,  a  Monarchia  né  ad  altro  ma 
fare.   Ditelo,  vi  prego^  a  Maur[izi()]. 

Se  durasse,  bisognerebbe  pensare  a  fare  })er  me  ciò 
di  che  v'eravate  incaricata  partendo,  pel  soggiorno. 

Se  avete  notizie  che  importino  lasciate  la  via  di 
Germania  :  è  lunga.  Scrivete  a  W.  Shaen,  Esq.  8. 
Bedford  Kow.  llolborn  —  a  \V.  Malleson  Esq.  94. 
Ilolborn  Hill.  E.  C.  —  a  Mrs.  Clementia.  Aubrey 
House,  Aubiey  Road,  Notting  Hill  —  a  David. 

Addio  :  se  il  moto  sparisse,  tireremo  innanzi  a 
organizzare  repubblicanamente. 

Vostro     tutto 
Giuseppe. 

Matilde  sta  impercettibilmente  meglio.  Emilia 
è  ora  in  Londra,  in  casa  di  William. 

Scrivere  mi  fa  male  ;  e,  tinche  dura  il  moto,  ho  cura 
della  mia  salute.  Date  dunque  a  Br[usco]  le  mie 
notizie. 

VMMDLXXI. 

A  Vincenzo  Brusco  Onnis,  a  Milano. 

[Londra],  31  ottobre   [1864]. 
Caro  Brusco, 

So  che  nulla  si  fa  o  si  può  fare.  So  che  56.  [Bezzi] 
è  ammirabile.  Malgrado  le  nuove  del  Diritto  e  vo- 

VMMDLXXI.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo 
del  Risorgimento  di  Roma   (fondo  E.  Nathan).  Non  ha  indirizzo. 


17-t  ■  ÈPieroLAUio.  tl8G4| 

stn-,  non  cicdo  alla  (liirata.  Nondimeno,  se  m'incan- 
nassi, binofjiKi  aiutare.  K  non  vedo  che  i  modi  se- 
guenti. 

Da  I.  7.  :i.  U.  15.  IG.,  etc.  e  II.  4.  a.  14.  1.  IH,, 
ole.  i)(>ti'ebI)ei'o  impadronirsi  di  122.  e  recarsi  all'al- 
tezza di  1.  4.  1.  2.  3.  li.,  etc.  Nella  seconda  città 
v'è  sotto  la  condotta  di  III.  11.  12.  3.  1.  2.  7.  15. 
lo.  etc.  e  XI.  1.  2.  21.  22.  G.  3.,  etc.  nuclei  nostri 
armati. 

Da  111.  6.  5.  7.  9.,  etc.  e  da  altiove  dovrebbero 
agire  sui  lì.  7.  4.  1.  —  IV.  9.  10.  IG.  15.  4.  3.  15. 
17.  1.  —  al  I.  1.  2.  IV.  22.  23.  24.  —  I.  8.  5.  as- 
salire di  notte  —  sparire  —  assalire  nuovamente, 
se  possibile,  la  notte  dopo  :  scopo,  trascinare  rimo- 
stranze e  difficoltà  gravi  tra  i  I.  1.  4.  9.  —  VII. 
G.  15.  2.  1.  13.  8.,  etc. 

Finalmente,  un  punto  di  convegno,  come  dissi 
nella  mia  a  Ben  [edetto]  C[airoli]  tìssato  possibil- 
mente airinterno,  tanto  da  potere  introdursi  a  tre  o 
quattro  per  volta. 

Per  la  seconda  operazione  indirizzatevi  a  Ma- 
n[ini]  —  a  Z[ugni]  —  a  II.  7.  3.  IG.  G.  4.  11. 

L'ultima  dovrebb'essere  affacciata  a  II.  5.  22. 
19.  7.,  etc.  e  ai  X.  1.  27.  22.,  etc.  VI.  8.  3.  9.^  etc, 
che  sono  armati. 

Che  cosa  rispose  Gar[ibaldi]? 

Se  non  v'è  un  fatto  che  mostri  aumento  di  forza 
e  d'azione,  gli  animi  non  si  scoteranno.  E  questo 
tentativo,  se  spira,  rovina  il  futuro. 

Sono  triste  :  mi  vedo  impotente.  Scrivete. 

Vostro  tutto 
Giuseppe. 


flS(Wl  EPISTOLARIO.  .  17.1 

VMMDLXXir. 

AI)    EB(ìISTO    HKZZI,    il    :\Iiliiin». 

[Londra dttohrt'  1S04]. 

Caro   Jiezzi, 

Eccovi  i  1000  fianchi. 

Brusco  ve  ne  darà  altri  1432  incirca. 

Cella  può  andare  con  Mosto.  Sarebbe  bene,  prima 
di  tornare  a  Udine,  mi  vedesse.  Gli  darei  due  linee 
di  Garib[aldi]  che  ho,  e  c'intenderemmo. 

Le  richieste  però  sono  assurde.  Avremmo  anche 
i  2000^  non  potrebbero  mandarsi.  Ma  parleremo. 

Vostro  in  fretta 
Giuseppe. 

VMMDLXXIII. 

A  Saba  Nathan,  a  Lugano. 

[Londra],   1°  novembre    [18G4]. 

Amica, 

Sto  meglio;  e  mi  dorrebbe  assai  che  Belcr[edi] 
—  come  Br[usco]  accenna  —  si  fosse  messo  in  moto 
per  me;  con  incomodo  suo  e  senza  necessità.  Ho  un 
medico  francese  che  stimo  e  che  diede  i  soli  buoni 
consigli  la  prima  volta. 

VMMDLXXIL  —  Inedita.  L'autografo  .si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Milano.  [Xota  1951  :  La  data  di 
questa  lettera,  pubblicata  anche  nel  voi.  LXXVIII,  p.  288  come 
del  luglio  1864,  sembra  vada  corretta  in  [Lugano,  giugno  1863].] 

VM]\IDLXXIII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Ri.sorgimeutu  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha 
indirizzo. 


17t»  FTISTOI.ARIO.  [1SG4I 

Sono  a  giorno  d'ogni  cosa.  Ho  scritto  a  Mil[ano] 
le  cose  che  mi  parevano  possibili  per  aiutare.  Ma 
pievedo  male;  e  quel  male  nuocerà  anche  al  futuro. 
Pazienza  I  Qualche  nuovo  fatto  jmtrebbe  risollevare 
gli  animi;  ma  bisognerebbe  venisse  dairinterno  e 
non   vedo  apparenza. 

\'edete  come  tutto  prova  che  senza  una  Cassa 
ogni  cosa  è  impossibile!  Se  il  Partito  avesse  avuto 
un  2()0,(K)()  franchi  in  riserva,  un  Vapore  capace  di 
500  almeno,  noleggiato  ed  offerto  a  G [aribaldi],  lo 
determinerebbe.  l*er  terra,  che  cosa  può  fare  un  uomo 
riconoscibile  al  primo  passo? 

Se  vedessi  ombra  di  probabilità  o  avessi  mezzi 
in  mia  mano,  malato  o  no,  mi  moverei  ;  ma  a  che 
prò'?  Non  posso  fare  o  suggerire  cosa  alcuna. 

Quanto  vi  dico,  non  deve  naturalmente  trattenere 
dal  tentare  il  possibile.  Maur[izio]  e  Gril[enzoni] 
devono  scrivere  a  tutti,  a  Eeggio  a  Parma,  a  Pia- 
cenza, a  Z[ugni],  a  Bon[net],  a  quanti  possono,  solle- 
citando, e  da  parte  mia  pure.  Ho  suggerito  a  Br  Fu- 
sco] di  ricordare  a  Z[ugni]  ed  altri  un  antico  disegno 
mio  di  sorpresa  notturna,  di  subita  dispersione,  di 
nuovo  assalto  la  notte  seguente,  IV.  2.  7.  —  V.  i.  10. 
I.  12.  II.  2.  A^I.  4.,  etc.  —  VII.  10.  9.  —  I,  6,  5.  — 
VI.  4.  5.  .3.  —  V.  4.  2.  6.  —  I.  1.  9.  Cinquanta  giovani 
bastano.  E  le  conseguenze  tra  i  due  Governi  potreb- 
bero essere  gravi. 

Addio  ;  aspetto  ;  e  se  la  cosa  si  ravviva,  deciderò 
in  conseguenza. 

Vostro  con  profondo  affetto 
Giuseppe. 

Ricord.».temi  sempre  a  Giannetta  e  a  Maria. 


flSr.  n  KTISTOr  AUIO.  177 

VMMDLXXrV. 
A  Madame    Marie  D'Agoult,  à   Paris. 

[LoudresJ,   l^^  iioveinbi-e    11<S(>4]. 
Madame  et  amie, 

11  faut  pourtant  qu'avaut  de  recevoir  —  demaiii 
peut-étie  —  la  Revue,  je  vous  écrive  un  mot  poui*  vous 
il  ire  qiie  vous  étes  bouue  comme  l'est  une  femme 
(jnand  elle  est  bonne.  .le  vous  rudoj'e  bétement  à 
])r(>pos  de  pantlwisme  et  autre  chose:  vous  me  lépon- 
dez  avec  la  plus  amicale  des  lettres  et  l'envoi  de  tout 
ce  qui  legaide  Jean  Keynaud.  Merci,  vingt  fois  merci. 
L'essai  sur  le  Druidisnic  est  bien  ce  que  je  cherchais. 
Les  deux  autres  écrits  sont  extrèmement  intéressante. 
l'"l  l'épigramme  sons  la  forme  de  brochure  Falloux 
est  teinte  de  miei.  Ces  malheureux  fragments  auto- 
biograpliiques  sont  éparpillés  dans  quatre  des  six  vo- 
Inmes  qui  ont  pam:  ce  sont  les  quatre  volumes 
d'écrits  politi«pies,  les  deux  autres  contenant  dc-s 
écrits  littéraires.  Je  n'ai  pas  moi-méme  les  six  volu- 
mes ;  mais  je  t?ìclierai  de  les  avoir:  et  si  vous  ne 
trouvez  pas  d'autre  moyen,  je  détacherai  les  pages 
en  (piestion  et  j'en  formerai  un  seni  volume  que  je 
cliercherai  à  vous  faire  parvenir.  Oui,  j'ai  été  assez 
gravement  malade:  je  suis  mieux  en  ce  moment.  Ne 
craignez  rien:  tonte  lettre  devous,francliement  écrite, 
(juelle  qu'elle  soit,  me  fera  plaisir.  Je  ne  vous  écri- 
rai  pas,  si  je  serai  malade;  je  vous  répondrai^  si  je 
ne  le  serai  pas  ;  car  cela  aussi  me  fera  plaisir.  Ce  mou- 

VMMDLXXIV.  —  Pubbl.  in  G.  Mazzini,  Lettres  à  D.  Sterri, 
ecc.  cit..  pp.  45-48.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo  del 
Risorgimento   di   Roma    (fondo    E.    Xathan).    Non   ha    indirizzo. 

.Mazzini. 5erf«i,  ecc.,  voi.  LXXIX  (Epistolario,  voi.  XLVIII).      12 


17S  icpisTor.Aiiio.  |lS('h4] 

vemeiit  daiis  la  Haute  V'éuétie,  qui  n'est  pas  lini, 
([uohiu'on  eli  elise,  est  veiiu  à  ajouter  à  mes  chagiins: 
e  est  uu  mouvenieut  (riioinmes  appaitenant  à  inoii 
<>i-gaiiisati()ii  Xéiiétieiine  qui,  sachaiit  leurs  noms  sui* 
k's  listes  (le  lAuti-iche,  oiit  pi-él'éré  combattre  à  se 
soumettre  à  une  ari-estation  iiiévitable.  lls  m'out 
eiivoyé  leur  deiniei'  mot  le  12  du  mois  passe  en 
me  disaiit  :  «  Xous  tiendions  trois  mois:  aidez  nous.» 
lls  ne  tieiidront  probablement  pas:  les  neiges  soiit 
là  et  les  bestiaux  sont  avec  leurs  gaidiens  dans  les 
plaines.  Mais  j'ai  là  des  amis;  et  puisque  cela  ne 
peut  aboulir  qu'à  une  protestation,  il  faut  qu'elle 
ait  au  moins  quelque  importance.  Je  cherce  donc 
à  les  aider;  mais  avec  deux  Gouvernemens  alliés 
I)our  fermer  la  frontière  à  nos  volontaires,  l' Autri- 
ci! ien  et  le  uótre. 

Sans  approuver  la  forme  qu'a  pris  la  pensée  de 
Garib[aldi],  il  faut  pourtant  que  je  vous  observe  qne 
ce  n'est  pas  des  Franyais  qu'il  a  parie  mais  de  Bona- 
parte.  (^)  Ne  tombez  pas  dans  Terreur  de  ce  brave  Du- 
mas (jui  me  fait  des  phrases  sur  les  engagemens 
de  la  France,  comme  si  la  France  était. 

Adieu  :  je  vous  écrirai  à  propos  de  la  continua- 
tion  de  votre  Dialogue.  Pourquoi  me  dire  que  Fnuftf 
no  m'intéresse  pas?  Évidemment_  je  suis  pour  vous 
un  barbare.  J'ai  lu,  relu,  étudié  Faust,  comme  notre 
Poème.  C'est  l'epopèe  bourgeoise  comme  Wilhelm 
Meister  est  le  roman  bourgeois.  Goethe  méne  tout 

(')  A  Parigi  era  giunta  notizia  (ved.  la  lett.  VMMDLXXX  a  pa- 
gina 180)  della  seguente  dichiarazione  che  il  10  ottobre  1864  Gari- 
baldi aveva  inviata  al  Diritto,  il  quale  l'aveva  pubbl.  nel  n.  del  21 
ottobre  :  «  Che  i  colpevoli  vogliano  trovare  dei  complici,  è  cosa  na- 
turale —  ma  che  si  voglia  tuffarmi  nel  fango  degli  uomini,  che 
bruttarono  l'Italia   colla   Convenzione  del   15  settembre  —   non 


[1SC)4J  EPTRTOr.ARIO.  170 

droit  à  hi  Contemplation  :  Danto  à  l'Action.  C'est  là 
le  conti-aste.  Senlenient,  comme  il  y  a  de  la  contem- 
plation dans  le  l*ar<i(lis,  il  y  a  (inelcpies  vers  dans 
la  seconde  partie  dii  Fauni  (pii  jettent  mi  cii  de 
remords  et  iraspiration  inipnissante  il  l'Action. 

jìevinez  les.  _,  , 

\  otre  ami 

Joseph. 

vM:\ir)LXXv. 

Al)  Andrea  Giannelli,  a  Firenze. 

[Londra].  2  novembre    [1804]. 

Fratello, 

Ho   la   vostra  del  22. 

Dovete  avere  ricevuto  altra  mia  all'indirizzo  della* 
Signora  Se  ...  .  Avete  quindi  risposta  a  ciò  che 
chiedete.  Sarà  a  momenti  fondato  il  Centro  unico: 
e  avrete  allora  il  Bollettino  Centrale  ogni  15  giorni. 
Vi  riscriverò  tra  poco  su  questo  ;  ma  ora,  tutto  deve 
rivolgersi  a  una  cosa  :  il  Veneto  ;  aiutare  in  ogni 
modo  possibile  quei  generosi  ;  e  non  dovesse  essere 
che  protesta,  accrescerne  l'importanza  :  provare  la 
devozione  del  Partito  e  il  mal  volere  della  Monar- 
chia. Per  ciò  che  riguarda  aiuti  materiali  possibili, 
dirigetevi  al  nucleo  déiVUn'ìtù  di  i[il[ano].  Pei  mo- 
rali, al  Comitato  Centrale  Unitario.  Una  pubblica 
adunanza  col  grido  d'  «  aiuto  a^'enezia,  guerra  all'Au- 
stria !  »  sarebbe  buona  —  se  sciolta^  proverà  ciò 
ch'io  dico  della  Monarchia.  Vi  sono  grato  della  di- 
Io  aspettava.  Col  Bonaparte  una  Convenzic  np  sola  :  purificare  il 
nostro  paese  dalla  sua  presenza,  non  in  due  anni,  ma  in  due  ore.  » 

^MMDLXXV.  —  Puhhl.  da  A.  Giannelli  Lettere  di  G. 
Mazzini,  ecc.,  cit.,  pp.  23S-2.S9.  L  autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Firenze.  Non  ha  indirizzo. 


180  EPISTOLARIO.  riS04] 

chiaiaziono  die  mi  fate.  \'()jiliate  far  giungere  a 
J)[(>lliJ  l'unita:  se  faranno  (jiialche  cosa,  v'unirete. 
.Mando  I;i  IcIttMa  di'lla  si<;nora  Ludm[illa].  Le  scri- 
verò: ora  non  lio  né  tempo  né  l'orza.  Son  tuttavia 
infermo,  ma   migliorando. 

Finché  il  Centro  non  è  costituito,  ciò  die  saprete 
da  una  Circolare,  intendetevi  per  la  Falange  con  F[e- 
lice]  I) [agnino]  in  (ìenova.  Colle  migliori  intenzioni 
del   mondo,  C^asteili]    le  imjiiccia   sovente. 

\"ostro  sempre 
GiT-SErrB. 

Kicordatemi  fon  antica  stima  a  Cicognani.  (') 


VMMDLXXVI. 

AI)  ArRELio  Saffi,  a   Londra. 

[Londra.  2  ni  venibre  1^(54]. 

Caro  amico. 

Il  numero  col  tuo  secondo  articolo  è  stato  seque- 
strato; (-)  ma  siccome  lo  fu  per  altro,  probabilmente 
riprodurranno  nel  venturo.  L'articolo  è  buonissimo. 

(')  Con  Ales.santlro  Cicognani.  già  rappresentante  per  Forlì 
all'Assemblea  Costituente  Romana,  il  Mazzini  era  in  relazione 
fino  dal  184S.  Ved.  la  lett.  MMDXVIII.  nel  voi.  XXXVII,  p.  110. 

VMMDLXXVI.  —  Puh1)l.  da  G.  M.\zzati>-ti.  Lettere  di 
G.  Mazzini,  ecc.,  cit..  p.  .310.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  A.  Saffi).  È  in  una  busta 
che.  di  pugno  del  Mazzini,  ha  l'indirizzo  :  «  A.  Saffi,  Esq. 
Herne  Bay.  »  La  data  si  ricava  dal  timbro  postale. 

(-)  La  seconda  parte  dell'art,  intitolato  :  La  Convenzione 
del  lo  settembre  e  il  Parlamento,  imbbl.  nel  Dovere  del  29  ot- 
t  bre  1.SC4.  Quel  n.  era  stato  sequestrato  per  1  indirizzo  ai 
Torinesi  firmato  da  F.  Campanella  e  da  L.  Maluccelli.  L'art,  di 
A.    Saffi   fu   i-istampato    nel   n.   successivo    del   Dovere. 


[1,S«;41  EPISTOLARIO.  181 

L;>  niagjiior  pjirlc  della  Sinistra  voterà  la  Coii- 
vciizioue  ()  snieiiihrcrà.  Miceli  e  [)<)elii  altri  soli  vo- 
teianiio  contro.  ('  ) 

Il  silenzio  non  sij:;nitica.  Le  bande  esistono  sem- 
pre, non  assalite  finora.  3Tanovrano  per  separarle. 
Due  nnclei  di  nosti-i,  yarihaldini  dovrebbero  essere 
passati  a  (piest'ora  :  ma  ji;rinto])pi  son  tali  che  fino 
ad  avviso  della  rinscita,  dubiterò.  Uno  è  comandato 
da  Bezzi.  (-) 

TI  ])rinci])aleostacolo  è  al  solito  il  danaro.  Se  potes- 
sero nolejiti'iMrsi  barche,  etc,  nuclei  di  Ravenna,  d'An- 
c[ona],  etc.  andrebbero  per  mare.  Pienotti  andrebbe. 

Ho  scritto  proponendo  una  operazione  possibi- 
lissima e  che  potrebbe  produrre  sconcerti  giravi  tra 
l'Austria  e  il  Governo.  Ma  le  proposte  migliori  ge- 
neralmente si  scansano. 

Affetto  a  Nina.  Tuo 

\         Giuseppe. 

V]\rMDLXX\'II. 

A   Vincenzo  Brusco  Onnis,    a   Milano. 

[Londra],  2  novembre    [1S64]. 
Caro   Brusco, 

Fate  avere  il  biglietto  che  porta  82.  a  UT.  1-1.  TV. 
18.  6.  25.  1.  —  e  quello  che  porta  2.  a  VT.  6.  17.  9. 

(')  Sul  voto  per  la  Convenzione  di  Settembre  alla  Camera 
dei  Deputati,  ved.  la  nota  ;illa  p.  14(ì.  L.  Miceli  infatti 
votò    contro    la    Convenzione. 

(-)  Sulla  spedizione  Bezzi,  stroncata  fin  dall'  inizio,  ved. 
G.     LOOATEXLI-MlLBSI.    op.    cit.,    pp.    121-143. 

VMMDLXXYII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
Museo   del   Risorgimento   di   Milano. 


ISli  EPISTOI.AKIO.  [1S«;4| 

:i.   L'S.    l'cl    primo.   ni;ni(l;iii(l()   :i    II.   .").   C.    1(1.   10.   25. 
Lio.,   iiudi-A. 

Ilo  l;i  fi'ltbic  i»t'l  luicliM)  .')().  ,  r.(V.zi|.  VJ)\n  le  linee 
aun'lniià.   (1) 

Ditemi   (li   (ìai'i  ibiildi  I    —  che  cosa   dice? 
.Mijj^lioio:  spero  che  Belci[e(li]  non  si  sia  mosso: 
danaio  sprecate». 

^^ostro 
Giuseppe. 

(^ni.  il  silenzio  assolnlo  dei  1ele<ii-annni  fa  con- 
siderare spenta  ojiiii  cosa.  Se  nn  l'atto  nuovo  venisse 
a  scuotere^  potrei  raccojuliere  (jualche  cosa. 

(')  Probabilmente  ciuella  specie  di  proclama  che  ha  per 
titolo  :  «  Il  moto  del  Veneto.  »  che  senza  nome  d'autore  f'i 
inserito  in  principio  del  n.  del  20  ottobre  1864  dell' Z7nJtò  Ita- 
liana di  Milano.  È  però  da  supporre  che  sia  stato  steso  dal 
Mazzini  :  è  il  seguente  :  «  I  patrioti  resistono  :  le  bande  si 
afforzano  e  si  moltiplicano.  ■ —  Fra  noi.  a  frangere  le  volontà, 
a  soffocare  l'entusiasmo  che  dovrebbe  prorompere  da  ogni  core 
Italiano  si  cospira  dai  governativi  colla  menzogna  e  col  si- 
lenzio. E  si  tratta  di  giovani  subii  niente  impazienti,  che 
hanno  in  pugno  la  carabina  di  Marsala  e  del  Volturno,  e  ne 
rivolgono  la  bocca  contro  i  gregari!  dell'Austria....  È  dun(iue 
il  disonore,  il  disonore  supremo,  incancellabile,  che  il  Partito 
dominante  vuole  imporre  a  questa  Italia  novella,  che  il  sangue 
di  tanti  martiri  ha  consecrato  al  rispetto  del  ilondo?...  E  lo 
sopporteranno  in  pace  i  veterani  di  San  Fermo  e  di  Calata- 
fimi?  E  non  grideranui)  tutti  da  un  capo  all'altro  della  Peni- 
sola: —  Soccorso  al  Veneto'  triierra  all'Austria!....  La  neve 
vicina?  Pretesto  specioso  e  null'altru.  È  la  neve  eterna  degli 
animi  egoisti  e  codardi,  quella  soltanto  che  può  farsi  ostacolo 
insuperabile  alle  armi  dell'insurrezione....  Passate  su  questo 
ghiaccio,  o  giovani  italiani  ;  al  di  là  è  il  fuoco  delle  sante  bat- 
taglie,  il   sole   dei   successi  gloriosi  I 

«  Soccorso,  soccorso  al  Veneto  I  —  in  nome  della  libertà, 
dell'unità,  dell'onore  d'Italia  !  » 


llSCdl  KPliSTOI.AKK).  1.S.'5 

VMMDLXXNIU. 
A  Felice  Dagnino,  a  Genova. 

[Loiulni],  4  uuvi'iul)!-*'   L1<'S04J. 

Caro  Da  mi  ino, 

^'oI('te  (liiini  se  riceveste  le  mie  e  quella  specie 
(li  Circolare  mia  che  il  C[omitato]  [Centrale]  do- 
vrebbe, appeira  costituito,  emettere ?Sapete  clie  scrissi 
a  M[osto],  ch'ei  sembra  disposto  ad  accettare,  ma 
ch'ei  non  sapeva  ancora  da  voi  clii  era  il  terzo. 
8iji  che  le  cose  Venete  debbano  chiamarci  in  attività, 
sia  il  contrario,  (piel  lavoro  è  essenziale  e  deve 
diventare  importante.  Ditemi  dunque  qualche  cosa 
e  sollecitate  l'impianto. 

Foste  in  Nap[oli]   pel  Congresso?  (') 
Scrivo  a  Savi  pei-  chiedere  informazioni  sul  Con- 
siglio Centrale  che  non  intendo  ora  si  raduni. 

Vostro  sempre 
Giuseppe, 


VMMDLXXVIII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel- 
1  Istituto  Mazziniano  di  Genova.  A  tergo  di  esso,  di  pugno 
del   Mazzini,  sta  rindirizzi;  :    «  F [elice]    D [agnino].  » 

(')    Ved.   la    lett.   VMMDLVI.    a   p.    151. 


1S4  EIMKTUI.AKIO.  [1S(i4| 

VMMDLXXIX. 

A  Maurizio  Quadrio,  a  Lugano. 

,  [Londra],  4  novembre   [1SG4]. 

Caro  Maurizio, 

Alle  tue  liuee  del  2U. 

Quel  tanto  che  poteva  dire,  l'ho  detto  a  Bi'lUsco], 
a  Caii[oli]^  a  ZFugui]  e  ad  altri.  Quanto  a  me,  l'esser 
male  più  o  meno  in  salute  non  m'impedirebbe;  ma 
che  verrei  io  a  fare  senza  un  soldo,  quando  ogni 
proposta  esige  danaro?  Ti  confesso  che  non  credo  a 
possibilità  di  successo  ;  e  credo  che  questo  fatto 
improvviso  rovina  il  disegno  per  la  primavera.  Un 
fatto  dì  lotta,  di  diffusione,  d'aumento,  potrebbe 
dare  qualche  appicco  per  giovare;  ma  se  non  viene, 
è  assolutamente  inutile  ogni  mia  decisione.  Il  Par- 
tito che  non  ha  mai  saputo  formarsi  una  Cassa  di 
200  o  800  mila  franchi  è  impotente.  Se  avessimo 
avuto  tanto  da  noleggiare  un  vapore  e  offrirlo  con 
500  volontari  a  G [aribaldi]  o  anche  soltanto  al  fi- 
glio, vera  chance;  ma  colle  migliori  intenzioni  del 
mondo,  che  può  egli  fare  se  non  farsi  arrestare  dai 
nostri  ? 

ft  più  che  probabile  che  il  tentativo  abortirà. 
E  non  vedo  per  l'avvenire  che  dedicarsi  a  rafforzare 


VMMDLXXIX.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Xathan).  A  tergo 
di    esso,    di    pugno    del    Mazzini     sta    Tindirizzo:    «Maurizio.» 


fis(;4|  EPISTOLARIO.  isn 

]' ()i-^aiiizz;i/ion('  clic  s;ii;  eiitrarvi  tulli  come  cap"i 
di  nucleo:  jissunieiiic  tutti  il  nome  per  darle  po- 
tenza :  dare  per  essa  un  bollettino  generale  ogni  quin- 
dici giorni,  che  faremo  io  e  tu  per  evitare  le  incon- 
gruità o  le  imi)rudenze  locali:  formar  nuclei  piccoli 
o  grandi  dappertutto:  pagar  tutti  un  franco  men- 
sile: 50  centesimi  per  gli  o]>erai  affiliati:  cavare 
intanto  statistiche  di  quei  che  al  momento  opportuno 
potranno  fare  una  offerta  di  ])iiì:  raggiungere  una 
cilra  di  cento  mila  affiliati  almeno.  Saremo  allora 
forti.  Si  farà?  i)rol)al)ilmente  no;  i  nostri  mancano 
di  senso  ])ratico  e  di  pazienza.  i\Ia  bisogna  tentarlo. 

Ciò  che  consigliava  era  di  spingere  la  Sottoscri- 
zione medaglia  e  non  affrettarsi  a  coniarla.  Ora, 
è  poco;  ed  è  inutile  appropriarsi  poche  centinaia 
(li  franchi. 

Addio;  ricordami  con  affetto  all'amica  e  ai  pochi 
buoni  che  m'amano. 

Tuo 
Giuseppe. 


.  Ben  inteso,  tutto  lo  sconforto  ch'io  esprimo  è  per 
te^  e  non  deve  impedirci  dal  far  quanto  è  in  noi, 
lincile  stanno  in  piedi,  per  .agitare  e  aiutare. 

Mando  direttamente  questa  :   s'anche  la  leggono, 
poco  monta. 


].S(i  KIMSTOl.AKIO.  (ISr^l) 

VMMDLXXX. 

TO     CLEMh>NTIA     TAyi,f»r<,     I^Oluloll. 

I  London],  Noveniber  Tlh,    L1'"^*5-'J-  Munday. 

Deaie.st  Clementia, 

I  ani  better:  not  Avell,  stili  better.  I  did  iiot 
]»ut  aiiy  notes  to  Miss  Cobbe's  book,  (^)  1  could  uot 
wliilst  this  \'enetian  movemeiit  is  on  l'oot  and  Ave 
must  do  anythin^  to  help  it  ;  even  if  it  was  only 
M  nol)le  protesta  of  the  olticial  Italy  against  the 
(OAvai-dice  ot  the  officiai  one.  Besjdes,  the  book  is 
bttter  than  I  thoiight.  It  has  sins,  bnt  moi-e  of 
oniìssion  than  of  comìnissi<ni.  It  is  true  that  the 
oìnission  is  not  a  venia!  one.  Miss  Gobbe  omits  the 
Italian  peo])le:  Hamlet  in  Hamlet's  piece.   The  people 

Lunedi. 
Carissima  Cleuieiitia, 

Stu  meglio  :  non  bene,  ma  però  meglio.  Non  lio  apposto 
nessuna  nota  al  libro  di  Miss  Cobbe.  Non  lo.  potevo 
mentre  è  in  piedi  (luesto  moto  veneto  e  noi  dobbiamo 
fare  tutto  il  possibile  per  aiutarlo:  anche  se  fosse  sol- 
tanto una  nobile  protesta  dell'Italia  non  ufficiale,  contro 
la  viltà  di  quella  ufficiale.  Inoltre,  il  libro  è  migliore  di 
quello  che  mi  aspettavo.  Ha  dei  peccati,  ma  più  di  omis- 
sione, che  di  azione.  È  vero  che  Vomissione  non  è  un  pec- 
cato veniale.  Miss  Cobbe  omette  il  popolo  italiano:  Amleto 
nella    tragedia    di    Amleto.    Il    popolo    d'Italia,    il    Partito 

VMMDLXXX.  —  Inedita.  Da  una  copia  conservata  nel 
Museo  del   Risorgimento  di  Roma. 

(^)  Intitolato  :  ''Itaìics''  Isotes  on  Itiily  en  186^.  by  Miss 
FBANCEs   Power  Gobbe;  London.   1864. 


[t8CV4)  KPisTOi.ARro.  187 

(>r  Jtal.y,  tlic  l'jirty  ol"  Action,  witlioiil  wlioin  iiotliing 
would  Ila  ve  Ikhmi  (Ione — to  wliom  aloni'  Ilio  annexa- 
tion  ol'  Central  Ttaly  and  ol'  Ihe  wliole  South  are 
owing — are  ignoreil  in  the  hook,  Slie  had  her  infor- 
niations  from  Azeglio,  Usedoni  (/)  and  such  legai 
people.  She  has  asked  no  body  else,  read  nothing 
else.  She  sjìeaks  of  liberty  of  Press  eqiial  to  that 
ot  England  Avhilst  we  have  had  dnring:  these  three 
years  hundrcdfi  and  himdrcd.s  of  seizures  of  jiapers 
olten  not  followed  by  trial,  whilst  every  word  in 
syjnpathy  to  the  ^'enetians  has  l)een  during  these 
last  three  weeks  invariably  snpjn-essed,  whilst  the 
letter  of  (Tarib[atdi]  against  the  Convention,  freely 
c'ircnlated  in  the  Frciìch  press,  has  been  seized  in  ali 
(Hir  papers.  She  rebels  against  Ch[arles]  Albert's  be- 
irayal.  as  if  his  betrayal  in  1S21  and  in  1S48  at  Mi* 

tlAzioue,  senza  il  quale  non  si  sarebbe  fatto  nulla  —  a) 
quale  unicamente  si  deve  l'annessione  dell'Italia  Centrale 
e  di  tutto  il  Sud  —  sono  ignorati  nel  libro.  Ha  attinto  le  sue 
informazioni  dall'Azeglio,  dall'  Usedom,  e  da  personaggi 
ufficiali  di  questo  tipo.  Non  ha  fatto  domande  a  nessun 
altro,  non  ha  letto  niente  altro.  Parla  di  libertà  di  stampa 
simile  a  «juella  dell'Inghilterra,  mentre  noi  abbiamo  avuto 
in  questi  tre  anni  a  centinaia  e  centinaia  sequestrati  i  no- 
stri giornali,  spesso  senza  che  ne  seguisse  il  processo, 
mentre  in  queste  ultime  tre  settimane  è  stata  invaria- 
bilmente omessa  ogni  frase  di  simpatia  per  i  Veneti, 
mentre  è  stata  censurata  in  tutti  i  nostri  giornali  la  let- 
tera di  Garibaldi  contro  la  Convenzione,  che  circola  li- 
beramente sulla  stampa  francese.  E.ssa  si  ribella  contro 
il  tradimento  di  Carlo  Alberto,  come  se  il  suo  tradimento 
del    1S21    e    del    1848    a    Milano    non  fosse    argomento    di 

(')    Ministro   plenipotenziario  prussiano   in   Italia. 


ISS  HIKTOI.ARIO.  [lS(m 

l;jii.  \v:is  iiot  ;i  niatti'i-  of  liistory,  olìicial  dofiimente*! 
liisloiy.  r.iit  allei-  ali  that.  she  loves  Italy  and  ber 
lutine:  lei  liei-  be  forjjiven.  Ouly  from  Mìhs  Cobbe 
oue  was  eiititled  lo  exi)ect  a  syiiipatlietic  stndy  of 
llie  radicai  element  in  Italy  and  of  its  history.  Her's 
is  a  liook,  a  usuai  bastily  superlicially  made  book, 
not   a  (It'cd,  a   moia]  <luty  performed. 

1  hope  we  shall  meet  oii  Wednesday. 

The  \'enetians  are  resistili^;,  and  somewhat  in- 
creasinji  in  stren^th  :  arms  are  -wanting.  and  the 
diniculties  of  introducine  them  now  amount  alniost 
to  im))ossibility.  Stili.  Ave  are  doinji  what  we  can 
t()  help  :  and  if  they  keep  on,  I  shall  bave  to  speak 
to  Peter,  and  ali  my  friends. 

Ever 

affectionately  yours 

Joseph. 


storia,  storia  documentata  e  ufficiale.  Ma  dopo  tutto  (luesto, 
essa  ama  1'  Italia,  e  il  suo  destino  :  perdoniamola.  Sol- 
tanto, da  Miss  Cobbe  si  aveva  il  diritto  di  aspettarsi 
uno  studio  che  simpatizzasse  con  l'elemento  radicale  ita- 
liano e  con  la  sua  storia.  Il  suo  è  un  libro,  un  libro  scritto 
come  il  solito,  superficialmente,  di  fretta,  non  un  fatto, 
non   l'adempimento  di  un  dovere   morale. 

Spero   che   ci  vedremo   mercoledì. 

I  Veneti  resistono,  e  sotto  certi  a.spetti  aumentano  la 
loro  forza:  hanno  bisogno  di  armi,  e  la  difficolti!  dell'iiitro- 
durle  rasenta  <iuasi  l'impossibilità.  l*ure,  stiamo  facendo 
quello  che  possiamo  fare  per  recare  aiuto:  e  .se  resisteranno, 
dovrò  parlare  a  Peter  e  a  tutti  i  miei  amici. 

Sempre 

•affezionato  vostro 

GlL'SEPPE. 


fiso  11  EPISTOI  AUIO.  ISn 

VMMDLXXXI. 

A    Sara    Nathan,    ìi    laiKuno. 

[Londra],  7  iiovoiubre    [1804]. 

Amica, 

Ilo  hi  vostra  del  '->  novembre.  Ho  capito  quanto 
mi  (lite.  \"lio  detto,  mi  pare,  d'avere  scritto  lunga- 
mente a  Gri[lenzoni].  Quali  erano  le  obbiezioni  che 
facevano  G [aribaldi]  riluttante  a  dar  l'ordine  a 
]j[emmi]?  (M  Mi  duole  che  la  commendatizia  sia  al 
G.  S.  che  inter[)reto  Governo,  mentre  era  al  Partito 
Nazionale  che  doveva  essere.  Del  resto,  vedrò  d'agj!;iu- 
stare  ogni  cosa.  Come  mai  egli  intenda  di  Congresso 
]3ei  mese  venturo  (]uando  non  esiste  nepi>ure  il  pen-^ 
siero^  non  l'intendo.  Addio,  vogliatemi  bene. 

Vostro  sempre 
Giuseppe. 

VMMDLXXXII. 

a  Giuseppe  Petroni. 

[Liiidra],  7  novembre    [18G4]. 

Fratello, 

Ebbi  la  vostra  :  e  l'accolsi  con  gioia  e  riverenza, 
perché  io  vi  stimo   come  stimo  pochissinii. 

VMMDLXXXI.  —  Inedita.  L'autografo  si  con.serva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha 
indirizzo. 

O  S'avverte  ancora  una  volta  che  A.  Lemmi  era  il  cas- 
siere  del    Comitato  Centrale   Unitario. 

VMMDLXXXII.  —  Inedita.  Dannaci  pia  presso  la  R.Commis- 
isione.  L'autografo  si  conserva  dalla  famiglia  Frattini.  di  Terni. 


1!)(t  Ki'isToi.ARio.  [18(54  J 

Sono  minato  nella  salute,  minacciato  a  ogni  tanto 
nella  si>iiia  e  d' inlianunazione  al  piloro  e  d'altro: 
<lelK)le  oltre  (><;ni  dire.  (ìrazie  al  passato,  alla  vita 
disagiata,  al  lavoro,  a  dieci  cagioni,  sono  come  un 
albero  niaicilo  dentro  che  stia  ritto  per  vigore  d'abi- 
tudine, ma  che  il  primo  soffio  di  vento  un  po'  tem- 
pestoso può  rovesciare.  Questo  vi  dico  perché  lo  vo- 
lete. Nondimeno,  vado  innanzi,  tento  d'avermi  cura 
e  durerò  forse  ancor  tanto  da  veder  voi  Fuori  e  ini- 
ziata la  conchiusione  del  nostro  programma.  Perché 
la  parte  nostra  guadagna  terreno  ogni  giorno  e  gii 
errori,  le  codardie,  l'inesattezze  scavano  la  fossa  alla 
.Monarchia.  Dopo  aver  esaurito  —  senza  mai  abdicare 
un  momento  solo  la  fede  mia  —  ogni  possibile  ten- 
tativo a  vedere  se  dalla  Monarchia  potesse  cavarsi 
l'Unità  Nazionale^  posso  or  dire,  con  corredo  di  prove 
ai  miei  concittadini:  «Non  v'è  modo»  —  e  lo  dico. 
—  Una  fratellanza  segreta  va  stendendosi  in  quel 
senso  e  ingrandisce  ogni  giorno.  Ben  inteso,  se  prima 
del  tempo  opportuno,  l'impresa  Veneta  —  alla  quale 
lavoro,  perché  ci  darebbe  F  iniziativa  dell'  insurre- 
zione Europea  —  avesse  luogo,  tutte  le  forze  vi  si  ver- 
serebbero senza  questione  politica.  Ma  v'  affermo, 
senza  poter  avventurarmi  a  dirvi  il  come,  che  l'im- 
presa Romana  seguirebbe  immediata  la  vittoria  sul- 
l'Austria ;  e  —  lo  spero  —  con  bandiera  più  esplicita, 
l'rima,  non  vedo  possibile  un'azione  efficace  su  Roma. 
Chi  lavora  dovrebbe  mantener  la  protesta  e  intanto 
evangelizzare  nel  popolo  i  ricordi  del  '49  e  la  vecchia 
fede  siccome  l'unica  degna  di  Roma  e  sol  dalla  quale 
essa  possa  avere  salute. 

Ciò  che  dite  sui  due  campi  è  giusto.  E  senza 
concessioni  pericolose,  non  è  male  mantenere  quel 
dualismo   e  tendere  a   che   i  secondi,   i  meridionali 


[l.S(^4J  KPISTOI.ARIO.  l'Jl 

guadagnino  terreno:  ali  armerebbero  a  un  tempo 
L[uigi]  \[apoleone]  e  la  Francia,  che  credendo  libe- 
rarsene un  giorno^  non  vuole  successore  il  legitti- 
mismo. \'oi,  se  potete,  scrivete  su  (luelTargomento 
e  illuminate  l'opinione  italiana. 

M.  ch'era  in  l*al[iano]  fu  traslocato  in  lloma?  mi 
parve  indicato  da  una  vostra  frase.  Se  parlaste  di 
lui   ebbi   due   lettere  concernenti  l'antico  soggiorno. 

\'oi  non  sapevate,  scrivendo,  della  Convenzione, 
ft  necessario  or  vedere  (juale  contegno  assumeranno 
le  due  parti  delle  quali  parlaste. 

Credo  più  che  calunnia,  equivoco,  ciò  che  si  disse 
dell'uomo  (/)  che  difendete.  A  me  l'opinione  vostra 
vai  più  di  tutto  ;  m'informo  dunque  e,  se  l'occasione 
si  affaccia,  ve  ne  dirò. 

Or  ditemi  potendo,  una  cosa:  v'è  modo  possibile 
per  voi  e  altri  di  sottrarvi?  e  se  si,  quali  aiuti  si 
esigerebbero  da  noi? 

Comunque,  abbiate  per  voi  e  ridite  ai  nostri  che 
voi  e  Koma  siete  il  pensiero  continuo  dell'anima 
mia  —  che  voi  dovete  calcolare  su  me  e  dirmi  ciò 
eh'  io  possa  e  come  per  finire  o  alleviare  ciò  che 
patite  —  che  quanto  a  Roma,  sogno  da  lungo  inva- 
riabilmente un  disegno,  in  virtù  del  quale  Venezia 
<leve  aversi  comunque,  ma  Roma  deve  emanciparsi 
all'ombra   «Iella   nostra   bandiera. 

Addio:  amate  come  ei  v'ama  il 

vostro 
Giuseppe. 

(')   Lorenzo  Lesti.  Veri,   la   nota   2,  voi.   LXXVIII.   p.  235. 


192  EPI8TOLAKIO.  [1864] 

VMMDLXXXIII. 

Al)  Andrka  CiIannelu,  a  Firenze. 

[IjOii(lr;i  1,   7   novembre    ll.S()4J. 

Fratello, 

\'()^liate  far  ginuj^ere  l' unita   a   D[olfì]. 

In  ricambio  di  ciò  che  mi  scriveste  sul  l'unione 
a  prò'  del  \'eneto,  devo  dirvi  che,  dopo  la  Conven- 
zione, l)[oltì]  mi  scrisse  spontaneo  non  esservi  più 
che  la  repubblica  democratica  capace  di  sanar  le 
piaghe  e  dover  noi  tutti  escir  dagli  e(iuivoci. 

L'acchiusa  alla  signora  Lud[milla].  Ditele  che  le 
sono  gratissimo  della  sua  lettera:  che  oggi  mi  manca 
il  tempo  di  risponderle:  che  la  contorto  al  lavoro 
progettato.  (^) 

^Manifestazioni  d'ogni  sorta  pel  Veneto: 

Contatto  amichev(de  coli'  esercito,  cercando  su- 
scitare in  essi  l'idea  della  guerra  all'Austria  : 

Sottoscrizioni  ;  e  mandarle  airr'»/^ò  : 

Volontari  armati  di  carabine;  e  indirizzarli  que- 
tamente  al   nucleo  delYUnità  : 

Biasimo  formale  ai  nostri  che  intendono  votare 
la  Convenzione  : 

Ecco  tutto  per  ora.  Più  tardi  se  il  moto  si  so- 
stiene,  bisognerà   pensare  a    cose   che   attirino  l' ira 

VMMDLXXXIII.  —  Pubbl.  da  A.  Gianxelli.  Lettere  di 
G.  Mazzini,  ecc.,  cit..  pp.  239-240.  L'autografo  si  conserva 
n^l  Museo  del  Risorgimento  di  Firenze.  A  tergo  di  esso,  di 
pugno    del    Mazzini,    sta    l'indirizzo  :    «  Andrea.  » 

(')  L.  Assing  si  era  proposta  di  tradurre  in  tedesco  una 
parte  degli   Scritti   del   Mazzini. 


f1S(;4|  l'TISTOIAKIO.  10."', 

(lell'Austi'ia  conilo  l'II;ili;i  officiale  e  l'ondaiio  iricvi- 
tahilc   la    liin'ii-a. 

N'ostro   in    ficlla 

(JirSKI'l'K. 

VMMDLXXXIX'. 

A  KitSAKio  l',A(iN.\s('<),  ;i  rsilcniio. 

1  Ldiiilr.i  I,    lo  novenil)ro    [l-^f'-ll- 

Fratello, 

Ebbi   la   vosh-a  del   J". 

y\  ringrazio  ilella  franchezza  ;  è  ciò  che  desidero. 
Ma  non  posso  porre  io  stesso  rimedio  al  male. 
Xon  posso  ributtar  col  silenzio  giovani  di  buone 
intenzioni  che  mi  scrivono.  E  non  potrei  scegliere 
io  stesso  con  un  atto  dittatoriale  iiin  solo  uomo  col 
(piale  corris])onilere  i)er  tutta  l'Isola.  Scegliessi  an- 
che il  migliore,  voi  nel  (juale  Iio  piena  liducia  o 
altri,  darei,  temo,  precisamente  nuova  cagione  a  scis- 
sioni. Importanti  o  no,  esistono  organizzazioni  se- 
grete che  trovandosi  a  un  tratto  eliminate  da  ogni 
(•(Mitatto,  reagire])bero. 

Il  lavoro  (runificazione  è  bensì  urgente;  ma  tocca 
a  voi  altri  deirinterno  di  farlo.  O  è  impossibile 
—  e  allora  gioverà  almeno  alla  propaganda  delle 
idee  ch'io  ripeta  le  stesse  cose  a  quanti  mi  scrivono. 
()  è  ])ossibile  e,  ripeto,  tocca  a  voi  tutti  di  tentarlo, 
a  me  di  ratificarlo.  Fr[iscia]  è  in  Xa])[oli]  e  non  ha 

VMMDLXXXIV.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Rcinia  (fondo  E.  Nathan).  A  tergo 
di  esso,  di  pugno  del  Mazzini,  sta  l'indirizzo:  «  Ros[ario]  B[a- 
gnasco].  » 

Mazzini.  Scritti,  ecc..  voi.  LXXIX  (Epi-stohiiio.  voi.  SLVIII).     13 


104  fa'isToi.Aiao.  [1S(,4| 

(juiiidi  numo  (liii'ttamiMite  liei  I;i\(»ii  dcirisola.  Ma 
v'(*  1111  amico  ^iio.  1{.  clic  non  vorrei  fosse  escluso, 
(^iii,  scpai-ataiiieute;  scrivo  le  idee  {generali  clic  raj)- 
preseiitaiio  il  mio  ilcsiderio.  (M  Fatene  1  uso  clic 
credete  il  migliore. 

(')  La  «  -Nota  dei  liuniii,  »  ohe  si  conserva  imre  autografa 
nel  predetto  ^luseo.  ed  è  la  seguente:  «  È  nei-essario  aiutare 
il  tentativo  ^'enet(^  :  con  sottoscrizioni,  manifestazioni  e  —  se 
il  moto  dura  —  collazione.  Quest  azione  jinò  difficilmente. 
sul  Sud,  compirsi  pi-r  terra  ;  ma  Pisacane  e  altri  hanno  inse- 
gnato modi  da  adottarsi  nel  caso  di  durata.  Avete  coste  e  Va- 
pori che  le  toccano  ;  è  po.ssihile  impadri.nirsene  per  sorpresa, 
porvi  su  nuclei  d'arditi  armati  e  movere  per  l'Adriatico  a 
ricongiungersi    all'insurrezione.    Pensateci. 

«  Ma  intanto  e  dov  anche  il  moto  dovesse  per  ora  .s<»spen- 
dersi.  l'agitazione  e  lo  manifestazioni  sono  urgenti  pj'rché  si 
l)alesi  pili  sempre  l'intenzione  dell'  Italia  non  otiiciale  e  la 
colpevole  opposizione  all'  impresa  p.itria  dell  Italia  officiale. 
Pensate   anche    a    questo. 

«  Bensì,  da  un  fatto  che,  ov'anche  perisse,  dovrà  i>iu  tardi 
nuov.-imente  iniziarsi  e  reclamare  soccorsi  prifiiiì.  i  buoni  de- 
vono dedurre,  pensando  alla  perdita  fatale  di  tempo  che  de- 
riva dalla  mancanza  di  eoncentramento  anteriore,  la  necessità 
suprema    di   (juesto  concentramento. 

«  E  inoltre,  questo  concentramento  diventa  ci  sa  indi.spen- 
sahile  per  chi  scrive.  Infermiccio  e  (>i)prf'sso  da  un  lavoro  mol- 
teplice non  limitato  ali  Italia,  trova  impossibile  il  corrispon- 
dere coi  mdti  buoni  isolatamente.  S'io  potessi  sapere  che. 
corrispondendo  Cf)n  un  sedo  Centro,  esprimo  il  mio  pensiero  a 
tutti  i  buoni  dell'Isola,  potrei  pili  sovente  e.sporre  idee  d'av- 
venire  colla    Stampa    che    gii. va   anche   agli    ignoti. 

«  Invoco  quindi  questo  eoncentramento  per  la  Patria  co- 
mune e  per  me.   È  debito  dei  buoni  di  provvedere. 

«  Le  idee  generali  che  dovrebbero  presiedere  alla  forma- 
zione   di    questo    Centro    sono    le    seguenti  : 

«  Doppio  lavoro  da  continuarsi  e  promoversi  più  sempre  : 
pubblico,  d'agitazione,  di  Stampa,  di  contatto  con  quanti,  anche 
per    vie    diver.se,    amano    sinceramente    il    paese,    d'aiuto    al    la- 


t1S(V4|  KPisroi.AKKP.  VX, 

Il  molo  \'eneto  —  fatto  alTiinpeiisata  da  uomini 
che   sapevano   di   dover   essere   ari*estati   —  ha   (on- 

Voro    (1(>11<>    ('lussi    (ipi'rnio.     iiidust  i-i:ili    e    ii>;i'ic(ilr>  ;       -    sofrrcto. 
<r(trgaiiiz/..izii>iit'. 

«  11  programnia  del  dinniio  lavoro  ilevo  «'sscrc  puhhlicann'iitc 
il  seguente  :  Venezia  —  Konm  —  l'atto  Nazionale  per  mezzo 
d'una  Costituente  raccolta  in  Uoina.  Segi-etamente,  deve  essere 
pili   esplicito:    (rapostolato  repnhlìlicano. 

(1  11  Partito,  accogliendo  e  secondando  ogni  agitazione,  ogni 
moto  che  gnidi,  per  la  via  di  N'enezia  a  Roma  e  a  nn  nuovo 
Pattf»  che  veramente  esprima  la  vita  della  N'azioiu»,  deve  a  nn 
tempo  organizzarsi  in  una  vasta  associazione  repubblicana 
unitaria,  che  si  stenda  per  tutte  le  parti  delTIstìla  e  si  stringa 
in  «'ontatto  con  (piella  che  già  esiste  nell'Italia  Continentale. 
La  Falange  Sacra  ne  è  il  nome;  mi  dov'anche,  jier  l'Isola,  il 
nome  fosse  diverso,  purché  le  nor ne  generali  f(  ssero  ideiiti-. 
che.   non    importerebbe. 

«  I*er  fondare  t)uesto  doppio  la\'oi'o,  i  buoni  che  accettano 
queste  norme  e  rappresentano  tin  d  ora  una  certa  cifra  d'in- 
fluenza o  d'  elementi  ordinati,  compresi  del  dovere  sui)renio 
comune  a  tutti  e  in  nome  anche,  se  oso  dirlo,  del  loro  affetto 
per  me,  d<tvrebbero  riunirsi  in  adunanza  segreta,  dimenticare 
ogni  lieve  cagione  di  dissidio,  porre  in  non  cale  ogni  senso 
d'individualismo,  sentirsi  fratelli  e  sacerdoti  tutti  del  grande 
scopo;  e  costituire  un  Centro  unico  dell'Aiiostolato  e  dell'Asso- 
ciazione. 

«  Con  questo  Centro  io  C(UTÌsponderei  periodicamene  :  a 
questo  (^entro  darei  Istrnziimi  e  bollettini  clandestini  di  quin- 
dici in  quindici  giorni  :  a  questo  Centro  darei  contatto  col- 
I  Associazione  Continentale. 

«  Fate  questo  e  avrete  bene  maritato  dell'Italia.  Scrii  do- 
veri incombono  al  nostro  Partito,  al  Partito  dell'Avvenire. 
Divi.si,  gelosi  Tun  dellaltro.  smembrati  in  cento  piccole  fra- 
zioni, ntii  non  faremo  che  agitazioni  e  proteste.  È  parte  in- 
degna di  noi.  X(  i  abbiamo  nome  Rivoluzione.  E  i  Siciliani 
più  ch'altri  sono  avvezzi  a   intendere  il  valore  di  qu(>lla   iKirola. 

«  10  novembre. 

Vostro  fratello 

Gius.  Mazzini.  » 


l(((i  KPIKTOI.AUK».  I1S('»4| 

(IO  l;i  snhiliiiuMlA,  la  stajiioiie,  rAustriaco,  il  nostro 
(ìovcriio.  Teulianio  .-liutarlo;  ma  <jì\  ostacoli  ri-a[)j»osti 
soiK)  inliiiiti.  iJisognu  a^uitarc  a  suo  prò'  per  far 
ricathMc,  (lo\  ■aiiclic  non  si  riusi  i;;s(\  l'odiosità  del 
l'opposizione  sul  (Joverno.  VI  inlanto,  j>ensare  a  or- 
dinarsi pei-  Taweiiire. 

Amatemi.  x'     ^  •  e     <   n 

\  ostro  amico  e  liatello 

(lirsKri'K. 

VMMLXXW. 

To    ('Aiiii|,ix\K    Riiic.s.    r.jirdcii. 

[T.oikIiiii,   iiovciulx'r  Hth,  IMUI.   Siitnrdiiy. 

Dear  Caroline, 

Here  is  the  note:  Itut  I  liavi-  not  the  a<ldress 
whidi  is  somewhere  St.  Jolin's  Wood.  The  Stans- 
felds  Inive  it  ;  'uit  I  do  not  see  them  this  evening: 
and  von  have  lime  to  ask  then.i  vourself:  or  vou 
may  it"  yon  come  to  town  l'oi-  the  purpose;  oi-  1  slialì 
send   it  on   Monda}'. 

Sabato. 
Cava  Carolina. 

Efco  la  letterina  :  ma  non  so  l'indii-izzo  :  è  nei  pa- 
raggi di  St.  John's  Wood.  Gli  Stansfeld  lo  sanno  :  ma  i<i 
non  li  vedo  qnesta  sera  ;  e  voi  avete  tempo  di  chiederl<j 
direttamente  a  loro  :  oppnre  potete  averlo  se  venite  per  questo 
in  città  :  oppnre  lo  manderò  io  lunedi. 

VMMDLXXXV.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
Museo  ilei    Kisorgimentii   ili    Roma    (fondo   E.   Natlian).   Xmi    1ì;i  m 

indirizzo.  La  data  vi  fu  apposta  da   ('.   Riggs. 


I  1S(;I  I  hl'ISI'dl  AKK».  l'-IT 

M'hy  liiiiil  yoiirsolf  to  your  .Miiniina's  saliitatioiis 
jind   noi   say  oiic  word  about  ber  liealtli? 
Tu  a  Imn-y,  but  ever 

a  ff ed  iona  tely  y ou rs 

.lOSEPH. 

l'erché  liuiilarvi  a  nunulare  i  saluti  della  vostra   Maiu- 
lua  e  non  diro  una  parola  della  sua  salute? 
In  fretta,  ma  sempre 

aftettluosamente  vostro 
Giuseppe. 


VMMDLXXXVr. 

A  Giacinto  Bruzzesi,  a  Londra. 

[Londra,   11   noveml)re  1804],  subbato. 

Caro  Bruzzesi, 

Sta  bene  delle  lettere.  Tolazzi  si  sostiene.  ]\[a 
s'egli  e  gli  altri  sono  abbandonati,  cadranno.  Era 
necessario  un  incremento  a  ogni  patto.  Ora  Bezzi  e 
Guerzoni  stavano  per  passare  col  nucleo  quando 
giunse  un  ordine  scritto  di  Cairoti  di  sospendere, 
(hierzoni  cedette.  1  Comitati  di  Brescia  e  di  Milano 
sono  irritatissimi.  Parlano  di  coiitatto  del  Comitato 
con  Lanza',  etc.  Non  entro  in  questo  perché  non  ho 

VM:MDLXXXVL  —  inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
IMuseo  del  Kisorginientu  di  Koma.  È  in  una  busta  che,  d- 
pugiu)  del  Mazzini,  ha  l'indirizzo  :  «  Col.  Bruzzesi.  12.  Finsbur.v 
Pavement.  E.  C.  «  La  data  si  ricava   dal  timbro  postale. 


1!IS  l-l'ISTOI  Alilo.  I  ISC,  I  I 

(l;iti  siiriiciciili.  M;i  so  clic  volici  ('jiiroli  :i  l'i-esciii, 
non   .1    Torino.   (M 

Se  non  e  aiiitjito-.  il  moto  cade  e  il  ^'cllcto  non 
avrà  che  la^naii.^e  e  sarà  ])er<luto  per  noi. 

Se   avessi    mezzi    in    mia    mano   sarei    «iià    andato. 


(*)  Nelle  sue  Memorie,  E.  Bezzi,  scrive  a  questo  proposito: 
«  Alla  fine  d'ottobre,  io  e  Guerzoiii.  secondo  le  intelligenze 
pret>e.  eravamo  a  .Brescia,  studia !ido  il  modo  più  spedito 
d  invadere  il  Trentino.  L'amico  Antonio  Frigerio  mise  a  no- 
stra disposizione  la  sua  casa,  che  i;er  15  giorni  fu  il  centro 
dove  s'andava  organizzando  la  spedizione.  Arrivarono  alla 
spicciolata  molti  giovani  trentini,  veneti  e  lombardi,  che  ven- 
nero distriliuiti  in  diversi  luoghi  nelle  vicinanze  di  Brescia  e 
nella  littà  stessa.  Giuseppe  Facchini,  operaio  bresciano,  e 
Carlo  Tortiua,  agente  di  una  casa  di  connnen-io.  furono  inca- 
ricati di  reclutare  quanti  giovani  loro  concittadini  desidera- 
vano prender  parte  alla  spedizione.  Que"  due  giovani  ardenti 
furono  l'anima,  in  Brescia,  di  quel  lavoro  insieme  col  Frigerio 
e  con  Giacomo  Pievani. 

«  Il  Comitato  d'Azione  aveva  dato  al  Guerzoni  mezzi  pecu- 
niari e  carta  bianca  ;  e  ^lazzini.  per  mano  del  capitano  Wolff, 
mi  aveva  spedito  sei  mila  lire,  con  ordine  che  quella  somma 
si  conservasse  come  fondo  di  riserva  e  non  fosse  applicata  ai 
preparativi,  ma  adoperata  a  far  fronte  ai  primi  bisogni  della 
colonna,  entrata  che  fosse  nel  Trentino.  Coi  fondi  sommini- 
strati dal  Comitato  d'Azione  si  comperarono  altre  partite  di 
fucili,  prestandosi  all'  uopo  i  fratelli  Glisenti,  fabbricatori 
d'armi  in  Brescia,  patrioti  sempre  generosi  ogni  qualvolta  si 
ti-attava  della  liberazione  d'Italia. 

«  Ai  primi  di  novembre  tutto  era  pronto  per  la  spedizione. 
Ma  all'ultim'ora.  il  Guerzoni.  non  so  se  per  ordini  ricevuti 
dal  Comitato  Centrale,  dichiarò  ch'egli,  prima  di  agire  o  per- 
mettere che  la  spedizione  si  facesse,  era  in  obbligo  di  andare 
a  Torino  per  intendersi  col  Comitato.  Non  valse  l'osservare 
che,  ritardando  ancora,  il  moto  del  Friuli  cesserebbe,  che  la 
polizia  poteva  aver  sentore  dei  nostri  preparativi,  che  l'in- 
veruo  imminente  avrebbe  resa  sempre  più  malagevole  una 
spedizione   sui    monti    del    Trentino.    Egli    non    mutò   proposito 


I  |S(,1  1  KPIS'IOl.AKK).  1!H» 

Mi!  chi'  ('(ts;!  posso  suji^ei'ii-t'  (iiiiiiido  non  posso  oT- 
fiii-e  i   modi  di   '(-jilizzare? 

II  moto  cadr'iido.  nvrcmo  scissura  com[»li'ta  nel 
l'artito  (rAziouo.  Camminiamo  airauai-cliia.  Lo  dico 
con  doloit'  })i-ofondo,  ma  lo  vedo  inevitabile. 

A'ostro  sempre 
Giuseppe. 

e  parti,  lo  intanto  misi  a  profitto  «pn'l  tempo,  e  con  guido, 
per  i  monti,  mi  portai  a  Bagolino  per  conoscere  le  strade  e 
intendermi  col  Guarnieri.  Di  ritorno  a  Brescia  trovai  il  Giier- 
zoni.  il  quale  mi  disse  chiaro  che  la  spedizione  non  s"avea 
da  far  più.  perché  il  Lanza.  allora  ministro  deirinterno,  avea 
dichiarato  al  Caircli  che  il  Governo  reprimerebbe  qualunque 
moto,  anche  con  la  forza.  Lascio  immaginare  le  ire  e  le  pro- 
teste di  tanti  giovani,  ivi  convenuti,  e  in  attesa  da  più  giorni 
di  una  spedizione  nella  quale  aveano  posto  tutto  il  loro  cuore. 
Ma   il   Guerzoni  non  si   curò  delle  loro  querele  e   rimase  fermo. 

«  Allora  fu  stabilito  che  io  andassi  a  Milano  e  m'abboc- 
cassi Ccn  gli  amici  per  decidere  il  da  farsi.  Accettai.  Si  tenne 
ua'adunanza  in  casa  di  un  egregio  patriota,  Antonio  Casanova, 
e  fu  dato  incarico  a  me  e  ad  Aurelio  Bellisomi  di  recarsi  a 
Torino    dal    Cairoli,    presidemte    del    Comitato    Centrale. 

«  Partimmo,  e  trovai  il  Cairoli.  lo  investii  dicendogli 
.  ch'era  delitto  l'abbandonare  a  quel  modo  i  nostri  amici  del 
Friuli,  gli  rammentai  le  promesse  fatte  al  Cella,  la  chiamata 
in  Brescia  di  tanti  giovani  anelanti  all'azione,  i  patrioti  incar- 
cerati dall'Austria,  la  fede  data  agl'insorti  di  accorrere  in 
loro  aiuto.  Benedetto  incominciò  a  gridare,  ad  appellare  a"  suoi 
morti,  protestando  che  ora  la  spedizione  era  intempestiva,  e 
ch'egli  in  coscienza  non  poteva  permetterla.  Dichiarai  ch'io 
avea  dato  la  mia  parola  d'onore  al  Cella  ;  che  non  avevo  mai 
mancato  alla  mia  parola  e  che  intendevo  di  tentare  ad  ogni 
modo  l'impresa,  assumendone  tutta  la  responsabilità.  E  cosi 
me   ne   ritornai   solo   a   Brescia. 

«  La  scarsezza  dei  mezzi,  la  tarda  stagione,  l'atteggia- 
mento ostile  del  Governo  italiano  spiegano  l'opposizione  del 
Cairoli  e  de'  suoi  colleghi  ad  un  disegno  ch'essi  avevano  pocfi 
dianzi  approvato.»  G..Locatelli-Milesi,  op.  cit.,  pp.   135-137, 


lìOO  l'ii'isroi.AitM).  [IMltl 

VMMDLXXW  11. 
A  Madame  Mabib  D'Agoult,  ù    l'aiis. 

I  l,()ll(ll-cs  |.     12    lloMMllhic     ||N(>1|. 

Madame  et  amie, 

Je  11 'ai  lerii  due  fort  tard  le  iinméio  de  novem- 
bre. J'ai  hi  de  suite  vos  pages.  Elles  sont  belles  et 
vi-aies.  Sur  ce  terraiu  là  nous  commuuious  presque 
sans  réserve.  J'auiais  bien  quel<|ue  chcse  encore  ;\ 
dire  sur  le  catliolicisme  de  Dante  et  sur  les  lignes 
de  la  page  20(5  qui  mettent  sur  la  méme  ligne  sa 
foi  dans  la  ])uri!icatioii  du  péclié  par  la  vertu  de 
l'expiatioii  —  qui  est  la  eroyaiite  chrétienne  et  la 
nutre  —  et  sa  foi  dans  la  vertu  de  la  confession. 
Est-ce  de  la  confession,  aveu  du  péché  à  soi-meme 
et  aux  honimes,  (jii'il  s'agit?  C'es^t  alors  le  ])remiei' 
degré  de  l'expiation;  et  il  est  à  nous.  à  la  morale, 
à  la  philosopliie  aussi  bien  qu'au  Christianisme. 
Est-ce  de  la  confession  telle  que  le  catholicisme 
nous  Ta  donnée  ea  en  rétrécissant  la  salute  et  noble 
portée  et  l'enfermaut  dans  Foreille  d'un  prétre  qui 
jure  le  silence?  De  cette  confession  (pii  ne  volt  que 
le  pécheur  et  un  individu  repréì^entant  Dieu,  je  ne 

VMMDLXXXYII.  —  Pubbl.  in  G.  Mazzini.  Leitres  à  D. 
Steru,  ecc..  cit.  pp.  49-53.  L'autografo  si  conserva  nel  IMuseo  del 
Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Xathan).  È  in  una  busta  che, 
di  mano  ignota,  ha  l'indirizzo  :  «  Madame  d'Agoult.  11.  Rue 
de  Presbourg.  Paris.  »  La  data  si  completa  col  timbro  po- 
stale. 


llSdll  KI'ISIOI.AUK).  201 

Irouve  piis  l.i  moi'.Klre  Irace  daiis  l:i  Ini  du  poète. 
Et  (lUMiil  ;ì  l'iiiI'Tcession  des  suiiits,  m'appelleriez- 
vous  catholiiim»^  si  je  vous  disais  (pren  un  certai'? 
seiis  j  V  crois  moi-aiissi?  Je  cii  is  ;\  un  lien  entre 
les  vivans  et  les  niorts;  à  une  infiuence  morale  pouv 
le  bien  sur  nous,  si  nous  aimoiis  ))ar  delà  le  tom- 
beau,  de  la  i)art  de  ceux  qui  sont  morts  en  nous  ai- 
mant,  C'est  le  lien  l'unite  de  la  Vie  dans  ses  pliases; 
et  c'est  i)robablement  la  première  récompense  de  ceux 
([ui  ont  ^ardé  leur  amour  jusqu'nu  dernier  jour,  et 
la  i)reniière  jiarautie  de  leur  proi^rès.  Je  ne  serais 
point  du  tout  étonné  que  Dante  —  (pii  se  fait  sauver 
non  ]ìas  précisément  par  la  Vierge,  mais  par  Bea- 
trice —  n'eiit  eu  ({uelques  idées  ])areilles.  Mais  vous 
avez  su  si  bien  (empérer  votre  idée  avec  ce  que  vous. 
dites  sur  tous  Jes  élémens  bétérodoxes  qui  se  croi- 
saient  alors  avec  l'ortbodoxie.  que  je  n'ai  pas  le 
courage  d'insister  sur  cela.  J'approuve,  et  je  suis 
beureux  de  votre  !  ravail.  Seulement.  je  vous  en  prie, 
donnez-nous,  si  votre  cadre  le  permet  une  ou  deux 
pages  sur  Dante  penseur  et  pére  de  l'Unite  Na- 
tionale.  Quant  au  poéte,  je  n'ai  rien  à  vous  sug- 
gérer  :  rien  de  plus  fìnement  esthétique  que  votre 
analyse. 

Maintenant,  une  ou  deux  remarques  de  pédant. 
Le  «  f/iusti  son  •'hie.  ma  non  si  sono  intesi  »  n'exi- 
ste  pas;  et  n'aurait  rien  de  commun  avec  le  sens 
grammatical  et  le  style  de  Dante.  C'est  «  non  vi 
sono  intesi  »  qn'on  lit  dans  tous  les  textes  d'une 
certa  in  valeur. 

L'explication  donnée  au  titre  Commedia  peut  diffi- 
cilement  se  soutenir:  je  parie  de  la  seconde.  Dante 
ne  savait  pas  le  grec.  La  lettre  qui  contient  cette 
dérivation  est  trés  suspecte;  et  quant  à  moi,  je  ne 


( 

'202  KI'ISTOI.AKM).  |1!s'(!ll 

le  (Tois  i»;is  ;in;]i('iiti(|n('.  Il  (l(»il  nu'iiK'  y  Jivoii-  un 
l)assaj;t'  (ini  parie  «le  Daulc  coinme  d'un  tiers.  Je  ne 
l'ai  ])as  clicz  'noi.  Dante  donne  (iiiehiue  part  dar-s 
soli  livre  J>('  riilf/ari  clofiiiio  une  dil'férence  entre  la 
tragèdie  et  la  coniédie  fondée  sur  le  style  (pi'on 
adopte  dans  les  denx.  J'ai  un  doute  histori<iue  sur 
raiìjiellatif  Caiir  (ìnunìe  qui,  s'il  était  fonde,  serait 
un  ar^ument  de  i)lus  oontre  l'authenticité  de  la 
lettre.  (M  -le  crois  oue  Cane  della  ^caì<f,  le  veltro  n'a 
jamais  été  api)elé  draìide:  mais  que  c'est  un  de  ses 
successeurs  (|ui  a  eu  ce  titre.  Seulement.  je  n'ai,  ni 
moyens^  ni  loisir  lìour  véritier  tout  cela. 

Après  tous,  <-es  remarques  et  d'autres  qu'on  pouv- 
rait  peut  .étre  faire,  sont  insijjnifiantes.  Ce  qui  ini 
])orte  (-'est  (Varn-tir,  comme  voiis  le  dites  si  bien, 
et  de  convertir  les  lecteurs  de  Dante.  Votre  travail 
le  fait;  et  moi,  j'aijoute  mes  remercimens  à  ceux  qui 
vous  viendront  nombreux  d'autre  part. 

Vous  avez,  je  crois,  le  Dante  de  Foscolo.  Avez- 
vous  devine  que  les  quelques  pa^es  signées  «  un 
Italiano»   sont   de  moi? 

Adieu,  Madame,  amie  .et  su'ur  en  Dante.  Tout 
en  vous  écrivant  ces  pédanteries,  je  songe,  le  cceur 
navré,  à  ce  pauvr?  Tolazzi  couvert  de  blessures  re 
(;ues  dans  le  Sud  et  (jui  maintient  ses  deux  ban- 
des  sur  deux  ou  trois  pieds  de  neige  dans  notre 
Friuli. 

A  vous  de  ca?ur 

JOSKPH. 


(')    Molto    si    è    disputato    prò'    e    contri»    rauteiUicità    <ii 
questa  lett. 


lisci 


KIMSroI.AIUO. 


20;! 


VMMDLXXXMll. 

T(>  OaBOLINE   B1CÌG8,    IJlU'tU'll. 

I  liOiuloii,   Xovi'iiilìt'r  Htli,   l.S()4J.   Al(»ii(l;iy. 

Dear  T'ai oline, 

Mas.soifs  adflri^xs  is; 

2  Newton  Mllas.  Finelilv  New  Koad.  N.  W. 

1  liear  tliat  voni-  Mamma's  accounts  are  not  good 
to  day.     Ah  me! 
Ever 

a  ft'ec  lionate 
Joseph. 


Lunedi. 
Cara  Carolina, 

I/indirizzo   eli    Masson    è  : 

2.  Newton  Villas.  Fincliley  New  Road.  N.  W. 

Sento  elle  le  notizie  della  vostra  Mamma  non  sono  buone 
oggi.  Ahimè  ! 
Sempre 

affezionato 
Giuseppe. 


VMMDLXXXVlll.  —  Inedita.  I.'autogiafo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Ruma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha 
indirizzo.    La   data    vi    fu   apposta    da    C.    Biggs. 


•J(H  Kl'ISIOl.AKHI.  IISIIII 

VMMDLXXXIX. 

To  Caroline  Bigok,  Biirdcii. 

[Loiuloii,  Novoinber  14lh.   1S(»4|-  Moiidiiy   night. 

Dear  Caio] ine, 

Thaiiks  lov  yimv  note  and  for  l'io  enclosed  :  it 
WMs   for   me. 

Ves:  I  lieai-  every  day  of  youi-  motlier:  and  liope 
to  lieai-  ol"  a  little  move  im])rovement.  T  shall  write 
then    to   her. 

If  you  can  send  the  pampliki,  cto.  I  shall  he 
grateful.  I  cannot  understand  why  they  carne  to 
you  or  to  Orme  Square  The  papers  were  coming 
regulaily  to  me  here. 

Love  to  your  dear  ^Mamma  and  to  Ashurst.    Ever 

affectionatelv  yours 
Joseph. 

Lunedi  notte. 
Cara  Carolina, 

tiruzie  della  vostra  lettera  e  della  acchiu.'^a  :  era  per  me. 

Si  :  ho  notizie  di  vostra  madre  ogni  giorno  :  e  spero  di 
sentire  che  il  miglioramento  progredisca.  Allora  le  scriverò. 

Se  potete,  speditemi  l'opuscolo,  ecc.  ve  ne  sarò  grato. 
Non  riesco  a  capire  perché  sono  giunti  a  voi  o  a  Orme 
Siiuare.  I  giornali  mi  arrivano  regolarmente  qui. 

Cose  affettuose  alla  vostra  cara   Mamma  e  ad  Asliurst. 

Sempre  affettiiosameiite  vostro 

Giuseppe. 

v:\I]\IDLXXXIX.  —  Inedita.  L'autografo  .si  conserva  nel 
:\Iuseo  del  Risorgimento  di  Roma  (fi  ndo  E.  Nathan).  Non  La 
indirizzo.  la  data  vi  fu  apposta  da  C.  Biggs. 


(ISini  ll'ISrOI  AKKt.  20.' 

VALMDXC. 

A  >r.u{i()  Ai.itisio  Sammii'o.  :i  Tcnaiiovii. 

I  Ijiiiidr;!  I      1  1^    iiiiSf'iiiliic    I  1  >(■'  I  I . 

Fv.xUAU), 

Kl)bi   la  vostra  .lei  '20. 

Eccovi  j  biglietti  l'ichiesti.  hueito  se  i  (juattio 
nomi  ne  roi-m.isseio  un  solo  o  due,  lio  agjiiunlo  un 
l)ii;l ietto  che  disti-uggerete  se  inutile. 

Io  ])Ui-e  sono  amico  a  (^airoli  che  stimo  assai.  Ciò 
nondimeno  ei  non  è  solo  nel  C(,-mitato  Centrale  e 
soggiace  mercè  alcuni  tra  «[uei  colleghi  e  la  natura- 
arrendevole  e  il  soggiorno  a  Toi-ino,  a  iniiuenze  dan- 
nose. Oggi  a]>i)Uii(o,  mentre  si  tratta  d'appoggiaì-e 
gli  insorti  del  Friuli  con  oi)era7aoui  ardite  e  che  non 
<lovrebbero  calcolarsi  sulla  loro  importanza  intrin- 
seca, ma  suirefferto  morale  da  prodursi  sui  ^'eneti, 
egli  inceppa  dise;gni  che  gioverebbero.  E  d'altra 
|>arte  è  impossibile  seguire  l'impulso  di  due  cents'i 
collocati  a  'distanza.  Bisogna  scegliere.  In  ogni  c<»sa 
che  riguardi  l'agitazione  pubblica  e  che  non  con- 
tradica alle  norme  accettate,  voi  mostrerete  l'unità 
morale  del  l'artito,  secondando  fraternamente  gli 
atti,  se  ne  faranno,  del  Comitato  Centrale.  Ma  per 
tutto  ciò  che  riguarda  l'ordinamento  segreto,  il  rac- 
coglieie  offerte  per  l'azione,  e  l'apostolato  repubbli- 
cano, v'intenderete,  voi  e  gli  amici,  con  me;  la  via 

^MMDXC.  —  Pnl)hl.  da  E.  renio,  nella  Rivisia  dlfalia 
del  settembre  1907,  (luindi  da  (ì.  Firetto,  nella  Nuora  Anlo- 
ÌOfiin    del    1"    luglio    liti 4. 


2(i(!  t-iprsroi.Arjio.  (1S(;4| 

(li  LujiiiUioJ  e  (iiU'lhi  di  (Jciiova  son  buone  ìiiiiìk'iIuc. 
l't'i-  (|iu*st'ultimii  (loMcstc  iiiaiidare  a  raleinio  tanto 
(ile  11  asiiK't  ((.'ss(M*o  per  N'aitoi-c  conio  sanno  le  vo- 
shc  :i(l  Anioiiio  Mosto  in  (JcMiova.  Le  avrò  sollecite. 

il  problema  die  dobbiamo  sciogliere  è  (jnesto: 
die  nessun  nomo  del  Partito  sia  inutile;  che  nessun 
nomo  del  l'aitilo  non  contribuisca,  non  fosse  che  di 
pochi  centesimi  mensili,  alla  formazione  della  Cassa; 
che  nessun  nomo  del  l'.irlito  rimanjja  iiiaccessil)ile 
alPApostolalo,  i)arlato  o  scritto,  della  nostra  fede. 
È  problema  d'iniijanizzazione.  I]  bisof>na  scioj»lierlo 
unardando.  non  solamente  alle  importanti,  ma  alle 
pili  piccole  località;  non  racchiudessero  che  un  uomo 
nostro. 

Addio:   liliale  in  me;  lido  in  voi. 

Vostro 
Giuseppe. 


v:mmi)xci 

A  Felice  Dagmno,  a  Genova. 

[LniKlral,   IT)  nnvonil.rp    [lSr,41. 

Fratello, 

Ebbi  la  vostra  del  10  novembre.  Ebbi  pure  final- 
mente la  scatola  ;  i  canditi  avevano,  pel  troppo 
temjx)  trascorso,  perduto  un  po'  del  loro  valore;  ma 
l'injirazio  voi  e  gli  amici  sommamente  della  bella 
c]-avatta  die  ])ortei'ò  (pianto  più  lungamente  potrò 
a    ricordo   vostro. 

VilMDXCI.   —   Inedita.  L'autografo   si   oonspiva    nell'Isti- 
tuto   Mazziniano    di    Genova.    Non    ha    indirizzo. 


[1S(Ì4|  P.PISTOI.AKIO,  2(>« 

Xiilla  ebbi  (la  Savi.  Ijiiioio  i  iniitauiouti  latli 
all'Atto.  E  ignoro  come  il  Consiglio  Centrale  intenda 
operare.  Dove  si  raccoglieranno?  che  sorta  d'uomo 
è  Tavassi?  Come  Tarn  io  per  corrisjiondere,  con- 
sigliare. |)roi)orre?  Considero  (jnel  lavoio  come  im- 
lK)rtantissimo;  ma  temo  che  nella  pratica  si  ridurrà 
a  poco. 

Il  Consiglio  (\Mitrale  è  radicalmente  guasto  da 
influenze  esterne^  e  incepjKi  l'azione  che  bisognerebbe 
promovere  nei  modi  i  ]»in  arditi  e  più  celeri.  Le 
<liftìcoltà  per  gli  aiuti  sono  gravi:  ma  la  linea  è 
lunga  assai;  e  se  vi  fosse  vero  ardore  negli  Italiani, 
non  sarebbe  dilticile  a  i)iccolissimi  nuclei  di  traver- 
sarla. Non  dirò  che  resem])io  della  S])agna  nel  ISOS 
contro  i  Francesi,  ma  quello  che  ci  ])oi-goin)  i  ma- 
snadieri, e'  insegnano  come  un  piccolissimo  nucleo' 
])ossa  maneggiaisi.  E  i  ]>icc()lissimi  nuclei  potreb- 
bero ricongiungersi  insieme  al  di  là.  Non  importa 
rin]j>ortanza  di  ciascuna  oi^erazione,  che  nella  guerra 
di  bande  è  nulla:  imi)orta  1' effetto  morale:  importa 


(')  Franoesfo  Tavassi,  presidtMite  (lolle  società  operaie  di 
Napoli,  presiedette  l'XI  Congresso  tenuto  in  lineila  città.  Fin 
dalla  prima  adunanza  tenne  un  contegno  ambiguo.  Ved.  il 
Popolo  fVliaìin  del  2S  ottobre  18r>4.  E  su  tutte  le  discussioni 
avvenute  nel  Congresso,  ved.  X.  Rossei-Li.  Mazzini  e  Bakii- 
niii.  ecc..  cit.,  pp.  121-125.  L'.4//o  tli  Fratellanza  delle  Società 
Operaie  Italiane  fu  discusso  e  approvato  nell'adunanza  del 
27  ottobre.  Ved.  il  testo  nel  Popolo  (Vlfalia  del  .31  otto- 
bre 1.S04.  Il  Rosselli  osservava  al  riguardo:  «Mazzini  anc(  ra 
una  volta  si  rallegrò  moltissimo.  L,'Atto  di  Fratellanza  votato 
a  Napoli  non  era  parola  per  parola  quello  da  lui  proposto. 
Ma,  insomma,  n<in  conteneva  nulla  cb'egli  non  potesse  appro- 
vare :  l'unione  di  tutti  gli  operai  italiani  in  un  unico  fascio, 
possibilmente  devoto  a  lui.  gli  pareva  cosa  imminente.  »  Id.. 
p.   125;    e  la    nota   2.    nel    voi.    LXXYIII.    p.   205. 


20S  l'TIKTOLARK).  flSMI 

clic  i  N'elicti  si  sciiImik)  .liiitiili:  iiiipoilu  clic  anmciili 
ragitazioiic  :il  (li  (ina  e  al  di  là:  iiiiporta  che  (|iia 
t»  là  si  in<)ltii)lichin(),  anche  su  piccolissime  dimen- 
sioni.    i    nuclei. 

Iiileiidclcvi  con  Antonio  .Mosto]  e  insistete  ])er- 
ché  sMilili/zi  in  <|ualche  modo  la  Itiiona  volontà.  K 
iiileiid('tc\  i  col  Comitato  Milanese,  tacendo  capo  al- 
Vl  iiilò.  .Mi  (hiole  che  i  l'ondi  raccolti  in  (Jen[ovji] 
dal  MnriiiKiilo  \adano  al  Comitato  ('entrale,  invece 
(T  andaic  a  .Mil  aiio|.  Saranno  inutili.  Del  resto, 
della  Palanfic  eie.  scriverò  al  Comitato  tra  poco. 
Il  Comitato  Centrale  do\i-ehl>e  curare  subito  la  stam- 
pa e  litojii-alia  clandestina  della  Circolare  che  man- 
<lai,  perché  si  distribuisse  alle  diverse  Sezioni  senza 
j^raiMÌe  induiiio.  Io  jiui-e  dovrei  averne  ti-e  o  (juattro 
copie. 

\'ostro  sempre,  in  fretta, 

fJl.l'SKl'l'K. 


VMMDXCMT. 

A  Saverio  Frtscia,  a  Napoli. 

[Londrii],  10  novembre    [1^04]. 
Fratello, 

Ebbi  la  vostra  del  9  coH'accliinsa  dell'I  1  set- 
tembre e  (luella  del  Direttorio.  Acchiudo  la  risposta. 
1]  nondimeno,  dovrebbe  procacciarsi  un  buon  indi- 
rizzo in  Pai  [ermo]  per  ogni  caso  possibile  d'assenza 

V^IMDXCII.  —  Inedita.  L'autografo  si  con.'jcrva  nel  Museo 
del  Ris(  rgiraenti)  <ii  Roma.  A  tergo  di  essf).  di  pugno  de]  Maz- 
zini,   sta    l'indirizzo  :    «  Saverio    Friseia.  » 


[18041  KPI.S'K)I,AKIO.  2()f> 

vostra  o  ili  malattia.  Ogni  contatto  dovrebbe  sempre 
avere  un  mezzo  (lop])io. 

J)i  ('Ili  parlavate  accennando  a  un  artista  non  ita- 
liano incaricato  mio  in  «piel  cessato  maneggio?  se 
(i"un  IJulewski,  hanno  torto.  Lo  conosco  da  '20  anni: 
compi  missioni  pericolose  e  so  che  posso   fidarmi. 

Scrissi  tempo  aildietio  le  mie  vedute  a  M lieti 
del  Popolo  (V  Ititlin,  ('j  commettendogli  di  riunire  i 
migliori  amici,  tra  i  (piali  io  aveva  indicato  Nic[ote- 
ra]  — comunicarle  —  e  darmi  l'avviso  loro.  Non  ebbi 
sillaba.  E  (pianto  a  ]S'ic[otera],  temo  di  non  avere 
oggimai  potere  per  ridurlo  a  fare  ciò  ch'ei  dovrebbe. 

K[osario]  B[agnasc()]  m"  ha  proposto  la  forma- 
zione d'un  Centro  per  la  Sic[ilia].  Costretto  io  pure 
a  diminuire  la  corrispondenza  con  individui  delia 
provincia,  dissi  che  il  pensiero  era  buono,  ma  che 
non  mi  spettava  di  sciogliere  il  problema  :  toccava 
ai  Siciliani  stessi.  Raccogliessero  gli  uomini  d(dlo 
diverse  frazioni;  e  se  accettavano  le  mie  vedute  d'ii- 
l>ostolato  e  d'ordinamento  repubblicano  formassero 
il  Comitato.  Accetterei  il  concentramento  e  il  con- 
tatto. Xel  mio  concetto,  i  delegati  di  frazione  già  or- 
dinate come  la  Vito  Nuora  continuerebbero  il  loro 
lavoro  tal  (piale;  e  soltanto  lo  rapj)resenterebbero  nel 
C'omitato  come  Sezione  del  grande  esercito.  Probabil- 
mente, nulla  si  farà.  Ma  ho  voluto  parlarvene  perché 
sappiate  l'intento  mio. 

Fo  e  facciamo  quanto  è  possibile  per  aiutare  il 
^'en[eto].  Ma  gli  uomini  d'azione,  appunto  come 
Nic[otera],  dovrebbero  essere  frementi  per  lavorare 
all'  intento   con    me,    invece   di  tormentarsi   per   di- 

(')    Carlo    Mileti.    patriota    calabrese,    nel    1863    aveva    as- 
sunto  la    direzione   del    Popolo    d'Italia. 

Mazzini,  Scritti,  ecc.,  voi.  LXXIX  (Epistolario,  voi.  XLVIII).      U 


210  KIMSIOl.AHK».  flSr.41 

scutero  se  ("in^iiUKio  dì  ciisji  si  cjnisia  di  sistema. 
Il  Coinilato  Centrale  pi'esie<lut<)  da  (\-tir|()li],  hnoiiis- 
siiiio,  è  dominato  da  inflneiize  clic  iiicci)|)aiio,  invece 
d' aintarla,  l'azione.  K  iistanto  la  pili  j^ran  parte 
dei  l'ondi  raccolti  vanno  a  (jnel  Comitato.  Il  vero 
Comitato  d'Azione  è  in  iMil[ano]  e  sarebbe  necess;n-io 
tar  coìiverfi^ere  in  esso  elementi  e  lissorse. 
Addio   ])0V  Ola. 

Vostro  sempre 

fil.USF^rPK. 


VMMDXCIII. 

A  Saba  Nathan,  a  lAigano. 

I  Londr.-i].    1"   novcnihrc    [1804]. 

Amica 

Ho  le  vostre  sino  a  qnella  del  12  coiraccliiusa. 
A^do  del  Concerto:  Dio  benedica  voi,  Giannetta, 
Ernesto.  Fate  benissimo  a  lasciare  la  metà  ai  poveii 
di  Lng[ano].  Clii  è  Pollini?  È  qnel  giovine  ch'io  udii 
suonare  in  casa  dell'amico?  Einoraziatelo  dal  prò 
fondo  del  core  per  me. 

Vedo  le  notizie;  ma  non  ho  ancora  avviso  se 
l'amico  ivi  riescisse  nel  suo  disegno.  Lo  aspetto  an- 
sioso, perché  può  influire  anche  su  me.  Mi  sono  deciso 
a  raccogliere,  qui  pure  tra  pochi  amici  e  ho  scritto 
già  a  due.  Pubblicamente  è  finora  imjDOSsibile.  I  gior- 


VMMDXCIII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  ne] 
Museo  del  Risorgimento  di  R»  ma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha 
indirizzo. 


[18041  EPISTOI.AKIO.  211 

naii  inglesi  non  occupjindo.si  del  moto,  nessuno  gli 
«là  importanza.  Se  andrà  innanzi  e  crescendo,  si 
potrà  :  oggi  soltanto  i  quattro  o  cinque  che  m'amano 
possono  lasciarsi  indurre  anche  stringendosi  nelle 
spalle.  \'i  confesso  che  mi  pesa  chiedere,  invece  di 
lasciare  corso  alle  cose;  l'aiuto  dovrebbe  venir  d'I- 
talia. Intanto,  in  Napoli  sette  e  più  giorni  di  sot- 
toscrizioni non  hanno  ancora  raggiunto  mille  fran- 
chi; e  in  M  il  [ano]  pure,  benché  un  po'  più,  cosa 
s'è  fatto?  (^j  Son  momenti  questi  nei  quali  alcune 
donne  come  la  Mantegazza,  la  Cairoli,  etc,  e  alcuni 
uomini  dovrebbero  andare  d'uscio  in  uscio,  di  bot- 
tega in  bottega,  chiedendo  l'obolo  pei  Veneti  insorti. 
Darebbero  al  C[omitato]  C [entrale],  lo  so;  ma  quan- 
do ricevessero  larghe  somme,  anche  C[airoli]  e  gli 
altri  farebbero  qualche  cosa.  Ho  scritto  a  C[airoli]  — 
a  Men[otti]  —  a  quanti  possono  essere  utili.  Il  moto 
è  a  contrattempo  e  ha  tutto  contro.  Nondimeno,  se 
aiutato  rapidamente  e  arditamente,  potrebbe  trasci- 
nare, come  quello  di  8[icilia],  conseguenze  gravi. 
Quanto  riesce  a  voi  individualmente  di  raccogliere, 
sia  —  se  B[ezzi]  riesce  —  consecrato  ad  aiutarlo; 
o  a  una  delle  operazioni  che  ho  indicato  a  Br[usco]. 
Addio:  Matilde  è  gravemente  ammalata:  le  altre 
amiche   stanno   benino.   Io,   cosi,  così. 

Vostro  sempre 
Giuseppe. 


(')  Nel  Popolo  d'Italia  del  16  novembre  1864  si  dichiarava 
che.  per  soccorrere  l'insurrezione  veneta,  s'era  finora  raccolta 
in  Napoli  la  somma  di  L.  980.6,5.  L.' Unità  Italiana  di  Milano, 
dello  stesso  giorno,  pubblicava  una  lista  nella  quale,  comprese 
le  precedenti,  la  somma  era  di  L.  5598,40. 


212  EH'ISTOLARIO.  [18041 

Ho  in(ln«;int<)  ;i  impostale.  K  ojifgi  mi  giunge  il 
Iflcgi-amni;!  latale  coucerueute  bagolino.  Ilo  raiiima 
in  pianto.  Tremo  per  Brezzi],  pel  povero  Can [to- 
ni], per  altri  amiei.  Il  colpo,  temo,  saia  mortale 
al  moto,  ('j  1  X'eneti  intenderanno  che  non  liauno  da 
sperare  cosa  alcuna. Bisognerebbe  poter  entrare  a  nu- 
clei di  cinque  o  sei  e  congiungersi  al  T[olazzi]  (-)  là: 
bisognerel)be   poter  veriticare  qualcuna  delle  opera- 


(')  Non  ostante  l'avviso  contrario  del  Comitato  Centrale 
Unitario  e  il  rigido  diniego  del  Guerzoni.  E.  Bezzi  aveva  de- 
ciso di  rompere  ogni  indugio  e  di  iniziare  il  moto  insurrezionale 
del  Trentino,  vagheggiando  il  proposito  di  recare  aiuto  alle 
tre  bande  insurrezionali  del  Friuli,  e  mantenere  così  l'impegno 
che  nei  giorni  precedenti  aveva  solennemente  promesso  al  Cella, 
il  quale  capitanava  una  di  esse.  Ben  150  volontari  il  13  no- 
vembre erano  partiti  da  Brescia  alla  spicciolata,  riunendosi 
poi  a  Pieve  Lumezzane,  dov'era  un  deposito  d'armi  e  dove 
E.  Bezzi  assunse  il  comando  della  banda,  e  nominò  il  Wolff  suo 
aiutante  e  cassiere  della  spedizione.  Per  vie  alpestri,  coperte  di 
neve,  quei  valorosi  giunsero  la  sera  del  14  alla  cascina  Can- 
toni e  vi  peimottarono.  X*^l  frattempo,  la  banda  si  era  assot- 
tigliata e  solamente  4J1  di  coloro  che  la  componevano  risposero 
all'appello.  Era  proposito  di  E.  Bezzi  di  calar  giù  a  Bagolino. 
pel  versante  del  Caffaro,  tentando  di  unirsi  a  una  delle  bande 
friulane.  La  mattina  del  16  novembre  l'esigua  schiera  fu  in- 
vece accerchiata  a  Bagolino  da  30  carabinieri  comandati  da 
un  capitano  e  costretta  alla  resa.  In  quei  frangenti  il  Wolff 
tenne  un  contegno  assai  ambiguo.  Condotti  a  Palazziiolo,  presso 
Brescia,  gì  insorti  furono  per  la  via  ferrata  trasportati  ad  Ales- 
sandria e  internati  in  quel  forte.  Ved.  E.  Loc.\telli-Mile8I, 
op.  cit.,  pp.  141-143.  Il  Cantoni,  ricordato  qui  dal  Mazzini, 
era  forse  quel  giovane  che  era  andato  a  Londra  in  qualità  di 
segretario  dell'esule.  Ved.  la  lett.  VMMCXXII.  nel  voi.  LXXVI, 
p.    113. 

(-)  Dopo  un  aspro  conflitto  con  una  schiera  di  soldati  e 
di  gendarmi  austriaci  avvenuto  il  Ci  novembre  a  INIonte  Ca- 
stello, la  banda  capitanata  dal  Tolazzi  si  era  sciolta  due  giorni 
dopo.   Ved.   G.   C.\ssi,   op.   cit.,   pp.   45-81. 


[ISCill  I-.IMHTOI.AHH».  2ì'\ 

/i(mi  clic  siijiiiciii,  scMiucstvo  »li  N'tijxn-i,  ctc.  M;i  tini, 
sijiiii  l';ii-1il<)  sciizii  (l;m;ir<),  scissi  li;i  noi,  e  hiso 
.i;ii;i  i;isscj,ni!n-si.  l'cr  me  hi  ^iumtìi  m  nome  (lell;i  rv 
puhhlic;!  è  dccisji  ;  m;i  iinclie  (inesl;i  csitjei-ebbe  tale 
(iisciitlina.  tale  lelijiione  d' orjjanizzazioue,  tale  in- 
sistenza snile  contiibuzioni  mensili  che  uè  dispero. 
Questo  secondo  Asjnomonte  fatto  a  pio'  dell'Anstria 
e  dov'ejjli  non  eia,  dovrebbe  determinare  Garib[aldi] 
a  unirsi  dichiara tanreute  con  me,  proferire  una  pa- 
rola di  repul)blica,  poi  lasciarmi  fare.  Mn  anche  que- 
sto sarà  ini])ossibile. 

Addio:   aspetto,  trepidando,  notizie. 

Vostro  tutto 

(ilUSEri'K. 

IS  novembre. 

^"el•n  un  Sindaco  e  capitano  della  Guardia  Na- 
zionale in  1.lM>.!).2lMM11. 8.20.7.  —  in  VII.25.10.S.  — 
IS.12.22.,  ch'eia  linoiio,  dis])osto  ad  agire,  in  con- 
tatto con  tutti  i  contrabbandieri  montanari,  et  e.  Si 
chiama  I.22.7.15.2.1  \'.22.28.24.25.2.12.  Bisojinerebbe 
tentarlo.  Non  fosse  che  per  un  nucleo  di  un  quindici 
nostri,  ai  <iuàli  s'aggiungerebbero  taluni  de'  suoi,  im- 
])orterebbe  il  rimontare  gli  spiriti,  facendo  vedere  che 
si  ])ersiste.  Ditelo  a  Br[usco]  e  insistete  cou  lui  pel 
tentativo  1.20.2.12.9.,  etc,  [Vapori],  in  IIT.3.2.I.20., 
etc.  [Ravenna].  Gli  elementi  vi  souo  già  presti.  Un 
uomo  stimato,  come  VII. 1.2.19.4..  etc.  [Mosto],  o 
1.8.5.15.,  [Nicotera],  i^i  che  vi  si  recasse,  potrebbe 
forse  riescire. 

(')    Si  lamente   per  questo   e  per   gli   altri   due    nomi   prece- 
denti,  nell'autografo   è   .svelato    il    cifrario. 


2\  \  EPIHTOLAKU).  |1.S(J41 

VMMI)X(M\'. 

T<i   Matilda   r.nais,    Ifanlt-ii. 

|l,i>ii(l    11.    .Nuvciiilii'r   1S<>1|.    S:itiiril:i.v. 

HIcss  yim,  <lc;ii(*st  Mntildii.  for  linviiip;  wiitlen 
sudi  il  loiiji  note  lo  ine.  Do  iiot  fatigue  yourself 
lor  iny  sake,  liowever,  but  one  line,  in  your  <)^^n 
liiindwi-itiiiir.  will  always  be  a  blessiug  and  a  sigu 
ihal  you  aie  noi  worse  and  keei)ing  on  liravely  The 
Aveathei-  is  bad  ainain,  bere  at  least  :  I  hope  it  is 
iiot  so  with  you  and  not  preventing  your  going  out. 
Caroline,  as  yon  know,  is  at  St.  Leouard's,  coming 
back  on  Monday  evening.  I  am  rather  unwell  stili, 
and    moreover   iinsettled    by    news  from   the   Friuli, 


Sabato. 

Dio  vi  benedica,  carissiiua  ^Matilde,  per  avermi  .seritto 
lina  lettera  cosi  luuga.  Non  vi  stancate,  però,  per  farmi  pia- 
cere, ma  una  riga,  nella  vostra  scrittura,  sarà  sempre  per 
me  una  benedizione  ed  nn  segno  che  non  state  peggio  e  che 
tirate  avanti  coraggiosamente.  Il  tempo  è  di  nuovo  eattivo, 
per  lo  meno  qui  :  spero  che  non  sia  lo  stesso  da  voi  e  che 
non  vi  impedisca  di  escire.  Carolina,  come  sapete,  è  a 
St.  Leouard's.  e  tornerà  lunedi  sera.  Sto  ancora  piuttosto 
uiuluccio,  e  oltre  a  ciò,  inquieto  per  le  notizie  dal  Friuli. 
dove    il    moto    è    ancora    in    azione,    e   ha   bisogno    di    un 

VMMDXCIV.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathanl.  Non  ha 
indirizzo.  Ash.  Biggs.  annotò  :  «  envelope  Jul.v  1<S66  ;  »  ma  si 
tratta  evidentemente  di  un  errore. 


|1,S(;4|  KiM.sTor,.\r<io.  '21") 

wlicrc  the  iiio\ cmciil  is  stili  iij»,  ;iiiil  iiccdiii};  liclp 
\\liicli  wc  liy  to  jiivc — ^witli  wliiil  success  I  sliiill 
Iviiow  1(1  iiionow  pcilijips  l)y  ;i  k'l(\ui-iiiii.  I  liojx' 
Aslmrsl  is  hcllcr,  ;iii<l  Ad.ili  Icss  uervous  iiiid  more 
satislacloi-.v   to   Uai-tict.     Evoi- 

yoiii'  loviiiji; 

JOSEI'II. 


••liuto  che  noi  cercliiaiiio  di  dare  —  con  (nial  successo,  lo 
saprò  forse  domani  da  un  telegramma.  Spero  che  Ashurst 
stia  meglio,  e  che  Ada  sia  meno  nervosa  e  accontenti  di 
più  Bartlet.  Sempre  con  affetto 

vostro 
Giuseppe. 

VMMDXCV. 

A  Madame  Marie  D'Agoult,  à  Paris. 

[Loiulresl    1!»  iiovemln-e    [UHi^]. 

Carlo  Tioya,  petit  ètie  Comte;  il  n'a  jamais  été 
abbé.  (M 

Fra  (ìiovaiiiii  da  Serravalle,  aiiteui-  (ruii  inau- 
vaise  tiaduetiou  latine  du  Poème,  (-)  était  eu  effet 

VMMDXCV.  —  Pubi)],  in  G.  Mazzini.  Lettres  à  D.  Stein, 
ecc.,  cit..  1)1).  88-88.  L'autografo  si  con.serva  nel  Museo  del 
Ri.sorginiento  di  Koma  (fondo  B.  Nathan).  È  in  una  busta  che 
di  mano  ignota  ha  Tindirizzo  :  «Madame  d'Agoult.  11.  Rue  de 
Presbourg.    Paris.  »    La    data    si    completa    col    timbro    postale 

(')  Carlo  Troya  (17S4-1858),  storico  insigne  e  uomo  di 
Stato,  apparteneva  a  nobile  famiglia,  ma  non  era  conte. 

(-)  È  ora  a  stampa  :  Frath  Johannis  de  Serravalle  trans- 
hitìo  et  comentunì  totliis  libri  Dnntis  Aldigherii....  ;  Prato,  1891. 


121(1  i:i>isi(H..\iiH).  (1S(!i| 

(''Vicini' (le  l'N'iiiK»  :  coniiiic  cumiiu'iil.ilctii-.  il  ne  iiu'mìIc 
jMicniic  lui. 

Non;  haiili'  ni'  s'cst  |»;is  ocelli^',  ;"i  ce  (ine  iioiis 
sjivoMs,  (Ics  (loctriiies  de  l'yth;ij;<)ir.  (')  Il  nVsl  pas 
inohable  (lu'il  ait  coniiu  la  ]'ìsioti  de  Jnlieu. 

•Tai  \  u  VAniioiicc.  de  n'ai  aiicuii  raiìport  avec 
.Mounier.  (-|  Il  devrait  lire  mes  «  lìicoi-di.  »  à  cause 
des  lettre»  des  Bandiera  qu'ils  renfeiment. 

Remei'oiez  bien  sinoèrement  de  lem-  souvenir  ou 
de  lenr  sympathie  vos  amis.  .Te  me  ra])pelle  fort 
bien  Fanny  Lewale;  et  j'ai  beauconi)  sympatliisé 
aves  les  Ernst.  Comment  est  maintenant  Mr.  Ernst? 
Il  était  bien  mal  quand  j'ai  joné  avec  Ini  une  partie 
d'échecs.  J'estime  beaucoup  le  caractère  de  Jacobi, 
si  c'est  de  Jacobi  i)rnssieii  qu'il  s'aj^it;  et  je  vou- 
drais  bien  lui  étre  ra]»pelé.  ("M  Je  ne  crois  ])as  impos- 
sible  la  démonstration  scientifique  des  croyances  de 
Reynand  ;  elles  proviennent  toutes  de  Tintellii^ence  de 
la  loi  de  Pro^rès  (|ui  commence  a  ])ouvoir  étre  scif'n- 


La  principale  fiiiite  del  i-onimeiito  è  Keiivemito  da  Imola.  Veri. 
.M.  Bauiu.  in  Studi  daiitixchi  da  lui  diretti,  voi.  XVIII.  i)p.  79-!»S. 

(')  ]Mad.  d'AgouIt  ammetteva  che  Dante  avesse  potuta 
«  conuaìtre  de  très-près  Pythagore  par  sou  traducteur  et  sou 
di.sciple  Boèce.  »  Ved.  Dante  et  Goethe.  Dialogiies  pur  D.  Stern  ; 
Paris.    Didier.    IStK).    p.    174. 

(-)  Marc  Mounier  (1829-1885),  storico  svizzero,  nato  però 
a  Napoli,  duve  vi.sse  alcun  tempo.  Notissimi  sono  i  suoi  sci-itti 
di    storia    italiana    contemporanea. 

(■')  Forse  Johan  Jacoby  (1805-1877).  scienzato  e  uomo  po- 
litico prussiano,  membro  del  primo  parlamento  di  Francoforte 
(1848).  poi  dell'Assemblea  Nazionale  di  Berlino,  esule  in  Sviz- 
zera per  la  parte  da  lui  avuta  nell'organizzazione  del  partito 
democratico,  per  cui  fu  accusato  di  alto  tradimento.  Tornato 
in  patria  nel  luglio  del  18(>4.  fu  condannato  a  sei  mesi  di  car- 
cere   per    (jffese    al    re    di    Prussia. 


[1,S(>4|  KIMSIOI  AKK».  217 

tiliipuMucnl  (li'iiioiitinV.  .le  iii'iiilricssc  doiic  licimconi) 
A   voliv  .lini   iuconiiu. 

.Fai  In  Ics  Soiircin.x  (ìaribdUlìCK  «U*  .M;ix|iiiu'J 
Dn  Ciunp  (l;iiis  hi  h'criic  (Ics  Deu.r-Moìidrs.  .Te  snp- 
])()se  (pie  vous  parie/,  de  ces  soiivenirs  (jui  doivent 
avoii'  été  i-éiinpi'iinés  à  ])art.  ('l 

Je  suis  étoniié  de  ee  (pie  vous  me  dites  d'Au- 
sonio Franchi.  Il  a  i)aitaitemeiit  niison  à  étre  co- 
sternato; senlement  je  ne  m'y  attendais  pas:  il 
était,  depuis  son  i)r()fessorat,  devenu  royaliste  et 
gouvei-namental.    (-) 

Nous  nous  (luerellcions  plus  tard  sur  Goethe.  Je 
sait  tout  ce  (pie  vous  ])ouiTez  me  dire  sur  la  condu- 
sioji  de  Faust;  mais  en  (pioi  une  aspiratiou  de  libre 
lermiei-,  tout  noble  (pi 'elle  soit,  chaujic-t-elle.  un  jii- 
f^ement  (pii  ressort  de  la  vie  entière  de  Goethe  et 
de  tout  ses  ouvraiit^s?  11  y  a  coutraste  entre  Dante 
et  lui  de]»uis  les  traits  du  visaije  jus(|u'à  la  moindre 
lijxnc  de  Icurs  éci-its.  Dante  était  eminemment  sub- 
jectif,  Goethe  objectif:  Dante  grave  son  ame,  ses 
tendauccs.  ses  aspirations  dans  l'T^nivers  (pi'il  jiar- 
court:  Goethe  réfléchit  en  soi-méme  tour  à  tour, 
comme  une  sphère  ((ui  tourne,  les  zcuies  différentes 
de  cet  F^nivers:  Dante  pousse  à  la  mission,  au  de 
voir.  à  l'action,  à  la  souffi'ance,  au  martyre;  et  c'est 
})our(]uoi  nous  l'avous  pris  tout  jeunes  pour  notre 

(')  Maxime  Du  Camp,  autore  d'un  voi.  intitolato:  Expé- 
dition  des  Detw-Siciles.  i^ourenirs  personiieìs  (Paris  Bourdil- 
liat,  ISGl),  che  aveva  già  pubbl.  nella  Revue  des  Deux-Mondes. 

(-')  A.  Franchi  insegnava  allora  storia  della  filosofia  all'Ac- 
cademia scientifico-letteraria  di  Milano.  Ma  già  prima  (1860) 
professava  airT'nivei\sità  di  Pavia.  Mad.  d'Agoult  lo  aveva  co- 
nosciuto personalmente.  Ved.  voi.  Florence  et  Turin,  pp.  1S2-213, 
nel  cap.  intitolato:  La  Iihr(  pensée  en  Italie. — Ausonio  Franchi. 


21.S  ICPISTOI.AKIO.  [18041 

piilroii:  (JcH'lhc,  ;in  cjiliin',  i~i  l;i  coiilciiipliit imi,  ;ì 
rordic,  ;'i  l:i  i«''simii;i t  ioli  ;ni.\  ciiccnisliiiiccs  :  il  eiisei- 
jiiic  ì[  s'jidiiplei-  ;iu  milieu  <l;iiis  |(M|U('I  oh  se  (rove, 
Ti  iciiiplii-  SOM  ]K'lit  (l('\(»ii-,  ;ì  se  cjiscM-  coiil'ortiilde- 
iiUMit,  Ifll et'  luéiiu'  (hiiis  line  proprietà  lihic.  l'ai- 
sjiul  (In  l)i('ii  ;iu1oiir  de  soi  à  (-(Hidit  ioii  de  ne  pus 
trop  se  iis(pi('r  et  surtoiit  de  ne  i»;is  ti-oiihlei*  riiarnio- 
iiic,  l'écpiilibre  des  faciiltés  ])ar  It'Sijm'lIes  on  coi/: 
(•'est  ]v  ])0('t('  de  la  IJonriieoisie  ;  seuleiiieiit,  il  est 
suhlinie  à  force  de  puissauce.  de  poiirrais  ixinsser 
iiies  coiitrastes  à  dix  feuillets,  si  je  u'avais  pas  daiis 
l'oreille  l'écho  de  la  fiisillade  de  ces  malheureux  pré- 
toriens  contre  mes  pauvres  amis.  C'est  bieii  uu  se- 
cond  Aspi-omonte  au  profit  de  l'Aiitriche.  Allez,  après 
cela,  vous  an'aiij2:er  avec  la  Moiiarcliiel 

Addio,    sorella    Maria.   Je   snis   triste   à   moiirir. 
déj^oùté  des  hommes  et  des  clioses  et  me  répétant 

—  ce  qui  vous  fera  plaisir,  le  «  Warte  iinr,  balde 

—  Kucliest  du  aucli  »  de  votrc  (loetlie. 

A  vous  de  ca'ur 
Josp:pn. 


VMMUXCYl. 
A  Saverio  Friscia,  a  Xaiioli. 

[Londra]   21  noveinhre    [18G4]. 
Caro    amico. 

Eccovi    risposta    alla    lettera    ritardata    del    Di- 
rettorio. Come  mai  le  sue  mi  giungono  così  tardi? 

'vMMDXCVI.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Risorgimento  d:  Roma.  A  tergo  di  esse,  di  pugno  de! 
Mazzini,    sta    l'indirizzo  :    «  Sav.    Friscia.  » 


[  18041  EPISTOLAKIO.  iilJ* 

Indirizzo  (|iu'sta.  comic  raiilcriorc,  :i    Njip[oliJ,  per 
che  mi  diceste  di    Ijiilo. 

I)o])o  il  volo  delhi  Convenzione  i  se^Miatnri  del- 
rordiiic  del  <i:ionio  (Mispi  avrebbei-o  dovnio  daic  la 
loi-o  <liniissionc  in  massa,  e  con  solenne  protesta.  (') 

Le  i)rime  informazioni  sul  fatto  di  liaj^olino  (la- 
vali lolla,  morii  e  feriti.  Scrissi  (piindi  sn  (|ne]le 
a  De  Boni.  Ora  mi  avviso  da  Mil[ano]  non  parla 
di  lolta,  ma  <li  arresto  di  tntti  i  120,  prigionieri  ora 
a  M  il  [ano]  e  Alessandria.  Il  fatto  è  vergognoso 
egualmente:  la  mossa  era  segreta  e  non  compromet- 
teva il  Governo. 

Gli  Italiani  son  morti,  temo,  a  ogni  senso  d'o- 
liore,  di  libertà,  di  patria  —  e  non  ne  eccettuo 
molti  fra'  nostri  migliori  e  amici  miei  un  tempo, 
Son  corrotti  dal  ^lachiavellismo  deirintelletto.  se* 
non  del  cuore,  ft  un  vero  dolore.  Ma  per  noi,  mino- 
ranza di  buoni,  non  rimane  che  una  via  ;  la  repubbli- 
cana —  e  —  costi  tempo  o  no  poco  monta  —  bi- 
sogna   seguirla    nettamente. 

Conservatevi   a    tutt"  uomo   al   lavoro  nelle   terre 


(')  L'ordiue  del  giorno  (jui  accennato  era  il  seguente: 
«  La  Camera,  considerando  che  il  trasferimento  della  capitale 
a  Firenze  è  una  garanzia  alla  Francia  perché  Roma  resti  al 
Papa  :  —  Considerando  che  un  tale  atto,  causa  e  condizione  del 
trattato  del  15  settembre,  viola  il  patto  co.stitutivo  nazionale, 
il  quale  ha  base  nei  plebisciti  del  21  ottobre  1860  ;  —  Rimettendo 
ad  un  tempo  in  cui  si  potrà  esser  liberi  da  ogni  pressione  stra- 
niera, il  discutere  della  sede  provvis  ria  del  Governo,  la  quale 
convenga  alle  esigenze  politiche  e  militari  dello  Stato,  fiiich»' 
Roma  non  sia  la  capitale  d'Italia,  pas.sa  all'ordine  del  giorno.  » 
Oltre  al  Crispi,  capolista,  lo  avevano  firmato  ventun  deputati 
della  Sinistra  fra  i  quali  B.  Cairoli,  X.  Fabrizi,  R.  Siiieu. 
F.  De  Boni,  L.  Miceli,  G.  Libertini.  M.  Macchi,  S.  Friscia.  ecc. 
Ved.  il  Pfjìolo  (Vltiiìit,  del  in  novembre  1804. 


'Jljd  KPIHTOIAHKI.  |1.S('»41 

ii:i|M»l('l;iiif.    l>iso<;;ii;i   (•<tii(|uist;ir('  mia    Iciiiia   liasc  nel 
Sud    intcìo. 

N'osilo  s('ni|ȓr 
(  JnsKi'i'i:. 

22. 

.M  uioxiiic  di  Catania  lispoiidciò.  Ora  non  posso. 
Ilo  indugiato  a  si)e<lii-  la  lettera,  e  ajjiiiiin^o  quin- 
di la  lettera  pel  giovine  di  Catania.  Son  lieto  della 
decisione  presa  da  Ni('ot[era].  (M  Trista  e  non  richie- 
sta è  la  dichiarazione  <li  C^risjd  che  «chi  innalza 
un'altra    bandiera    è    nemico    ilellTnità.»    (-) 

v>rMi)Xc\ii. 

Al)  Aurelio  Safki,  a   Londra. 
ILoiuIni,   '2'.'   iiu\fiiil)rf    ls(i4|     incrculcdi. 

Caro    amico. 

Non  anticijx»  vantaggio  reale  dell'abboccamento 
col  Thiiry.  Digli,  ti  jìrego,  che  sal)bato  sono  in  città, 

(')  \illa  seduta  del  IS  iiuvenil)re  lN(i4.  G.  Nicotera  aveva 
dichiarato  essere  andato  «  in  Parlamento  disposto  a  votare  in 
favore  della  legge  »  iu  disr-ussione.  ma  che  s'era  deciso  a  votar 
Contro  «  dopo  le  dichiarazioni  del  Ministero  e  dopo  i  discorsi  dei 
difensori  della  Convenzione.  » 

(-)  Aveva  pronunziato  quella  frase  nella  seduta'  della  Ca- 
mera del  IS  novembre,  rispondendo  a  un'osservazione  di  A.  Mor- 
dini.  Ved.  il  Diritto  del  20  novembre  isr)4. 

VMMDXCVII.  —  Pubbl.  da  G.  Mazzatixti.  Lettere  di 
a.  Maz~ini.  ecc..  cit..  p.  811.  L'autografo  si  e  nserv  i  nel  Mu- 
.seo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  A.  Saffi).  È  in  una  busta 
che.  di  pugno  del  Mazzini,  ha  l'indirizzo  :  «  Sig.  A.  Saffi,  12. 
Grafton  Street.  New  Kond  Street.  W.  ■■>  La  data  si  ricava  dal 
timbro  jiostale. 


r],S(»4[  EPrSTOI.AKTO.  221 

ma   che    rij)ail(>   subito  (I<)|k»:    lauto   circi   possa,   oc- 
coi-reiido,  1  roncare. 

Se  Ira  un  (luattro  giorni  ti  si  presentasse  nn 
Dani  che  vnol  parhii-nii,  e  a  cui  scrissi  essere  in 
provincia,  ascoltalo,  ti  prejjo,  ])(m-  me,  e  <li<^li  che 
riferirai   a   me. 

Tuo  sempre 

Gl.USEIM'E. 


VMMDXCVIII. 

A  Carlo  Milet^   a    Napoli. 

I  liondr.-il.   2.'»   iiovciiihro    [lS(i41. 

Fratello, 

Non  posso  menomamente  soccorrervi.  (^)  Disposi, 
per  tentare  qualche  aiuto  ai  Veneti,  delle  poche  mi- 
gliaia di  lire  italiane  ch'io  aveva  serbate.  Non  ho, 
letteralmente,    un    soldo   né   speranza    d'averne. 

Voi  forse  non  sapete  che  il  Popolo  (VJiaììa  ebbe 
da  me,  oltre  aiuti  all'impianto,  30,000  lire  in  una 
volta  quando  Nic[otera]  e  De  Boni  maneggiavano.  (-) 
E  noto  questo  per  farvi  vedere  che  non  gioverebbe, 

VMMDXCVIII.  —  Inodita.  Da  un  tVifsimilo  presso  In  R. 
(ji  nimissiDiie. 

(')  Carlo  Mileti,  direttore  del  Popolo  d'Iiuììa,  si  era  rivolto 
al  Mazzini  perché  sovvenisse  tìnanziariamente  il  periodico,  peri- 
colante, come  lo  era.no  in  (luell'anno  il  Dovere  e  Y Unità  Ita- 
liana. A  cominciare  dal  n.  del  IS  settembre  1864  il  Popolo  d'I- 
talia aveva  lanciato  un  disperato  appello,  nel  quale,  invocando 
«  l'esempio  delle  Provincie  settentrionali,  »  esortava  i  Napole- 
tani a  «  soccorrere  la  stampa.  » 

(-)  Ved.  infatti  la  lett;  ^MCXCVII.  nel  voi.  LXXI,  p.  34. 


'2'2'2  FTISTOLARIO.  [ISCHI 

()\  iiiicirio  pottwsi,  aiutarvi  con  un  Partito  che  nou 
sa  iK'  \u(»l(*  aiutarsi,  l'u  Parlilo  che  avesse  ombra  di 
coscienza  del  proprio  dovere  troverebbe  in  venti 
j^iorni.  con  nini  emissione  di  piccole  azioni  di  10  e  di 
lM)  liic.  tanto  da  sostenere  l'orf^ano  die  lo  i-a])iire- 
senta.  Se  il  Partito  non  ha  senso  di  dovere  né  senso 
di  j^iusto  or^roj^lio,  tal  sia.  A'oi  cadete;  e  cadendo 
dite  il  perché;  snudate,  flagellate  lo  smembramento, 
l'inerzia,  l'egoismo  d'un  Partito  numeroso  che  ciarla 
patriotismo  nelle  adunanze  e  non  vuole  incorrere 
il  menomo  sagrificio  per  esso.  Il  Dovere  di  Genova 
è  minacciato  della  stessa  vostra  sorte,  perché  2000 
abbonati  non  hanno  pagato  mai.  E  si  tratta  di  cin- 
que  lire  annue  I 

Sapeva  già  dell'accoglimento  freddo  alle  mie  pro- 
poste. E  sia.  Intanto  il  Partito  che  s'è  disonorato 
lasciando  passare  l'opportunità  della  Polonia  e  del 
conflitto  Dano-germanico,  si  disonora  cento  volte  di 
più  lasciando  combattere  i  Friulani  senza  aiutarli 
e  limitandosi  a  far  una  meschiuissima  elemosina  ai 
loro  fratelli,,  anzi  ai  feriti!  (M  Comincio  a  vergognar- 
mi del  Partito  a  cui  appartengo  e  a  disprezzarlo.  E 
lo  dirò.  È  tempo  di  dir  tutto  il  vero  sugli  uomini 
e  sulle  cose. 

Abbiamo  gli  istinti  del  popolo  :  abbiamo  un  buo- 
no elemento  nei  giovani  oggi  di  nessuna  influenza. 
Xon  ci  perdiamo  di  core  e  —  pel  dovere,  foss'anche 
senza  speranza,  lavoriamoci  dentro.  Ma  senza  cen- 
tralizzazione in  me, 

senza  una  quota  mensile,  d'un  franco,  e  di  50  cen- 
tesimi pei  popolani,  pagata  invariabilmente  da  tutti, 


(')    Infatti,   il  Diritto   intitolava   la   sua   S(.ttoscrizione   «pei 
feriti  del  Friuli  e  del  Cadore.  » 


(■1S(;41  KrisToiARTO.  223 

c'iiiscuiio  fiicendosi  capo  di  micloo,  e  che  raccol}:;a 
una  soiiuiia   iiiiportaiite: 

senza  una  fratellanza  sejireta,  Falanjie  Sacra  o 
Mfii  Xiiora,  che  si  stenda  pazientemente  come  l'an- 
tica Carboneria  o  la  nostra  Giovhic  Italia  in  o^ni 
ani^oìo  del  paese,  repubblicana  unitaria  : 

senza  un  lavoro  ordinato  fatto  dalla  Fratellanza 
nell'esercito,  non  foss'altro  a  smembrarlo  o  intor- 
pidirlo davanti  a  un  moto  di  i>opolo: 

ciarleremo  sempre  e  saremo  sempre  impotenti  e 
derisi. 

Ahi  m'aspettava   meglio  dal  vulcanico  Sud. 

Abbiatemi,  voi  buonissimo,  amico.  Strinjjete  la 
mano  a  Janch  che  ricordo  benissimo;  e  al  fratello  (^) 
e  alla   moolie  vostra. 

Giuseppe. 


VMMDXCIX. 

A   Sara  Nathan,  a   Lugano. 

[Londra],  25  noveml>rp    [1X04]. 

Amica, 

Ho  la  vostra  del  20.  Sto  meglio,  non  bene.  Tra 
voi  e  me  credo  tutto  inutile.  Il  mal  esito  dei  nostri 
produrrà  uno  sconforto  in  chi  è  già,  secondo  me, 
a   mal  partito.  I  giovani  italiani  avrebbero  dovuto 

(•)  Raffaele  Mileti.  Ved.  la  lett.  vMMDCXXXIII  a  p.  .SOI". 

vMMDXCIX.  —  Inedita.  L'autografo  .«li  conserva  nel  Mu- 
seo del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Xathan).  Non  ha  in- 
dirizzo. 


2l'l  irpisToi.Aiuo.  ri^^>41 

p.irliri'  ;i  !li;ii»p('lli  per  l:i  fioiit  i('i;i  ;  l'jirsi  an'cstiui; 
e  coiKluric  ili  Al('ss;m(lii;i  :  poii-c;  cosi  in  una  più 
clic  (lillìcilc  |K)sì//k)iic  il  (Jovci-no.  E  il  danaro?  1 
};i(Hiiiili  nia;;MÌIìcaiio  la  città  <li  IMaccnza  «'he  ha 
mandalo  500  rranclii.  (')  in  Napoli  non  hanno  i-aj;- 
jiiunlo  mi  migliaio  di  l'ianclii.  A,n};iuiiiiett'  le  liti  esa- 
gerate, Tra  i  nostri  e  il  Comitato  ('air[oli].  Dico  esa- 
jicralc,  ])erclié  odo  di  contatti  con  Iaìhzo,  mentre  mi 
consta  non  aver  essi  il  menomo  contatto.  (-)  Sapeva 
(VA'-loll'o  (■"')  e  lo  stimo.  Non  vi  sarà  modo  però.  Non 
credo  che  sarà  i)in  i)ossibile  orpmizzare  bande  per 
terra.  Qualunque  danaro  dovrebb'essere  consecrato 
o  a  un'impresa  clie  ho  f>ià  indicato  per  mare  o  man- 
dato, se  lo  chiedono,  a^li  insorti,  perché  possano 
])a,uare  viveri  e  munizioni.  Se  il  moto  dura,  finirò  per 
realizzare  il  mio  ])ro<>etto  individuale.  Se,  ciò  die 
io  temo,  cade,  ripiglieremo  il  lavoro  in  altro  modo. 
Ori^anizzo  intanto  re])ul)blicanamente  il  Sud.  ^fa 
vi  confesso  che  ho  il  core  morto. 

Qui  ^latilde  è  tanto  gravemente  ammalata  che 
temo  non  passi  (juindici  giorni.  Carolina  è  con  essa. 
Emilia  sta   cosi  cosi. 

Addio,  amica  carissima.  Stringete  la  mano  ad 
Adolfo  ])er  me.  E  ricordatemi  a  tutti  e  sjiecialmente 
a  (ìiannetta,  s'è  ancora  con  voi. 

Vostro  tutto 

GiTJSEPPE. 


(')  Ad  es.  il  Diruta  del  17  novembre  1804. 

(-)  E.  Bezzi  affermava  tuttavia  che  qualche  contatto  tra 
B.  Cairoli  e  il  Lanza,  Ministro  dell'Interno,  era  avvenuto  a 
proposito  del  moto  sul  Veneto.  Ved.  la  nota  alla  pag.  19S. 

(■^)  Fifjlio  di  Sara  Nathan. 


I  lS(rl  (  KPISTOI.AKKI.  225 

3  dice  mi  HO. 

Fiori  che  fa? 

Faiini    dov'è?   L'ho   (liiiienlicato, 

(Questo  bij^lietto  die  non  impostili,  vi  ]»i-(>vi  che 
pensava  a  voi,  e  anelie  clic  iii(lo\iiia\a  pi-eseii1en<lo 
la    caduta   del   moto. 

Sia  diimpie.  \'oi  e  uli  amici  non  vi  stancate, 
come  non  mi  stanciiei-ò  io,  sebbene,  come  dissi,  moi-(c. 
n(=iranima.  Alcune  miji^liaia  di  li-anclii  e  un  centi- 
naio di  jiiovani  è  tutto  (piello  che  ha  dato  l'Italia 
al    moto. 

L'Italia  è  profondamente  malata  di  materialismo 
e  machiavellismo.  L'apostolato  deve  duncpie  farsi  più 
senijìi-e  morale  e  come  o^iii  a])ostolato  morale,  deve 
essere  tem])eratissimo  nella  forma  :  si  tratta  di  gua- 
iire  i  malati,  non  di  scaldare  i  ])ochi  sani.  Tem- 
]>eratezza  nel  linjiuaggio,  fermezza  e  ostinazione  nel- 
l'orfica ni  zza  re  il  Partito,  devono  accoppiarsi.  E  li- 
nanza.  Kaccoj;liere  qiietamente  una  somma  abba- 
stanza considerevole,  auciungendo  lioccia  a  j»()ccia  : 
sia  (juesto  sempre  in  cima  dei  nostri  pensieri. 

Matilde  si  trascina.  Carolina  è  (piasi  sempre  a 
T[unbridoe]  W[ells],  al  letto  dell'inferma.  Emi- 
lia è  qui,  e  si  lajina  un  pochino  perché  non  le  ab- 
biate mai  scritto. 

Adilio.  L'unita   a   ^[[aurizio],  dov'ecli  è. 

Vostro  tutto 
Giuseppe. 

3  dicembre. 

E  de'  miei  Scritti?  Si  decide  nulla?  ^"è  alcun 
disegno  pratico? 

Mazzini,  Scritti,  ecc..   voi.  LXXIX  (Epistojario.  toì.  XLTIIl).       1 


2^(i  ÉS'isToi.Aino.  fl8(>4l 

Kiconliiteiiii  a   Maria,  a  Niiia  e  alla   Mamma   Pi 
sli-[iu-ci],  s'è  tornala.  (ìiamietta   ò  ])artita? 

Aliliiamn  salvato  cosa  alcuna   «lai  nanli-aj^io? 

VMMDC. 


[Ijondral,  27   novembre    [ISCHJ. 


Fratelli, 


\'oi  primi  intendeste,  che  l'unica  risposta  da 
«larsi  al  grido  degli  insorti  nel  Friuli  era  d'accor- 
rere; che  il  grido  venuto  dalla  Venezia  è  grido  d'U- 
nità, di  Nazione  e  vincola  gl'Italiani  al  di  qua  del 
Mincio  come  al  di  là;  che  riuscendo  o  no,  attestereste 
la  solidarietà  italiana  e  protestereste  a  prò'  del  Do- 
vere, che  è  in  tutti.  Lode  a  voi  I 

Non  so  (pianto  possa  giovarvi  la  mia  parola  di 
conl(.rto  e  d'ammirazione;  ma  ve  la  mando  per  de- 
bito di  fratello  e  di  patriota  verso  voi  tutti  ;  per 
debito  d'affetto  individuale  verso  taluno  di  voi.  Du- 
rate forti  e  sorridenti.  Ogni  tentativo  generoso  frut- 
ta. A  una  serie  di  tentativi  fraintesi  ad  uno  ad  uno 
e  biasimati,  è  dovuto,  checché  altri  dica,  (piel  tanto 
d'Italia  che  oggi  esiste;  a  una  serie  di  simili  insi- 
stenti, crescenti  tentativi  dovremo,  checché  altri  fac- 
cia,  la    conquista   del   resto. 

Addio,   fratelli.   Abbiatemi. 

vostro 
Gbus.  Mazzini. 

VMMDC.  —  Piibhl.  in  fenili  hir//rafii-i  e  sforici  a  proemio 
del  testo  degli  S.  E.  I..  V(.l.  XIV.  p\>.  clx-clxj.  i'  da  (i.  E.  Ctkà- 
TT-LO.    op.   oit.,  p.   310. 


[1S('»41  KPisToi.AUio.  227 

v^rMDcr. 

Al)  EK(ìist()  T{i;/zi.  in-l  forte  di  Alessandria. 

ILuudral,   2.S   iK.vcinhrc    |l.S(i4|. 

l'^i'iitello   mio. 

Una  linea  speciale  a  voi  pe.i-  diivi  ch'io  v'am- 
niii-o  e  v'amo  sempre  pili.  So  che  quanto  poteva 
lai'si  fu  (la  voi  fatto.  Dio  sa  se  mi  dolgo  della  posi- 
7Àoue  in  cui  siete;  ma  siete  giovine  e  l'avvenire 
farà  lunga  giustizia  a  voi  e  alla  vostra  fede.  Chie<le- 
temi  (pianto  ])ossa  giovaivi,  liberamente  come  frtv 
(ello  a  fratello. 

E  amate  sempre  il 

vostro 
Giuseppe. 


Ricevo,  dopo  d'aver  scritto  (pieste  linee,  la  vo- 
stra, della  (piale  vi  sono  ])iu  che  grato.  Non  pensate 
a  chi  biasima  :  pensate  a  chi  v'ama.  I  buoni  dav- 
vero e  v'  aiwmirano.  Fo  (pianto  posso  ])er  far  prevalere 
le  mie  e  le  vostre  idee  con  Torino  e  con  tutti. 


VMMDCI.  —  Piil>l)l.  in  Cenni  Biof/rafiri  e  .sforici  a  proemio 
del  tento  degli  S.  E.  I.,  voi.  XIV.  p.  clx.  (luiudi  da  G.  LocA- 
TF^Li-MiLBsi,  op.  cit..  p.  244.  Nell'autografo,  come  risulta  da 
un  apografo  presso  la  R.  Commissione,  stanno  l'indirizzo  :  «  Er- 
gisto,  »  e  la  nota  seguente  di  E.  Bezzi  :  «  Quando  mi  trovava 
prigione  in  Alessandria  per  aver  tentato  di  portare  aiuto  all'in- 
surrezione nel  Friuli.  » 


2*JS  KiMsTorAUKt,  (lsii41 

v.M.MDrir. 

A  Mairi/io  «^rAiiuio,  ;i  1.11^:1110. 

[Li.iulr.t  I.   liS   ninfiiilirt'    |1S<;4|. 

Curo    M.inii/io, 

Ilo  le  lue  lino  ;i  (|iH^ll;i  del  Ht.  Ilo  dato  appun- 
ti-.nuMilo  per  domani  al  tuo  Tunisino.  Sono  incerto 
se  (ìari-ido  sin  in  l'aiini  ora  o  altrove;  {^)  vedrò  »li 
sai)erIo;  ma  v*è  trattato  letterario  tra  la  Si»[agnaJ 
e  rilalia?  ne  dnhito.  Qui  sono  due  sorte  di  romanzi: 
(juei  di  scnsdZìnnr,  con  assassini,  misteri,  etc.  Sono 
d'un  W'ilkie  Collins,  col  quale  non  ho  contatto  al- 
cuno, ma  i>otrei  riescire  ad  averlo;  e  i  romanzi  serii 
di  maggior  merito.  Tra  (piesti  dovresti  tradurre, 
panni.  Romohi,  clie  tratta  di  Savonarola,  ed  è  d'una 
donna.  L'avete?  devo  mandarlo?  L'edizione  Tauch- 
iiiz  di  (Jermania,  costa  pochissimo,  e  potreste  com- 
metterlo o  alla  Assing  o  alla  Herwegh.  (-)  Dall'au- 
trice potrei  avere  il  permesso.  {^)  Me  ne  dirai.  Di  Wil- 
kie  Collins,  se  scegliete  l'altro  genere,  la  Woìntiii  in 
Whife   potrebbe  tradursi.    (^)   Mi   dirai. 

VMMDCII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo 
del  Risorgimento  di  Roma  (fondu  E.  Xathan).  Non  ha  indi- 
rizzo. 

(')  Su  Fernando  Garrido,  esule  spagnolo,  ved.  le  lett 
VMDCCXXXYi  e  V^IDCCXLI  nel  voi.  LXXIII,  pp.  100  e  204. 

(-)  Emma   Herwegh.  l'amica  di   F.   Orsini. 

(^)  Del  noto  romanzo  di  G.  Eliot,  il  Mazzini  aveva  già 
fatto  cenno  nella  lett.  VMDCCXL,  nel  voi.  LXXIII.  p.  184.  La 
direzione  deU't'wi/à  Italiana  voleva  dar  la  traduzione  d'un  ro- 
manzo da   porre  in  appendice  al  periodico. 

{')  William  Wilkie  Collins  (1824-1S89),  romanziere  inglese, 
che  in  gioventii  aveva   soggiornato  lungamente  in  Italia.  Il  suo 


[ISC.ll  Ki'iKroi.AUK).  22!» 

L'iiiiprcsji  hillitsi  i)r<)<liii-iA  tris< ìssiiiio  clìVIto  ino- 
r.Uo  sui  Wmu'Iì.  E  lo  stesso,  il  liiii;ujij'<;io  tenuto  d.'i 
L;uujirnifoi'n],  (')  la  dichiarazione  di  <]uei  tristi  del. 
Comitato  Veneto.  (-)  Non  eredo  a  durata  jìossibile. 
l^'ir.ché  dura,  se  non  si  fa  qualche  cosa  i)er  mare,  sulla 
costa  i)resso  Rav[enna] —  se  ])ure  un  Vapore  ci  tocca 
—  o  in  Anc[ona]  o  in  Brindisi  —  è  impossibile  aiu- 
tare, se  non  mandando  un  po'  di  danaro  agli  insorti. 

Se  le  cose  cadono,  non  puoi  dubitare,  col  lavoro 
repubblicano  da  me  impreso,  che  non  c'isoliamo.  Ma 
finché  dura  questo  jnccolo  moto,  serbando  pure  la 
vostra  indijiendenza,  se  C[airoli]  suggerisse  un'o- 
perazione definitiva,  buona,  alla  quale  possiate  gio- 
vare, fatelo.  Ho  certezza  che  non  sono  in  contatto, 
come  dicevate,  col  Governo.  E  ogni  dissidio,  se  noto 


primo  lavoro,  Antoniufi  (Londi-a,  1850),  risentiva  di  questa  sua 
dimora,  poiché  trattava  della  presa  di  Roma  per  opera  di  Alarico. 
Il  romanzo  Wonian  in  Whife  (Londra.  1861)  può  considerarsi 
il  suo  capolavoro. 

(')  Il  gen.  Lamarmora,  a  nome  del  Governo,  aveva  difeso 
la  Convenzione  nella  seduta  del  12  novembre  1864  della  Car- 
niera dei  Deputati.  Frasi  come  queste  :  «  Io  credo  che  Napo- 
leone ci  aiuterà  non  solo  nella  questione  romana,  ma  anche 
nella  veneta  ;  )>  e  :  «  ....mi  fanno  argomentare  che  non  sia  impos- 
sibile risolvere  la  questione  veneta  colle  trattative.  »  avevano 
certamente  provocato  un   moto  di  sdegno  nel  Mazzini. 

(-)  Era  composto  di  G.  Finzi,  G.  B.  Giustinian,  A.  Me- 
neghini e  A.  Cavalletto.  Nella  dichiarazione  del  20  novembre 
era  detto  :  «  T^n'insurrezione  nella  Venezia  sarà  possibile  ed 
efficace  allora  quando  l'Italia,  chiamatavi  dal  Re,  si  accinga 
alla  liberazione  del  territorio  nazionale  occupato  dall'Austria.  » 
Yed.  il  Diritto,  del  28  novembre  1864.  T^na  protesta  contro 
quella  dichiarazione,  da  parte  dell'altra  Commissione  di  soccorso 
ai  Veneti,  che  aveva  sede  in  Genova,  composta  di  C.  Corte. 
B.  F.  Savi,  F.  Bagnino,  ecc.,  n^WTJnità  Italiana  di  Milano, 
del  23  novembre  1864. 


2.".()  KPISTOI.AHIO.  lisci  I 

:i  (UHM  deiriiitt'i-lio,  nuoce.  Se  licscitc  ;i(l  iivci-  nw7//À 
V  ]H)t('t(*  l'ili-  cos;!  Imoiiii  <l;i  |»('r  \()i,  tate;  ma  .se  da 
l'xMi  [edcllo  I  ('|aiioli|  \i  v(Miisse  projìosta  di  cosa 
clic  a|)])i(»valc  voi  piii-c,  ainlale.  (]nalc  In  la  tua  ini- 
})iissionc  individuale  su  IJcu  [edclto]  (|naudo  fosti 
a  Torino?  Se  ìl').2'2.\U.7.,  etc.  (chiave  l>r[usco])  si 
decidesse,  hisoj;iierehl»e  circi  jjotesse  almeno  com- 
ici idre  a  capo  d'un  nuovo  niudeo  di  (|uei  deirinterno, 
ai  (piali  allora  potrebbe  tentar  d'aggiuni»ersi  qualcu- 
no de'  suoi,  aiutamlone  il  ])assajfji;io.  ^la  non  vedo,  ri- 
lieto  —  dac(dié  il  mio  disejiiio,  tendente  unicamente 
a  trascinar  ])iati  tr;t  i  due,  su  T. 1.11.27.11.7.4^.,  etc. 
non  ])ai'e  possibile  —  altra  cosa  i)ossibile  che  1.27.5. 
Ì!:',.S.,  etc.  —  0.  7.  S.,  etc.  in  II.:{.  U.,  etc.  o  XT.  5.3.2.10. 
1.1.2.27.28.  In  T.23.7.().,  etc.  da  quanto  mi  scrive  XI. 5. 
5. 21). 10.,  etc,  pare  abbiano  inteso  VTI.2.15.11.,  etc.  non 
per  IV.11.2.J:.12.V.2.,  etc.  e  dicono  averne  uno  a  cui 
manca  VIIT.8.4.1. 4.2:5.12.7.  Hanno  150.  [Garibaldi] 
A'III. 1.12.14.,  etc.  Forse,  se  XT.1.20.11.,  etc.  vi  si  re- 
casse egli  stesso,  potrebbe  trarne  partito.  È  insomma 
l'unica  cosa  da  studiarsi  con  i)ersisteiiza. 

8e  i  teleiii-ammi  dei  giornali  inglesi  continuano 
a  rimaner  muti,  è  assolutamente  impossibile  racco- 
gliere qui.  Xon  v'è  che  un  Inglese  il  quale  m'abbia 
dato  50  lire  sterline  ieri.  Verz[egnassi]  (i)  deve  avere 
ricevuto  lire  sterline  20  o  ]»iu  da  Linda  Maz[ini]. 
Le  diede  a  voi  altri  o  al  Comitato  Centrale?  Addio: 
ama  il 

tuo 
Giuseppe. 

(')  Francesco  Verzegnassi,  friulano,  ma  stabilito  a  Milano, 
(love  esercitava  il  coninu'rcio  delle  sete  e  dove  aveva  una  filanda. 
Fu  dal  1859  al  18U0  la  provvidenza  degli  esuli,  specialmente 
friulani. 


[1S(J4J  KIMSTOI.AIUO.  2'M 

VMMI)(^III. 

A  (JiL  HiU'i'E  Liui;ini.M,  il  Torino. 

tLoiidijil,  MO  imvcmltre    118(»4]. 

Amico, 

l'abbi  ]a  vostrji  e  l'altni  liriiiat;i  ila  (iuei-?.|  ()iii], 
Giiast[alla]  e  Leiiuni.  Scrivo  a  voi,  iiatui-almcntc. 
per  tutti.  Io  non  dubito  né  dubiterò  mai  delle  iuteu- 
zioui  vostre,  del  vostro  zelo,  del  profondo  vostro  af- 
fetto al  paese,  come  voi  non  dubitate  di  me.  Possia- 
mo avere  metodi  diversi,  non  altro  di  diverso  fra  noi. 

Petto  ciò  in<livi<lualmente  jjer  me,  non-  v'esage- 
rate l'influenza  mia.  Non  posso  rifar  gli  uomini.  Non 
posso  quindi  ridurre  a  unità  di  centro  elementi  che 
hanno  sistemi  d'azione  diversi.  Ben  dovrebbero,  an- 
che camminando  su  due  parallele,  rispettarsi  e  sti- 
marsi gli  uni  cogli  altri  ;  e  tutte  le  mie  lettere  lo 
predicano.  Non  credo  più  post^ibile  per  cenno  mio 
un  concentramento  sulle  generali:  lo  credo  ancora 
più  die  possibile  sopra  azioni  definite.  Quando  avete 
un  disegno  da  compiere  a  prò'  di  Venezia,  indicatelo 
al  Comitato  di  ^[il[ano]  —  chiedete  cooperazione 
per  quello,  indicando  le  parti  che  potrebbero  fare: 
sarete  accolti.  Io  scrivo  almeno  in  quel  senso. 

Vi  confesso  ch'io  non  sono  esattamente  del  pa- 
rere vostro  intorno  al  metodo  d'aiuto.  Ritengo  im- 
l>ossibile  la  durata  del  moto  sino  a  primavera  senza 
aiuto  diretto.  Ciò  che  potea  dar  anima  al  moto  — 

VMMDCIII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Kisorginiento  di  Roma  (fondo  A.  Lemmi).  Non  ha 
indirizzo. 


'2'.\'2  M'isrniAitn».  |1S(M| 

e  clic  :i  o^ni  modo  ;ivi-cl»l»c  coni rihuifo  n  inoiM lizzare 
ii  i>:ics('  —  ci-i  jitìVrinjii'C  ;i|l;Iì  ocelli  di  tulli  hi  ^oli- 
diiiiclA  it;i]i;iii;i.  l^a  Ici-Zii  hiiiid;!  della  (luale  i)avlato 
sai-el»I)e  iniportaiite,  non  taiilo  però  (pianto  un  atto 
del  di  fuori.  1^  inoltre,  la  (piestione  rimane  la  stessa. 
Sorta  la  teiza,  sorta  la  (piarta,  Idso^nerri  pure  stu- 
diare modo  d'agire  dalla  ])arte  nostra.  Senza  ciò,  che 
cosa  significano  tre  o  (piattro  bande  sul  A'eneto?  Su- 
sciterà col  fatto  - —  se  è  possibile  —  quel  senso  di 
s(didarietà  al  (piale  ho  accennato;  compromettere 
il  (Joverno;  era  ed  è  (piesto  l'essenziale.  È  male 
avvezzar  l'Italia  a  credere  d'aver  fatto  //  proprio 
dovere  aiutando  d'una  elemosina  Italiani  insorti 
contro  lo  straniero.  È  già  male  morale  l'averla  la- 
sciata convincersi  di  quella  teorica  antinazionale 
della   non  importazione  del  moto  in  terra  ch'è  sua. 

Oggi  ancora  \)er  me  non  vi  sono  che  tre  vie  da 
seguire:  tentar  la  via  di  mare:  giovarsi  degli  ele- 
menti posti  in  Eav[enna].  in  Anc[ona]  e  altrove: 
impadronirsi  per  sorpresa  d'un  A'apore,  e  porvi  su. 
so])ra  un  punto  diverso  da  quella  sorpresa,  dac- 
ché la  sor])resa  dovreJ)be  operarsi  con  finti  passeg- 
geri sul  mare,  un  nucleo  di  nostri  —  studiare  se  vi 
sia  modo  di  dare  un  punto  di  concentramento  al 
di  là  della  frontiera,  tanto  che  i  nostri  possano  in- 
trodursi per  vie  diverse  a  tre,  quattro,  cinque  per 
volta  —  dar  eco  al  moto  facendo  si  che  uomini  di 
nome  noto  nel  Partito  d'Azione  vadano  a  capita- 
narlo. 

Se  potete  far  questo,  fatelo,  in  nome  di  Dio.  Se 
non   che  temo  pur  troppo  d'invocare  la  vita  a  prò' 
delle  bande, 
d'una    cosa    morta.    Da    pili    giorni   non    odo   parola 

Se  mai  questo  tentativo  sfumasse,  io  so  che  non 


[1S«(4J  KIMSTOI.AKIO.  2:VA 

IMdiviiio   lilciitaie.    In   ([nel   caso,   non   avanzii  a   noi 

e  a  ni(»  c\w  oi-<linai-e  e  aumentare  la  parte  i-ei)nl)b]i- 

cana.  l^e  prove  sono  esaurite  e  io  non  intendo  morir 

neire(iuivoeo.  Lo  dico  a  voi  tin  d'ora.  i)erclié  uon  vi 

laciniate    s'io    assumo    una    condotta    assolutamente 

indipendente    da    ojj^ni    Comitato    esistente,    da    ogni 

lavoro  iniziato.  Seguirà  chi  vorrà. 

Addio: 

vostro  sempre 

Gius.  Mazzini. 

La  nuova  del  vostro  contatto  o  meglio  d'una  vo- 
stra proposta  coll'alte  sfere  mi  venne  da  Torino. 
I>eu  inteso,  la  parola  vostra  e  degli  amici  basta  a 
smentirla;  e  ne  ho  scritto  subito  a  MiUano].  ^)  Io 
pure  ebbi  contatto  e  non  ne  feci  mai  mistero  agli 
amici:  contatto  non  provocato  da  me,  accettato,  ma 
sulla  base  posta  nella  mia  prima  lettera,  ch'io  ri- 
cusava legami  a  un  patto  qualuniiue  e  solamente 
consentiva  a  parlar  di  Venezia  dove  la  questione 
l)olitica  non  entrava  per  alcun  di  noi.  Dopo  il  ten- 
tativo di  condur  via  Garib[aldi]  —  mi  dichiarai  li- 
bero e  ]>er  sempre.  Non  vedo  salute  che  nella  re- 
pubblica e  lo  dirò.  So  che  il  Comitato  Centrale  non 
andrà  fin  là  e  per  qnesto  io  vi  diceva  che  lavorerei 
indipendente.  Non  ho  neanche  bisogno  di  dirvi  che  se 
un  giorno  credeste  bene  inalberar  quella  bandiera 
sarei  più  che  lieto  di  lavorar  di  concerto.  E  ad  ogni 
modo,  qualunque  impresa  nazionale  m'additerete  nel- 
l'intervallo sarà  secondata  da  me.  Credo  bensì,  come 
dissi,  che  —  se  il  moto  cade,  come  presento  —  noi  non 
potremo  far  cosa  alcuna  in  primavera,  quando  non 

(')    Ved.  infatti  la   leti.    VMMDCII   a   p.  220,  e  la   nota  2 
alla  pag.  224. 


2!4  KlMSTOl.AKIO.  lise,  lì 

iossillio  l'orti  ;iltlt;ist;iii7,;i  ]»('!'  ì  III /tostare  lisolllt  ;nil('Il1(' 
1  insniit'/.ioiit'. 

V.M.MDCIW 
A  Gaetano  Skmknza,  a  Londra. 

[Ldiidra,   ....   iio\fnil)rt'   ls(;4J,  gii,\i-ili'. 

I0(*c(>\  i  uiiji  (ìtizzrttu  venula  a  me. 

.Mi  sono  i)ei'messo  di  fare  iiKlirizzare  alla  vostra 
Casa  400(1  siuaii  di  ^'l've^^  ])ei-  me  e  i)er  un  amico. 
\'olete,  ()uaiido  j-inii^ono  da  (ìiiievra.  dar  ordini  per- 
dio vejjlino  allo  sdooanamento,  etc? 

\"\  sarò  tarato  davvei-o. 

Le  cose  del  Friuli  non  sono  finite,  credo. 

Non  sono  ancora   j>iiarito. 

Vostro  sempre 
GiTTS.  Mazzini 

VMMDCV. 

A  Federico  Campaneli^a,  a  Genova. 

[LondraJ.  2  diceml.re    llsn4]. 
Caro  Federico, 

Eccoti  le  linee,  se  ai)provi.  (\)  Avrei  fatto  le  azioni 

VMMDCIV.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  presso 
gli  eredi  Semenza.  In  una  busta  annessa,  di  pugno  del  Maz- 
zini, sta   l'indirizzo  :   «  Si^.   Semenza.   Brompton   Crest-ent.  » 

V.M:MDt'\'.  —  l*ul)l)l.  da  G.  Mazz.vh.nti.  Lettere  di 
(1.  .\tii::ini  a  F.  ('unipuneUu  (nella  Riristu  d'Italia  del  giu- 
gno l'.MH).  L'autografo  si  conserv:!  nell'Istituto  Mazziniano  di 
Genova. 

(')    Intitolate:    «Ai    sottoscrittori    che    non    pagano,»    fu- 


lise.}]  KIMSrol.AKIO.  2'\~> 

(li    10   Iriiiiclii,  III!)   siete  inij^iiori  giudici.   Ter  ramoi- 
(li    Dio,   iioii    vi   ^itliitc,   (lUiind'iiiiclic   i-;icc();;liosl(%   in 

rono  piihlil.  nel  Ihncrc  del  10  (liccinln-c  iSCi-l,  e  riin'lutc  nel 
11.  successivo.  Sono  le  seguenti:  «  Moltissinii  sottoscrittori  .'il 
Dovere  uuii  hanno,  malgrado  i  nostri  fretiuenti  inviti,  versato 
il   prezzo   dovuto. 

«  Questi  sottoscrittori  ritiutaiio  alla  i)ul)l)licazione.  che  rap- 
presenta ci(-)  ch'essi  chiamauo  la  loro  fede,  la  meschina  soinniu 
(iiuiKii  di  ciiKjue  lire  italiane  I  Essi  ritiutano  a  un'iniiircsa  d'apo- 
stolat  I  morale  il  pagamento  d'un  (ìchito  che  iier  temenza  di 
disonore  e  di  peggio,  non  ricusereblx'ro  a  chi  provvede  ai  loro 
conforti    individuali  ! 

«  Questa  duiìlice  moralità,  (piesto  obblio  d'un  dovere  d'o- 
nore, questa  trascura nza  ingrata  a  uomini  che  affrontano  fa- 
tiche, noie,  persecuzioni  per  la  predicazione  d'una  fede,  vincolo 
comune  tra  essi  e  i  sottoscrittori,  è  una  vera  vergogna,  una 
Cilpa  che  pone  il  sorriso  sul  volto  degli  avversi,  il  dolore  e  lo 
sconforto  nell'anima  dei  buoni  che  si  sentono  abbandonati  da 
loro.  < 

«  Noi  mandiamo  a  (juei  sottoscrittori  un  ultimo  richiamo. 
Abhandi  nati  o  no,  seguiremo  finché  i)otremo.  INIa  il  giorno  in 
cui  dovremo  cadere,  ricorderemo  all'Italia  che  cademmo,  non 
per  guerra  nemica,  ma  per  meschina  avarizia  d'uomini  che  sa- 
lutarono, come  nostri,  l'apparire  del  Dovere  e  ci  al)bandona- 
rono  sulla  via.  —  Gius.  Mazzini.  »  F.  Campanella  vi  premise 
le  seguenti  parole  :  «  Abbiamo  caloro.samente  eccitato  più  volte 
con  avvisi  e  circolari  gli  Associati  morosi  che  sottoscrissero  la 
scheda  d'assdciazione  e  ricevettero  il  giornale,  per  uno  spazio 
di  tempo  pili  o  meno  limgo,  senza  pagarne  l'importo,  a  voler 
compiere  il  debito  loro,  onde  metterci  in  grado  di  poter  con- 
tinuare la  nostra  patriottica  impresa,  la  quale  non  ha  altri 
mezzi  finanziari  di  esistenza  che  quelli  provenienti  dalle  asso- 
ciazioni. Alcuni  di  essi  risposero  al  nostro  appello,  facendoci 
pervenire  l'ammontare  di  quanto  dovevano,  ma  i  più  (e  sono 
ancora  un  migliaio  circa),  si  ostinano  vergognosamente  a  fare 
il  s(n-d)  ai  nostri  giusti  richiami.  Ora  facciamo  un  ultimo 
tentativo  col  pubblicare  le  seguenti  linee  <li  G.  ISIazzini,  nella 
speranza  che  la  voce  autorevole  dell'uomo,  la  cui  vita  fu  un 
continuo    sagrificio    alla    patria,    desterà    un    po'    di    pudore    nel- 


u 


:>•;(•,  l'.nsi'oi. Alilo,  |ls(l-4| 

iniix'uni  dì  coHjiltovazioiic  frciiiicnlc,  (lUiimlo  vi  iiuui 
Cimo  i  colliiboiatovi  jh'I-  una  volta  la  selliniana.  Se 
riescile,  pi-oniovete  .uii'Ji<l''iiii'i/a  di  l'crlani,  di  (inali- 
li linnaroiio  il  i)roj>Taninia  ;  (')  e  chiedele  loro  un  or- 
(HnanuMilo  di  collaborazione  determinata.  Quanto  al 
diventare  jjiornalieri,  mutereste  natura.  E  rimar- 
rebbe necessità  d'un  organo  teorico  settimanale.  Tut- 
to (luesto  è  prematuro,  e  ne  riparleremo  se  collocate 
le  azioni.  Tiennii  a  giorno  di  questo. 

Ho  ])romesso  altri  1000  franchi  e  atterrò.  Ma 
ho  dato  quanto  aveva  alle  cose  —  cadute  —  nel 
Veneto,  e  non  posso  mandare  ora.  Antonio  (-)  anti- 
divi e  calcoli  sull'impegno  mio.  ^lauderò  500  franchi 
in  questo  mese,  e  500  —  se  non  posso  far  meglio  — 
nell'altro. 

Mandami,  ti  prego,  quel  libriccino  siciliano,  che 
m'hai  trattenuto.  M'è  assolutamente  necessario.  E 
benché  meno  di  questo,  anche  altre  pubblicazioni 
che  mi  mandano  dal  Sud,  mi  sono  utili.  IMi  son  dato 
con  volontà  feroce,  superiore  davvero  alle  mie  con- 
dizioni tìsiche,  a  conquistarci,  con  intenzioni  pra- 
tiche, il  Mezzogiorno  ;  ma  per  questo  m'è  necessa- 
rio non  negligere  alcuno,  non  violar  l'amor  proprio 
di   chi  mi  chiede  una  linea  sulle  sue  pubblicazioni. 

Antonio  t'avrà  già  detto  che  il  raccolto  pel  Ye- 


l'aiiimii  di  coloro  che  troviiiiu  esorbitante  «li  pagare  poche  lire 
(cinque  per  xin  anno  di  associazione  I).  delle  (inali  pnre  hanno  ri- 
cevuto  ]''e(iuivalente.  » 

(')  Oltre  al  Mazzini  e  al  Campanella,  avevano  firmato  quel 
programma  :  F.  De  Boni,  A.  Mario.  A.  Saffi,  A.  Bertani. 
M.  Quadrio.  F.  B.  Savi,  G.  Libertini.  G.  Guerzoni,  E.  Gua- 
stalla. C.  Corte.  G.  Asproni,  G.  Castellazzo..  A.  Martinati  e 
Ruiz  Pons. 

■(-)  Antonio  Mosto. 


flsCrH  KrrsTor  AKKi.  2:i7 

lido    (U'vVssiM-    mjuidalo,    pei'    ììwa'/aì    {Ml'l'iiità,    }il 
Comitiilo  (li   .Milano. 

Non  lavoio  più  clic  rc|nil)l)li(*aiiamentc.  Non  dol) 
liianio  Mioiii-  ncircMpiivoco.  Dichiarai  a  (incirasino  di 
re,  nel  contatto  —  provocato  da  Ini- —  cirio  ('hl)i 
pili  mesi  atldieti-o  i»er  Tiinpresa  N'eneta,  che,  s'ei  non 
manteneva  i)raticamente  le  dichiarazioni  circi  mi 
faceva,  avrei  ])ortato  tutta  l'attività  che  mi  rimane, 
sulla  (juestione  interna,  e  i>li  teri'ò  la  ])ai-ola  :  non 
per  dis])elto  verso  lui,  baila,  ma  peichc  veramente 
non  v'è  ])in  via   fuorché  (piesta. 

Tuo  semi)re 

Giuseppe. 


VMMDCVI. 

A  Benedetto  <'.\ik()i.i.  a  Torino. 

[Londra,  5  dicembre  1S04]. 

Fratello, 

Il  moto  Friulano  è  finito.  E  per  la  stima  singolare 
che  fo  <li  voi,  vi  debbo  conto  delle  mie  idee  e  delle  mie 
determinazioni  per  l'avvenire;  tanto  ch'io  sappia  del- 
le vostre  e  non  fosis'altro  s'evitino  tra  noi  men  che 
giuste  interpretazioni. 

Abbiamo  innanzi  due  grandi  questioni,  la  que- 
stione nazionale  e  la  politica. 

VMMDCVI.  —  Pubbl.  in  M.  Rosi,  L'Italia  odierna,  ecc., 
cit.,  pp.  131.5-1.317.  L'autografo  .si  conserva  presso  s'ii  eredi 
C'airoli.  V'è  stata  tagliata  in  fondo  la  firma,  e  forse  un  i)ost 
scriptitiiì.  A  tergo  di  esso,  di  pxigno  del  ^Mazzini,  sta  l'indirizzo: 
«  Ben.  ('[airoli].  » 


2:is  fn»iRToi,Afuc).  fl8«^41 

Quest  ultima  diventa  tanto  pili  impoi-tante  (luauto 
diventa  ojìhì  jriorno  piti  la  \  i.i  ])iù  probabile  a  scio- 
jilier  la  piinia. 

Pei-  parte  mia,  come  <iià  vi  dissi,  non  lavorerò 
più  se  non  repubblicanamente,  cioè  a  onlinare  com- 
patta la  parte  rei)ubblicana  e  a  cercare  di  con(pii- 
starle  altri  elementi. 

11  primo  lavoro  è  naturalmente  segreto:  il  se- 
condo pubblico,  d'apostolato. 

Due  associazioni,  ambe  repubblicane  unitarie,  son 
già  in  attività  d'opere  in  Italia;  queste  associazioni 
chietlono  d'esser  dirette  da  me.  Lasciate  sole,  si 
sfo<i:aiio  in  bollettini  imprudenti,  etc.  Ho  dunque 
accettato  e  intendo  dirigerle  a  uno  stesso  fine,  esten- 
derle (pianto  i»iii  posso,  affratellare  in  esse  quanti 
elementi  nostri  mi  verrà  fatto,  costituire  una  vera 
forza  oi-dìnata. 

\"entrano  (pianti  promettono  di  promovere  rap(> 
stolato  rei>ubblicano  unitario  —  di  seguire  ogni 
moto  nazionale  che  sorgesse  nell'intervallo  e  sotto 
([ualuncpie  bandiera,  ma  continuando  l'apostolato 
lino  a  che  il  fine  non  sia  raggiunto  —  di  seguire 
le  istruzioni  che  avranno  dai  loro  capi-nucleo  ogni 
(jualvolta  non  siano  coutradittorie  allo  scopo  ac- 
cettato o  respinte  dalla  loro  coscienza  —  di  serbarle 
segrete. 

Bollettini  esciranno  ad  ogni  quindici  giorni  sia 
da  me.  sin  da  un  Comitato  Centrale  esistente  che 
deve  rimanere  segreto  a  tutti  e  che  firmerà  con  al- 
cune lettere  iniziali.  Ogni  lagnanza,  ogni  dissidio, 
ogni  consiglio  di  modificazione  verrà  a  me  come 
centro  visibile. 

Il  N'eneto  rimarrà  sempre  punto  obbiettivo  del- 
l'agitazione. Se  mai,  ciò  che  ciedo  ora  difficilissimo, 


tiswi  EPisTor.ARro.  2S(» 

quando  non  ci  riesca  raccogliere  somme  abbastanza 
l'orti,  si  liescisse  a  un  secondo  moto  più  fortemente 
iniziato,  le  associazioni  adiranno  per  secondare:  se 
il  Governo  s'opporrà  e  si  troveranno  abbastanza 
forti,  adiranno  contro  il  (Joverno.  Altri  casi  d'op- 
portunità saranno  un  colpo  di  Stato  o  sospensioni 
di  i»narentij>ie,  una  nuo\;i  cessione  di  territorio 
—  etc. 

V'è  la  suprema  necessità  di  raccogliere;  e  questo 
esige  condizione  prima  il  serbare  intatte  e  accumu- 
lare quasi  la  totalità  delle  somme  raccolte.  Se  aves- 
simo, per  vasti  mezzi  anteriormente  raccolti,  i)otnto 
aiutare  fin  dalla  prima  settimana  i  nostri  del  Fi-inli 
coi  volontari,  riescivamo  probabilmente  a  dare  al 
moto  dimensioni  im])ortanti. 

Pj  innlile  illudersi  sni  ricchi:  inutile  e  indeco- 
roso stn<liar  modi  in  In<;hilterra  o  altrove.  Non  ab- 
biamo se  non  una  via  :  lunga,  faticosa,  esigente  co- 
stanza di  lavoro  minuto:  ma  unica;  e  bisogna  (juindi 
tentarhi  :  cacciai-si  tutti  nelle  associazioni  ed  esten- 
derle: versare  ciascun  di  noi  una  (juota  mensile: 
far  ciascun  di  noi  centro  d'un  piccolo  nucleo  che 
versi:  in  in  ini  uni  un  franco  mensile  per  la  classe 
media  e  50  centesimi  per  gli  operai:  procacciare,  cia- 
scun nucleo,  offerte  d'un  franco  o  piti  per  una  volta 
tanto  da  (luei  che,  sebbene  patrioti,  temono  di  le- 
garsi ;i  una  organizzazione:  stendere,  mercè  questo 
lavoro  d'associazione,  le  contribuzioni  a  tutte  le  pic- 
cole località.  CVnto  mila  tra  affratellati  e  contri- 
buenti esterni  al  mese  darebbero  un  milione  e  200,000 
lire  in  un  anno.  E  se  ciascuno  di  noi,  grandi  e  pic- 
coli nel  Partito,  s'astringesse  religiosamente  a  for- 
mare il  ])roprio  ])iccolo  nucleo,  non  sarebbe  impos- 
sibile raggiungei-e  la  cifra. 


1»|(>  WIBTOLAKKI.  (tS(i4] 

Il  l;iv(H(»  sc^irU)  tciidci'A  segna (aiiUMito  al  Mez- 
zogiorno iiiM-  lanie,  a  tcnipo  dclùlo,  una  l»asc*  (Pope 
jazione. 

Ter    la    iialiiia    di'  (picslo    lavoro    voi    vedete   che 
nfè    l'orza    di    piocedere    indipendenle  da    ogni   altro 
("entro.  (Miiederò  via  via  agli  indivi<lni  inllnenti  cli'io 
slinu)    se    conseiiloiio    di    lavorare    con    me    fraterna 
niente  airini])resa. 

Tra  noi  è  debito  d'essere  fi-anclii.  \'oi  e  gii  amici 
vostri  siete  tro])po  devoti  al  paese  per  non  ricevere 
e  discutere  imparzialmente,  Iraternamente,  le  mie 
j)roposte,  com'io  inter[»retei-ò  fraternamente  il  ri- 
tinto, se  per  disavventura,  darete  riliuto. 

Come  Comitato  Centrale  voi,  secondo  me,  non 
])otete  i)iu  uniticare  il  Partito.  I  i>iù  vogliono  ])ro- 
gramma  più  ardito  e  chiaro.  Le  Associazioni  che  ti- 
niranno  ]>ure  ])er  raccogliere  gran  numero  dei  nostri 
non  possono  riconoscer  dne  centri. 

Come  individui,  siete  jireziosi,  indis]>ensal)ili  e 
l)otete  gittare  nn  gran  peso  sulla  bilancia. 

Secondo  me,  sciogliendovi,  vi  liberereste  senza 
urtare  alcuno  d'ogni  contatto  inutile  o  creduto  pe- 
ricoloso dairopinione  del  Partito. 

\'oi  dovreste  farlo;  e  riunirvi  poi  quetamente, 
scegliendo  i  migliori,  in  piccole  Commissioni  s])eciali 
con  lini  determinati  e  in  contatto  con  me. 

V"è  necessità  d"un  lavoro  d'organizzazione  tra  i 
20  o  25  mila  garibaldini  dell'antico  esercito,  dispersi, 
i  pili  dimenticati,  ignorati.  S'anclie  non  potessero 
raccogliersene  ortlinati  pili  di  2000,  sarebbe  già 
molto;  ciascuno  di  loro  potrebbe  o  entrare  in  una 
delle  due  Associazioni  o  non  foss'altro  farsi  capo- 
nucleo  per  raccogliere. 

Ve  necessità,  come  dissi   più  volte,  d'un   lavoro 


[18041  rn'isToi-AKio.  241 

sistematico  neirEsercito.  Questo  lavoro  è  già  comin- 
ciato ;  ma  bisogna  estenderlo. 

\"è  necessità  di  commissioni  molteplici  liuan- 
ziaiie. 

\"è  necessità  d  unificare  la  Stampa  e  concen- 
trando in  pochi  organi  tutte  le  forze,  farne  potenza. 
11  Diritto  —  seguendo  sul  terreno  più  indipendente 
scelto  dopo  la  Convenzione  —  il  Dovere  come  organo 
settimanale  —  YUnità  Italiaiia  —  e  possibilmente  il 
l'opolo  (l'Italia  —  dovrebbero  essere  gli  organi  del 
Partito  e  unificare  più  sempre  le  loro  tendenze.  TI 
Dorerò  manca  di  collaboratori;  bisognerebbe,  aiu- 
tando r  emissione  d'Azioni  che  sta  ora  facendosi, 
])orlo  in  grado  di  retribuire  tutta  la  collaborazione; 
poi  collaborarvi,  migliorarlo,  ridargli  importanza.  . 
Dei  tanti  che  ne  firmarono  il  Programma,  quasi  ues- 
sun.o  vi  scrisse:  Guerzoni,  collaboratore  prezioso,  lo 
abbandonò.  Il  Dorere  esiste:  è  letto  assai  larga- 
mente; ed  è  un  vero  peccato  l'abbandonarlo. 

Questi  e  altri  fini  speciali  dovrebbero  determi- 
nare tra  voi  la  formazione  di  Commissioni  speciali 
con  zone  determinate,  tanto  da  non  cozzare  con 
altre  esistenti  altrove. 

Non  ho  bisógno,  parlando  a  voi,  d'estendermi. 
I  particolari,  se  c'intendessimo,  verrebbero  dopo. 
Vorrei  che  comunicaste  queste  mie  vedute  a  Guer- 
zoni, Guastalla,  Nicotera,  Corte,  Miceli,  Bertani,  e 
qualch'altro  dei  migliori  e  più  attivi  vostri.  Non  ho 
bisogno  neanche  di  dirvi  ch'esclndo  dalla  comuni- 
cazione non  solamente  Mordini,  Crispi  e  simili,  ma 
anche  taluni  tra  i  vostri  che  stimo,  ma  la  cui  ten- 
denza a  una  perenne  incertezza  e  timidità  politica 
rende  assolutamente  inutile  il  discutere  con  essi  un 
lavoro  come  quello  che  io  imprendo  e  propongo  a  voi. 

Mazzini,  Scritti,  ecc.,  voi.  LXXIX  (Epistolario,  voi.  XLVIII).     16 


242  KrisroiAino.  (iscil 

Non  vi  soiprenda  se  ni  tutto  <iiie.sto  non  ho  detto 
IKirolii  (li  (J5iiib[jildi].  Egli  Ini  una  posizione  spe- 
ciale: capo  naturale  d'o}i;iii  azione,  ei  sarà  sempre 
ciipo  accettato  (Toj^iii  impresa  mizionale;  e  n(m  v'è 
neppure  bisogno  di  dirlo.  Ala  (|u;into  ;tl  lavoro  pro- 
posto, ei  giace  ancora  davanti  all'Italia  malcontenta 
sotto  il  jK'so  d'un  e(piivoco  che  dovrebb'esser  cessato 
da  due  anni.  Lavoro  continm»  de'  suoi  amici  più  cari 
dovrebb'esserc  di  farglielo,  a  poco  a  poco,  intendere. 
l'Ila  paioli!  sua  concorde  colla  nostra  sarebbe  la  pili 
grande  coiupiista  Italiana  possibile.  K  forse  l'avremo, 
ma  non  prima  d'avergli  provato  che  l'Italia  attiva 
sarà  con  noi. 

Vogliate  essermi  cortese  d'una  risposta,  tanto 
che  io  sa])pia  come  stiamo  tra  noi.  Comunque,  io 
vi  stimerò  e  amerò  sempre,  anche  deplorando  che  noi 
non  possiamo  ])rocedere  uniti. 

Vostro  sempie 
Giuseppe. 


VMMDrVTT. 

:i  MAOAisrE  Marie  D'Agoui.t,  à  Paris. 

[Londre.s],  5  déoembre   [1804]. 

Merci  pour  votre  lettre  du  22  novembre. 
Le  congrès  onvrier  a  eu  lieu.  On  y  a  décide  une  fé- 
dération  des  associations  ouvrières  Italienues,  on  y  a 

VMMDCVII.  —  Puhhl.  in  G.  Mazzini.  Lettres  à  U.  Stern, 
ecc..  cit.,  pp.  59-(>4.  L'iiutografo  si  consei'va  nel  Museo  del  Ri- 
sorgimento di  Roma  (fondo  E.  Xathan).  È  in  una  busta  che  di 
mano  ignota  ha  l'indirizzo  :  «  Madame  d'Agoult,  11.  Rue  de 
Presbourg.    Paris.  »    La    data    si    completa    col    timbro    postale. 


[1,S()4I  LTIHTOI.ARIO.  24[i 

vote  iiu  Acte  (le  Fraternité  que  je  njii  pus  en  ce  mo- 
ment, mais  que  je  tàcherai  de  vous  envoyer:  (')  oii  y 
a  élii  un  Conseil  Central  de  cinq  membres  pour 
dii-i<j;ei-  l'application  progi-essive  pratique  de  l'Acte. 
Je  ci'ois  que  ce  Conseil  lésidera  à  Cénes,  Mais  je 
vous  parlerai  encore  de  tout  cela  sous  peu.  Ce  lien 
établi  est   chose  importante. 

J'ai  cu  ici  des  qiierelles  sans  tin  pour  les  tables 
tournantes;  et  je  regrette  on  ne  peut  plus  que  notre 
ami  le  Docteur  y  tienne.  11  n'y  a  rien  là  qu'un  symp- 
tóme:  quaud  les  hommes  ne  croient  plus  à  Dieu, 
Dieu  s'en  venge  en  les  faisant  croire  à  Cagliostro, 
au  Comte  de  St.-Germain,  aux  tables  qui  tourneut. 
Tout  ce  gàchis  de  tables  en  convulsion,  de  mcOiuìiia 
qui  font  traile  et  marchandise  des  àmes,  d'esprit  bé- 
gayant  alphabétiquement  je  ne  sais  queìles  sottes 
réponses  à  de  sottes  questious,  m'irrite  comme  une 
profanation  de  la  sainteté  de  la  mort.  Quand  je  songe 
que  si  je  m'avisais  de  leiir  demander  une  conversation 
avec  ma  mère,  ces  gens-là  la  feraient  arriver  dans 
un  cercle  de  sceptiques,  d'hommes  Idasés  en  gants 
jaunes  et  de  dames  en  crinoline,  pour  avoir  une  en- 
trevue  avec  sou  tìls  et  lui  débiter  des  lieux  communs 
bornés  aux  demandes  qu'on  lui  adresserait,  je  me  sens 
pris  de  dégoùt.  Il  n'y  a  presque  rien  que  je  ne  puisse 
croire  dans  un  moment  exceptiounel  avec  un  étre  ex- 
ceptionnel  par  la  croyance,  par  l'amour,  par  l'entliou- 
siasme,  par  la  doulenr,  à  minuit,  dans  la  solitude, 
sous  un  effort  suprème  de  concentration  et  de  vo- 

(')  T'n  primo  schema  {\AV Aito  di  Fritfeìluir.u  delle  So- 
cietà Operaie  Italiane  fu  pubbl.  nel  Giornale  delle  Associazioni 
Operaie  Italiane  dfl  ;>!  luglio  lSfi4.  P^u  leggermente  modificato 
durante  le  discussioni  del  Congresso  di  Napoli,  e  dato  a  luce 
in   questa    forma   nel    Pffiolo   d'Italia   del    31   ottobre   1864. 


244  KPisroi.ARio.  [18641 

louté.  ^lais  (laus  une  séaiice,  à  uni'  heure  fixe,  au 
niilii'u  dlioniuies  désdnivrés  et  de  feinmes  légères,  un 
ètre  obseur,  souveni  au  dessous  du  niédiocie,  sou- 
vent  payé,  auiait  puissance  «1  évoiiuei-  réclielle  de 
Jacob  à  con<lition  qu'on  touche  un  uioiceau  de  bois 
et  qu'on  commuuiciue  par  tic-tac I  Et  remaiquez  que 
depuis  viugt-cinq  aus  de  contact,  ce  monde  d'es])i'lts 
ne  nous  a  ])as  révélé  une  seule  vérité  ignorée  jus- 
(ju'ici.  Tàchez  donc  de  guérir,  au  noni  de  Reyuaud, 
ce  brave  Docteur, 

Si  j'allais  au  pouvoir  et  si  je  consentais  à  avoir 
une  l'olice,  je  ferais  Mordiui  Directeur.  Cet  lionime 
aurait  la  ligne  droite  à  parcourir,  libre  de  tout 
obstacle,  devaut  lui,  qu'il  clioisirait  une  ligue  oblique 
et  brisée.  De  plus,  il  vise  à  un  Ministère  qu'il  n'aura 
pas.  Je  l'ai  connu  pendant  de  lougues  anuées  avant 
'59.  Je  l'ai  revu  à  Londres  il  y  a  un  an  ;  (^)  et  je  lui 
ai  dit  (ju'il  se  perdait  avec  nous  sans  gagner  les 
autres.  Il  est  intelligent,  beau  parleur,  assez  brave, 
bon  enfant  dans  la  vie  individuelle  ;  mais  dans  la 
vie  publiijue,  il  glisse  et  n'appuye  pas.  A  force  de 
tactique  et  d'ambition,  il  nous  a  démerabré  notre 
gauche  i)arlementaire,  ce  qui,  au  fond,  ne  m'importe 
nullement. 

X'atteudez  pas  pour  vous  quereller  avec  moi,  si 
l'envie  vous  en  prend,  que  le  bonlieur  m'arrive.  J'y 
ai  renoncé  depuis  1886;  reuoncé  si  bien  que  le  mot 
Seul  sufflt  à  m'effrayer  comme  une  déception  ener- 
vante. Je  suis  si  bien  mort  à  tout  esporr  individuel 
que  je  reconnais  ceux  que  j'aime  non  pas  à  la  Jole 


(0  Veramente,  nell'aprile  del  1864,  quando  il  Mordini  andò 
a  Londra  durante  la  visita  che  vi  aveva  fatto  Garibaldi.  Ved. 
la  lett.  VMMCCCXLVIII,  nel  voi.  LXXVIII.  p.  131. 


lise.  !|  KiMKToi.Aitto.  24r» 

(lll'ils    IMI'    (loillU'llt    lllJlis    ;i     1;|    (lonlcUl-   (lllils    pCIlVCllI 

me  (loiiiicr. 

DtMiurm  |>('iit  rtic  j'inii;ii  hi  licriic.  -le  voiis  (''cri- 
i;ii  nprrs.  INnii-suivrez-voiis  votir  ti;iv:iil  sin-  (Joellie 
siuis  iiiterviiption?  .]'i\\  bicii  (.'iivie  do  noiis  ciivoycr 
(liu'huu's  ]);i<i[('s  A  nioi,  iiisóiH'cs  il  y  ;i  (luiiizc  ans 
pout-òtre  «laiis  iiiic  Hóvue,  sur  lìyroii  et  (loethe; 
mais  j"ai  imi  v.tiii  rlH'i-clu'  le  uiaiiiiscrit  (ine  je  crois 
a\(>ir,  ])t>iiitant.  -le  iToublie  pas  lues  notes  antobio- 
iiiaplii(Hies. 

Adieu  poui-  anjonid'liiii,  ^Madame  et  amie.  Je  suis 
mieux  de  (ine]<ine  chose  d'assez  sérienx  (ine  j'avais: 
mais  j'ai  maiulenanl  mi  gios  rliume  et  ne  fais  (pie 
tousser.     Tàeliez  d'èti-e  bien. 

Votie  ami 

Joseph. 

Je  viens  de  lire  le  dernier  livre  de  Michelet.  (^)  .Je 
le  rej^rette.  Oet  homme,  (jiie  fai  tant  admiré,  (-)  éerit 
aiijoni'd'liiii  à  la  liate,  en  Mazei)pa  de  Fintelligenee, 
comme  (inebiu'un  (ini  sent  la  mort  approcher.  C'est 
un  eauchemar,  une  course  d'amant  de  Léuore  à 
travei's  tout  ce  (pi'il  a  vu,  couun,  senti,  reucoutré 
dans  la  vie,  se  dressant  ])èle-méle,  tourbillonuaut 
SUI-  la  l'oute.  Point  de  calme:  ])()int  de  recueille- 
nient  :  i)()int  de  séréuité,  de  triomplie  après.la  re- 
clieiche.  Eciit  dans  la  fièvre,  ce  livre  donne  la  fièvre. 
l)is])roportion  entre  les  parties:  vinjit  paijes  sur 
le   RaìiKiì/ana,  trois  sur  le  Cliristiauisme  :   pas  une 

(')   La    Bilie    de    rHumanite    (Paris.    18G4). 

(^)  Col  Michelet  il  Mazzini  era  stato  nel  1850  in  cor- 
rispondenza epistolare.  Veci,  le  lett.  MMDCCCLXXXVIII  e 
MMCMVII,    nel    voi.    XLII     pp.    271    e    305. 


2J(;  KPIHTOI.AKIO.  |isr(4| 

sili-  Ir  r.onddliisiiic,  |>:is  uiM'  sur  hi  lióroruic.  Il  y 
il  (Ics  |);i;;,i's  (|ir<)ii  lu'  r()ini)i-eii(l  i)as  :  Uabyloiie, 
.Milliia,  la  IMuMiicie.  Le  sentiiiRMit  «hi  Progrès,  et  en 
niOnu'  1('ini)s  riOdénisine:  oii  dirait  que  tout  se  trouve 
tlaiis  \v  poème-i'omaii  du  h'amaiiana.  Au  lieu  de  nous 
montrer  comment  toutes  les  chapelles  que  riiomine 
a  élevées  vienneiit  t'ornuM-  le  Paiitliéon  que  l'Huma- 
nité  edifìe,  à  travevs  la  suite  des  ages,  ;\  Dieu,  on 
dirai  un  é(  roulement  univevsel  des  temples,  au  mi- 
lieu du<|uel  riiomme  pevdant  la  téte  a  envie  de 
se  sauvei-  dans  le  Doute.  Comment  appeler  cela  un 
livre  sacre?  Les  feuillets  volent  je  ne  sais  où  dans 
Touragan  éternel,  dans  «la  bufera  infernal  che  mai 
non  resta  »  de  notre  Dante.  Et  vous,  (ju'en  pensez- 
vons?  ()ì)  apprenez-vous  dans  la  BilJÌe  de  VITuma- 
tiité'!  ;^Llrchons-nous  à  une  transformation  religieu- 
se,  à  une  philosophie,  à  un  polytliéisme  nouveau,  ou 
à  Tantliropomorphisme?  Avons-nous  une  Lei  on  non? 
D'où  venons-nous?  Où  allons-nous?  Par  quelle  voie? 
par  <iuel  pont  lance  entre  Dieu  et  Fliomme?  Y  a-t-il 
un  Seul  mot  de  cela  ? 


VMMDCVIII. 

AD  Antonio  Mosto,  a  Genova. 

[Ldudral.  .5  cliceml)re    [1S()4J. 
Caro  Antonio, 

Lisez   l'incluse   et   faites-la    parvenìr.   Il   est  boii 
(pie   vous    sacliiez   la    conduite  que  je   tiens.   Quant 

VMMDCVIII.  —  Inedita.  Da  una  copia  conservata  nel  Mu- 
seo  del   Risorgimento   di   Roma    (busta   156,    u.   30).   È   la   tra- 


lisci)  KPISTOI.AKK).  -'^ 

51  vous,  vous  étcs  iiotre,  mais  n'pondcz  -À  ce  <in<'  je 
(IcMiiande  dans  mes  lettres  précódentes.  Nous  voulons 
trioinplun-  de  nos  advorsaires  :  j'y  consaci-e  les  der- 
iiiei-s  jonvs  de  ma  vie.  Aidez-moi. 

Sei-i-ez   la    maiii,   si    voiis   i»()nve/   les   voir,   à    To- 
l[azzi],    Andr[eiizzi]    et    C[ella]    C)   poni-   moi. 

Joseph. 


VMMDCIX. 

aO  Aurelio  Saffi,  a  Londra. 

[Londra,  !)  (leciMiil)re  1804],  venerdì. 

(.'aro  Aurelio, 

Facciamo    (lunque,    digrignando    i    denti,    anche 
(piesta  buona  opera.  Eccoti  una  Lista  pel  Dani  :  verrà 

duzioue  francese  della  lett..  della  (juale  fu  .sequestrato  l'au- 
tografo dalla  polizia  austriaca,  e  quindi  avviato  a  destinazione, 
come  si  fece  per  la  lett.  a  B.  Cairoli  a  pag.  237,  pure  tra- 
dotta in  francese  e  unita  alla  presente.  Fu  trascritta  dal  prof. 
Silingardi  nella  redazione  francese,  che  si  conserva  nell'Archivio 
di    Stato   di    Modena. 

(•)  Nel  Moi-iinenfo  di  Genova  dell'll  dicemlire  1864  si 
leggeva  :  «  L"altr'ieri  furono  a  Genova  i  signori  Tolazzi  e  An- 
dreuzzi,  gli  intrepidi  capi  delle  bande,  che  levarono  il  vessillo 
tricolore  sulle  montagne  del  Friuli.  Essi  andarono  a  Caprera  a 
salutare  il  General^e  Garibaldi.  »  TI  ("ella  era  rimasto  a  B(.- 
logna.  Ved.  il   Corriere  dell'Emilia  di  quello  stesso  giorno. 

VMMDCIX.  —  Publil.  da  G.  Mazzatinti.  Lettere  di 
a.  Mazzini,  ecc..  cit..  p.  811.  L'autografo  si  con.serva  nel  Mu- 
seo del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  A.  Saffi).  È  in  una  busta 
che,  di  pugno  del  Mazzini,  ha  l'indirizza  :  «  A.  Saffi.  E.sq.  12. 
Grafton  Street.  New  Bond  Street.  W.  »  La  data  si  ricava  dal 
timbro    postale. 


24S  KIMSTOI. Alilo.  ll.SCill 

(la  le:  diiili  clic  le  ilio  nunidat}!,  con  una  liia,  clic 
a\rai  appena  ti  vedo.  Firma.  (Jli  ho  sci-itlo  e  dato 
sci  o  sette  nomi.  J>aj,dicnc  tu  jmi-c,  se  ]»noi,  e  (Jioi-- 
i»ina.  Cci-ca  persuaderlo,  come  lio  latto  io.  clic  non 
deve  sperare  di  riescir  (pii  con  idee  militari  o  con 
altre.  Addio, 

Tuo  sempre 

GlUSKI'PK. 


\^MMDCX. 

A  Felick  Da(.ìnino,  a  Genova. 

[Londra].   10  ilic-cinl.iv    |1S(H1. 

Caro  Felice, 

Ebbi  la  vostra.  Scrissi  a  M[osto],  ma  non  ne 
Ilo  finora  risposta.  Il  tempo  corre.  Il  lavoro  che 
im])rendiamo  è  serio.  E  quella  Circolare  con  alcune 
linee  del  Comitato  che  s'annunzii  impiantato,  è  per 
noi  essenziale.  Senza  quella  io  non  posso  andare  in- 
nanzi. Ora.  il  sistematizzare  TAssociazione  è  cosa  ur 
jicnte.  Un'altra  Associazione  ji,ià  forte  in  Sicilia  e 
che  mette  ])ure  capo  a  me,  la  Vitd  Xuora,  è  già  in 
contatto  fraterno  colla  Falange  di  Nap[oli]  e  finirà 
per  assorl)irla  e  stendersi  sola  nel  Sud.  Bisogna  ser- 
bare la  Falange  al  Centro  e  al  Nord.  Se  (juindi  la 
Circolare  non  fosse  ancora  stampata,  sarebbe  bene, 
nelle    linee    del    Comitato    Centrale,    fare    allusione 

VMMDCX.    —    Inedita.    L'autografo    si    conserva    nell'Isti- 
tuto Mazziniano  di  Genova.  Non  v'è  indirizzo. 


[1S(H|  l.l'ISTOI.AUK).  -Il) 

;iirjiss()(i;i/,i()iu'  sonali;!,  dicendo:  «  Il  CoiiiìImIo  Ccii- 
lijilc  dellii  l'^iliiii^c  intende  conimi ic;ii-e  hi  Circo- 
I;ii-e  di  (I.  Mi  azzini],  non  solamente  alle  se/ioni 
della  Falange,  ma  ai  fratelli  nostri  (Toj^ni  altra  as- 
sociazione diletta  esi)licitamente  allo  stesso  intento 
e  seguente  le  stesse  intenzioni.  »  Fate  di  mandar- 
mene non  mia  ma  pili  copie,  dieci.  Mostrate  (pieste 
linee  ai  due  e  pregateli  da  parte  mia  di  sollecitare. 

Quanto  al  Consiglio  Centrale  delle  Associazioni 
Operaie,  è  cosa  degli  operai  stessi  e  tocca  ad  essi 
il  protestare  contro  il  far  nulla  del  Consiglio.  11 
Consiglio  dovrebbe  aver  già  dato  fuori  un  Manifesto 
alle  Associazioni,  annunziando  la  pro])ria  attività: 
allora,  indii-izzerei  consigli,  proposte.  Oggi,  non  so 
ancora  dove  risieda.  La  Federazione  era  un  fatto 
importante  al  (juale  bisognava  subito  dare  rilievo. 
Ma  pur  troppo,  lo  spirito  d'inerzia  è  in  tutti,  fuorché 
in  me  vecchio  e  malato.  Spronate  quanto  potete,  e 
dove  potete. 

Quanto  ai  fondi,  ogni  fondo  che  andrà  al  Co- 
mitato Centrale,  comuntpie  buono,  sarà  per  la  na- 
tura delle  cose  speso  via  via  :  poi.  quamlo  verrà  un 
secondo  tentativo  Veneto,  ci  troveremo  senza  un 
soldo,  costretti  a  raccogliete  e  indugiare  gli  aiuti 
tìnclié  il  moto  sia  spento.  Oggi,  non  ci  dovrebb'es- 
sere  che  una  Cassa  intangibile  in  mano  sicura  e 
sempre  accresciuta.  Se  il  lungo  tempo  passato  non 
convince  tutti  della  necessità  d'un  vero  concentra- 
mento e  della  giustezza  delle  mie  vedute,  dispero  che 
siamo  mai  forti. 

Addio,  fratello  e  amico. 

Vostro  sempre 
Giuseppe. 


2r>U  KIMSTOI.AKIO.  11W41 


VMMDCXI. 

Al)   Antoxio  Fkigeuk),  Camillo  Biseo,  Marino   Bevilacqua, 
e  Giacomo  Plevani,  a  Brescia. 

[Londra].  10  dicembre  1864. 
Fratelli, 

So  ciò  che  avete  fatto.  80  ]»ure  d'alcuni  inconve- 
nienti che  accaddero  circa  a  munizioni.  Ma  so  so- 
])ratutto  il  vostro  zelo,  l'attività  che  spiegaste  mal- 
4;Tado  chi,  errando,  l'inceppava  ;  e  so  che,  credenti 
sinceri,  sarete  sempre  con  noi,  né  vi  stancherete  per 
ostacoli  o  delusioni.  Perché  i  nostri  martiri  non  si 
stancarono,  perché  a  tentativo  sottentrò  tentativo, 
perché  guardarono  al  Dovere  eia  compiersi  più  che 
al  risultato  immediato,  noi  abbiamo  in  oggi  quel 
tanto  che  abbiamo  d'Italia.  E  avremo,  persistendo, 
il  resto. 

Persistete  dunque.  Rimanete  concentrati  agli  ami- 
ci di  Mil[ano]  —  a  chi  capitanò  l'impresa  aiutata 
da  voi  —  a  me  che  sono  deliberato  di  consecrare  quel 
tanto  d'attività  che  mi  resta  allo  scopo.  Non  lottate 
con  altri:  non  accusate;  fate  che  in  quanto  concerne 
la  pubblica   agitazione,  il  Partito  appaia  unito;  ma 

VMMDCXI.  —  Pubbl.  in  Cenili  hiografici  e  storici  a 
proemio  del  testo  degli  S.  E.  I.,  voi.  XIV.  p.  elxj.  Ne  esiste  una 
copia  nella  Biblioteca  Queriniana  di  Brescia,  nella  quale  sono  in- 
dicati i  nomi  di  coloro  ai  quali  è  indirizzata  la  lett.  E  v'è  no- 
tato :  «  L'originale  è  in  mano  di  Bevilacqua  Maria  di  Legnago. 
Relativa  alla  tentata  invasione  nel  Trentino  e  ai  moti  del  Friu- 
li. »  I  patrioti  ai  quali  scriveva  il  Mazzini  facevano  parte  del 
Comitato  Unitario  Bresciano.  Ved.  G.  Locateixi-Milesi,  op. 
cit..  pp.  138-139. 


[1K04I  EPISTOLARIO.  251 

siate,  pei-  (lUiiiito  rijiuarda  l'a/ion»'.  il   lavoi-o  tacito, 
esclusivamente  con   noi.   11   concenti-amento  oj^'j^imai 
è  <li  assoluta  necessità. 
Abbiatemi 

vostro 
Gius.  Mazzini. 


VMMDCXII. 


[Londra],  11  diceuibie  1SG4. 
Amici, 

L'ultimo  fatto  del  Friuli,  tentativo  generoso  d'in- 
dividui die  preferiscono  il  combattere  airimprigió- 
namento  decretato  per  essi,  non  muta  il  disegno  ge- 
nerale del  Partito  d'Azione  cli'è  quello  di  preparare 
remancipazione  del  Veneto.  E  a  questo  scopo,  senza 
nuocere  alle  oiterte  volontarie  che  ])otranno  farsi  al 
momento  dell'azione  iniziata,  gli  uomini  del  Partito 
hanno  determinato  di  versare  mensilmente  un  franco 
nella  Cassa  comune. 

Panni    dovere   che   gli    amici   deiremancipazione 
Veneta  in  Londra  facciano  essi  pure  atto  d'adesione  ' 
versando  uno  scellino  mensile. 

Carlo  ^"ellturi  è  incaricato  di  dirvelo  e  d'iniziare 
le  riscossioni. 

vMMDCXII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Risorgimento  di  Roma.  A  tergo  di  esso,  di  pugno  del 
Mazzini,  sta  scritto  :  «  AflSdato  a  Carlo  Venturi.  »  E  subito 
dopo  la  firma,  si  legge  una  lista  di  nomi,  certamente  di  contri- 
buenti alla  sottoscrizione  :  «  A  Emilio  Nathan  —  David  Na- 
than  —  M.  A.  Rosselli  —  Fontanella  —  etc.  » 


l»r»li  KIMSTOI.AIUO.  I  is(;4 1 

('iasciiiio  «lei  conlrihuciili  iiiiMisili  non  dinienli- 
fliOrà,  spiM-o,  (r.-il'ten-ur  \  i;i  \  i;i  ()<xn\  oppoi-lnniiri  clic 
s'offrisse  mi  essi  |)('r  ;i\('ic  offci'lc  :il  di  fuori  del 
coirhio  dei  eontribueiiti  mensili. 

X'ostro  seinpie 
Gius.  Mazzini. 

V^ri\II)(^XllI. 
A  Madame  Mari  io  D'A'ìoi'lt,  ;i  Paris. 

I  Luiidicsl.    ir.  (lócciuhrf    I  iSf,!  1. 

Amie, 

Mei'ci,  bien  meici  |»<)ur  vos  li_L>nes  inipiiètes.  -le 
tousse  touj(Mirs.  voilà  font.  Mais  d'aiitres  eauses  oiil 
produit  moli  silence.  D'abord,  j'ai  beaiicoiip  trop  à 
faire  pour  Tétat  de  sauté  daiis  lequel  Je  me  trouve; 
ensuite,  j'ai  été  très  iiupiiet  pour  une  amie  intime  qui 
a  été  près  de  raourir:  je  le  suis  encore.  Mais  enfìn 
il  y  a  es])oir.  Tout  cela  ne  m'avait  ])as  empéclié  de 
lire  le  Dialoi;ne:  C]  mais  je  n'ai  pas  eu  un  moment 
pour  écrire. 

Je  n'ai  rien  qu'à  approuver.  C'est  une  mairnifìciue 
exposition,  une  saillante  analjse.  Vous.  savez  que 
j'aurais  voulu  vous  voir  trailer  des  (juestions  qui 
sont  effleui-ées  dans  votre  travail  ;  mais  vous  ne  le 
pouviez  pas. 

VMMDCXIII.  —  Puhhl.  in  G.  Mazzini,  Leitres  it  1).  Fifern. 
ecf..  cit.,  pp.  05-67.  L'autografo  si  conserva  nel  ]Museo  del  Ri- 
sorgimento di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  È  in  una  busta  ohe 
di  mano  ignota  ha  l'indirizzo  :  «  Madame  d'Agoult.  11.  Riie  de 
Presbourg.  Paris.  »  La  data  si  completa  col  timbro  postale. 

(')  l'no  dei  cinque  Dialofjues.  Dante  et  Goethe,  dapprima 
apparsi  nella  Revue  Gennanique,  riuniti  poi  in  voi. 


[ISCVi]  KPISTOr.AKIO.  2')'.' 

Te  ip<;iette  Tabsenoe  (ruu  détail  que  voiis  poiinez 
peutètre  iiisórer  daiis  le  livre:  c'est  celui  de  iios 
trois  oonleui-s  itnliennes  remoiitant  à  Dante.  11  en 
hahille  iieatilce.  ^ul•^^  XXX,  v.  :'>1-.S8  et  il  les  jiar- 
tages  entie  les  trois  l'emmes  du  eh.  XXIX,  v.  122-2(5. 

Vos  dei-iiièi-es  ])aij;es  sont  bieii  belles. 

Malli teuaiit,  poiirciuoi  ii'aime-je  pas  la  Frauce? 
l'arce  que,  orgiielUeux  que  vous  ètes,  je  ne  crols  pas 
que  Dleu  lui  alt  Inféodé  Yinitiative  perpétuelle  qui 
fausse  lilstorlquement,  nle  le  Progrès,  regalile  et  l'as- 
sociatioii  des  Peuples,  et  perpétue  le  dogme  nio- 
narcliique  au-dessus  des  individus  de  l'Humanité, 
les  Nations  ?  Farce  que  je  ne  vous  alme  pas  à  Kome  ? 
l'arce  que  je  repousse  le  matérlalisme,  l'exclusivisme, 
Tabsolutisme  de  vos  faiseurs  de  systèmes  soclalistes.? 
\'oyons,  pourquoi.  Lorsque  je  commendai  à  rèver 
d'Italie  ou  disait  cliez  nous  Franqais  pour  dire  pa- 
triot e,  Autriehien  pour  dire  servile.  Paris  était  pour 
nous  l'Arche  Salute,  ou  comme  on  le  dit  modeste- 
ment  chez  vous  le  «  cerveau  du  monde.  »  Il  y  avait 
alors  une  Haute  Vente  menée  par  Buonarroti  qui 
nous  excommuniait  aussitòt  que  nous  parlions  de 
faire  quelque  cliose  pas  nous-mémes.  Je  vis  de  suite 
que  la  première  cliose  à  faire  c'était  de  redonner 
une  conscience  libre  à  mon  peuple.  Et  je  me  permis 
do  dire  qu'on  ne  serait  jamais  digne  d'étre  libres 
tnnt  qu'on  attendrait  la  liberté  comme  une  aumòne. 
•Te  combattis  la  Charbonnerie.  Je  répétai  à  satiété 
(lu'il  ne  devait  y  avoir  ni  homme-roi  ni  peuple-roi. 
1^1  18-^5  j'éerivis  dans  votre  Rcvue  Répiihìicaine  qu'il 
y  avait  mi  vide  en  Europe;  (^)  que  depuis  1815  lini- 

C)  Neirart.  :  De  Vinitiative  réroluticfìnaire  en  Europe.  Ved. 
l'ediz.   nazionale,   voi.   IV.   pp.   122-151. 


204  KJ'isToi.AHH).  [l.sr>4J 

li;ttiv('  (''(ait  vacante  el  (ine  toni  penplc  ponvait, 
cM  vonlant,  la  saisir.  Sont-cc  là  mes  crinies?  J'ui'- 
Jcz  nioi  «Ione  (le  nies^  lendanccs  lyranniqnes. 

•  le  v(»is  (|ne  la  Jieviie  (ì crina iiique  va  trouver  Je 
monde,  riiisloire,  la  leligìon,  je  ne  saits  quoi  encore, 
(lans  le  llvie  de  Michelet.  Dien  !  que  vons  ave/.  <lfi  me 
tionver  liérétitine! 

Adien  poni-  anjoni-d'hni ;  [)as  poni-  long-temps. 
(loil  hi  (SS   ijoii! 

JOSEI'II. 

VMMDCXIW 

A  Giuseppe  Facchini  e  Pelizzaki. 

[Londra].  lt>  dioeiulnt'   [lSt;41. 
Fratelli, 

Mandai  una  stretta  di  mano  a  tutti  i  buoni  e 
piodi  compagni  dell'amico  mio  Bezzi;  ma  sento  il 
bisogno  di  mandarne  un'altra,  caldissima,  a  voi.  So 
la  vostra  risposta  agli  operai  di  Alessandria;  (^j  so  la 
lede  dell'anima  vostra;  so  il  modo  costante  con  cui 
la  raijpreseutate  negli  atti  menomi  della  vita.  Non 

VMMDCXIV.  —  Pubbl.  da  G.  E.  Curàtulo.  op.  cit., 
pp.  310-317.  —  G.  Facchini  era  un  operaio  bresciano;  tanto 
lui,  quando  il  Pelizzari  dividevano  con  E.  Bezzi  la  prigionìa 
nel  forte  di  Alessandria. 

(')  Nel  Giornale  delle  AssoHa^ioni  Operaie  Italiane  del 
18  dicembre  1864  si  leggeva  :  «  La  Società  degli  Operai  Uniti 
[di  Alessandria],  conforme  a"  suoi  principii  unitari,  volle  an- 
ch'essa, come  il  Consiglio  Provinciale,  dimostrare  agli  insorti 
del  Veneto  come  sia  animata  e  forte  nei  vincoli  di  fratellanza, 
promuovendo  nel  seno  della  stessa  Società  una  colletta  a  fa- 
vore di  quegli  operai,  che  si  trovavano  in  quella  cittadella. 
Nella  sera  del  3rn.  s.,  in  seduta  straordinaria,  raccolsero  lire  40, 


[l.s(!4|  KPTSTor.ARio.  255 

intendo  lodarvi,  ikmoIu''  voi  sapete  di  conipieie  un 
dovere,  ^fa  intendo  dirvi,  clie  son  lieto  di  trovare 
esemiM  siffatti  in  una  classe  di  uomini  che  amo  spe- 
cialmente da  lunjio,  e  nella  <|uale  io  confido  y)er 
l'avvenire  della  jtatria  coinun(\  Addio.  Amate  come 
fratello  il 

vostro 
(Jirs.  Mazzini. 

A  Demetrio  Diamilla  Miller,  a  Torino. 

[Londra].   l(i  dicembre    [lS(i41. 

Caro  ^Iiiller, 

Abbia  o  non  abbia  (^j  le  informazioni  sul  Ve- 
neto, egli  non  farà  cosa  alcuna,  a  meno  che  non  giovi 
a  Luigi  Napoleone  una  guerra.  Né  io  ora  darei  con- 
tatto d'uomini  deirinterno,  pericolanti  segnatamen- 
te dopo  le  ultime  cose,  (ili  esciti  recentemente  dal 
Friuli   sono  quei   che  possono  dargli   contezza  sulle 

che  vennero  recapitate  ai  detenuti  ;  ma  questi,  nel  mentre  erano 
commossi  per  tanto  atto  di  generosità  e  di  amicizia,  vollero 
che  fossero  ritenute  dalla  stessa  Società  per  deposito  e  fondo 
di  altre  collette,  da  destinarsi  a  quell'uso  che  potranno  consi- 
gliare gli  avvenimenti.  » 

VMMDCXV.  —  Puhbl.  in  Politica  segreta  italiana,  ecc., 
cit.  (2»  ediz.  ;  Torino,  Roux,  1891).  pp.  93-94. 

(')  Vittorio  Emanuele  II.  Afferma  D.  Diamilla  Muller.  a 
commento  di  questa  lett..  che  il  re,  fallito  il  tentativo  insur- 
rezionale del  Friuli,  era  «  nella  persuasione  che  Topinione  pub- 
blica delle  Provincie  venete  fosse  contraria  a  qualsiasi  movi- 
mento. »  E  «  mostrò  desiderio  ne  fesse  informato  Mazzini,  » 
che  ri.spose  con  la  presente  lett.  a  quella  che  in  proposito  gli 
aveva  indirizzato   D.  MuUer. 


25(;  EPISTOLARIO.  ri'^<>41 

tc'iKltMizc  (Iciriiitonu).  Egli  sa,  o  dovrebbe  supere, 
che  Tuli  imo  moto,  l'alto  contro  la  stagione  e  contro 
tutti  i  nostri  accordi,  non  poteva  essere  aiutato  dal- 
rinterno,  a  meno  che  non  vedessero  il  Partito  no- 
stro in  Italia  ])rendervi  parte,  ciò  che  egli  e  i  suoi 
impedirono.  .Ma  il  solo  latto  d'essersi  mantenuti 
quel  tempo  e  d'essersi  poi  ])otuti  ridurre  in  salvo, 
<ìovrebbe  provargli  ciò  che  un  moto  in  più  larga 
scala  e  in  projìi/Ja  stagione  produrrebbe  e  come  sia 
])otente  la  nostra  organizzazione.  Ma,  vi  ripeto,  non 
importa  piti  d'intenzioni.  A  forza  di  tentare,  costrin- 
geremo a  seguire,  o  ci  daremo  un'arma  potente  per 
rovesciare.  Ho  tentato  in  buona  fede  ogni  via  i)er 
inten<lerci  ;  l'ho  trovato  impossibile;  e  sia  cosi. 

Non   mi   scrivete  ì)itì  d'accordi,  ma   tenetemi  in- 
formato. 

Vostro 
Gii:  .SEPPE. 


v:\r:\rr)rxvT. 

To  George  .Jacob  IIotaoake,  London. 

[Londnii].   Decemher  ITtli     [1S(;4]. 
Denr  Friend, 
No  ;   there  is  not  the  least  chance  for  my  ever 

17  dicembre. 
Caro   amico, 

No  ;  non  v"è  la  minima  speranza  che  io  possa  accettare 

ViOIDCXVI.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
.seo  del  Risorgimento  di  Milan  .  Non  ha  indirizzo. 


[is(ni  KPiHToi.Aiuo.  2n7 

heiiig  JibU'  to  iic('('i>t  iiiiy  iiivil;iti(»ii  l'or  a  public  incel- 
ili}^! Acluall.y,  I  ani  laltouriny  undei-  a  pcisistinj;- 
(•old  aii<l  c'onj^liiii»^  a  «;ivat  deal.  J>nl  j^cuerally,  the 
state  oi"  m.v  liealtli  and  the  inipossibilily  oL'  speakinj^ 
londly  and  lonj;  withont  sulTeiing  aie  a  pei-eiinial 
obstacle. 

Play,  eoiivey  my  heartt'elt  tlianks  lo  onr  fiiends 
in  Halifax  ior  the  vei*y  kiiid  thoiight,  and  a  decj» 
sense  of  sym])a1hy  foi*  the  work  tliey  liave  devoted 
themselves  to.  l  bave  been  earnestly  and  anxiously 
\vat('hin<i  the  spreading  of  the  (Cooperative  idea  as 
the  beginning-  of  an  immense  social  revolution  which 
will  do  more  for  the  brotherhood  of  man  to  uian  than 
ali  the  eighteen  centniies  of  Christianity  bave  done, 
and^  piovide  tliey  avert  every  daiigei-  of  material 
eg'otism  by  takiiig  np  the  whole  of  the  moral,  intel- 
kctnal,  economie  jii-oblem  and  sympathizing  Avith  ali 
its   diflei-ent  manifestations,   I  look   to   the   working 

un  invito  per  un  comizio  i»ul»l»lii'o  !  Ora,  soffro  di  un  raffred- 
dore insistente,  e  tossisco  un  bel  po'.  Ma,  generalmente, 
lo  stato  della  mia  salute  e  1"  imiiossibilità  di  parlare  ad 
alta  voce  e  a  lungo  senza  soffrirne,  me  lo  impediranno 
sempi'e. 

Vi  prego  di  esiirimere  i  miei  sinceri  ringraziamenti  ai 
nostri  amici  di  Halifax  per  il  loro  gentilissimo  pensiero,  e 
la  profonda  simpatia  che  provo  per  il  lavoro,  al  quale  si  sono 
consecrati.  Ho  seriamente  ed  ansiosamente  osservato  il  dif- 
fondersi dell'idea  cooperativa,  come  il  principio  di  una  im- 
mensa rivoluzione  sociale,  la  quale  far;!  per  i  buoni  rap- 
porti da  uomo  a  uomo  pivi  dei  diciotto  secoli  di  cristianitiì, 
e,  purché  essi  si  guardino  dal  cadere  in  un  egoismo  mate- 
rialistico, coll'occuparsi  di  tutto  il  problema  morale,  intellet- 
tuale ed  economico,  e  col  simpatizzare  con  tutte  le  sue  dif- 
ferenti manifestazioni,  io  guardo  alle  classi  lavoratrici  in- 

Mazzini,  Scritti,  ecc.,  voi.  LXXIX  (Episloimio,  voi.  XLVIII).       17 


2f)S  ci'rsi'oi.AiiKi.  {IRMI 

classes  <»f  Kiijflnnd  mikI   ICui-<>ik»  ;ts  to  llic  iiioiiiiiiciit 
♦'Icniciil  «>(■  llic  l'ili urc. 
lOvcr 

fjiithl'ully  youi-s 

Jos.  Mazzini, 


glesv  e  l'uropec  ooiik^  :i  mi  chMiuMito  di  lìiiiiia  iiiiitortaiiza  noi 
futuro. 
Sempre 

devotamente  vostro 

Gius.  Mazzini 


VMMDCXVII. 

A  Benedetto  Cairoti,  a  Torino. 

[Londra],  17  dicembre   [1S04]. 

Fratello, 

Xon  avendo  ancora  risposta  airultima  mia  e  pen- 
sjindo  sempre  all'accordo  necessario  fra  tutti  noi, 
pure  imi^ossibile,  se  non  sotto  certe  condizioni,  rias- 
sumo cosi  il  da  farsi  secondo  me. 

Se  il  Comitato  Centrale  i-imaue  quale  è,  bisogna 
almeno  sancire  una  divisione  di  lavoro. 


VMMDCXVII.  —  Puhbl.  in  :\I.  Rosi.  L'Italia  odierna. 
eoe.  cit.,  voi.  II,  pp.  1317-i;U.S.  I>':nitografo  si  C(  nserva  presso 
gli  eredi  Cairoli.  A  tergo  di  esso,  di  pugno  del  Mazzini  st  i 
lindirizzo  :   «  IVr  Ben[edetto]   C[airon],  subito.» 


[1864]  Episror ARIO.  259 

Il  Comitato  Conti-ale  s'occupeiebbe  dell'agitazio- 
ne,  del  raccogliere,  dei  lavori  che  indicai  neirnltima 
mia. 

Il  lavoro  segreto  pel  \'eneto  si  concentrerebbe 
tutto  invece  in  una  Commissione  segreta  di  tre  risie- 
dente in  Mil[ano],  o  dove  le  parrà,  ma  di  certo  me- 
glio in  M-il[ano]  che  non  altrove.  Questa  Commis- 
sione sarebbe  composta  d'Audreuzzi.  di  Tol[azzi]  e 
di  Ergisto.  Essa  non  dovrebbe  dare  conto  minuto 
del  suo  lavoro  ad  alcuno.  Noi  tutti  dovremmo  aiuto 
di  fiducia  ad  essa. 

Riaccolgano  tutti  come  e  dove  possono.  Ma  il 
Comitato  Centrale  dovrebbe  astringersi  a  depositare 
in  mano  terza  a  ordine  della  Commissione  Veneta  i 
due  terzi  d'ogni  somma  raccolta,  serbando  l'ultimo 
terzo  a  mantenere  la  propria  attività. 

Quanto  a  me,  non  avendo  obblighi  collettivi,  da- 
rci quasi  tutto  ciò  ch'io  raccogiiessi  alla  Commis- 
sione, serbando  una  minuzia  per  qualche  viaggiatore 
al  ^Mezzogiorno  o  in  Oriente  o  in  Ungh[eria]. 

Il  lavoro  politico  interno  rimarrebbe  libero. 

Io  non  lavoro  jiiù  che  per  la  repubblica.  Voi 
lavorereste  come  vorreste.  Resta  inteso  che  nella 
questione  Veneta  non  entra  bandiera  politica  e  che 
aiuteremmo  noi  tutti,  lasciando  ai  Veneti  di  far  ciò 
che  vogliono. 

Cosi  può  essere  accordo  fra  tutti  :  iu  altro  modo, 
la  scissione  tra  gli  elementi  è  inevitabile. 

Addio  : 

vostro  semjìre 
Giuseppe. 


tìi'tO  i;i'iHT(»i.Aitit).  (l.s(Ml 


VM.MDCXVIII. 

Ai>  AfiosTiNo  Hkkiam.  m  fienciva. 

[Londra  U   17  (liconiliro    |1.S(;41. 
Cmi-o  lìei-tiini, 

Delle  cose  ])()litiehe  e  del  com'io  le  iiitenda,  sj\- 
]»i;ii  j^ìm.  Le  riassumo  noiidimeuo,  se  mai  non  t'aves- 
sei-o  conniiiicato  le  mie  proposte. 

Cose  \'enete.  Divisione  di  lavoro.  Il  Comitato 
Centrale  Unitario,  se  i)nr  vuol  durare,  euri  l'agita- 
zione, il  raccogliere,  l'apostolato.  Ma  tutto  il  lavoro 
segreto  di  cospirazione  pel  A'eneto  si  concentri  ia 
una  Commissione  segreta  di  tre  del  paese:  Andr[enz- 
zi]  —  Tol[azzi]  —  e  Bez[zi]  —  quando  escirà. 
Con  quella  potremo  lavorar  tutti  noi.  Se  no,  è  impos- 
sibile impedir  scissione  tra  i  miei  elementi  e  i  loro. 

Quanto  alla  Finanza  ognuno  raccolga  come  può. 
Ma  il  Comitato  Centrale  I^nitario  s'astringa  a  de- 
l'.ositare.  a  ordine  della  Commissione  dei  tre,  i  due 
terzi  di  quanto  raccoglie,  serbando  per  l'attività 
])ropria   l'altro  terzo. 

Quanto  alla  questione  politica  interna,  ognuno 
lavori  come  la  coscienza  gli  detta.  Io  non  lavoro  pili 
die  per  la   repubblica,  e  a  modo  mio.  Resta  inte.so 


VMMDL'XVIII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Xathan).  A  tergo 
di  esso,  di  pugno  del  Mazzini,  sta  l'indirizzo  :  «  Dr.  Bertani, 
dov'è.  » 


I  ISCil  I  KI'ISIOIAUH».  'Jtil 

clic,  soi-^('ii(l(>,  iiiiriiifcirallo,  l"iiii]»rcs;i  N'cncla,  i  no- 
slii  ainfci-iiniio  senza  (ìatar  di  ici)ul)hlica.  scpincii.lo 
ciò  ohe  (liiaiiiio  i  Veneti  e  solamente  continuando  il 
lavoro  repubblicano  dopo  e  sempre  fino  a  realizza- 
zione. 

Or  dim'altra  cosa.  Avete  tutti  un  peccato  sul- 
Tauima.  Ed  è  il  Dovere.  Qualunque  organo  uiorna- 
lit^ro  ciascuno  voglia  aiutare,  è  chiaro  che  una  pub- 
blicazione settimanale  repubblicana  è  più  che  utile, 
necessaria.  Il  Dover.e  era  ed  è  letto  assai.  E  lo  avete 
lasciato  tutti  languire.  Alle  strette  finanziarie  ho 
dovuto  provvedere  io  recentemente.  Emettono  ora 
una  serie  di  piccole  azioni,  e  bisognerebbe  collocarne. 
Ma  un'altra  cosa  vitale  è  la  collaborazione.  Or  fra 
tutti  quelli  che  ne  tìrmarono  il  programma,  pochis- 
simi v'hanno  scritto  una  linea.  E  nota  che  ciascuno 
lo  poteva.  A  te  non  costava  di  dargli  quasi  periodica- 
mente qualche  lettera  politica,  come  le  sai  scrivere 
tu.  A  Corte  nulla  costava  dar  qualche  articolo  mili- 
tare. A  Sacchi  qualche  cosa  sugli  ospedali  militari;  e 
via  cosi,  rappresentandovi  tutte  le  specialità.  Collo- 
cate le  azioni  e  pagandosi  quindi  ogni  collaborazione, 
potreste  cercar  altri.  Urge  insomma  assicurarne  l'esi- 
stenza e  migliorarla.  ]Ma  io  non  posso  far  tutto: 
son  vecchio  e  infermiccio.  Voi  lo  potete  :  e  tu,  se  vuoi, 
in  gran  parte  lo  puoi. 

Importa  concentrar  le  forze  nella  stampa,  nel- 
l'organizzazione, in  tutto.  È  una  vergogna  che  un 
Partito  come  il  nostro  non  faccia  che  protestare 
eternamente. 

Addio  :   ama  sempre  l'amico 

Giuseppe. 


•JC.li  KPIKTOI.AKK».  tlS(>l] 

V.M.MDCXIX. 

To  Matii,iia  UUKis,  liiinh'ii. 

[Luii.li.n.    Drcciiilicr   ISC»}].    Siilurday. 

I)i';ii-,  (leni-  .Ma1ild;i, 

Al  last  -lioin  a  Icttei'  ol'  yoiiis  lo  i:iuilit',  J  j^a- 
IIkt  tlial,  althouiih  very  slowly,  yoii  are  positively 
impioviii^.  And  I  feel  I  can  write,  as  1  told  you 
lime  ago  in  anothei-  little  note,  woe  to  you  if  you 
interpreted  my  silence  as  nejjlect  I  Tliere  lias  cer- 
tainly  been  none,  even  belonging  to  the  faniily  feel- 
ing- ali  the  while  more  anxiou.s  thau  I  have  been 
(iay  fi'om  day  about  you.  But  as  soon  as  one  of 
those  I  love  is  seriously  ili,  I  feel  lost,  distrustful 


Siilmto. 
Cara,  cara  ^MatihU', 

Finalmente  —  da  una  lettera  vostra  a  ìCiiiilia.  In»  riiii- 
pressione  elie.  benché  molto  lentamente,  voi  stiate  itesitl- 
vamente  mij^liorando.  E  sento  di  potervi  scrivere,  come  vi 
dissi  tempo  fa  in  lui'altra  letterina,  gwài  a  voi  se  avete  inter- 
pretato il  mio  silenzio  come  unti,  trascuranza  !  Non  vi  è  stato 
certamente  nessuno,  anche  appartenente  alla  famiglia,  che 
si  sia  pre.)ccupato  più  di  me  sul  vostro  conto  giorno  per 
giorno.    Ma    appena    uno    degli    esseri    che    amo    si    ammala 

VMMDCXIX.  —  Inedita.  L'autografo  .si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Kisorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha 
indirizzo. 


I  ISC.  1  I  l.l'ISKII  AKM).  'Jt'..'! 

(>r  niyscir,  iiisi^iiilicjiiit.  1  Ikivc  no  (•(mr;ij;i'  to  wi'ilc. 
I  IVcl  ;is  il"  I  li;ul  IH»  i'Ì!i;Iil.  I  IVcl  (lisconi-ijjcd,  inorb- 
l'd,  iiiid  coinpcllcd  lo  silciico.  Now,  il'  yon  only 
coiiliiinc  lo  i(iii>rov('  ;i  liti  le,  I  sli;(ll  ovciw  licliii  yon 
willi  notes.  Do  noi,  dc.ii*,  lakc  loo  j;looniy  :i  vicw 
ol"  youi-seir.  Tlii'  i;i-eat  thinjn'  is  now  lo  j^cl  over 
tfiis  viohMit  Ihi'ejjtt'iiin}^'  alljick.  Tlicn,  willi  a  mrcat. 
deal  of  pnidence  about  air,  sudden  chan^cs  ol"  atiiios- 
])luM-e  ri-(nii  ('(dd  to  Avarnilli  and  viceverm,  wliat 
y«»ii  eat  beinji;  of  an  easy  dij^estion,  etc,  I  trust  yon 
will  re.uain  streii^th  and,  on  s])rin<>  ap])r(»acliini^,  be 
yonrself  ajuain.  Tliink  what  yoii  ]ike  about  my  Doc- 
tor.  11  wonld  be  nseless  to  discuss.  Biit  T  sliall 
ever  feel  greatetul  to  him.  He  lias  beeii  the  first 
from  whom,  Avliilst  others  were  despon<ling,  I  jia- 
thered  a  liope,  a  certaiuty  of  aetual  recovery  aecord- 
insr  to  bini. 


seriamente,  mi  sento  perduto,  sfi'^lnciato  di  me  stesso,  insi- 
gnificante. Non  ho  il  coraggio  di  scrivere.  Sento  di  non 
averne  il  diritto.  Mi  sento  scoraggiato,  triste,  e  costretto  al 
silenzio.  D'ora  in  poi,  se  appena  continuerete  a  migliorare  un 
poco,  vi  coprirò  di  lettere.  Non  dovete  farvi,  cara,  un'idea 
troppo  nera  del  vostro  stato.  La  gran  cosa  ora  è  di  superare 
questo  minaccioso  e  violento  attacco.  Poi,  con  una  gran  pru- 
denza quanto  all'aria,  agli  improvvisi  cambiamenti  di  tem- 
peratura dal  freddo  al  caldo  e  viceversa,  mangiando  cibi 
di  facile  digestione  ecc.,  sono  sicuro  che  riprenderete  ancora 
forza,  e,  all'avvicinarsi  della  primavera,  sarete  ancora  voi 
stessa.  Pensate  quello  che  volete  del  mio  dottore.  Sarebbe 
inutile  discutere.  Ma  gli  sarò  sempre  grato.  È  stato  il  primo 
dal  quale,  mentre  tutti  gli  altri  erano  disillusi,  io  potei 
avere  una  speranza,  una  certezza  di  V(na  guarigione,  se- 
condo lui. 


2l!l  KPlNTOl.AHln.  I  ÌS^^,^  I 

Ali  llic  wliilc,  I  luivc  I»c('ii  imvvcll  inyscll':  ìiikI 
iiow  tii:il  I  itili  Ik'IIci-  oI'  (Ih'  lii-sl  coniphiiiit,  I  linvc 
;i  coujili — Ironi  ji  coIiI — iimioyin^  nic  \(m y  iiiih-Ii,  dur 
iiiU'  iiijilil  es])e<-i;illy.  And  lluil  ^'(MlPti:lll  niovt'ineiit, 
(■(•n]tk'(l  willi  the  Italiiui  slumic  ol'  llic  Coiivcnlion 
liiivc  tormeiitwl  me  f.ir  more  tluiii  jiylonis  iiiid  coiiii;]!. 
Thei-e  ai-e  moments  in  avIiìcIi  I  i-esilly  despnli-  and 
i'eel  sick  ol"  my  counti-y  and  otliei-s.  Only,  there 
is  somethinfi,-  witliin  me,  between  faith  aiul  rebcllion, 
v.'hicli  cannot  be  quenelied.  and  1  snddeiily  rise  iip 
apìin.  Avriling-  circiilars,  a  mnltitude  of  letters.  devis- 
iiifi  iiow  schemes  and  strnuiilinjj.  I  am  now  more 
iliaii  ever.  The  movemeiit,  which  liad  beeii  [)Os1poned 
lo  the  spring,  took  place  throngh  some  of  onr  i)eople 
aho   were   on   Aiistrian   lists  and  woiild   iiot  be  ar- 


ili tutto  questo  tempo,  sono  stato  poco  bene  anch'io  ; 
ed  ora  che  sto  meglio  del  male  più  importante,  ho  una  tosse  — 
da  raffreddore  —  che  mi  dà  molto  fastidio,  specialmente 
durante  la  notte.  E  quel  moto  A'eneto,  accoppiato  colla 
vergogna  italiana  della  Convenzione,  mi  hanno  tormentato 
molto  pili  che  il  piloro  e  la  tosse.  Ci  sono  dei  momenti  nei 
quali  io  veramente  dispero  e  mi  sento  stanco  del  mio  paese 
e  degli  altri.  Solamente,  v'è  qualche  cosa  dentro  di  me. 
tra  la  fede  e  la  ribellione,  che  non  si  può  domare,  ed  io 
improvvisamente  mi  levo  ancora,  scrivo  circolari,  una  quan- 
tità di  lettere,  immagino  nuovi  disegni  e  lotto.  Ora  piiì 
che  mai.  Il  moto,  che  era  stato  differito  alla  primavera, 
ebbe  luogo  per  causa  di  alcuni  dei  nostri  uomini  che. 
essendo  sulle  liste  dell'Austria,  non  volevano  essere  arre- 
stati. Le  nevi  ed  altre  cause  resero  il  tentativo  disperato. 
Pure,  se  noi  avessimo  avuto  dei  fondi  pronti  prima  che 
il  nostro  Governo  prendesse  tutte  le  sue  misure,  avremmo 
potuto    sostenerli    con   bande    dei    nostri    volontari.    Ma    do- 


IlSr.ll  M'ISTOI.AKK».  2(ir» 

rcstt'd.  TIk'  siiows  nnd  ollici-  cinises  injidc  the  at- 
leiiipl  .1  (l(*s]KM-ate  om*.  Stili.  li;i;l  wc  li;ul  Tunds 
r'<i(h)  Ik'Ìoic  OHI'  (loveniineiit  takiii.u  ;ill  its  ino:i- 
sm-es,  we  itiiiiht  Iiavi'  sii])i)(>i-t(Ml  tlu-iii  Avitli  l)aiids 
oT  Olir  v(»lTint('(M-s.  \\w\  wo  had  to  losc  tiiiic,  io  col- 
kn-t,  to  front  ali  sort  oi"  obstacles,  heforo  boin"'  ablo 
1.)  ti'V  with  the  first  band.  Then,  the  frontier  Avas 
strictly  f>arrisoned  and  watched  :  tlien  too  discre- 
pancies  with  the  Central  Garibaldian  Turin  Com- 
mittee,  new  delays,  a  pouring  rain  of  twelve  hoiirs 
half  killini;  onr  vohinteers  whilst  marchino;  up  mount- 
ains,  on  snow,  and  other  incidents.  made  onr  band 
\>.eak  and  when  they  fonnd  themselves  surronnded 
by  snperior  forces,  they  were  competled  to  capitn- 
late.  They  are  now  in  the  fortress  of  Alexandria. 
They  were  lieaded  by  one  of  my  best  men,  Bezzi,  a 
brilliant    aide-de-camp    of    Garibaldi,    bnt    entirely 


veiuino  perdere  tempo,  rat'cojjliere.  fronteggiare  ogni  generi- 
di  ostacoli,  prima  di  potere  tentare  eolia  prima  lianda.  Al- 
lora, la  frontiera  era  strettamente  sorvegliata  da  sentinelle  : 
poi  anche  disaccordo  col  Comitato  Centrale  garibaldino  di 
Torino,  nnovi  ritardi,  una  pioggia  continua  per  dodici  «)re 
che  qiTasi  uccise  i  nostri  volontari,  mentre  risalivano  le 
montagne,  sulla  neve,  ed  altri  incidenti,  resero  debole  la 
nostra  banda,  e  quando  essa  si  trovò  circondata  da  forze 
superiori,  fu  costretta  ad  arrendersi.  Sono  ora  nella,  for- 
tezza di  Alessandria.  Erano  comandati  da  uno  dei  miei  uo- 
mini migliori,  Bezzi,  un  brillante  aiutante  di  campo  di  Ga- 
ribaldi, ma  completamente  mio.  Io  corrispondo  segretamente 
con  loro,  ed  essi  aspettano  un  processo,  che.  ritengo,  non 
avrà  mai  luogo.  Saranno  trattenuti  il  piti  a  lungo  possibile; 
poi    messi    in    libertà,    ma    quelli    che    sono    Veneti,    come 


'2ùi>  Li'isKti. Aliai.  I  \y*'i  1 1 

niiiic.  I  iim  sccrctely  coricsiKMKrni^  witli  I  liciii,  hikI 
tlicy  iiic  ;i\v;iililiji'  Ini-  ;i  lii:iL  wliicli,  I  (Ini'C  SM.V, 
will  iii'vci-  l.-ikc  pl.ic.c.  Tlicy  will  Ite  U('1>1  ms  lon^' 
;is  possildc:  Ihcn  sci  Ircc,  l>iil  lliosc  w  ho  avv  \'eiie- 
1i;nis.  likc  He/zi,  or  Koniaiis,  will  he  i-clo^iit(Ml  in 
S;M(liiii;i  oi-  soiiUMvIuM-e  else.  Tlicir  is  no  comiiioii  liiw 
loi-  lliciii  ili  Iliilyl  I  iini  iiow  jiimiiij;  jxM'sistcntly 
;i{  X'ciiicc.  .111(1  ;it  llic  s;uiu'  lime  tryiii^'  io  oi'<iiinize 
t!u'  rally  tlirou.uliout  ali  llaly  uihUm-  llic  reiuiblicaii 
ria.u.  avowetUy.  Two  secret  Assoeiatioiis,  the  "Fa- 
lange Sacra"  ami  the  ""\'ita  Nuova'"  are  s]»rea(linj;, 
llic  first  in  Ihc  iiortli  and  center,  the  latter  in  the 
South  ol"  Italy:  botli  reiiublican  an<l  under  me. 
(loft  liclf  iiiir;  Idi  kdìui  nicht  andrrs  as  old  Lu- 
ther was  sayinf»'. 

Emilie  is  ^.oìn^  on  Monday  to  Tom  Taylor.  Ta- 
1  oline  and  James  speak  of  ^oinji  apiin  in  the  coun- 
try, or  at  T>riotl,on,  for  a  fortnight.  Of  W[illiam] 
and  Bfessie]   I  know  nothinc;  just  now,  except  tliat 


r.ezzi,  ()  Roiiiaui,  saranno  relegati  in  Sardegna  <>  in  (iiiak-he 
altro  hio^o.  Non  vi  è  letjge  eouuine  per  essi  in  Italia  I  Sto 
ora  tendendo  con  insistenza  a  Venezia,  e  allo  stesso  tempo 
cercando  di  organizzare  il  Partito  in  tutta  Italia  sotto  la 
bandiera  repubblicana,  chiaramente.  Due  associazioni  se- 
grete, la  Falange  Sacra  e  la  Vita  innova  si  stanno  diffon- 
dendo, la  prima  nel  Nord  e  al  Centro,  la  seconda  nel  Sud 
d'Italia:  entrambe  repubblicane  e  ai  miei  ordini.  Goti  helf 
tnir;  Ich  latin  nicliti  anders,  come  diceva  il  vecchio  Lutero. 
Emilia  andrà  lunedi  da  Tom  Taylor.  Carolina  e  James 
parlano  dì  andare  ancora  in  campagna,  o  a  Brigthon,  per 
una  quindicina  di  giorni.  Non  so  niente,  al  momento,  di  Wil- 
liam e  di  Bessie.  eccetto  che  essi  parlano  di  traslocare  in 


liso  II  MMSKU.AKK».  207 

tlicy  <iill<  <>l  rciiioviiij;  scmicw  licic,  I\('iisiii^t(»ii  IJoiid, 
iiciircr  lo  US  tli;iii  tlicy  wvvv. 

^■()^l  kiiow  llijil  NN'oHT,  llic  iiuiii  wliicli  seni  iciiccl.s 
frolli  UH'  lo  you,  is  willi  llic  AIcxjiikIi-ììi  prisoners. 
He  liad  jioiu'  lo  It.ily  l'oi-  ;i  (|iii(<'  «litTcrciH  afriiii-; 
l»ut  lindinii Olle  band  ]»r('))aiin,u,  he  joiucd.  Ile  writerf 
aiid   iiieiilioiis  you  ali. 

Oi'  ali  the  lamily  1  have  ahvays  news  li-om  Ca- 
roline. A  kiss,  ]»lease,  lo  the  tiro  aud  love  lo  the 
two  othei'S.  Keiiieiiibei-  me  kiiidly  to  Mr.  I^i.ijirs. 
I  wondei-  il"  Caroline  ever  ^ave  to  you  for  me  the 
kiss  whieh  I  w  rote,  whilsf  slie  was  iiear  you,  lo  give. 

Ever,  dearest  Matihla. 

your  ever  loviiij^  and   liopiii^ 

fToSKI'H. 


qualche  luogo,  a  Keusiugtou  Uoad,  i»iù  vit-iuo  a  noi  di  inicl 
che  stiamo  ora. 

Sapete  che  Wolff,  hi  persona  che  vi  mandava  i  mici 
pacchi,  è  con  i  prifìionieri  di  Ales.sandria.  Era  andato  in 
Italia  per  una  ct)sa  molto  diversa  :  ma,  trovando  che  si 
stava  preparando  una  banda,  vi  si  uni.  Scrive  e  ricorda 
voi  tutti. 

Della  famiglia  ho  sempre  notizie  da  Carolina.  Un  bacio, 
per  favore,  alle  due  e  tante  cose  affettuose  alle  due  altre. 
Siate  cosi  gentile  da  ricordarmi  a  vostro  marito.  Mi  do- 
mando se  Carolina  vi  ha  dato  «mei  bacio,  da  parte  mia, 
che  le  scrissi  di  darvi,  (inando  stava  presso  di  voi. 

Sempre,  cara  Matilde, 

affezionatissimo  e  pieno  di  spei-anza 

(.UlT  SEPPE. 


UCiS  KIMSIOI.AICIO.  lisci] 

VM.MDCXX. 

A   Kaiu.    I'i.im».   m    Loiidn-s. 

[Lniidrcs,    17   (li'ci'inl)re   1S(>4|,   siiiiicdi. 

KeiiUMcii'z  ]>()iii-  moi  viiijil  fois  Madame  Blind 
(tour  sa  libéi-alité  amicai  euvei-s  moi.  J'étais  juste- 
ment  iuiieiix  contre  une  leroii  de  Moleschott  (^) 
à  Turili,  dans  laquelle  il  jiose  i)hiloso])hi(iuement  les 
bases  (1*1111  fatalisme  aveuj^le  et  matériel  à  une  jeu- 
nesse  que  nous  devons  élever  aii  seiitimeiit  de  la 
Liberto.  Le  trois  photo^raplies  m'ont  radouci. 

•Te  tousse;  je  ne  bois  que  de  l'eau  de  Vicliy  avec 
1111  peu  de  hrandy  dedans.  -Te  suis  donc  très  mauvais 
comiiagnon.   Cela   passera,   je   Tespère. 

Adieu  à  la  hàte. 

Votre  ami 
Joseph. 

Le  travail  fraucliement  républicain  que  Je  fais, 
dei)uis  la  Convention  eii  Italie,  marche  bien. 

VMMDCXX.  —  Pubi)].,  tradotta  in  italiaur..  da  G.  B.  Pen- 
XE.  Lettere  di  G.  Mazzini,  eit.,  p.  9.3.  L'autografo  si  conserva 
nel  British  Mu.seum.  La  data  si  ricava  dal  timbro  postale. 

0)  Giacomo  Moleschott  (1S22-1.S03).  scienziato  olandese, 
era  stato  chiamato  nel  18G1  da  F.  De  Sanctis,  del  quale  nel 
1856  era  stato  collega  al  Politecnico  di  Zurigo,  a  insegnare 
fisiologia  all'Università  di  Torino.  Tornato  Ministro  dell'Istru- 
zione nel  1879.  lo  stesso  De  Sanctis  lo  fece  trasferire  all'Uni- 
versità di  Roma.  Il  Moleschott  aveva  prima  (1847-18.54)  in- 
segnat'»  all'T'niversità  di  Heidelberg,  da  dove  era  stato  costretto 
a  ritirarsi,  per  il  suo  crudo  atteggiamento  materialistico,  ripro- 
vato da   quel   Senato  universitario. 


fistili  KprSTOI.AKIO.  lir.il 

VMMDCXXI. 

A   Kii.ii'i'ii   Ukttini,  il  CJonovii. 

I  L(iii(lr;i  I,   IS  (liccnilirc   l.S(!4. 

C-AVO  liei  tini, 

Ilo  ricevuto  In  tun  dell  11  dicenibie  e  riceverò 
og^i  o  (loniaiii  le  4J^  sterline,  importo  dellii  Ciini- 
biale.  Ti  ringrazio  dell'una  cosa  e  dell'altra. 

P^'ui  intatti  vicino  a  mutare  soggiorno  :  ma  le 
circostanze  hanno  voluto  altrimenti. 

Fai  ammalato  d'una  intiammazione  al  piloro,  poi 
d' un  raffreddore  con  tosse  che  <lura  tuttavia,  ma 
scemando.  Questi  malori  mi  vengono  dall'età,  e  dalla 
vita  piuttosto  dura  passata.  Non  me  n'accoro.  La- 
vorerò finché  vivo  allo  scopo  de'  miei  primi  anni  : 
altri   seguirà   quando  muoio. 

Fin  là  e  anche  dopo,  vivi  certo  dell'affetto  del 

tuo 
Gius.  Mazzi>'t. 


V'MMDCXXI.    —    Iiicditii.    L'autografo    si    conserva    nell'I- 
stituto   ^lazziniano    di    Genova. 


27(1  RPisTor.ARiO.  tlsr.41 

V.M.MDCXXIT. 
AI)  Angklo  Hkzzi,  il  Londra. 

fLondra.    Is   (liccinlnc    lS(i4],   d<tmeiiicii    sera. 
Caro    Rezzi, 

Passa  ila  me  (inando  puoi.  Ilo  alcune  piccole  com- 
iinssioni.    rìw    vorrei    predarti    di    fare   per   me. 

Tuo 
Giuseppe. 

VMMIXWXTII. 

TO  jEssiE  White  Mario,  Florence. 

[London],  December  lOth,    [1804]. 

Dearest  Bianca, 

I  did  not  write  : 
because  I  have  beeu  ili  : 

11>  dicembre. 
Carissima  Bianca, 

Xon  ho  scritto  : 
perché  sono  stato  male  : 

vMMDrXXII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Ri.sorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathau).  È  in  una 
busta  che.  di  pugno  del  Mazzini,  ha  l'indirizzo  :  «  Slg.  A.  Bezzi, 
at  B.  ^Maroohetti's  34.  Onslow  Square.  Brompton.  S.  \V.  »  La 
data  si  ricava  dal  timbro  postale.  A.  Bezzi  da  pili  anni  lavo- 
rava   nello    studio    dello    scultore    Marochetti. 

vMMDCXXlll.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Roma.  A  tergo  di  esso,  di  pugno  del 
Mazzini,    sta    l'indirizzo  :    «  Signora    Jessie    Mario.  » 


(1SG4]  episTor.Aftió.  271 

because  I  have  been  nmisually  bothered,  wea- 
i-ied,  etc.   by  our  all'airs: 

because  1  liad  iiot.hing  to  say  except  my  love; 
aud  of  that  you  pi-oniised  me  to  feel  siiie,  whatever 
I  do  01-  do  not. 

I  hope  you  kiiow  that  the  Friuli  outbreak  carne 
on  me  sutbleii,  uiiexpected,  like  a  tile  on  the  head; 
and  it  has  been  the  spontaneous  decision  of  men 
who  were  to  be  arrested  by  Austria  and  preferred 
to  act.  Once  afloat  and  althougli  despairing  as  my 
iriends  know,  I  tried  to  help.  And  althougli  that 
too  failed,  I  am  glad  that  it  has  l)een  attempted 
and  bave  notliing  but  praise  to  give  to  Bez[zi].  Of 
course,  although  this  outbreak,  its  failure  and  our 
having  spent  Avhat  we  had  begun  to  collect,  increase 
the  difficulties,  we  do  persist.  Money  therefore  is  mo- 
re than  ever  wanted.    I  am  sorry  for  the  things;  and 

perché  ho  avuto  più  seccature  e  mi  sono  affaticato  ecc. 
più  del  solito  per  le  cose  nostre  : 

perché  non  avevo  nulla  da  dirvi,  fuorché  il  mio  af- 
fetto :  e  del  mio  affetto  mi  avete  promesso  di  sentirvi  si- 
cura, qualunque  cosa  io,  faccia  o  non  faccia. 

Spero  sappiate  che  l'insurrezione  nel  Friuli  mi  arrivò 
improvvisamente,  inaspettatamente,  come  una  tegola  sulla 
testa,  e  che  è  scoppiata  per  spontanea  decisione  di  uomini 
che  dovevano  essere  arrestati  dall'Austria  e  preferirono  agi- 
re. Una  volta  in  campo,  e  sebbene  disperassi,  come  i  miei 
amici  sanno,  cercai  di  dare  aiuto.  E  sebbene  anche  «luest'im- 
presa  sia  fallita,  sono  contento  che  sia  stata  tentata,  e  da 
parte  mia  Bezzi  non  può  meritare  che  lodi.  Naturalmente, 
benché  questa  insurrezione,  il  suo  fallimento  ed  aver  noi 
speso  <iuanto  avevamo  cominciato  a  raccogliere,  accresca  le 
ditMcoltn.  dobbiamo  perseverare.  Perciò  pili  che  mai  ab 
biamo  bisogno  di  danaro.  Sono  dispiacente  per  l'andamento 


272  ta-IKTOLAKU».  |lS(i4| 

1  ;mi  sony  ihat  ali  simis  collcclcd  are  seni  to  the 
Central  C'oinmittee.  >.'()t  llial  I  liave  anytliiiig  to  say 
against,  C'air|(»li]  willi  w  liom  1  ani  oii  perfectly  good 
ternis;  Imi  because,  thr()ngh  the  nature  anW  exigen- 
cies  (>r  cNcry  ( 'oniniittee  liaving  general  ainis,  the 
sunis  will  he  spent,  and  when — if  ever — the  moment 
Comes — we  shall  he  without  anytJiing,  sliall  have 
to  begin  to  collect,  the  time  will  pass  an<l  Ihe  mo- 
vement  will  not  be  helpe;!  imniediately  as  it  ought. 
If  any  opportnnity  olTei-s  itselT  to  you,  do  not  f'or- 
get  me.  And  you  ought  to  try  to  persuade  I)[oltì], 
Cun[e()]  and  others  of  what  1  said  :  they  ought  to 
concentrate  the  money  in  my  liands — that  however 
is  impossible;  they  do  not  like  me  enough  for  that — 
or  keep  it  in  some  safe  hands  for  the  moment — or 
at  least,  put  on  the  Central  Committee  the  condition 
of  keeping  somewhere  the  two  thirds  iutangible,  de- 
voting  the  other   third   to   the  activitj'  of  the  Com- 

delle  cose  ;  e  sono  dispiacente  che  tutte  le  somme  raccolte  sia- 
no mandate  al  Comitato  Centrale.  Non  che  abbia  a  dire  «lual- 
che  cosa  contro  ("airoli.  col  quale  mi  trovo  in  rapporti  asso- 
lutamente buoni  :  ma.  data  la  natura  e  le  esigenze  di  ogni 
Comitato  che  ha  tini  generali,  le  somme  saranno  spese, 
e  se  un  giorno  verrà  il  momento,  ci  troveremo  senza  nulla, 
dovremo  cominciare  a  raccoglier  danaro,  e  intanto  il  tempo 
passerì'V  e  non  si  potrà  dare  al  moto  l'aiuto  immediato 
che  richiederebbe.  Se  vi  si  offrisse  qualche  occasione,  non 
vi  dimenticate  di  me.  E  dovreste  tentare  di  convìncere  Delfi, 
Cuneo  e  altri  di  (juanto  ho  detto:  essi  dovrebbero  concen- 
trare il  danaro  nelle  mie  mani  —  cosa  tuttavia  impossibile, 
non  amandomi  abbastanza  per  fare  (luesto  —  o  conservarlo 
per  il  momento  in  mani  sicure  —  o  almeno,  porre  al  Co- 
mitato Centrale  la  condizione  di  serbare  in  (jualche  luogo 
i  due  terzi  intatti,  consacrando  l'altro  terzo  all'attività  del 


[1S04]  KIMKTOI.ARrO.  '21'.', 

ini(((H'.  Il  sc'cnis  strillile  tliut  people  mv,  allliough 
gruinhliiit;  (IooiiumI  to  revere  an^'thiii^^  ciiHinj^  itself 
a   Coniniittee. 

As  l'or  the  internai  question,  I  woi-k  delibera tely, 
avowedly  and  for  ever  the  republic.  Only,  I  sliek 
to  the  N'enetian  niovement  in  the  interval  :  and  I 
liave  my  reasons  for  it. 

Of  the  news  of  onr  friends  liere,  you  know  from 
.lames.  Matilda  is  ili  and  with  scarcely  any  change. 
Xevertheless,  1  have  a  hope  that  she  will  reeover. 
Km[ilie]  and  V[entnri]  are  now  at  T[om]  Taylor's: 
alter,  I  don't  know  what  they  will  do.  l^[essie] 
and  AV[i]]iam]  are  well.  Th[urloe]  Sq[nare]  to- 
lerably. 

Hless  von.  dearest  Bianca  ; 

ever  loving,  ever  trnstin»; 
Joseph. 


('((lìiilnfo.  Sciiihra  strnno  che,  sebbene  contro  vojjlia,  si  sia 
condannila  a  riverire  (|nalnn(iiie  cosa  che  abbia  nonie  To- 
mitato. 

Kignardo  alla  tiuestione  interna,  lavoro  deliberatamente, 
apertamente  e  incessantemente  per  la  repubblica.  Ma  nel- 
l'intervallo n(»n  dimentico  il  moto  veneto:  e  ne  ho  le  mie 
ragioni. 

Dei  nostri  amici  qni,  avete  notizie  da  James.  Matilde  è 
ammalata  e  le  condizioni  sono  quasi  immutate.  Comunque,  ho 
speranza  clie  possa  ristabilirsi,  Emilia  e  Venturi  sono  adesso 
in  casa  di  Tom  Taylor  :  dopo,  non  so  quel  che  faranno.  Bessie 
e    William   stanno   bene.   A   Thurloe    Square    discretamente. 

Dio  vi  benedica,  carissima  Bianca  ; 

con  affetto  e  con  fiducia  sempre  vostro 

GlTTSEaTE. 
Mazzini,  Sentii,  ecc.,  voi.  LXXIX  (Epistolario,  voi.  XLVIII).      18 


2~i  i:i>isTOi.,\Ki().  [lSf)4j 

V.MMDCXXIN  . 
Al)  Ancklo  Bkzzi,  a  Londra. 

|L(.ii(lr;iJ.   11)  (li(eml)ro    [l.S(;4]. 

11  ciltadino  ALii^clo]  ÌW'ayA  è  avvertito  ch'ej^li 
non  ha  da  qualche  tempo  versato  le  sue  quote  men- 
sili. 

Che  il  Partito  repubblicano  s'è  recentemente  ri- 
costituito sotto  il  nome  di  Falange  Sacra. 

Che  ogni  membro  è  vincolato  a  versare  la  quota 
mensile  d'uno  scellino — e  per  gli  operai  di  six  pence. 

Ch'egli,  versati  gli  arretrati,  non  sarà  responsa- 
bile che  di  quel  versamento  mensile. 

Che  naturalmente  ciò  non  impedisce  il  dovere 
morale  d'  ogni  membro  d'  una  offerta  maggiore  per 
una  volta  tanto,  quando  venga  il  momento  dell'  a- 
zione. 

Ch'  egli  è  costituito  capo-nucleo  della  Falange 
Sacra,  incaricato  d'  affratellarsi  quanto  più  può,  uo- 
mini e  donne:   dando  nomi  e  (|Uote  mensili. 

Gius.  Mazzini, 


VMMDCXXIV.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Risorgimento  di  lioma  (fondo  E.  Nathan).  È  in  una 
Itusta  file,  (li  pugno  del  Mazzini,  ha  l'indirizzo  :  «  Sig.  Bezzi, 
at   Sig.  Marochetti's.   Ouslow   Sciuare.  » 


[1,S(;4|  KIMSIOI.AKK».  27.'j 

VMMDCXXV. 

To  Matilda  Biggs,  Barden. 

1  [London,  December  .....  1864]. 

Dearest  Matilda, 

Silice  (lays  I  scarcely  kiiow  of  yoii;  of  course, 
T  ask  every  day  and  hear  every;  but  I  caiiuot 
make  out  whether  theie  is,  however  trifliug,  aiiy 
improvement  in  your  condition.  And  this  severe 
wheather  too  I  And  your  feeling  compelled,  if  I 
ani  well  informed,  to  be  in  your  room  without  a 
file I  Oli,  dear,  if  only  I  could  do  sometliing  for 
you  1  But  I  caii  only  feel  anxious,  ask,  listen,  and 
fear,  and  hope  that  next  day  better  tidings  will 
reach. 

Tolazzi,  Andreuzzi  and  otlier  leaders  of  the  late 

Cari.ssima  Matilde, 

Da  vari  giorni  iiou  so  <iuasi'  nulla  di  voi;  naturalmente, 
ogni  giorno  chiedo  notizie,  e  ogni  giorno  le  ho  ;  ma  non 
riesco  a  capire  .se  v'è  un  miglioramento,  anche  piccolo,  nella 
vostra  salute.  Anche  questo  tempo  cosi  freddo!  E  voi  co- 
stretta, se  sono  bene  informato,  a  stare  in  una  stanza  senza 
fuoco!  Oh,  cara,  se  potessi  fare  qualcosa  per  voi!  Ma  io 
non  posso  far  altro  che  essere  in  ansia,  domandare,  ascoltare 
e  temei-e,  e  sperare  che  il  giorno  dopo  verranno  notizie  mi- 
gliori. 

Tolazzi,    Andreuzzi    e    altri    capi    del    recente   moto    del 

VMMDCXXV.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (t'ondo  IO.  Xathan).  Non  ha 
indirizzo. 


L'Ti;  icPisTor.ARio  riS04] 

Fiiuli  moveiiUMit  aie  sale  iu  Tmiii  or  elsewlieie.  Ol' 
collise,  \ve  doii't  give  up  the  scheine;  aiul  we  tiy 
lo  i)rei)ai'e  Jor  a  better  seasou.  AVe  woii  22  iiiilious 
ol  llalians  tlirough  a  Um^  seiies  of  renewed  altempts, 
I)e))eii<l  uj)on  it,  we  sliall,  tliiough  the  sanie  metho«l, 
hiaineil  ahvays  in  the  interval,  get  \>nice. 

And,  as  to  the  inteinal  politic  question,  I  am 
uow  at  last  working,  avowedly  and  deliberately,  l'or 
my  old  republiean  liag.  That  too,  you  may  depend 
upon  il,  will  ultiinately  trinmph.  I  am  gainiiig 
ground  everyday. 

Vester(hiy  evening,  the  Healeys,  Eeelys  or  what 
they  are  were  dining  at  Th[iirloe]  Sq[uare]  — 
B[essie]  and  \\'[illiam]  too  —  and  I  with  theni, 
At  nine,  tlie  (ìaribaldian  band  carne  to  show  to  me 
their  newly  got  uniform,  and  to  play  well  enongh 
on  instrnments  out  of  tnne.  They  were  treated  with 
w  isl;ey   and   one   cigar   each:    I    gave   something  for 

Friuli  .sono  in  salvo  a  Torino  o  altrove.  S"  intende  che 
ilon  possiamo  rinunziare  al  nostro  piano  :  e  cerchiamo  di  far 
pre))arativi  per  una  stasjione  migliore.  Abbiamo  conquistate» 
22  milioni  d'Italiani  con  una  lunga  serie  di  tentativi  rinnovati. 
E  state  certa  che  con  lo  stesso  metodo,  sempre  biasimati  nel 
frattempo,  conquisteremo  Venezia. 

Riguardo  alla  questione  politica  interna,  ora  sto  final- 
mente lavorando,  apertamente  e  deliberatamente,  per  la  mia 
vecchia  bandiera  repubblicana.  Anche  questa,  siatene  sicura, 
alla   fine  trionferà.  Vado  guadagnando  terreno  ogni  giorno. 

Ieri  sera,  gli  Healey,  Eeely  o  quel  che  siano,  hanno 
pranzato  a  Thurloe  Square  —  anche  Bessie  e  William  — 
e  io  con  loro.  Alle  nove,  la  banda  garibaldina  è  venuta  a 
mostrarmi  la  sua  nuova  uniforme,  e  ha  suonato  abbastanza 
bene  su  stromenti  stonati.  Hanno  avuto  del  H-ifikey  e  un 
sigaro  a  testa  :  io  ho   dato  qualche  cosa  perché  festeggias- 


[1S(»4|  KPtKTOI.AKlO.  277 

their  New  Yeav's  celebi'iitioii.  Aiid  \\w\  marolied 
ott",  spite  of  the  intense  colei,  in  liij^h  si)irits  and  mi- 
litary  array,  jdayinj;  the  llynin  ol"  (Jaribaldi. 

Emilie  and  V[entni'i]  are  to  come  back  sooner 
than  Ihey  exi)ected,  al  the  en<l  of  the  month  I  think, 
from  T[om]  Taylor,  some  relation  jioini;'  in  instead. 
I  bave  not  the  least  idea  —  nor  bave  they  —  of  the 
where  they  will  fjo. 

I  bave  received  an  entbnsiastic  letter  from  Mrs. 
OonAvay  abont  the  tirst  volume  of  the  English  edition 
of  my  writinfis  ;  nnd  proposai  for  an  American  edi- 
lion.  Then,  an  invitation  to  Halifax  from  the  Work- 
ing Men  for  a  Commemoration  Cooperative  Meeting 
at  the  end  of  the  year  —  declined  of  course.  (M  I 
bave  always  shrnnk  from  pnblic  Meetings:  now, 
coughing  and  weak  as  T  ani,  more  than  ever. 


sero  l'anno  nuovo.  E  se  ne  sono  andati,  malgrado  il  freddo 
intenso,  tutti  alle-^ri  e  in  parata  suonando  l'inno  di  Garibaldi. 

p]niilia  e  Venturi  devono  abbandonare  la  casa  di  Tom 
Taylor  prima  di  (luanto  si  aspettassero,  credo  alla  fine  del 
mese,  per  lasciar  posto  ad  alcuni  parenti.  Non  ho  la  mi- 
nima idea  —  e  neppur  essi  Thanno  —  di  dove  andranno. 

Ho  ricevuto  una  lettera  entusiasta  dalla  signora  Con- 
way  per  il  primo  volume  dell'  edizione  inglese  dei  miei 
scritti  ;  e  una  proposta  per  un'edizione  americana.  Ho  avuto 
poi  un  invito  ad  Halifax  da  parte  degli  operai  per  una 
riunione  cooperativa  commemorativa  alla  line  dell'anno  —  in- 
vito che  naturalmente  ho  ritiutato.  Non  ho  mai  voluto  interve- 
nire a  riunioni  pubbliche  :  e  ora  meno  che  mai  con  la  tosse 
e  la  debolezza  che  ho. 


(')   Ved.  la  lett.  VMMDCXVI,  a   p.  25G. 


27S  KPI8TOLAKIO.  [18641 

r>ut  ;il;is!  Io  clipck  tliesp  little  tliiiiniiplis,thero 
roiucs  tlic  non  piiyiiKMil  of  my  7tli  volume  aiuì  the 
thi-eateiicd  hjiiikiiii)tcy  of  the  publislier,  piittinf;  an 
end,  if  it  happens,  to  a  soiirce  of  ijain  now  essential 
to  me. 

Love  and  i»eiennial  wishes,  dearest  Matilda,  frora 

your  devoted 
Joseph. 

Ojjareff's  daughter  —  T  fancy  the  eldest  —  seized, 
T  suppose,  with  Diplitevia  in  T*aiis,  has  undei-j^one  the 
«  tracheotomy  »  operation.  I  kuow  nothin^  moie. 
Ogareff.  who  was  rather  ili  himself  at  Richmond,  left 
suddenly  a  few  days  aj;o,  and  since  then,  T  kuow 
nothinii  noi-  know  liow  to  kuow.  Ali  the  ITerzen 
aie  abroad. 

And   Mis.  Natlian  is  sci-iously  ili. 

r  shall  teli  von  of  lioth  as  soon  as   I  know. 


Ma  ahimè!  ad  amarejrsiaruii  <inesti  piccoli  trionfi,  ecco 
il  mancato  pagamento  del  mio  settimo  volume  e  il  minac- 
ciato fallimento  dell'editore,  che  porrà  fine,  se  avverrà,  a 
una  fonte  di  guadagno  che  mi  è  f»ra  indispensabile. 

Cose  affettuose  e  perenni  auguri,  carissima  Matilde,  dal 

vostro  devoto 

GlUSEIPPK. 

La  figlia  (li  Ogareff  —  credo  la  maggiore  —  colpita, 
suppongo,  da  difterite  a  Parigi,  ha  dovuto  subire  l'opera- 
zione della  «  tracheotomia.  »  Non  so  di  pili.  OgarefT,  che 
stava  egli  stesso  piuttosto  male  di  salute  a  Richmond,  è 
partito  improvvisamente  (jualche  giorno  fa,  e  da  allora,  non 
ho  pili  notizie  né  so  come  averle.  Tutti  gli  Herzen  sono 
all'estero. 

E  la  signora  Nathan  è  seriamente  malata. 

Vi  darò  notizie  dell'uno  e  dell'altra  appena  le  avrò. 


[l,S(i-}]  KPISTOI.AKIO.  27!» 

VM  MIX 'XXVI. 

Al  DiBKTTORi  dell'  «  UNITÀ  ITALIANA,  »  a  Milano. 

[Londra],  20  dicembre   I1S(>4|. 
Amici, 

Taluni  hanno  (jui  dov"  io  vivo  interpretato  sfa- 
vorevolmente ad  Aurelio  Safìi  la  parola  iituhantì, 
contenuta  in  un  estratto  del  settimo  volume  dei  miei 
Scritti,  pubblicato  nel  vostro  numero  del  15. (^)  Altri 

VMMDCXXVI.    —    l'uhlil.    ueiri/utà    Ituliana    di    Milauu, 
dei   25-26   diceml)re   IMM. 

(')  A.  Saffi,  ilu'  si  teneva  in  quei  giorni  a.ssai  vicino  al* 
Mazisiui,  sia  pure  soddisfatti!  di  iinesta  difliiarazioiie.  credette 
opp  irtiino  d'intervenire  a  spiegar  nieglin  la  condotta  sua  du- 
rante i  tristissimi  contatti  che  il  Triumvirato  ebhe  con  l'Ou- 
dinot  e,  con  alcuni  suoi  mandatari  .e  lo  fece  con  la  lett.  seguente, 
inviata  il  !>  gennaio  iSlió  nW'l  iiità  Itul'uinn  di  ililano.  che 
l'inserì  nel.  n.  del  2.5  di  (piello  stesso  mese  : 

«  Lessi  in  un  recente  numero  deUT/u'/à  Ituliana  la  lettera 
colla  (piale  Mazzini,  (piasi  riprendendosi  d'  una  frase  adope- 
rata sul  e  nto  mio  nei  suoi  Ricordi  di  Roma,  ne  spiega  il  si- 
gnificato a  suggello  del  vero.  Quella  lettera,  dettata  dall'affetto 
e  da  un  delicato  senso  di  rettitudine,  richiede  da  me  una 
parola  di  riconoscenza  :  e  duolmi  avere  indugiato  d'alcuni  giorni, 
per  inv;  lontarie  cagioni,  a  soddisfare  un  debito  del  cuore  : 
perché  le  parole  dell'amico  mio  m'hanno  profondamente  com- 
mosso, non  per  la  testimonianza  che  rendono  a  quel  poco  che 
feci  nel  '49  —  fra  molti  che  fecero  assai  più  di  ine  —  in 
difesa  del  diritto  e  dell'onore  italiano  ;  ma  per  le  memorie  im- 
mortali ch'esse  risvegliano  :  memorie  congiunte  nell'animo  mio 
all'origine  di  quell'amicizia,  che  nacque  in  Roma  fra  noi,  e 
ch'ivi  a  me,  giovane  ancora,  fu  .scuola  di  generosi  affetti,  e 
durò  cara  e  sacra  poi  sempre,  come  la  virtù  e  gli  eventi  che  la 
crearono. 


2S{)  KIM STOLA K IO.  [1^(54  | 

]K)trt'l»l»('  l'ili-  Io  sti*ss(»  in  Iliil'ui,  e  mi  (loni'libe,  cosi 
pei-  l;i  \u\ì<xA  ;iini<-Ì7.i;i  clic,  iiii7,i;it;i  ;ii)])nii1o  in  "Roma, 
mi   Ic^M   a   Salii;  come  ])ei-clic,  oj;iii  sospetto  di  con 

u  Dei  quali  eventi  è  deiìito  tener  viva  la  i-icnrdanza  a 
rimprovero  delle  vergogne  presenti,  e  a  documento  <li  ciò  <he 
possano,  in  un  popolo,  la  santità  d'un  iiriiu-ipio  e  il  patriotismo 
dei  suoi  rappresentanti,  allorché  (piesti  sono  fedeli  interpreti 
della    ooscienza    e    della    dignità    del    paese    che    rappresentano. 

«  L'incidente,  di  che  tocca  la  lettera  di  Mazzini,  non  è 
senza  importanza  storica,  dacché  non  riguarda  soltanto  il  mio 
contegno  innanzi  alla  Costituente,  la  notte  del  20  aprile  (ciò. 
dove  non  si  trattasse  che  di  me,  non  meritereblìe  commento), 
ma  additi  le  vere  relazioni  che  correvano  tra  il  potere  esecu- 
tivo della  Repubblica  e  l'Assemblea  in  ogni  grave  risoluzione  ; 
e  i  motivi  della  riserva  che  c'imponemmo  in  quella,  più  d'ogni 
altra  grave,  della  resistenza. 

«  Quelle  relazioni  e  quella  riserva  rispondono,  fra  molt'altre 
prove  alle  stolte  voci,  allora  divulgate  per  tutta  Europa,  da 
bugiardi  .stranieri,  e  da  Italiani  non  migliori  di  loro,  sul  ter- 
rore esercitato  dal  Governo  repubblicano  ìi\  Roma  ;  e  sono  parte 
di  un  insieme  di  fatti,  i  (juali  concorrono  tutti  a  recare  l'ini- 
ziativa e  il  merito  della  gloriosa  difesa  a  chi  s'appartiene  :  al 
p  polo,  all'Assemblea,  alle  milizie,  a  quanti  si  sentivano  Ita- 
liani e  liberi  in  Roma  sotto  la  bandiera  della  Repuliblica  :  ed 
erano  tutti,  tranne  coloro,  la  più  parte  forastieri  o  preti,  che 
armeggiavano  in  segreto 

COI)  la  i. in  eia 
con  ia  qual  giostrò  Giuda. 

«  Ija  spedizione  francese  —  tramata  da  quella  ipocrita 
lega  di  seguaci  di  Voltaire  e  di  affigliati  di  Lo.vola.  che  già 
forbivano  i  ferri  in  Parigi  a  spegnere,  dopo  Roma,  la  Repubblica 
in  Francia  ;  e  volta  a  calcolo  di  futuri  suffragi  da  chi.  sin 
da  (|ue'  giorni,  fiutava  la  preda  dell'Impero  —  copriva,  con  una 
doppia  menzogna  i  segreti  fini  che  la  guidavano.  I  suoi  autori, 
dando  credito  alle  accuse  d'anarchia,  inventate  dai  loro  agenti 
e  ripetute  da  una  stampa  venduta,  avevano,  da  un  lato,  tra- 
volta l'opinione  pubblica  in  Francia,  e  suscitato  contro  Roma 
la   ripugnanza   della   borghesia  coi   fantasmi   del   '93.   apponendo 


[1S04I  Fn*ISTOI,AKIO.  2S1 

(lottji  meli  clic  jfiMi(M()s;i  e  i-('pul)l)licaiia  da  ])ai-t('  sua, 
in  tnu'I  sacro  ]hm'Ì<h1()  della  vita  Tlaliaiia.  sarebbe 
iiij»inst(). 

al  suo  popolo  delitti  simili  a  (incili  della  loi-o  jii'ima  rivolu- 
zione. Cerne  se  le  forsennate  vendette  di  u)in  jìlche.  fatta  sel- 
vaggia da  secoli  di  enormezze  sociali,  fossero  conformi  al  genio 
civile  della  stirpe  italiana  e  possibili  all'età  nostra.  Dall'altro 
lato,  valendosi,  con  ba.ssa  slealtà  di  una  grande  .sventura  ita- 
liana a  fingere  propositi  di  tutela  della  ncstra  indipendenza, 
carpivano,  dopo  Novara.  all'Assemblea  Costituente  di  Francia 
l'assenso  della  spedizione,  sotto  colore  di  scendere  in  Italia  ad 
impedire  ch'altri  stranieri  opprimessero  la  libertà  del  jiopolo 
romano,  non  ad  opprimerla  essi  medesimi. 

'  Noi  non  andremo  in  Italia  per  imporre  un  governo,  né 
quello  (Iella  Repubblica,  né  altro....  Noi  non  vogliamo  usare  le 
forze  della  Francia  per  difendere  in  Roma  una  od  altra  forma 
di  governo,  no  I  È  nostro  intento  essere  presenti  agli  eventi  che 
possono  compiersi,  pel  di  ppio  interesse  della  nostra  influenza 
e  del  pericolo  della  libertà.  ' 

«  Cosi  parlavano  —  e  giova  ricordare  l'inganno,  quan- 
d'oggi  siede  nei  consigli  dell'Impero  quello  stesso  Drouyn  de 
Lhuys.  che  allora  pure  reggeva  l'esterna  politica  della  Francia 
—  i  ministri  della  Repubblica  francese  all'Assemblea,  il  10  apri- 
le. E  al  giungere  della  spedizione  a  Civitavecchia,  le  menzogne 
e  gl'inganni,  gl'insulti  e  le  lusinghe,  s'alternavano  tristamente 
nel  linguaggio  e  negli  atti  di  chi  la  ccnduceva.  I  Francesi  scen- 
devano come  pirati  sul  nostro  suolo;  i  reggitori  di  Francia, 
perché  non  avevano  riconosciuto  la  Repubblica  Romana,  si 
reputavano  arbitri  della  sua  volontà  e  del  suo  territorio.  Non 
previo  avviso,  non  forma  alcuna  prescritta  dal  diritto  delle 
genti. 

«  E  il  generale  Oudinct,  in  un  primo  proclama  preparato 
a  Parigi,  dichiarava  d'intervenire  '  pel  ristudili  mento  di  un  re- 
gime effualmente  lontano  dagli  ohusi  —  per  sempre  distrutti  dal- 
la generosità  delVìUustre  Pio  TX.  e  dall'anarchia  degli  ultimi 
tempi.  '  E  invitava,  con  sinistro  appello  alla  guerra  civile,  a  rac- 
cogliersi intorno  alla  handiera  di  Francia  '  tutti  coloro  che  ro- 
lessero  concorrere  all' opera  patriotica  e  santa.  '  Poi,  scosso  da 
qualche  sentore  del  vero  stato  degli  animi  in  Roma,  ed  accortosi 


1>S*2  KI'lSIOI.AltlO.  flW4! 

(glieli;!  i>;ir()lii  In  sciithi,  e  iikmì  diioU^  jil'l  retlal;!- 
nieute:  avi-ci  dovuto  ajjjj^iunj^erne  altre  a  spiegare 
come  l'apparente  titubanza,  o  meglio  il  silenzio  at- 

d'avor  crriito  ii  scoiJi-irsi,  riprendevi!  il  ))r()>;r;nmii;i  delle  libe- 
rali proiiii-sse  ;  e  per  diehiariizioiii  dell'Espivent,  suo  aiutante 
di  campo,  affermava,  poco  stante,  che  il  Governo  francese 
'  rinpetterehbe  il  roto  deìla  maggioranza  delle  popolazioni  ro- 
mane.... e  non  imporrebbe  mai  dd  esse  forma  alcuna  di  Go- 
rreno.  ' 

«  Il  modo  della  spedizione  e  le  prime  parole  di  f'hi  la  co- 
mandava, sollevarono  siffiittamente  gli  animi  in  Roma,  che 
parve,  e  fu  veramente  ignavia  e  colpa  di  Civitavecchia,  il  non 
resistere  allo  sbarco,  trasgredendo  l'ordine  mandato  da  noi 
al  Preside  di  (piella  città  di  opporre  la  forza  alla  forza.  Che, 
se  il  tenere  la  terra  era  impossibile,  il  combattere  era  dovere, 
Cime  protesta  del  diritto  contro  la  violenza  straniera.  Ma  la 
cittadinanza  e  le  autorità  di  Civitavecchia  aggirate  dalle  seconde 
parole  del  comandante  francese,  le  (piali  parevano  restituire 
alla  spi'dizione  il  cirattere  ad  essa  assegnato  innanzi  all'Assem- 
l)]en  di  Parigi,  cedevano  a  ipiel  triste  fascino  ch(>  il  nome  di 
Francia  snob)  esercitare  in  Italia,  nialgi-ado  le  antiche  e  odierne 
ingiurie.  E  albu'a  più  che  mai  sembrava  incredibile  che  un:i 
Kepubldica  venisse  ad  uccidere  una  Repubblica  sorella,  e  che 
la  Francia  rompesse  la  sua  fede,  e  mettesse  in  fondu  if  suo 
onore,  \iolando  uno  dei  principii  fondament;ili  della  propria 
Costituzione. 

«  Però,  mentre  Roma  era  risoluta  di  respingere  la  vio- 
lenza, e  di  non  volere  i  Francesi  nelle  proprie  mura,  non  ri- 
cusava., pur  protestando,  d'intenderli  a  verificare  le  oneste 
intenzioni,  o  a  constatare  l'inganno.  Al  qual  fine  erano  in- 
viati a  Civitavecchia,  sin  dalla  sera  del  4  aprile,  il  ministro 
degli  esteri  Rusconi  e  il  deputato  Pescantini.  Ma,  mentre  questi 
—  presentata  al  generale  Oudinot  la  protesta  dell'Assemblea 
Romana  —  lo  ammonivano  delle  vere  condizioni  e  dei  fermi 
propositi  di  Roma  contro  l'invasione  straniera  ;  ed  egli  mo- 
stravasi  stupefatto  che  si  usasse  la  parola  invasione,  dichia- 
rando, colla  manol  sul  petto,  di  non  avere  mandato  di  restaurare 
il  governo  papale,  né  di  opporsi  al  libero  voto  del  popolo  ro- 
mano ;    ma    di    difendei-lo,    amico   fra    gli    ospiti,    da    Napoletani 


fl.s(;4|  KiMHToi.Auio.  2S:{ 

toiiio  alhi  })i()i)ria  ojjinioiu*  (lavanti  all'Assemblea, 
ileiivò  in  Saffi  dalla  stessa  causa  che  mi  tenue  di- 
scosto,  in  quel   giorno,  (lall'adunanza.   Saffi  credeva, 

e  (la  Tedeschi,  in  nome  di  (niella  Francia  che  mille  tradizioni 
(li  gloria  collegavano  all'Italia  —  in  Roma,  il  Forbin  Janson, 
e  un  Colonnello  Rlanc,  mandatoci  dallo  stesso  generale  Oudinot. 
tenevano  a  noi  altro  linguaggio.  Esageravano  costoro  le  ac- 
coglienze fatte  ai  Francesi  in  Civitavecchia  ;  se  le  ripromette- 
vano eguali  iu  Roma  ;  e  parlavano  meno  ccpertamente  de'  fini 
della  spedizione  intesa,  dicevano,  non  solo  a  salvare  gli  Stati 
Romani  da  imminenti  invasioni,  ma  a  constatare  le  vere  opi- 
nioni del  popolo,  onde  mettere  le  condizioni  di  Roma  in  armonia 
col  Papato  ;  il  che  voleva  dire  —  né,  stretti  da  noi,  lo  nega- 
vano —  ri.staurazione  del   potere   temporale. 

«  Tra  queste  duplicità,  e  contro  l'armi  della  calunnia,  colle 
quali  gli  avversari  oltraggiavano  la  Repubblica  Romana,  prima 
di  assalirla  col  ferro  dei  fratricidi,  era  debito  nostro  lasciare 
«•he  Roma  rispondesse  per  noi  :  nostra  diplomazia,  la  volontà  del 
popolo  e  il  vero.  Dicemmo  ai  signori  Forbin  Janson  e  Blanc. 
che  l'oiìinione  del  paese  s'era  già  manifestata  a  segni  non  dubbi 
col  suffragio  universale,  coi  voti  unanimi  deII'AsseniI>lea,  con 
(»gui  atto  della  vita  jiolitica  <lelle  popolazioni  :  e  il  Forl)in 
Jans-?n,  testimonio  m-ulare  (mentre  mentiva  il  contrario  nella 
sua  relazione  ai  Ministri  di  Francia  e  al  generale  Oudinot). 
non  i)otPva  contraddirci.  Dicemmo  che  al  Papa,  come  capo  della 
Chiesa,  il  decreto  fondamentale  della  Rei)ubblica  offeriva  le 
più  ampie  garanzie;  che,  se  la  Francia  intendeva  impedire  gli 
Austriaci,  ed  aiutarci  contr'essi.  doveva  protestare  contro  la 
loro  invasione,  non  tórre  la  facoltà  di  combatterli,  intervenendo 
anch'essa  in  modo  ostile  :  e  che,  finalmente,  noi.  esecutori,  non 
arbitri  della  volontà  sovrana  dell'Assemblea,  non  potevamo  far 
altro  che  riferirsene  ad  essa.  E  l'indomani.  20  aprile.  Slazziui 
esponeva,  con  temperato  discorso,  alla  Costituente  la  grave 
questione  in  ogni   suo  aspetto. 

((  E  quantunque  sentisse  (nel  che  m'avea  concorde)  che  in- 
contro alla  palese  ostilità  di  una  forza  straniera  invadente  il  ter- 
ritorio, non  rimaneva  al  diritto  e  all'onnr  del  paese  altro  ri- 
medio che  il  protestare  con  l'armi  in  mano,  pure  dichiarava  non 
intendere,    che    la    sua    opinione    dovesse    menomamente    influire 


2.S4  KIMKTOLAKIO.  [1S041 

concoide  ])ci-rettanicnt('  con  me,  clic  l'oiioic  di  Koma, 
la  dignità  della  Repubblica,  e  la  necessità  di  dare 
all'Italia  esemi>i  niiglioii  dei  dati  a  quel  tempo  dalla 

siill.i  lihcrtìi  dclli'  (leliberazioni  deirAsseniblea  ;  e  concludeva 
acccmiaiKlo  du»'  vie:  resistere,  ed  offerire  l'esperimento  richiesto, 
nel  (|uale  i)  popolo  non  disdirel)l)c  se  stesso;  '  ìuncuire.  ei  diceva 
che  la  storia  registrasse  il  fatto,  che  la  Francia,  nel  1849,  la 
Francia  repubblicana,  la  (juale  ha  un  articolo  nella  sua  Costi- 
tuzione, che  consacra  il  diiitto  di  indipendenza  dei  i)opoli,  è 
venuta  a  combattere  con  la  forza,  per  rovesciare,  o  modifica i-e 
lo  stato  iittuale  delle  cose  nostre;  ch'essa  non  s'è  arretrjua 
davanti  al  combattere,  non  provocata,  un'altra  Repubblica; 
lasciare  alla  nostra  coscienza  la  soddisfazione  di  avere  trlem- 
pito  un  dovere,  o  la  certezza  che,  anche  soccombendo,  il  ni-in 
cipio  che  noi  professiamo  avrà  un  incremento,  moralizz-iirlosi  ; 
e  dare  un  alto  insegnamento  a  tutti  i  popoli,  e  a  tutte  le  parti 
d'Italia.  Oppure  seguir  l'altra  via  che  è.  a  un  dipresso,  rjuella 
proposta  dalla  mediazione  francese  :  che  il  paese,  convinto  che 
l'opinione  della  maggioranza  assoluta  sente  l'inconciliibil'tà  del 
potei'e  temporale  e  dello  spirituale,  voglia  subire  un'altra  prova, 
e  si   rassegni   alla   manifestazione   invaditrice   della    Francia.  ' 

'  L'Assemblea,  soggiungeva  Mazzini,  deve  scegliei-e.  Noi  tro- 
vammo ch'era  una  questione  nuova  nel  nostro  mandato,  e  che 
dovevamo  perciò  richiedere  alla  Camera  una  nuova  decisione. 
Qualunque  sia  la  scelta,  noi  Triumviri  l'accetteremo,  se  coin- 
cido con  la  nostra  coscienza,  se  no.  torneremo  jirivati  cittadini.  ' 

«  L'Assemblea  Romana,  già  sin  dalla  sera  del  24,  appena 
saputo  dell'arrivi»  della  spedizione,  e  del  prtidama  dell'Oudinot. 
aveva,  come  sopra  toccai,  nobilmente  protestato  contro  l'ina- 
spettata invasione  '  non-  prorocafn  dalla  condrjtta  della  Re- 
puhhlica  verso  l'estero,  non  preceduta  da  comun'ìcazio^ìe  alciiìia 
da  parte  del  Governo  francese,  eccitatrice  di  anarchia  in  un 
paese,  che  tranquillo  e  ordinato  riposava  nella  coscienza  de'  pro- 
prii  diritti  e  nella  concordia  de'  cittadini;  e  dichiarava,  il 
suo  ferino  proposito  di  resisterei,  rendendo  mallevadrice  la 
Francia  di  tutte  le  conseguenze.  '  E  la  protesta  fu  accolta 
con  entusiasmo  dalle  tribune,  e  il  di  appresso  reiterata  dal 
popolo  e  dalla  guardia  nazionale  di  Roma,  accoltasi  tutta  in 
Piazza  Sant'Apostoli,  ed  acclamante  la  resistenza. 


[IStMJ  farsToi.AKio.  285 

Mouaichia,  comaiidiiviino  la  lesi.steu/.a ;  ma  ei  cre- 
deva, courio  credeva,  che  pei-  essere,  davanti  all'I- 
talia e   airiOuropa,   ellicace  e  iecoiida,   la   decisione 

«  Il  2(>  aprile  l'Asseiiihlea,  e-ostitiiitasi,  (lopo  lo  paiole  di 
Mazzini,  in  comitato  segreto,  decretò  uuauiiiie  <li  resistere;  e 
il  decreto  era  del  seguente  tenore:  '  L'Asseinhìeu,  dopo  le  co- 
muuiruzioni  ricevute  dui  Triuiiinrato,  gli  coniitiette  di  salrure 
la  Repuhblioa  e  di  respingere  iti  forza  colla  forza.'  La  <iiuile 
sentenza  era  confermazione  legale  del  Plebiscito  di  Koma. 

«  Ma  occorrevano,  dopo  (luell'atto,  nuove  circe, stanze,  e 
nuovo  debito  di  prudenza  e  riserva  da  parte  nostra.  Tornavano 
da  Civitavi'ccbia  il  ministro  Rusconi  e  il  l'escantini,  e  con  essi 
un  capitano  Fabar,  (fficialmente  deputato  del  generale  Oudiiiot 
a  recarci  un  messaggio  d'acoordi  e  di  pace.  Dicevano  avere  il 
Forbin  Janson  e  il  colonnello  Blanc  parlato  di  loro  arbitrio, 
non  per  officio  commesso;  il  Fabar  rappresentare  con  autorità 
il  generale  francese;  e  pareva  a  taluni  che  le  comunicazit)nl 
fatte  da  Mazzini  all'Assemblea,  la  mattina  di  quel  giorno,  fos- 
sero state  premature,  prematuro  il  partito  della  resistenza. 
Il  capitano  Fabar  ripetè  le  cose  dette  dall'Oudiuot  a"  nostri 
inviati  ;  annunziò  deciso  l'intervento  d'Austria  e  di  Napoli  ;  la 
Francia  interporsi  ad  ovviare  gl'imminenti  pericoli  ;  il  popolo 
romano  rimarrebbe  padrone  de'  suoi  destini  ;  le  bandiere  delle 
due  Repubbliche  proteggerelibei-o,  congiunte,  la  sua  libertà  ;  e 
ci   esortava   a   ritrarei   da    una   lotta  fatale. 

«  Un  ostinato  errore  occupava  generali  ed  inviati  francesi  ; 
ed  era,  che  Mazzini,  ed  una  fazione  estranea  a  Roma,  avessero 
inventata,  composta,  e  tenuta  insieme  in  sino  a  quel  di^  non  so 
con  quali  malie,  la  Repubblica  ;  e  che  da  Mazzini  e  dagli  amici 
suoi  dipendesse  quello  ch'essi  stimavano  vano  rumore  contro  i 
Francesi.  E  le  passioni  de'  partiti  avversi,  e  la  fantasia  degl'i- 
gnari delle  cose  nostre,  avevam^  nudrito  quell'errore,  non  solo  in 
Francia,  ma  in  ogni  parte  d'Europa.  Tanto  è  l'impero  che 
ne'  resultati  delle  cose  umane  hanno,  malgrado  i  progressi 
delia  civiltà,  l'ignoranza  e  la  fantasia,  pili  che  l'onesto  esame 
e  la  giusta  stima  de'  fatti.  E  cosi  avviene  che  pochi  astuti  e  tristi, 
fra  un  volgo  inerte,  che  non  sa  né  giudica,  governino  sovente 
ad  arbitrio  loro  la  fortuna  de'  popoli. 

«  Noi  dovevamo  distruggere  errore  siffatto  ;  dovevamo  prò- 


lisa  KHlSrOf.AKIO.  (I1SU4J 

aveissi*  a  escile,  iiou  da  noi,  belisi  spuiiluiiea  e  senza 
iiitlueiiza  del  Triuiuviiato,  dall'Assemblea  e  dal  po- 
polo di  Kouia.   Quindi  il  di  lui  silenzio.  A  me  im- 

vare  al  moiido  cho,  nella  rivendicazione  del  suo  diritto,  Itoniu 
era  moralmente  libera,  e  che  nessuna  signoria  esercitava  sulla 
sua  volontà  il  Governo,  ch'essa  aveva  eletto  a  reggere  i  suoi 
destini.  Né  Mazzini,  né  io,  né  altri  credeva  alle  nuove  prof- 
ferte della  fratellanza  francese,  (juando  io  chiesi  al  Fabar  : 
se  la  spedizione  è  amica,  che  necessità  di  occupar  KomaV  ri- 
spose :  i  Francesi  dover  entrar  in  Koma,  ad  ogni  C(,sto.  E  il 
generale  Oudinot,  chiesto  dai  nostri  che  farebbe  incontrando 
ostacolo  ;  avea  risposto  :  combatterebbe.  Era  evidente  che  apren- 
do le  porte  a  Francia,  tutto  sarebbe  perduto,  anche  l'onore  ;  e 
Roma  conscia  di  ciò,  non  era  disposta  a  lasciarsi  cogliere  nella 
rete.  Ma  importava  che  la  Francia  e  l'Europa  avessero  novella 
prova  della  nostra  temperanza  in  que'  supremi  cimenti  ;  im- 
portava che  nessuno  potesse  dire  :  Roma  non  fu  informata  delle 
intenzioni  del  Governo  francese  :  la  resistenza  non  fu  atto 
spontaneo  del  popolo  e  de'  suoi  rappresentanti.  Però  noi  ci 
facemmo  da  capo  a  consultare  l'Assemblea,  senza  frammettere 
alle  sue  deliberazioni  giudizio  o  consiglio  nostro.  E  adoperando 
COSI,  pensavamo  alla  Francia,  guardavamo,  dietro  ai  delitti 
de'  suoi  reggitori,  la  coscienza  del  suo  popolo  :  volevamo  far 
chiaro  ed  aperto  che,  quanto  era  in  noi,  rifuggimmo  dalla 
funesta  guerra,  e  che  dalla  i-arte  nostra  era  il  diritto,  la  ne- 
cessaria difesa,  la  verità  di  una  causa  incontaminata  ;  dalla 
parte  de'   nostri   avversari,   l'aggressione  e  la   frode. 

«  Mazzini,  per  le  stesse  cagioni,  si  tenne,  quella  sera,  di- 
.scosto  dal  Parlamento.  E  a  me  ripugnante  toccò  l'ingrato  ufficio 
di  partecipare  all'Assemblea  le  pratiche  del  capitano  Fabar. 
11  che  feci,  celando  pensatamente  il  mio  sentire,  come  narratore, 
non  giudice.  E  parve  a  molti  perplessità  ciò  ch'era  debito  verso 
noi  stessi  e  ili  paese.  L'Assemblea  non  mutò  sentenza  per  quelle 
pratiche,  sapendole  artificii  consueti  dell'arbitrio  che  vuol  ce- 
larsi, e  usate  pili  volte  dagli  stranieri  in  Italia,  stata  sempre 
troppo  facile  a  credere  ai  loro  inganni.  Ma  Roma,  con  esempio 
raro,  quasi  sentisse  che  l'Italia  non  sarà  finché  non  creda  in 
altri  che  in  .se  medesima,  non  piegò  alle  lusinghe  ;  e  fu  il  prin- 
cipio  della   sua   grandezza  ne'   fatti   che   seguirono,  e   il   saggio 


[1,S(^4I  KIMSIOI.AItlO.  2S7 

portava  di  dicliiai-aie  ai)i)uut()  (iiudla  unaninie  .spon- 
taneità ;  ma  avrei  dovuto,  come  mi  prova  l'interpre- 
tazioiie  dala   alla  mia  parola,  pensare  anche  ad  al- 


della  grandezza   d'Italia,   quaiidu    riiitoru   Xaziuiic   saprà    imitar 
quell'esempio. 

«  Cosi  la  resistenza  all'intervento  fram-ese  non  mosse  'a 
volontà  di  pochi,  o  da  impero  di  partigiani  temuti  ;  ma  scoppiò 
—  virile  protesta  d'animi  couscii  del  loro  diritto,  e  giustamente 
sdegnosi  dell'insulto  straniero  —  dal  voto  S(,lenue  di  tutto  un 
popolo,  il  quale  seppe  provare  col  fatto  la  serietà  del  p<!nsi(ro 
che  lo  ispirava.  E  se  alla  fama  della  Repubblica  Roni.ma,  e  i^ll.i 
virtù  della  difesa,  il  nome  di  Giuseppe  Mazzini  va  intimamente 
congiunto,  non  è  perché  la  Repubblica  e  la  sua  lotta  contro  i 
Francesi  uscissero  dall'arbitrio  suo  ;  ma  perché  la  spontaneità 
popolare,  che  creò  la  prima  innanzi  chei  fosse  in  Roma,  e 
produsse  la  seconda  nel  modo  che  ho  detto,  ebbe  in  lui  il  più 
alto  interprete,  com'ebbe  in  Garibaldi  il  suo  eroe.  Mazzini,  con 
devozione  unica,  operosità  infaticabile,  e  profonda  coscienza 
della  missione  di  Roma  nell'avvenire  d'Italia,  servi  per  tre 
mesi  la  Repubblica  Romana,  come  le  più  civili,  libere  e  pro- 
vette nazioni  si  augurerebbero  d'esser  servite  nelle  grandi  neces- 
sità, ad  incremento  della  loro  gloria  o  della  loro  grandezza. 
E  a  chi  pensi  che  tanta  forza  d'intelletto  ed  altezza  di  cuore, 
e  tanto  patriotismo,  giacciono,  senza  cura  della  maggior  parte 
degl'Italiani,  sconsacrati  dalla  terra  nativa  :  e  che  una  infame 
Condanna  mantiensi  ancora  sul  venerando  capo  dell'esule  da 
chi  raccolse,  solo  a  guastarla,  la  eredità  dell'idea  da  lui  colti- 
vata :  non  può  non  compiangere  la  infelice  sorte  d'Italia,  quanto 
più  bisognosa  de'  suoi  migliori  e  più  forti  figli,  tanto  più  sco- 
ncscente  della  ,loro  virtù,  od  impedita  dai  dappoco  e  dai  tristi 
dal  valersene  ed  onorarla. 

«Se  mezza  la  fede  di  Mazzini  nelle  facoltà  e. nelle  foi'ze 
d'Italia,  e  quell'altero  sdegno  della  prepotenza  straniera,  che  il 
rispetto  di  se  medesimi  ispira  agli  animi  generosi,  fossero  pos- 
sibili ne'  ministri  del  Regno  ;  se  una  favilla  di  quella  virtù, 
che  innalzò  la  Costituente  Romana  sopra  se  stessa,  iiotesse 
destar  vita  di  nazii  nali  doveri  in  chi  oggi  rappresenta  il  paese  ; 
noi    non    vedremo    Venezia    ancor    schiava    dell'Austria,    Roma 


288  KTISTOLAHIO.  [1804T 

tro,    e    scrivere    più    (listintjimenle   e   accuratamente 
la  cosa. 

S"i<).  del   resto,   noi    leci,  è  dovuto  in  gran   parte 

banditii   dal   soiid  della   coiniuu'  i)atria,   <•    ritalia    incerta   aiifcira 
di    se    medesiiiia,   dirtideiite  deiravveiiire,   coiiie   cosa    che   muore. 

«  l'hé  non  mancano  oggi  alTltalia,  come  non  mancarono 
a  Uoma  uel  "49.  le  capacità  di,  una  robusta  esistenza;  sibbene. 
fra  gli  uomini  che  l'onliue  delle  ccse  presenti  chiama  alla  dire- 
zione dello  Stato,  chi  sappia  o  possa  guidare  (luelle  capacità 
ad  alto  fine.  E  manca  ben  altro;  manca,  ciò  che  Konia  jìosse- 
deva  nel  ■4!t,  l'intrinseca  solidarietà  degli  uffici  del  (Joverno 
colle  tendenze  del  poi»olo,  l'unità  del  pensiero  fra  chi  è  retto 
e  chi  regge  ;  e  (juindi  la  mutua  fiducia,  il  forte  volere,  e  (luella 
potenza  delle  grandi  cose  e  de'  grandi  sagritìcii,  che  vediamo 
esser  frutto  soltanto  de'  governi  popolari.  E  lo  ve<lemmo  ap- 
punto in  Konia,  quando  un  grande  principio  e  la  libera  form.i 
dello  Stato,  operando  con  subita  educazione  sugli  animi,  ride- 
starono un  popolo  dall'obblio  di  se  stesso.  Chi  aveva  conc  sciutu 
Roma  pochi  anni  innanzi,  non  poteva  credere  che  quella  città 
fosse  la  stt'ssa.  Moltitudini  avvezze  a  piegare  la  mente  e  il 
ginocchio  alla  signora  de'  preti,  si  mcstrarono  di  gran  cuore; 
i  dappoco  divennero  virtuosi,  gli  umili  grandi.  Roma  repub- 
blicana, risorgendo  sulle  rovine  morali  del  Papato  in  nome 
dell'unità  d'Italia,  sentiva  la  grandezza  del  fatto  ch'essa  ini- 
ziava. Le  tradizioni  del  suo  passato  le  risplendevano  come  sim- 
bolo dell'avvenire.  Essa  sapeva,  che  venti  secoli  non  hanno 
stancato  l'ammirazione  del  mondo  per  la  sua  storia  ;  che  i 
.sapienti  istituti  della  sua  antica  libertà  e  la  eguaglianza  civile 
delle  sue  leggi,  furono  il  seme  dell'incivilimentcj  moderni i  ;  che 
ogni  terra  è  piena  de'  suoi  vestigi;  e  che  .se  l'Impero  e  il  Pa- 
pato ebbero  in  lei  fondamento,  essa  è,  per  questo  medesimo, 
destinata  a  sciogliere  colle  sue  rivoluzioni  dalle  forme  del  pas- 
sato la   vita   dell'avvenire. 

«  Questa  era  la  fede  di  quelli  che  morirono  combattendo 
per  *ssa  nel  '49,  e  sono  sepolti  là  fra|  la  polvere  de"  suoi  antichi  ; 
questo  sentiam  noi.  testimi  nii  di  quella  forte  manifestazione 
del  pensiero  italiano.  E  tal  fede  vinceva  la  certezza  di  cadere 
nella    lotta    ineguale  :    perché,    .se    gl'invasori    potevano    distrug- 


flSC)41  KiMSTOi.AUio.  2Kn 

a  elle  io,  memore  dell;»  nobile  coiidotta  <li  Saffi  dal- 
comiiiciamento  ai  liiiir  della  crisi,  non  credeva  i)os- 
sil»ile  l'ultimo  sos])e11o  veiso  l'amico. 

Compiacetevi   d'inserir  (pieste   linee,  e   (ledetemi 

vostro 
(iius.  Mazzini. 

VMMDCXW'Jl. 

A  Vincenzo  Brusco  Onnis,  a  Milano. 

[Loii.lra  I.  20  (iicciiihi-c    |1S(;4]. 

Caro  Brusco, 

Vi  mando  alcune  linee  da  inserirsi. 

Sono  inquieto  per  l'amica,  tanto  piti  che  non  vedo 

gero  il  fatto  presente,  nessuna  forza  può  separare  I"  Italia 
dal  suo  centro  antico  ;  mutare  le  relazioni  ideali  e  storiche. 
che  fanno  d'ogni  suo  Municipio  un  monumento  di  lilìortà  creato 
dalla  materna  mano  di  Roma;  ed  impedire  che  il  moto,  inau- 
gurato nel  '49  dal  Campidoglio,  ritorni,  quando  che  sia,  alla 
sua  fonte,  e  si  compia.  E  quanti  \ider(>  quella  lotta,  e  serliano 
memorie  e  intelletto  de"  suoi  intendimenti,  possono  davvero 
.sorridere  alle  arguzie,  onde  divertiva  non  ha  guari  il  Parla- 
mento del  Regno,  chi  non  sa  scorgere  nella  storia  di  Roma  che 
il  delitto  (li  due  tiranìiidi;  e  chi  considera  quest'ultima  una 
ìiieinoria  che  non  ha  pia  senso,  ed  uua  testa  di  pofite,  che  i 
Francesi  devono  guardare  per  noi  contro  il  Quadrilatero;  <• 
l'Italia,  ima  morta,  che  Luigi  Napoleone  tirò  dai  sepolcro. 

«  folle  quali  piacevolezze  non  finirei  un  soggetto  tanto 
grave,  se  non  dimostrassero  anch'esse  la  differenza  de'  tempi, 
delle  istituzioni  e  degli  animi.  In  Roma  repubblicana  le  pa- 
role e  le  opere  erano  serie  come  il  pensiero.  Oggi,  nel  Par- 
lamento del  Regno,  si  tratta  la  storia  coi  motti,  e  si  scherza 
colle  più  sacre  memorie  della   italiana  virtù.  » 

VMMDCXXVII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
Mu.seo  del  Risoi-gimento  di  Roma  (fondo  E.  Xathan).  Non  ha 
indirizzo. . 

Mazzini.  Seritti,  ecc..  voi.  LXXIX  (Epi.stolario,  rol.  XLYIII).       19 


•J'.Hi  (CfMSTOf  Alno.  (ISCill 

jirticoli  (li  .Maur[izi(>J  da  tre  j;ioiiii  ìh'WI  iiità.  !);>- 
lenii  nuove:  da  voi  mi  «fiungono  i)iù  presto  che  non 
da  Lnj^lanoJ.  IO  se  non  v'è  ]>erieolo,  telegrafatemi: 
è  il  mefilio  a  rassicurarmi.  I-^rance.  2.  Onslow  Ter- 
race.  Fnlham  lload. 

Per  leneivi  al  ((urente  di  ci('»  che  propongo,  vi 
diro  che,  ]»er  desiderio  d'unione  non  foss'altro  appa- 
iente, ho  proposto  al  Comitato  Centrale  Unitario 
che  —  se  persiste  a  vivere  —  dacché  ho  detto  ad 
essi  francamente  prima  che  dovrehbei-o  sciogliersi 
—  serbi  a  sé  l'agitazione,  il  raccogliere,  i  lavori  spe- 
ciali da  me  proposti  —  che  il  lavoro  segreto  cospi- 
ratorio  i)el  Veneto  si  concreti  tutto  in  una  Com- 
missione segreta,  composta  di  Andr [euzzi],  Tol[az- 
zi],  56.  [Bezzi],  indipendente,  non  tenuta  a  render 
conto  delle  sue  operazioni  a  Comitati,  ma  aiutata, 
per  fiducia  negli  individui,  da  tutti  noi  —  che  il  Co- 
mitato Centrale  serbi  per  la  proi)ria  attività  nn  terzo 
d'ogni  incasso,  depositi  gli  altri  due  a  ordine  della 
Commissione  —  che  quanto  alla  questione  politica, 
ciascuno  lavori  a  suo  modo,  io  co'  miei  amici  per  la 
re])ubblica,  essi  per  ci(')  che  crederanno  —  che  se 
iicW  intervallo  avrà  luogo  moto  Veneto  lo  aiuteremo 
senza  introdurvi  la  questione  politica,  ma  continue- 
remo a  lavorare  repubblicanamente  tino  a  trionfo, 
Xon  ho  ancora  risposta.  Forse  v'ho  già  detto  questo 
mio  ìilfiniafinn  :  ma  lo  i-ipeto  nel  dubbio. 

Addio  per  ora. 

Vostro 
Giuseppe. 


(ISCII  KPIH'I't»!  AKIO,  2!>t 

VMMDCXXVIir. 

Al)   Andrea   (Jiann^i-m,   a    Firenze. 

[L(.ii(lr:i  I,   20   (licciiiliic    [l'SCll. 

Fnitello, 

Ebbi  tutte  le  vostre  tino  a  quella  del  !).  Dovete 
i-assepiarvi  ail  avere  su  cinque  lettere  una  risposta. 
Xoii  so  come  far  fronte,  tiacoo  come  sono  e  inTermie 
ciò,    alla     corrispondenza,    alle    Circolai-i,    ai    mìei 
Scritti, 

Eccovi  risposta  a  Forlì  che  manderete,  coiral- 
l'etto  mio,  all'ottimo  e  costante  Cicognani. 

Lettera  per  Mario, 

Lettera  i)er  Cuneo.  In  essa  dico  la  situazione  e 
la  necessità  di  formare  un  Fondo  intangibile,  fuor- 
ché aiutare  un'azione  sul  Veneto.  Propongo  man- 
dino un  tei'zo  di  ciò  che  si  raccoglie  al  Comitato  Cen- 
trale se  dura,  e  serbino  i  due  terzi  per  l'Azione,  de- 
positati in  luogo  sicuro.  Al  Comitato  Centrale  poi 
ho  proposto  che  si  divida  il  lavoro  —  che  il  Co- 
mitato s'occupi  dell'agitazione,  del  raccogliere,  della 
stampa,  d'altri  lavori  indicati  da  me  —  che  il  la- 
voro segreto  concernente  il  Veneto  si  concentri  in 
una  Commissione  segreta  di  tre:  Audr [euzzi],  To- 
l[azzi]  e  B[ezzi],  che  non  avrebbe  obbligo  di  ri- 
ferire le  operazioni  e  alla  quale  noi  tutti  daremmo 
aiuto  —  che  il  Comitato  Centrale  serbi  due  terzi 
d'ogni  danaro  raccolto  a  ordine  della  Commissione, 

VMMDCXXVTII.  —  Piihbl.  da  A.  Giaitoelli,  Lettere  di 
(r.  Mazzini,  ecc..  cit.,  pp.  240-242.  T/autografo  si  conserva  nel 
Mnse  1    del    Risorgimento    di    Firenze.    Non    ha    indirizzo. 


21>'J  i:i>isT()i.AKi(t.  f1Rr,4| 

Ij^iioro  jiiiconi  se  la  mia  proposta  sai"à  accettata; 
ma  riio  evSposta  a  Cniieo  j)uri',  cliicdciKlo  clic  tutti 
i  nuclei,  se  rai>])i'<)vau<),  rap])()jj;jiiu(>. 

(guanto  a  voi  e  ai  iiostii,  ai)poji,<iiate.  1"]  se  è  re- 
s])iiita,  lasciate  o<j,ni  l'eci-iuiinazioue,  uia  riuscendo 
a  lacco^iliere,  non  vei-sate  il  danaro  se  non  in  mia 
mano  o  ììWI  iiHà.  Se  la  Commissione  —  ai)i)i'ovata 
o  no  —  si  costituii-à.  ve  ne  dai-ò  avviso;  e  allora, 
verserete  ad  essa. 

Da  Geu[()\a]  devono  a  (piest'ora  avervi  mandato 
una  Circolare  mia  e  loro  alla  Falauge  Sacra.  Ap- 
pena sa])rò  che  fu  distribuita,  darò  mauo  a  un  Bol- 
lettino. 

Ho  raccomandato  caldamente  i  Botta  ai  nostri 
di  Milano  e  andrò  via  via  raccomandandoli  ajjli 
altri  nuclei.  ^la  non  posso  l'impossibile.  Con  Gar[i- 
baldi]  il  mio  insistere  —  a  meno  d'essergli  vicino  — 
sarebbe  inutile.  Scrivo  a  (Jenova. 

Xon  intendo  perché  in  Roma  non  possano  uni- 
ficare il  lavoro  coir  Italia,  accettando  il  nome  di 
Falange  Sacra,  e  organizzandosi  poi  praticamente 
come  credono.  11  loro  seggio  sarebbe  allora  autoriz- 
zato da  me  e  dal  Comitato  segreto  di  Gen[ova]. 
Kiceverebbe  allora  i  Bollettini  del  Comitato  Centrale 
e  in  uno  d'essi  si  ]iarlerel)be  specialmente  di  Roma. 
Proponete  dunciue  a  seconda.  E  l'autorizzazione  no- 
stra sarà  a  scelta  loro,  per  Comitato  o  per  individuo 
scelto  a  capo  da  essi  —  o  data  da  me  se  preferisco- 
no, dal  solo  Comitato  di  Gen[ova].  Ben  inteso  che,  la 
Falange  Sacra  essendo  Repubblicana,  essi  dovrebbero 
dichiararsi  tali  da  noi.  Se  non  che  ciò  non  implica 
altro  che  un  apostolato  repubblicano  nel  popolo. 
Se  una  combinazione  nell'intervallo  portasse  la  ^lo- 
narchia    Italiana    a    Roma,    noi    non    innalzeremmo 


[1,S04|  KI'ISIOI  AKIO.  -"•••> 

biindieni    fontrai-ui  ;    (hiicniiiio    ;iii//i    oj^ni    aiuto,    se- 
parando la  (iiicstioiK'  Nazionale  dalla   Tolitica:  sol- 
tanto, continueremmo  l'Apostolato  re[)ubl)lic"ui()  per 
r  avvenire. 
Addio  ; 

vostro  sempre 

Gius.  Mazzini. 

Anche  per  (piesta  volta  la  signora  L[udmilla] 
abbia  ])a7.ienza  :  non  lio  più  tempo  di  scriverle.  V.<i 
lo  farò.  Ricordatemi  intanto  a  lei  con  affetto  di 
stima. 

Coi  nostri  di  Nai)[oli]  corrispondo. 


VMMDCXXIX. 

To  Caroline  Biggs,  Barden. 

[London,  December  22nd.  1864].  Friday. 

Dear  Caroline, 

I  tliought  that  Caroline(^)  liad  already  written  the 
lamentable  account  to  your  mother.    Both  the  twins 

Venerdì. 
Cara  Carolina, 

Pensavo   che   Carolina   avesse   gii!]  scritto   del   caso   pie- 
toso a  vostra  madre.  Tutte  e  due  le  gemnielle  sono  morte. 

°VMMDCXXIX.  —  Inedita.  L'antografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha 
indirizzo.   La   data    vi   fu   apposta   C.    Biggs. 

(')  Carolina  Stansfeld. 


•J!i|  Ki'isioi.Aino.  I  !S(i4 1 

lire-  »I(';hI.  (>j;:ir('lT  liatl  (  wo  ol'  liis  lils  niid  .M:i(!,iiiic 
O^jiitH"  IiìkI  beeii  i-eiuoved  fi-oiii  llic  r;il;il  liouse  in  n 
state  borderiii^  on  iiis;iiiity.  Ilerzcn  \v;is  witli  tliein. 
Tliis  is  jill  tlijit  1  kiiow.  I  (Ioni  kiiow  tlioir  ad- 
di'oss,  noi-  tlierefove  liow  lo  write. 

I  ani  vciy  sony  foi-  the  in('rea.sed  coujili  o!'  yoiir 
inothei-.  To-day,  iiiihai»i)ily,  tlie  cold  weather  lias 
ajiain  bejiun.  (live  liei-  my  love  and  tlianks  for  her 
l()ii<;  lettor  ol'  tlii-ee  days  ajjo.  T  shall  soon  writc 
to  liei-. 

Mis.  Nat  ha  11  who  Avas  ili  too  is  better  iiow. 

Ever 

affeetioiiately  yonrs 
Jos.  ^Iazzixi.. 


Ogareff  ha  avuto  cine  dei  suoi  soliti  accessi  e  la  signora 
OgarefE  è  stata  allontanata  dalla  casa  fatale  in  uno  stato 
che  rasenta  la  pazzia.  C'era  con  loro  Herzen.  Questo  è 
tutto  quello  che  so.  Non  conosco  il  loro  indirizzo,  e  perciò 
non  ho  modo  di  scrivere. 

Mi  dispiace  molto  che  la  tosse  di  vostra  madre  sia 
aumentata.  Oggi,  disgraziatamente,  è  ricominciato  il  fred- 
do. Fatele  i  miei  saluti  affettuosi  e  i  miei  ringraziamenti 
per  la  sua  lunga  lettera  di  tre  giorni  fa.  Le  scriverò 
presto. 

La  signora  Xathan,  che  anch'essa  era  malata,  ora  sta 
meglio. 

Sempre 

vostro  affezionato 

Gius.  Mazzini, 


lise,  ||  KIMSTOI  Alilo.  20.' 

VM  .M  I  )(  XXX. 
AD  EKijisTo  lìEzzi,  uel  forte  di  Alessaudria. 

[Luiuha],  22  dicembre   [18G4J. 

Fratello 

l'erc'hé  lo  sappiate  voi  pure,  ecco  riiltinia  mia 
l)roposta  al  Comitato  Centrale.  Serbare  jter  sé  l'a- 
gitazione, il  raccogliere,  gli  altri  lavori  indicati  ad 
essi  da  me  —  concentrare  tutto  il  lavoro  segreto  pel 
A'eneto  in  una  Commissione  segreta  composta  di 
Andr[enzzi],  Tol[azzi]  e  56.  B[ezzi].  indipendente, 
avente  la  nostra  fiducia  e  aiutata  quindi  da  tutti 
noi.  Depositare  a  ordine  della  Commissione  i  due 
terzi  di  quanto  il  Comitato  Centrale'  raccoglie,  ser- 
bando  l'altro  terzo  alla  propria  attività  —  quanto 
alla  que.stione  politica,  ciascuno  seguire  la  propria 
coscienza,  io  lavorando  per  la  repubblica,  essi  per 
ciò  che  credono  —  noi  repubblicani  dar  fede  che  se 
nell'intervallo  ha  luogo  il  moto  Veneto,  aiuteremo 
senza  riguardo  a  bandiera,  riserbandoci  di  seguire 
nel  nostro  ai)ostolato  in  Italia  sino  al  trionfo.  Non 
ho  ancora  risposta  :  ma  da  parte  mia  è  un  ultima- 
tum: se  non  è  accettato,  lavorerò  solo;  intendo  con 
voi  e  gli  amici.  Ad  Andr[euzzi]  scrissi  la  stessa 
proposta.  Dovreste  a  quest'ora  aver  le  linee  pei 
due  operai.  (^  )  Eccovi  le  altre.  And  [reuzzi]  e  To- 
l[azzi],    come   bene    avvertiste,    dovrebbero,    per   un 

v:\IMDrxxX.  —  Pii1)l)l.  da  G.  Locatelli-Milesi,  op.  cit., 
pp.  242-24.S. 

(')    La    lett.    al    Facchini    e    al    Pelizzari.    Ved.    la    lettera 
VMMDCXIV  a  paj,'.  2r>4, 


2JM»  KPIK'K»!  AKIO.  [1S()4J 

mese  ìiIiiumh),  s\  une  ralli'ii/ioiii' :  dove  no,  siiriiimo 
nll<)n1;iii;i1i  dal  (Joverno.  Addio,  in  licita.  Hicoi'dji- 
tonii  a  \\'|()lfr]  e  dite}i;li  che  se,  dentro  o  inori  come 
spero,  jmò  iiii/jai'c  un  lavoro  o  almeno  insisler  coi 
nostii,  prima  di  tornare,  non  dimeiiticlii  clic  la  for- 
mazione dei  nuclei  i)er  <piote  mensili  è  l'unica  cosa 
pratica  essenziale. 

^'ostr()  tutto 
Giuseppe. 


VM.^IDCXXXI. 

A  Sara  Nathan,  a  lAigauo. 

[Luiidra].  22  dicembre    [1S(54]. 

Amica, 

Fui  seriamente  inquieto  per  voi.  ^Nli  dissero  a 
nn  tratto  da  :\fil[ano]  ch'eravate  inferma  e  ch'era 
stato  chiamato  Belcr[edi],  Poi  non  vidi  per  tre 
giorni  articoli  di  Maur[izio]  aulYUnità.  Basta:  or 
vi  so  meglio  e  sta  bene.  Ebbi  la  vostra.  Amica,  io 
non  intendo  ciò  che  mi  dite  di  contratto,  di  ban- 
chiere, di  Cattaneo.  (^)  Qualunque  cosa  farete,  sarà 
ben   fatta.  Qualunque  cosa  mi  direte  di  fare,  farò. 

VMMDCXXXI.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  uel 
Museo  del  Ri.sorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha 
indirizzo. 

(0  Non  già  Carlo,  ma  il  notaio  milanese  Giovanni  Cattaneo, 
che  il  30  agosto  1865  rogò  Tatto  di  cessione  tra  G.  Daelli  e 
L.  Rol)ecchi  dei  diritti  editoriali  degli  Scritti  del  Mazzini.  Yed. 
Y Introduzione  al   voi.   LXXVII   dell  ediz.   nazionale. 


[1S(»4|  ICPISTOI.AKIO.  297 

Ma  D[at'lliJ  ha  pubblicato  il  7":  senza  aininii//i,  ciò 
che  prova  le  strette  in  cui  è;  i)ur  Tavei-  i)ubblicato 
intlica  l'orse  che  si)era  rimedio  alle  piajihe  e,  senza 
forse,  che  il  libro  i-li  dù  profitto.  Vedete  voi  e  M[an- 
rizio]  le  risposte  sue  o  altrui,  e  decidete.  Aborre! 
potere  andare  innanzi,  prima  perché  un  di  o  l'al- 
tro (luei  libri  potranno  giovare,  ])oi  i)erché  vera- 
mente ho  bisogno  di  (luell'aiuto.  Di  certo,  io  non 
do  più  volumi  a  D[aelli]  ise  non  compie  il  debito 
suo. 

Matilde  ha  migliorato  un  po',  ma  la  tosse  per- 
siste, la  stagione  corre  avversa  e  temo.  Ricordate 
gli  Ogareff?  Hanno  or  ora  perduto  in  Tarigi  due 
fanciulline  gemelle  che  avevano. 

Pensa  Giannetta  di  tornare  più  tardi  a  prender 
Ilaria?  È  miracolo  che  si  sia  decisa  a  lasciarla. 

Qui  vedo  Davide  qualche  volta  :  non  gli  altri  che 
vivono  lontani.  Ma  un  giorno  dopo  l'anno  nuovo  an- 
drò a  Blackheath. 

Non  intendo  delle  Cartelle.  Io  non  ricordo  d'altre 
che  delle  date  a  Miss  [ori].  Né  ricordo  affatto  d'a- 
verne io  dato  a  Miceli  ;  ma  se  mai,  di  certo  non  n'eb- 
be pili  d'una.  Garib[aldi]  mi  sembra  pili  che  singo- 
lare in  questo  suo  eccesso  di  regolarità. 

Lavoro  più  che  forse  non  v'ideate  nel  Mezzo- 
giorno per  la  bandiera  risollevata.  Ma  Centro  e 
Nord,  benché  in  sostanza  migliori,  non  corrispon- 
dono per  determinazione  pratica.  In  questo  aposto- 
lato e  lavoro  repubblicano  possiamo  e  dobbiamo  an- 
dare innanzi,  indipendenti  da  tutti.  Ma  il  lavoro  Ve- 
neto è  altra  cosa.  Per  quello  dobbiamo  essere  più 
corrivi  e  giovarci  di  tutti.  Né  la  bandiera  può  en- 
trare nel  disegno  Veneto.  Sarebbe  respinta  da  tutti, 
provando  tutti  la  necessità  di  trascinare  esercito  a 


lì'.IS  KIM  STOLA  KM».  |  ISCI  | 

jLiiU'ii-.i.  I.c  <>i»|»<til iinilji  [tei-  noi  soi-j^ei-jiiuio,  se  sa- 
rt'iiio  l'orli. 

Se  non  clic  l.i  (|iics1i()iie  j)rominente  ò  il  danaio. 
Kicoi'datcnii  ;i  l']i-n|est()],  (Jins[c])i)e],  (}iialt[iero]  (^i 
e  tutti:   nn  hiicio  ;hI  A(1;i1i,  e  vogliatemi  bene. 

l'iiii  sti'cttn  (li  nnino  h  l>el [credi]. 

"S'osti-o  sempi-e 
Giuseppe. 

M'inihi-ojilio  ne'  miei  conti  e  non  mi  licoi-do  più 
d'una  vostra  risposta.  I  500  franchi  del  volume  si  con- 
l'usero,  come  credo  di  avervi  detto  durante  la  crisi, 
nel  Fondo  Veneto  o  rimasero  separati  presso  voi? 
Al  di  fuori  dei  L'OOO?  Se  si  confusero,  bene;  se  li 
aveste  tuttavia  separati,  potrei  averne  bisopio. 


A^MMDCXXXII. 

A  Maurizio   Quadrio,  a  Lugano. 

f Londra],  22  dicembre   [1864]. 

Caro  Mciurizio, 

Ho  le  tue  tino  a  quella  del  16.  Se  vuoi  decisa- 
mente un  romanzo  di  sensazione,  prendi  The  Woman 
in   White  di  Collins.  Soltanto,  per  l'altro  era  certo 

(')  Tre  figli  di  Sara  Nathan. 

VMMDCXXXII.  —  Inedita.  L'autografo  si  con.serva  nel 
Museo  del  Kisorgimeiit  >  di  Roma  (fondo  E.  Xathan).  Non  ha 
indirizzo. 


I  ISC.  I  I  KIMSIOI. Alilo.  li!»;» 

(l'avere  il  iteriiiesso  :  per  (luesto,  (eiilei-ò,  ma  non  ii<» 
relazione  eoirauloie.  Io  invece  tradurrei  la  stoiiii 
(li  Kinjilake  a  lunghi  frammenti  i-ieapitolando  le 
parti  meno  interessanti.  Non  dimenticare,  ti  i)re5J!;(), 
l'occasione  [)ei  fotoj^rati.  Non  ('*  nella  nainia  di  Fiori 
d'essere  inerte  o  freddo:  si  sarà  creduto  nejfletto 
da  te  e  da  Fior  [ini].  Noi  dovreste:  il  piccolo  nucleo 
di  Lug[ano],  se  rejjol  a  rizzato  e  utilizzando  tutti,  con 
norme  determinate,  })otrebl)e  essere  anche  i)iù  utile 
che  non  è,  per  l'orsianizzazione  nella  zona  limitrofa 
e  pel  franco  mensile.  Dell'altre  cose  scrivo  all'a- 
mica. Addio:  non  avrò  per  lungo  tempo  gran  che 
da  scrivere:  non  trascurare  un  solo  uomo  che  possa 
entrare  nella  Falange  Sacra  —  spingere  intorno  e 
da\'anti  a  sé  —  giovarsi  ])er  (piesto  di  tutti.  Fiori, 
Casanova,  etc.  —  affratellare  non  foss'altro  al  franco 
quei  del  Vallese,  etc.  —  spronare  a  piccole  lotterie 
durante  questi  tre  o  quattro  mesi  le  nostre  donne 
—  ecco  tutto  quello  ch'io  potrei  dire. 

Tuo  sempre 
Giuseppe. 

Tutti   ti  risalutano. 

Hai  capito  il  silenzio  del  7"  voi.  Avrei  dovuto 
rompere  apertamente  con  (Tarib[aldi]  e  sarebbe  ma- 
le. (^)  Ora  non  batter  lui  e  battere  i  subalterni  era, 
in  mia  bocca,  ingiusto.  Il  volume  ha  questo  di  buona 
ch'è  tutto  —  se  pur  lo  leggono  —  i)ropaganda  re- 
pubblicana. 

(')  Cou  le  note  autobiografiche  inserite  nel  voi.  VII  del- 
l'ediz.  daelliana.  nelle  quali  è  tuttavia  qualche  discreto  accenno 
alla  diversità  di  opinioni  ti-a  Garibaldi  e  Mazzini,  durante  l'as- 
sedio  di   Roma    de]    1S49.   Ved.    spefialmente   a    p.    191, 


;{(M»  KIMSTOLAUIO.  |1S(Ì4J 

VMMIK'XXXIII. 
A   Rosario  Bagnabco,  a    l'alenuo. 

[LoiulniJ,  '-i-i  dicembre   [1804] . 

Fratello, 

Ebbi  la  vostra  del  Vi  e  mi  colma  di  jiioia.  l'armi 
che  ror<;aiiizzazione  adottata  risponda  al  bisoiinio. 
Approvo  la  scelta  de<ili  iKmniii  che  mi  nominate. 
Soltanto,  se  non  militano  contro  ra.yioni  che  ignoro 
e  che  vorrei  mi  comunicaste  a  sioverno  mio,  vi  pro- 
porrei rao;ji;innzione  al  nucleo  del  fondatore  della  Vi- 
ta Nitovd,  che  è  appunto  il  Rijiji,io  al  quale  accennate. 
Avreste  allora  rai)presentanza  di  tutte  le  frazioni. 
E  la  Mt<i  Xiiovfi,  continuando  il  lavoro  colle  proprie 
forme,  gioverebbe  all'attuazione  del  disegno  comune. 
Colla  Tifa  Xuora  io  era  in  corris])ondenza  prima  che 
avesse  luogo  la  vostra  organizzazione.  Ed  essa  è  già 
in  contatto  d'accordo  colla  Falange  Sacra  in  Napoli. 
Per  tutte  queste  ragioni,  se.  ripeto,  non  vi  sono  osta- 
coli insuperal)ili.  dovreste  farlo.  Scrivendone  a  voi, 
intendo  scrivere  a  tutti  i  vostri  e  miei  fratelli  nella 
Direzione  Centrale. 

Riceverete  presto  una  Circolare  mia  stesa  ante- 
riormente al  vostro  costituirvi,  e  contenente  i  do- 
veri generali  dell'Associazione.  Dovete  riguardarla 
come  traccia  che  può  modificarsi  a  norma  delle  con- 
dizioni locali.  I  Bollettini  seguiranno. 

Per  prhìui  cosa,  ponetevi  in  contatto,  per  mezzo 
di  qualche  individuo  sui  Vapori,  con   Genova   (An- 

V^IMDCXXXIII.  —  Inedita.  L'antografii  si  conserva  nel 
iluseo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha 
indirizzo. 


[ISMI  KIMSIOI.. \UH».  .^(11 

toiiio  M<)[st()J),  cosicché  si  possano  di  là  trasmet- 
tersi a  voi  le  cose  nostre. 

In  Naploli]  ponetevi  in  contatto  con  ('oncetto 
Procaccini  o  con  Raffaele  Mileti,  diil  (jnale  avrete 
l'indirizzo  del  fratello  Carlo  Alileti,  Direttore  del 
/*oy>o/o  (V Italia. 

Afferrate  ([nante  occasioni  potete  di  viM^jfijitoii, 
etc.  per  estendere  pili  senipie  il  lavoro  della  I^^i- 
lanj;e  nelle  i)rovincie  meridionali  di  terrafeiina.  Sol- 
tanto, a  non  urtare  snscettihilitù,  suggerite  i  nomi 
che  potreste  avervi  o  date  le  fila  che  potreste  imi)ian- 
tarvi,  al  f\)nìitato  Centrale  di  Napoli.  Secondatene 
il  lavoro  invece  di   farlo  indii»endente. 

L'individuo  che  si  porrà  in  contatto  colla  Fa- 
lange Sacra  di  Napoli  liguri  intermediario  tra  la 
vostra  direzione  e  la  loro,  serbando  (piindi  il  se- 
greto  sui   sei. 

Io  avverto  (jen[ova]  e  Nap[oli]. 

Dev'essere  a  (piest'ora  pubblicata  una  mia  let- 
tera a  Crlspi.  (')  Qualuncjue  sia  l'effetto  che  produrrà 
sopra  alcuni,  m'importa  che  sia  diffusa.  Volendo  e 
dovendo  io  rappresentare  visibilmente  il  Partito  re- 
pubblicano, ho  creduto  bene  prendere,  con  quella  let- 
tera, posizione.  L'avrete.  E  se  v'è  modo  di  ristam- 
pai'la,  fatelo.  F.  mi  direte  ]'im])ressioue  ch'essa  pi-o- 
duce. 

Addio  per  ora.  Lavorate.  Fra  ])ochi  giorni  riscri- 
verò. Ma  ilovi-este  fornirmi  di  (pialcli'altro  indirizzo 
e  se  ])ossibile,  mercantile. 

Vostro  tutto 

Gii's.  jMazzini. 

(^)    Fu    per   primo    volt:i    piilthl.    noWVitììii    Tfaliami    di    Mi- 
lano,  (lol   8  gennaio   1SI»5. 


:\(Y2  Ki'isidiAicHi.  (  isr.  I  I 

ViMMDCXXXIV. 

A   r.XRI^OTTA    liENETTINl.   il    GellOVa. 

fT.()ii(lv!il,  27  (lic<'ml)r(>   1S(;4. 
Aiiiic;», 

Non  vi  scrivo,  ikmcIh''  in  verità,  iiiieriuiccio  come 
sono  (juasi  sempre  e  col  lavoro  che  ho  addosso,  non 
posso;  ma  i)enso  a  voi  e  non  voglio  che  tìnisea  l'anno 
senza  una  parola  d'affetto  a  voi  e  ai  vostri.  E  ve  la 
mando  di  tutto  cuore.  E  per  mezzo  vostro  a  Car- 
line», a  Cristina,  ali  amico  (Jiacomo,  alla  buona  e 
cara  Caterina,  all'Ingenuo  e  a  l'rofumo,  e  a  tutti 
i  buoni  che  vi  amano  e  amano  me.  Quanto  agli 
auguri....  lasciamo  andare;  facciamo,  ciascuno  nella 
sfeia  nostra,  il  dovere  e  verrà  (piel  che  verrà.  Non 
v'è  che  un  principio  —  il  repubblicano  —  che  possa 
far  l'Italia  come  deve  essere:  lavoriamo  a  diffon- 
derne il  bisogno:  lavoriamo  all'impresa  Veneta,  senza 
riguardo  a  bandiera  ;  ma  cerchiamo  di  far  intendere 
che  in  Roma  la  Monarchia  sarebbe  una  bestemmia, 
e  che  se  un  Patto  Nazionale  sancito  in  Roma  devo 
un  giorno  sanare  le  piaghe,  noi  può  se  non  uscendo 
da   un'Assemblea  repubblicana. 

Mi  duole  assai  assai  della  vostra  posizione:  in 
verità  non  la  meritate.  La  mia  condizione  non  è  ora 
florida,  perché  da  un  lato  la  trista  salute  mi  con- 
danna a  s])endere  più  e  dall'altro  la  rissorsa  straor- 

VMMDCXXXIY.  —  Pubbl.  da  E.  C,  Un'altra  lettera  di 
G.  Mazzini  a  Carlotta  Benettini  (in  Hans.  Stor.  d.  Risorf/.  Ita- 
liano, a.  X  [192;ì],  pp.  S84-885). 


(lin;ni;i  clic  mi  vtMiivn  d.ii  mici  Scritti  stainpiiti 
in  Milsiiio  mi  e  s<)s])esii.  D.iclli  non  ha  pacato  il  7"  vo- 
lume ed  e  in  pessime  ac(|ue.  Kicoidate,  nondimeno, 
clic  in  nn  momento  d'nrjfenza  avete  in  me  un  amico, 
e  pallate. 

N'obliate,  vi  i)i'ey:o,  consefjjnare  o  far  consegnare 
])rima  dell'anno  nuovo  l'unita  a  mia  sorella.  Fat(» 
avere  anche  l'altro  Itiiilietto.  Date  un  bacio  per  me 
a  Marietla  (|uando  la  vedete;  e  un  altio  ai  bimbi  di 
Carlino.  Al)bia1enc  un  altro  per  voi. 

Vostro  sempre 

,  (lirSEPPE. 


VMMDrXXXV. 

A    DRMETKIO   DlAMlKLA    IMlI.LF.U,    Jl    TiMÌIK). 

[Londi-ii],  27  diccmlirc    [IStM]. 
Caro  Muller, 

A  me  non  importa  affatto  che  la  mia  corrispon- 
denza sia  letta,  ma  non  vi  celo  che  il  modo  di  di- 
s])orne  mi  parve  caraìicr.  l'armi  che  tanto  voi  quanto 
i  membri  del  giuri  avreste  dovuto,  per  cortesia,  in- 
terpellarmi. 0  )  Notate  che  avrei  detto  :  Fate  jìure  ;  ma 

VMMDCXXXV.  —  Puhhl.  in  Politica  secreta  italiana, 
(2^    ediz.    1891).   pp.   91-92. 

(')  Si  trattava  di  uu  giuri  d'onore,  chiesto  da  D.  Diamilla 
Aluller  intorno  a  «  voci  sinistre  che  si  spargevano  a  di  lui 
carico  in  seno  al  Partito  d'Azione;  »  e, più  spiecialmente  a  «  v<;ci 
di  tradimento  a  danno  di  Mazzini  ;  »  e  fu  formato  da  F.  Crispi, 
B.  Cairoli,  N.  Fahrizi.  F.  De  Boni.  G.  Libertini.  G.  La  Porta. 
G.   Niootera   e   L.   Miceli.  Afferma   D.   Diamilla   Muller   che   fu 


:;U|  KIMSTOl-AKIO.  IISCiH 

i!  (lare  \()i  a  ciiunic  o  sci  iiomiiii.  e  quei  ciiKjiic  o 
sci  Ic^jici'c  addii-il  tura  Icllcrc  (iiicllc  ad  alti-i,  non 
e  ciò  clic  a\  rei  l'atto  io.  <'iò  detto  a  scai-ico  di  co- 
scienza,  sia    lune. 

Ilo   i»iacei-e  a  o^iii  modo  che  ahiuauo  \-cdnlo  l'in- 
nocenza \  ost  la.  Addio. 

\'os1ro  scnipi'C 

(JirSKI'l'K. 


v:\iMi)rxxxvi. 

To  Matilda  Bkìgs,  Rarrten. 
[London,  Decemljer  28tli.   l.S()4].  Tuesda.v   moruiiiK. 

Deni'est  Matilda. 

Evei-Y  day  1  ask  Caiolino  about  yon  :  and  every 
dav  conies  the  answer  «niuch  the  same;»  and  I  hope 


Martedì   mattina. 
Carissima  Matilde, 

Ogni  siorno  domando  di  voi  a  Carolina  :  e  ogni  giorno 
viene   questa    risposta:    «  Press'a   poco   lo   stesso:»   e   allora 

«  resa  si'istizia  al  suo  rperato.  »  riguardante  la  sua  intorces- 
sionp  nelle  relazioni  corse  tra  Vittorio  Emanuele  II  e  il  Mazzini. 
Il  testo  del  verdetto  rimase  nelle  mani  di  F.  Crispi.  col  quale 
il  Mazzini  era  in  i|uei  giorni  entrato  in  polemica,  proprio  a 
motivo  di  quell'episLdio.  di  cui  era  ddoinieutazioue  la  corrispon- 
denza   epistolare   qui    indicata. 

VMMDCXXXVI.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Kis(n-gimento  di  Roma  (fondo  K.  Xathan).  Non  ha 
indirizzo.  La    data   vi   fu   apposta   da    M.   Biggs. 


ri8r.4i  EPISTOLARIO.  3on 

that  a  moie  satisfactory  word  will  come  iiext  day; 
and  agaiii  I  am  deluded.  The  weather  toc  is  against 
you  ;  the  cohl  is  severe  and  with  a  (hiiii]»  clondy  sky, 
here  at  least.  1  do  iiot  ask  one  of  the  maiiy  ques- 
tions  I  shoidd  wish  to  ask  about  your  strenj^th, 
your  uourishiug  yourself,  your  beiiig  able  to  sleep. 
I  cannot  help  triistiug  that  bet'ore  the  year  has  gone, 
I  shall  bear  the  blessed  word  :  «  she  feels  a  little  pro- 
gressing.  » 

You  bave  heard  of  Ogareff.  He  is  at  Richmond 
again,  alone,  and  unwell  ;  Imt  liking  to  be  alone  and 
having  some  medicai  attendance  or  at  least  method 
to  follow.  The  motlier  is  at  Montpellier.  Herzen 
left  ber  tliere  and  went  to  Geneva  to  asceitaiu 
whether  he  can  establish  bis  Russiau  publication 
there,  and  live  there  himself.  Meanwhile,  bis  income 
diminishes.     AH  bis  fortune  is  placed  in  the  United 


spero  che  notizie  più  soddisfacenti  ventanno  il  giorno 
dopo  :  ma  rimango  ogni  volta  deluso.  Anche  il  tempo 
sta  contro  di  voi  :  il  freddo  è  intenso,  il  cielo  nmido  e  nu- 
voloso, almeno  qui.  Non  vi  faccio  neppure  una  delle  molte 
domande  che  vorrei  farvi  per  sapere  che  forza  vi  sentite, 
se  vi  nutrite,  se  potete  dormire.  Continuo  a  sperare  di  poter 
sentire,  prima  della  fine  dell'anno,  le  parole  benedette  :  «  Va 
migliorando  un  poco.  » 

Avrete  saputo  di  Ogareff.  È  di  nuovo  a  Richmond, 
solo  e  malato  ;  ma  desidera  star  solo  e  si  contentai  di  avere 
un  pò"  di  assistenza  medica  o  per  lo  meno  una  cura  me- 
todica da  seguire.  La  madre  è  a  Montpellier.  Herzen 
l'ha  lasciata  laggiù  ed  è  andato  a  Ginevra  per  vedere  se  può 
impiantarvi  la  sua  pubblicazione  russa  e  stabilirvisi  egli 
stesso.  Frattanto,  la  sua  rendita  diminuisce.  Tutto  il  suo 
avere   è   depositato   negli    Stati    Uniti.    Ora    colà,    malgrado 

Mazzini,  Seritti,  ecc..  voi.  LXXIX  (Epistolario,  voi.  XLVIII).      20 


JStates.  Now,  lliere  is,  spite  ut'  ali  aiìpearauces, 
un  iiu-ipient  coiulitiou  of  bankiuptey  tlieie.  lu  oiie 
State  they  do  not  i)ay  at  ali  :  in  aiiotlier,  Ohio,  they 
pay  in  paitcr  losing  the  sixty  per  cent.  He  has  been 
urjiinjily  advised  by  friends  to  lun  Ihere  himself, 
tt)  sell  at  aiiy  eost  every  boud  aud  iiivest  in  railway 
shares.  The  moment  will  come  when  the  Govern- 
ment or  Banks  will,  tinancially,  break;  raihvays 
will  not.  Wliether  he  will  go  or  not,  I  canuot  say. 
Hnt  1  t'hink  that  he  and  they  ali  will  end  by  leav- 
ing  England,  where  lite  is  dearer.  The  Taylors 
have  had  twice  ca.ses  of  diphtheria  in  the  honse, 
amongst  the  domestics;  both  cases  however  ending 
well.  I  saw  Emilie  and  V[entnri]  a  few  miuutes 
on  tSnnday  :  they  are  at  Tom  Taylor's,  as  you  know  ; 
but  they  will  have  to  go  away  earlier  than  they 
thought,  a  brother,  with  wife  and  family,  being  on 
sea   and   bere   most   likelv   some   time   in   the   first 


tutte  le  apparenze,  v'è  un  principio  di  fallimento.  In  uno 
Stato  non  pagano  affatto  :  in  iin  altro,  l'Ohio,  pagano  in 
carta,  ciò  che  significa  perdere  il  sessanta  per  cento. 
Egli  è  stato  sollecitato  da  amici  a  correre  colà  egli 
stesso,  a  vendere  a  qualsiasi  prezzo  tutti  i  buoni  e  investire 
in  azioni  ferroviarie.   Verrà  il  momento  in  cui   il  Governo 

0  le  Banche,  finanziariamente,  falliranno  ;  le  ferrovie  no. 
Non  so  se  egli  andrà.  Ma  credo  che  lui  e  tutti  i  suoi  fini- 
ranno  per    lasciar    ringhilterra,    dove   la    vita    è   piti    cara. 

1  Taylor  hanno  avuto  in  casa  due  domestici  ammalati  dì 
difterite  ;  ma  tutti  e  due  i  casi  sono  stati  benigni.  Dome- 
nica ho  visto  Emilia  e  Venturi  per  qualche  minuto  :  come 
sapete,  sono  ospiti  di  Tom  Taylor  :  ma  dovranno  andarsene 
prima  di  quanto  credessero,  poiché  un  fratello  di  hai.  con 
moglie  e  figli,  che  ora  è  in  mare,  arriverà  qui  molto  proba- 


[ISW]  KPI8TOI.AKIO.  .">07 

teli  days  ol"  Januaiy.  They  did  iiot  speak  of  auy 
sclieme.  .My  pooi-  voliuiteei-.s  aie  stili  in  Alexandria, 
piisoneis:  the  tirsi  trihnnal  declared  them  innocent, 
but  the  Procnratore  Regio  has  appealed.  .ludg- 
ing  fi'om  their  letters  tlvey  bear  everything  uncom- 
monly  well  and  bravely.  The  leading  meu  of  the 
Friuli  bave  ali  reai'he<l  sale  land.  1  am  going  on 
organising  the  repnblican  party  and  having  deli- 
berately  broken  with  Monarchy.  1  bave  been  uear 
sending  to  yon  one  of  my  printetl  Circulars  for  the 
Falange  Hacva  ;  but  it  is  in  Italian,  small  printed 
and  I  fear  it  Avould  overtire  you,  But  I  shall  send, 
Avhen  I  bave  it,  a  short  pamphlet  which  ought  to 
bave  been  already  printed  in  Italy  and  which  will 
raise  au  outcry.  It  is  a  Letter  to  Crispi  and  miei 
ea^-amìci  della  Sinistra.  In  ali  I  do  just  now,  I 
do  not  expect  to  succeed,  to  bave  a  revolutionary 


bilmente  entro  la  prima  decade  di  gennaio.  Non  hanno 
parlato  di  alcun  progetto.  I  miei  poveri  volontari  sono  an- 
cora prigionieri  ad  Alessandria  :  il  tribunale  di  prima  istan- 
za li  dichiarò  innocenti,  ma  il  Procuratore  Regio  si  è  appel- 
lato. A  giudicare  dalle  loro  lettere,  hanno  sopportato  tutto 
con  fermezza  e  coraggio  non  comuni.  I  capi  del  Friuli 
sono  giunti  tutti  in  luogo  sicuro.  Io  continuo  ad  organiz- 
zare il  partito  repubblicano,  ed  ho  rotto  deliberatamente 
con  la  Monarchia.  Volevo  quasi  spedirvi  \ina  delle  mie 
Circolari  stampate  per  la  Falange  Sacra;  ma  è  in 
italiano,  stampata  in  caratteri  minuti  e  perciò  temo 
vi  affaticherebbe.  Ma  auaudo  l'avrò,  vi  manderò  un  breve 
opuscolo  che  dovrebbe  essere  giìi  stato  stampato  in  Italia 
e  che  susciterà  un  certo  scalpore.  È  una  lettera  a  Crispi 
e  ai  «  miei  ex-amici  della  Sinistra.  »  Non  ho  alcuna  spe- 
ranza  di   riescire   in   quel  che  sto  facendo,   provocare   un 


.•{OS  KPIKTOLAKIO.  (ISC.-lj 

movemiMit  .iiid  to  [n-oclaim  the  irpuldic.  liiit  I 
tliink  tlu'  inoiiieiit  h;\s  come  lor  iis  to  threalen.  to 
(•('iiii»i'l  the  (ìoveninieiit  lo  Ik'  luore  aiul  more  re- 
pressive or  to  yield  aiwl,  l'or  lear  of  worse  at  home, 
to  attacU  Austria.  I  tVel  I  am  rij^lit  and  am  the- 
retore  traiKiuil.  althou^h  disapproved.  ^^"bS  ^^^^ 
work  I  uiidertake  is  exceediiig  my  streiigth  :  1  ought 
to  have  tifteeu  years  less.  My  seventh  volume  of  the 
^^critti  has  suddenly  appeared;  I  have  neither 
money  nor  volume  I  ('an  I  do  anj'thing  for  you? 
no,  of  course;  to  tliose  I  love  I  am  the  most  useles.s 
l)erson  possible.  Stili,  if  ever.  remember  me.  I  ought 
to  be  Adah's  teacher:  I  fancy  that  I  would  succeed 
andwithout  any  terrifìc  measure.That  she  has  a  great 
deal  of  energetic  will  is  easily  guessed  from  lier 
face  and  her  way  of  looking  ;  but  I  do  not  conceive 


moto  rivoluzionario  e  proclamare  la  repubblica.  Ma  credo 
sia  giunto  il  momento  di  minacciare,  per  costringere  il 
Governo  a  intensificare  la  repressione  o  a  cedere  e,  per 
paura  di  peggio  in  casa,  assalire  l'Austria.  Sento  di  es- 
ser dalla  parte  della  ragione  e  sono  perciò  tranquillo,  seb- 
bene sia  disapprovato.  Soltanto,  il  lavoro  a  cui  mi  sob- 
barco supera  le  mie  forze  :  dovrei  avere  quindici  anni  di 
meno.  Il  settimo  volume  dei  miei  Scritti  è  apparso  improv- 
visamente ;  io  non  ho  né  danaro  né  volume  I  Posso  far 
«lualcosa  per  voi".'  no,  s'intende:  per  quelli  che  amo  io 
sono  la  persona  pili  inutile  che  esista.  Comunque,  se  mai, 
ricordatevi  di  me.  Dovrei  esser  io  l'insegnante  di  Ada  : 
credo  che  otterrei  buoni  risultati,  e  senza  ricorrere  a  mezzi 
terribili.  Che  ella  abbia  una  buona  dose  di  energica  vo- 
lontà, s'indovina  facilmente  dal  suo  viso  e  dal  suo  sguardo  ; 
ma  non  mi  son  fatto  un  buon  concetto  dell'insegnante 
che  corre  da  voi  disperato  con  simili  proposte.  Voi  li  ve- 


[ISC,  t|  KI'IKTOLAHIO.  .'}()}> 

a  high  opinion  ol'  liic  teacher  flying  to  you  in  <lospair 
vvith  such  i)i()i>osaIs.  Do  you  see  theni?  Ilas  ('aro- 
line  beon  ahlc  lo  do  soniething  \vitl>  and  tlirough 
Masson?  P>nt  do  noi  wiite,  dear,  except  wlien  it 
pleases  and  does  not  damage  you.  Only,  to  me  too 
Glie  word  il"  you  can  one  day  utter  it  satisfactory 
abont  yourseli":  ironi  you  it  will  come  doubly  dear. 
Do  not  torment  you  about  others:  they  would  like 
to  be  cold,  I  feel  sure,  for  your  sake:-I  -would. 
Bless  you,  dearest  Matilda,  for  your  long  note. 
Love,  deep  and  Constant,  from 

your 
.lospu'n. 

Why    is   Caroline  teaching   Maud   and   Adali   has 
a  man-teacher? 

Does  anybody  read  to  you  —  and  what? 


dete?  Carolina  ha  potuto  far  qualcosa  con  e  per  mezzo  di 
Masson?  Ma  non  scrivete,  cara,  se  non  (luando  vi  piacerà 
e  non  vi  farà  male.  Soltanto,  mandate  una  parola  anche 
a  me  se  un  giorno  potrete  farlo  per  darmi  buone  notizie  : 
da  voi  mi  giungerà  doppiamente  cara.  Non  dovete  tormen- 
tarvi per  gli  altri  :  son  sicuro  che,  per  voi,  sarebbero  ben 
lieti  di  stare  al  freddo  :  lo  sarei  anch'io.  Dio  vi  benedica, 
carissima  Matilde,  per  la  vostra  lunga  lettera.  Affetto  pro- 
fondo e  costante  dal 

vostro 
Giuseppe. 

Perché  Carolina  insegna  a   Maud,  e  Ada  ha   invece  un 
insegnante? 

C'è  qualcuno  che  vi  legge  qualcosa  —  e  che  cosa? 


310  KPIKTOLAKFO.  [1801] 

VMMDCXXW  II. 

Al»  Andrea  Giannelli,  a  Firenze. 

[LoiidraJ.  ;'>()  dicTiiibre    11S(»4J. 
Fratello, 

Pi-iniii  (li  tutto,  se  iiuii  jiià  non  lo  conoseele,  vi 
i'iU-<-oinaii(lo  A1|tilio]  Ricci  (^)  che  verrà  da  (ilenova  a 
\(>i.  Ino  (lei  i)ii'i  operosi  membri  del  Comitjito  Ligure 
e  della  Falanj;e,  e  merita  che  lo  uniate  a  voi  nel 
Comitato  vostro.  Lo  raccomando  i)ure  a  (yic[ognanl], 
s'c'  tornato  da  Forlì,  ])er  mezzo  vostro. 

l'oi,  s'io  devo,  come  intendo,  lavorare  e  [m-o- 
movere  la  Falange,  ho  bisogno  che  il  lavoro  sia 
])reso  snl  serio.  Ho  dunque  bisogno  d'avere  da  ogni 
(Sezione  Provinciale  una  relazione  sommaria  che  mi 
dica  : 

Di  chi  si  compone  il  Comitato  Centrale  Provin- 
ciale. 

Il  nome  d'uno  almeno  dei  miembri  dei  Comitati 
delle  località  succursali. 


VMMDCXXXVII.  —  Pubi)!,  da  A.  Giannelli,  Lettere  di 
(r.  Mazzini,  ecc.,  cit.,  pp.  248-244.  L'autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Firenze.  A  tergo  di  esso,  di  pugno 
del  Mazzini,  sta  l'indirizzo  :  «  Per  Andrea.  » 

(')  Afferma  A.  Giannelli  che  si  trattava  di  (luel  Ricci  che 
aveva  preso  parte  al  moto  della  Lunigiana  del  1854.  Ma  a 
quel  moto  avevano  partecipato  non  Attilio,  ma  due  altri  Ricci, 
Giacomo  e  Augusto  insieme  con  lo  stesso  Giannelli.  Ved.  la 
nota  nel  voi.  LII,  p.  102.  Una  lettera  del  Mazzini  ad  Attilio 
Ricci,    neir?7nitó   Italiana    di   Milano,    del    28    settembre   1865. 


[l,Sf>4]  EPIKTOI.AKIO.  :',1I 

il  iiuiiK'i'o  i-;ij;<;innt(),  pìccolo  o  j^raiidc  clic  si;i, 
colla  natura  degli  elementi,  se  popolani,  classe  media 
o  misti. 

Se  esista  una  (piota  mensile  —  l'ammontare  — 
e  che  se  ne  faccia. 

Finalmente,  la  promessa  condÌ52Ìone  dell'affratel- 
lamento. 

Questa  relazione  dovrebbe  spedirsi  da  voi  pure 
o  direttamente  a  me  o  con  ma<i<>ior  sicurezza  al  Co- 
mitato Centrale  di  (ìenova  per  me. 

L'insieme  <lelle  relazioni  mi  daià  norma  al  da 
farsi. 

A  (piest'ora  è  iin))ossihile  non  abbiate  avuto  la 
mia  Circolare. 

Noi  i>ossiamo  far  molto;  ma  a  condizione  di  un 
lavoro  serio,  pratico,  disciplinato,  lo  ci  metto  la  vita, 
l)erclié  in  verità  il  lavoro  m'uccide  ;  metteteci  voi  le 
tre  cose  che  ho  detto.  Dobbiamo  diventar  forti,  un 
elemento  di  vera  potenza,  o  rinunziare  a  ciarle  im- 
potenti. 

Dovreste  scegliere  da  un  libro  una  base  di  cifra 
e  mandarmela.  Se  mandate  il  ra})porto,  mandate 
cifra  e  rai)porto  per  vie  diverse,  e  i  nomi  in  cifra. 

Addio: 

vostro  sempre 
Giuseppe. 

Avete  modo  di  far  entrare  in  Roma  scritti,  stam- 
l)Mti  in  carta  sottile,  ma  numerosi  abbastanza?  Se  si, 
quanto  tem])o  esigete?  ^'orrei  che  il  9  febbraio  si 
diffondesse  in  Roma  un  mio  Bollettino.  Quando  do- 
vreste averlo?  Dove  vi  manchi  il  mezzo,  ditemelo 
subito,  perché  io  cerchi  altra  via. 


312  hTIKTOLARIO.  [180 Jl 

V.MMIX'XXXN'III. 

To  Matilda  Biock,  l'ardcii. 

[London],   Decemher  lilst,  1864. 

Aeee{>l.  (Icjii-  (k'jir  ]\ratil(l;i.  Illese  little  offerings 
frolli  a  sad  aiixious,  biit  hopefiil  friend,  li'  1  sueceed 
in  ]mttin^-  a  sinile  on  the  loved  siifferer's  face,  it 
is  enonjili.  Explain,  a\ì11i  a  kiss,  if  yon  see  them, 
lo  Ada  and  Maud  the  little  winter-present  and  from 
Avhoni  it  Comes. 

The  Allmm  F  shall  try  to  fili  ii])  inyself,  1  ((mld 
iiot  tìnd  what   I   wanted. 

Bles-sinfj  on  ali  those  yon  love  and  wlio  are 
snrroniidiiii^  yon   with  loving  cares.     Xow  and  ever 

vour 
Joseph. 

31  dicembre  1S64. 

Accettate,  cara  cara  Matilde,  (lueste  piccole  offerte  d\ 
1111  amico  che  vive  triste  e  ansioso  per  voi,  ma  pieno  di 
speranza.  Se  mi  riesce  di  far  spuntare  un  sorriso  sul  vostro 
amato  viso  di  sofferente,  è  abbastanza  per  me.  Spiegate, 
con  un  bacio,  a  Ada  e  a  Maud,  se  le  vedete,  il  piccolo 
dono   invernale  e  dite  loro   da   chi  viene. 

L'Album  cercherò  di  riempirlo  io  stesso.  Non  ho  potuto 
trovare  (luel  che  volevo.  Benedizioni  a  tutti  (luelli  che 
amate  e  che  vi  circondano  di  cure  affettuose.  Ora  e  sempre 

vostro 

GlUSEPPK. 

VMMDCXXXVIII.  —  Inedita.  L'autografo  .si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha 
indirizzo. 


[IfSfHJ  KIMSTOI.AKK).  .'iK'. 

2. 

r.  S.  —  So  fai-  i  liiid  written  yt'stei-day  iiij;lit  : 
lliis  ni()iiiiii<i  1  receive  youi-  dear  kiiul  note,  f'rfnj- 
ihiiHj  was  chosen  by  nir\  wliy  the  doubt?  I  liad  tlie 
l)liotofi;i'ai)hs  from  tliree  diffei-ent  houses.  and  found 
it  very  difficult  to  get  those  few  and  irai)Ossibility 
foi-  (Jalileo,  Meyerbeer  and  otliers  which  I  wanted  and 
hojìe  stili  to  bave.  Sni^piess  Napoleon  ;  but  I  do  pro- 
Test:  Avonbl  yon  ^n]»])ress  ìnmi  on  acconnt  of  the 
(tfxl  (V)  It  is  visitinfi  the  sins  of  the  fathers  on  the 
following  ju:enei'ations.  T  stili  leveie  Xapoleon  as  the 
niost  powerfnl  Genins  of  onr  times,  and  the  first  half 
of  bis  career  as  hi,i;hly  beneficiai  to  ^Mankind.  We  had 
better  sn])press  France  if  we  could  :  France,  through 
h.er  servility,  made  Xa])oleon  a  tyrant.  I  am  de]i- 
ghted  at  ^lande's  and  Aidah's  delight.     Please,  teli 


P.  y.  -  Fin  qui  avevo  scritto  ieri  sera  :  questa  mattina 
ricevo  la  vostra  cara  gentile  letterina.  0(nii  cosa  fu  scelta 
da  me:  perché  il  dubbio?  Ebbi  le  fotografìe  da  tre  case  dif- 
ferenti, e  trovai  molto  difficile  aver  quelle  poche,  impossibile 
poi  aver  (luelle  di  Galileo,  Meyerbeer  e  altri,  che  volevo  e 
spero  ancora  di  riescire  ad  avere.  Togliete  pure  Napoleone  ; 
ma  io  protesto:  sopprimereste  l'uomo  a  causa  della  scimmia f 
Questo  vuol  dire  far  scontare  i  peccati  dei  padri  alla  gene- 
razione successiva.  Io  venero  ancora  Napoleone  come  il  Genio 
più  possente  dei  nostri  tempi,  e  considero  la  prima  metà  della 
sua  carriera  come  sommamente  benefica  per  il  genere  umano. 
Fai-emmo  meglio  a  sopprimere  la  Francia  se  potessimo  :  è 
la  Francia   che  con  la   sua  servilitri   ha   fatto  di   Napoleone 

(')  Accenno  trasparente  a  Napoleone  III. 


314  EPISTOLABIO.  [1804] 

Caroline  lliat  Jeiuiuette's  cliild  is  ])i'osperiiij^:  oiily, 
she  U'I't  liei-  willi  Mis.  Xalhaii  at  Luj^ano — wliicli 
astoiiished  ine  veiT  miioh — «ii  accollili  of  not  having 
a  ])i-o])(M-  inaid  or  nurse,  the  one  she  liad  beine  now 
in  lOngland  :  she  had  ^ìven  herself  np  to  drinking  and 
was  giving  spirits  to  the  chihl.  Thank  Caroline  for 
luM-  vcry  kiiid  note:  and  teli  her  that  if  I  appear  to 
foster  iip  her  cxcessirr  ])assion  for  Spain,  it  is  l)ecause 
T  ami  weak  towards  the  weaknesses  of  those  T  like, 
and,  lastly,  teli  her  that  Caroline  of  Tfhnrloe] 
S [(piare]  leaviiig  to-niorrow,  F  shall  he  without  your 
news  for  more  than  a  fortnight,  and  that  onr  word 
froni  her  ahoiit  yon  will  always  l»e  verv  irratefiilly 
reeeive<l.      "NA'itli    line    ]o\e,    dearest    Matilda,    again 

yours 
Joseph. 


un  tiranno.  Godo  della  gioia  di  Maude  e  di  Ada.  Vi  prego  di 
dire  a  Carolina  che  la  bambina  di  .Jeannette  è  fiorente  :  ma 
ella  l'ha  lasciata  con  la  signora  Nathan  a  Lugano  —  cosa 
che  mi  ha  sorpreso  non  poco  —  per  mancanza  di  una  buona 
cameriera  o  bambinaia  :  quella  che  aveva  prima  è  ora  in 
Inghilterra  :  si  era  data  al  bere  e  dava  bevande  alcooliche 
anche  alla  bambina.  Ringraziate  Carolina  della  sua  gentilis- 
sima lettera  ;  e  ditele  che  se  io  alimento,  come  sembra,  la 
sua  eccessiva  passione  per  la  Spagna,  ciò  dipende  dal  fatto 
che  sono  debole  di  fronte  alle  debolezze  delle  persone  che  amo, 
e  infine,  ditele  che  siccome  Carolina  di  Thurloe  Square  par- 
tirà domani,  rimarrò  senza  vostre  notizie  per  più  di  una 
quindicina  di  giorni,  e  che  una  parola  che  venga  da  lei  per 
dirmi  di  voi  mi  giunger;;,'  sempre  molto  gradita.  Con  sincero 
affetto,  carissima  Matilde,  di  nuovo 

vostro 
Giuseppe. 


[1S04J  EPISTOI.AKIO. 

VJMM1)(\\XXIX. 

A  Karl  Blinu,  à   Lonclres. 


[Loudres,  ....  décembre  1864]. 
mercredi  soir. 


Clier  ami, 


Une  (leiiiaiKk'  iioii  politiciue. 

Savez-vous  s'il  existe  des  pliothogiaphes  —  (.-avle 
(le  visite  —  (in'oii  alt  tire  de  i)()iti-aits  de  (Joethe, 
(le  Seliillei-,  de  Heelhoven?  Je  cheirhe  à  remi »1  ir  un 
allmm  —  pas  i»()Ui-  inoì  —  de  portraits  de  jirands 
lioinnies,  poni-  protester,  à  ma  manière,  contre  les 
collections  absiirdes  qu'on  fait. 

Rien  de  iioiiveaii  de  TAllemagne? 

Saint  à  tous. 

^"otre  ami 
Jos.  Mazzini. 

Je  tousse. 

VMMDCXL. 

A  Linda  White  Mazini,  a  Tjoiulra. 

[Londra 1SG4]. 

Amica, 

Eccovi  lina  lettera  di  Federico  pel  marito. 

l']l)l)i  sempre  le  vostre  nuove,  da  chi  mandai,  dal 

VMMDCXXXIX.  —  Pubi)!.,  tradotta  in  italiano,  da  G.  B. 
Penne,  Lettere  di  G.  Mazzini,  cit.,  p.  5)2.  L'autografo  si  con- 
serva nel  British  Museum. 

VMMDCXL.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo 
del  Risorgimento  di  Roma.  Non  ha  indirizzo. 


31(5  KPIKTOhAUIO.  [lSr.4] 

Di'.   Cliristiiiii,  o  (la   allri.    Vui   lido   (IcITiKlii-vi   lia- 

vula   lapidanuMite,  e  —  se  non  temessi  di  tirarle  la 

casa    in   testa  —  l»ene<lirei  la   l>anil)ina. 

Addio;  jirazie  del  Oanhill.  Kioordatenii  al  marito, 

e  abbiatemi 

vosti'o 

Gii.'K.  Mazzini, 

VM.MDCXLl. 

A  Gaktano  Skmenza,  a  I.oiidra. 

[Londra 1S('>4|.   M'iierdf  sera. 

Caio   Semenza, 

Vi  mando  una  ricevuta,  non  per  voi  che  son  certo 
non  vi  tenete,  ma  j)er  la  regolarità  de'  miei  conti.  E 
vi  mando  il  Dovrrr:  riianno  sequestrato  per  l'ar- 
ticolo mio  ! 

Serbatelo  per  me  quando  ci  vedremo. 

Vostro  sempre 
Gius.  Mazzini. 

VMMDCXLII. 

A  Felice  Bagnino,  a  Genova. 

[Londra,   1804]. 

Caro  F [elice]. 
Fra  (piattro  cinque  giorni  vedrete  Mosto  che  ho 

VMMCXLI.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  presso 
gli  eredi  demenza.  È  in  ima  busta  che,  di  pugno  del  Mazzini, 
ha    l'indirizzo  :    «  Sig.    G.    Semenza,    Brompton    Crescent.  » 

VMMDCXLIL  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel- 
l'Istituto  Mazziniano   di  Gen(  va.   Non   ha    indirizzo. 


[l,s;r»41  fn>isTor..\Rio.  317 

veduto.  Se  non  avivle  ;i  (HU'st'or;i  i'jilto  il  convcjiiio 
iuicli'ejili  si  jnestei'A,  Ma  ])i'inia  o  alioia,  vedete  di 
fai-   seiiaineiite   il    nuovo   ordinamento. 

Vj  intanto,  l)i<>lietti.  Hadate,  li  sta  la  vostra  forza  : 
I>er  la  Cassa  di  Kiserva  in  sé  e  perelié  un  po'  di  da- 
naro speso  per  Roma  o  per  altro,  ci  crescerà  opinione 
di  forza.  Giovatevi  di  Caterina,  di  tutti  i  nostri  per 
bi^jlietti.  I  nostri  noi^tri  dovrebbero  essere  contri- 
bueuti  mensili;  ma  la  vendita  per  una  volta  tanto 
deve  costituire  una  rissorsa   anch'  essa. 

Vostro  in  fretta 
Giuseppe. 


v:\IMDCXLIII. 
A  Linda  White  Mazini,  a  Londra. 

[r^ndra.   1S64]. 

Cara  signora  Linda, 

Xon  capisco  bene  di  che  cosa  Federico  si  la- 
gni. In  una  lettera  cli'ei  mi  scrisse  di  sono,  pareva 
indicasse  d'avere  ricevuto  almeno  una  mia.  Vero  è 
che  scrissi,  non  solamente  per  mezzo  vostro,  ma  an- 
che per  altro.  Se  del  resto  le  vostre  lettere  erano 
al  di  luì  nome,  non  mi  sorprende  il  sequestro. 

Anselmo  Conti,  negoziante  in  coralli,  Palermo; 
è  buon  indirizzo  per  lui.  Ma  non  converrebbe  molti- 
plicare di  so\'erchio  le  lettere. 

Sono  in  fretta 

dev.mo 

Gius.  ^^L^zzini. 

VMMDCXLIII.    —    Liedita.    L'autografo    si    conserva    nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Roma.  Non  ha  indirizzo. 


31.S  EPISTOLARIO.  [18(>4-lS0r)] 

V.MMDCXLIW 

A    T.INDA     WlIITK    MaZINI,    il     I.OlUlrfl. 

[Londra,  ls(i41. 

Amicjì, 

Eccovi  un  Itiglietto  di  Camp[anella].  Ed  eccovi 
il  Dovere. 

Spero  stiate  bene  voi  e  la  bimba. 

Dio  vi  benedica.  Ricordatemi  al  marito. 

Vostro  sempre 
Gius.  Mazzini. 

Se  raccogliete  su  quelle  Liste,  versate,  vi  prego, 
in  mano  di  Caroline  Stansfeld.  Giovate,  intendendovi 
con  Mrs.  Taylor  e  Caterina  Cranfnrd,  al  Bazar.  Tn 
verità,  v'  è  più  bisogno  d'aiuto  che  mai. 

VMMDCXLV. 

A  Sofia  Craufurd,  a  Londra. 

[Londra],  1°  gennaio  1865. 
Cittadina, 

Se  avete  esaminato  il  documento  trasmessovi 
e  se  accettate  far  parte  della  Falange  Sacra,  saranno 
obblighi   vostri  : 

Il  versamento  mensile  d'uno  scellino.  Ciò,  come 
intendete,  non  pregiudica  le  otferte  che  potrete  fare 

VMMDCXLIV.  —  Inedita.  L"  juitografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Roma.  Non  ha   indirizzo. 

\'MMDCXLV.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Ri.sorgimeuto  di  Roma  (fondo  A.  Saffi).  Xi  n  ha  in- 
dirizzo. 


flKOni  KIMSTOI  AIMO.  31-' 

(luaiido  nir;i/>i(>no  iminineiite  esigesse  aiuti  straor- 
dinari : 

Il  tentare  »li  raccogliere  otierte  dagli  uomini 
buoni,  ma  non  apjtartenenti  alla  Falange: 

Il  tentare  d  affratella  re  alla  Falange  Sacra  uo- 
mini e  donne,  ove  ropjìortunità  si  presenti:  sareste 
a  capo  d'un  piccolo  nucleo,  del  quale  stareste  mal- 
levadrice  : 

Aiutare,  traducendo  o  facendo  tradurre  brani 
della    nostra    Stampa,   l'opinione   inglese   nel    nostro 

senso. 

Vostro  fratello 
Gius.  Mazzini. 

VMMDCXLVI. 

To  Henry  Samuel  King,  London. 

[London],  January  Ist,  1805. 

My  dear  Sir, 

I  really  don't  know  hoAV  to  tliank  you  for  the 
kind  tliought  and  the  beautiful  present.  The  ci- 
gares  are  excellent.  Romola  I  had  already  read  and 
admired;   but  I  shall  read  it  again,  thinking  gra- 

1°  gennaio  isr>.~>. 
Mio  caro  signore, 

Non  so  davvero  come  ringraziarvi  per  il  gentile  pensiero 
e  per  il  bel  dono.  I  sigari  sono  ottimi.  Avevo  già)  letto  ed 
ammirato  Romola  ;  ma  lo  leggerò  ancora,  pensando  con  gra- 
titudine  all'autore   e   al   donatore.    Per   un   curiosa    coinci- 

VMMDCXLVI.  —  Pnbb.  in  Letters  and  Rerollectiotis  of 
Mazzini,  cit.,  pp.  44-45. 


tcl'uìly  ol  bolli  llic  aiitlioi-  :iii(l  tlic  (loiior.  I>y  u  cu- 
lious  eoincidence,  I  liad  beeu  usked  three  days  before 
by  the  editor  of  oiie  of  oiii-  daily  papeis,  the  Unità 
JtalùtiKi,  whal  novel  they  nii^ht  choose  for  a  traus- 
hitiou  to  l»e  insei-ted  as  an  appendix  to  the  paper; 
aud  l  bave  sug<;ested  Romola.  Will  there  be  aiiy 
objectioii  fi-om  the  Writer  or  the  Publisher?  The 
hook  liaving  not  yet  beeu  traiishite<l  in  Italy,  the 
elianees  are  against  its  ever  being;  and  as  it  seems 
to  me  im])ortant  to  make  it  known,  I  think  tlie  facili- 
ties  oiight  to  be  granted.  Will  you  kindly  teli  me 
one  word  about  it? 

A  letter  troni  Mrs.  King  woiild  bave  been  dearly 
and  earnestly  welcome.  T  did  not  receive  any,  bnt 
even  the  thonght  makes  me  feel  grateful.  I  regret 
very  miich  her  having  been  ili  ;  but  she  is  better 
now,  and  you  too.  Let  me  take  it  for  a  good  omen  for 
the  wliole  course  of  the  year  which  has  now  begun. 

(lenza  mi  era  stato  chiesto  tre  j^iorui  prima  dal  direttore  di 
uno  dei  nostri  quotidiani,  l'Unità  Italiana,  quale  romanzo 
avrebbero  potuto  scegliere  per  metterlo  tradotto  come  ap- 
pendice al  giornale:  e  gli  ho  consigliato  Romola.  Vi  potranno 
essere  degli  ostacoli  da  parte  dell'autrice  o  dell'editore? 
Il  libro  non  è  ancora  stato  tradotto  in  italiano  ed  è  probabile 
che  non  lo  sia  mai  :  e  poiché  mi  sembra  importante  il  farlo 
conoscere,  penso  che  si  dovrebbero  concedere  delle  facili- 
tazioni. Vorrete  essere  cosi  gentile  da  farmi  sapere  qual- 
cosa in  merito? 

Avrei  accolto  con  intima  e  profonda  gioia  una  lettera 
di  Mrs.  King.  Non  ne  ho  ricevuta  nessuna,  ma  il  solo 
pensiero  fa  si  che  le  sia  grato.  Mi  spiace  moltissimo  che 
sia  stata  malata  ;  ma  ora  sta  meglio,  ed  anche  voi.  Cluei 
questo  sia  un  augurio  propizio  per  tutta  la  durata  del- 
l'anno   ora    iniziato.    Sono    stato    malato    anch'io:    ora    sto 


[ISC)")]  EPISTOLARIO.  S21 

J  tuo  liave  Ik'cii  ili:  I  iiiii  better  uow  :  for  liow  loiijj; 
1  do  iiot  know,  nor  care  iniuh,  I  am  workiii}:;,  and 
shall,  whilst  I  live,  work  for  Venice,  which  we  must, 
and  spite  of  ali,  will  and  shall  have  at  no  very  distant 
time. 
Ever 

faitlifully  yours 
Jos.  ^Iazzi-ni. 

Onslow  Terrace,  Fulham  Road,  S.  W. 

meglio  :  non  so  per  ([Uiinto  tempo,  né  me  ne  importa.  iSto 
lavorando,  e  lavorerò  fiiu-lié  avrò  vita,  per  Venezia,  ohe 
dobbiamo  e,  malgrado  tutto,  riusciremo  ad  avere  in  breve 
tempo. 

Sempre 

devotamente  vostro 
Girs.  Mazzini. 

VMMDCXLVII. 

A  Demetrio  Diamilla  Mullee,  a  Torino. 

[Londra],   1°  gennaio  1865. 

Caro, 

Ilo  la  vostra  del  28  dicembre.  Sembra  alludiate 
a  una  precedente  nella  quale  mi  dicevate  di  un  con- 
tratto per  quelle  carte;  (^)  non  mi  venne. 

Io  non  fui  che  un  depositario:  lascio  dunque 
ogni  diritto  a  Bulewski  col  quale,  occorrendo,  m'in- 

VMMDCXLVII.  —  Pubi)],  in  Corrispondenza  inedita,  cil. 
p.  88. 

(')  Le  «  cartelle  fondiarie  »  sequestrate  dagli  inserti  po- 
lacchi a  Varsavia  per  l'ammontare  di  400,000  rubli.  Ved.  a 
questo   proposito    la    relazione    di    D.    Diamilla    Mailer    in    data 

Mazzini,  Scritti,  ecc.,  voi.  LXXIX  (Bpisiolaric.  voi.  >;LVII1).      21 


322  W I  STOT,.MU  (  ) .  f  1  S(  > ;")  [ 

IcikUm-ò.  Ignoro  s'ci  poss;!  oiM  rjiccojfliiM'c  tutto  ([uelk» 
clic  ruidiio  iicjioziiilc.  Iniilo  (l:i  rn^jfiuii^civ  «iiH'lla 
cilia.  l'\itc  |)cl  Tiu'jilio;  e  se  coiicliiudclc,  fate  sola- 
mente sa])(Mc  a  HnltMvski  clic  m'avete  scritto  in  j)ro- 
posito. 

Non  iiilcmlo  la  richiesta  sul  mezzo.  Non  v'iia 
(iulihio  che  nessuna  azione  potrà  mai  aver  luogo 
))rima.  Da  parte  sua  nondimeno  parlar  (l'azione  di 
troute  al  disarmare  e  al  resto  m'ha  l'apparenza 
<li  scherno.  Da  parte  nostra,  è  altra  cosa.  E  se  po- 
tremo, costringeremo  due,  tre,  quattro  volte  la  Mo- 
narchia a  farsi  ])rotettrice  dell'Austria.  Il  i)aese 
comincia   a  intendere  e  intendersi  più  sempre. 

Avrò  caro  sempre  di  sai)ere  quanto  riguarda 
proposte  o  altro  di  Garibaldi. 

Addio  in  fretta.  Buon  anno. 

Vostro 
Giuseppe. 

VMMDCXLVIII. 

A  Gaspare  Stampa,  a  ^Milano. 

[Londra].  1"  gennaio  1865. 

Caro  Stampa, 

Scrissi  già  a  lungo  prima  di  ricevere  la  vostra 
a  Savi  sulla  Federazione.  Foste  tutti  poco  pratici. 
Costituire,    senza    retribuzione,    una    Direzione    im- 

10  gennaio  1865  «  a  vS.  M.  sulle  cartelle  fondiarie  polacche 
sottratte  alla  banca  di  Varsavia,  »  in  Politica  segreta  italiana, 
cit.    (2="   ediz.,   pp.   1.34-137). 

VMMDCXLVIII.  —  Inedita.  L"  autografo  era  posseduto 
dal  prof.  Angelo  Scalabrini.  A  tergo  di  esso,  di  pugno  del  Maz- 
zini,   sta    l'indirizzo:    «Gaspare    Stampa.» 


[1805]  icpisTOi.ARio.  323 

possibile  (li  cinque  membri  che  non  possono  eviden- 
temente riunirsi,  era  un  uccidere  la  cosa  in  fasce.  (\) 
Faì  è  una  vera  c()li)a,  perché  hi  Federazione  jxdeva  es- 
seie  un  fatto  Italiano  ed  anche  Euro[)(H). 

Or  non   vedo  che  un  rimedio. 

Abboccatevi  con  Savi. 

Fate  che  la  Consociazione  Ligure  e  qualch'altra 
Società  si  lagnino  pubblicamente  del  non  esistere 
la  Direzione. 

Appoggiate  su  quella  lagnanza,  scrivete  voi  due 
arditamente  ai  tre  che  non  volete  essere  accusati  di 
mistiticazione;  che  l'importante  è  costituirsi;  che 
domandate  d'essere  autorizzati  a  farlo  voi  stessi.  In- 
sinuate che  forse  Zupp[etta]  (-)  è  in  condizione  più 
che  l'altro  di  recarsi  per  una  settimana  in  Genjova] 
o  Mil[ano]  —  e  che  in  quella  settimana  stendereste 
il  Manifesto  di  costituzione  alle  Società  federate. 
Poi,  si  provvederebbe  con  più  agio.  E  in  tutti  gli 
atti  importanti,  comunichereste  in  iscritto  prima  di 
j)ubblicare. 

L'urgente  è  il  costituirsi  :  dar  il  Manifesto  :  chie- 
dere l'anticipazione  della  quota  annua  alle  Società 
federate:  comunicare  il  Manifesto  alle  Società  ope- 
raie:  cominciare  insomma. 

Con  voi  due,  per  digrossare  il  lavoro,  m'inten- 
derei: v'aiuterei. 


(')  Sulla  nomina  dei  menil)ri  del  Consiglio  Centrale  della 
Fi-atellanza  delle  Associazioni  Operaie  Italiane,  eletto  nell'XI 
Congresso  tenuto  a  Napoli,  ved.  la  nota  1  alla  p.  151.  Nella 
relazione  presentata  al  Congresso  stesso  da  B.  F.  Savi  era 
appunto  lamentato  l'inconveniente  accennato  dal  Mazzini  ;  ma 
non  fu  presa  alcuna  decisione  al  riguardo. 

{')  Uno  dei  membri  del  cit.  Consiglio  Centrale.  L'  «  altro,  » 
qui  accennato,  era  Fr.  Tavassi.  Entrambi  risiedevano  a   Napoli. 


;VJ4  EP1ST01,.\KIO.  flSCif»] 

l*:nl;it('  (Mhm'^ìco  e  potete  riescire.  Tavassi  è  non 
Ituono.  Mai't[inatiJ  nn  dissolvente.  (')  Ma  minac- 
ciale di  rinunciare  pnbblicamente;  e  forse  otterrete. 

J)itenii  se  concretate  qualche  cosa,  e  allora  scri- 
verò a  Zu])]) ietta]. 

Addio;  nn  bacio  in  fronte  alla  «gentile  fif^lia  i)er 
me.  l'erdonate  il  tono  laconico;  ho  tro])|)o  lavoro 
d'omini  jj;enere  addosso.  V()ji;liatemi  bene. 

Vostro 
Giuseppe, 


VMMDCXLIX. 

A  Madame  Marie  D'Agoult,  à  Paris. 

[Londres],  ler  janvier  1805. 

Voiis  m'avez  envpyé  un  bieu  clier  salut  d'amitié 
à  la  fin  de  l'année  ;  moi,  je  vons  l'ènvoie  aii  commeu- 
cement  :  puisse  cette  année  roiivrir  en  Italie  et  en 
France  les  voies  de  l'avenir  ;  puisse  cette  halte  dans  la 
bone  finir  I  Et  puisse-t-elle  s'écouler  doucement  pour 
vous  et  pour  tous  ceux  que  vous  aimez  I  Quaut  à  moi, 
physiquement,   je   suis   mieux;   moralement,   je   suis 


(')  Pur  essi  membri  del  Consiglio  Centrale.  Sul  Tavassi 
ved.  la  nota  alla  p.  207. 

VMMDCXLIX.— Pubbl.  in  G.  Mazzini.  Lettres  à  D.  Stern, 
ecc.,  cit.,  pp.  69-76.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo  del  Ri- 
sorgimento di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  È  in  una  busta  che, 
di  mano  ignota,  ha  l'indirizzo  :  «  Madame  d'Agoult.  11.  Rue  de 
Presbourg.    Paris.  » 


[lfsr>r)|  MMSToiAuio.  :<2.% 

tonjouis  le  nuMiie:  voné  an  tiavail  saiis  enthou- 
siasnie  par  seiitimiMil  de  clevoir;  n'atteiKlaiit  lieii, 
n'espérant  lien  poiir  le  peu  de  vie  individuelle  ({ui 
me  reste;  aimant  et  reconnaissant  cenx  (pie  j'aime, 
non  par  la  joie,  mais  par  la  douleiir  (jii'ils  ])envent 
me  donner;  croyant,  comme  dans  mes  plus  jcnines 
années,  à  l'avenir  (pie  j'ai  révé  poiir  l'Italie  et 
polir  le  monde;  dégoiìté  du  présent,  liommes  et  cho- 
ses;  mais  resinine  et  calme,  poiirvu  qu'on  ne  me  parie 
pas  trop  de  pantln'^isme  matérialiste,  de  tacti(]ue  à 
observer,  de  bonhenr  et  de  mnsiqiie  Francaise.  J'ai 
dit  panthéisme  raatt'rialiste,  car  si  par  panthéisme 
l'on  entend  (pi'il  j  a  un  peu  de  Dien  partout,  je 
n'y  ai  pas  j^rande  objection. 

Il  n'y  a  rien  de  bien  remarquable  dans  la  date 
1880.  si  ce  n'est  une  crise  tout'à-fait  intérleure, 
pendant  laquelle,  abreuvé  de  tonte  sorte  de  décep- 
tions  et  de  dontes,  je  me  sentis  menacé  de  folle.  Je 
me  relevai  par  un  travail  ép:alement  intérieur,  pen- 
dant lequel  j'appris  à  fouler  aux  pieds  le  honheur. 
J'étais  en  Snisse.  J'en  ai  dit  quelqne  cliose  dans  ces 
notes  autobiograpliiqnes  qui  font  partie  de  mes 
Ecrits  et  que  je  tacherai  de  vous  envoyer. 

Il  y  a  toiitefois  quelque  chose  de  mon  existence 
dont  jamais  je  ne  parlerai  à  àme  qui  vive. 

Vous  avez  connu  Fabrizi:  boxi  et  lionnéte  coeur, 
s'il  en  fut,  Quant  à  Buonarroti,  je  n'eus  jamais  de 
co)itact  personnel  :  nons  nous  écrivions  ;  c'était  une 
{ime  salute  et  pure,  avec  un  cerveau  très  étroit  dans 
lequel  deux  ou  trois  idées  étaient  nichées.  Il  vivait 
sur  eìles  exclusivement.  n'acceptant  rien  de  nouveau, 
n'admettant  pas  de  progrès  possible  ;  et  à  force  de 
travailler  sur  elles,  il  les  avait  poussées  jusqu'à 
rabsurde,   -Fai   connu   3Iickiewicz,   J'ai  connu  Mad, 


.'^2»!  KPISTOI.AKIO.  [1S(55] 

S.tiiil.  .l'i^iioi't'  l;i  oinisc  «le  xolrc  niplni'c.  f')  Lsi- 
iiKMiimis  iii'iiiiiuiil.  ninis  coiiiiik'  iniil<fiv  lui.  Il  y 
.iv.ìit  :\u  loud  (U*  SOM  Alile  jc  ih*  s;iis  (|n('lU'  défiaiice 
»1MÌ  iir.i|>i);ir;iiss;n1  comnic  un  ('cljiii-  scuidain  dans 
.•SOM  renard,  -le  uie  lajipelle  tonjours  {ju'à  Paris  un 
joui-  —  i'y  étais  «mi  secret  —  dìnant  ensemble  lui, 
nioi,  le  paiivre  e1  brave  Flotte,  (-)  chez  une  dame  an- 
i>iaise,  il  lui  écliappa  de  dire,  après  je  ne  sais  (pioi  : 
«Ce  boli  .Mazzini,  on  ne  peut  pas  s'empéclier  de 
lainier.»  Tout  le  monde  était  fort  content  ])our 
nioi  :  nioi.  j'avais  remarqué  le  s'empC-chcr.  Plus  tard, 
vers  la  tìii  de  sa  vie,  cette  sorte  d'arrière-pensée 
(in'il  couvait  en  lui  à  mon  ép;ard,  se  fortitìa,  je  le 
crains  bien  :  quelques  liommes,  ^Fontanelli  (^)  entre 
antres,  (pii  l'entonrèrent  et  qui  ne  m'aimaient  pas. 
durent  clierclier  à  Tinfluencer  défavorablement.  Cela 
me  fìt  beaucoup  de  peine,  car  je  Faimais  véritable- 
ment  et  je  voyais  en  lui  le  Proj^rès  individualisé  dans 
un  liomme. 

Je  ne  peux  pas  deviner  le  nom  de  la  femme  qui 
avait  eonuu  ma  bonue  mère. 

Cui  ;  la  question  religieuse  est  tonte  la  question 
actuelle.  La  Philosophie  ne  comblera  pas  le  vide  : 
jamais  elle  Ta  comblé.  La  Philosophie,  qui  prétend  or- 
gueilleusement  étre  la  science  de  la  vie.  ne  peut  que 


(')  Sulliì  rottura  delle  relazioni  amichevoli  tra  G.  Sand 
e  Mad.  dAgoult.  ved.  M.  Mein'ghixi.  Mazzini  e  Mad.  d'Agonlt, 
ecc..   cit.,   p.   \T. 

(^)  Per  la  conoscenza  personale  che  il  Mazzini  fece  del 
Lameunais  a  Parigi,  ved.  la  lett.  MMCCLVII,  nel  voi.  XXXIII, 
p.  57.   E  sul  La   Flotte,  la  nota  2,   voi.  LXVIII,  p.  217. 

(^)  È  noto  che  G.  Montanelli,  divenuto  avversario  del 
Mazzini  (ved.  la  nota  uel  voi.  XLIX.  p.  49).  aveva  assistito 
il   Lamennais    fino   all'ultimo   giorno   di    vita. 


llSOr»!  I.IMSIOI.AKKI.  ."'.'JT 

coiistMlcr  l.i  moli  (riuu'  i-('liij;i<ni  ci  pirpjirci'  l.i  voi»' 
;ì  mie  jinlrc:  elle  li';!  j.iin.iis  lail  (ine  cclji  :  clU*  l'jiil 
lolii  ;nij()ni«rimi  ;ì  l'épird  dn  (Miiistiaiiisme,  et  c'ewt 
l)ieii.  Mais  lois<iu'eIle  ama  l)ien  divise,  aiialysé,  ana- 
tomisé,  dissé»iué,  elle  se  troiivera  déi)oui'viie  de  ce 
soufflé  de  vie  qui,  renouvelaut,  agrandissant  la  Sforale, 
décrète  le  Devoir  et  pousse  les  lioiiimes  à  l'action. 
Cioyez-le  bien:  il  se  fonderà  tot  ou  tai-d  une  Egli- 
se,  et  le  moment  en  approche.  Cette  petite  Eglise  ne 
sera  d'abord  qu'une  Eglise  de  Précurseurs.  L'an- 
cienne  Ejjlise  n'ayant  mission  que  pour  livrer  au 
monde  la  synthèse  de  Vbnìivùìvalité,  pouvait  avoir 
pour  Précurseur  un  individu,  Jean  :  la  nouvelle 
est  appelée  à  donner  celle  de  rHumanité  coìlcctìre 
et  elle  aura  un  Précurseur  collectif.  Puis,  arriverà 
une  grande  crise,  un  peuple  qui  se  leverà  au  nom 
de  tous,  avec  l'instinct  du  Devoir  —  c'est  à  Rome 
peut  étre  que  cela  s'accomplira,  et  d'une  sorte  d'as- 
semblée devenue  Concile  et  devant  élaborer  une 
Declaration,  non  de  Droits,  mais  des  Principes,  sur- 
gira  la  grande  Eglise.  Seulement,  cette  Eglise,  dé- 
duisant  la  croyance  de  l'Epoque  du  mot-synthèse 
Progrès,  qui  renferme  une  conception  de  la  Loi  de 
Dieu  étrangère  au  Christianisme,  tiendra  la  grande 
porte  ouverte  à  l'avenir  :  elle  ne  sera  donc  ni  infail- 
lible  ni  intolérante:  elle  dira  en  méme  temps:  «La 
Eoi  est  salute,  l'Hérésie  est  sacrée.  »  La  première  re- 
presentera  l'a ssocia tion,  l'Humanité  collective  en  une 
Epoque  donnée  :  la  seconde  représentera  l'individua- 
lité,  la  Liberté.  vSi  j'étais  jeune.  je  vous  dirais  bon- 
nement,  sans  m'effrayer  de  votre  sourire  pantliéiste  : 
«  Je  fonderai  cette  Eglise  de  Précurseurs.  »  ^lais  je 
suis  vieux,  force  de  me  tuer  au  travail  pour  Veni  se, 
pour  Pome,  pour  la   République,  pour  que  Vinstru- 


32S  KPIKTOLAKIO.  llSOf)] 

n.nit  sf  lasse;  je  me  contente  (Ione  <l'en  jeter  ^-a  et 
là  (juel<iues  germes;  d'auties  l'établiront  apiès  moi. 
Et  elle  constaterà  ce  en  (pioi  nous  ne  croyons  plus, 
ce  cu  ([uoi  nous  croyons.  la  Loi  divine  du  Progrès 
appliipiée  à  la  vie  de  ViìidivUìu  et  à  celle  de  17/u- 
manité;  le>;  deux  ne  sont  (in'une  doublé  manifesta- 
tion  (le  la  \'ic  (|ui  est  Une  et  ne  peut  étre  que  telle. 

Mon  Dieul  oiì  me  suis-je  lance  I  Et  quel  sourire 
hégélien  de  haut  en  l)as  je  vois  poindre  sur  les 
lèvres  de  la  collaboratrice  de  la  Revue  Gcrmaniquel 
Toutefois,  ce  n'est  pas  à  elle  que  j'écris:  c'est  à 
Marie,  à  ma  scpur  en  Dante,  n'est  ce  pas?  Hélas! 
nous  irons  nous  tous  en  purgatoire  :  il  n'y  a  que 
cela.  Seulement,  j'aiderai  à  vous  en  tirer,  c'est-à-dire 
à  vous  faire  sortir  plus  vite  de  la  vie  contemplative 
Goethéenne,  pour  vous  lancer  dans  la  vie  d'action, 
dans  le  vie  Dantesque.  ^'oilà  I  Les  trois  couleurs  de 
Dante  n'ont  été  que  je  sache  arborées  par  nos  asso- 
ciations  secrètes  qu'au  commencement  de  ce  siede.  (^) 
Quant  à  la  phosphorescence.  j'ai  une  vague  idée  qu'il 
y  a  quelque  chose,  dans  le  Poème,  qui  s'y  rapporte  ; 
mais  c'est  très  vague  et  il  m'est  impossible  en  ce  mo- 
ment de  vous  citer  le  vers,  si  tant  est  qu'il  existe. 
Comment  il.  Monnier  a-t-il  pu  écrire  sur  les  Ban- 
diera sans  citer  leurs  lettres.  le  plus  beau  docu- 
ment  pour  leur  vie?  Vos  Fran^ais  sont  étonnants. 

Il  faut  que,  pour  aujourd'hui,  je  vous  quitte, 
^'ous  me  parlez  d'ébullitions  ouvrières  possible  ;  ce 
sera  bien  le  déshonneur  et  le  crime  de  votre  classe 
intelligente,  si  elle  ne  parvient  pas  à  les  diriger. 
Nous  en  aurons  nous  aussi  tòt  ou  tard  ;  mais  comp- 


(^)  Sull'origine  del  tricolore  italiano,  ved.  V.  Fiorini,  nella 
Nuova   Antologia  dei   16   gennaio   e   16   febbraio    1897. 


[18(551  icpihtoi.au  IO.  325) 

te/-y,  iious  Ics  (lirij^erous.  ("est  {[uv  iioiis  ni'  somiues 
pas  si  Mcssi('ur,<i  que  vos  ainis:  nouH  ne  craif^nonw 
pas  (Io  profancr  au  contact  de  la  ionie  nos  inspi- 
rai ions  pliilosopliiipies  ou  littéraires:  fidèles  à  notre 
vne  (le  la  vie  qne  riiomme  est  Pensée  et  Action,  nous 
conspirons,  nous  organisons,  nous  formons  de  petites 
caisses,  nous  travaillons  avec  les  sociétés  ouvrières, 
tandis  (pie  nous  bavardons  intelli}j;ence  et  tliéorie, 
quand  Fenvie  nous  en  prend.  Vos  Messieurs  démem- 
brent  la  Vie:  ce  sont  des  idées  qui  promènent.  Ils 
peuvent  parler  de  Vimtiatvve  F'ran(;aise  tant  qu'ils 
voudront  ;  ils  resteront  oiì  en  est  l'Allemagne  qui 
élabore  dans  cliaque  club  d'étudians  des  républiques 
idéales,  puis  vont  se  coucher  satisfaits  et  se  réveil- 
lent  le  matin  avec  leurs  trente-six  maìtres  et  demi. 
Adieu,  amie,  pardonnez-moi  ce  long  bavardage. 

Joseph. 


Madame  Ernst  a-t-elle  une  adres.se? 

Il  s'est  fonde  en  Italie  une  Association  scerete  ré- 
publicaine  unitaire  qui  s'appelle  la  Vita  Nuova, 
dont  Dante  est  le  Chef  spirituel,  dont  les  Statiits 
ont  Dante  et  Béatrix  en  téte,  dont  la  doctrine  se 
déduit  tonte  du  Poème  !  On  ni'en  a  donne  la  haute 
direction. 


380  EPIKKJI.AUIU.  llSC.r.  I 

VMiMlMM.. 

A  I^uuii   Mi  CICLI. 

Caro   Miceli, 

IClilii  la  vostra.  Io  vi  stimo  una  delle  iiiù  oneste 
anime  che  abbiamo  e  v'amo  come  ardente,  costante, 
devoto  patriota.  Ma  lamento  la  condotta  politica 
di  voi  e  di  parecchi  de"  vostri  amici.  Non  sono  esa- 
gerato né  esclusivo,  e  voi  ricorderete  tuttavia  le 
discussioni  ch'io  aveva  con  Xicotera  in  Napoli, 
quand'ejili  mi  chiamava  disertore  della  Kepubblicn. 
'Ma  io  vedeva  allora,  comandata  dall'  Italia,  una 
prova  da  farsi:  passarono  d'allora  a  un  di  presso 
quattro  anni  :  la  prova  è  fatta  :  ed  io  torno  all'antica 
bandiera.  Nicotera,  voi  e  altri  persistete  nella  prova 
compita.  Ne  ho  vero  dolore;  ma  è  scritto  ch'io  non 
possa  mai  trovarmi  accanto  sulle  stazioni  della  via 
gli  antichi  amici. 

Ve  un  limite  a  ogni  cosa.  Davanti  alla  Conven- 
zione, al  disarmare,  alle  cento  sistemazioni  di  ple- 
bisciti, libertà,  associazione,  stampa,  etc,  gli  nomini 
di  fede  e  di  core  non  hanno  pili,  secondo  me,  che 
un  dovere  :  staccarsi  dal  tempio  dove  s'adora  lo  stra- 
niero, chiedere  davanti  all'Italia  perdono  agli  uo- 
mini e  a  Dio  d'essersi  illusi,  e  risollevare  la  bandiera 
d'un  principio,  senza  badare  a  successo  immediato 
o  a  biasimo  o  lode  degli  affascinati.  L'Unità  perde 
ogni  giorno  viei>i)iù  credito,  amore  nelle  popolazioni: 

VMMDCL.  —  Inedita.   L'autografo   si   conserva   presso  gli 
eredi  di  L.  Mir-eli. 


[ISCHI  F,PIHTOI,ARI(».  331 

è  in'ccssjirio  clu*  mi  imclco  di  noiiiìiii  noti  s'isoli, 
tlicii  :  «  LTiiitù  In  (i-idilii;  l;i  sua  vera  haiulicrsi  ò 
Ila  noi.»  I/Italia  si  ricoinc  (rininioialilà  ;  ò  iieces- 
sario  elle  nn  nucleo  l'icliiami  le  anime  alla  schietta 
adorazione  del  Vero,  (jiiel  iuicl''()  non  riescirà  forse 
()uoi  e  saia  maledetto  come  lo  erano  i  nuclei  dei 
l)rimi  Cristiani;  ma  }:;ioverà  senza  fallo  all'avvenire 
della  Nazione.  Bisoj^na  educarla;  bisognano  quindi 
Educatori.  Le  tattiche  possono  condurre  talvolta  allo 
scopo;  ma  non  educano:  vedete  la  Francia  liberale 
delle  due  Kistorazioni.  Oj>gi.  si  rico]>ian()  (juei  pe- 
riodi. To  sento  pili  altamente  dei  fati  Italiani  ;  e  se 
m'illudo,  siamo  inutili  tutti.  Chi  mai  vorrebbe  avere 
un'Italia  serva  della  corruzione  e  misera  copiatrice 
dell'altrui  passato? 

E  del  resto,  anche  abbassando  l'occhio  alla  tat- 
tica, ogcji,  se  v'è  ancor  modo  di  condurre  la  Mo- 
narchia, per  esempio,  a  Venezia,  non  è  che  colla 
minaccia,  riducendola  a  tremare  per  sé.  Qualcuno 
deve  assumersi  questa  parte:  farsi  spada  di  Da- 
mocle. Altri  noi  fa  ;  lo  fo  io.  Sarò  maledetto  ;  ma 
spino-ero  innanzi.  Ho  spesso,  nello  svolgersi  del  mio 
disegno:  lenità  repiihhlicana,  affrontato  deliberata- 
mente il  suicidio  morale;  ma  vedo  di  non  essere  stato 
interamente  inutile. 

Io  dunque  ])redicherò  d'ora  innanzi  repul)blica  e 
ordinerò  quanti  vorranno  unirsi  a  me  verso  (luel  fine. 
Soltanto,  se  nell'intervallo,  sarà  possibile  l'impresa 
Veneta   aiuteremo  senza   riguardo  a  bandiera. 

Addio,  Miceli  ;  è  triste  cosa  separarci  dagli  uo- 
mini co'  quali  s'era  fratello  in  passato.  Rimanga  al- 
meno nn  })o'  d'affetto  individuale  tra  noi. 

Vostro  sempre 
Gius.  Mazzini. 


;W2  laMSTOI.AKlO.  I1.S05] 

VMMDCLI. 

AD  ERtiisTO  Bezzi,  nel  fori  e  di  Ale.ssandriu. 

[Londra].  2  gennaio  1SG5. 
C'aro  Bezzi, 

Ho  la  vostra  del  27.  Rispondo  due  i)arole  appena, 
perché  mi  manca  il  tempo  e  W[olff]mi  costringe  a 
scrivere  oggi.  Sta  bene  dal  Comitato  un  po'  nume- 
roso ;  ma  v'intenderete.  Notate  che  voi  mi  date  la 
nuova:  né  Br[usco  Onnis],  né  Cair[oli]  m'hanno 
scritto.  Farmi  che  Nic[otera]  abbia  fin  da  principio 
dato  dimessione  al  Municipio.  E  parmi  difficile  che 
^Marcili,  (^)  il  quale  vive  negli  Abruzzi,  sia  membro. 
Nondimeno  farò  quel  che  potrò  per  informarmi  e  gio- 
vare. Ignorava  pure  i  nuovi  sequestri.  Se  il  Comitato 
si  costituisce  e  so  dove,  farò  io  pure  le  mie  proposte. 
]Ma  vorrei  che  foste  libero  per  voi  e  per  le  cose.  Non 
ho  bisogno  di  dirvi  che  tenterò  raccogliere:  ma  le 
difficoltà  per  me  sono  immense.  Quanto  alle  armi, 
l)ei  primi  dal  <li  qua,  penso  non  sarà  difficile  pro- 
curarle, ma  limitate.  Vedremo  insomma.  Dio  voglia 
che  usciate  presto.  Addio  per  ora. 

Vostro  tutto 

G-tU  SEPPE. 

VMMDCLI.   —   Pubbl.   da   G.   Locatexli-Milbsi.   op.   cit., 
p.  244. 

f 

(^)  Pietro  Marelli.  sul  quale  ved.  la  nota  2,  voi.   LXVIII, 
p.  117. 


flMir»!  CTI8TOI.ARIO.  333 

VMMDCLII. 

Al)  AiKH.Ko  WuLFF,  liei  forte  di  Alessandria. 

[Londra  I.  2  K"'iinai<>  ISdn. 
Caro  Wolff, 

Ilo  scritto  al  Marchese  come  volevate,  p]  non  in- 
tendo come  non  riceveste.  Non  ricordo  più  se  io  man- 
dassi a  T>r[usco  Onnis]  per  voi  o  a  chi;  ma  mandai. 
Chi  è  Miss  Hamilton?  Come  j)osso  pUìur  i  dne  bi- 
glietti senza  indirizzo?  Se  la  vostra  non  mi  venisse 
coi  Kind  coìtipts  dall'amata,  imposterei  addirittnra 
a  !Miss  Grev,  che  non  so,  tra  parentesi,  dove  stia.  Ma 
poi  ch'essa  mi  manda  la  vostra,  evidentemente  ebbe 
linee  vostre.  Scrivetemi  subito  a  ehi  devo  mandare 
quei  due  biglietti. 

Vostro  sempre 

Gli' SEPPE, 

VMMDCLIII. 

A  Vincenzo  Brusco  Onnis,  a  Milano. 

[Londra.  3  gennaio  1805]. 
Caro  Brusco, 

Non  vedo  traccia  della  Lettera  a  Crispi.  {^)  E  non 
so  perché.  Stampata  una  volta,  penso  che  VUnità  do- 

VMMDCLII.  —  Inedita.  Da  una  copia  presso  la  R.  Com- 
missione. 

VMMDCLin.  —  Inedita.  L' autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Milano.  Non  ha  indirizzo.  La  data 
vi  fu  app(  sta  da  V.   Brusco  Onnis. 

(')  Fu  pubbl.  neWUnità  Italiana  di  Milano,  proprio  il 
giorno    in    cui    il    Mazzini    scriveva    la    sua    lettera. 


:\'M  EpisTor.AUK».  fl'^'ir»! 

\rel)l)('  t>  liscliiiir  il  s(MiU('Kti-()  o  almeno  iiisciinic 
<;raii  Italie.  I]  mia  prima  copia  (lovrebb'essenic  man- 
data a  tulli  i  (JioinaJi  nostri.  Inoltre,  della  copia 
(irlo  mandai  simultaneamente  a  Napoli  non  el)hi  mai 
(limo.  (')  ()  non  l'el)l)ero  o  s'arretrarono  davanti  la 
rollina.  Ora,  mi  preme  il  Sud.  Bisognerebbe  duncpie 
mandar  commissione  a  Mosto  d'inviarne  subito  una 
c()j)ia  a  Friscia  in  Xap[oli]  e  sopratutto  a  Ros[ario] 
l»a^n[asco]    in  Palermo. 

Non  mi  lasciate  morire  nel  silenzio  una  mani- 
festazione che  m'importa  sia  pubblica, 

L'Unità  mi  faccia  il  piacere,  quando  riceve  dal 
Dorrrr  la  somma  di  400  lire  pel  \'eneto,  di  pubblicare 
una  ricevuta  per  la  somma  di  919,54.  (-j  M  rimango 
io  debitore  di  519,54,  Il  Dovere  avendomi  chiesto  a 
chi  doveva  mandar  quella  somma,  risposi:  AÌYUnità  ; 
ma  dovendo  appunto  spendere  per  cosa  concernente 
l'impresa  500  e  più  lire  in  Genova,  ne  disposi.  Ben 
inteso,  ne  darò  conto,  o  la  verserò  io  stesso  nelle 
mani  della  Commissione  Veneta  costituita,  della 
quale,  tra  parentesi,  non  m'avete  detto  neanche  una 
parola,  né  dei  fucili  novellamente  presi  sulla  Bre- 
sciana, 

Non  vi  lasciate  andare  a  sconforto.  Dobbiamo 
vincerla  a  forza  di  costanza.  Ma  è  necessario  un  mi- 
racolo di  disciplina.  Siate  anche  in  pochissimi,  ma 
insistete  sulla  formazione  dei  nuclei,  sulle  quote 
mensili,  etc. 

Addio  :    non    posso   scrivere  a   quanti   vorrei.   Ma 


(^)  La  lettera  a  F.  Cri.spi  fu  pubbl.  nel  Popolo  d'Italia 
deU'8  gennaio   1865. 

(-)  Fu  pubbl.  neir  rìiifù  Ilalinna  di  Milano,  del  12  gen- 
naio 1865. 


fise»;"»]  EPISTOLARIO.  :'..■{;"> 

ru'.onlsitiMiii.   vi    in-ej^o,   con   iil'tclto   ;ill;i  rezzi   e  ;ill;i 

iìii;li;i   <)   nipote  —  alle  Manzoni,   Folcii  e  aniiciic  — 

a    .Marcoia    e   ai    nii<;lioii    Ira    i    noslii.  IO    un    liacio 
a   Lina. 

Vostro  sempre 
GmsKPi'K. 


Daelli?  non  comincio  ]'8"  se  non  mi  manda  copie 
e  se  non  veniamo  a  una.  soluzione  finanziaria.  Ilo 
sempre  scritto  per  nulla  ;  ma  ora,  colle  medicine, 
medico  e  spese  di  più  rese  indispensabili  dall'età 
e  dalla  salute  inferma,  in  verità  lio  bisogno  di  retri- 
buzione alle  mie  fatiche. 

Del  A'eneto,  dei  1000  franchi  non  trovaste  m-ai 
traccia  ? 

Se  avete  ancora  qualche  fotografo  mio  colla  mia 
firma,  mandatene  uno  a  Camp[anella],  in  Geno  [va]. 
E  ditemi  se  potete  farlo. 

Se  scrivete  in  Aless[andria],  dite  a  W[olff]  che 
ho  capito  il  mistero  d'Hamilton.  Vorrei  ch'escis- 
sero. 

Fatemi  un  po'  una  lettera  pratica  di  poche  li- 
nee. 

Che  cosa  v'è  rimasto? 

Organizzate?  avete  nuclei?  Quanti?  Dove? 

Avete  un  nucleo  centrale  per  la  Lomb[ardia], 
al  quale  si  possa  indirizzare  proposte,  etc.  con  cer- 
tezza d'avere  risposta  concreta? 

Che  cosa  è  successo,  dopo  l'assoluzione  d'Anton- 
gini,  etc,  delle  armi  ch'erano,  credo,  comprate? 


33(5  raMSTOi.AKio.  [l.sr>r»I 

VMMIX'LIV. 

AI)  AGOSTINO  Castelli,  a  (Jenova. 

[Londra  I.  ."'>  p'i'"-'''"'  1^05. 

Caro  Castelli, 

Mentr'io  meravigliava  del  vostro  silenzio,  odo  la 
sciagura  patita  e  la  malattia  vostra.  C)  Non  so  dirvi 
quanto  mi  dolgo  dell'una  e  dell'altra;  e  m'affretto  a 
mamlarvi  una  stretta  di  mano  d'amico  e  di  fratello 
che   vi  stima   e   v'ama.   Posso   cosa   alcuna   per   voi? 

Procurate  star  meglio.  Anch'io  fui  malato  ;  e  men- 
tre scrivo,  sto  tutt 'altro  che  bene.  Ma  mi  tiene  in 
l)iedi  una  fermissima  volontà  che  si  esca  in  que- 
st'anno da  questa  «  fermata  nel  fango.  »  Tornato 
all'antica  bandiera  e  apertamente,  perché  credo  ve- 
nuto il  momento,  ho  bisogno  dell'aiuto  attivo  di 
tutti  i  repubblicani,  e  voi  siete  fra  i  più  costanti 
e  credenti. 

Saprò  le  vostre  nuove:  e  le  aspetto  con  vero  de 
siderio.  Amate  l'amico 

GrIUSEPPE, 


VMMDCLIV.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Risi.rgimento  di  Milano.  A  tergo  di  esso,  di  pugno 
del    Mazzini,    sta    1'  indirizzo  :    «     Castelli.  » 

(>)  Ad  A.  Castelli,  antico  e  fervente  mazziniano,  era  morto 
il  padre  il  24  dicembre  1864.  Sette  giorni  dopo  egli  stesso  si 
spegneva  colpito  da  violento  morbo,  appena  quarantaduenne. 
Ved.  VUnità  Italiana  di  Milano,  dell' 8  gennaio  1865,  e  una 
sua   necrologia   nel  Dovere   del   giorno   precedente. 


flSO;")]  EPISTOLARIO.  .'J^iT 

VMMDCLV. 

A  Saverio  Friscia,  a  Napoli. 

[Londra],  4  gennaio  1805. 

Caro  amico, 

Mandai  tempo  addietro  a  Mil[eti],  airiiidirizzo 
del  Popolo  (l'Italia,  ima  lunga  lettera  mia  a  Crispi 
da  stamparsi,  C)  Non  poteva  inserirsi  senza  se([ue- 
stro  ;  ma  io  pensava  che  egli  avrebbe  potuto  stamparla 
e  diffonderla  a  modo  d'opuscolo.  E  come  manife 
stazione,  mi  premeva  che  si  diffondesse  nel  Mezzo 
giorno  e  segnatamente  in  Siò[ilia].  Gli  dissi  quindi 
che,  se  disperava,  la  trasmettesse  a  voi.  Lo  ha  fatto? 
A  me  non  ha  neanche  risposto.  Si  stampa,  ben  in- 
teso, nel  Nord;  ma,  fidando  in  lui,  dissi  che  non  cu- 
rassero di  mandarne  nel  Sud.  ^^olete  informarvi? 
e  dirmene?  Non  ci  mancherebbe  se  non  che  quei  che 
sono  nell'anima  repubblicani  esercitassero  essi  pure 
censura  su  chi  ardisce  dire  la  verità  ! 

Questa  mia  non  contenendo  altro,  la  mando  di- 
rettamente a  voi.  Ho  da  parlarvi  d'altro;  ma  per 
altra  via. 

Vostro  sempre 
Giuseppe. 


vMMDCLV.  ^  Inedita.   L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del   Risorgimento  di   Roma.  Non  ha  indirizzo. 

(')  Ved.  la  nota  alla  p.  333. 

Mazzini,  Serìtti,  ecc..  voi.  LXXIX  (Epistolario,  voi.  XLVIII).      22 


•,\:iS  fU'lKTOLABIO.  [ISCif)! 

VMMDCLVT. 

A  (JiovANXi  GuiLENZoM,  a  Tengano. 

LI-''>ii'li"U»  5  genuaii)    [iSOf)]. 

Caro  amico. 

Abbi  pazienza,  ma  è  necessario  che  la  lettera 
per  Libertini  sia  in  i\Iilano  nelle  mani  di  Br[usco 
Ounis]  sabato  mattina:  Lib[ertini]  andrà  a  pren- 
derla qnel  giorno.  La  lettera  dovrebbe  andargli  si- 
cura. Fra  te,  Maur[izio],  il  marito  della  figlia  della 
signora  X[atlian],  troverete  modo.  Son  di  quelle 
commissioni  che  do  di  rado  con  tempo  si  breve;  ma 
questa  volta  non  posso  a  meno. 

Spero  che  tu  sia  ora  risanato.  Che  diavolo  ti 
viene  in  mente  di  cadere? 

Ringrazia  le  amiche  dei  loro  ricordi  con  affetto. 
Ama   il 

tuo 

Giuseppe. 


VMMD(JLVI.  —  Inedita.  L'autografo  si  oonserva  nella 
«  Casa  di  Mazzini,  »  a  Pisa.  [Xotn  JU.ll  :  La  data  va  corretta 
in   [Londra].  5  gennaio   [ISO^],  come  nel   voi.  LXXIII.  p,  .310]. 


[1S05]  EPISTOI.AKIO.  'VAU 

VMMDCLVII. 

TO  William  Shaen,  London. 

[London],  January  5th,  1865. 
Dear  Shaen, 

One  Cap.t  Sncei  carne  to  you.  Pray,  do  ali  tliat 
you  can  ter  liim,  as  recommended  by  Gar[ibaldi] 
and  by  mvself.  I  bave  been  in  contact  with  bis  fa- 
thei",  etc.  :  ali  bave  been  very  nsefnl  and  faitliful  to 
Olir  cause. 

Ever 

affectionately  yoiirs 
Jos.  Mazzini. 


5  gennaio  1865. 
Caro  Shaen. 

Un  certo  capitano  Succi  è  venuto  da  voi.  Vi  prego,  fate 
tutto  ciò  die  potettì  per  lui,  come  raccomandato  da  Gari- 
baldi e  da  me.  Sono  .stato  in  contatto  con  suo  padre,  ^cc.  : 
tutti  sono  stati  assai  utili  e  fedeli  alla  nostra  causa. 

Sempre 

vostro  affezionato 
Gius.  Mazzini. 


VMMDCLVII.  —  Inedita.   Da   una   copia   inviata   alla  R. 
Commissione   da   Mr.   G.    Trevelyan. 


340  Fa-iSTOLARio.  [18G5] 


VMMDCLVIIT. 

A  Madame  Marie  D'Agoult,  j1  Paris. 

[Londres],  5  janvier  18G5. 

J'ai  (ìóterré  Byroii  et  iìoethe.  Mais  c'est  un  petit 
roiileau  manuserit  —  l'écriture  n'est  pas  la  mienne 
—  et  le  conteiui  pnrement  littéraire.  J'ignore  si 
Oli  peut  l'envoyer  par  la  poste  à  la  Rcvue  ouveit 
de  deux  cótés  et  avec  toiites  les  précaiitions  imagi- 
naires.  Peut-étre,  la  Revue  a-t-elle  quelquefois  regu 
des  articles  d'AugleteiTe  et  Fon  peut  vous  consigner. 
Ecrivez  en  ce  cas.   Sinou,  j'attendrai  une  occasiou. 

A  vous  de  c€eur. 

Joseph. 


yMMDCLVIII.  —  Pubi)],  in  G.  Mazzini.  Leiires  à  D. 
tSterti,  cit.,  p.  77.  L'autografo  si  conserva  nel  Museo  del  Ri- 
sorgimentiì  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  È  in  una  busta  che. 
di  mano  ignota,  ha  l'indirizzo:  «  Mad.me  D'Agoult,  11.  Rue  de 
Presbourg.  Paris.  » 


[1,SU5]  fcPISTOI.AKIO.  341 

VMMIK'LIX. 

TO  George  .1.  Holyoake,  London. 

[LondonJ,   January  6th,    [18G5]. 
2,  Onslow  Terrace.  Fulham  Road.  S.  W. 

Dear  Friend, 

Is  tliere  aiiy  weekly  or  moiitlily  pubblication 
concei'iiinji-  the  Working  Classes  and  especiallv  the 
Cooperative  Movement?  They  ask  me  to  snbscribe  to 
it  and  -send  it  to  oiir  Working  Men  centralisation  in 
Genoa. 

Ever 

faithfnlly  yours 

Jos.  Mazzini. 


6  gennaio. 
Caro  amico, 

Esiste  «lualclie  i)iibblicaziuiie  6>ettimanale  o  mensile  ri- 
guardante le  classi  operaie,  e  specialmente  il  movimento 
cooperativo?  Mi  si  chiede  di  farne  l'abbonamento  e  di  man- 
darla  al  nostro  centro  operaio   di   Genova. 

Sempre 

vostro  devoto 

Gius.  Miìzzini. 


VMMDCLIX.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Risorgimento  di  Milano.  Non  ha  indirizzo.    [Nota  1951 
La    stessa    lettera    è    stata    già    pubblicata     nel     voi.     LXXII. 
p.  155,  sotto  la  data  6  gennaio  1862]. 


;;12  KIMSTOLAUIO.  [is(;5| 

VMMDCLX. 

A  Mario  Aluisio  Sammito,  a  Terranova  di  Sicilia. 

[Londra],  (>  gennaio  1865. 
Fratello, 

Ho  la  vostra  del  IS  dicembre.  Non  ebbi  mai  l'al- 
tra; quindi  il  silenzio. 

Qualun(]ne  danaro  d'offerte  })er  la  causa  Veneta 
M'n<;a  a  me  o  vada  ixlVlInità  Ifalian<i  in  Mi! [ano], 
all'ordine  di  Maurizio  (Quadrio  o  di  Brusco  Ounis, 
avveiiendo  per  lettera  ch'è  per  me. 

Quanto  al  Municipio,  se,  com'indovino,  si  tratta  di 
fondo  votato  per  \'enezia,  dovrebbero  i  boni  essere 
all'ordine  dei  sifjnori  Andreuzzi  e  Tolazzi  (capi  del 
moto  Friulano,  come  sa])ete).  Saranno  in  Milano.  Ma 
l)urclié  siano  inviati  a  Brusco  Onnis,  andranno  ad 
essi,  s'anche  fossero  altrove.  E  da  essi  il  Municipio 
avrà  ricevuta. 

Ant[onio]  ^losto  (dei  fratelli  Mosto,  negozianti) 
è  per  la  corrispondenza.  Cercate  di  far  consegnare 
le  vostre  a  qualcuno  in  Palermo  che  le  dia  ai  Va- 
pori. Se  non  avete  persona,  rivolgetevi  da  parte 
mia  a  Rosario  Bagnasco,  che  troverete,  indirizzan- 
dovi alla  signora  Laura  Figlioli,  via  del  Protono- 
taro,   in    casa   del   signor  Remirez.   E   a   lui   indiriz- 


VMMDCLX.  —  Pubbl.  da  E.  Pedio,  Lettere  di  G.  Maz- 
zini (nella  Rivista  d'Italia  del  settembre  1907).  quindi' da  G.  Fl- 
RHTTO,  Lettere  inedite  di  G.  Mazzini  (nella  ìiiiova  Antologia 
del   1"  lugliu  li»14). 


[1,S(»m  KPIHTOI.ARIO.  34M 

Ziitevi  pine  por  uiiilicaie  il  vosti-o  lavoro  con  chi 
(li)-ijj;p  roi-gaiiizzaz;ioiie  delFIsola.  Egli  è  interme- 
diario. 

Conosco,  ma  non  intimamente  il  Martoglio,  (Vi  che 
credo  buono.  Egli  stesso  mi  scrisse  di  voi  con  sensi 
di  stima. 

Continuate  [)ure  con  Cair[oli]  per  tutto  ciò  che, 
concej'ne  l'agitazione  generale,  serbando  il  lavoro 
concreto   d'ordinamento   segreto   a   me. 

Afferrate  ogni  occasione  di  lavoro  con  le  provincie 
meridionali  di  terraferma.  Ma  quanto  al  Centro  e 
al  Nord  d'Italia,  seguite  a  darmi  nomi  di  buoni  e 
suggerimenti. 

Il  lavoro  è  avviato  o  s'avvia  sui  diversi  punti 
e  diretto.  Con  l)oll[i],  .Mal[ucelli?],  (ìiann[elli],  etc. 
sono  da  lungo  in  contatto;  così  coirAs])roni.  Ma  in 
Nap[oli]  esiste  un  centro  ordinalo  e  in  contatto  con 
me.  È  quindi  necessario  evitare  incrocianienli.  T^na 
volta  in  contatto  regolare  con  Palermo,  trasmettete? 
là  nomi  e  suggerimenti  per  Nap[oli].  Verranno  tra- 
smessi a  chi  <li  dovere.  Saverio  F [riscia]  è  amico  mio. 

Spero  non  v'accada  disastro  individuale. 

Non  ho  meco  un  fotografo  nìio;  ma  lo  manderò. 
Perdonate  il  laconismo:  ho  molto  da  fare. Una  stretta 
di  mano  ai  fratelli. 

Vostro  sempre 
GiusEiprE. 

(')  Luigi  Martogliti,  di  Palermo,  nel  1860  aveva  dimesso 
l'abito  di  frate  per  seguire  Garibaldi,  col  quale  fu  pure  ad 
Aspromonte.  Più  tardi  entrò  in  relazii;ne  epistolare  col  Maz- 
zini, facendo  in  Sicilia  viva  propaganda  dei  principi!  politici 
di  lui.  Negli  ultimi  anni  di  vita  fu  insegnante  nell'istituto 
tecnico  di   Palermo. 


344  EPISTOLARIO.  llK(ì5! 

VMMDCLXI. 

A  Giovanni  Grilenzoni,  a  Lugano. 

[Londra],  G  gennaio  1865. 
Caro    amico, 

Tu  m'hai  maiulato  una  lettera  «li  Sammito.  Man- 
dagli questa. 

Ti  son  grato  «lei  tuoi  voti;  penso  che  andiamo 
innanzi;  ma.  Dio  mi«),  quanto  temjx)  ci  vuole  a  risve- 
gliare un  popolo!  Avrai  ve«luto  la  lettera  a  Crispi. 
Diffondila   «pianto  puoi. 

\'*è  una  ten«lenza  a  riavvicinai-si  a  me,  lascian«lo 
da  banda  Comitati,  (ìaril)[aldij  e  ludi.  Secondala. 
K  un«)  s«-andalo  che  un  Partit«)  conu'  il  nosti'o  debba 
consumarsi  in  ])r«)teste.  È  necessari«)  un  concentra- 
mento ed  io  sento  in  me  «li  p«)terl«)  «lirigere. 

]Mi  <lu«)le  assai  dello  stato  di  Spinelli.  Ricordami 
alla  tua  cons«)rte  e  alle  amiche  e  credi  all'affetto  del 

tuo 
Giuseppe. 


Di"  a  Maur[izio]   che  ho  ricevut«)  ieri  la  sua  con 
tutte  le  acchiuse,  e  che  domani  o  dopo  risponder«\ 


VMMDCLXL  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nella 
«  Casa  di  Mazzini,  »  a  Pisa.  A  tergo  di  esso,  di  pugno  del  Maz- 
zini,   sta   l'indirizzo  :    «  Fiorini.  » 


[ISfìn]  KPIHTOLAIUO.  345 

VMMIKM.XII. 

To  Matilda  Biggs,  Bai-den. 

[London,  January  9tli,  1865].  Mouday. 
Dea  I-est  Matilda, 

llei-e  is  a  short  conti'ivance  tur  the  two.  Maude 
will  be  able  to  read  it.  Hei-  note  was  toc  touching  a 
thing  to  iiot  have  aii  answer.  I  had  beeu  asking 
tlie  two  Caiolines^-one  lonj;  ago — to  give  me  one 
word  aboiit  yourseli";  biit  to-day,  Emilie  had  a  note 
from  you.  Do  iiot  be  despondiiig,  bless  yoii.  Take 
ali  possible  cares  to  go  throiigh  the  severest  Avinter 
l)eriod  :  the  spriiig  will  do  you  good,  I  trust,  more 
tliaii  ali  niedeeiues.  Doii't  you  feel  yourself,  dear 
one,  that  you  are  uot  so  (ìown  as  yon  were  one 
monUi  ago? 

Lunedf. 
Carissima  Matilde, 

Ecco  una  breve  ideazione  per  le  due.  Maiide  sarà  capai-e 
di  leggerla.  La  sua  letterina  era  troppo  commovente,  per 
non  ricevere  una  risposta.  Avevo  chiesto  alle  due  Caroline  — 
a  una  parecchio  tempo  fa  —  di  darmi  notizie  vostre  ;  ma 
oggi,  Emilia  ha  ricevuto  una  lettera  da  voi.  Non  vi  dovete 
abbattere,  cara.  Prendete  tutte  le  precaiizioni  possibili  per  su- 
perare il  periodo  più  crudo  dell'inverno;  la  primavera  vi  por- 
terà giovamento,  sono  sicuro,  più  di  tutte  le  medicine. 
Non  sentite  voi  stessa,  cara,  che  non  state  cosi  giù  come 
un  mese  fa? 

VMMDOLXII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Kisor^imento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha  in- 
dirizzo.  La   data    vi   fu  apposta   da   M.   Biggs. 


340  EPISTOLARIO.  [ISfjr»] 

Quadrio  writes:  Ricordami  iKjli  amici,  ma  priiici 
palnicnte  con  molto  affetto  alla  sofferente  Matilda. 
Dille  che  il  vecchio  (Quadrio  le  vuol  molto  bene  e 
che  il  di  lei  nome  è  ben  sovente  menzionato  con 
amore   fra   noi. 

I  very  miich  regiet  Macinillan's  beliaviour.  (^)  I 
lìa<l  a  faiiit  hope  fiom  something  that  Masson  had 
said.  But,  as  you  say,  «  a  uame  is  iieeded  »  for  poems. 
Browning; — avIio  has  oiie — was  one  of  these  days  de- 
claring  tliat,  except  from  his  last  book  of  poetry — 
Avhicli  T  do  not  kiiow — he  had,  throiisrhout  life,  re- 
ceived  fabiilously  little  for  ali  he  has  written.  T 
think  Caroline  oiiirht  first  to  try,  on  a  different  path, 
to  establish  herself  firinly  before  the  public  and 
tlien,  etc.  I  bave  a  subject  for  ber;  but  I  know  that 
she  will  not  take  advices  Troni  me.  Ti  would  be  a 
book  calh'd:   «  Tlie  Party  of  Action  in  Italy.  »    The 

(,>ii;i(lri()  scrive:  «  Kiconl.iiui  ajili  amici,  ma  piiiicii)almi'Ute 
con  molto  affetto  alla  ^sofferente  Matilde.  Dille  che  il  vec- 
chio Quadrio  le  vuol  molto  Itene  e  che  il  di  lei  nome  è 
ben   sovente   menzionato   con    amore   fra   noi.  » 

Mi  spiace  moltissimo  del  contegno  di  Macmillan.  Avevo 
una  tenue  speranza  per  (pialche  parola  detta  da  Masson. 
Ma,  come  dite  voi,  «  è  necessario  avere  un  nome  »  per  la 
poesia.  Browning?  —  che  ne  ha  uno  —  dichiarava  uno  di 
questi  giorni  che,  eccettuato  il  suo  ultimo  libro  di  versi  — 
che  non  conosco  —  tutto  quello  che  aveva  scritto,  gli  era 
stato  pagato  fantasticamente  poco.  Penso  che  Carolina  do- 
vrebbe prima  tentare,  per  una  via  diversa,  di  farsi  cono- 
scere solidamente  dal  pubblico  e  poi,  ecc.  Ho  un  argomento 
per  lei  :  ma  so  che  non  accetterà  consigli  da  me.  Sarebbe 
un  libro  intitolato  :  «  Il  Partito  d'Azione  in  Italia.  »  L'idea 

(')  Notissimo  editore  di  Londra. 


[18G5]  EPISTOLABIO.  347 

thought  has  beeii  suggested  to  me  by  Miss  Cobbe's 
book  which  is  Hamlet  withoiit  Hamlet:  the  people 
of  Italy  do  iiot  exist  there,  It  woiild  be  a  good 
action  and  a  possible  success  at  once.  Whatever  is 
said,  attention  is  drawn  to  Italy.  A  very  calm  pre- 
face, S])eaking  of  «  fair  play,  »  of  the  necessity  of 
compìeting  Information  given  by  others,  of  the  fu- 
ture importance  of  Italy,  etc,  etc,  would  open  the 
book.  I  would  like  very  much  Miss  C[obbe]  being 
indirectly  refuted  by  another  woman.  The  book 
would  pi'ove  decidedly  interesting.  And  I  think  it 
would  only  need  a  three  months  reading  of  books 
and  materials  which  I  Avonhl  ])artly  sup])ly,  partly 
lK)int  out.  Bnt  slie  will  shake  ber  head  and  say  «no,» 
in  her  most  sceptical  mood.  To  Ashurst  T  cannot  pro- 
pose it  as  she  is  already  devoted  to  an  eqnally  sacred 
cause. 

T    cannot    write    more    to-day,    dearest    ^latilda; 

mi  è  stata  suggerita  dal  libro  di  Miss  Oobbe  che  è  conne 
Amleto  senza  Amleto  :  il  popolo  d'Italia  in  esso  non  esiste. 
Sarebbe  insieme  una  buona  azione  e  un  probabile  suc- 
cesso. Qualunque  cosa  dicesse,  attirerebbe  l'attenzione  sul- 
l'Italia. Una  prefazione  molto  calma,  che  parlasse  di  «  fair 
play.  »  della  necessità  di  completare  delle  notizie  date  da 
altri,  della  futura  importanza  dell'Italia,  ecc.  ecc.  aprirebbe 
il  volume.  Mi  piacerebbe  molto  che  Miss  Cobbe  venisse 
indirettamente  confutata  da  un'altra  donna.  Il  libro  diven- 
terebbe certamente  interessante.  E  penso  che  ci  vorrebbero 
solo  tre  mesi  per  leggere  libri  e  documenti,  che  io  potrei  in 
parte  fornire,  in  parte  indicare.  Ma  scuoterà',  la  testa  e  dirà 
«  no,  »  con  la  sua  espressione  piti  scettica.  Ad  Ashurst  non 
posso  proporlo,  perché  si  è  già  dedicata  ad  una  caiasa  al- 
trettanto santa. 

Oggi  non  posso  scrivervi  pili  a  lungo,  carissima  Matilde  ; 


.'MS  KPIKTOI.ARIO.  [1S051 

M(tii(l;iy  is  ;i  (IicjkIIuI  coM-cspondiiif;  day  for  me 
;il)()ur  Il;ily.  1  sluill  n^Jiiii  sooii.  I  sciiti  the  Stitnr- 
(idi/  Ixcricìr.  1  sciid  the  Ob server.  And  my  «  Let- 
tei-  to  C'iispi  »  at  which  you  niiist  oiily  plance.  Ever 
i'oiid  and 

devoted 
Joseph. 


il  lunedi  è  per  me  una  giornata  terribile  per  la  corrispon- 
denza coiritalia.  Riscriverò  presto.  Spedisco  la  ^atiirday 
Revieic.  Ho  spedito  1'  Observer.  E  la  mia  «  Lettiera  a  Crispi,  » 
alla  «luale   dovete  dare  soltanto   un'occhiata.    Sempre 

affezionato  e  devoto 
GiusEa>PE. 


VMMDCLXIIl. 

A  8.\R.\  Nathan,  a  Lugano. 

[Londra].   10  gennaio  1S(>5. 
Amica  mia, 

Una  noia  ;  ma  non  posso  a  meno.  Leggete  Tiinita 
mandatami  da  iIaiii-[izio].  A  me  queste  dimande 
che  mi  vengono  dall'Italia  son  pugnalate:  ignorano 
tntti  le  mie  condizioni. 


VMMDCLXIII.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha 
indirizzo. 


[1865]  EPISTOLARIO.  349 

11  caso  —  se  vero  —  merita  veramente  qualche 
aiuto:  ma  quale?  Io  darei  ordine  a  Bettiui  di  versar 
25  traudii  del  mio  dove  e  a  chi  direte.  Xou  potreste 
voi  raccomaudare  l'individuo  in  Livorno  a  qualche 
amico  commerciante,  alla  signora  M[ielij  e  alla 
liglia?  (^j  \'edete  insomma  con  Maur[izio]  se  v'è 
modo  d'aiutare,  e  ditemi  qualche  cosa. 

A  Daelli,  o  a  chi  sottentrò  vorrei  che  qualcuno 
dicesse  come  agente  mio  «  ch'io  non  ebbi  se  non  il 
terzo  della  retribuzione  pel  7"  volume  —  che  non  n'eb- 
bi una  sola  copia  —  che  desidero  sapere  se  devo  inten- 
dere rotto  il  contratto,  salvo  a  me  di  continuare  a 
modo  mio,  o  se,  ricevendo  il  pagamento  del  7"  e 
qualche  copia,  devo  proseguire  e  mandare  tra  non 
molto  l'ottavo  volume.  »  È  necessario  ch'io  abbia,  qua- 
lunque siasi,  una  soluzione.  E  questo  per  Maur[izio] 
e  per  voi. 

Non  ho  bisogno  di  dirvi  quanto  vi  sia  grato  della 
vostra  lettera.  Emilia  v'ha  scritto.  Carolina,  ch'è 
in  provincia,  vi  scriverà.  Matilde  non  peggiora. 

Pel  lavoro  sul  Veneto,  siamo  tutti  intesi.  Di 
G  [aribaldi]  non  so  cosa  alcuna,  se  non  che  corre 
contatto  fra  lui  e  il  re.  Dei  biglietti  suoi  non  ho 
pili  altro  da  dirvi:  le  tre  furono  date  a  Miss  [ori]  ; 
intendetevi  dunque  con  lui.  Mie  [eli]  non  è  che  un 
incidente,  dacché  ebbe  la  sua  da  Miss  [ori]. 

Addio  :  vogliatemi  bene. 

Vostro  tutto 

GrIUSEPPE. 


(')  Virginia,  andata  poi  sposa  a  Ernesto  Nathan, 


.•{^)(^  KiMsroi.Aiud.  fis(>r>( 

VMMDCLXIV. 

A  Maurizio  Quadrio,  a  I>ngano. 

[Londra],  10  gennaio  1805. 

Caro  Maurizio, 

Kbbi  le  lettere  del  31.  Risponderò  a  tutti  via  via; 
oi'  non  so  che  fare.  So  nulla  della  Central  Railway 
Society.  M'informerò;  ma  è  tutt'altra  sfera  che  la 
mia;  e  in  verità  David  o  altri  simile  può  giovarti 
più  assai  di  me.  Perché  non  abbreviare  il  romanzo  Ro- 
mola, e  fare  quello  che  fa  Forgues  nella  Revue  des 
Deux-Mondesl  V'è  un  romanzo  in  un  volume  FAsie 
Venner,  americano,  strano  assai,  che  potrebbe  forse 
attirare.  Come  diavolo  non  sequestrarono  la  Cri  spia- 
de? Evidentemente  credono  che  la  separazione  ci  in- 
debolirà. Addio  per  ora. 

Tuo  sempre 
Giuseppe. 

Udisti  del  povero  Castelli?  (^) 

Perché  non  tradurre  dal  tedesco?  Vi  sono  ro- 
manzi ignoti  e  di  merito:  brevi.  Esce  più  o  è  morto 
in  fasce  il  Lihero  pensiero?  (-) 

VMMDCLXIV.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel 
Museo  del  Risorgimento  di  Roma  (fondo  E.  Nathan).  Non  ha 
indirizzo. 

C)  Ved.  la  nota  alla  p.  336. 

(2)  Periodico  senese,  sul  quale  ved.  la  nota  2.  volume 
LXXVIII,  p.  328. 


[iy(;5J  KiMSToi.Aiuo.  "i")! 

Ebbi  il  tuo  eccellente  scritto  a  tempo  debito. 
Ti  mando  un  Indirizzo  Inglese  d'Operai:  v'ho  mano. 
Il  pensiero  è  troppo  vasto  ora;  e  inoltre  vorrei  l'i- 
niziaste in  Italia.  C)  Ma  potresti  dare  estratti,  accen- 
nare agli  obblighi  assunti  dalla  Federazione  Ope- 
laia  e  alle  speranze  che  avevate,  etc.  Leggi  la  mia 
a  Stampa. 


VMMDCLXV. 

A  Giacinto  Bruzzesi,  a  Londra. 

[Londra],  11  gennaio  sera   [ISO.^]. 

Caro  Bruzzesi, 

Mi  sorprendeva  il  non  vedervi  mai.  Non  mi  dis- 
sero di  domenica:  era  infatti  dagli  Ashurst.  Col 
Dani  prolungai  la  mia  breve  gita  in  campagna, 
perché,  a  dirvi  il  vero,  mi  è  necessità  fuggir  le  lun- 
ghe conversazioni  senza  scopo  e  frutto.  Lo  aiutai, 
come  sapete,  e  lo  feci  aiutare.  Avea  detto  di  par- 
tir  per   l'Italia   e   noi    fece.    (-)    Temo   che   glie   ne 


(^)  TJUnità  Italiann  di  Milano,  del  IS  felìhraio  iSi;;"»,  itid)- 
blicò  i  dof-nmenti  riguardanti  l'Associazione  internaziniialp  de- 
gli  operai,   ohe  era    stata    fondata    a   Londra. 

VMMDCLXV.  —  Inedita.  L'autografo  si  conserva  nel  Mu- 
seo del  Risorgimento  di  Roma.  È  in  una  busta  che.  di  pugno 
del  Mazzini,  ha  l'indirizzo:  «Col.  Bruzzesi,  12.  Finsbury  Pa- 
vement.    E.    C.  » 

(^)  Su  questo  Dani,  ved.  la  lett.  VMMDCIX  a  p.  247. 


352  EPISTOLARIO.  risoni 

'luna,  l  (li  lui  i)i()getti  qui  non  liamio  la  menoma 
luobabilità  di  lioscita. 

Dio  sa  se  non  vorrei  che  riesciste  voi;  e  sarebbe, 
come  <lite,  non  solamente  bene  vostro,  ma  pei-  l'I- 
talia. 

\'i  sono  jiiatissimo  dejiii  auguiii  ;  la  loro  realiz- 
zazione è  ilipendente  dalle  cose  d'Italia.  Sono  in  ac- 
cordo con  Benedetto  :  quel  concentramento  delle  cose 
A'enete  ch'io  proponeva  fu  accettato.  Ma  Garib[aldi] 
s'ostina  in  un  contatto  misterioso  col  re,  ch'io  cre- 
deva d'avere  esaurito  per  conto  di  tutti.  Un  Fazza- 
ri  (\)  è  l'intermediario  più  recente.  Lo  conoscete? 

I  nostri,  in  parte  liberi,  credo  esciranno  tutti 
ìnvorno  al  15  o  al  20  di  questo  mese.  Bezzi  avrà 
probabilità  di  soggiornare  in  Lomb[ardia]. 

Sapendo  che  non  vedrete  in  Manchester  cosa  al- 
cuna di  nostro,  vi  mando  la  mia  lettera  a  Crispi. 
T^ovresto,  dopo  letta,  farla  avere  a  Potter  che  cr'^do 
intenda  l'Italiano. 

Se  incontrate  persone  ])resso  le  quali  io  possa 
giovarvi,  valetevi  di  me. 

Abbiatemi 

vostro  sempre 
GrEUS.  Mazzini. 


(1)    Achille    Fazzari    (1837-1910),    patriota    calabrese,-  che 
fin  dal   1800  fu   assai   devoto   a  Garibaldi. 


[1SG5]  KPISTOI.AKIO.  353 

VMMIKJLXVI. 
A  Federico  Campanella,  a  Genova. 

[Londra],   11    gennaio  l.S(J5. 

Caro  Federico, 

Claudi),,  ti  pi-'Bgo,  il  Dovere,  cominciando  dal- 
l'anno, a  Mrs.  King.  Manor  House,  Chigwall.  >.'.  E. 
l^ondon.  lìettini,  per  cui  t'acchiudo  una  linea,  pa- 
gherà l'abbonamento  annuo  ;  e  —  se  è  necessaria 
la  sottoscrizione  —  i  25  franchi  per  la  famigli.i  di 
Castelli. 

Se  le  azioni  si  collocassero  in  buon  numero,  tanto 
via  poterlo,  bisognerebbe  pagare  tutta  la  collabora- 
zione. Allora,  cercherei  qualche  altro  collaboratore 
regolare:  Saffi  scriverebbe  probabilmente  di  frequen- 
te; e  via  cosi.  11  Dovere  ha  bisogno  di  miglioi-are. 

Se  avessi  potuto  mai  prevedere  che  la  mia  let- 
lera  a  Crispi  —  della  quale  avresti,  tra  parentesi, 
potuto  dir  qualche  parola  a  farla  piti  nota  —  non 
sarebbe   sequestrata,   l'avrei   mandata   a   te.    (^j    Fu 

VMMDCLXVI.  —  Pubbl.  da  G.  Mazzatinti,  Lettere  di 
G.  Mazzini  a  F.  Campanella  (nella  Rivista  d'Italia  del  giu- 
gno 1905).  L'autografo  si  conserva  uell'Istituto  Mazziniano  di 
Genova. 

(')  Pubblicando  nel  n.  del'  28  gennaio  18G5  del  Dovere  la  lett. 
A  Francesco  Crispi.  F.  Campanella  volle  giustificarsi  nel  modo 
che  segue  del  lieve  rimprovero  mossogli  dal  Mazzini  :  «  Lo 
scritto  che  segue,  fu  già  pubblicato  da  tutti  i  giornali  democra- 
tici d'Italia  e  circola,  stampato  a  parte,  a  profusione  per  ogni 
dove  col  mezzo  della  posta,  avendone  noi  stessi  ricevuti  varii 
esemplari  da  luoghi  diversi.  Noi  non  l'abbiamo  inserito  nelle 
nostre  colonne,  1"  perchè  non  siam  usi.  in  generale,  a  pro- 
durre articoli  già  pubblicati  da  altri  giornali  ;  2°  per  risparmiare 

Mazzini    Scritti,  ecc.,  voi.  LXXIX  (Epistolario,  voi.  XLVIII).      23 


354  EPISTOLARIO.  [  18(55  J 

stiimpiitji  piinia  sepaiatamente,  come  sai.  Forse, 
ti  niaiulei-ò  [nesto  un'alt la  luiij^a  lettera  ad  altri, 
ma  iseciuestrabile,  Iciuo.  ('j  Salii  mauderà  tra  bieve. 

Tuo  sempre 
Giuseppe, 

un  nuovo  ed  inutile  sequestro  ai  nostri  abbonati,  che  ne  hanno 
.  subito  già  tanti,  a  proposito  il'uno  scritto  che  già  ottenne  una 
cosi  grande  pubblicità.  Noi  sappiamo  per  esperienza,  che  ciò 
che  lice  ad  altri,  non  è  permesso  al  Dovere,  e  ne  sia  prova  tra 
mille,  la  pubblicazione  della  lettera  di  Mazzini  «  Fratelli  delle 
Komagne,  »  per  la  quale  il  Dovere,  UNICO  e  SOLO  fra  tutti 
gli  organi  della  Democrazia  che  l'hanno  riprodotta,  fu  seque- 
strato, processato  e  condannato  I  Noi  credevamo  dunque  di  po- 
terci astenei'e  dall'inserire  la  lettera  di  Mazzini  a  Crispi,  ormai 
nota  lippis  et  tonsoribus,  e  che  l'Autore  non  inviò  a  noi,  né 
ad  altro  giornale,  ma  stampò  a  parte.  Ora  però  ci  vien  rife- 
rito, che  la  non  riproduzione  di  «luella  lettera  venne  interpre- 
tata da  alcuni  come  un  riguardo  da  noi  usato  agli  uomini  della 
Sinistra  parlamentare!....  L'accusa,  a  dir  vero,  semberà  strana 
a  quanti  leggono  il  nostro  periodico  e  conoscono  il  nostro  ca- 
rattere, avendo  noi,  in  ogni  tempo  e  ogni  qualvolta  si  trattò  di 
principii,  dato  prove  non  dubbie  di  saper  dire  la  verità  ad 
amici  e  nemici....  piuttosto  senza  complimenti.  Ad  ogni  modo, 
per  troncare  il  volo  ad  ogni  men  retta  supposizione,  noi  pubbli- 
chiamo la  lettera  in  questione  e  dichiariamo,  senza  riguardi, 
di  farla  nostra  in  ogni  parte.  »  La  previsione  del  Campanella 
non  andò  errata,  poiché  il  n.  che  conteneva  la  lett.  A  Fran- 
cesco Crispi  fu  sequestrato.  Ved.  la  protesta  di  lui  nel  n. 
successivo  del  3  febbraio  18G5,  nella  <iuale  afferma  che  il  do- 
cumento mazziniano  era  stato  pubblicato  «  impunemente  dal- 
l'L'nifà  Italiana  di  Milano,  dal  Popolo  d'Italia  di  Napoli,  dai 
Proletario  di  Lodi,  dal  Crepuscolo  di  Modena,  dallo  Zenzero  di 
Firenze,  dal  Propugnatore  di  Lecce,  dal  Primo  Settemhre  di 
Messina  e  da  tanti  altri  giornali  demi  cratici  d'ogni  parte  d'I- 
talia. » 

(')  La   lett.   A   Pio  IX,   che   fu   puhbl..    e   non   sequestrata, 
nel  n.  del  Dovere  del  10  febbraio  1865. 


tisor)]  EPISTOLARIO.  35n 

VMMDCLXVII. 

A  Filippo  Bettini,  a  Genova. 

[Londiiil,  11  ficiuiiiid  isnr». 
Caio  Bettini, 

Fammi  il  ])iac*ere  di  prelevare  dal  prossimo  invio 
a  me  dieci  franchi  e  trenta  centesimi  che  verserai 
al  Dovere  per  un  abbonamento  annuo  che  mi  pagano 
(pii.  P]  —  se  Camp[anella]  te  li  chiede  —  25  franchi 
per  una  Sottoscrizione  a  prò'  della  famiglia  Castelli. 

Addio:  sto  tollerabilmente.  Ama  sempre  il 

vecchio  amico 
Giuseppe. 

V]MMD("LXVI1.    —    Inedita.    L'autografo   si    conserva    nel- 
l'Istituto   Mazziniano    di    Genova. 


INDICE  DEI  NdMI. 


Ag(,ult  (Mail,  d")  Marie.  —  14, 

(ÌO,   63,   87.  131,   134,   162, 

177,    200,    215,    216,    217. 

218.    242,    252,    324,    326, 

340. 
Alarico.  —  229. 
Amleto.  —  134,   186,  347. 
Andreuzzi    Antonio.    - —    247, 

259.    260,    275,    290,    291, 

295,   342. 
Antongini    Carlo.   —   42,    335. 
Archivio    Triennale   delle   cose 

d'Italia.  —  89. 
Asluirst  Bessie.  —  4,   12.  17. 

21.  33,  36,  73,  86.  94,  103, 

112,    122,    152.    215.    266, 

273,   276.   351. 
Ashur.st  William.  —  4.  21.  29. 

33,  34,  35.  53,  76,  86.  94, 

103,    112.    122.    137,    140. 

147,    152,    153.    169,    266, 

273.   276,   351. 
Af-proni   Giorgio.   —  236. 
Apsing  Ludmilla.  —  115,  158, 

180.   192,  228,  293. 
Attanasio    D.  —  151. 
Azeglio    (d')   Massimo.  —  18. 
Bagnasco  Rosario.  —  96,  128. 

193,    209.    300,    334,    342. 
Bandiera  (fratelli).  —  15.  216. 

328. 
Barker.   —   45.    122. 
Biittifora   Angela.    —   121. 
Bc-tthoven.   —  315. 
Bolcredi  Gaspare.  —  66,  156. 

175,   182,   296,  298. 


Bfllazzi   Federico.  —  26. 

Bellisomi    Aurelio.    —    199. 

Buiettini    Carlo.   —   302. 

Bollettini  Carlotta.  — 120,  302, 
317. 

Bennett    (Mr.s.).    —   13. 

Benvenuto  da  Imola.  —  217. 

Bertani  Agostino.  —  26.  67, 
80,  100.  236,  241,  260.* 

Bertram    (Miss).  —  66. 

Bettini  Filippo.  —  269.  349, 
355. 

Bevilacqua    Marino.    —    250. 

Bezzi   Angelo.  —  270,   274. 

Bozzi  Ergisto.  —  16,  40.  41, 
50.  51.  52,  103,  124.  150, 
160  175,  181.  182,  197, 
211.  212.  224,  227,  254, 
259.  260.  265,  266,  290. 
291,  295.   332. 

Biggs  Ada.  —  8,  215,  308, 
312.   314. 

Biggs  Ashurst.  —  147.  204, 
215.   347. 

Biggs  Caroline.  — 8,  196,  203, 
204.  267.  293.  309.  314, 
345.   346. 

Biggs  Matilda.  —  3,  5,  7.  8, 
11.  112,  118.  137.  140,  143, 
147,  148.  149.  170.  173, 
197.  203,  204.  211.  224, 
225,  262,  273.  275.  304, 
312.   345,   346.   349. 

Biggs  Maude.  —  9.  309,  312, 
314.   345. 

Biseo    Camillo.   —    250. 


MHS 


la'IKTOI.AICKI. 


Il  seni 


Mix  io    AU'.ssamlro.    —    (12. 

Hl.iiic   Louis.   —   (51. 

r.i.-mc    (coloiin.ì.   _  2SM,   2sr). 

i'.i;ii(i  K.ii-i.  2(is.  ;nr.. 

r.hiKi    (M.kI.I.    —   2()8. 

l'niiiu'tt  (ìio.-icchino.  —  127. 
154,    ÌTA. 

Botta    (fratelli).  —  25.  202. 

l'.ottcro  Ah'.s.sandro.  —  17.  05. 

liicwning.  —  346. 

Brusco    Ounis  Lina.   —  3M. 

r.rusco  Oniiis  Vincenzo.  — 
10,  17.  40,  50,  59.  65,  101, 
102.  10(5.  100.  125.  14.S, 
150.     150.     159,    179.     175. 

170,  ISl.  184.  211.  212, 
213,  230.  289,  332,  333. 
338,  342. 

Rruzzpsi   Giarinto.  — 113,  114. 

171.  197,    351. 
Ei-uzzone  Giambatti.sta.  —  74. 
Bulewski    L.    —   23,   24,    168, 

209.  321,  322. 
Bulwer  H.  —  10. 
Buonarroti    Filippo.    —    253, 

325. 
Byron.    —   78.    87,    135,   245, 

340. 
Cabet.   —  61. 
(Cagliostro.   —   243. 
(^'airoli    Benedetto.   —   42,   51. 

75,  156.  160.  174,  184.  198. 

199.    210     211.     219.    224, 

299.    230,    237,    247.    258. 

277.    303,    332.    343.    352. 
Cairoli   Bono   Adelaide.  — 160. 

211. 
Campanella    Federico.    —   66, 

79.  160.  2.34.  31.5.  317.  318. 

33-5,   353,   .354    355. 
Cantoni.  —  107,  212. 

Carissimi   Ale.ssandro.  103. 

Carlo  Alberto.  —  62.  109,  110, 

187. 
Cl-.rlo  X.  _  146. 
C.irlyle    (coniugi).   —   141. 
Gasacela    Felice.   —  76. 
Casanova  Antonio.  —  199.  299. 
Castellazzo    Luigi.  —  67.    68, 

102,    236. 


296. 
54. 
229. 


C.  stelli  Agostino.  -'  126,  ;{3(;, 

3.50.    353.    .355. 
C.Mtlai Cjii'lo.   —   6,  :>,U.   88. 

21  »6. 
('.'ttaneo   (ìiovanni. 
('.•titoli    Vincenzo. 
Ci  valletto    Aliìcrto. 
('.•ivour  Camillo  (Benso  di).  — 

132. 
Cella     Giambattista.     —     175, 

i;>9,  212.  247. 
Chieco    Francesco.   —  39. 
Christian  (Dr.).  —.  12,  21.  .36, 

.S2,  149.   1.56.  316. 
Cicognani   Alessandro.  —  180, 

291.    310. 
Ciotti    Marziano.   —  40. 
Ccbbe     (Miss).    —    186,    188, 

347. 
Collins    Wilkie.    —   228,    298. 
Conti   Anselmo.   —   317. 
Cv.nway    (Mrs.).  —  277. 
Corte    Clemente.    —    51,    160. 

229.   236,   241,   261. 
Couza    (Principe).    —   9. 
Cowen    Joseph.   —    104,    138. 
Craufurd   Kate.  —  318. 
Craufurd   Sofia.  —  318. 
Craufurd    (famiglia).  —  17. 
Crepuscolo    (II).   — '  100,    102, 

109. 
Crispi    France.sco.    —    .32, 

219.    220.    241     .301, 

304.    307.    337.    344, 

350,  352,   353. 
Cuneo    Giambattista.    — 

291,   292. 
Dc.elli  Gino.  — 17.  65.  81,  110, 

133,    143.    152,    156,    160, 

296.    297.    303,    335, 
Lagnino  Felice.  —  74,  96. 

151.    180,    183,    206, 

248.   316. 
/V/f/(/    Xews    (The).     — 
Damele    Giacomo.    —    38, 
Dani.  —  247.  351. 
Dante.  —  15,  16,  38,  91.  92, 

135.    136,    179.    200,    201, 

202.    216,    217.    246.    252, 

253.    .329. 
Davies.  —  122. 


65. 
.303, 
348. 

160, 


349. 
126, 
229. 

119. 
75. 


FPISTOI.AIUO. 


nnn 


70. 
229. 


ISO. 


IV   Boni    Filippo.  —  SO,  210, 

221.   2:'.»).   :?o.s. 
I>i'    S:iMctis    Fraiice.sco.  —  2(!N. 
iUritto  (II).  —  32.  30.  07. 

17S,    220.    222.    224. 

241. 
ni>.<iision    (Lii)    —    120. 
Dixtm.   —  no. 
Di.ltì    (Jinsoppe.    —    lOO. 

102.    272.   34.3. 
J)f',rere  (II).  —  06.  07,  00.  70. 

SO.  SI.  102.  10.">.  110,  123. 

120,    12S,    137.     140.    ISO. 

221,    222.    235.    241.    2()1, 

310.    31S,    .3,34.    .330.    353. 

354.   355. 
Droiiyn  do  Lhiiys.  —  281. 
Dn   Camp  Maxime.  —  217. 
Puff    Gr.uit.    —    10. 
Eckard  J.  —  90. 
Eliot  George.  —  22S.  319.  .350. 
Ernst.   —   210     .329. 
Eschilo.    —    135. 
Espivent.   —   282. 
Examiner    (The).    —  95. 
Fa  bar.   —   285.    2S0. 
Fiihrizi  Nicola.  —  29.  303.  325. 
Facrhini  Giuseppe.  —  198,  2.54. 
F'^lloux.  —  177. 
Fanelli    Giuseppe.   —   151. 
Fazzari    Achille.    —   3.52. 

Frig:nssou    (Dr.).  ,5,  26. 

Fislioli    Laura.   —   342. 

Fiiizi   Giuseppe.    229. 

Fiori.  —  299. 

Fiorini    (Ved.    Grilenzoni    G.). 

Foldi   Angiolina.   —   335. 

Fontanella.    —    251. 

Forbin  .Tanson.  —  62.  283,  285. 

Fofo,  lo   T>o.   —  202. 

P'<n)rier.   —   61. 

France   CMrs.).  —  .57,  93.  200. 

Franchi    Ausonio.   —  217. 

Erigerlo  Antonio.  198.  2.50. 

Frisfia    Saverio.    —   40.    193, 
208.  218.  219.  334  337.  347. 
Galileo.  _  .313. 
Gallardi    E.   —   70. 
Gallenga   Antonio.  —  1.38. 
Gsrczynski.   —   87. 
Garibaldi  Giuseppe, — 3,  4.  5.7. 


24.20.  32.  42,  53,  .54.  5S.  «;s, 
75.  100,  10.3.  109,  1.34.  104. 


107. 

lOS. 

17S. 

182, 

213, 

230, 

247, 

277, 

200. 

322, 

170, 
180, 
244, 
297, 


174.    175, 
184,    187, 
233,    242, 
287.    292, 
339,    349, 
(Jaribaldi  -Menotti.  —  150,  211, 
(;,irrid(»    Fernando.   —   228. 
(J.isiiarini    Caterinji.    —    121. 
f!nz:effn   del   Popolo    (La).  — 

109. 
Grrh.ird.    —    90. 
GiangrcsRO   Alfonso.   — .   90. 
Gir.nnelli  Andrea.  —  115.  145, 

157,    179.    192,    291,    310, 

343. 
f'ii.'innone    Pietro.    • — •    110. 
(iiarrizzo  Alfonso.  —  37,  38. 
Gillman    (Mrs.).   —   29. 
Gioacchino   (abate).  —  16.  90. 
(iiornaìe  delle  AssoHazionì  O- 

peraie  Italiane   (II).  —  J51, 

243.    254. 
Giovanni  da  Parma.  —  90. 
Giovanni  da  Serravalle.  —  215, 

216. 
Giovine  Italia    (Associazione). 

92,    130,    223. 
Giustinian     Giambattista.     — 

229. 
Glisenti    (fratelli).    —    198. 
Gofthe.— .35,  78.  87.  13.5.  178. 

179,    217.    218,    245.    252. 

340. 
G'"iìenzoni    Giovanni.     —     17. 

107,    141,    143.    100,    176, 

189.    299.    338.    344. 
Gre.v    (Miss).  —  333. 
Gu.-ìrnieri   Giuseppe.  —  149. 
Guastalla   Enrico.  —  51,  114, 

231,    236,   241. 
Guerrazzi    Francesco   Domeni- 
co.  —   160. 
Giierzoni  Giuseppe.  —  16.  19, 

40.   51.   67.  107.   197,  198, 

212    231,   236.   241. 
Guizot.  —  134. 
Hamilton   (Mi.ss).  _  333,  335. 
Ilarcourt    (D').  —  62, 
Ilerwegh    Emma.    —   228. 


•MM) 


KIMSIOI. Alilo. 


user)] 


IWvvA'H  AIcxmikUt.  — 27S,  21M, 

llorzcn    (Ijiiniglia).  —  138. 
Il.l.vo.ikc  (Jeorgo  .lìu-ob.  —  44, 

i.-iS.    142.   2m,  ;ui. 
Ungo  Victor.  — S,  TS,  88,  140, 

148. 
IIiimhiiK.    —    140. 
1 1  i  II  s  t  r  (I I  e  (I     IjOikIoii     Neil  a 

(The).    —    140. 
J:ic(il)  .loliann.  —  210. 
.lanch.   —  22:^. 
Kiu},'    (Hamilton)   Harriet.   — 

320,   353. 
King   H.    Samuel.   —   311). 
Kiiiglake   A.    W.   —  299. 
Kolokol.   —   67.    69. 
Krasinski.    —   87,    88. 
La  Flotte.  —  326. 
T.aniarmora    Alfonso.    —    130, 

229. 
Jjamartiiie.  —  78,  88. 
I.amennais.  —  16,  62,  164.  326. 
Lanza  Giovanni.  —  197,  199. 

224. 
La  Porta  G.  —  303. 
Lfader   (The).  —  53.  83,  124. 
Lfdru-Rollin.    —   37. 
Lemmi  Adriano.  —  50,  51,  103, 

231. 
LcRseps     (De)    Ferdinand.    — 

110_. 
Lfsti  L(irenzo.  —  191. 
Libero    Pensiero    (II).    —    17, 

350. 
Libertini  Giuseppe.  —  71,  80. 

219,    231.    236,    303,    338. 
Liverani   T.   —   57. 
Io   Savio  Nicolò.   —  81. 
Luigi   Filippo.  —  146. 
Luigi   XVI.   —   168. 
Lutero.  —  266. 
:M:-.fohi    Mauro.   —  219. 
Machiavelli  Nicolò.  —  92.  133. 

135. 
Malczeski.    —   173. 
aiplleson    William.    —    173. 
Malle.son    (Mrs.).    —   86. 
iMslucelli    Leopoldo.    —   57. 
Ma  nei  Filippo.  _  50,  51.  52, 

103. 


SII 


13:ì. 

—  2S2. 
Laura.  — 


.M.iiiiii    Daniel»'. 
M;.iinucci    Miciiele. 
.M.i  ut  ('gazza    Solerà 

211. 
.Manzi. ni    (.sorelle).    —   335. 
.Marcora  (Jiu.seppe.  — 107,  ;'>35. 
M.-rclli    rielro.    —     :V.\2. 
M.irio  Alberto.  —  OS.  99,  100, 

101,     106.     109.     Ili,    120, 

122.    2:^6. 
Mario  Jessie  W'hitc.  —  (»6,  7:'.. 

86,   94,   95.   98,    102,    107. 

110,    111.    119,    122,    12.3. 

145,   157,   270.   291. 
Marochetti.   —   270. 
Martinati     Antonio.     —     151. 

236.    324. 
Martini    Carlino.    —  121. 
Martini  Benettini  Cristina.  — 

121,    302. 
Martins.    —    104. 
Mi^rtoglio   Luigi.  —   343. 
AFasson    David.   —    203,    309. 
Mazini    AVhite    Linda.    —    17, 

107.    2.30,    315,    317,    318. 
Mazini    (coniugi).   —  13. 
Afeneghini    A.    —   229. 
Meyerbeer.  —  313. 
Miaglia.    —   142. 
Miceli  Luigi.  —  181.  219,  241* 

297.    303,    330,    331,    349. 
ACichelet    .Tules.    —    245.    254. 
Mickiewicz   Adam.   —  87. 
iMieli    Virginia.    —    349. 
Mileti  Carlo.  —  209,  221,  301. 

337. 
illieti    Raffaele.    —    223.   301. 
Minghetti  Marco.  —  130,  159. 
Missiroli    L.    —    154. 
^[issori  Giu.seppe.  —  51,  103. 

297.   349. 
:Modena   Giulia.  —  17.    143. 
Moir  .T.  M.  —  45. 
Moleschott    Giacomo.    —   268. 
:^[onnier    Marc.    —   216,    328. 
^Montanelli    Giuseppe.  —  326. 
Mordini    Antonio.   —    .32,    65, 

220.    241.    244,    248. 
Morning  Adrertiser   (The).  — 

119. 
Morning   Star    (The).   —  119. 


KIMNTOI. Alilo. 


m\ 


Mosto  Antonio.  —  40.  OS,  TC, 

SI,  141.  14.S,  154.  175,  IS.!, 

200.    208.    21:;,    2-M\,    24(;. 

.SOI,   31(5.    .'W4,    :U2. 
\f(,riweiit<^    (II).  —  2n,S.   247. 
M'Ti'Jir    (coniugi).   —   V.\. 
Miiller  Diamilla   Donictrio.  — 

23.  71,  101.  Kit;.   108,  25.5, 

303,    321. 
Mullor.   —  42. 
Napoleon*»    I.  —   313. 
N.apoleone    ITI.   —  9,  55,  85, 

90.  128.  129,  1.39,  179,  255, 

31.3. 
Niithan  Ada.  —  00,   298. 
Nathan   Adolfo.  —  00.  224. 
Nathan    Davide.    —    20,    251, 
•     297,   3.50. 
Xrthan    Emilio.   2.51. 
Nathan  Enriohetta.  —  94,  9.5. 

99. 
Nathan    Erne.sto.  —  210. 
Ni.than   Giannetta    (ved.  Ros- 

.=!elli   G.). 
Nathan   Giuseppe.   —  298. 
Nathan  Gualtiero.  —  298. 
Nathan  Sara.  —  0.  10.  20.  42, 

0.5.   94.   99.   143.   1.50,   172. 

175.    185.    189,    210,    223. 

278.    289.    294,    290,    314. 

338,    348. 
Nfjrretti.  —  .50. 
Nicotera     Giovanni.     —     140. 

160,    102.    209.    213.    220. 

221.    241,    .303.    330.    3.32. 
Ohserrer    (The).  —  119.   123. 

348. 
Osareff.  —  1.38,  278,  294.  297. 

305. 
Ogareva   (sign-ra).  —  294,  297, 

305. 
On^iero.   —  1.3.5. 
Orlandi    Luigi.    —    20. 
Orsini    Felice.    —   228. 
Oudinot    ("een.).    —   281.    282. 

283     284.   285.   280. 
Paget   (Dr.ì.  —  20. 
Pantano    Edoardo.    —    96. 
Pareli.   —   21. 
Pelizzari.    —    254. 


/'riixioro  <H  Azione  (11).  — 
1(»2,    111. 

l^^(•antini  Federico.  —  2S2, 
2.S5. 

p. -troni    Giuseppe.   —   189. 

Pittiti    (J.    A.    —    1.59. 

Pozzi    Giulietta.    100,    3.35. 

Pianciani    Luigi.   —    1(»0. 

Pigott    Ch.   —   154. 

Pio    IX.   —   2S1,    283. 

l'i-trucci    Nina.    — -   220. 

Pievani  Giacomo.  —  198,  2.50. 

Pollini.    —    210. 

Pop  oh  d'Italia  (II).  —50,  09, 
74.  110,  119,  1.37,  207.  209, 
211.  219,  221,  241.  24.3, 
301,   334,   .3.37.   3.54. 

Potter.   —  85,    104.    114,    124. 

Primo  Settembre   (II).  —  3.54. 

Profumo  Giacomo.  —  302. 

Proletario   (II).  —  3.54. 

Propugnatore    (II).   —   3.54. 

Proudhon.   —    61. 

Punch    (The).  —  93.  97. 

Quadrio  :Maurizio.  —  6.  17.  .38, 
42.  0.5.  102.  108,  141,  143, 
145.  1.50.  1.57.  100,  101, 
172.  173.  170,  184,  225, 
228,  230.  290.  290,  297, 
298,  3.38,  342.  .344,  346, 
.348.  .349.  350. 

Quaraglia  Angiolina   .  —  121. 

Romat/ana.    —   245,    246. 

Ravizza  Alessandro.  —  00. 

Rebaudi.  —  70. 

Rrmond    (Miss).   _  47.   80. 

Eerue  tìes  Beux-Mondes  (La). 
—  217,  3.50. 

Rime  Germanique  (La).  — 
177.  245,   252.  254.   .340. 

Rcvue  Républicaine  (La).  — 
253. 

Revnaud  .Jean.  —  10.5.  177. 
210. 

RicasoH  Bettino.  —  92. 

Ricci   Attilio.   —  310. 

Ricci  Augusto.  —  310. 

Ricci  Giacomo.  —  310. 

Ricci   F.    —  151. 

Rivalta  An.selmo  (ved.  Castel- 
lazzo  L.). 


:'a;-2 


KIMSIOI.AItM». 


I  ISCHI 


1(10. 
27!>. 

If.O, 


5S. 


Knss.'lli    (JijIllllI'tI:!.    -^   (iti.    l(l(», 

14:ì.    ir>7,    ir,2,    iTc.    21  n. 

224,    2!>7,    ;ì14. 
IJosselli   MiclielaiiKelo.  —  201. 
I!(iss<'lli    Siiliiitiiu».  —  33S.  ■ 
Russi    10.  li.  --  41. 
Uuiz  Polis.  —  23(5. 
Kiiscoiii  Carlo.  —  2S2.  285. 
S.uchi    Achille.  —  ÌHì,   2(51. 
Sacchi    Klciia.    —   !»(5. 
Saffi  Aurt'lio.  —  (iT.   12;i 

150.  220,    2:^0.    247, 
2s:ì.  2S0. 

Saffi    (Jiorgiiia.    —    ÌVA, 

24S. 
Sr.-fJcrniaiii.    —    24o. 
Sainniito  Mario  Aldisio.  - 

205.  842.  844. 
S.-.iul  George.  —  7S,  820. 
S:.rpi    (fra   Paolo).  —  78. 
t^'iiurdni/    Rcriew     (The).    — 

34S.  ' 
Samiders.   —   160. 
Savi  Francesco  Bartolomeo.  — 

151.  183.    229.    236,    322. 
323. 

Sa\onaro]a   Girolamo.  —  228. 

Schiller.   —  315. 

Seely.  _  33. 

Semenza    Eva.   —  136. 

Semenza  Giacomo.  —  234.  316. 

Serafini   INIarietta.   —  107. 

Shaen    William.   —   173,   339. 

Shakespeare.    —  135. 

Sineo    Riccardo.    —   219. 

Sif mondi  (Sismond  de).  —  78. 

Sparacino  (fra).  —  131. 

Spaventa  Silvio.  —  24. 

Spinelli.  -^  145,  161.  344. 

Slampa  Gaspare.  —  151.  322. 

Stansfeld  Caroline.  —  3.  4,  5. 
17,  21.  33,  36,  47.  69,  78, 
82.  86,  112.  117.  140,  144, 
147.  149,  214.  224,  225, 
266,  273,  276.  293,  304. 
314.    318.    345.    349. 

Stansfeld  James.  —  4,  76,  159. 
161,  266,  273.  276. 

Stnart  Peter.  —  65. 

Succi    (capit.).  —  339. 

Tacito.  —  135. 


Taiiihi  Pili  Ili.  1(1(1. 

T.'ss,,  Toniiiato.  —  91. 

T.iuchiiitz.  -  -  22S. 

'i'.iva.ssi     Francesco.    —     151, 

207,  321. 
Taylor    Cicmcnt  ia.    —    11,    Ki. 

17.   4(1.    S4,    113,    17.3.    1S6. 

:{(»(;,  31S. 
T.!vh)r  Peter  A.  —  10.  11.   13. 

17.  47.   S6.  97,  113.  .30(1. 
Ta.vlor  Tom.  --  266,  273.  277. 

306. 
Tl)c.iii:is   (capit.).  —  19.  20.  3(1. 
Thiiry.  —  220. 
TiìHcs  (The).  —  138.  148. 
Tdjazzi      Fr.-incesco.     —     159, 


172,    197. 

212.    247. 

259, 

260.    275. 

290,    291, 

295, 

342. 

Tur t ina  Carlo 

,  —  198. 

Troya    Carlo. 

—  215. 

T'niberto  di   S 

avola.  —  44. 

Unità    Italiana     (L").    — 

17. 

18.  ,32.  41. 

,  42.   44,  6(1 

».   74. 

94.  95.  100.  102,  109, 

123. 

138,    145. 

156,    159, 

160, 

162.    169. 

179.    182, 

192. 

208,    211. 

221.    229, 

241, 

249.    290. 

292.    296, 

310. 

320,    334. 

3.36,    342, 

3.50, 

T 


3.54. 

•edom. 


187. 

Vrainncci   Atto.   —   62.    63. 
A'enturi   Carlo.  —  11.   13,  24, 

29.   98.   99.   169.   261.   273, 

277.  306. 
Venturi  Emilie.  —  3.  4,  5.  11, 

12,  17,   19,  24,  26.  27.  .32, 

35.  43,  45.  48,  53.  64.  66, 

69.  72,  77,  82,  83,  86.  93, 

97.  98,  100.  103,  113.  116. 

120,    122.    137,    140.    142. 

144.    147,    149.    152.    155. 

169.    183.    224.    225.    262. 

266.    273,    277,    306.    345, 

349. 
Verzegnassi  Francesco.  —  230 
Viniercati.  —  101. 
Vita  Xìicn'a  (Associazione).  — 

223,  248.  266,  300,  329, 


IIMSTOI. Alilo. 


'M',:ì 


N'iHiiri.i,    n-KÌn.i   d"  Iii>;liilli'n;i 

-  2*;. 

\ -Itiirio  Eniiiiiiit'li-  !I.  —  '■'>. 
4,  OS,  71,  lOS,  10!),  11(», 
IfiS,    229.    255,    ;?(»4,    ;{4!). 

Voltaire.  _  280. 

Willì.-iinsoii    (IVIi-s.).  —  (li). 

Woltr    Adolfo.    —    72,    7;{,    S4. 


WA,  !>7.   122,   121.  lltS,  212, 

2(;7,    2!k;,    :{;{2,    :'.:'.:?,   :{:'.".. 

/.ih'sUi.  —  S7,  SS. 

/.cnzrro  (Lo).  —  Ii54. 

Zufjiii   (iiovaniii.  —  127,   17o, 

174,   ne,   1S4. 
/iil>l><'tta    Luigi.   —   151,   :^2'A, 

;{24. 


INDICE  DELLE  LETTERE. 


VMMCCCCLXXXII.       —  To  Matilda   Biggs    [London, 

July    18G4]        .     .     .  pnf/.      3 

VMMCCCCLXXXIII.    —  Alla  stessa  [London.  July  ...., 

l.S«4J »         5 

'VIMMCCCCLXXXIV.    —  Alla.'  stessa  [London,  Augnst 

1864] »        7 

VMMCCCCLXXXV.  —  To  Emilie  A.  Venturi  [Lon- 
don. September  2nd.  1864]       »      12 

VMMCCCCLXXXVI.     —  A  Mad.  Marie  d'Agoult  [Lou- 

dres],  2  septembre    [1864]       »      14 

VMMCCCCLXXXV II.    —  A    Sara    Nathan    [Londra]. 

2  settembre    [1864]       .     .      »      16 
VMMCCCCLXXXVIII.  —  To  Emilie  A.  Venturi   [L<in- 

don,  September  3rd,  1864]       »      19 
VMMCCCCLXXXIX.     —  A    Sara    Nathan    [Londra], 

3  settembre    [1864]      .     .      »      22 
VMMCCCCXC.                —  A  Demetrio  Diamilla  Muller 

[Londra].     3     settembre 

1864 »      23 

VMMCCCCXCI.  —  To  EmUie  A.  Venturi  [Lon- 

don, September  5th,  1864]       »      24 

VMMCCCCXCII.  —  Alla  stessa  [London,  Septem- 
ber 5th.  1864] »      27 

VMMCCCCXCIII.  —  A [Londra],  7  set- 

tembre   [1864]      ....      »      30 

VMMCCCCXCIV.  —  To  Emilie  A.  Venturi  [Lon- 

dra, September  7th,  1864]       »      32 


vMMCCCCXCV.  — 

vMMccrcxcvi.        — 


vMMcrccxcvii. 
v^[^[c^ccxcvIIT. 

VMMCCCCXCIX. 

VMMD. 

VMMDI. 

"MMDII. 

VMMDIII. 
VMMDIV. 
VMMDV. 
VMMDVI 

VMMDVII. 

VMMDVIII. 

VMMDIX. 

VMMDX. 

VMMDXI. 

VMMDXII. 


(ig. 

.•i5 

n 

37 

» 

3R 

» 

40 

» 

48 

» 

45 

EPISTOLARIO.  flSfin] 

Alla  stessa  [I-ioiulon.  Septoni- 
l)pr  7th,  18G41      .... 

Ad  Alfonso  Giarrizzo   [Lon- 
■  (Ira settembre    1864] 

A  Maurizio  Quadrio  [Lon- 
dra,   ....    settembre    1864] 

A  Vincenzo  Brusco  Onnis, 
[Londra],  9  settembre 
[lSfi4]     

To  F^milie  A.  Venturi  [Lon- 
don, September  9th,  1804] 

Alla  stessa  [London.  Septem- 
ber]   lOth.    [1804]      .     .     . 

To  Clementia  Ta.vlur  [Lon- 
don]. September  llth, 
[1804] ,)      40 

Ti)  Emilie  A.  Venturi  [Lon- 
don. September  12th, 
1804]        

Ad  Ergisto  Bezzi  [Londra], 
14  .settembre   [1864]     .     . 

To  Emilie  A.  Venturi  [Lon- 
don. September  14th.  1864] 

A  Vincenzo  Cattoli  [Lon- 
dra], 14  settembre   [1864] 

A  Mario  Aldisio  Sammito 
[Londra],     14     settembre 

[1804]     

A  Mad.  Marie  d'Agoult  [Lon- 
dres],  10  septembre  [lSf>4] 

To  Emilie  A.  Venturi  [Lon- 
don, September  16th,  1864] 

A  Sara  Xathan  [Londra,  ....] 
settembre    [1864] 

A  Federico  Campanella  [Lon- 
dra]. 17  settembre  [1864] 

To  Emilie  A.  Venturi  [Lon- 
don, September  19th,  1864] 
A  Demetrio  Diamilla  Muller 
[Londra],     20     settembre 
[1864] »      71 


» 

48 

» 

50 

» 

53 

» 

54 

» 

58 

» 

60 

» 

64 

» 

65 

» 

66 

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69 

vMMDXIII. 

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VMMDXVI. 

VMMDXVII. 
VMMDXVIII. 
VMMDXIX. 
VMMDXX. 

VMMDXXI. 
VMMDXXII. 
VMMDXXIII. 
VMMDXXIY. 

VMMDXXV. 
VMMDXXVI. 

VMMDXXVII. 

VMMDXXVIII. 

VMMDXXIX. 


frftsTOi.ARio.  ;U'.T 

-  To  Emilio  A.  Voiiliiii    (Lon- 

don.     SoptemluT      21  st. 

1S(;4] pag.    72 

■  A  Felice  Dagnino   fLoiidia], 

21  settembre    IISWJ      .     .       »      74 

-  A  Felice  Casaccio  [Londra], 

21   settembre    [1864]    .     .      »      70 

-  To  Emilie  A.  Venturi  [Lon- 

don |.       September      22nd, 

l.S(i4]       »      77 

A  Federico  Campanella  [Lon- 
dra], 24  settembre   [1804]       »      79 

-  To  Emilie  A.  Venturi   [Lon- 

don, September  24th.  1804]       »      82 
Alla  stessa  [London.  Septem- 
ber 24th,  1804]     .     .     .     .      »      8S 

-  To  Clementia   Ta.vlor    [Lon- 

don.     September     20th, 

1804]        »    *  84 

A  Mad.  Marie  d'Agoult  [Lon- 
dres],  26  septembre  [1864]       »      87 

-  To  Emilie  A.  Venturi   [Lon- 

don. September  20th,  1804]       »      93 

-  A  Felice  Bagnino   [Londra]. 

27  settembre    [1864]     .     .      »      96 

-  To  Emilie  A.  Venturi  [Lon- 

don.    September     27  th, 

1864] »      97 

-  Sara    Nathan    [Londra],    29 

settembre    [1804]      ...»      99 
Al   Direttore  à^W  Unità   Ita- 
ìiana     [Londra],     29    set- 
tembre   [1804]      ....       »    100 

-  A    Vincenzo    Brusco    Onnis 

[Londra],     29     settembre 

[1804]       .       .......    101 

-  To  Emilie  A.  Venturi  [Lon- 

don,    September     29th, 

1804]       »    103 

A  Vincenzo  Brusco  Onnis 
[Londra],  30  settembre 
[1804] »    106 


3(iS 
VMMDXXX. 

VMMDXXXI. 

VMMDXXXII. 

VMMDXXXIII. 

vMMDXXXrV. 

VMMDXXXV. 

VMMDXXXVr. 

VMMDXXXVII. 

VMMDXXXVIII. 

VMMDXXXIX. 

VMMDXL. 

VMMDXLI. 

VMMDXLII. 

VMMDXLIII. 

VMMDXLIV. 

VMMDXLV. 

VMMDXLVI. 

VMMDXLVII. 

VMMDXLVIII. 


EPISTOLARIO.  fi  sr.r»! 

•  A  Giovnuni  Grileiizoni  [Lon- 

dra 1,  30  setteml)rp  [18G4]   pag.  107 

•  A    M.iuri/io    Quadrio    [Ldn- 

.     (Imi.  HO  s<'tt<'inl>r<'  [1^^041       »      108 

-  To  .Matilda    Bìkks    | London. 

S«'i)toinl)('r   .....    1,S(;4]    .     .      »    112 

■  A  Giacinto  Kruzzosi  [Ijondra, 

settembre  18G4]      .     .      »    US 

■  Allo  stes.so   I  Londra,   ....  set- 

tend»re      1804  J       ....       »    114 

•  Ad  Andrea   Gianiu'lJi    [Lon- 

dra],  1"  ottobre   [1804]     .      »    115 
To  Emilie  A.  Venturi   [Lon- 
don,  Oft(,ber   l.st,  1804]    .       »    110 

■  To    Matilda    Kiggs    [London. 

October    Ist,    1804]       .     .      »    118 
A   Carlotta    Benettini    [Lon- 
dra],  3    ottobre    [1864]    .      »    120 
To  Emilie  A.  Venturi  [Lon- 
don.  October  3rd,  1864]   .      »    122 

■  A     Vincenzo    Brusco     Onnis 

[Londra].       8       ottcbre 

[18(:y] »    125 

-  A  Felice  Daguiuo  [Ijondra], 

3  ottobre    [1864]       .         .      »    126 

A  Giovanni  Zugni  [Londra], 

3   ottobre    [1804]      ...»    127 

A  Rosario  Bagnasco  [Lon- 
dra],   5  ottobre    [1864]      .      »    128 

A  Mad.  Marie  d'Agoult  [Lon- 

dres],   6  cctobre   [1864]    .      »    131 

A  Eva  Semenza  [Londra],  7 

ottobre  1804 »    130 

To  Emilie  A.  Venturi  [Lon- 
don.  October  Ttb.   1864]    .      »    137 

Alla  Redazione  dell' C^nj7à 
Itnlinna  [Loudra].  1()  ot- 
tobre      [1S64]       ....       »    138 

To  Emilie  A.  Venturi  [Lon- 
don,   October    lOth,    1804]       »    140 


VMMDXLIX. 

VMMDL. 

VMMDLI. 

VMMDLTI. 

VMMDLTII. 

VMMDLIV. 

VMMDLV. 

VMMDLVI. 

VMMDLVII. 

VMMDLVIII. 

VMMDLIX. 

VMMDLX. 

VMMDLXI. 

VMMDLXII. 

VMMDLXIII. 

VMMDLXIV. 

VMMDLXV. 

VMMDLXVI. 

VMMDLXVII. 


ETISTOI.ARIO.  309 

-  A  Giovanni  Grilenzoni  [Lon- 

dra], 11  ottobre  1864  .     .  pag.  142 

-  A    Sara    Natila n    [Londra], 

11    ottobre    [18(54]    ...»    143 

-  To  Emilie  A.  Venturi    [Lon- 

don, Oetol)er  1  Un,  1S(;4],  .      »    144 

-  A   Maurizio   Quadrio    [Lon- 

dra],  11   ottobre    [18G4]    .      »    145 

-  To  Emilie  A.  Venturi   [Lon- 

don,   October   13th,   1804]       »    147 

-  Alla  ste.ssa  [London,  October 

14tb,   18G4] »    149 

-  A    Vincenzo    Brusco    Onnis 

[Londra],     16     [ottobre 

1864]       »    150 

-  A  Felice  Bagnino  [Londra], 

17     ottobre     [1864]       .     .      »    151 

-  To  Emilie  A.  Venturi   [Lon- 

don,  October   17th,   1864]       »    152 

-  Agli  amici  di  Trieste   [Lon- 

dra],  18  ottobre    [1864]    .      »    153 

-  To  Emilie  A.  Venturi   [Lon- 

don,   October   18tb,   1864]       »    155 

-  A    Sara    Nathan    [Londra], 

19    ottobre     [1864]       .     .      »    156 

-  Ad  Andrea   Giannelli    [Lon- 

dra]. 20  ottobre   [1864]     .      »    157 

-  A    Vincenzo    Brusco    Onnis 

[Londra],    21    ottobre 

[1864] »    159 

-  A   Maurizio    Quadrio    [Lon- 

dra],  21  ottobre    [1864]   .      »    161 

-  A  Mad.  Marie  d'Agoult  [Lon- 

dres],    24    octobre    [1864]       »    162 

-  A  Demetrio  Diamilla  Muller 

[Londres,  ....  octobre  1864]       »    166 

-  Allo  stesso  Londra,  24  otto- 

bre  1864 »    168 

-  To  Emilie  A.  Venturi  [Lon- 

don,  October   24th,    1864]       »    169 


* 


87f) 
VMMDLXVIII. 

"VMMDLXIX. 

17MMDLXX. 

VMMDLXXI. 

VMMDLXXII. 

VMMDLXXIII. 

VMMDLXXIV. 

VMMDLXXV. 

VMMDLXXVI. 

VMMDLXXVII. 

VMMDLXXVI  II. 

VMMDLXXIX. 

VMMDLXXX. 

VMMDLXXXI. 

VMMDLXXXII. 

VMMDLXXXIII. 

VMMDLXXXIV. 

VMMDLXXXV. 

VMMDLXXXVI. 


P<I<J. 

170 

» 

171 

» 

172 

» 

173 

» 

175 

EPISTOLARIO.  ri.S(;5] 

-  To  Matil(l;i    Hìkks    I  Loiulc.ii, 

October    26th,    ISC-l  |    .     . 

-  A    Giacinto    Bruzzesi    [Lon- 

dra.  20  ottobre   1804]    .      . 

-A    Sara    Xatlian     [Londra  I, 

27    [ottobre    18W]    .     .     . 

-  A    Vincenzo    Brusco    Onni.s 

[Londra].    r?l    ottobre 
[1R04]      

-  Ad    Ergi.sto    Bezzi    [Tiondra, 

....    ottobre   1S04]      .     .     . 

-  A    Sara    Nathan     [Londra], 

1°   novembre    [1804]      .     .      »       » 

-  A  Mad.  Marie  d'Agoult  [Lon- 

dres],  ler  novembre  [1804] 

-  Ad  Andrea   Giannelli    [Lon- 

dra],  2   novembre    [1804] 

-  Ad    Aurelio    Saffi     [Londra, 

2  iiovemlire  1804]     .     .     . 

-  A     \'incenzo    Brusco    <  Miui.s 

[Londra  I,       2      novembre 
[1804]      

-  A  Felice  Dagnino  [Londra]. 

4    novembre    [1804]       .     . 

-  A    Maurizio    Quadrio    [Lon- 

dra], 4  novembre  [1864]  . 

-  To  Clementia  Taylor    [Lon- 

don],     November      7th, 
[1864]        

-  A    Sara    Nathan    [Londra], 

7  novembre  [1864]  .     .     . 

-  A    Giuseppe    Petroni     [Lon- 

dra], 7  novembre  [1804]   .      »      » 

-  Ad  Andrea  Giannelli  [Lon- 

dra], 7  novembre  [1804]   »  192 

-  A    Rosario   Bagnasco    [Lon- 

dra], 10  novembre  [1804]       »    193 

-  To  Caroline  Biggs   [London, 

November   llth,   1804]      .      »  .196 

-  A   Giacinto   Bruzzesi    [Lon- 

dra,   11    novembre    1864]       »    197 


» 

177 

» 

179 

» 

180 

» 

181 

» 

183 

)) 

184 

» 

180 

)) 

189 

E3»ISTOI.ARIO. 


:ì71 


VMMDLXXXVII.  — 


VM.MDLXXXVIII. 

VMMDLXXXIX. 

VMMDXC. 

VMMDXCI. 

VMMDXCII. 

VMMDXCIII. 

VMMDXCIV. 

VMMDXCV. 

VMMDXCVI. 

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VMMDXCVIII. 

VMMDXCIX. 

VMMDC. 

VMMDCI. 

VMMDI'II. 

VMMDCIII. 

VMMDCIV. 

VMMDCV. 

VMMDCVI. 


A  Mad.  Marie  d'Agcult  [Lon- 
drcs|.  12  novciiihrc  ri'*^^>41   />«.'/ • 

—  To  Caroline  Hifjfjs   |  London, 

Xoveuibfr  14th,  l.S()4J  .     .      » 

—  Alla  stessa  [London,  X^ovem- 

ber    14th.    18G4J      ...» 
— A  Mario  AIdisi()Saniinito[  Lon- 
dra],  14  novembre   [1804]       » 

—  A  Felice  Dagnino   [Londra], 

15    novembre    [1SG4]    .     .      » 

—  A  Saverio  Friscia   [Londra], 

IG  novembre    [18(54]      .     .      » 

—  A    Sara    Nathan     [Londra], 

17    novenji)re    [18G4]    .     .      » 

—  To   Matilda    Biggs    [London, 

November    ....,    1804]    .  » 

—  A  Mad.  Marie  d'Agoult  [Lon- 

dres],  19  novembre  [1864]       » 

—  A  Saverio  Friscia  [Londra], 

21  novembre   [1864]      .     .      » 

—  Ad    Aurelio     Saffi     [Londra, 

23    novembre   1804]       .     .      » 

—  A  Carlo  Mileti  [Londra],  25 

novembre    [1864]      ...» 

—  A    Sara    Nathan    [I^ondra], 

25  novembre   [1864]      .     .      » 

—  A [Londra],  27  no- 

vembre  [1864]      ....      » 

—  Ad   Ergisto  Bezzi   [Londra], 

28  novembre   [1864]      .     .      « 
— -  A    Maurizio    Quadrio    [Lon- 
dra], 28  novembre  [1864]       » 

—  A  Giuseppe  Libertini    [Lon- 

dra], 30  novembre  [1864]       » 

—  A  Gaetano  Semenza  [Londra. 

....    novembre   1864]      .     .      » 

—  A  Federico  Campanella  [Lon- 

dra],   2   dicembre    [1864]       » 

—  A  Benedetto  Cairoli  [Londra, 

5  dicembre  1864]      .     .     .      » 


200 

203 

204 

205 

206 

208 

210 

214 

215 

218 

220 

221 

223 

226 

227 

228 

231 

234 

» 
237 


:i7i» 
VMMDCVII. 

v.MMDCVIII. 

vMMDCIX. 

VMMDCX. 

V.MMDCXI. 

V.M.MDCXII. 

VMMDCXITI. 

VMMDCXIV. 
VMMDOXV. 

VMMDCXVI. 

VMMDCXVII 

VMMDCXVI  II. 

VMMDCXIX. 

VMMDCXX. 

VMMDCXXI. 

VMMDCXXII. 

VMMDCXXIII. 

VMMDCXXIV. 


EPISTOLARIO.  [1S(55| 

-  A  .Milli.  Miirii-  irAKntilt  I  Lon- 

ilrcsl,   ."i   iliM'ciiiliic    |].'S(»4|    ]Ki;/.  242 

■  Ad  Antonio  Mo.sto  [Londra],  ""' 

.    5  dicembre  fl.S(;4|     ...»    240 

-  Ad    Aurelio    Saffi     [Londra, 

0  dicembre  1864]      ...»    247 

-  A  Felice  Dagnino  [Londra], 

10   dicembre    [1804]      .     .       »    248 

■  Ad  Antonio  Frigerio  ecc.  [Lon- 

dra].   10  dicembre    [18(54]       »    2r.O 
-A [Londra],  11  di- 
cembre 1804 »    2.^1 

-  A    Mad.   Marie  d"  Agoni  t 

[Londre.sJ.     15     décembre 

[1804] »    252 

-A  Giuseppe  Facchini  ecc.  [Lon- 
dra],   16    dicembre    [1804]       »    254 

-  A  Demetrio  Diamilla  Mailer 

[Londra],      10      dicembre 

1864 »    255 

-  To  George  J.  Holyoalie  [Lon- 

don],    December     17th, 

[1804] »    250 

-  A  Benedetto  Cairoli  [Londra] , 

17  dicembre    [1804]      .     .      »    258 

-  Ad   Agostino   Bertani    [Lon- 

dra],  17  dicembre    [1804]       »    200 

-  To  Matilda    Biggs    [London, 

December   1804]      .     .      »    202 

-  A   Karl    Blind    [Londres,   17 

décembre    1864]       ...»    208 

-  A  Filippo  Bettini  [Londra], 

18  dicembre  1864     ...»    269 

-  Ad    Angelo    Bezzi    [Londra, 

18  dicembre  1864]     ...»    270 
To  Jessie  White  Mario  [Lon- 
don].    December     19th, 
[1864] ^>      » 

-  Ad  Angelo   Bezzi    [Londra], 

19  dicembre    [1804]      .     .      »    274 


VMMDCXXV. 
VMMDCXXVI. 

VMMDCXXVII. 

VMMDCXXVIII. 

vMMDCXXIX. 

VMMDCXXX. 

VMMDCXXXI. 

TMMDCXXXII. 

VMMDCXXXIII. 

VMMDCXXXIV. 

VMMDCXXXV. 

VMMDCXXXVI. 
À7MMDCXXXVII. 
VMMDCXXXVIII. 
VMMDCXXXIX. 
VMMDCXL. 
VMMDCXLI. 
VMMDCXLII. 
VMMDCXLIII. 


ETISTOLARIO.  373 

-  To  Matilda   Bijtgs   [London, 

December    1804]        .  p«(/.  275 

-  Ai    Direttori   dell'Unità   Ita- 

liunn   [Londra],  20  dicem- 
bre [1.S04] »    270 

-  A     Vincenzo    ilrusco    Onnis 

[Londra].      20      dicembre 

[1S(!4] »    2.S0 

-  Ad  Andrea   Giannelli    [Lon- 

dra],  20  dicembre    [1S(;4]       »    2!)1 

-  To  Caroline  Biggs   [London, 

December  22nd,   1864]      .     .«    203 

-  Ad  Ergisto  Bezzi    [Londra], 

22  dicembre    [1804]      .     .       »    295 

-  A    Sara    Xathan    [Londra], 

22  dicembre    [1804]      .     .       »    297 

-  A    Maurizio    Quadrio    [Lon- 

dra],  22  dicembre   [1804]       »    298 

-  A    Rosario    Bagnasco    [Lon- 

dra], 23  dicembre    [18«>4]       »    300 

-  A    Carlotta   Benettini    [Lon- 

dra],  27  dicembre   18(i4   ,      »    302 

-  A  Demetrio  Diamllla  Muller 

[Londra],      27      dicembre 

[1864] »    303 

-  To  Matilda  Biggs    [London, 

December   28th,    1864]       .     »    304 

-  Ad   Andrea    Giauuelli    [Lon- 

dra], 30  dicembre    [1864]       «    310 

-  To  Matilda   Biggs    [London, 

December   31st,    1864]       .      »    312 

-  A   Karl   Blind    [Londres 

décembre  1804]     ....       »    31;"» 
A  Linda  White  Mazini  [Lon- 
dra,     1864]      ...      »      » 

-  A   Gaetano    Semenza    [Lon- 

dra,       1864]       ...»    316 

-  A   Felice   Bagnino    [Londra, 

1864] »      » 

A  Linda  White  Mazini  [Lon- 
dra,    1864]      ...»    317 


374 
VMMDCXLIV. 

VMMDCXLV. 

VMMIH'XLVI. 

VMMDCXLVII. 

VMMDCXLVIII. 

VMMDCXLIX. 

VMMDCL. 

VMMDCLI. 

VMMDCLII. 

VMMDCLIII. 

VMMDCLIV. 

VMMDCLV. 

VMMDCLYI. 

^MMDCLA^I. 

VMMDCLVIII. 

VMMDCLIX. 

VMMDCLX. 
VMMDCLXI. 
VMMDCLXII. 
VMMDCLXIII. 


EPISTOLARIO.  [18(>51 

-  Alla    stc'ssa     |  Londra 

1S(141 par;.  318 

-A    Sofia    ("raiifurd    |  Londra), 

1"  gennaio  l.S(J5    ....       »       » 

-  To  Ileiir.v  Samuel  Kiiisl  Lon- 

don], Januar.v  Ist,   ÌSU~t  .      »    319 

-  A  Demetrio  Diamilla  Miiller 

[Londra],  1°  gennaio  1865      »    321 

-  A  Gaspare  Stampa  [Londra], 

1"    gennaio    1S05       ...»    322 

-  A  Mad.  Marie  d  Agoult[Lon- 

dresJ.   1*'>-  janvicr  1805     .      »    324 

-  A  Luigi  Miceli    flioudi-a],  2 

gennaio  1S('»5    ...  .     .       »    33() 

-  Ad  Ergisto  Bezzi    [Londra], 

2  gennaio  1865     ....      »    332 

-  Ad  Adolf  Wolff  [Londra].  2 

gennaio  lS6;j|    .....      »    333 

-  A     Vincenzo    Bruscoi    Onnis 

[Londra],  3  gennaio  18(>5      »      » 

-  Ad    Agostino    Castelli    [Lon- 

dra],   3   gennaio    1865      .      »    336 

-  A  Saverid  Friscia  [Londra], 

4  gennaio  1865     ....      »    337 

-  A  Giovanni  Grilenzoni  [Lon- 

dra],   5   gennaio    1865      ,      »    338 
■  To  William  Shaen  [London], 

.Januar.v    5th,    1865       .     .       »    339 

-  A  Mad.  Marie  d'Agoult  [Lon- 

dres],  5  janvier  1865    .     .      »    .340 

-  To   George   .Jacob   Holyoake 

[Jj(jndon],     January     6th, 

[18(>5] »    341 

-  A    Mario    Aldisio    Sammito 

[Londra],  6  gennaio  1865      »    342 
A  Giovanni  Grilenzoni  [Lon- 
dra].   6   gennaio    1865      .      »    344 

-  To   Matilda  Biggs    [London, 

January   9th.    1865]      .     .      »    345 

-  A    Sara    Nathan     [Londra], 

10  gennaio  1865    ....      »    348 


EPISTOLARIO. 


.'{75 


V.M.MDC'IiXIV. 
VMMDCLXV. 
V.MMDCLXVI. 
VMMDCLXVII. 


—  A    Miiiiriziu    (^iiiidriii     |  Lmi- 

(Iiii  I.  10  gennaio  1SG5   .     .  pii!/.:\r>0 

—  A    (ìiìifinto    Bnizzcsi    IT^on- 

(Iriil,  11  gennaio  1S(»5    .      .       »    351 

—  A  Federico  Campanella  [Lon- 

dra |,    11    gei.naio   ISOn      .      »    '.VTt'A 

—  A  Filippo  Bettini   [Londra], 

11    gennaio    ISOO       ...»    liHn 


Il  presente  volume  è  stato  approvato  nella  sua  prima  edi- 
zione il  :^1  (licemlirc  lOIiS  dalla  R.  Commissione  jxm-  l'edizione 
nazionale  degli   Scritli  di  fìiuseppe  Mazzini. 

G.  Bottai.  Presidente  -  A.  Codignola  -  F. 
Ercole  -  (ì.  Gbts'tilb  -  A.  M.  Ghisalrerti  - 
A.  Lt'zio  -  E.  PONTIERI  -  N.  RonoLico  -  F. 
S.VLATA  -  P.  Silva  -  G.  Volpe  -  M.  Menottint. 
(Segretario. 

La  ristampa  è  stata  riveduta  dalla  Commissione  editrice 
degli    !^rrìftì   di   Giuseppe    Mazzini. 

G.  GoxET.LA,  Presidente  -  A.  Codignola  -  G. 
Conti  -  A.  M.  Ghisalberti  -  T.  Grandi  -  A. 
Levi  -  L.  Salvatorei,li  -  A.  Spallicci  -  C. 
Spellanzon  -  (J.  G.  Trutlzi  -  E.  Morelli,  ,9^- 
firetaria. 


Finito  di  stampare  il  15  gennaio  lOàl. 


DG  Ifeszini,   Giuseppe 

552  Scritti  editi  ed  inediti 

•  8 
1-127 

V.79 


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